Aggregazione, città e agglomerato*. Secondo una personale logica geografica, per “agglomerato del bellinzonese” immagino con la Riviera, Arbedo-Castione, , Monte Carasso, , e con tutta la sponda sinistra del compreso il Gambarogno che è la naturale riva a lago di Bellinzona. La sponda destra del Ticino, da fino a Brissago, dovrebbe appartenere alla Regione di Locarno. La frontiera tra Gudo e Sementina (tra la Regione locarnese e quella bellinzonese) è rappresentata da quell’ampia area residua, di quando il fiume Ticino correva libero, che oggi è un pregiato spazio naturale, felice conseguenza del fatto che nel 1886 Gudo non ha voluto aderire al Consorzio Correzione Fiume Ticino. Purtroppo i Comuni che formano il perimetro del “Programma dell’Agglomerato del Bellinzonese” (PAB) sono sostanzialmente quelli del perimetro dell’agglomerato dell’Ufficio federale di statistica (UST) che ha una logica geografica diversa. Per quanto riguarda l’Aggregazione, immagino un solo Comune per la Riviera, con , Claro, , Cresciano, Lodrino, Osogna, Iragna; un solo Comune per la sponda sinistra del Ticino, con , Sant’Antonino, Cadenazzo, Gambarogno e immagino il Comune di Bellinzona, con Sementina, Monte Carasso, Gorduno, Arbedo-Castione. C’è da chiedersi se Giubiasco debba aggregarsi con Bellinzona piuttosto che diventare l’elemento forte dell’aggregazione della sponda sinistra. E’ importante non confondere aggregazione con villaggio e borgo e non confondere agglomerato con città. Con l’aggregazione si forma un nuovo Comune ma i villaggi e i borghi restano, anzi, andrebbero rafforzati nella loro definizione ed identità (riprenderemo il tema). Con l’agglomerato si definisce una nuova entità, capace di identificare degli insiemi, geografici, storici, economici, fiscali, e di problematiche, bisogni, soluzioni comuni, ma non si costituisce la città. Gli agglomerati del Bellinzonese e del Locarnese, non diventano la città di Bellinzona, rispettivamente di Locarno. Intanto in Ticino ancora non esiste Città, anche Lugano è solo un piccolo borgo, anche per mentalità. Bellinzona, nella seconda metà dell’800, chiusa dentro le mura, era un borgo dell’alto medioevo; arrivata la ferrovia ha scoperto la modernità, hanno tentato di trasformare il povero borgo in una vera città. Hanno costruito con fervore: la stazione con il suo viale, il quartiere San Giovanni, le Officine, il viale Officina, la ferrovia della Mesolcina con la sua piazza, il viale Motta, il viale Guisan, i giardini Simen, il viale Portone, il quartiere Vincenzo Vela, il viale Franscini. Gli edifici istituzionali li hanno costruiti in luoghi distinti con un disegno preciso: le Scuole Nord e Sud, la Scuola di Commercio, la Caserma (sostituita dalla nuova Banca Stato), il Pretorio. E’ un fervore che ha resistito fino alla prima guerra mondiale, poi lo spirito si è esaurito. Ci sono stati alcuni sussulti, la costruzione dell’ala nuova del palazzo del Governo, l’ospedale S. Giovanni, l’Arti e Mestieri, lo Stadio Comunale, il Quartiere di Stalingrado, il Ginnasio Cantonale, la nuova Caserma, il Bagno Pubblico. Ma il sogno della città ...? Solo squallida periferia (costruzioni disseminate senza ordine ne struttura ne criterio) cancerogena (perché si sviluppa come un cancro) che tutto distrugge. Renato Magginetti, architetto * aggregazione,città, agglomerato: molte volte ci aiuta il dizionario, ma anche internet, si veda (http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20081126064352AA1jMJm)