n° 15 - Aprile TENNIS WORLD Edizione Aprile 2014 - numero 15 FLAVIA PENNETTA Quella di Flavia basterebbe scriverla in forma di cronaca minuta ANDRE AGASSI L’otto volte campione di Grande Slam ha condiviso i suoi pensieri con Tennis World LE PERLE MANCANTI Quali sono i grandi tornei che mancano nelle prestigiose collezioni private dei campioni e delle campionesse n° p Flavia, una vita da best seller Li chiamano romanzi di formazione, Bildungsroman, se vi va di fare i saputi. La vita tennistica di Flavia Pennetta ne ricorda le cadenze, le trame, ne espone e cataloga gli stupori e le fragilità, enunciate come fossero appunti su un’agenda di cose da fare, cui mettere riparo. Condivide con i lettori le discese e le risalite, che tutti noi sappiamo essere ardite, da Lucio Battisti in poi. Narrano, quei romanzi, l’evoluzione di un giovane dal tempo dei rossori fino all’età adulta, e si attribuiscono il compito di mettere in guardia, perché la vita non è esattamente facile come vorremmo che fosse, né mai troppo spensierata. Quella di Flavia, dai primi dritti alla vittoria di Indian Wells, basterebbe scriverla in forma di cronaca minuta, senza 3 Da Brindisi a Roma, a Milano, alla Spagna, tradita dal fisico... indulgenza alcuna al genere avventuroso. Niente è cambiato, eppure tutto esiste in altra maniera… Se Flavia desidera un buon inizio per la sua opera prima, Jean Paul Sartre potrebbe darle una mano. Da Brindisi a Roma, a Milano, alla Spagna, tradita dal fisico già al primo impatto con il suo “dolce mestiere”, ché così lei chiama il tennis. Debilitata da un brutto virus, a intendere che il seguito sarà una continua ribellione a tutto ciò che si frapporrà fra lei e la meta ultima: diventare tennista, atleta, e donna. Così gli amori, il più grande con Carlos Moya, quando lui era uno dei numeri uno del nostro sport, distruttivi al punto da ridurla un cencio, smagrita e senza forze. Capita, a un passo dal matrimonio, se lui decide di sposare un’altra… Così gli approdi, che sono stati alti mentre altre ottenevano più di lei. Così i ritorni, ostinati quanto la sua lealtà nei confronti di se stessa e degli altri, culminata in una conferenza stampa nella quale, con coraggio e senza lacrime, dichiarò di essere pronta a farsi da parte, «perché già molto ho avuto da questo sport, e voglio continuare a frequentarlo solo se sarò in grado di onorarlo». Si era a Wimbledon, un anno fa. E Flavia era caduta al numero 166 della classifica, lei che tre anni prima era stata la prima italiana nella Top Ten, al decimo posto, e 4 addirittura la numero uno in doppio. Sul più Sposa di Gago, il calciatore che a Roma non bello il polso destro aveva ceduto. «Sarà banale, riuscì a far parlare di sé, ma al Boca ha ma nel tennis avere un polso guasto è come per riconquistato la nazionale argentina. Una un violinista una ferita sui polpastrelli». Tre felicità, quella di Flavia per l’amica, mitigata da mesi di ferma obbligata, un’operazione un pensiero che a 31 anni (ora sono 32) può far chirurgica delicata, la riabilitazione, altre male… «Sono rimasta davvero sola». Ma da quel settimane perse nel nulla, poi il ritorno fra Wimbledon, e da quelle parole, si sono l’incertezza di non essere più in grado di dare determinate le condizioni della ripartenza. Quasi forma geometrica ai suoi pensieri tennistici e la Flavia avesse giocato in contropiede con se paura di farsi male di nuovo. Fasciature, stessa. Ottavi sull’erba, semifinale (la prima) a impacchi, montagne di ghiaccio avvolto nelle suon di derby conquistata agli Us Open, quarti buste di cellofan legate al braccio con il nastro di finale agli Open d’Australia. Ora la vittoria a adesivo dei muratori. L’improvviso addio al Indian Wells, il torneo da un milione di dollari, coach che l’aveva guidata sin dalla gioventù, sui campi costruiti nel deserto dal miliardario Gabriel Urpi, Gaby, un fratello più che un padre, Larry Ellison, titolare di Oracle da lei stessa sospinto verso nuovi incarichi, perché in quelle condizioni «continuare con me poteva significare una perdita di tempo e di soldi», e tutti, si sa, tengono famiglia. Persino il matrimonio della sua migliore amica, Gisela Dulko, doppista con Flavia in campo e nel girovagare per il circuito. (l’azienda di database) e di Oracle (l’imbarcazione che ha vinto l’America’s Cup). Non solo… C’è un numero dodici in classifica, a due passi dal traguardo toccato il 17 agosto del 2009, quando gli anni da portare in campo erano solo 27. E c’è una nuova storia che piace molto agli italiani, che la vede legata a Fabio Fognini, il più forte fra i tennisti azzurri. Amore? «Ci supportiamo». Oggi si dice così. Il romanzo finisce qui. Più o meno. «Cercavo me stessa», dice Flavia, «e l’ho trovata. Mi è costata fatica, ma è bellissimo 5 Tornerà fra le prime dieci, batterà il suo record, e sarà ancora più felice di come l’abbiamo vista sul campo di Indian Wells. esservi riuscita». Non finisce qui il tennis… Flavia potrà addirittura migliorare, perché nei punteggi che vanno e vengono lei non ha niente da scartare fino al prossimo Wimbledon, dunque potrà solo crescere. Tornerà fra le prime dieci, batterà il suo record, e sarà ancora più felice di come l’abbiamo vista sul campo di Indian Wells. «Mi viene da ridere e non smetterei di farlo». Sapete, i romanzi di formazione terminano spesso con una riscossa personale. Ma se a essa si unisce un sorriso, valgono un best sellers. a cura di Daniele Azzolini 6 Lei e Fognini EnneEmmeEmme, , NMM, scritto in maiuscolo In amicizia, perché a questo si attengono le sotto la firma di Flavia Pennetta, sullo versioni ufficiali («Ci conosciamo da una vita, e specchietto dei vincitori che la telecamera in questo momento ci supportiamo a vicenda», mostra a fine match, sta per Non Mollare Mai. dice la Penna), o in amore, come è dato supporre Testo di Fabio Fognini, con tanto di ciondolo dai twitter che circolano e da una foto che porta fortuna da lisciare fra le dita tra un servizio proprio i due hanno postato, ciancicati su un e l’altro. lettone con le dita spianate a simboleggiare una Flavia ne ha fatto l’acronimo simbolo della sua vittoria. O una conquista. O altro… È che voi rinascita. Fabio, che lo teneva per sé, di tanto in siete maliziosi (noi no, invece) e pensate sempre tanto marinando il robusto portato di quelle tre a quella cosa lì. NMM, No Maliziosi Morbosetti, parole, glielo ha donato. I due se la intendono, dice l’acronimo rivisto e corretto. Perché, vedete, pare. E siccome non sta a noi giudicare come e questo inciucio ha molti lati buoni, ed è per perché, e nemmeno quante volte al dì, diremo questo che lo sosteniamo a spada tratta. soltanto che ci sembra molto bello che due Il primo è davanti agli occhi di tutti, se avete la ragazzi come loro, sani e sportivi, se la intendano pazienza di dare un’occhiata alle classifiche. a più non posso. 7 Evert e Connors, la coppia degli anni Settanta. Serenona e Mouratoglou, la coppia “coach to coach”. Sharapova e Dimitrov, la coppia più “in”. Almeno fino alla fondazione della nuova équipe azzurra, Pennetta/Fognini. Classifiche alla mano, avanti Masha, di poco (lei 7, lui 16). Ma sul podio del doppio misto, perdinci, ora c’è anche l’Italia. Nelle quali Flavia rimonta fin quasi a toccare i suoi tempi più belli (è dodicesima, fu decima) e Fabio preme verso l’alto dalla sua quattordicesima piazza, a due passi dalla dodicesima che fu di Bertolucci, tanti ma tanti anni fa. Lei ha la maturità dei trentadue anni, lui le voglie di chi ancora non sa dove potrà arrivare. Lei sa combattere, e può insegnarglielo, lui è un tipo divertente, di quelli che con una battuta la tranquillizzano. Lei è transitata fra mille gorghi, e sa come cavarsi d’impaccio. Lui, invece, i gorghi se li è spesso creati da solo. Fabio, a torso nudo nella foto “tweetterata”, è stato nominato (e ringraziato) da Flavia come “assistent coach of the week”. È caduto negli ottavi, per mano e racchetta di Dolgopolov, uno che è più incasinato di lui, ma è rimasto di guardia al torneo della Penna. Aveva fatto lo stesso a Melbourne, dove di sera Flavia si trasformava in perfetta padrona di casa e cucinava per la truppa. Aveva una relazione con Svetlana Simeonova, modella, stessa età della Penna, 32. Si vede che a Fabio, quasi 27, piacciono così. Lei invece se ne andava gironzolando con Andrea Preti, modello (anche lui), 26 anni, ma è durata poco e Flavia non ha mai smesso di ripetere, alla coorte dei giornalisti del tennis, che di tanto in tanto è costretta a sprofondare nel gossip, o nel “tessip” fate voi, che «quello giusto è ancora di là da venire». 8 Lei una bella randellata se l’è già presa, ai tempi di Moya, ovvio che non abbia intenzione di prendersi la seconda. Con Carlos si parlava apertamente di matrimonio, finché lui si sposò con un’altra Del resto, lei una bella randellata se l’è già presa, cinque volte l’anno, figuratevi adesso che è tutto ai tempi di Moya, ovvio che non abbia un “combined” (sta per torneo con tabelloni intenzione di prendersi la seconda. Con Carlos si maschile e femminile, ma se preferite usarlo parlava apertamente di matrimonio, finché lui si come sinonimo di inciucio amoroso, fate pure).
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