“Italiani Alta La Testa!” La Presenza Del Fascismo a São Paulo (1920-1940)
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TRE Dipartimento di Studi Americani Tesi di Dottorato in Studi Americani “Italiani alta la testa!” La presenza del fascismo a São Paulo (1920-1940) Candidato: Fulvia Zega (XXI ciclo) Relatore: Coordinatore: Prof. Angelo Trento Prof. Cristina Giorcelli a.a. 2007-2008 “Italiani alta la testa!”La presenza del fascismo a São Paulo (1920-1940) 1. Emigranti italiani e fascismo. La politica per l’emigrazione e la propaganda dell’Italia fascista (1920-1940) 1.1. Da emigranti a italiani all’estero 1.1.1. Le politiche per l’immigrazione 1.1.2. La propaganda politica 1.2. I fasci all’estero 1.2.1. La nascita della Direzione dei Fasci all’estero e la gestione Bastianini (1923-1926) 1.2.2. Il cambio di rotta del Governo, gli anni di Di Marzio e Freddi e la direzione di Parini (1926- 1937) 1.3. La propaganda parallela: OND, associazioni e scuole 2. La propaganda fascista a São Paulo e la collettività italiana (1922-1940) 2.1. Le relazioni diplomatiche tra Italia e Brasile e l’irrisolta questione migratoria 2.2. La nascita della propaganda fascista a São Paulo 2.2.1. La diffusione culturale degli anni venti 2.2.2. Il fascismo arriva tra gli immigrati, il Fanfulla megafono del regime 2.3. “Le aquile nere d’Italia”. Le trasvolate atlantiche, i raid e i primati 2.4. Gli anni trenta 2.4.1. La guerra d’Etiopia e l’apogeo del fascismo (1935-1936) 2.4.2. La collettività italiana e la Seconda Guerra Mondiale 3. Fascismo e collettività italiana: le strutture della propaganda 3.1. La collettività italiana e le sue divisioni sociali 3.2. La rappresentanza consolare 3.3. Il Fascio di São Paulo e il Dopolavoro 3.4. Le associazioni e le scuole italiane 4. L’epoca di Getulio Vargas: nazionalismo brasiliano e collettività italiana (1930-1945). 4.1 La costruzione della brasilianità e la figura dell’immigrato 4.2. La diversità culturale e il processo di nazionalizzazione 4.3. La legislazione di vigilanza 4.4. L’emergenza della lingua: impossibilità di parlare italiano CONCLUSIONI ARCHIVI CONSULTATI FONTI PRIMARIE FONTI A STAMPA BIBLIOGRAFIA APPENDICI Sigle e abbreviazioni: Archivi e Fondi Acs Archivio centrale dello Stato (Roma) Mcp, Dgp Ministero della Cultura Popolare, Direzione generale per la propaganda Mcp, Gab Ministero della Cultura Popolare, Gabinetto Mcp, Reports Ministero della Cultura Popolare, Reports Pcm Presidenza del Consiglio dei Ministri ASMAE Archivio storico del Ministero degli Affari Esteri (Roma) Mcp Ministero della Cultura Popolare, Direzione Generale per la Stampa estera DEOPS-SP Arquivo Público do Estado de São Paulo, Departamento Estatual de Ordem Política e Social de São Paulo, São Paulo CPDOC-FGV Arquivo do Centro de Documentação Contemporânea da Fundação ,Getúlio Vargas , Rio de Janeiro. Istituti, organismi e altro AIB Ação Integralista Brasileira b., bb. Busta, buste Cge Commissariato generale per l’emigrazione DESPS Delegacia Especial de Segurança Política e Social d.m. Decreto ministeriale d.p. Decreto della Presidenza del Consiglio Dgie Direzione generale per gli italiani all’estero Dgp Direzione generale per la propaganda Eiar Ente italiano audizioni radiofoniche Fasc., fascc Fascicolo, fascicoli Infc Istituto nazionale fascista di cultura Irce Istituto per le relazioni culturali con l’estero Nsdap Nationalsozialistische Deutsche Arbeiter-Partei Nsdap/AO Nationalsozialistische Deutsche Arbeiter-Partei/ Auslands Organisation Nupie Nuclei di propaganda all’interno e all’estero Ond Opera nazionale dopolavoro Onmi Opera nazionale per la maternità e l’infanzia Pnf Partito nazionale fascista r.d. Regio decreto r.d.l. Regio decreto legge s.a. Senza anno s.d Senza data s.f. Senza firma s.l. Senza luogo Sess. Sessione Sottofasc, sottofascc Sottofascicolo, sottofascicoli 1. Emigranti italiani e fascismo. La politica per l’emigrazione e la propaganda dell’Italia fascista(1920-1945). 1.1.Da emigranti a italiani all’estero. 1.1. Le politiche per l’immigrazione. Durante il primo decennio di governo il regime fascista dispiegò grandi energie nella costruzione di iniziative che permettessero l’espansione della cultura e dell’economia italiana nel mondo e rivolse una particolare attenzione alle collettività italiane emigrate1. Angelo Trento sottolinea una delle ragioni di questo atteggiamento: Il chiodo fisso in questi anni fu rappresentato dalla convinzione che il numero si traducesse in potenza. In tale ottica, la grande quantità di connazionali nelle Americhe, in particolare in Argentina e in Brasile, avrebbe potuto determinare un’espansione che risultava invece impossibile sul piano dell’imperialismo classico2. Seguendo i principi che il nazionalismo aveva sviluppato dalla conquista libica in poi, l’emigrazione assunse un significato ambivalente: da 1 A. Vittoria, “«Il sogno di un ombra.» Imperialismo e mito della nazione nei primi anni del Novecento”, in Studi Storici, XXXI, n. 4, 1990, pp. 825-842. 2 A. Trento, “«Dovunque è un italiano, là è il tricolore». La penetrazione del fascismo tra gli immigrati in Brasile”, in, E. Scarzanella (a cura di), Fascisti in Sud America, le Lettere, Firenze, 2005, p. 3. un lato si trasformò in uno strumento indispensabile per l’affermazione della “patria in espansione”, dall’altro venne percepita come un male necessario per la ripresa economica italiana3. Gli emigrati, nel pensiero di Roma, divennero i soldati di un esercito simbolico, l’arma di conquista di un imperialismo pacifico finalizzato all’espansione dell’influenza italiana nel mondo4. Non più esodo forzato di disoccupati e reietti ma movimento disciplinato di forze nazionali indirizzate verso mercati di lavoro vigilando sull’attività che andranno a svolgere5 Secondo le parole di Ornella Bianchi: Si passa, così, dalla tutela , propria dell’età liberale, alla valorizzazione nazionale dell’emigrazione, dall’emigrazione come fenomeno individuale all’emigrazione come movimento collettivo organizzato. Lo stesso Mussolini dirà che ‹‹l’emigrazione deve essere preparata, 3 E. Gentile “L’emigrazione italiana in Argentina nella politica di espansione del nazionalismo e del fascismo”, in Storia Contemporanea, XVII, n. 3, 1986, pp. 355-396; più in generale sui rapporti tra fascismo e nazionalismo, Id., Le origini dell’ideologia fascista, Roma, 1975. 4 Riguardo alla teoria della volontà di un imperialismo pacifico si vedano tra gli altri: P. Audenino, M. Tirabassi, Migrazioni italiane. Storia e storie dall’Ancien Régime a oggi, Bruno Mondadori, Milano, 2008, pp. 97-107; F.Bertonha, Emigrazione e politica estera: la diplomazia sovversiva di Mussolini e la questione degli italiani all’estero, 1922-1945, in ‹‹Altreitalie››, 23 (2001), pp. 39-62, e Id. O fascismo e os imigrantes italianos no Brasil, Edipucrs, Porto Alegre, 2001;A. Trento, “in Brasile”, in P. Bevilacqua, A. De Clementi, E. Franzina(a cura di), Storia dell’emigrazione italiana, vol. II, Donzelli, Roma, 2002, pp. 3-23, e Id. “«Dovunque è un italiano, là è il tricolore»…, cit, p.3; S. Luconi e G. Tintori, L’ombra lunga del Fascio. Canali di propaganda fascista per gli italiani d’America, M&B Publishing, Milano, 2004, p. 12; E. Franzina, M. Sanfilippo ( a cura di), Il fascismo e gli immigrati, Laterza, Bari, 2003. 5 B. Mussolini, “Prefazione” in A.A.V.V., L’emigrazione italiana negli anni1924 e 1925, Roma, 1926. selezionata, finanziata, inquadrata, in una parola organizzata. Valorizzerà meglio la sua forza e peserà di più nella bilancia dei valori internazionali»6 Il mantenimento delle continuità culturali tra gli immigrati e la madrepatria rappresentò la base dell’originalità dell’interpretazione fascista sull’immigrazione. Lo stesso Mussolini affermò: Non è possibile disinteressarsi di coloro che attraversano le montagne e si dirigono dall’altro lato dell’Oceano: non è possibile disinteressarsi di loro perché sono uomini, lavoratori e soprattutto italiani. Ovunque ci siano italiani là è la bandiera tricolore, là è la Patria, là è la difesa da parte del governo per questi italiani.7 In altre parole, come sottolinea Guido Tintori, il duce coltivava l’illusione che: Il senso di appartenenza alla patria di origine, in termini di cittadinanza e di doveri, potesse non essere sacrificato in un processo di acquisizione di una nuova cittadinanza.8 6 O. Bianchi, “Fascismo ed emigrazione”, in V. Blengino, E. Franzina, A. Pepe, La riscoperta delle Americhe. Lavoratori e sindacato nell’emigrazione italiana in America Latina 1870-1970, Teti editore, Milano, 1993, p. 102. 7 Discorso pronunciato da Mussolini nel 1923, in B. Mussolini, “Il problema dell’immigrazione”, in Scritti e discorsi, Hoepli, Milano,1934, pp. 97-100. Sullo stesso discorso si veda inoltre: C. Arena, Italiani per il mondo, Alpes, Milano, 1927, p. X; V. Falarosi,Problemi di emigrazione, Zanichelli, Bologna 1924; G. De Michelis, “La politica nazionale dell’emigrazione”, in Gerarchia, IV, n. 10, 1925, pp. 629-632. 8 S. Luconi e G. Tintori, L’ombra lunga del Fascio…, cit., p. 12. A conferma di questo nuovo indirizzo politico la parola emigrante sparì dai testi ufficiali per essere sostituita con l’espressione “italiani all’estero”9. Durante il regime l’essere italiano doveva coincidere con l’essere fascista perciò l’equazione divenne: laddove esiste sangue italiano allo stesso modo dovrà esistere anche il fascismo. Per questa ragione il regime si propose di coinvolgere l’uomo italiano nella propria ideologia, conquistando e dirigendo le comunità immigrate. In quest’ottica, a partire dalla metà degli anni venti, l’ufficio stampa del Ministero degli Esteri si impegnò nella raccolta, traduzione e diffusione presso gli stranieri di materiali sul fascismo10 con lo scopo di agevolare una «valorizzazione morale degli espatriati e di stringere stretti legami tra loro e la patria»11, trasformando gli emigrati in veicolo di un’immagine positiva del regime e strumento di propaganda ideologica e politica. In sintonia con il più generale processo di fascistizzazione della società e delle istituzioni, avviato con la costituzione del regime, tra il 1927 e il 1928 il governo fascista promosse anche un’opera di accentramento e di controllo politico sugli italiani all’estero12.