Aprile 1926 Da Michele E

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Aprile 1926 Da Michele E L’Alba della Piana CALABRESI DELLA «PIANA» VITTIME DI ECCIDI NAZISTI IN FRANCIA Giovanni Quaranta rande, e troppo spesso dimenticato, Gfu il contributo dei meridionali alla lotta di Liberazione contro il fascismo ed il nazismo. Tantissimi giovani e meno giovani sacrificarono la loro vita in territorio italiano e all’estero per af- fermare quei principi di libertà che sono alla base delle moderne civiltà. In questo breve scritto, ci occupe- remo delle vicende legate alla morte di tre calabresi, tutti originari della Piana di Gioia Tauro, che trovarono la morte in territorio francese. La prima storia parte dal giugno del 1944 e si sviluppa sulle alture del monte Grammondo, dove passa il confine franco-italiano e dove diverse decine di giovani francesi e italiani (della valle di Ventimiglia), si radunarono. A metà luglio, un reparto di parti- giani italiani liguri si stabilì sotto il Targa franco-italiana collocata nei pressi dell’Albarea Monte Grammondo, intorno alla fattoria L’Albarea, a circa sei chilometri dal vil- in un casone presso la località “Fontana che sono nella baracca dell’accampa- laggio di Sospel (nelle Alpi Marittime). Fredda”, venne sorpreso da un rastrella- mento, vengono sorpresi e catturati: Il distaccamento era quello di Erne- mento dalle forze tedesche (convergenti poco prima della cattura, uno di essi sto Corradi1, detto “Nettu”, che era par- da Sospel, Breil, Ventimiglia e Menton). chiede al Lorenzi di coprirlo col fieno, tito a metà giugno da Case Agnesi o Le colonne germaniche riuscivano sebbene si pensi che la baracca verrà in- “Prati Piani”, località vicina a Costa di ad accerchiare i garibaldini che combat- cendiata; il Lorenzi lo nasconde; la ba- Carpasio e a Colle d’Oggia. Quando tevano insieme ad alcuni francesi delle racca, come si temeva, viene data alle Nettu di era trasferito da Case Agnesi formazioni denominate “Chasseurs des fiamme; ciò nonostante il partigiano al Grammondo, alcuni partigiani, per Alpes”. Il violento attacco veniva conte- farà in tempo a mettersi in salvo. Gli al- non allontanarsi troppo da Imperia, si nuto per oltre un’ora ed i garibaldini, as- tri, fra cui il Lorenzi, mentre cercano di erano separati da lui; altri ne aveva re- serragliati, si difesero con accanimento, fuggire, capitano fra i tedeschi, e sono clutati sul posto. ma poi dovettero cedere sopraffatti dal catturati vicino agli alloggiamenti, nel Ed infatti, al gruppo di italiani, ben preponderante numero degli avversari. bosco dell’Alborea, che è parte del bo- presto, si aggiunsero altri quattro volon- Rimasero sul campo due partigiani2, sco di Sospel, sul pendio del Gram- tari francesi da Breil, Roquebrune-Cap mentre un terzo3 gravemente ferito mo- mondo rivolto verso la Francia»6. Martin e Sospel, e da ciò la formazione rirà in seguito. Solo in due riuscirono a Importante è anche la testimonianza prese il soprannome di “macchia franco- fuggire. Invece i partigiani catturati di Benoit Gaziello, il quale così raccontò italiana de L’Albarea”. vivi4, che assommavano a quindici, con- quei terribili eventi: Avvertito rapidamente il problema dotti a Sospel, per due giorni e tre notti «I tedeschi, dal megafono, chiedono cruciale di sfamare più di quindici gio- furono sottoposti ad orrende torture, ma ai superstiti di arrendersi e deporre le vani combattenti, si decise di trovare una nessuno rivelò un solo nome dei compa- armi. Non avendo scelta, obbediscono. rapida soluzione. Fu un giovane parti- gni o una sola località che interessasse Essi non sono consapevoli del destino a giano di Sospel a dire che la sua famiglia gli aguzzini5. loro riservato. Ma prima di condurli possedeva una fattoria nel cuore dell’Al- Le fasi della cattura vennero così alla caserma li obbligano a togliersi le barea (famiglia Curti), luogo più ospi- raccontate dal partigiano Giorgio Lava- scarpe e legano loro le mani dietro la tale in un bosco di castagni e che gli gna: «Il 9 agosto ‘44 Osvaldo Lorenzi, schiena. Sono a piedi nudi sul sentiero agricoltori della valle sicuramente con alcuni giovani, si trova negli allog- sassoso e spinoso. Due ore più tardi, avrebbero contribuito all’approvvigio- giamenti sul Monte Grammondo, intento dove saranno incarcerati a Sospel nella namento. alla preparazione del pranzo. All’arrivo caserma Salel. Le porte dell’inferno si Nella mattinata del 9 agosto il 7° Di- improvviso dei tedeschi, le vedette non chiudono su di loro! La lunga agonia ha staccamento della V Brigata Garibaldi fanno in tempo ad avvertire; riescono a inizio, interrogatori di giorno e notte, “L. Nuvoloni”, mentre era acquartierato stento a mettersi in salvo. I partigiani, senza cibo o bevande, torture, pestaggi Novembre 2019 Pagina 33 L’Alba della Piana pugni. Persiane chiuse, le donne si ingi- nocchiano nelle loro case, si fanno il se- gno della croce e pregano. Non un grido, non un pianto dalla bara ambu- lante. Nel cortile della cooperativa, i nazi- sti scaricano questi mezzi morti e li as- sassinano per la seconda volta fucilan- doli e i loro corpi vengono abbandonati nella piazza di Sospel»6. Il 12 agosto 1944, intorno alle 11,30, un tribunale militare di fortuna li ha con- dannati a morte e, verso le tre di pome- riggio, sono stati giustiziati in gruppi di tre, nel cortile della cooperativa agri- cola, dietro la stazione ferroviaria. La popolazione si prese cura dei loro corpi e li trasportò al cimitero dove fu- rono lavati e messi in bare, nonostante le istruzioni del comandante tedesco, che li Armando Ferraro e Bruno Larosa voleva sepolti nella fossa comune. con un grosso bastone di legno verde l’uscita ma arrivati in mezzo al percorso La memoria dei “Martiri di Sospel” con la corteccia che si strappa e viene i tedeschi liberano i cani che, come venne affidata a partire dall’estate del coperta di sangue... belve, si scagliano sui malcapitati, pian- 1945 ad una lapide collocata nel luogo I Sospellesi, che hanno vissuto questi tando i loro denti nelle carni lacerate, dell’esecuzione e ad un monumento con momenti, ricordano ancora i lamenti e eccitati dai loro padroni e accompa- i nomi e le foto che fu eretto nel cimi- 8 le grida dei carnefici, le urla di dolore, gnandoli con le risate. tero . le grida di aiuto. Diede loro il brivido Con questo trattamento, mancanza Di recente, un’altra targa franco-ita- della paura. di cibo, e il calore di agosto, che aiutano liana è stata collocata nei pressi del Questo trattamento ignobile dura le infezioni e le malattie, sono dei morti luogo della cattura dei partigiani sull’Al- più di otto giorni (sic!). Il sindaco del viventi che, Sabato 12 agosto 1944, i te- barea. momento, il signor Domerego, inter- deschi caricano su un carro. Tra queste vittime della barbarie viene presso l’occupante, al fine di Povera umanità, povero mondo! della guerra, provenienti da diverse zone porre fine a questa tortura. Nulla può e Quale immagine ci dai in questo mo- della Francia e dell’Italia, accomunati da i barbari rifiutano. Tutte le raffinatezze mento! Circondato da un plotone d’ese- un destino comune, trovarono la morte di crudeltà sono e vengono attuate e, in- cuzione, il sinistro corteo traversa tutta due calabresi: Armando Ferraro e Bruno fine, annunciano alle loro vittime che Sospel per arrivare al capanno della Larosa. 9 erano liberi e potevano uscire. In piedi, cooperativa. Il corteo viaggia in una Armando Ferraro era nato ad insieme, i partigiani si diressero verso città tremante di paura, ma che stringe i Anoia il 18 aprile 1926 da Michele e I luoghi della fucilazione e della sepoltura a Sospel Novembre 2019 Pagina 34 L’Alba della Piana Mariantonia Ioppolo. La famiglia visse scontrandosi in intensi combattimenti circostanze che la determinarono. Dalla ad Anoia nella casa di via Vittorio Ve- contro le forze partigiane. documentazione che intercorse tra la Ca- neto al n. 36 fino al 19 novembre 193910, Dopo un anno, il 30 agosto 1942, labria e la Liguria, si evince che Bruno quando tutti i componenti si trasferirono rientrò in Italia sbarcando al porto di Larosa abitava a Giffone in via Casta- nel comune di Vallecrosia, in provincia Bari da dove la Divisione “Taro” venne gnari n. 3, era coniugato con Maria As- di Imperia11. Da un certificato di situa- trasferita nella zona di Alessandria- sunta Valenzisi del fu Giuseppe ed zione di famiglia rilasciato da quel mu- Novi Ligure. aveva un bambino, Antonio Giuseppe di nicipio ligure nel giugno del 1946 risulta Dopo qualche mese, il 27 novembre 3 anni. che la famiglia risiedeva in via Colon- 1942, venne dislocata in territorio fran- nello Aprosio al n. 184 ed era composta, cese nel settore a nord di Tolone dove La seconda vicenda si svolse poco oltre che dai genitori12, da sei figli ma- assunse, oltre al controllo del territorio tempo prima della strage di Sospel, e schi ed una femmina13. Il padre lavorava interno, anche la vigilanza della fascia precisamente il 7 luglio 1944. da calzolaio, la mamma era casalinga e costiera tra Capo Brun e Capo Cavalaire, Un’altra carneficina veniva perpe- praticava il commercio ambulante di rimanendovi fino a quando subì le con- trata dalle truppe tedesche a Sant-Ram- fiori. Armando era celibe, aveva conse- seguenze degli eventi scaturiti dalla pro- bert (oggi Saint-Rambert-en-Bugey), guito il terzo anno della scuola d’avvia- clamazione dell’armistizio (8 settembre piccolo comune francese situato nel di- mento e lavorava – così come il fratello 1943). A quella data Larosa risultava in partimento dell’Ain della regione maggiore Domenico – come ferroviere. forza al 208° Reggimento di fanteria, 3° dell’Alvernia-Rodano-Alpi. Dal 13 luglio 1944 (periodo di costi- Battaglione, 11a Compagnia, P.M. n. 41, A farne le spese furono dodici civili tuzione della 5a brigata14), da civile, par- con l’incarico di Conducente (di muli).
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