Note per la presentazione alla stampa della XXX edizione

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica

XXX edizione 9~20 agosto 2009

Sponsor ufficiale del Rossini Opera Festival

2009press 01.P65 1 4-06-2009, 14:33 Nero Regione Marche

Enti fondatori

Comune di Pesaro Provincia di Pesaro e Urbino

Fondazione Scavolini

2009press 01.P65 2 4-06-2009, 14:33 Nero Il Rossini Opera Festival è una fondazione promossa dal Comune di Pesaro, dall’Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, dalla Banca dell’Adriatico e dalla Fondazione Scavolini.

Il Festival si avvale della collaborazione scientifica della Fondazione Rossini.

Il Festival 2009 si attua

con il contributo di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Comune di Pesaro, Regione Marche, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, Provincia di Pesaro e Urbino;

con l’apporto di: Scavolini Spa, Banca delle Marche, Banca dell’Adriatico, Intesa Sanpaolo;

con la partecipazione di: Abanet Internet Provider, AMI-Azienda per la mobilità integrata e trasporti, Concessionarie Gruppodiba, Harnold’s, Ratti Boutique, Alexander Savoy Vittoria Hotels;

collaborano: ASPES Spa, Azienda Ospedaliera San Salvatore, Conservatorio di musica G. Rossini, IAT-Centro di informazione e accoglienza turistica.

Il Festival è membro dell’Associazione Europea dei Festival.

2009press 01.P65 3 4-06-2009, 14:33 Nero Presidente Luca Ceriscioli Sindaco di Pesaro

Consiglio d’amministrazione Alfredo Bocci Siepi Giovanni Bogliolo Giorgio Girelli Lorenza Mochi Onori Marco Montagna Piergiorgio Parroni

Collegio sindacale Adriano Franzoni (presidente) Vincenzo Galasso Massimo Marchi

2009press 01.P65 4 4-06-2009, 14:33 Nero Sovrintendente Gianfranco Mariotti

Direttore artistico Alberto Zedda

Segretario generale Dario Zini

Direzione amministrativa Direzione allestimenti scenici Marco Angelozzi Mauro Brecciaroli

Assistente del Sovrintendente Direzione Teatri comunali Maria Rita Silvestrini Giorgio Castellani

Segreteria artistica Coordinamento tecnico Sabrina Signoretti Claudia Falcioni

Segreteria Sovrintendenza Coordinamento di Produzione Alexia Mariotti Caterina de Rienzo

Contabilità, Economato Ufficio Produzione e Servizi informatici Daniela Ridolfini Loris Ugolini Segreteria amministrativa Servizi di Biglietteria e Promozione Paola Vitali Patricia Franceschini Produzioni e Relazioni esterne Edizioni e Archivio storico Francesca Battistoni Carla Di Carlo Pubbliche Relazioni Archivio musicale Welleda Fochesato Donovan Federica Bassani Ufficio Stampa Collaborazioni esterne Simona Barabesi Ludovico Bramanti Segreteria Ufficio Stampa Giacomo Mariotti

2009press 01.P65 5 4-06-2009, 14:33 Nero Sommario

2009press 01.P65 6 4-06-2009, 14:33 Nero Sommario

Una questione di atmosfera di Gianfranco Mariotti 8

Il programma di Alberto Zedda 12

Accademia Rossiniana 16

Rof for you 17

Le opere: notizie storiche e soggetti 18

Il lavoro della Fondazione Rossini di Oriano Giovanelli 24

Stato di elaborazione dell’Edizione critica 26

Scheda del Festival 28

2009press 01.P65 7 4-06-2009, 14:33 Nero Una questione di atmosfera

Si è molto discusso in passato, specie in occasio- ne del restauro di teatri storici, sull’importanza del contenitore teatrale rispetto al rito antichissi- mo, con officianti e fedeli, che si svolge al suo in- terno. Il quesito è: luogo dell’anima o semplice spazio attrezzato? Difficile dare una risposta net- ta, tanto più che l’esperienza insegna come un abile regista possa trasformare in luogo di fasci- no qualunque luogo: una fabbrica in disarmo, una rocca, una stazione ferroviaria... Noi abbiamo re- alizzato i nostri spettacoli nelle sedi più dispara- te: un teatro all’italiana, un auditorium classico, un teatro moderno, ben due palazzi dello sport ri- strutturati, e inoltre chiese, piazze e cortili; ab- biamo persino costruito ex novo, in un parco, un anfiteatro greco. Ebbene, la nostra conclusione è che è sempre la qualità dello spettacolo a far pre- mio su tutto, anche se qualche volta il contenitore può interagire in modo significativo.

Del tutto diverso è il discorso, se si parla di festi- val, quando per contenitore si intende un’intera città. Secondo la nota definizione di Wagner, un festival è un evento eccezionale che si svolge in un luogo eccezionale, in circostanze e per obietti- vi speciali: senza queste caratteristiche si tratta di una semplice rassegna di spettacoli. Implicita nell’idea di festival è inoltre un’esigenza di quali- tà, di periodo stabile, di regolarità. In questo tipo di eventi, l’immagine e la speciale atmosfera che caratterizza ognuno di essi dipende in misura ri- levante dal contesto ambientale. Si pensi ad esem- pio a Glyndebourne, Spoleto, Salisburgo, Taormi- na, Bayreuth, per citare solo alcuni nomi: in tutti questi casi il fascino del luogo e dell’ambiente con- tribuisce in modo determinante a definire il clima, e dunque il particolare appeal di ciascuna manife- 8 stazione, qualcosa che non si declina esclusiva-

2009press 01.P65 8 4-06-2009, 14:33 Nero mente all’interno dei teatri.

Per quanto riguarda il Rossini Opera Festival e la sua peculiare atmosfera, lo stereotipo corrente, ormai consolidato presso generazioni di spettato- ri, rimanda a un singolare amalgama, vero ossi- moro sociale, fra due elementi contrapposti: da un lato una manifestazione che ha fatto del rigore musicologico ed esecutivo la sua cifra identitaria, se si vuole un po’ seriosa, collegata com’è alla grande vicenda dell’eredità universale di Rossini alla sua città natale e al compito storico della Restituzione che a questa ne è derivato; dall’altro una ridente cittadina di vacanze, nel pieno della stagione balneare, meta abituale, da più di un se- colo, di un importante flusso turistico internazio- nale. Curiosamente fra i due pubblici, pur così di- versamente composti e motivati, avviene ogni anno una silenziosa integrazione e un condizionamen- to reciproco. Il turista che viene a Pesaro sa in partenza che il luogo è connotato da una storia che lo rende più serio e discreto, meno banale e superficiale rispetto agli altri centri di vacanza della costa, con i quali non è omologabile; allo stes- so modo, lo spettatore del Festival si aspetta di soddisfare il suo desiderio di arte e musica in un contesto insolito di leggerezza e di disimpegno, mai troppo invadente, e anzi destinato ad accre- scere il piacere della partecipazione. Di qui la tra- dizione per cui al Rof, prima delle recite, gli spet- tatori lasciano in anticipo gli alberghi sul lungo- mare e si avviano a piedi verso la città vecchia, dove sono i teatri. Attraversano le vie del centro, entrano nei negozi e nei caffè, si mescolano con il pubblico delle vacanze in una pittoresca confusio- ne di abbigliamenti formali e casual, affollano i vicoli e le piazzette antistanti i teatri, chiacchie- rano, discutono, criticano, incontrano altri melo- 9

2009press 01.P65 9 4-06-2009, 14:33 Nero mani, programmano il dopo-teatro, si riconosco- no da un anno all’altro con gli abituali frequenta- tori di festival musicali di ogni nazionalità, fanno progetti, si danno appuntamenti. Il fascino del Festival – di tutti i festival – è fatto anche di cose come queste.

Purtroppo, come tutti sanno, questa tradizione pluridecennale si è parzialmente interrotta a Pe- saro tre anni fa, quando la improvvisa inagibilità del Palafestival ci ha costretti a spostare buona parte della programmazione nella grande Adria- tic Arena, alla periferia della città. Intendiamoci: noi siamo molto orgogliosi di come ce la siamo cavata, in questi tre anni di esilio, con la costru- zione, nell’immenso spazio ostile dell’Arena, di due teatri gemelli tecnicamente e acusticamente per- fetti. La manifestazione non ne ha sofferto, né sul piano artistico né su quello funzionale: anzi, la cosa ha permesso una notevole razionalizzazione del lavoro, con vantaggi logistici e perfino econo- mie di scala. Il vero danno che il Festival ha subi- to, il prezzo che ha effettivamente pagato è legato all’aver dovuto chiedere agli spettatori di cambia- re, o di rinunciare almeno in parte, a vecchie care abitudini, ciò che ha prodotto un mutamento della tradizionale atmosfera che circonda da sempre gli spettacoli. Un conto è andare a teatro utilizzando il pullman-navetta, con tutti i condizionamenti le- gati ai percorsi e agli orari, altro conto è andarci a piedi, senza fretta, chiacchierando con gli ami- ci, facendo acquisti e curiosando in giro. Una cosa è finalizzare il possesso di un biglietto alla sem- plice visione di uno spettacolo all’interno di un teatro, altra cosa è sentirsi parte attiva di una cit- tà che vive l’evento all’unisono con gli spettatori provenienti da ogni parte del mondo. Noi stessi, come il nostro pubblico, abbiamo spesso avverti- to un senso di spaesamento: lo stesso che dovet- tero provare i milanesi quando la Scala si trasferì per i restauri al Teatro degli Arcimboldi di Sesto S. Giovanni. Con in più per noi la sensazione, quan- do il centro storico si svuotava in concomitanza con le recite all’Arena, di vestire i panni del tragi- co Pifferaio magico della fiaba.

Ma qualcosa per fortuna sta cambiando. È appe- 10 na giunta notizia che il Comune di Pesaro, assie-

2009press 01.P65 10 4-06-2009, 14:33 Nero me alla benemerita Scavolini spa, sta mettendo mano al restauro del vecchio Palafestival, da rea- lizzarsi nel giro di due anni. Ciò permette di pen- sare fin da ora a un nuovo assetto stabile del Fe- stival, riportato alla sua sede storica, ma con una importante variazione: l’Auditorium Pedrotti, di- venuto ormai troppo piccolo per ospitare spetta- coli d’opera, sarà la sede di elezione dei concerti, mentre all’Adriatic Arena resterà un solo spetta- colo, quello più grande e tecnicamente comples- so, da realizzarsi in una struttura teatrale unica, riconvertita in senso longitudinale. Questo non inficierà la riconquistata atmosfera del Festival, che tornerà così per l’80 per cento nel centro sto- rico (al Teatro Rossini, al Palafestival, all’Audito- rium Pedrotti e al Teatro Sperimentale) ma costi- tuirà un’eccezione, qualcosa in più che il Festival offrirà ogni anno ai suoi spettatori. C’è poi una ulteriore novità da aggiungere, in atte- sa che il Palafestival torni di nuovo agibile, riguar- do alle prossime due edizioni: inedite sinergie ap- pena realizzate con il Conservatorio di musica, la Fondazione Rossini e Aspes spa, consentendo di avvicendare due produzioni liriche al Teatro Ros- sini, rendono possibile anticipare già da quest’an- no, nello spirito e nella sostanza, il nuovo schema del Festival, con intuibile soddisfazione (perché non dirlo) anche di tutti gli operatori economici della città.

Resterebbe da dire (e forse chi legge se lo aspet- ta) della devastante crisi economica mondiale, del taglio dei finanziamenti statali, della lotta per so- pravvivere che oggi affanna ogni istituzione tea- trale italiana: tutto questo purtroppo è già sotto gli occhi di tutti, e il Rof non fa eccezione. Piutto- sto, prendiamo intanto come un segno positivo il fatto che, nella sua XXX edizione, in anticipo sui tempi previsti, il Festival avvia il suo ritorno nel centro storico della città e si riappropria così del- la sua immagine tradizionale. È la risposta di chi ha fiducia nel futuro.

Gianfranco Mariotti Sovrintendente

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2009press 01.P65 11 4-06-2009, 14:33 Nero Il programma

La crisi economica che colpisce il teatro e la cul- tura non ha influito sulla qualità della program- mazione del Rossini Opera Festival 2009: la so- stituzione di un’opera complessa (Sigismondo) con altra tecnicamente meno esigente (La scala di seta) – una decisione che ha permesso di riporta- re un secondo spettacolo nel centro cittadino av- vicendando due produzioni nello stesso teatro – e la permuta di un’opera in forma di concerto (Tan- credi) con una Petite Messe Solennelle celebrati- va del trentennale del Festival, hanno consentito di realizzare un’operazione virtuosa, cui si è ag- giunta la generosa disponibilità di collaboratori decisi a sfidare l’ottusa malasorte con l’entusia- smo e la creatività.

Damiano Michieletto, regista de La scala di seta (la più bella e sviluppata delle cinque farse con cui il giovane Rossini ha imposto perentoriamen- te il suo genio di musicista e teatrante), che con la recente messa in scena di La gazza ladra ha dimostrato di aver colto appieno il senso della vi- sionarietà rossiniana, accetta, assieme al fido Paolo Fantin, la sfida di ripetere il successo con una produzione low cost. Lo spettacolo verrà ar- ricchito con l’inserimento di una grande aria ‘doc’ per il personaggio di Blansac, un protagonista tra- scurato da Rossini, forse per le modeste possibili- tà dell’interprete chiamato a ricoprirne il ruolo. Guidati da un direttore spiritoso e irriverente che ha fornito un contributo sostanziale alla discogra- fia rossiniana, Claudio Scimone (quest’anno festeg- gia il mezzo secolo di attività con i suoi leggenda- ri Solisti veneti) la interpretano beniamini del Rof: Anna Malavasi, Olga Peretyatko, Paolo Bordogna, Aldo Caputo, Carlo Lepore, José Manuel Zapata.

12 La surreale ironia rossiniana trasforma l’opera

2009press 01.P65 12 4-06-2009, 14:33 Nero comica in un eccitante esercizio d’intelligenza: composta quando la farsa della tradizione italia- na era praticamente scomparsa, Le Comte Ory adotta intensivamente il più banale dei suoi stru- menti, il travestimento, e ne fa il protagonista as- soluto. I travestimenti dell’Ory, palesemente scoperti e improbabili, mascherano sacrileghi sogni d’eva- sione e risvegliano desideri di chi da essi dovreb- be venir tratto in inganno, piuttosto che favorire i propositi di chi li adotta. Il mascheramento affran- ca il personaggio dall’obbligo di agire secondo un codice etico condiviso e gli consente di abbando- narsi a comportamenti che mai oserebbe tenere nella realtà quotidiana. L’idea geniale di Lluis Pa- squal, regista dello spettacolo pesarese, è stata di applicare questo meccanismo a un gruppo di ami- ci che decidono di divertirsi praticando un gioco basato appunto sul travestimento, il francese jeu de rôles. La maschera assunta per recitare la fin- zione fornisce il pretesto per approcci e discorsi ambigui e diventa il passaporto per un viaggio ai confini del lecito. In quest’ottica Le Comte Ory si rivela una corrosiva commedia aperta a mille let- ture e il fascinoso discorso musicale che la pro- muove non è più lo spropositato messaggio di ec- celsa levatura che accompagna una storia bana- le, ma il motore di una straordinaria avventura onirica. Un cast di giovani, alcuni provenienti dal- l’Accademia Rossiniana, Natalia Gavrilan, Maria José Moreno, Rinnat Moriah, Laura Polverelli, Roberto De Candia, Lorenzo Regazzo, Yijie Shi af- fiancheranno Pasqual nella realizzazione di que- sto intrigante spettacolo, avvalendosi dell’espe- rienza del direttore d’orchestra Paolo Carignani, di ritorno a Pesaro dopo una lunga militanza al- l’estero dove ha sviluppato una carriera di grande rilievo. 13

2009press 01.P65 13 4-06-2009, 14:33 Nero è opera che ancora non ha trovato la giu- sta collocazione nell’immaginario dei rossiniani. Accolta al suo apparire da successi deliranti (ba- sti ricordare gli esiti della tournée viennese che tanto irritarono Beethoven), viene oggi conside- rata una delle creazioni di Rossini più significan- ti, ma anche una delle più sfuggevoli e complica- te. Roberto Abbado, recentemente insignito di un prestigioso premio Abbiati, potrà contare su un cast stellare: Kate Aldrich, Marianna Pizzolato, Francisco Brito, Alex Esposito, Juan Diego Flórez, Gregory Kunde, Mirco Palazzi, Sávio Sperandio. L’affidamento del ruolo di Zelmira a Kate Aldrich ribadisce la propensione del Festival di affidare alla voce di mezzosoprano i ruoli creati da Rossi- ni per Isabella Colbran; Juan Diego Flórez e Gre- gory Kunde rinverdiranno l’eccitante contesa dei tenori rossiniani storici Giovanni David e Andrea Nozzari; ma l’attesa curiosa riguarda il debutto pesarese di Giorgio Barberio Corsetti, regista di una recente Pietra del paragone assai lodata. Con lui collaboreranno lo scenografo Cristian Tarabor- relli e, ai costumi, Angela Buscemi.

Un ambizioso progetto sviluppato in collaborazio- ne con l’Ente Concerti di Pesaro e con l’Accade- mia Musicale Napoletana diretta da Massimo Far- gnoli riguarda l’esecuzione integrale dei Péchés de vieillesse, da presentarsi nel corso dei prossi- mi quattro anni. L’opera pianistica, che ne costi- tuisce la parte più consistente, verrà accostata a quella di compositori in qualche modo legati al- l’immagine di Rossini, sfruttando anche coinciden- ze onomastiche (quest’anno quelle di Haydn e Mendelssohn, di cui ricorrono i bicentenari rispet- tivamente della morte e della nascita).

L’Accademia Rossiniana prosegue il compito di insegnare una corretta interpretazione di Rossini a giovani d’ogni provenienza, preparandoli ad af- frontare adeguatamente le richieste sempre più numerose di teatri e istituzioni che vedono nel fe- stival pesarese una fucina affidabile di specifici talenti. Il battesimo pubblico dei meritevoli avver- rà con l’ormai classico appuntamento del Viaggio a Reims di Emilio Sagi.

14 Anche quest’anno saranno in campo le due orche-

2009press 01.P65 14 4-06-2009, 14:33 Nero stre che con tanto lodevole impegno contribuisco- no a mantenere alto il livello della manifestazio- ne: l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento: oltre alle opere, interpreteranno rispettivamente la Petite Messe Solennelle, diretta da Paolo Carignani e cantata da Kate Aldrich, Anna Bonitatibus, Fran- cesco Meli, Mirco Palazzi e un concerto celebrati- vo del bicentenario della morte di Joseph Haydn, diretto da Lukasz Borowicz e con la partecipazio- ne della grande Ewa Podles.´

Oltre all’abituale partecipazione del Coro da Ca- mera di Praga diretto da Lubomír Mátl, quest’an- no il Rof registrerà la presenza, nella Zelmira, del Coro del Teatro Comunale di Bologna diretto da Paolo Vero.

I Concerti di Belcanto (Mariola Cantarero, José Manuel Zapata, Gregory Kunde, Olga Peretyatko) e gli Incontri con gli studiosi della Fondazione Ros- sini completano, come di consueto, l’attività del Rossini Opera Festival 2009.

Alberto Zedda Direttore artistico

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2009press 01.P65 15 4-06-2009, 14:33 Nero Accademia Rossiniana 2009 Seminario di studio sui problemi dell’interpretazione rossiniana, diretto da Alberto Zedda.

Accademia Rossiniana L’Accademia, che si tiene ogni anno a Pesaro du- del Rossini Opera Festival rante il periodo del Festival, riguarda le temati- Via Rossini, 24 61121 Pesaro che, vocali e drammaturgiche, connesse alla re- Tel. 0721.3800214 stituzione rossiniana e allo sviluppo dell’Edizione Fax 0721.3800220 critica ed è aperta ai professionisti dello spetta- e-mail: colo e agli studiosi. [email protected] L’Accademia Rossiniana 2009 si svolge dall’8 al 23 luglio. È possibile prendere parte ai corsi in qualità di Effettivo o Uditore. La frequenza ai corsi è gratui- ta e a numero chiuso. Il piano didattico prevede un seminario teorico, la presenza a prove del Fe- stival e un corso di interpretazione vocale, incen- trato principalmente sull’opera Il viaggio a Reims. Alberto Zedda sarà coadiuvato dal Maestro Lan- franco Marcelletti e dalla Prof.ssa Anna Bigliardi. Agli Effettivi ammessi all’Accademia saranno for- nite indicazioni per lo studio e il materiale musi- cale: spartito, variazioni e cadenze delle parti vo- cali assegnate. In prosecuzione del corso, gli elementi risultati idonei parteciperanno al Concerto conclusivo dell’Accademia, in programma il 23 luglio 2009; inoltre un gruppo selezionato di allievi prenderà parte allo spettacolo Il viaggio a Reims che ver- rà messo in scena i giorni 12 e 15 agosto 2009, con prove dal 24 luglio, nell’ambito del “Festival giovane”. Per i soli partecipanti allo spettacolo è prevista un’apposita borsa di studio. A conclusione del corso l’Accademia Rossiniana rilascia ai partecipanti Effettivi e Uditori un atte- stato di frequenza.

Il Festival ringrazia:

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2009press 01.P65 16 4-06-2009, 14:33 Nero Rof for you

Il sito www.rossinioperafestival.it è aggiornato in tempo reale e contiene tutte le informazioni ne- cessarie sulla manifestazione. Al fine di offrire un servizio ancora più puntuale e tempestivo a spettatori e appassionati, l’invio di materiale cartaceo via posta sarà sostituito da newsletter con le quali saranno comunicate via via tutte le novità su date, programmi, prezzi dei biglietti, modalità di prenotazione e ogni altra no- tizia utile per seguire il Rossini Opera Festival. La newsletter, dal titolo ROF FOR YOU, sarà pe- riodicamente inviata a tutti coloro che comuniche- ranno la propria e-mail a: [email protected]. Chi già la ricevesse non dovrà comunicare nuova- mente il suo indirizzo elettronico. Coloro che non avessero a disposizione una e-mail continueranno a ricevere il materiale via posta.

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2009press 01.P65 17 4-06-2009, 14:33 Nero Le opere: notizie storiche e soggetti

Zelmira Zelmira, dramma per musica in due atti su libret- to di Andrea Leone Tottola, fu rappresentata per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli il 16 febbraio 1822. Interpreti della prima rappresen- tazione furono Antonio Ambrosi (Polidoro), Isabel- la Colbran (Zelmira), Giovanni David (Ilo), Andrea Nozzari (Antenore), Anna Maria Cecconi (Emma), Michele Benedetti (Leucippo), Gaetano Chizzola (Eacide), Massimo Orlandini (Gran Sacerdote). L’autografo quasi completo è conservato presso il Conservatorio di Parigi, mentre a Bruxelles, Fon- do Michotte, si trova un pezzo per la replica pari- gina del 1826. Il soggetto è tratto dalla tragedia omonima di Dormont de Belloy (1762).

Soggetto Antefatto L’intreccio si immagina preceduto da una vicenda che ha luogo nell’isola di Lesbo, dove Polidoro re- gna circondato dall’amore del popolo, della figlia Zelmira e del suo sposo, il principe Ilo. Partito Ilo per una campagna di guerra, Azorre, signore di Mitilene, invade l’isola per uccidere Polidoro e ven- dicarsi di un antico rifiuto. Zelmira nasconde Po- lidoro in una cripta fra le tombe dei re di Lesbo. Poi, presentatasi ad Azorre, dichiara mentendo di odiare il padre, che a suo dire si è rifugiato nel tempio di Cerere. L’invasore ordina di incendiare il tempio, per far perire il re. Poco dopo Azorre cade vittima di una congiura ordita da Antenore, che aspira ai troni di Mitilene e di Lesbo, con la complicità di Leucippo. L’azione ha inizio subito dopo l’assassinio.

Atto I La scena si apre sul mare di Lesbo. I guerrieri di 18 Mitilene piangono la morte del loro comandante.

2009press 01.P65 18 4-06-2009, 14:33 Nero Leucippo, fingendosi smanioso di vendetta, chie- de invano il nome dell’uccisore, proclama Anteno- re successore di Azorre e complotta con lui per elevarlo al trono di Lesbo. I soli ostacoli rimango- no Zelmira e il suo figlioletto: i due decidono per- ciò di incolpare Zelmira della morte di suo padre e di Azorre. Zelmira è costretta a difendersi dalla duplice accusa, alla quale perfino la fedele Emma dà credito sino a quando, accompagnata Zelmira nella cripta delle tombe, ne rivede il padre vivo. Il popolo festeggia frattanto il ritorno vittorioso di Ilo, impaziente di rivedere l’amata e il figlio. Quan- do i due sposi si incontrano, Zelmira non trova la forza di far partecipe il marito delle accuse che le sono rivolte. Antenore e Leucippo hanno così buon gioco nel convincere Ilo dei pretesi misfatti di Zel- mira, che intanto affida il figlio a Emma. Antenore viene incoronato re di Lesbo. Mentre Ilo cerca il figlio, Leucippo tenta di pugnalarlo. Zelmira si pre- cipita sull’assassino e lo trattiene, ma Leucippo, approfittando perfidamente della circostanza, la- scia l’arma nelle mani di lei, facendo così credere a Ilo che proprio la sua sposa stava per ucciderlo; Zelmira viene condotta in prigione.

Atto II Antenore riceve da Leucippo una lettera destina- ta ad Ilo, in cui Zelmira si difende. Dallo scritto si intuisce che Polidoro è in vita: Leucippo suggeri- sce perciò di liberare la donna per seguirla. Men- tre Ilo piange il suo amore sventurato, Polidoro gli rivela la verità ed egli si precipita a cercare la moglie. Zelmira intanto si confida con Emma. An- tenore e Leucippo spiano il colloquio, poi costrin- gono Zelmira a tradirsi rivelando il nascondiglio del re. La sfortunata figlia offre la sua vita in cam- bio di quella del padre. Emma, appreso che Ante- nore vuole uccidere ambedue i prigionieri, corre a cercare Ilo. La scena finale si svolge nelle prigio- ni. Zelmira piange la sorte sua e del padre. All’im- provviso una porta si apre: entrano Antenore e Leu- cippo, decisi a compiere il loro empio disegno. Antenore si scaglia su Polidoro, ma Zelmira estrae un pugnale per difenderlo. Finalmente arriva Ilo con la spada in pugno seguito da Eacide, dai guer- rieri, dal popolo di Lesbo, e da Emma col piccolo figlio: Zelmira può riabbracciare felice tutti i suoi cari. 19

2009press 01.P65 19 4-06-2009, 14:33 Nero La scala di seta La scala di seta, farsa comica in un atto su libret- to di Giuseppe Foppa, fu rappresentata per la pri- ma volta al Teatro San Moisè di Venezia il 9 mag- gio 1812. Interpreti della prima rappresentazione furono Gaetano Del Monte (Dormont), Maria Can- tarelli (Giulia), Carolina Nagher (Lucilla), Raffae- le Monelli (Dorvil), Nicola Tacci (Blansac), Nicola de Grecis (Germano). L’autografo è conservato a Stoccolma presso la Stiftelsen Musikkulturens Främjande. Il soggetto è tratto dal libretto di Eugène de Pla- nard L’Échelle de soie, musicato da Pierre Gaveaux (1808).

Soggetto Giulia, pupilla del vecchio Dormont, non vede l’ora di liberarsi dell’invadente Germano, servitore del suo tutore. La fanciulla, nonostante l’opposizione di Dormont, si è segretamente sposata con Dorvil ed ogni notte lo accoglie nella propria camera ca- landogli dal balcone una scala di seta: Giulia vor- rebbe rimanere sola per consentire al giovane spo- so, nascosto in uno dei gabinetti attigui, di lascia- re la stanza. Appena Germano sta per allontanar- si entra Lucilla, cugina di Giulia, ed entrambi gli importuni insistono affinché ella raggiunga il tu- tore. Rimasto finalmente solo con lei, Dorvil le confessa di essere preoccupato per l’arrivo del suo amico Blansac, giovane pretendente che il tutore le ha destinato per marito. Rassicurato dalla spo- sa e fissato l’appuntamento per la mezzanotte, Dorvil scende dal balcone appena in tempo per non essere visto dal tutore, salito ad informare la pupilla che Blansac è arrivato. Ora Giulia deve escogitare un piano per liberarsi dal pretendente: asseconderà l’attrazione di Lucilla per Blansac, a sua volta sensibile al fascino femminile. Per at- tuare il suo disegno Giulia chiede allo sciocco Ger- mano di spiare Blansac e scoprire se egli corteggi realmente Lucilla: Germano equivoca le parole di Giulia illudendosi che la giovane provi interesse per lui, ma chiarito l’abbaglio si dichiara disposto ad aiutarla. Appena Giulia si allontana, giunge Blansac accompagnato da un testimone per le nozze che altri non è che lo stesso Dorvil; rimasti soli, Dorvil tenta di dissuadere l’amico dallo spo- 20 sare Giulia insinuandogli il sospetto che la giova-

2009press 01.P65 20 4-06-2009, 14:33 Nero ne non nutra affetto per lui. Punto sul vivo, Blan- sac scommette che Giulia in breve cadrà ai suoi piedi e invita Dorvil ad assistere, nascosto, ai suoi successi amorosi. Dorvil, incerto, ma pure ansio- so di mettere alla prova la fedeltà della moglie, accetta: anche Germano si appresta a spiare di nascosto le mosse di Blansac. Entra infine Giulia e il suo incontro con Blansac sembra volgere al tenero perché la fanciulla vuole rassicurarsi che il pretendente sia veramente uomo dabbene e quin- di degno di Lucilla. Accortosi che un’altra perso- na osserva segretamente l’incontro, e credendo di secondare il piano di Giulia, Germano avverte i due della presenza di Dorvil. Tutti rimangono im- barazzati, e mentre Dorvil cerca di mascherare la gelosia, ognuno riversa la propria irritazione su Germano. Rimasto solo, Blansac incontra Lucilla e prende a farle la corte lasciandola molto lusin- gata. Dopo che Lucilla si è allontanata, Germano invita Blansac a raggiungere gli altri nel salone. Di lì a poco a Germano accade involontariamente di ascoltare i lamenti di Giulia, delusa della rea- zione di Dorvil: egli viene così a scoprire che, col favore di una scala di seta, Giulia attende un uomo nella propria camera a mezzanotte. Ancora una volta Germano equivoca che l’ospite notturno sarà Blansac; assonnato e confuso, riferisce la bella nuova all’esterrefatto ma comunque compiaciuto pretendente. Quindi Germano narra del convegno notturno a Lucilla, che decide di spiare l’incontro. Poco dopo anche Germano torna nella camera ed anch’egli si nasconde. Ormai è mezzanotte e Giu- lia, rientrata in camera, assicura la scala al suo balcone: giunge Dorvil, ma la giovane non fa in tempo a rassicurarlo della propria fedeltà che è costretto ad appartarsi in fretta per l’arrivo di Blan- sac, salito per mezzo della scala che Giulia ha di- menticato. Anche quest’ultimo deve celarsi allor- ché giunge il tutore, furibondo per aver scoperto la scala penzolante dal balcone. Tocca proprio al tutore scovare uno per uno tutti i convenuti nei rispettivi nascondigli: ormai i due sposi non pos- sono che confessare apertamente il loro legame, mentre Blansac si dichiara contento se potrà ave- re come consorte Lucilla. Al tutore non resta che perdonare la pupilla e be- nedire le nuove nozze. 21

2009press 01.P65 21 4-06-2009, 14:33 Nero Le Comte Ory Le Comte Ory, opéra en deux actes su libretto di Eugène Scribe e Charles-Gaspard Delestre-Poir- son, fu rappresentata per la prima volta a Parigi al Théâtre de l’Académie Royale de Musique il 20 agosto 1828. Esecutori furono Adolphe Nourrit (Comte Ory), Laure Cinti-Damoreau (Comtesse de Formoutiers), Costance Jawureck (Isolier), Mori (Ragonde), Nicholas-Prosper Levasseur (Le Gou- verneur), Henri-Bernard Dabadie (Raimbaud). Brani autografi sono conservati presso l’Opéra di Parigi, dove si trova anche una copia manoscritta dell’intera partitura che reca una nota di mano di Rossini, e presso il Fondo Michotte a Bruxelles. Parte della musica di quest’opera proviene da Il viaggio a Reims.

Soggetto Atto I Raimbaud, travestito da inserviente di un eremi- ta, ne annuncia l’arrivo al castello di Formoutiers, vantandone doti taumaturgiche e profetiche. L’ere- mita altri non è che il conte Ory, inveterato liber- tino, che vuole avvicinare la contessa, chiusa nel castello in casta attesa mentre suo fratello e gli altri cavalieri sono in Palestina per la crociata. Ragonde, custode del castello, concorda un incon- tro tra l’eremita e la contessa, che desidera parla- re con il saggio. Arrivano Isolier, paggio d’Ory, e il precettore del conte. Isolier è segretamente inna- morato della contessa sua cugina, e vuole rive- derla. Il precettore sospetta che l’eremita sia Ory, mentre Isolier si reca dal santuomo, che lo rico- nosce, a chiedergli di distogliere la contessa dal voto di castità per amor suo. Ory capisce di avere un rivale nel proprio paggio, il quale ha in mente di entrare nel castello, dove è interdetto l’ingres- so agli uomini, fingendosi una pellegrina. Giunge la contessa, stupita di incontrare in quel luogo Iso- lier. L’eremita la convince ad abbandonarsi all’amo- re: ella è felice di poter finalmente cedere a Iso- lier, mentre invita l’eremita a seguirla. Sulla so- glia del castello, Ory fa un gesto di intesa al gab- bato Isolier; ma l’arrivo del precettore e dei cava- lieri sventa il suo piano, che viene smascherato. Il precettore consegna ad Ory una lettera del padre che lo esorta a tornare per i festeggiamenti in ono- 22 re dei crociati. Le dame, ansiose di riabbracciare

2009press 01.P65 22 4-06-2009, 14:33 Nero i loro mariti, salutano il conte. Ma Ory non si dà per vinto e medita vendetta, mentre Isolier è deci- so a scoprire i progetti del rivale.

Atto II La contessa e Ragonde si rallegrano di essere al sicuro dal perfido Ory. Scoppia un temporale e si odono voci che chiedono ospitalità. Ragonde, usci- ta per vedere chi sia, scopre che si tratta di pelle- grine perseguitate da Ory. Informatasi sul loro nu- mero e sul loro aspetto, le viene risposto che sono quattordici, sui quaranta anni e bruttissime. Una di esse chiede di ringraziare l’ospite e si avanza verso la contessa. Sotto il suo travestimento, Ory mantiene un contegno riservato, ma le ambigue parole di gratitudine sconcertano la dama: la fal- sa pellegrina cerca di baciarle la mano. Rimasti soli, Ory e i suoi compagni si abbandonano alla gioia dell’avventura; nel frattempo Raimbaud ha fatto incetta di vino. Ory e i cavalieri prorompono in elogi canori ai piaceri del vino e dell’amore, che si trasformano in sussurrate preghiere ogni volta che Ragonde sopraggiunge. Mentre la contessa si appresta a coricarsi, si ode una scampanellata: è Isolier, che informa tutte le dame del castello che a mezzanotte i loro sposi arriveranno in segreto. Ragonde vuole dare la notizia anche alle sventu- rate ospiti. Ma Isolier scopre stupefatto che è pro- prio il conte Ory e i suoi compagni che esse hanno ospitato. Prese dal panico, tutte le dame fuggono, mentre la contessa, sentendo dei rumori, compren- de che il conte sta giungendo. Isolier allora soffia sulla candela e, avvoltosi in un velo, fa cenno alla dama di avvicinarsi. Col favore delle tenebre, Ory prende la mano alla contessa, non sapendo che in realtà è quella del suo paggio. Isolier, divertito, esorta la contessa a lasciar perseverare Ory nel- l’errore. Ecco che uno squillo di trombe annuncia l’arrivo dei cavalieri e le dame irrompono nella stanza con candelieri accesi. Ory scopre l’ingan- no del paggio, mentre il duca suo padre è arrivato al castello con i crociati. I ribaldi cavalieri sono dunque prigionieri delle dame. Il conte si dichiara vinto e chiede il prezzo del riscatto. La contessa li invita a dileguarsi. La schiera dei crociati, prece- duti dal conte di Formoutiers, entra infine festan- te tra le acclamazioni delle fedeli spose. 23

2009press 01.P65 23 4-06-2009, 14:33 Nero Il lavoro della Fondazione Rossini

Nel 1979 la Fondazione Rossini, dopo quasi un decennio di preparazione, pubblicava il primo ti- tolo dell’Opera Omnia di in edi- zione critica: La gazza ladra, a cura di Alberto Zedda. Si avviava così un’impresa musicologico- editoriale che fin dall’inizio non voleva essere ri- servata unicamente agli specialisti e agli archivi, ma finalizzata alla piena restituzione, diffusione e corretta esecuzione delle opere del Maestro. Ci si misurava dunque non solo con la fedele ricostru- zione della partitura, ma anche con la verifica sul palcoscenico e con la ricerca di interpreti ideali, sia sul piano vocale, che su quello più strettamen- te teatrale. In questa direzione la nascita del Ros- sini Opera Festival, che ha avuto il compito di pre- sentare al pubblico le edizioni via via predisposte, ha consentito un’esperienza unica di interazione tra musicologia e pratica, vero modello per altre istituzioni. A supporto e come base per lo svilup- po dell’Edizione critica si sviluppava intanto una vastissima attività di ricerca e ricostruzione delle fonti che, con un’indagine svolta nelle biblioteche e collezioni private di tutto il mondo, ha consenti- to di riportare alla luce capolavori che si riteneva- no perduti, come Il viaggio a Reims o il finale tra- gico del Tancredi, ma anche cantate, musica vo- cale con orchestra e da camera. La ricerca con- sentiva anche il recupero di un materiale docu- mentario di straordinaria consistenza, sia su Ros- sini uomo e artista, sia sulla vita teatrale a lui coeva. Si poteva così avviare un’altra grande im- presa: quella dell’Epistolario rossiniano, curato da Bruno Cagli e Sergio Ragni, e inaugurare varie collane scientifiche, come quella dedicata a “I li- bretti di Rossini” e, ancora, “Saggi e fonti” e “Ico- nografia rossiniana”, collane a cui collaborano va- lenti studiosi italiani e stranieri. 24 Nel 2009, a trent’anni di distanza, la Fondazione

2009press 01.P65 24 4-06-2009, 14:33 Nero pubblicherà l’edizione critica de Il barbiere di Si- viglia a cura di Alberto Zedda, che già nel 1969 si era cimentato in un primo lavoro di revisione di questo titolo per Casa Ricordi. È un altro tassello della vasta opera che è stata resa possibile anche grazie al sodalizio che ha dato vita al Comitato per la Restituzione rossiniana formato da Fonda- zione Rossini, Rossini Opera Festival e Casa Ri- cordi. Per sottolineare ancor più il valore di que- sta ricorrenza la Fondazione ha deciso di donare tutta la propria e ormai monumentale produzione editoriale alla Biblioteca della Camera dei depu- tati con un evento che si è tenuto nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio alla presenza del Presidente della Camera, Gianfranco Fini e con relatori Oriano Giovanelli, Lorenzo Arruga, Bruno Cagli, Ilaria Narici e Philippe Daverio. Oltre a tut- te le massime cariche istituzionali della Città di Pesaro e della Regione Marche erano presenti gli allievi e gli insegnanti che hanno partecipato ai percorsi didattico-rossiniani a Casa Rossini, al Teatro Rossini e nella Biblioteca della Fondazio- ne. Ed è proprio verso i giovani che la Fondazione sta rivolgendo la propria attenzione con la promo- zione di corsi di filologia musicale che dovranno formare i futuri studiosi e ricercatori. Il nostro la- voro si può realizzare perché, come avviene ormai da anni, il Comune di Pesaro, la Provincia di Pe- saro e Urbino, la Regione Marche, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro non hanno mai fatto man- care il loro sostegno.

Oriano Giovanelli

FONDAZIONE ROSSINI Presidente Oriano Giovanelli Vice Presidente Alberto Berardi Consiglieri Vitaliano Bambini, Stefano Pivato, Maurizio Tarsetti Segretario Catia Amati Comitato dell’Edizione critica Ilaria Narici direttore, Annalisa Bini, Emilo Sala, Cesare Scarton Comitato d’Onore Bruno Cagli presidente, Maurizio Pollini, Antonio Pappano, Giovanni Carli Ballola, Jeremy Commons, Johan Eeckeloo 25

2009press 01.P65 25 4-06-2009, 14:33 Nero Stato di elaborazione dell’Edizione critica al 31 maggio 2009

Volumi pubblicati

Sinfonie giovanili a cura di Paolo Fabbri. Un volume, comprensivo di commento critico, di XXXIII-179 pgg. La scala di seta a cura di Anders Wiklund. Un volume di partitura di XXXIII-487 pgg. Un volume di commento critico di 85 pgg. L’occasione fa il ladro a cura di Giovanni Carli Ballola, Patricia B. Brauner e Philip Gossett. Un volume di partitura di XXXIX-544 pgg. Un volume di commento critico di 107 pgg. Il signor Bruschino a cura di Arrigo Gazzaniga. Un volume di partitura di XXXV-426 pgg. Un volume di commento critico di 79 pgg. Tancredi a cura di Philip Gossett. Due volumi di partitura di XLIX-818 pgg. Un volume di commento critico di 299 pgg. L’Italiana in Algeri a cura di Azio Corghi. Un volume di partitura di XLV-781 pgg. Un volume di commento critico di 191 pgg. Il Turco in Italia a cura di Margaret Bent. Due volumi di partitura di LIII-1040 pgg. Un volume di commento critico di 259 pgg. Torvaldo e Dorliska a cura di Francesco Paolo Russo. Due volumi di partitura di L-752 pgg. Un volume di commento critico di 207 pgg..

La gazzetta a cura di Philip Gossett e Fabrizio Scipioni. Due volumi di partitura di LVI-828 pgg. Un volume di commento critico di 196 pgg. a cura di Michael Collins. Due volumi di partitura di LX-966 pgg. Un volume di commento critico di 176 pgg. La Cenerentola a cura di Alberto Zedda. Due volumi di partitura di LIX-1115 pgg. ossia la Bontà in Trionfo Un volume di commento critico di 216 pgg. La gazza ladra a cura di Alberto Zedda. Due volumi di partitura di XLIX-1197 pgg. Un volume di commento critico di 220 pgg. a cura di Charles S. Brauner e Patricia B. Brauner. Due volumi di partitura di L-1235 pgg. Un volume di commento critico di 181 pgg. Mosè in Egitto a cura di Charles S. Brauner. Due volumi di partitura di LV-1150 pgg. Un volume di commento critico di 170 pgg. Adina a cura di Fabrizio Della Seta. Un volume di partitura di LVIII-842 pgg. Un volume di commento critico di 248 pgg. a cura di Patricia B. Brauner e Philip Gossett. Due volumi di partitura di XLVIII-846 pgg. Un volume di commento critico di 119 pgg. a cura di H. Colin Slim. Due volumi di partitura di XLVI-952 pgg. Un volume per la Banda di 135 pgg. e un volume di commento critico di 194 pgg. Bianca e Falliero a cura di Gabriele Dotto. Due volumi di partitura di LV-1150 pgg. Un volume di commento critico di 170 pgg.

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2009press 01.P65 26 4-06-2009, 14:33 Nero Zelmira a cura di Kathleen Kuzmick Hansell e Helen Greenwald. Due volumi di partitura di LXII-1141 pgg. Un volume per la Banda di 109 pgg. e un volume di commento critico di 185 pgg. Semiramide a cura di Philip Gossett e Alberto Zedda. Tre volumi di partitura di LX-1556 pgg. Un volume per la Banda di 172 pgg. e un volume di commento critico di 236 pgg. Il viaggio a Reims a cura di Janet Johnson. Due volumi di partitura di LX-960 pgg. Un volume di commento critico di 216 pgg. Guillaume Tell a cura di M. Elizabeth C. Bartlet. Quattro volumi di partitura di LXXIV- 2050 pgg. Un volume di commento critico di 324 pgg. e uno di Fonti di 253 pgg. Edipo Coloneo a cura di Lorenzo Tozzi e Piero Weiss. Un volume, comprensivo di commento critico, di XXXIII-175 pgg. Le nozze di Teti, e di Peleo a cura di Guido J. Joerg. Un volume, comprensivo di commento critico, di XLI-390 pgg. Tre cantate napoletane a cura di Ilaria Narici, Marco Beghelli e Stefano Castelvecchi. Un volume, comprensivo di commento critico, di LI-305 pgg. La riconoscenza / a cura di Patricia B. Brauner. Un volume di partitura di LXVIII-576 pgg. Il vero omaggio Un volume di commento critico di 180 pgg. Cantata in onore a cura di Mauro Bucarelli. del Sommo Pontefice Pio Nono Un volume, comprensivo di commento critico, di XLI-415 pgg. Musique anodine a cura di Marvin Tartak. Album italiano Un volume, comprensivo di commento critico, di XL-314 pgg. Album français a cura di Rossana Dalmonte. Morceaux Réservés Un volume, comprensivo di commento critico, di XL-404 pgg. Quelques Riens pour Album a cura di Marvin Tartak. Un volume, comprensivo di commento critico, di XXI-223 pgg.

Volumi in corso di incisione e stampa

L’equivoco stravagante a cura di Marco Beghelli e Stefano Piana. Disponibile per l’esecuzione. La pietra del paragone a cura di Anders Wiklund e Patricia B. Brauner. Disponibile per l’esecuzione. Sigismondo a cura di Paolo Pinamonti. Disponibile per l’esecuzione. Il barbiere di Siviglia a cura di Alberto Zedda. Disponibile per l’esecuzione. a cura di Federico Agostinelli e Gabriele Gravagna. Disponibile per l’esecuzione.

Volumi in preparazione

Elisabetta, regina d’Inghilterra a cura di Vincenzo Borghetti. Maometto II a cura di Claudio Scimone. Disponibile per l’esecuzione. Matilde di Shabran a cura di Jürgen Selk. Disponibile per l’esecuzione. Messa di Gloria a cura di Giovanni Acciai. Petite Messe Solennelle a cura di Pierluigi Petrobelli. I volumi rendono possibile l’esecuzione delle varie versioni autentiche delle singole opere. La Casa Ricordi distribuisce le partiture edite dalla Fondazione e realizza le parti e gli spartiti per canto e piano.

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2009press 01.P65 27 4-06-2009, 14:33 Nero Scheda del Festival

Il Rossini Opera Festival è un ente autonomo che promuove l’omonima manifestazione lirica inter- nazionale interamente dedicata a Gioachino Ros- sini. Suo scopo è il recupero, la restituzione tea- trale e lo studio del patrimonio musicale legato al nome del Compositore, che lasciando erede uni- versale di tutta la sua cospicua fortuna il Comune di Pesaro, consentì la nascita dell’attuale Conser- vatorio di musica e della Fondazione Rossini. Il Rossini Opera Festival è stato istituito nel 1980, sempre ad opera del Comune di Pesaro, con l’in- tento di affiancare e proseguire in campo teatrale l’attività scientifica della Fondazione Rossini: è nato così un originale laboratorio interattivo di mu- sicologia applicata, finalizzato al recupero musi- cologico, teatrale ed editoriale di tutto il sommer- so rossiniano. La manifestazione ha potuto svilupparsi e cresce- re anche grazie al contributo di istituzioni pubbli- che e private, come i Ministeri dello Spettacolo e dei Beni culturali, la Regione Marche, l’Ammi- nistrazione provinciale di Pesaro e Urbino, la Cassa di Risparmio di Pesaro (ora Banca delle Marche), la Banca Popolare Pesarese (ora Banca dell’Adria- tico) nonché, dal 1982, l’industria pesarese Sca- volini, oggi sponsor ufficiale del Festival. Il Rossini Opera Festival è stato gestito per i pri- mi cinque anni direttamente dal Comune di Pesa- ro, e si è poi trasformato, nel 1985, in un ente au- tonomo promosso dalle Amministrazioni comuna- le e provinciale pesaresi. Dall’aprile 1994 il Festival ha assunto veste giuri- dica di fondazione, pur mantenendo la sua deno- minazione originaria. Soggetti promotori del nuo- vo ente sono il Comune di Pesaro, l’Amministra- zione provinciale di Pesaro e Urbino, la Fondazio- ne Cassa di Risparmio di Pesaro, la Banca del- 28 l’Adriatico, la Fondazione Scavolini. Nel nuovo

2009press 01.P65 28 4-06-2009, 14:33 Nero assetto istituzionale l’assemblea dei soci fondato- ri nomina il consiglio di amministrazione, che è presieduto dal sindaco di Pesaro. La responsabilità delle scelte artistiche è affidata al sovrintendente, nominato dalla stessa assem- blea: egli si avvale della collaborazione del diret- tore artistico. Referente musicologico del Festival è la Fondazione Rossini, cui compete la responsa- bilità scientifica dei testi eseguiti. Il 13 agosto 1993 il Parlamento italiano ha appro- vato all’unanimità la legge n. 319 «Norme a soste- gno del Rossini Opera Festival», che ha incluso a pieno titolo la restituzione rossiniana fra gli inter- venti che tutelano la ricchezza del Paese: signifi- cativamente il relativo contributo – la cui conti- nuità è stata in seguito sancita dal Parlamento con la legge 237/12 luglio 1999 – è finanziato con i fondi dei Beni culturali. Il Rossini Opera Festival è membro dell’Associa- zione Europea dei Festival, e gode dell’alto patro- nato del Presidente della Repubblica.

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2009press 01.P65 29 4-06-2009, 14:33 Nero 2009press 01.P65 31 4-06-2009, 14:33 Nero