Paolo Fabbri: Rossini, Donizetti E La Malanotte

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Paolo Fabbri: Rossini, Donizetti E La Malanotte Paolo Fabbri: Rossini, Donizetti e la Malanotte. La carriera del primo Tancredi Schriftenreihe Analecta musicologica. Veröffentlichungen der Musikgeschichtlichen Abteilung des Deutschen Historischen Instituts in Rom Band 46 (2010) Herausgegeben vom Deutschen Historischen Institut Rom Copyright Das Digitalisat wird Ihnen von perspectivia.net, der Online-Publikationsplattform der Max Weber Stiftung – Deutsche Geisteswissenschaftliche Institute im Ausland, zur Verfügung gestellt. Bitte beachten Sie, dass das Digitalisat der Creative- Commons-Lizenz Namensnennung-Keine kommerzielle Nutzung-Keine Bearbeitung (CC BY-NC-ND 4.0) unterliegt. Erlaubt ist aber das Lesen, das Ausdrucken des Textes, das Herunterladen, das Speichern der Daten auf einem eigenen Datenträger soweit die vorgenannten Handlungen ausschließlich zu privaten und nicht-kommerziellen Zwecken erfolgen. Den Text der Lizenz erreichen Sie hier: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/legalcode Rossini, Donizetti elaMalanotte. La carrieradel primo Tancredi Paolo Fabbri Ciò che resta del patrimonio di cimeli, documenti edotazioni bibliografiche di un cantante del primo Ottocento èdisolito disperso in musei ebiblioteche.Inqualche caso,però–adesempio,quelli di Giuditta Pasta, Giovanni BattistaVelluti, Giovanni Battista Rubini –, esso ci ègiunto ancora più omeno sufficientemente compatto in quanto trasmesso per asse ereditario oraccolto da collezionisti. Ad essi può aggiun- gersi quello di un’importante interprete rossiniana quale Adelaide Malanotte,lecui carte confluirono per ragionigr bio afiche nell’archivio privato dei bresciani conti Lechi (d’ora in poi: I-BSlechi),dove tuttora sono custodite.1 Le benemerenze di questa famiglia sono ben note,specie nei campi politico e militareinetà napoleonica epoi risorgimentale,quando si distinseroifigli maggiori del conte Faustino Lechi: Giuseppe (1766–1836), Angelo (1769–1850)eTe odoro (1778–1866).2 Esse vanno peròestese anche in ambito artistico per quanto concerne il collezionismo3 el’interesse per la pratica musicale.Ricordo tra l’altrol’accoglienza aMozartadolescente di passaggio aBrescia ai primi di novembre1772, durante il suo terzo viaggio italiano,4 esoprattutto la ricchissima dotazione di strumenti edi musiche adisposizione nelle lorodimore: indice di un’abitudine al farmusica, di un piacereconsolidato ecompetente,non di estemporaneo ed effimerodovere di società. Un inventario del 1775 circa5 annoverava otto violini di gran pregio (varii Amati, Stradivari,Guarnieri, Stainer,Tononi),tre viole (Amati, Maggini, Gasparo da Salò),tre violoncelli (Amati, Ruggeri, GasparodaSalò),una viola d’amore, uno »Spinettone del Celestini adoppio registro« (»Sopra […] vi èuna quantità di musica 1 Con una consapevolezza ecompetenza parisoltanto alla generosa epartecipe disponibilità nei con- fronti degli studiosi. In questa sede voglio esprimerepubblicamente la mia gratitudine all’ingegner Piero Lechi per la cordiale ospitalità costantemente dimostratami. 2 Sulla base della bibliografia disponibile,riassume queste vicende Philip Gossett, The tragic Finale of Rossini’s»Ta ncredi«,in: Bollettino del Centrorossiniano di Studi [16] (1976),pp. 5–79:22–25. 3 Iquadridelle Collezioni Lechi in Brescia. Storia edocumenti,acura di Fausto Lechi, Firenze 1968. 4 Gossett, The tragic Finale,p.23. 5 Leggibile in Iquadri,pp. 77–81. 246 Paolo Fabbri tutta moderna. Tutti li quartetti d’Haydn, di Paiel ed altri. Sonate di Pugnani in stampa. Moltissimi concerti«),unclavicembalo di Domenico da Pesaroeuno di Menegoni, un »ottavino«, un »organino,che suona otto arie francesi«.Tutto materiale purtroppo scomparso (rubato,disperso odistrutto) durante la temporanea restaura- zione dell’aprile 1799,all’arrivo degli Austro-Russi: una brutta pagina di vendetta politica ediodiosa rivalsa nei confronti di una colta famiglia aristocratica che aveva avuto il torto di non arroccarsi nell’ottusa conservazione,masiera mostrata aperta, sensibile epartecipe nei confronti dei tempi nuovi. Una specifica attenzione per il patrimonio d’arte di Casa Lechi si èavuto negli anni ’70del Novecento,quando la famiglia segnalò alla Fondazione Rossini di Pesaro il possesso di un autografo che si riteneva perduto: quel cosiddetto »finale funesto« di Ta ncredi,più coerente con la tragedia diVoltairedacui era stato tratto il soggetto, che Rossini avevacomposto esperimentalmente sostituito al lieto fine originario in occasione di una ripresa dell’opera immediatamente successiva alla ›prima‹, edalui personalmente curata, aFerrara nella quaresima 1813:6 salvopoi ripristinareimme- diatamente l’altro, vista la controversaaccoglienza con cui il pubblico avevasalutato l’innovazione. L’importanza elacentralità di quel ritrovamento ha fatto allora restarenell’om- bra altromateriale musicale sempreconservato aCasa Lechi. Si tratta in gran parte di musica primo-ottocentesca edimateriale documentario (poesie d’occasione stam- pate in fogli volanti distribuiti elanciati in occasione delle ›beneficiate‹) legati più o meno direttamente alle biografie di LuigiLechi e–appunto –della Malanotte. Lui purefiglio del conte Faustino,LuigiLechi (1786–1867)aveva compiuto gli studi al Collegio dei Nobili di Milano,addottorandosi poi in Medicina all’università di Pavia (1809).Pur approfondendo isuoi interessi scientifici (a Parigi,nel 1810–1811), nello stesso tempo dava pubbliche prove della propria formazione anche letteraria, filologica ed antiquaria curando i Dialoghi delle cortigiane di Luciano (Brescia 1810)e Le avventure di Ero eLeandro di Museo Gramatico (Brescia 1811).7 Da parte sua, Adelaide era di famiglia agiata, figlia di Antonio Malanotte edi Rosa Girelli, nata aVerona il 7gennaio 1785 ebatezzata il 9inSan Zeno in Orato- rio.8 Sposatasi l’11ottobre1801con un francese,Giacomo Montrésor,9 dal 1805 per 6 Ne tratta anzitutto Gossett, The tragic Finale,ene tiene conto l’edizione critica Gioachino Rossini, Ta ncredi,acura di Philip Gossett, Pesaro1984(Edizione critica delle operediGioachino Rossini 1,10). 7 Gossett, The tragic Finale,p.26. 8 Verona, Archivio di Stato,Elenco Ufficio Sanità del Comune di Verona, Registrobattezzati 1785–1788, n.18,p.297 (debbo la notizia aMaria Giovanna Miggiani, che ringrazio).Lealtrenotizie biografiche ovepr ngono da LuigiLechi,Iscrizioni,Brescia 1866,p.33(leggibile in Gossett,The tragic Finale, p. 29), edaL[eonella] Grasso Caprioli, voce Malanotte (Malanotti), Adelaide,in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 67,Roma 2006,pp. 746ss. Di parziale utilità risulta Giorgio Appolonia, Le voci di Rossini,To- rino 1992,pp. 99–108. La Malanotte invece non viene presa in considerazione da MauroBucarelli, Idivi rossiniani. Avventure biografiche di alcuni campioni,in: »Rossini 1792–1992«.Mostra storico-documentaria, a cura di MauroBucarelli, Perugia1992, pp.269–284. 9 Lo denota il cognome usato fin dalla sua prima apparizione in pubblico (vedi Cronologiainappendi- Rossini, Donizetti elaMalanotte. La carrieradel primo Tancredi 247 motivi di necessità domestica fu costretta amettereafrutto isuoi mezzi naturali e una buona disposizione vocale (per cui si era guadagnata anche icomplimenti di Paisiello) debuttando alTe atroFilarmonico diVerona. Anzi, nell’estate del medesimo anno veniva addirittura fatta esibirenel corso delle feste allestite per il soggiorno di Napoleone in città. Afar prenderequesta piega musicale pubblica alla biografia della Malanotte non èescluso sia stata una parentela col noto poeta teatrale veronese Gaetano Rossi (1774–1855), di cui sembra fosse cugina. Lo fa crederelaseguente lettera di Rossi a Simon Mayr,del 30 dicembre1808:10 Il mio ben’amato cugino vi consegnerà questa mia,eipezzi nuovidiGinevra:speroche non vi spiaceranno: L’aria di 2doatto ècapricciosa: obbligata àviola con Capuzzi, non mancherà: la vostra musica, l’espressione della birbona mia cugina l’assicurano. Io vi raccomando Adelaide: troverete una pazzarellona, d’ottimo cuore, di buona volontà, d’un’umorevivace.Ilvostrocaratterevigarantisce da’ pericoli, ma....... Addio Vi troverò àVerona. Già maritata quando iniziò la professione,laMalanotte ebbe due figli, il primo dei quali come lei successivamente ›in arte‹: GiovanBattista Montresor,nato nel 1802, tenorediuncerto nome nella prima metà dell’Ottocento.11 Ben presto peròdovette condurre vita separata dal marito,ela troviamo legata aLuigiLechi. Donna colta e ricca di fascino,amica di Ugo Foscolo edialtriletterati del Regno d’Italia,12 Adelaide ebbe modo d’incontrareLechi –non sappiamo se per la prima volta –almeno nel corso dell’accademia che la Società Filarmonica Apollo organizzò aBrescia nell’ago- sto 1808.L’occasione era mondana: la locale nobiltà musicofila si esibiva in un con- testo di parigrado,con l’aggiunta di qualche cantante ingaggiato per la circostanza. Quanto ai brani strumentali, venneroeseguiti un Concerto per arpa del conte Luigi Lechi, eunConcerto per violino di Faustino Camisani. Figurando la Malanotte tra icantanti, l’incontrocon Lechi èpiù che verosimile. Di lì apoco,Adelaide iniziava una carriera teatrale vera epropria da mezzoso- prano/contralto,che la portò ad esibirsi con continuità fino al 1821,specie nelle più importanti ›piazze‹ teatrali dell’Italia settentrionale (mai peròaMilano) ecentrale. Perlei furono scritte le parti di: Ippolita in Ippolita regina delle Amazzoni (Bergamo ce,cui si rimanda per tutte le indicazioni relative alla sua carriera).Aquesta fase si riferisce evidentemente l’omaggio poetico d’occasione (ms. aI-BSlechi) »Par le plus vrai de ses admirateurs« intitolati Portrait de Mad.me Montrésor née
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