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Anno III n. 23 - Dicembre 2014

Vite in tormento. Italiani raccontano se Nascita di un periodico stessi Come scrivere una storia dell’associazionismo culturale all’epoca della grande crisi con tanti punti di vista e sostenere Italy in a day a costo zero progetti collettivi di interesse comune I media per esistere hanno Ho avuto la fortuna di professionisti, studenti fuori corso. Di questi, bisogno di idee: la ricerca avvicinarmi a uno stori- solo qualcuno divenne anche famoso nel cine- segna il passo, però… co cineclub della Fedic, ma o nell’arte in genere e lo è tuttora come il quello di Roma fondato tal regista o il tal produttore o il tal critico. Al- Salvatores ci ha provato nel 1949. Quando arrivai tri divennero altro nella vita, ma sempre con Mi capita ancora di esse- io nel 1989 molto era già la passione del cinema. La tecnologia avanza- re chiamato a scrivere o successo e alcuni, come va in maniera cruenta, dai super 8 si passò ai discutere di quando co- sempre accade, già vi- video, ai VHS, SVHS, Betacam, U-matic, mi- minciai la prima espe- vevano di ricordi. Il ci- nidv, DVD. Dal montaggio in moviola a quello rienza concreta di speri- Angelo Tantaro neclub, per atavica ca- elettronico. Bisognava stargli dietro e così al- mentazione in Rai, fine renza di fondi, non ha cuni smisero di frequentare i musei, le libre- degli anni Sessanta, ini- mai avuto una sede propria. Nel corso del segue a pag. successiva zi anni Settanta (per l’e- tempo si era riunito negli appartamenti dei Italo Moscati sattezza 1974). Esperien- soci (quelli benestanti), nella sezione del par- za che incrociò la mia tito ospitante dove c’era un murales di Gram- attività di autore come sceneggiatore con Li- sci anziché di Orson Welles, nello studio di liana Cavani, Luigi Comencini, Giuliano Mon- postproduzione video di uno dei presidenti di taldo e altri; e poi di regista, non sto a ricordar- allora, Luciano Galluzzi. Era un cineclub su ne le tappe. Sono felice che istituzioni generis, chi lo frequentava preferiva fare i cor- importanti come la Cineteca Nazionale, e altre tometraggi. Al cineclub si vedevano i film dei in tutta Italia, abbiano voluto organizzare ini- soci e solo prima e dopo, all’entrata e all’usci- ziative e rassegne per ri-vedere, ri-apprezzare ta, tanto per riscaldare l’ambiente, si parlava i film, i documentari e altre proposte che pro- di quello che si era visto ognuno per proprio ducemmo con il Servizio programmi speri- conto in qualche sala d’essai o parrocchiale. mentali, uno per tutti il primo film di Gianni Alcuni dei soci, ci tenevano a farsi chiamare Amelio, “La fine del gioco”, uno dei più belli e “Autori”. Prima di fare i film in 8 mm e poi su- promettenti del regista diventato famoso. Po- per 8 (allora era quella la taglia), erano stati trei fare altri nomi ma mi fermo qui: esistono pittori, poeti, scrittori, attori di teatro, stu- numerosi libri che raccontano quella appas- che sognavano il cinema. Ma nella realtà, Interstallar e il grande bluff in una vignetta di Pierfrancesco sionante avventura, rimando ad essi e alla do- prima di essere tali, erano impiegati, operai, Uva cumentazione che si può trovare su internet. Qui vorrei riprendere il tema della ricerca, Il regista e documentarista iraniano Kamran Shirdel alla XXVIII Assemblea Generale della quanto mai importante, e sempre più incisivo, FICC e iniziative collegate. Cagliari, 11/12/13/14 dicembre 2014 a proposito di un film presentato all’ultima Mostra di Venezia, prodotto da Rai3, diretto da , un caro amico, un regi- Shirdel e il lato oscuro dell’Iran sta che seguo dai tempi in cui era regista tea- Kamran Shirdel, regista ira- filmava i luoghi oscuri di una città martoriata trale a Milano. Un film andato in onda con niano, classe 1939, è, ancora dall' ingiustizia sociale. Lo stile si avvicina a successo. Salvatores si ricorda di “Koyaanisqa- oggi, un punto di riferimento quello neorealista, la cui grandezza estetica tsi”, un film di montaggio di Godfrey Reggio per la cinematografia del suo insegna ancora oggi ai suoi studenti in Iran. del 1983, per il suo “Italy in a day-Un giorno da paese. E' un uomo carismati- Shirdel sarà ospite a Dicembre del Congresso italiani”, ispirato a un’analoga esperienza di co, di cultura profonda; il suo Nazionale della FICC, che si terrà a Cagliari e, Ridley Scott: la fascinazione delle storie di per- fluente italiano lo ha impara- in quella occasione, riceverà un premio spe- sone che hanno raccontato essi stessi, filmato, Elisabetta to nei primi anni sessanta, ciale per la sua carriera e i suoi preziosi docu- le immagini di vite vissute. Un anno fa Salva- Randaccio quando ha studiato nella no- mentari saranno proiettati. Lo abbiamo volu- tores, regista napo-milanese, chiese in tv e at- stra nazione prima architet- to intervistare, mentre si sta organizzando traverso la stampa agli italiani di mandargli tura e urbanistica, poi l'arte per la partenza. dei video, per farne un film che pone tante do- del film al Centro Sperimen- 1) I tuoi film girati a Teheran negli anni sessanta mande, ma che tiene conto di una cosa essen- tale di Cinematografia. La sono prodotti da un'associazione di donne. Come è ziale: ci sono molti italiani che hanno voglia di passione per il cinema italia- stato il rapporto tra regista e produzione? proporre molti loro sogni e bisogni, e Gabriele no non è mai venuta meno, In quei lontani giorni del gennaio 1965, era li ha armonizzati col suo lavoro, un lavoro che Marco Asunis dagli anni in cui a Teheran segue a pag. 4 segue a pag. 11

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segue da pag. precedente rie, le sale cinematografiche per frequen- tare sempre di più le catene di homevideo e rappresentanti di industrie video. Dal punto di vista tecnologico confezionavano corti sempre più perfetti, ma sempre più privi di contenuti. Sapevamo qualcosa delle attività degli altri cineclub della nostra associazione perché due volte l’anno ci riunivamo ai festi- val che organizzavamo o all’assemblea annua- le dove, però, andava solo il presidente e poi, al suo ritorno, riferiva. Sapevamo che esiste- vano anche altre otto Associazioni nazionali ma di loro poco conoscevamo, chi fossero, do- ve si trovassero e cosa facessero. Alcune di queste avevano anche le riviste cartacee, ac- quistabili in librerie, specializzate e rare. Quando arrivavano e quando le trovavi, erano un po’ superate e siccome costavano pure, una sbirciata in piedi e poi educatamente si riposavano in bella mostra. Una specie di contributo all’Associazione era appunto met- terle in evidenza rispetto a dove le avevi trova- da sx Angelo Tantaro e Marino Borgogni in un sorridente pomeriggio estivo del 11 luglio 2008 a Montecatini te. Mancava, o almeno era in ritardo sui tem- durante la 59. edizione di filmVideo (foto di Vincenzo Rosace) pi, quel tentativo di scienza che si chiama comunicazione. Internet, cellulari, mail, sms, whatsapp ancora doveva affacciarsi. Più o me- Mibact da questo punto di vista ci ha ignorato documentarista italiana dal dopoguerra, no eravamo rimasti ai tempi del ciclostile, con invece di valorizzarci compiutamente. Il Mi- quando mettersi dietro una macchina da pre- le matrici di cera, a cui va un doveroso, affet- bact potrebbe considerare le associazioni e i sa, per una donna, era un atto rivoluzionario; tuoso, riconoscente commiato come vitale ar- circoli del Cinema come proprie strutture Luciana Castellina, militante, giornalista, ma della comunicazione ai tempi della “conte- operative di diffusione della cultura cinema- esponente politica, scrittrice, compagna del stazione globale”. Al Cineclub, per alcuni tografica nel territorio, facendo collaborare i cinema e delle arti in genere; Enzo Natta, anni, ci eravamo sistemati in un locale sotto circoli con le proprie strutture periferiche. giornalista, critico cinematografico, scrittore; terra al quartiere Appio –Tuscolano, che il Tutto questo sarebbe possibile nel momento Marco Asunis attuale presidente della più an- prof. Serravalli in visita bollò come “fureria di in cui si sviluppa l’intercomunicazione, ci si tica delle nove Associazioni nazionali di cultu- reparto in fuga” mentre Michele Mirabella ri- incontra, si mischia il sangue, la cultura e la ra cinematografica. Senza dimenticare Citto cordava su Repubblica di quella volta che do- sensibilità, per utilizzare al meglio tutte le ca- Maselli, regista e partigiano che ha sempre af- vendo doppiare Beniamino Placido nel primo pacità e le risorse disponibili. Quel che poteva frontano i temi dei suoi film con impegno; film di Moretti, si recò in uno scantinato dove aiutare a raggiungere tali obiettivi comuni Giulia Zoppi critico cinematografico, precaria al muro c’erano poster di donne nude . . in re- era l’individuazione di una sorta di strumento della cultura con studi di filosofia, letteratura altà erano foto di provini che Galluzzi faceva stimolante e dinamico, che poteva far cresce- e drammaturgia. Il nostro periodico è teso a per i suoi “videoartistici”. In quel sotteraneo re in modo unitario e più credibile agli occhi raccogliere in modo critico questi bisogni e ad neanche google maps di oggi ci avrebbe indi- dei nostri interlocutori istituzionali tutto il annunciare un’altra forma di libera comuni- viduati. Eravamo diventati una varietà di mondo dell’associazionismo di cultura cine- cazione. E’ on line, con tutti i collaboratori vo- “pallidi intellettuali” (pallidi anche perché ci matografica. Uno strumento che potesse aiu- lontari. Il costo è zero e viene distribuito gra- riunivamo solo di notte), che uscivano dal sot- tare, ad esempio, a creare eventi comuni e tuitamente. Il giornale è di chi lo fa e di chi lo tosuolo, carbonari del cinema indipendente proporli agli assessori alla cultura del territo- legge, con tante edicole aperte su tanti siti cul- come, con tanto orgoglio e presunzione, alcu- rio o poter insieme elaborare strategie per di- turali che contribuiscono in modo appassio- ne volte ci presentavamo. Succede quando fendere e ripristinare contributi economici nato e partecipato a diffonderlo. E’ questo, manca il confronto con altre esperienze, si necessari per la sopravvivenza delle proprie probabilmente, lo strumento di cui si andava sviluppa una sorta di malattia infantile di au- attività. Le nove associazioni nazionali, con alla ricerca. tocompiacimento. Ora ci siamo, abbiamo tut- tanti anni di storia e tanti autorevoli perso- Angelo Tantaro to, possiamo comunicare, confrontarci con il naggi che hanno dato lustro al nostro Paese, Responsabile di Diari di Cineclub -Periodico indipen- mondo, portare a conoscenza in tempo reale tanti circoli disseminati lungo tutto lo stivale dente di cultura e informazione cinematografica. le nostre iniziative ed essere informati delle e nelle isole, avevano la necessità di trovare Parte di questo articolo è stato anticipato sul recente cata- altre, valorizzare i circoli più attivi, avere il questo strumento per sviluppare la loro azio- logo 2014-2015 pubblicato del Circolo del Cinema FICC quadro aggiornato di chi fa che cosa. Possia- ne, acquisire visibilità e ragionare positiva- “Cesare Zavattini” di Reggio Calabria e scaricabile gratui- mo essere informati e decidere più veloce- mente insieme del loro futuro, degli operatori tamente cliccando qui mente, più responsabilmente. Ecco l’impe- culturali e del nuovo pubblico. Nasce così que- *Marino Borgogni, è scomparso il 19 novembre 2012. gno. La sfida di oggi. Far veicolare le idee, sta testata, all’improvviso, spontaneamente e Presidente di Valdarno Cinema Fedic, V.Presidente della moltiplicarle, pubblicizzare progetti, mettere ispirata a Marino Borgogni (*), campione Fedic, già geometra di San Giovanni Valdarno e consiglie- in contatto tra di loro cineclub, cineforum, dell’associazionismo culturale che da poco era re indipendente del Comune. Autore di corti, vignettista, circoli del cinema, artisti, pubblico. Somman- venuto a mancare. Il primo numero di Diari pittore e modellista di plastici ferroviari, creatore e unico doli sono tanti. In tutta l’Italia ma anche fuori di Cineclub, è di dicembre 2012. Una rivista redattore del foglio della Fedic “fedicNotizie”. Come autore dal nostro paese. Se ci pensiamo un attimo, che ha un comitato di consulenza e rappre- ha realizzato diversi cortometraggi cimentandosi anche siamo una potenza, una catena distributiva e sentanza d’eccezione di cui quattro compo- con l’animazione. Disponibile a dialogare con sereno spi- di formazione notevole. Un prestigio signifi- nenti già militanti da sempre nel mondo rito costruttivo, è stato un dirigente Fedic che ha riscosso cativo che rende possibile politiche di distri- dell’associazionismo e già presidenti di Asso- la fiducia di tutti ottenendo sempre la maggioranza dei buzione culturale del cinema e della cultura. Il ciazioni come Cecilia Mangini, la prima voti nelle assemblee annuali della Federazione. 2 [email protected] L’impegno trasversale da parte di tutte le forze politiche per promuovere il ruolo della cultura nel nostro Paese e la sua rilevanza economica e sociale. Prosegue lo spazio dedicato ai politici di buona volontà che vorranno impegnarsi su “La priorità dell’azione politica nell’ambito della cultura” La parola ai politici: Roberto Morassut Cosa può fare la politica per la cultura Tema vastissimo. Non imprese ha partecipato alla crescita e allo svi- grandi realtà produttive - come Cinecittà - e è facile trovare il giu- luppo dell’industria, della produzione e della ad aprire il mercato italiano anche ad investi- sto punto di appoggio diffusione culturale attraverso il ruolo svolto menti esteri dando spazio e possibilità di per argomentare su dalla Camera di commercio di Roma che ha emergere a tanti talenti e tanti artisti che non un tema che abbraccia aperto nuovi spazi alla imprenditoria soprat- riescono a trovare le risorse per far conoscere un campo di questio- tutto femminile e giovanile. Naturalmente le proprie idee. Infine, voglio dedicare le ulti- ne di mille sfaccetta- non va dimenticato che il nostro Paese ha una me righe di questo mio veloce contributo al ture. La prima cosa immenso patrimonio artistico e culturale e tema delle librerie. In tutte le città assistiamo Roberto Morassut che mi viene in mente, che nonostante lo sviluppo spesso distorto del ad una rapida e inarrestabile chiusura di li- considerando i tempi attuali, riguarda il rap- dopoguerra gode ancora di un paesaggio tra i brerie. I motivi sono tanti e vanno dal costo porto tra etica e politica e quindi la credibilità più belli del mondo. Arte, monumenti e pae- alto dei locali al calo di interesse commerciale di quest’ultima. Inutile spiegare il perché. È saggio sono risorse che non possono essere per l’oggetto libro a causa del violento irrom- chiaro a tutti. Come credo sia chiaro che una considerate secondarie dalla politica e dalle pere delle nuove tecnologie e della rete nel politica volgare e schiava solo del fattore “po- istituzioni. In questo senso appare essenziale campo delle conoscenze “universali”. Però tere” e della occupazione del potere come oggi una seria riforma urbanistica - che il Paese at- sappiamo bene che il libro è qualcosa di inso- accade, in modo talmente esteso che la politi- tende da quasi cinquanta anni - che tuteli il stituibile per un sano sviluppo culturale della ca viene vissuta dalla maggioranza dei citta- paesaggio ed i centri storici e faciliti la rigene- società. Credo che occorra quindi una norma dini come malaffare, non può svolgere alcun razione delle città sostituendo tanta brutta di legge che tuteli le attività commerciali lega- ruolo a sostegno della cultura. Nel senso che edilizia con nuove realizzazioni e dia all’archi- te alla diffusione del libro anche ricorrendo al- non può favorire in modo organico una cre- tettura un nuovo slancio ed una nuova capaci- lo strumento del vincolo su certe attività che scita della società civile, una più elevata vita tà di dare forma alle nostre città. Non bisogna debbono essere considerate qualche cosa che civile nella quale la cultura si diffonda verso trascurare inoltre il ruolo che la politica può va oltre l’aspetto meramente commerciale. strati sociali più ampi e svolga quel ruolo criti- svolgere verso il mondo delle imprese private C’è una discussione su questo con gli operato- co e attivo che è indispensabile in una società e degli istituti finanziari per promuovere e so- ri del settore ed il Parlamento che spero ap- democratica. Fatta questa premessa credo stenere iniziative culturali. Parlo, ovviamen- prodi presto ad un provvedimento legislativo. che le azioni fondamentali che la politica può te, delle Fondazioni bancarie che hanno tra le promuovere in favore della cultura siano mol- loro finalità proprio quella della promozione Roberto Morassut teplici. C’è una azione prettamente pubblica culturale d’intesa con le istituzioni e gli enti Nato a Roma nel 1963 ha iniziato l’esperienza politica nel che si esplica nel sostegno alle attività forma- locali ma anche delle azioni di liberalità e di 1981 nel PCI. Prima ancora nella Federazione Giovanile tive - scolastiche e universitarie - che sono alla sostegno che molte imprese possono promuo- Comunista Italiana. Fino al 1987 è stato dirigente della base della formazione di un individuo e della vere direttamente. Tale pratica è diffusa so- Federazione romana del PCI – Appio Tuscolano – avendo creazione di quel bagaglio essenziale di cono- prattutto nel mondo anglosassone dove il si- iniziato come segretario della sezione del PCI del quartie- scenze e di stimoli che poi accompagna tutta stema fiscale agevola gli investimenti diretti re Alberone. Laureato in Lettere con indirizzo di Storia la vita di una persona. Da questo punto di vi- delle imprese nel campo culturale. Una moda- contemporanea. Eletto consigliere comunale di Roma, sta c’è da fare tantissimo in Italia dove la for- lità solo in parte operante anche in Italia. Un nella Giunta di Veltroni è nominato Assessore all’Urbani- mazione universitaria ha subìto negli ultimi ultima riflessione vorrei dedicarla allo specifi- stica arrivando all’approvazione in Consiglio comunale anni degli arretramenti e dove la dotazione co campo del cinema. Un campo nel quale l’I- del Nuovo Piano Regolatore Generale di Roma e all’avvio stessa delle infrastrutture per la formazione talia per tanti anni ha svolto un ruolo di primo e conclusione della realizzazione di significativi progetti universitaria è inadeguata. L’azione pubblica piano anche a livello internazionale e che, no- di trasformazione urbana come il nuovo Centro Congressi riguarda però anche il ruolo delle ammini- nostante i grandi talenti presenti nel settore - dell’Eur di Massimiliano Fuksas, la nuova Stazione Ti- strazioni pubbliche nella programmazione registi, attori ma anche operatori di produ- burtina di Paolo Desideri, il nuovo complesso dell’Ara delle risorse e nella realizzazione di opere zione - da un po’ di anni ci vede in declino. pacis di Richard Meyer, il nuovo Auditorium di Renzo pubbliche - musei, teatri, biblioteche, fonda- Sarebbe un fatto di grande rilievo se si giun- Piano, la riqualificazione dei Mercati Generali di Via zioni - che debbono essere considerati tra gli gesse finalmente all’approvazione di una leg- Ostiense su progetto di Rem Koolhaas, il nuovo Museo di standard essenziali dello stesso sviluppo e tra- ge quadro organica per il Cinema. Un provve- Arte contemporanea di Roma (MACRO) di Via Nizza sformazione delle città. A Roma negli anni dimento di cui si parla spessissimo e da anni presso le ex Birrerie Peroni su progetto della francese Odi- che vanno dal 1993 al 2008 sono state realizza- ma che non ha mai trovato, nelle varie legisla- le Decq, il piano di riabilitazione urbana di Viale Giusti- te tantissime strutture culturali sia nel centro ture, lo spazio e la possibilità di essere appro- niano Imperatore, il piano di recupero dell’ex Mattatoio della città che in periferia che non solo hanno vata. Una legge organica per il Cinema in cui di Testaccio in Città delle Arti ed altro ancora. Conclusa migliorato la convivenza civile ma hanno ali- il settore pubblico si impegni con leve fiscali e l’esperienza amministrativa in Campidoglio è stato eletto mentato nuovi settori economici a partire con investimenti a favorire la produzione ci- deputato. Attualmente Responsabile nazionale dell’Urba- dalle attività turistiche. Il sistema delle nematografica italiana, a creare o a rilanciare nistica del Partito Democratico. Anche a Roma la Bibliocabina Il BookCrossing è un modo per incoraggiare la condivisione del sapere attraverso lo scambio continuo di libri. I libri stessi vengono lasciati a di- sposizione di coloro che li vogliono leggere, una volta ultimata la lettura vengono restituiti per nuovi lettori. Con questi obiettivi è stata inaugu- rata la prima Biblio-Cabina romana, si trova a Parco di Torresina in viale Indro Montanelli: i volumi usati sono inseriti all’interno di una vecchia cabina telefonica, concessa da Telecom e modificata grazie a una scaffalatura: i passanti potranno così scambiarsi libri gratuitamente, prenden- done uno di proprio gradimento e lasciandone un altro. L’iniziativa è stata ideata dal Comitato di quartiere Torresina, che la prenderà in cura e dalle associazioni H2, Scaffali e Alberoandronico. Diari di Cineclub sostiene l’iniziativa. 3 n. 23

segue da pag. 1 stato appena inaugurato il Ministero di Cul- tura e Arte che si occupava di cinema, anche a livello produttivo, prediligendo i documentari finanziati, ovviamente, dal regime. Questi miei film - il “Trittico della Schiavitù” - erano stati commissionati dalla famosa Organizza- zione Femminile dell'Iran (OFI), diretta dalla sorella gemella dello Scià, Ashraf Pahlavi. Ci lavoravano dei nomi già famosi, donne e uo- mini prevalentemente diplomati e laureati all'estero come Social Worker: psicologhe, giornaliste, lavoratori del cinema ecc. L’OFI godeva di ottimi finanziamenti, derivati dagli introiti settimanali di denaro ricavati dall’u- nica lotteria esistente in Iran. Ma l’OFI - come d'altronde tutti gli altri enti statali o parasta- tali, compreso il Ministero - erano al servizio della propaganda. Così, mi avevano commis- sionato una specie di cinegiornale - in bianco cinquanta anni da quei giorni e trentasei dalla interessante come anche in Iran, similmente e nero e con un tempo massimo di 10 minuti -, rivoluzione Irano – Islamica, la situazione e la ai paesi prima nominati, i registi hanno cer- che doveva mostrare in quale “rosea” situazio- collocazione delle donne nella società è sicu- cato e trovato un nuovo linguaggio filmico. ne si trovassero le prigioni femminili nei bas- ramente cambiata in meglio, nel senso che la Ciò non ha solo arricchito il cinema interna- sifondi di Teheran oppure in quale condizio- componente femminile del paese - malgrado zionale, ma ha prodotto quello che si può, or- ne fosse il famoso quartiere Shahre' No, in cui tutto ciò che si possa pensare sulle restrizioni mai, definire il Nuovo Cinema Iraniano oil vivevano ed esercitavano le prostitute. Aven- d'ordine religioso e islamico - ha un impor- Neorealismo Cinematografico Iraniano! Ba- do visitato quei luoghi sia prima dell'accordo tante potere sociale, familiare, economico e di sti pensare a autori quali Amir Naderi, Abbas col Ministero e sia in seguito, quando fui ac- costume. Il numero delle donne nelle Univer- Kiarostami, Jafar Panahi, Asghar Farhadi, Ra- compagnato dalle donne dell’OFI, avevo rece- sità iraniane supera di molto quello maschile; khshan Banietemad, Parviz Kimia. La mia ge- pito da quelle esperienze ben altre impressio- abbiamo delle rinomate artiste, registe (sia nerazione è anche debitrice del cinema Ame- ni. A questo punto, dovevo, da una parte nel cinema sia nel teatro), scrittrici, musici- ricano degli anni cinquanta e sessanta, della raggirare il rigoroso controllo e la pressione ste, cantanti, architetti, attrici, medici, inse- straordinaria classe del movimento del docu- della censura degli addetti inviati dall’OFI e, gnanti universitarie. Nei vari e continui pro- mentarismo Britannico - sia durante che do- dall'altra, quello della polizia che ci accompa- blemi d'ordine sociale, nelle manifestazioni po la seconda guerra mondiale - e di altre gnava per proteggerci! Il primo corto, “La Pri- politiche e pubbliche, nelle dimostrazioni di espressioni filmiche che abbiamo avuto la gione Femminile”, girato in fretta, ebbe un dissenso, in dichiarazioni illuminanti e intel- possibilità, l'amore, la volontà e la passione di esito favorevole, anche perché il luogo dove ligenti ai fini di analizzare i misfatti del go- vedere e rivedere durante quei verdi anni del- avvennero le riprese era abbastanza pulito, at- la nostra gioventù, sia a Roma sia inseguen- trezzato e controllato dalle autorità. Questo fu doli per tutta l'Europa. il mio primo documentario con un intento so- 4) Cosa ti fa pensare la tragedia di Reyhaneh, la ciale, dedicato ai problemi della donna. Fu donna impiccata per aver ucciso l'uomo che l'ha proiettato in varie sale di Tehran su mia ri- violentata? chiesta, basata sull’esperienza maturata a Ro- La tragedia di Reyhaneh non è né il primo e né ma dove, allo stesso modo, avevo potuto vede- sarà -dolorosamente- l'ultimo dei misfatti di re i documentari dei giovani registi italiani genocidio di questo regime. Purtroppo nel la- diventati, col tempo, gli autori maggiormente birinto oscuro della cosiddetta giustizia e del- rilevanti nel panorama nazionale, come Gillo le leggi inventate dall'uomo (da quel comune e Pontecorvo o Vittorio De Seta. Dopo il mio insignificante prete o Mullah, che fino a ieri “La prigione femminile” 1965 primo film, ebbi maggiore libertà e, in pochi era al potere, attraverso una girandola di fatti giorni, girai “Teheran è la Capitale dell' Iran” e accadimenti senza nessuna apparente ra- e, parallelamente, “Qaleh, quartiere femmini- verno islamico, le donne - sia quelle che vivo- gione significativa o palpabile) non si viene le”, senza nessuna sceneggiatura e con uno no in patria sia quelle residenti all'estero mai a sapere il movente di certi atti, che ri- stile e uno sguardo al Cinema-Veritè, inven- - hanno sempre avuto un ruolo e un valore marranno enigmatici per sempre. Però, l’e- tando una mia estetica personale, derivata molto positivo e costruttivo, certo pagando, sperienza e la storia ci insegnano come verrà anche dalla mancanza di attrezzature ade- spesso, con la propria pelle e col sangue le il giorno in cui i muri del silenzio, della paura, guate, pure dal punto di vista tecnico, special- conseguenze, a volte, anche atroci. dell’oblio cadranno e la verità verrà alla luce! mente per quanto riguardava i problemi di regi- 3) La Teheran dei tuoi primi film ha l'’aspetto di Ma, purtroppo, sarà sempre tardi affinché l'u- strazione di audio e suoni contemporaneamente una sorta di girone infernale. Ti ha aiutato lo stile manità ne acquisti consapevolezza per chiari- in funzione di una buona qualità. ispirato al neorealismo? re il proprio futuro e la propria civiltà. Forse, 2) L'associazione di donne che ha prodotto i tuoi La Teheran di quei giorni lontani del 1960 – 70 stiamo cadendo sempre più in basso! Guar- primi film dimostra quanto fosse impegnata nel so- non è paragonabile con quella contempora- diamo, in questo senso, il fenomeno dei Nuo- ciale la componente femminile in Iran. In questi nea, che è una vera città infernale nel vero vi Califfati Islamici e le sue drammatiche con- anni la realtà del paese è cambiata: quanto possono senso della parola, con più di 12-13 milioni di seguenze. influire le donne sia nel cinema sia nella società? abitanti di ogni origine, setta, credo, profes- 5) Nella tua estetica di regista, oltre al neorealismo, Le donne iraniane erano costantemente una sione, lingua. Certo, l’esperienza del Neoreali- quali sono stati i tuoi riferimenti cinematografici? fonte e un nucleo importante sia per gli arti- smo è l'elemento più vivo e presente nel no- A questa domanda, in qualche modo, ho già sti, gli scrittori, i sociologi sia per i cosiddetti stro cinema, come lo fu per quello Indiano, risposto, però vorrei aggiungere che, secondo uomini di governo, seppure non mancassero Giapponese, Sud Americano. Nonostante me, il mondo interiore e la capacità direttoria- opinioni contrastanti. Oggi, trascorsi più di questa profonda influenza, è estremamente segue a pag. successiva 4 [email protected] segue da pag. precedente Associazionismo Nazionale di Cultura le di un regista non vanno circoscritti esclusi- Cinematografica vamente ai film visti e studiati! E' stato certa- mente importante aver vissuto da giovane in maniera curiosissima, assettato di recepire Presentiamo altre realtà; vedere, leggere, imparare, per poi le segreterie. I poter creare e riproporre agli altri, mi ha aiutato molto, così come avere una ricca protagonisti. Chi competenza del patrimonio culturale e arti- sono, cosa fanno, i stico italiano, parallelamente a quello cine- matografico. Tutto questo, insieme alla co- loro volti noscenza, ad esempio, di certi scrittori del da sx Kamran Shirdel e Michelangelo Antonioni Sud d'Italia, delle scuole e delle grandi ope- il progetto fu stroncato a metà strada per ra- Ecco a chi ci rivolgiamo re, che ho apprezzato quando studiavo Ar- gioni politico - economico - sociali. Cosi mi per consigli, informazioni. chitettura a Roma. Così come è stato fonda- dissero i produttori. Ho lavorato, poi, su opere mentale il mio interesse mai colmo per la che riguardavano i porti e i portuali, sul pro- Da loro riceviamo mail musica, la pittura, la scultura, le lingue. L'in- blema del petrolio e sui giacimenti del gas e e telefonate. Spesso sieme di queste esperienze mi ha aiutato, for- sulla continua rovina nelle aree del Khuzistan se, ad essere un uomo migliore, una persona (Ahwaz, Abadan, Gachsaran). In questi gior- conosciamo solo i nomi e le che prende il proprio lavoro e il proprio modo ni, a parte il lavoro con le mie classi molto ben loro voci di essere sul serio e ne gode infinitamente! frequentate sul Cinema Neorealistico Italiano 6) Puoi dare un giudizio sul cinema iraniano con- e sulle sue ripercussioni nel cinema mondiale Dal precedente numero abbiamo iniziato ad temporaneo? in almeno quattro continenti e subcontinenti, approfondire la conoscenza con i nostri con- Dai risultati effettivi visti oppure da quelli di sto preparando un documentario sulla vita e tatti presentando Daniela Vincenzi (FIC), Na- cui possiamo venire a conoscenza, prima che la morte - esplose su una mina - del grande fo- dia Giovannini e Veronica Finanzieri (CGS/ i film vengano censurati o trascurati oppure tografo iraniano Kaveh Golestan. Lui è l'auto- Cnos-Ciofs Cinecircoli Giovanili Sociocultura- proiettati e mandati ai festival internazionali, re di quel doloroso e unico reportage fotogra- li); Amedeo Mecchi (FICC). In questo numero la situazione del cinema iraniano sembra vi- fico sulle prostitute del Qaleh, che mi aiutò a la segreteria CSC vere un periodo di crescente risalita, grazie ai completare il film nel 1980. nuovi nomi di giovani registe e registi. Ho 8) Come vedi la situazione internazionale in Medio Cesare Frioni, segretario del CSC - Centro Stu- un’assoluta fiducia in questo nuovo sviluppo Oriente e la vicenda che coinvolge l'Iran con l'in- di Cinematografici, nei locali della biblioteca cinematografico che ha giustamente sbalor- stallazione, osteggiata dall'occidente, delle centrali dell’associazione, dove sono raccolti e disponi- dito, non solo noi, ma anche il mondo fuori nucleari? bili 5.000 volumi e riviste, 50.000 foto, un’e- dai nostri confini che considera la settima ar- Malgrado il mio morale positivo, non vedo as- meroteca contenente le recensioni in origina- solutamente chiara e promettente la situazio- le dei film recensiti nei quotidiani dal ne in Medio Oriente e, addirittura, ho la fer- dopoguerra a oggi. ma e chiara impressione che la terza guerra mondiale comincerà proprio da qui! Con l'in- vasione dell’Iraq e dell’Afghanistan e l’inven- zione del nuovo gruppo Daeshh ISIS (il Calif- fato Islamico), che sta decimando intere popolazioni non esclusivamente islamiche, nonché con la quasi certa vittoria alle prossi- me elezioni presidenziali dei Repubblicani negli USA che porterà al potere un nuovo idio- ta come Bush, il rischio è l’avvio di un processo “Quartiere delle donne”. 1965 per l'annientamento del genere umano dalla faccia della terra. D'altra parte, la testardaggi- te come cosa importante e seria. Certo ci sono ne, la perversione e la resistenza religiosa (Isla- degli alti e dei bassi ma per il momento la si- mica e non solo) perdurerà e, come immagino tuazione attuale pare assai positiva. accadrà, ingarbuglierà tutto col rischio di far 7) Hai nuovi progetti cinematografici da realizzare esplodere il mondo. Aggiungiamo a queste in Iran o in altri paesi? tensioni gli USA e l’Inghilterra coi loro alleati, Sono anni ormai che non trovo la possibilità e i quali sono riusciti a mettere gli Sciiti contro il modo di dedicarmi a quel genere di cinema i Sunniti, il pretesto del pericolo iraniano con che mi sta più a cuore. Devo anche aggiungere le sue centrali nucleari e come tutto questo come la mia non fosse una vita propriamente stia portando, nei prossimi anni, a svuotare le dedicata al Cinema Documentario Sociale. tasche degli Arabi ricchi del golfo Persico, Avevo altri intenti e progetti per elevare e per- nonché i petrolieri americani e i costruttori di sonalizzare un certo Cinema Industriale, che armamenti che stanno facendo grandi affari Cesare Frioni al suo posto di lavoro nella sede del avevo cominciato a realizzare prima di essere in Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Iraq, Af- Centro Studi Cinematografici cacciato dal Ministero, nel lontano 1968. Ebbi ghanistan, Syria. Non dimentichiamo, poi, la grandi occasioni e successi in questo campo. Russia, la quale, non volendo stare indietro a Ho cominciato, in seguito, una serie di lavori tali dinamiche, farà altrettanto... E' una farsa storico - didattici sulla importante questione nera che mi fa ricordare il Dottor Stranamore CSC della disfatta e della morte della vera arte ira- del grande Kubrick! Via Gregorio VII, n. 6 Roma, 00165 Tel. niana, sulla realizzazione del tappeto in Iran. intervista raccolta da 06/6382605 Ho viaggiato mezzo paese per questo e ho gi- Elisabetta Randaccio www.cscinema.org/ rato tanto materiale in 16mm. Purtroppo, però, Marco Asunis [email protected] 5 n. 23

Fotografia. L’arte in difesa dei diritti umani They Fight With Cameras. Combattere con la macchina da ripresa Incontro con Walter e Nina Rosenblum

“A mio modo di vedere, il senso della vita è dato dalle persone che si so- no conosciute e amate, che hanno reso la vita un’inesauribile fonte di ricchezza. Ho incontra- to persone malvagie e so di cosa sono capaci. Ho partecipato alla libe- Manuela Fugenzi razione di Dachau, ma ho sempre creduto che il male non sia radicato nell’animo umano. Credo piuttosto che in una società giusta solo il meglio fiorisca nelle persone. Con questo spirito ho sempre fotografato.”. Con queste parole Walter Rosenblum nel 1998 chiude il suo intervento durante la serata del 14th An- nual Infinity Awards all’International Center of Photography, dopo aver ricevuto assieme alla moglie, la celebre storica della fotografia Naomi Rosenblum, il Life Achievement Award “per il costante impegno ed esempio nel so- stenere e divulgare la loro visione della foto- grafia, contribuendo in modo determinante al riconoscimento di cui oggi gode”. Nel mo- Omaha Beach Rescue. Normandia, Francia. 7 giugno 1944 (D-Day+1). Il tenente Walter Sidlowski della 5th mento di maggiore riconoscimento profes- Engineers Special Brigade, eroe di Omaha Beach Rescue, sulla spiaggia qualche minuto dopo il salvataggio di sionale Walter ricorda la sua esperienza più un compagno. Il soldato dietro di lui fuma una sigaretta, rivelando così che la fotografia è stata scattata quando dura come soldato nella US Army Signal la spiaggia non era sotto il fuoco nemico. (foto e didascalia di Walter Rosenblum). Corps durante la seconda guerra mondiale, la chiarazione è anche rivelatrice della qualità e dell’impegno civile della sua vita di uomo e di fotografo, fin da quando si affaccia al mondo e alla fotografia frequentando dall’età di- di ciotto anni la Photo League, un’associazione di fotografi e fotoamatori, che lo vedrà - tra il 1937 e il 1952 - membro attivo, segretario, re- dattore del notiziario “Photo Notes” e infine presidente. Nel feroce clima di caccia alle stre- ghe del maccartismo la “Photo League” verrà schedata come associazione sovversiva e sarà costretta a chiudere, come pure verrà cancel- lata per decenni dalla storia della fotografia, anche per mano dei suoi stessi affiliati e sim- patizzanti. Di questa associazione, aperta a tutti e dichiaratamente antifascista, ciò che all’epoca risulterà sospetto e inaccettabile è lo sguardo aperto, critico, curioso verso l’uomo e il mondo. Uno sguardo esercitato essenzial- mente nell’ambiente urbano di New York, do- ve la League raccoglie attorno a sè i migliori fotografi dell’epoca, contribuendo a fondare la moderna fotografia sociale. Walter si forma Nina Rosenblum Walter e Nina Rosenblum in questo clima, avendo maestri del calibro di Lewis Hine e Paul Strand dei quali sarà fotografa, con il proprio presente, come si liberazione del campo di concentramento di l’allievo prediletto. Il suo primo lavoro foto- evince da tutta la sua produzione, fino agli an- Dachau. Di quel momento non abbiamo sue grafico, non ancora ventenne, celebra un in- ni Ottanta. Anche nell’atroce esperienza della fotografie ma riprese filmate “aldilà di ogni crocio di strada attorno a Pitt Street, nella guerra riporta l’attenzione sull’uomo, il cui at- possibile immaginazione”, perché il 20 set- Lower East Side di Manhattan dove è nato, ce- teggiamento è rivelatorio di valori umani pro- tembre 1944 muore il collega Val C. Pope e da lebrando al tempo stesso la vitalità e l’umanità fondi e universali, quindi eroici: il senso d’im- allora Walter ricoprirà fino alla fine della di un mondo universale. Walter Rosenblum è potenza ma anche la battaglia contro l’impoten- guerra il suo ruolo di cameraman. La sua di profondamente in sintonia con ciò che vede e segue a pag . successiva 6 [email protected]

segue da pag. precedente Inoltre la difficoltosa ricerca sul footage pro- za, il senso della sconfitta ma anche il crollo dotto da Walter dopo in 20 settembre 1944 (ta- della invincibilità. “Ho imparato molto, sono le perché non archiviato con il nome dell’ope- maturato nell’esercito.”, ma non dobbiamo ratore che invece è visibile solo nel ciack dimenticare che Walter si forma in un am- iniziale) ha riportato alla luce materiali scono- biente culturale prebellico dove lo sguardo ri- sciuti agli stessi familiari. Accanto a Naomi formista americano incontra l’intellighenzia Rosenblum fondamentale è stato il contributo europea, spesso di origine ebraica come lui, di Nina Rosenblum, riferimento imprescindi- costretta ad abbandonare un’Europa umiliata bile del cinema documentario indipendente dai regimi. E’ la convinzione che sia una guer- americano, che a suo padre ha dedicato un ra giusta per fermare e sconfiggere il fascismo toccante film. E’ lei stessa a raccontarci il ruo- Walter e Nina Rosenblum e il nazismo, dove ognuno deve fare la sua lo che suo padre ha avuto nella sua formazio- parte, a muovere gli uomini e le donne della ne di regista: “Nella mia vita è stata una pre- Wire” (PBS), “Unintended Consequences” e “Photo League” nel 1943. Scelgono di farlo at- senza forte e ispiratrice, un padre, un “Liberators. Fighting on Two Fronts in WWII” traverso lo strumento che sanno meglio usa- fotografo e un insegnante appassionato e im- (PBS, WDR, La Sept, Canal+, SBS) sulla deten- re, la macchina fotografica. Documenteranno pegnato. E’ lui la ragione principale della mia zione di massa, la povertà, le pesanti leggi sul- sul fronte civile la produzione bellica e il pa- scelta di diventare pittrice realista prima e re- la droga, il razzismo, non sarebbero stati rea- triottismo, mescolato all’ansia per il futuro, gista di documentari più tardi. Crescendo l’ho lizzati senza questa forte e subconscia scritto sui volti ripresi nelle parate per le trup- aiutato in camera oscura e l’ho seguito negli identificazione con mio padre e la sua espe- pe in partenza. Walter Rosenblum in Europa anni Cinquanta nei quartieri degli immigrati rienza di cineoperatore della US Army Signal prenderà parte al D-Day, sbarcando a “Bloody a New York e sono andata con lui ad Haiti nel Corps nella seconda guerra mondiale”. Omaha” e fotografando “qualsiasi cosa mi ca- 1958. Ho ascoltato i suoi racconti sull’infanzia pitasse sotto gli occhi.” Di quella terribile e e la giovinezza passati nella Lower East Side Manuela Fugenzi fondamentale giornata quale è stata il 6 giu- gno 1944 – (ndr: Lo sbarco sulle spiagge della (1959) Vive a Roma, è giornalista photo-editor e ricerca- Normandia) tutti abbiamo negli occhi le stra- trice iconografica nell’editoria libraria e periodica dalla ordinarie immagini di Robert Capa. Ma non metà degli anni Ottanta. Cura inoltre iniziative editoriali fu il solo a documentare quell’evento. In pri- ed espositive sulla fotografia in Italia e all’estero,- occu ma linea fecero il loro dovere anche diversi fo- pandosi nel tempo di fotografia e memoria storica, foto- tografi dell’esercito, ma molti dei rullini scat- giornalismo contemporaneo e fotografia multimediale. E’ tati andarono persi assieme alle vite di coloro consulente degli Editori Laterza e di varie istituzioni pub- che tentavano di allontanarsi dal teatro della bliche e private. E’ membro di giuria e consulente scienti- battaglia per consegnarli ai laboratori in In- fico in concorsi internazionali tra i quali Atlante Italiano ghilterra e quindi al Army Pictorial Service. (Darc-MAXXI-Ministero per i Beni e le Attività Cultura- Così accadde alle pellicole di Walter Ro- li) e Sguardi incrociati (Unimed-Unione Europea). Si è senblum, eppure è sua l’icona americana di dedicata sin dall’inizio della sua attività alla divulgazio- quel giorno, il D-Day Rescue, a tutt’oggi uti- ne e alla didattica della storia e della tecnica fotografica e lizzata per celebrare questo momento crucia- attualmente è coordinatrice della Scuola di Fotogiornali- le della seconda guerra mondiale. Dal rappor- smo dell’ISFCI a Roma e docente presso l’Università degli to stilato all’epoca dallo stesso Rosenblum e Studi Roma Tre. Numerose le sue pubblicazioni. oggi reso pubblico risulta che è stata scattata il 7 giugno (D-Day + 1), ma l’Army Pictorial Mostra fotografica a Roma di Service decise di anticipare la data dell’evento Walter Rosenblum: ‘They fight with di un giorno e di divulgarla perché funzionale cameras’ alle esigenze di rinforzare il morale dell’opi- nione pubblica americana. Oggi questa im- Walter Rosenblum magine viene ricollocata al suo giusto posto, Walter Rosenblum (New York City, 1919– fornendo un contributo importante per la sto- di New York e sugli anni nella “Photo League”, 2006) ha esercitato la professione di fotografo ria e per la storia della fotografia e questo non l’esperienza formativa della sua vita. Ma quasi per più di cinquant’anni contribuendo note- toglie nulla alla sua forza iconica e documen- mai parlava di quegli undici mesi spesi da sol- volmente all’affermazione della fotografia nel taria. Semmai questa grande fotografia, che dato cineoperatore in Europa durante la se- corso del ventesimo secolo. A 18 anni entrò a ha fatto il giro del mondo rivelando senza om- conda guerra mondiale. Solo nel 1998, quando far parte della “Photo League”, dove conobbe bra di dubbio la cifra umanista del suo autore, la Shoah Foundation lo intervistò per il loro Lewis Hine e altri significativi fotografi tra i accoglie oggi nella sua lettura problematiche archivio di memoria sulla guerra, lo sentii quali Berenice Abbott e Paul Strand, del quale più ampie e sempre presenti sull’uso della fo- parlare approfonditamente della sua espe- fu allievo. Più tardi in questa organizzazione tografia di guerra, da parte dei governi così rienza, dello sbarco in Normandia il 6 giugno divenne responsabile del comitato espositivo, come dell’informazione, ufficiale o indipen- 1944 o della morte del collega Val Pope, colpito caporedattore della rivista Photo Notes, e infi- dente che sia. Il settantesimo anniversario del alla testa dai tedeschi “a pochi centimetri da ne presidente. Durante la Seconda Guerra D-Day riporta l’attenzione su Walter Ro- me”. Più tardi usai l’audio e il video di questa Mondiale, Rosenblum prestò servizio come senblum, tra i fotografi più decorati della se- intervista nel film che gli ho dedicato, “Walter fotografo e cineoperatore nell’esercito ameri- conda guerra mondiale. La famiglia ha messo Rosenblum. In Search of Pitt Street” (Daeda- cano e partecipò allo Sbarco in Normandia a generosamente a disposizione tutta la docu- lus Productions Inc. USA 1998) e ancora in Omaha Beach. In seguito, il suo gruppo di 5 mentazione per questo progetto, compresa “Ordinary Miracles: the Photo League’s New cineoperatori venne affiancato a varie unità un’importante scoperta d’archivio: una busta York” (Daedalus Productions Inc. USA 2012). da combattimento stanziate in Francia, Ger- contenente 33 stampe fotografiche, nelle - di L’impegno di mio padre nell’usare la sua arte mania e Austria. Fu così che si trovò tra i pri- mensioni di circa 8x10cm, i cui retri riportano per la difesa dei diritti umani ha pesato nella mi a filmare l’interno del campo di concentra- la didascalia originale e il timbro di approva- scelta dei soggetti che ho indagato nei miei mento di Da chau. Rosenblum è stato uno dei zione della censura del Supreme Headquar- documentari. Film come “Lock-up. The priso- fotografi più decorati della Seconda Guerra ters Allied Expeditionary Force (SHAEF). ners of Rikers Island” (HBO), “Through the segue a pag. successiva 7 n. 23

segue da pag. precedente Mondiale. Tra le medaglie ricevute figurano la Silver Star, la Bronze Star, la Purple Heart e una Presidential Unit Citation. Ha avuto il ri- conoscimento del D-Day Museum di New Or- leans ed è stato insignito del titolo di Libera- tore di Dachau dal Centro Simon Wiesenthal. Rosenblum ha fotografato alcuni dei più si- gnificativi eventi del ventesimo secolo: l’espe- rienza degli immigrati nella Lower East Side di New York, la Seconda Guerra Mondiale, i rifugiati della guerra civile spagnola in Fran- cia, la vita del quartiere di Harlem, del Bronx Medici dell’esercito portano via un ferito. Saint Lô Nell’anniversario della presa della Bastiglia ragazzini e di Haiti. La sua carriera è stata arricchita da [?], Francia. Senza data.(foto e didascalia di Walter francesi del villaggio di Mazisy [sic] guardano un film un’intensa attività didattica, iniziata nel 1947 Rosenblum) offerto dalle truppe speciali americane. Grandcamp- presso il Brooklyn College (CUNY). Inoltre ha Maisy, France. July 15, 1944. (foto e didascalia di insegnato alla Yale Summer School of Art per Walter Rosenblum.) 25 anni e alla Cooper Union, così come ai Ren- contres internationales de la Photographie with Cameras” è il titolo originale della foto- d’Arles (Francia), al C.R.A.F (Centro di Ricerca grafia che ritrae Walter Rosenblum e gli altri e Archiviazione della Fotografia) di Spilim- membri della sua unità il 27 giugno 1944, tre bergo (Italia) e a San Paolo (Brasile). Nel 1998 settimane dopo lo sbarco. E’ riproposto nel ti- l’International Center of Photography gli ha tolo di una mostra dedicata alla sua esperien- conferito l’Infinity Award for Lifetime Achie- za in guerra che permette di riconoscere e di vement assieme alla moglie Naomi Ro- ricordare, più in generale, il lavoro di tutti i senblum, celebre storica della fotografia. Con fotografi che nella seconda guerra mondiale lei Rosenblum ha curato numerose mostre di hanno scelto di combattere con la macchina respiro internazionale, tra cui la fondamenta- fotografica e di coloro che oggi, nelle zone di le retrospettiva dedicata a Lewis Hine nel 1977 L’avanguardia delle truppe americane entra a Saint conflitto, svolgono il loro dovere di testimo- dal Brooklyn Museum e quindi esposta in nu- Lô, Francia. 20 luglio 1944. (foto e didascalia di Walter nianza con consapevolezza e umanità. merose sedi negli Stati Uniti e successiva- Rosenblum) mente ospitata in Cina, quale prima mostra proveniente da un museo americano. Le sue fotografie sono presenti in oltre 40 collezioni internazionali, incluso il J. Paul Getty Mu- seum, la Library of Congress, la Bibliothèque Nationale di Parigi e il Museum of Modern Art di New York. Nina Rosenblum è riconosciuta negli Stati Uniti tra i più impegnati autori del documen- tario d’inchiesta indipendente. I progetti del- la sua casa di produzione televisiva no-profit Daedalus Productions Inc., fondata assieme a Il salvacondotto militare di Walter Rosenblum come Daniel Allentuck nel 1980, hanno scosso l’opi- fotografo di guerra. nione pubblica e sono un prezioso punto di ri- Prigionieri tedeschi. Omaha Beach (zona occupata), ferimento della cultura liberal e democratica Normandia, Francia. 7 giugno 1944. (D-Day+1). (foto americana per la loro capacità di declinare e didascalia di Walter Rosenblum) con sensibilità e tenacia la testimonianza umana, permettendo così di conoscere e com- prendere contesti sociali e politici non inda- gati dai media tradizionali. Regista produttri- ce e autrice di documentari, collabora con le maggiori reti televisive americane (TBS, HBO, PBS, NY TIMES Television, Canal+, SHOWTIME, ABC, NBC). In Europa ha lavo- WALTER ROSENBLUM in WORLD WAR II rato con Channel Four, WDR, La Sept e in Au- FROM D-DAY TO DACHAU, stralia con la SBS. E’ membro della Directors’ a cura di Manuela Fugenzi Guild of America, della Academy of Motion Inaugurata venerdì 21 Novembre, ore 19.30 Picture Arts and Sciences, della New York la mostra resterà aperta dal 22 Novembre Women in Film, la Independent Feature 2014 – 19 dicembre 2014 Project e la International Documentary Asso- ingresso libero ciation. Nella sua carriera ha ricevuto nume- Sono previste visite guidate per gli studenti rosissimi premi, tra cui una nomination all’A- Fotografia della Signal Corps in posa con il Segretario della dell’Università degli Studi Roma Tre aperte cademy Award per il film “Liberators: Fighting Guerra Henry L. Stimson durante la sua recente visita anche al pubblico. Date da definirsi on Two Fronts in World War II” (1992) con la alle forze armate in Francia. In seconda fila, da sinistra voce narrante di Denzel Washington, l’Emmy a destra: Lt. G. A. Stack; Lt. J. H. Ruggy; T/Sgt.Val C. Pope.; 10b Photography Gallery Award per “The Untold West: The Black West” Pfc. Edward A. Norbuth; S/Sgt. Don Sykes; e in prima fila: via San Lorenzo da Brindisi 10b (Garbatella) (1994), il Sundance Special Jury Prize per Pfc. Walter Rosenblum; Mr. Stimson; Pvt. Herb Shannon; Roma “America and Lewis Hine” (1984). “They Fight and Pfc. George Goodman. Francia, 17 luglio 1944. Il libro è edito da Edizioni Postcart 8 [email protected] Cinquantenario del Cinecircolo Romano Associazione aderente al CSC –Centro Studi Cinematografici Messaggio nel cinquantenario del Cinecircolo Romano Il Cinecircolo festeggia il cinquantenario di attività, con numerosissimi soci affezionati che ne fanno il cineclub più grande d’Italia. Milioni di presenze agli spettacoli, migliaia di film proiettati, centinaia di dibattiti ed interviste in pubblico, costituiscono - assieme alla rivista “Qui Cinema” e al” Premio Cinema Giovane” - la storia di cultura cinematografica dell’Associazione che rappresenta un presidio culturale unico nel territorio ed un riferimento nel Paese E’ con affetto che mi ri- che hanno poi avuto successo- come Saverio volgo a voi, soci del Ci- Costanzo, Fausto Brizzi, Francesco Bruni- e necircolo e degli altri giovani interpreti, che si sono poi affermati- Cineclub d’Italia, affetto come Micaela Ramazzotti, Beppe Fiorello, Va- che si prova per le per- lentina Ludovini. Ci fa particolarmente piace- sone con cui si sono re ricordare le migliaia di giovani studenti condivisi momenti di presenti alle proiezioni mattutine, votare in emozione che il Cinema massa per l’opera preferita e cimentarsi nella generosamente dispen- stesura della recensione da trasmettere ai va- sa. Emozioni provate lutatori in tempi “ giornalistici”. Infine inten- Pietro Murchio lungo due/tre genera- do parafrasare il maestro egiziano Yusuf Shahin zioni di amanti del Ci- Momento della serata di inaugurazione 2014-2015 Sul che ha scritto: “Il cinema non è un dono, ma nema che hanno avuto la ventura e il privile- palco durante l’incontro con il pubblico: da sx Roberto una vocazione. I registi sono i sacerdoti del gio di frequentare assiduamente la sala Petrocchi, Giorgio Colangeli, Pasquale Scimeca e il nostro tempo: danno la loro anima affinché la cinematografica dell’Associazione. Quest’an- Presidente verità sia detta sulla pellicola ”. Sì, è vero i re- no, infatti, celebriamo i 50 anni del nostro Ci- gisti sono i sacerdoti di questa arte, talvolta necircolo Romano. E’ affascinante considera- qui, in questa sala anche solo per un commen- anche eccellenti per i miracoli di bellezza e di re che in questa sala siano state viste le to conciso e cosciente sull’azione filmica, cui verità che compiono. E forse anche noi diven- pellicole, le migliori, per mezzo secolo, tutti si era assistito. Si è creata una sensibilità co- teremo “eccellenti”, vista l’ accresciuta sensi- presi, affascinati dalla magia delle storie, nel mune circa le caratteristiche di qualità e con- bilità e l’assiduità della nostra presenza. Che il buio e nella luce del proiettore. Credo che il tenuto che i film devono avere. Abbiamo avu- vostro, il nostro Cinecircolo, possa continuare nostro Cinecircolo sia tra i più longevi d’Italia, to modo di vedere pellicole di tutti i popoli. ad esistere e a essere leader oltre che per lon- resistendo eroicamente alle mutazioni inter- Abbiamo assistito all’evoluzione tecnologica gevità anche per numero di soci! Questo mes- venute nel tempo e non è un azzardo sostene- dei mezzi utilizzati e siamo stati tenuti infor- saggio è stato pronunciato il 30 ottobre, in oc- re che è il più frequentato anche a livello euro- mati di quanto nel mondo andava cambian- casione del film di inaugurazione al quale peo. Milioni di presenze agli spettacoli, do. Un accenno devo fare all’iniziativa, unica, hanno partecipato, con una interessante con- migliaia di film proiettati, centinaia di dibat- esclusiva, ormai consolidata in dieci anni di versazione in sala, gli artisti Giorgio Colange- titi e interviste in pubblico, costituiscono - as- esperienza, riguardante le settimane dedicate li, Pasquale Scimeca e Roberto Petrocchi. sieme alla rivista “Qui Cinema” ed al Premio Pietro Murchio Cinema Giovane- la storia di cultura cinema- Nato in Liguria completa nel 1966 gli studi a Genova con tografica dell’Associazione che ha rappresen- la laurea in Fisica. Inizia come docente universitario e ri- tato e rappresenta un presidio culturale unico cercatore industriale e nel 1970 arriva alla Selenia di nel territorio ed un riferimento nel Paese. Roma, ove nel 1982 viene nominato dirigente ricoprendo Questo è un merito nostro, di noi tutti, molti importanti incarichi nell’ambito delle società del Gruppo dei quali soci da lunghi anni, come la signora Finmeccanica, tra cui quella di delegato dell’industria ita- Paola, presente in sala per l’inaugurazione, al- liana di I.T. presso la Comunità Europea per i programmi la quale abbiamo consegnato una targa sim- di Ricerca e Sviluppo. Nel 2003 lascia l’azienda dedican- bolo della nostra riconoscenza. Certamente dosi con continuità all’attivita associativa culturale in un riconoscimento particolare va dato al com- qualità di Presidente del Cinecircolo Romano e direttore pianto Massimo Cardone presidente, in cari- della rivista Qui Cinema. Nel 2004 istituisce e dirige tut- ca per quasi trentacinque anni, fondatore del tora il Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Cinecircolo Romano della Previdenza Sociale, da sx Paola Taddei Vannucci viene premiata dal Prime. il Centro Europeo per il Turismo e Spettacolo ha che poi assunse, con la mia presidenza, la de- vicepresidente Luciana Burlin foto di Giampaolo D’ conferito in Campidoglio al dr. Pietro Murchio , in qualità nominazione attuale di Cinecircolo Romano. Arpino di Presidente del Cinecircolo Romano, il premio “Persona- Noi qui abbiamo fatto e facciamo cinema, lità Europea” sia del 2006 che del 2014. senza fine di lucro, con un volontariato corag- al Cinema Giovane Italiano e alle Opere pri- gioso, attento, per una comunità non politi- me, quando a marzo i nostri soci, ospiti e i ra- Cinecircolo Romano cizzata ed apartitica e in continuità con l’e- gazzi delle scuole di Roma e della Regione, do- Via Nomentana 333/C sempio del fondatore abbiamo, noi soci, un po aver discusso in sala con i registi, votano 00162 Roma luogo in cui ritrovarci per coltivare libera- per le migliori performance. Nell’ultimo de- Tel: 068547151 mente la nostra passione. E si è creata così cennio abbiamo selezionato, proiettato e giu- una comunità di followers, di seguaci. Così dicato ben 70 tra le oltre 250 opere prime di- come, penso, in moltissimi altri cineclub d’I- stribuite in sala dal 2004. Abbiamo attirato, a segreteria@ talia. Una comunità di persone che come in vedere film spesso invisibili, oltre 70.000 spet- cinecircoloromano.it una celebrazione di un rito si sono incontrate, tatori ed abbiamo premiato registi esordienti, www.cinecircoloromano.it

9 n. 23 The Italian Verso il centenario del film muto del 1915 Ispirazione sia per Ma- Italian” si riscatta infatti decisamente dal cli- rio Puzo che Francis ché nella seconda parte, la parte ambientata Ford Coppola per le am- in America – a New York, nel Lower East Side, bientazioni de “Il Padri- da quando cioè l’ex gondoliere Beppo mette no”, “The Italian” (1915, piede sul suolo americano. Qui il racconto regia di Reginald Bar- precipita d’un tratto dalla favola a tinte pastel- ker, scritto e prodotto lo fin dentro la più cruda realtà, cambiamento da Thomas H. Ince) è repentino di registro che conferisce ancora Enzo Lavagnini un film muto conserva- maggior forza al verismo del racconto nelle to presso la Biblioteca strade di New York. La variazione avviene sia del Congresso degli Stati Uniti per il suo par- con una recitazione naturalista, che con la de- ticolare valore artistico e sociale. Si tratta di scrizione fotografica diretta, non mediata un’opera davvero ragguardevole, per le quali- della grande città, frettolosa e senza anima, tà cinematografiche, ma soprattutto -dal no- dei suoi abitanti elettrizzati dalla fantomatica Il gondoliere veneziano Pietro Beppo Donetti è stro punto di vista- perché è questo il film in ricerca del successo. Una città in cui bisogna innamorato di Annette Ancello da cui ha un figlio cui si comincia a raccontare gli italiani in un soltanto cogliere l’attimo ed afferrare la fortu- nuovo modo, fatto non solo e non più di gene- na al volo, se passa. E se non passa, sopravvi- rica macchietta e maniera. Questa la storia; vere. In questo modo, con questa incalzante e ricca “solo” di storia, di arte, ma arcaica, desti- emblematica di tante altre: il gondoliere Bep- brutale sequenza narrativa, lo stereotipo ar- nata ad essere solo un museo. Aveva per con- po (George Beban) emigra in America per po- caico dell’Italia, appena descritto dallo stesso venzione, attitudine al melodramma. Viveva ter mettere su famiglia con Annette. A New film, comincia già a cedere dalle fondamenta: di passioni smodate, di forti amori, di grandi York Beppo trova da fare il lustrascarpe grazie quel mondo definito, rassicurante, conosciu- amicizie, di famiglie incrollabili, di fedeltà, di al boss irlandese della zona, Corrigan: non fa to, non esiste più: la realtà è un’altra cosa. onore, di tradimenti, di riconciliazioni; e fortuna, ma può comunque far venire Annet- Quel vecchio mondo è solo una cartolina illu- quando subiva “male azioni” si vendicava, an- te a stare con lui. La ragazza lo raggiunge, in- strata dai bei colori sgargianti che si smate- che con ferocia inaudita; il coltello a serrama- namoratissima, si sposano, hanno un figlio, rializza per far posto al suo rovescio: l’indefi- nico, l’ “italian stiletto”, sempre a portata di ma sono poveri, al punto tale che stentano a mano, la “vendetta” -parola italiana che fini- comprare il latte pastorizzato necessario per sce a buon diritto nel vocabolario americano il bambino. Beppo derubato, cerca l’aiuto di (come ci ricorda “V for Vendetta” dei fratelli Corrigan che cinicamente si nega. Beppo non Wachowski ), quasi fosse davvero una “spe- ha soldi per il latte, finisce addirittura in car- cialità” italiana- col suo carico sempre fatale, cere per rissa, nel mentre il figlioletto muore. come unica soluzione per mettere riparo ad Disperato, Beppo torna al suo lavoro di lustra- un torto subito. Bagaglio sanguinario che, nel scarpe, oramai senza più ragioni per vivere. pregiudizio imperante, definiva i sempre più Gli si presenta però subito l’occasione per la numerosi membri della comunità italiana co- sua “vendetta”: da un giornale scopre che il fi- me non proprio raccomandabili. La vera forza glio di Corrigan è molto malato e che un qua- de “The Italian” sta nel mettere in disparte in lunque rumore potrebbe ucciderlo. Mentre un sol colpo questa grande quantità di stereo- sta per compiere il delitto, si accorge che il tipi sugli italiani. Li evidenzia e subito dopo li bambino fa con la mano un gesto che faceva rende poco credibili. Li mostra e già li archi- sempre anche suo figlio. Desiste, va al cimite- via, allo stesso tempo: fa capire che sono, pos- ro a piangere sulla tomba del suo bambino. “The Italian” un film muto del 1915 diretto da (non sono essere, retaggi del passato. Soprattutto L’impressione sulla parte “italiana” del film è accreditato) Reginald Barker quelli meno “accettabili” socialmente. Quan- quella di trovarsi di fronte ad un vero scempio do nella narrazione si arriva al capitolo della a base di eccessive dosi di folklore, non si sa nito, il non rassicurante, lo sconosciuto: i “vendetta” di Beppo, “The Italian” distrugge quanto volutamente, confuso: l’idilliaca am- frutti contemporanei e selvaggi della metro- col resto anche questo luogo comune dell’ita- bientazione è quella di una Venezia fuori dal poli. Nell’immaginazione comune ed anche liano non placato altro che da quella. Succede tempo, finta (girata a Venice, California), mal per gli sceneggiatori dei film, l’ “italiano” era esattamente sul finire del film, quando Beppo riprodotta, situata in mezzo ad improbabili un “personaggio” sempre dentro la propria si introduce furtivamente nella bella villa del colline e vigneti, attraversata da asini ed ovi- comunità, in relazione autentica solo con la boss, dell’irlandese Corrigan, il quale gli ha ni, abitata poi da contadini vestiti alla manie- propria famiglia, quasi mai in grado di inte- negato l’aiuto che poteva salvare il figlio: la vil- ra sarda, e con Beppo che fa il gondoliere sem- grarsi, mai disponibile a fidarsi delle istitu- la è piena di servitori in livrea e con ricchezze pre allegro e suonatore di chitarra (vestito zioni locali, diffidente, con un perenne senso ben in mostra, con un medico in doppiopetto però come un siciliano). Come da una tale di perdita del legame col paese d’origine, con che si prende cura del figlio di Corrigan. Bep- congerie di ben esibite “italianerie” venga fuo- le sue tradizioni, con la religione, con il cibo, po è accecato dall’odio ed ha un solo proposi- ri, nel corso della narrazione, un film signifi- con la musica, con la lingua. Ed aveva anche to: la camminata è lenta, il corpo ripiegato su cativo ed importante, e certo affatto banale, è una certa, naturale, predisposizione alla cri- se stesso, le movenze un poco animalesche, cosa che lascia davvero il campo alla sorpresa. minalità; questo, come pregiudizio molto dif- viene da temere il peggio, è davanti al bambi- O che, meglio ancora, fa riflettere sulla costru- fuso. Era, l’italiano, un emigrato, un dispera- no che dorme. Beppo vorrebbe e ora potrebbe zione ingegnosa che lo sostiene. Scritto e pro- to, spesso senza arte né parte (e se l’ “arte” compiere il suo delitto, per brutale istinto, e dotto da quel gigante del cinema hollywoodia- l’aveva, doveva comunque adattarsi ai lavori consumare così la sua “vendetta”; “replicare” no che è stato Thomas H. Ince, il quale appare disponibili) e, allo stesso tempo, incredibil- quello che proprio tutti si attenderebbero da molto più autore dello stesso regista (nei titoli mente, il rappresentante di quella terra favo- un emigrante italiano nelle sue condizioni di del film il nome del regista non c’è proprio), losa, a buon diritto orgogliosa e piena di sole. spirito, come è anche troppo facilmente pre- secondo un ben architettato schema “The Lasciava una terra bellissima, ma povera, segue a pag. successiva 10 [email protected]

segue da pag. precedente segue da pag. 1 vedibile dal cliché. E invece no. Ecco invece che ci ricorda il mezzo inferno in cui l’Italia vive accade qualcosa di nuovo, che non ti aspetti in oggi nel mondo. “Koyaanusqatsi” un grande un italiano da stereotipo, qualcosa che apre film di un impiegato americano che si diede al una gamma più complessa di sentimenti in un cinema poiché aveva una cosa da dire, parten- personaggio finora storicamente unidimen- do proprio dal titolo del film che nella lingua sionale: un piccolo gesto del bambino che sta amerinda significa “vita in tormento”. Sono per sopprimere gli ricorda con nettezza un ge- passati trentadue anni da allora e tutti noi sto che faceva anche suo figlio. Beppo improv- possiamo tranquillamente dire che se il mon- visamente si immobilizza. Da stereotipo che do oggi è in tormento più di ieri per guerre, Un ragazzo mangia un panino con la mortadella e era, prende coscienza della propria unicità. sgozzamenti, fame, vere e proprie crisi, l’Italia racconta di essersi arreso alla lotta della ricerca del Ora si vergogna perfino di se stesso, dei suoi si trova in mezzo a uno smarrimento da cui lavoro dopo tre anni, ma dice di essere comunque stessi istinti ancestrali. Non sa più capacitarsi sta cercando di uscire; ma come?. Ed ecco che felice di vivere così, perché sa che fin quando avrà di quell’orrendo delitto che stava per compie- Gabriele Salvatores, regista sensibile e atten- qualcosa da masticare, come quel panino, nessuno re: è come se avesse osservato un suo doppio to, ha avuto un’ idea in apparenza frustra e ba- può togliergli il diritto di assaporare gioie come quelle nale: quella di chiedere agli italiani di man- dargli dei video, come fa qualsiasi tv anche chiedono al neonato: “Beh, adesso che succe- locale, nel solco dell’ormai annosa “Paperissi- de, che cosa facciamo?”. Il tema della preca- ma”. Ma Salvatores non è un grossolano pro- rietà imperversa. Giovani e vecchi che si guar- duttore tv e non è neppure il Ricci della 5, dano e interrogano con occhi sgranati: “E mò l’Antonio Ricci spiritoso e sapiente che cono- che succede?”. Il tema del crimine imperversa sce i gusti del pubblico, quel pubblico che cer- ma sotto traccia, infilato, breve. Un collabora- ca divertimento sul video anche per placare tore di giustizia che si domanda e domanda: “ quella “vita in tormento” che viviamo da sem- E mò che faccio, ora che ho collaborato?”. Ce lo pre, e non solo in Italia nel globo globalizzato chiediamo tutti noi che intuiamo i retroscena da novità e affanni, pochi sollievi. Mentre at- del crimine che esplode in tante regioni nel tendeva l’arrivo dei video (pare che siano arri- nostro sciagurato Paese. Un bel lavoro, questo vati numerosi) Gabriele meditava la sua idea di Salvatores, aggrappato alle speranze delle di partenza, che aveva di sicuro già in testa, da nascite e al cupo dosaggio dei pericoli in cui appassionato di cinema: rifarsi al film dell’im- viviamo. Un bel lavoro impotente, immagini piegato americano trasformatosi in regista, che scorrono, s’inseguono, impattano, mesco- Godfrey Reggio, e raccontare la vita di oggi fra la di sentimenti e risentimenti, angoscia, ri- tormenti e non solo. Ne è venuto fuori un film cerca disperata di stelle che brillino non nei creativo di montaggio, e cioè un vero e pro- cieli ma nei cuori e nelle menti. Di noi frustra- prio film. Per raccontare con i video ricevuti un super-racconto sospeso tra cielo e terra,la terra vista dalla luna. Con una colonna musi- cale che è alla Philip Glass (grande artista pre- sente anche in “Koyaaniqatsi”) o alla Philip Glass, con aggiunta di canzoni e altri brani Locandina del film “The Italian” musicali, il regista napo-milanese trova i ritmi per la sua narrazione. C’è un astronauta che narra dalla sua nave nel cielo e ci sono altri ita- che agiva per conto suo: cerca, confuso, soltan- liani che sono alle prese con la quadratura del to una distanza dalla scena che ha visto. L’uni- ca cosa che gli resta è tornare alla tomba del suo bambino, quello è il suo posto: tornare a Giada Lonati, direttore socio sanitario dell’Associazione piangere il suo dolore, che nessuna vendetta FCPO, impegnata in un giro di visite a quei malati potrà mai placare. Non si pone nemmeno il inguaribili che hanno scelto l’assistenza domiciliare problema di uscire dalle tenebre, vuole solo considerare quella morte, vuole solo stare lì. ti. Un bel gioco che dura non poco, ma si quie- Ora, nella tremenda solitudine della sua vita, ta senza rassegnarsi, nella convenzione del chino su quella tomba, “The Italian” è un uomo bene che comunque spunta nelle scene del come tanti altri, non importa da dove proven- male, e cerca di salutare con la mano cicciotta ga: come tutti deve affrontare la vita coi suoi del bimbo che frigna e sembra dire: no “koya- carichi fatali, le sue disperanti difficoltà; in aniqatsi”, please. E invece? Un bel lavoro non fondo, il Nuovo Mondo gli ha dato, come a tut- cambia il mondo, lo accarezza, lo titilla, lo pro- ti, sensazioni eterne, millenarie, che dovrà vi- voca, nella fiducia che ne sgoccioli un po’ di vere appieno e in profondità. Non c’è Nuovo rugiada che rinfreschi le menti e distilli solu- Mondo che ne tenga al riparo.E’ solo, in una zioni. Ho provato anch’io con “Viziati”, serial terra che è di tutti, dove tutti sono soli: ciò lo tv, un lungo film di montaggio di successo rende paradossalmente già compartecipe del che vive negli archivi della Rai, sarebbe bello sogno americano, agli occhi di chi guarda. Gabriele Salvatores visto da Pierfrancesco Uva farlo uscire. Gabriele & noi, affezionati all’i- Dietro quella sofferenza, c’è un altro giorno e dea, vecchia idea: chi cerca, trova. L’importan- -forse- un altro uomo. Di sicuro dietro quella cerchio pranzo-cena, lavoro- riposo (che non ci te è continuare a cercare. Of course. tragedia che gli si legge sul volto, c’è ora una sono grazie all’ansia che divora), nascita-morte “immagine” inconsueta dell’ “italiano”. Un’im- (vite lunghe senza pace). Il tema della nascita magine “nuova”. imperversa. Parti e neonati, sotto gli occhi fe- Enzo Lavagnini lici e sbigottiti di genitori che si chiedono e Italo Moscati 11 n. 23

Testimonianze Scano Boa: l’isola che c’era, anzi l’isola che ci sarà Alberto Gambato racconta del suo corto realizzato grazie alla collaborazione del circolo della FICC di Adria (Rovigo) Da quando il cinema è colpito è stata quella che ha continuato a ri- diventato il mio lavoro, suonarmi come la più potente nella testa: la il sentimento che il condizione atmosferica e fisica dello Scano. Il delta del Po mi evoca è silenzio, lo spadroneggiare sereno, erotico, quello della distanza e placido e naturale dei suoni degli animali e della mancanza. L’ho delle piante, che nella percezione urbana co- sempre reputato un municano lo Scano come luogo statico, im- luogo cinematografi- mutato da chissà quanto tempo, ai margini. Alberto Gambato camente iper-visto, fil- Ma come dice giustamente il floro-faunista mato, raccontato e sul Danilo Trombin, ‘in un territorio come il delta quale sentivo di non aver nulla da dire od ag- il margine si sposta costantemente’. Perché le Raffaele Peretto. Un luogo dell’immaginazio- giungere. Distanza e mancanza non si sono correnti di fiume e mare e l’azione del vento ne. Per questo motivo “L’isola che c’era”, il pic- rotte nemmeno quando Vittorio Sega - Presi- accarezzano fino a plasmare ad occhio nudo colo film che ho realizzato per i 60 anni del dente del Circolo del Cinema di Adria e Sena- questa parte di terra, dando vita alla creativa primo corto di Dall’Ara, si sarebbe anche po- tore dall’83 all’87 - poco più di un anno e mez- contraddizione di ‘un luogo che è così da sem- tuto tranquillamente intitolare L’isola che c’è zo fa si è palesato sul mio cellulare, dicendomi pre ma che è anche in continuo divenire’, ci- o L’isola che ci sarà. Ma nel suo essere l’ultimo che avremmo dovuto intervistare “il fratello di tando ancora Trombin. Per questo, forse, ho pezzo di terra a separare il delta del Po dal ma- Giancarlo Morelli” e ricordandomi del prossi- provato una pervasiva sensazione di spaesa- re adriatico, Scano Boa per me non può essere mo 60esimo anniversario di “Scano Boa”, il mento nelle tre volte in cui sono stato a Scano un unicum, quanto invece un simbolo. Il pun- primissimo tentativo del regista Renato to di non ritorno. Il luogo dove finisce l’Euro- Dall’Ara dietro la macchina da presa in forma pa, come dice il poeta Sandro Zanotto. di cortometraggio. In quei giorni di aprile 2013, Rovigo respirava il clima luttuoso della Alberto Gambato perdita del 91enne Giancarlo Morelli, figura Adria (Rovigo) cardine del PCI in Polesine, Parlamentare e Sindaco del capoluogo durante l’alluvione del Nasce nel 1978 a Rovigo, città veneta di rugby sotto il li- ’51. L’imminente funerale si rivelò evento ca- vello del mare. Dal 2001 realizza documentari, visuals e pace di riportare a Rovigo il fratello Lamberto, cortometraggi. Con i corti “velleità” (‘03), “dopo chi” (‘04) salito da Roma dove vive da più di 40 anni. ed “uno in più” (‘05) ottiene molteplici selezioni e ricono- Lamberto Morelli è a tutt’oggi l’unico soprav- scimenti a festival nazionali. Collabora con Giuliano vissuto del gruppo di amici e cinefili compa- da sx Vittorio Sega e Lamberto Morelli durante Marrucci (Report - RaiTre), Sky Sport Italia, le agenzie di gni di partito che nel 1954, sulla scia dell’entu- l’intervista (foto di Lamberto Gambato) comunicazione Alchimi-E (AL) e Try Ent. (FC). Tra fine siasmo vulcanico di Dall’Ara, realizzarono 2009 ed inizio 2010 ha condotto a Rovigo il laboratorio quella che a tutt’oggi è da ritenersi per impor- Boa nell’arco di un anno. I miei punti di riferi- per filmmakers “Io abito qui”. Nel 2013 coordina il Lab tanza una sorta de “La Sortie de l’usine Lu- mento sull’isola a volte c’erano, a volte non Documentari del Progetto Habitat a Rovigo, co-realizza più, altre ancora erano stati modificati. Dov’è la serie di documentari sull’archeologia industriale pole- l’uomo in tutto questo? A Scano Boa esso fa sana dal titolo “Il paesaggio dimenticato” (Arci Rovigo) ed sentire la propria assenza di presenza, attra- il documentario su Lucia Cominato dal titolo “Lo sguardo verso oggetti rifiutati e giunti sull’isola grazie di Lucia alle mareggiate: calzature, scaldabagni, frigo, boe, bottiglie di vetro e plastica vuote e piene, palloni da calcio e tennis, giocattoli, suppel- lettili, strumenti di vita quotidiana. Ho per- corso l’isola a piedi da sud a nord e ritorno, tutte le volte in cui vi sono stato, con l’attrez- zatura sulle spalle. Ho filmato tanto, applican- mière polesana”. Mi è stato necessario entrare do pochissimi filtri di merito o gusto a quanto nella bella casa di famiglia di Viale Trieste a di più bello o brutto mi si parava davanti agli Rovigo e catturare voce e volto di Lamberto, occhi. Avevo bisogno di capire cosa fosse Sca- Le foto del servizio sono fotogrammi del film di Alberto per capire dove Vittorio Sega voleva portarmi. no Boa oggi. Sono stati proprio gli oggetti Gambato Vittorio aveva avuto anche la grande accortez- portati dal mare e quelli provvisoriamente co- za di serbare una copia in dvd del corto del ’54 struiti dall’uomo sull’isola per utilità balneari ‘L’isola che c’era” premiato al Green Screen International in buone condizioni, che mi ha donato. Alla fi- a comunicarmi il sentore che questo lembo di Environmental Film Festival 2014 Ha avuto la propria ne mi sono ritrovato in possesso delle parole e terra - con il racconto di oggi di Lamberto Mo- premiere internazionale il 30 ottobre scorso al Green Scre- del viso odierni di Lamberto Morelli, da una relli e con le immagini di ieri di Dall’Ara - sem- en International Environmental Film Festival 2014 di parte, e delle incredibili immagini realizzate bra contemporaneamente un luogo dove tut- Belgrado, dove ha ricevuto una Menzione Speciale. È il 60 anni fa da un gruppo di giovani amici di- to è già accaduto e dove contemporaneamente più importante festival cinematografico ambientale giuni di filmmaking, dall’altra. A quel punto è tutto è ancora possibile. Isola (dis)abitata in dell’Europa sud-orientale. Nelle ultime quattro edizioni, accaduta l’unica cosa possibile. Il delta è venu- balia delle mareggiate, terra ai margini anche sono stati oltre 370 i film proposti da tutto il mondo, 80 gli to verso di me, “Scano Boa” è venuto da me. temporali; antica allo sguardo, ma recentis- workshop organizzati per studenti dalle elementari all’U- Arrivando sull’isola, la prima cosa che mi ha sima geologicamente, come dice il prof. niversità.

12 [email protected] Cinema e letteratura in giallo Cadaveri eccellenti di Francesco Rosi “Cadaveri eccellenti” è un film girato da Fran- cesco Rosi nel 1976 con un soggetto ricavato dal romanzo “Il conte- sto” di Leonardo Scia- scia. Il film fu presen- tato fuori concorso al Giuseppe Previti 29° Festival del Cine- ma di Cannes ed è sta- to selezionato tra i 1oo film italiani da salvare ma....non è mai stato dato in televisione. Am- bientato in una Sicilia immaginaria come pu- re evidenti i riferimenti a Roma e all’Italia la nostra storia parte dall’uccisione di alcuni magistrati. Incaricato delle indagini è l’ispet- tore Rogas che è convinto che l’assassino sia un uomo ingiustamente accusato di aver EDITORIALE: commesso degli omicidi, e ora scomparso. Il Adriano Piccardi/Quale Pasolini; capo della polizia gli impone di indirizzare le Primopiano Pasolini indagini verso i gruppuscoli di estrema sini- Matteo Marelli/In-fede(le) al poeta stra, ma Rogas continua a indagare per conto Anton Giulio Mancino/L’ultima tentazione di suo perché ritiene che si tratti di un piano Pasolini; eversivo e scopre le prove di un complotto. sono di Piero Piccioni, la fotografia di Pasqua- Roberto Chiesi/Senza vita; Fissa in un museo un appuntamento con il se- lino De Santis, il cast era veramente d’eccezio- I FILM gretario del PCI ed entrambi vengono assassi- ne con Lino Ventura, Max Von Sidow, Marcel Roberto Chiesi/Il regno d’inverno – Winter nati.La versione ufficiale dirà che è stato Ro- Bozzuffi, Alan Cuny; Paolo Bonacelli, Tino Sleep di Nuri Bilge Ceylan; gas, da tempo con forti segni di squilibrio Carraro, Renato Salvatori, Fernando Rey,Tina Gloria Zerbinati/Anime nere di Francesco mentale, ad uccidere il segretario. Ma intanto Aumont. Il ruolo del dirigente politico che Munzi; al partito si sapeva tutto ma tutti tacciono per- pronuncia la famosa battuta venne affidato a Stefano Guerini Rocco/Io sto con la sposa di ché non vogliono andare al potere...Un film Florestano Vancini, un grande regista. IL film Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e importante perché si svolge negli anni’70, gli “ fu definito un giallo-poliziesco, girato con tec- Khaled Soliman Al Nassiry; Anni di piombo”, gli “ Anni dei grandi vecchi”, niche assai realistiche, un colore tra il bianco e Sfidare lo stato delle cose Intervista a Gabriele con tante forze occulte all’interno dello Stato, il nero e il seppia, un tono da documentario Del Grande a cura di Stefano Guerini Rocco; con le contestazioni giovanili, con il Partito quasi a voler sottolineare il susseguirsi ineso- Rinaldo Vignati/Class Enemy di Rok Bicek; comunista che non si vuole esporre. Significa- rabile degli eventi al di là della volontà dei per- Giampiero Frasca/Joe di David Gordon Green; tiva una battuta che viene pronunciata dal sonaggi, pedine di un gioco più grande di lo- Roberto Chiesi/La buca di Daniele Ciprì; sindaco del Partito comunista “La verità non è ro. Ci sembra giusto aggiungere qualcosa sul Andrea Chimento, Fabrizio Liberti, Chiara sempre rivoluzionaria “ e Rosi se ne serve per romanzo che ha ispirato il film, “Il contesto”, Santilli, Antonio Termenini, Edoardo Zacca- accusare l’omertà dell’opposizione di fronte una sorta di spartiacque nella produzione let- gnini, Andrea Frambrosi, Nicola Rossello, Gia- alla corruzione che sta devastando lo Stato. teraria di Leonardo Sciascia, certamente fu como Calzoni, Riccardo Lascialfari, Emanuele Francesco Rosi occupa un posto importante un libro coraggioso perché attaccava certi Rauco/Party Girl - Boxtrolls. Le scatole magi- nella storia del cinema italiano e per l’alto li- tabù che hanno sempre condizionato la no- che - Se chiudo gli occhi non sono più qui - vello artistico e per un costante impegno civi- stra società. Non per niente seguirà la stagio- Lucy - La nostra terra - Vinodentro - Perez. - le e intellettuale e anche assai coraggioso per i ne più innovativa e impegnativa della sua vita Una promessa - Sin City. Una donna per cui temi politico-sociali trattati. Praticamente è di scrittore di denuncia da “Todo Modo” a uccidere - La trattativa - Jimi. All Is by My Side stato il padre del film-inchiesta italiano. Sulla “L’Affaire Moro” e a altri ancora. “Il contesto” è Book Cinema in trincea Parte #2; Gianluigi scia di un romanzo di Sciascia uscito nel 1971, un libro importante perché afferma che la ve- Bozza/Grande guerra: un percorso trasversa- “Il contesto”, realizza “Cadaveri Eccellenti” rità non può essere nascosta, con il partito di le; che non è stata una realizzazione facile anche sinistra che non è pronto a una rivoluzione e Anton Giulio Mancino/Non ci sarà più un’altra perché il libro non si riferiva a fatti specifici preferisce mantenere lo status quo. Il vice se- guerra (più grande di così); pur se i temi trattati erano di strettissima at- gretario del partito è molto amaro quando di- Percorsi tualità con i poteri dello stato in lotta fra loro e ce “...Non potevamo correre il rischio che Sergio Arecco/Figure e capricci #7. Cecità o spesso deviati, la dura contestazione giovani- scoppiasse una rivoluzione. Non è questo il della visione totale; le, la mancanza di coraggio del principale par- momento”. “Il contesto” fu un apologo tanto Festival tito di opposizione. Ma Rosi riuscì a trasfor- lucido quanto spietato della situazione politi- Marco Grosoli/Corti a Oberhausen; mare questa materia in un eccellente film di ca interna. Sciascia fu subito attaccato da tut- DVD a cura di Tullio Masoni; denuncia di quegli anni ‘70 dominati ben pre- ta quella vasta galassia che gravita intorno ai LE LUNE DEL CINEMA a cura di Nuccio Loda- sto da quella che verrà definita “ la strategia partiti di sinistra, ma lo scrittore aveva messo to; della tensione”. E certamente se si pensa a in conto tutto questo, e non se ne era preoccu- Libri a cura di Rinaldo Vignati e Paolo Vecchi quello che avverrà negli anni a seguire sia il li- pato più di tanto, tutto sommato “Il contesto” bro che il film sono stati tristemente profetici. era e voleva essere anche una grande provoca- L’allestimento del film fu estremamente cura- zione, e in questo sia lui che Rosi erano mae- to, lo stesso Rosi con Lino Jannuzzi e Tonino stri ! Info dal lunedì al venerdì - 9.30/13.30 - Tel. 035 Guerra sono stati gli sceneggiatori, le musiche Giuseppe Previti 361361 - [email protected] 13 n. 23

L’ostenteria Crowdfunding per il cinema: il futuro dell’audiovisivo è far finanziare dagli spettatori le idee, i valori, i sogni e le storie in cui credono ? (1. Parte: Il crowdfunding realizzato) Come tutti i giovedì alle ore 21:10 va in onda su Rai 3 “Io sto con il Cinema” , una trasmissione di suc- cesso che si è aggiudicata diversi primati: è la prima trasmissione interamente realizzata in collaborazio- ne tra un Ministero e la Ugo Baistrocchi Rai; è l’unica trasmissione Rai interamente dedicata, seriamente, al Cinema; è il primo esempio di crow- dfunding pubblico in Italia. In un’ora e mezza, nel corso della cosiddetta audizione, una giuria di esperti ascolta le proposte di film di autori esordien- ti o affermati che chiedono il sostegno finanziario dello Stato. I sette candidati di ogni puntata posso- no presentarsi da soli o accompagnati da una squa- dra di non più di tre collaboratori (produttore, sce- neggiatore, attore, musicista, ecc.) e illustrare il progetto in dieci minuti, dopo un pitching di un mi- “Io sto con la sposa” un film, un progetto nato dal caso diventando il caso cinematografico (e anche politico) nuto, utilizzando anche filmati e rispondendo alle dell’anno. Finanziato dal crowfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) è stato supportato, domande della giuria. Uno dei concorrenti non è un anche con pochi euro e diretto dai tre registi Antonio Augugliaro, Gabriele del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry candidato ma uno del pubblico estratto a sorte che ha inviato un soggetto ritenuto valido e concorre sono praticamente raddoppiati i fondi pubblici di- (come a suo tempo Israele grazie a Ben Yehuda, con con gli altri veri candidati senza che gli spettatori lo sponibili per i lungometraggi. La giuria di esperti, l’ebraico biblico dei rabbini divenuto la lingua del sappiano. Il pubblico che si registra online (finora dopo la prima stagione sperimentale, è stata sosti- nuovo stato), ha raccolto il triplo del preventivo ne- si sono registrati oltre due milioni di spettatori) ac- tuita da una giuria popolare di appassionati che si cessario. Per non parlare del terzo film di Emma cede alle stesse informazioni di cui dispone la giuria iscrivono online alle selezioni e devono dimostrare Dante, “La parola alle giurate”, primo remake ita- (soggetto, sceneggiatura, cast, preventivi, piano fi- di aver visto almeno 50 film in un anno, risponden- liano del film di Lumet del 1957, dopo le versioni in- nanziario, relazioni, curriculum, analisi costi/rica- do a domande sugli stessi, oppure partecipato a due diana, russa, giapponese, cinese e quella di Frie- vi/benefici, ecc.), può votare un progetto pagando 1 festival di cinema, pagando gli accrediti, o di aver dkin del 1997, dove tutti i personaggi, il giudice, i euro con un sms ma può anche decidere di finan- acquistato almeno 50 biglietti in sala (e così via). giurati, l’accusato e la vittima, sono donne, che ha ziarlo con quote che vanno da 5 a 1000 euro. I soste- Ma soprattutto è cominciata l’era della partecipa- quasi raggiunto il doppio del budget previsto. In- nitori ricevono come compenso una citazione come zione. Il pubblico che finanzia è anche lo spettatore somma il Crowdfunding pubblico per il cinema in finanziatori nei titoli di coda, uno o più biglietti per che si costruisce la propria stagione cinematografi- Italia funziona e sta cambiando, come era ovvio, il le proiezioni, una copia dell’opera, la possibilità di ca acquistandola in anticipo. Film di generi che le cinema italiano. assistere alle riprese o di fare la comparsa o il figu- precedenti commissioni, formate da elite di esperti rante, di mangiare con la troupe, e così via fino alla fasulli, non avrebbero mai finanziato o riconosciu- Quello che avete letto è l’inizio di un racconto possibilità, a particolari condizioni, di essere pro- to d’interesse culturale, hanno finalmente la possi- di fantapolitica culturale (oltrettutto ucroni- duttori per una quota (con i relativi rischi e ricavi). bilità di essere prodotti anche in Italia. Nella prima co) con il quale si è scelto di cominciare (alla Associazioni o imprese possono intervenire con quo- stagione Abel Ferrara, bocciato dalla giuria, è stato Orson Welles?) un lungo articolo diviso in te da 500 a 50.000 euro anche come produttori. Al- interamente finanziato dal pubblico con un film in quattro parti nelle quali si cercherà di fare il la fine della serata la giuria decide, senza sapere co- cui immagina che il poeta e intellettuale Pasolini punto sul fenomeno del crowdfunding appli- me il pubblico ha votato e quali progetti sono stati i sia stato assassinato negli anni 70. Una giovane cato al cinema. Nella seconda parte, dopo l’in- più finanziati. Ma la trasmissione è solo uno degli esordiente di colore ha realizzato l’opera prima rac- troduzione ad effetto che ipotizza un crow- strumenti voluti dal ministro della cultura Pasolini contando le peripezie di una compagnia di comme- dfunding pubblico già operativo, si illustrerà quando nel 2016 è riuscito a far approvare la nuova dianti veneti del ‘600 in giro per un continente in- il caso reale del finanziamento dal basso del legge sull’audiovisivo. Per sessanta giorni tutti i diano in gran parte colonizzato dalla Repubblica film “Io sto con la sposa”. Nella terza parte si progetti di corti, di opere prime, di sviluppo di sce- veneta. Quest’ultima, infatti, secondo l’ipotesi ucro- spiegherà cosa è il crowdfunding, le sue varie neggiature o di film di autori affermati (ogni setti- nica (di storia alternativa) alla base del film, ha forme e come è stato già utilizzato per il cine- mana la trasmissione è dedicata ad una di queste scavato alla fine del 500, in accordo con il sultano ma in Italia ma soprattutto all’estero. Nella tipologie) possono essere finanziati da chi si regi- d’Egitto, un canale che unisce il al quarta parte, infine, si proverà a gettare le ba- stra online. Se, alla fine del periodo, il finanzia- Mar rosso e ha permesso alla Serenissima di con- si per un’ipotesi realistica di crowdfunding mento raggiunge o supera il 50% del finanziamento trollare la via delle Indie. Nella seconda stagione il italiano (ed europeo) per il cinema (e per l’au- necessario il Ministero ci mette il resto anche se la caso di maggior successo è stato quello di Don Ca- diovisivo) regolamentato dalla legge e che giuria ha espresso un parere contrario. Per i corti e millo, un giovane prete cinefilo, il cui progetto di un possa prevedere o meno un intervento pubbli- lo sviluppo è necessario raggiungere il 75%. Con film di fantascienza in latino, ambientato in una co. questo sistema si è praticamente azzerrata la spesa Unione europea del 2025 finalmente unita cultu- per i corti e lo sviluppo di sceneggiature mentre si ralmente grazie all’adozione di una lingua unica Ugo Baistrocchi 14 [email protected] Rassegne Le giornate del cinema muto di Pordenone 2014 - XXXIII Edizione Grandi “scoperte” e preziosi recuperi: i fratelli Barrymore, i primi film a colori e quelli sonorizzati, Chaplin, I Nibelunghi e tanto ancora Si sono svolte a Porde- sempre organizzata da “Cinemazero” e dalla filmica del famoso romanzo di Robert L. Ste- none, dal 4 all’11 otto- “Cineteca del Friuli”, non può che ritenersi – venson, “Dr. Jekyll and Mr. Hide”, realizzata bre, le “Giornate del Ci- ancora una volta – estremamente positiva e nel 1920 da John S. Robertson, con un ecce- nema Muto”, che hanno ricca di significative, interessanti proposte. zionale John Barrymore. Questi quattro film festeggiato 33 anni di La retrospettiva principale era dedicata ai fra- sono i primi di remakes più famosi, ma non attività ininterrotta e telli Barrymore: John, Lionel ed Ether, la co- hanno nulla da invidiare ai loro “discendenti”, che la prestigiosa rivi- siddetta “Royal Family” di Broadway, che di- e sono (i primi due interamente) a colori: quel sta americana «Variety» venne, ben presto, la “Royal Family” di colore che, con mezzi più rudimentali, si cer- Nino Genovese ha ritenuto doveroso Hollywood, ma che, con il passare del tempo, cò di ricreare anche agli albori del cinema, co- inserire tra i cinquanta era stata un po’ dimenticata e, sicuramente, festival al mondo assolutamente “imperdibi- trascurata. L’evento inaugurale ha visto la li”: una manifestazione ricca di eventi, risco- proiezione di un bel film del 1927 di Alan Cro- perte, e rarità provenienti dalle Cineteche di sland, interpretato proprio da John Barrymo- tutto il mondo, ormai praticamente “invisibi- re e da Dolores Costello (che poi sarebbe dive- li” e quindi – come tali – da vedere assoluta- nuta sua moglie), dal titolo “When a Man mente. Chi, ogni anno, si trovi a Pordenone Loves” (Per amore di una donna), con la stori- nel periodo di svolgimento del festival, ha ca partitura musicale, composta da Henry quasi l’impressione di essere salito su una Hadley e diretta da Herman Heller, registrata “macchina del tempo”, che lo trasporta in 87 anni fa tramite il sistema Vitaphone. L’e- un’altra dimensione spazio-temporale. Per le vento finale, invece, ha riguardato Charlie strade della deliziosa cittadina friulana, si Chaplin (e non avrebbe potuto essere diversa- Ramon Novarro nel primo “Ben Hur” del 1925 diretto possono anche vedere raffinate dame ed ele- mente, visto che quest’anno, in tutto il mon- da Fred Niblo ganti signori, addobbati con abiti tipici del do, si è festeggiato il centenario della prima periodo fine Ottocento-primi Novecento, e apparizione sullo schermo del personaggio di me dimostrano i film colorati a mano di Geor- prestigiose e lussuose automobili dello stesso Charlot), con la proposta di “City lights” / Luci ges Méliès, quattro dei quali sono stati periodo, sullo sfondo di grandi manifesti ri- della città del 1931, accompagnato dalla parti- presentati a Pordenone dalla Cinèmatheque producenti i titoli e le immagini di film dell’e- tura originale restaurata da Timothy Brock ed Français. Un altro aspetto che è stato preso poca del muto, che poi si vedono sullo scher- eseguita dall’Orchestra San Marco di Porde- nella dovuta considerazione è stato quello dei mo dell’avveniristico Teatro Verdi (contrasto none, sotto la direzione del Maestro Günter film muti che poi, con l’avvento del sonoro, so- ad effetto), provenienti dalle Cineteche di tut- Buchwald; e Chaplin è stato anche l’icona del no stati, per l’appunto, “sonorizzati”; tra que- to il mondo, proiettati (quasi sempre su pelli- cartellone della manifestazione di quest’an- sti, anche la versione tedesca de “La corazzata cola) alla giusta velocità, con il giusto masche- no. In mezzo a questi due eventi di apertura e Potëmkin” di Sergej M. Ejzenštejn, con le mu- rino e con l’indispensabile accompagnamento chiusura, tutta una serie di proiezioni di siche del viennese Edmund Meisel e con le di- musicale: dal solo pianoforte a gruppi musi- estremo interesse storico e culturale. Innan- dascalie rimpiazzate dal doppiaggio; e il ma- cali fino alle grandi orchestre (ché – giova ri- zitutto, un’ampia sezione sulla ricerca del co- gnifico film hollywoodiano “Synthetic Sin” badirlo – il cinema muto non è mai stato vera- lore, attraverso i primi 15 anni della Technico- con Colleen Moore. Stupenda la performance mente tale, ma si è avvalso sempre delle lor , che anticipa il centenario della Società musicale che ha accompagnato la proiezione musiche eseguite dal vivo). Sono stati, fino ad (1915-2015). Tra questi, ricordiamo il kolossal del dittico de “I Nibelunghi” di Fritz Lang; in- ora, trentatrè anni di film ritrovati e restau- (durata 141’) “Ben Hur: A Tale of the Christ” teressante la sezione “Il Canone rivisitato” cu- rati, di rari gioielli e chicche imperdibili, di del 1925, diretto da Fred Niblo ed interpretato rata da Paolo Cherchi Usai, il cinema comico spezzoni, frammenti, oggetti di studio, film dal “divo” dell’epoca Ramon Novarro; tra gli russo o quello di animazione dell’Ucraina, “dal vero” e a soggetto, film “sonorizzati” e assistenti di Niblo, vi era anche William Wy- così come l’operazione dei film accompagnati “ammutoliti”, primi esperimenti del colore, ler, che dirigerà l’altrettanto celebre remake dalla voce del “benshi” giapponese Ichiro Ka- vere e proprie scoperte assolutamente prezio- sonoro del 1959 con Charlton Heston; ma an- taoka; un cenno particolare merita il film “The se, nell’ambito di una manifestazione, che – che questo primo film è una mega-produzio- Eternal City” (1923) di George Fitzmaurice, inventata quasi per gioco e per scommessa ne, che costò alla MGM quasi 4 milioni di dol- una specie di panegirico hollywoodiano su dagli allora ragazzi di “Cinemazero” di Porde- lari, che ne fanno il film più costoso realizzato Mussolini e i fascisti, con Lionel Barrymore none e dalla “Cineteca del Friuli” (e noi siamo fino ad allora. Ricordiamo anche l’avventuro- nel ruolo del loro malvagio oppositore comu- onorati di essere tra quelli che l’hanno vista so “The Black Pirate” /Il Pirata nero (1926) di nista. L’AIRSC (Associazione Italiana per le nascere!) – è diventata un punto di riferimen- Albert Parker, con un altro grande divo dell’e- Ricerche di Storia del Cinema), che si è sem- to imprescindibile e fondamentale per tutti poca, Douglas Fairbanks, spettacolare e diver- pre occupata precipuamente di cinema muto, coloro (in Italia, in Europa e negli altri Conti- tente, che sa intrecciare avventura e comicità, ha voluto ricordare il suo cinquantesimo anno nenti) che vogliano ri/scoprire – in pellicola e amore e suspense, con colori dai toni ambrati, di vita con la proiezione di alcuni rari film del- su grande schermo – un intero mondo: quello che ricordano i dipinti olandesi del XVII seco- la collezione del padre gesuita svizzero Joseph del muto, ingiustamente messo da parte e ca- lo. E una lunga scena a colori (ovviamente Joye, da essa acquisita. Queste sono state Le duto nell’oblio, nonostante la significatività quella del mare che si apre) del primo “I Dieci Giornate del cinema muto di Pordenone del delle sue produzioni, senza la conoscenza del- Comandamenti”, realizzato, nel 1923, da quel- 2014, con tanto altro ancora, su cui non è pos- le quali non si può comprendere l’evoluzione lo stesso Cecil B. De Mille, che poi, nel 1956, sibile riferire: a dimostrazione di una ricchez- del cinema successivo e, perfino, il cinema avrebbe girato il noto remake con Charlton za di proposte e di una vitalità culturale tali da contemporaneo. La XXXIII edizione, sempre Heston e Yul Brynner. Un’altra primogenitura dichiarare che è un festival “imperdibile”!.. diretta dallo storico inglese David Robinson, dell’epoca del muto spetta alla trasposizione Nino Genovese

15 n. 23 Anche i corti cambiano Situazione attuale dei Cortometraggi, dalla ideazione al girato, dal montaggio ai festival, con le novità che riguardano il finanziamento della produzione tramite il credit tax e la distribuzione anche nelle librerie, in abbinamento a opere a stampa Si va modificando lenta- con il Festival Nazionale Roma Film Corto mente il mondo del Ci- che, a metà Novembre, ha premiato il film nema e sta cambiando «Vedi Milano con 5 euro» di Marco Scotuzzi. molto più rapidamente La finalità del premio è la valorizzazione delle il settore dei cortome- opere filmiche brevi grazie alla nuova App traggi: dalla ideazione al «Anche Cinema» in funzione per distribuire Adriano Silvestri girato, dal montaggio al- in modo nuovo ed originale i cortometraggi. la presentazione ai festi- Per entrare in cose concrete facciamo riferi- val, con alcune novità che riguardano anche il fi- mento a fatti che riguardano la Puglia, regio- nanziamento della produzione e soprattutto le ne notoriamente molto produttiva nell’Italia modalità di distribuzione, anche per riuscire a cinematografica di oggi. Secondo Massimo moltiplicare il pubblico pagante, ed a consen- Modugno di Apulia film commission: «i corti Piazza di Molfetta mentre si gira “La ricotta e il caffè”, tire - a tutti i filmaker coinvolti - di essere per- sono essenziali per il sistema cinema; danno cortometraggio dedicato a Giuseppe Fava girato in cepiti in modo professionale e credibile nel la possibilità di mettersi alla prova» e fa l’e- Puglia, tra Giovinazzo e Molfetta mercato dell’audiovisivo. Un discorso sulla si- sempio del film «Ice scream», opera prima di lungometraggio, in uscita all’inizio del prossi- tuazione attuale e sulle previsioni per il futuro Vito Palumbo e Roberto De Feo: da un corto mo anno, è stato prodotto da Corrado Azzolli- dei cortometraggi, parte dai primordi della ambientato nella Fiera del Levante è nato un ni per Draka Production. C’è da aggiungere storia del Cinema, quando necessariamente lungometraggio horror girato a Los Angeles che le fonti di finanziamento sulla carta appa- si realizzavano solo film di breve durata. Ma (vedi: http://icescreamthemovie.com). Ma iono molte: si può attingere a contributi delle ora cambiano i costi di produzione, che ten- qualche giorno fa a Pietrasanta il Festival Commission regionali o di altri Enti, a con- dono a salire, anche per poter rispettare i re- tratti con emittenti tv, a contributi di associa- quisiti del contratto collettivo di lavoro e le di- zioni o organizzazioni interessate ai temi mensioni minime delle troupe, previste dal trattati (quasi «su commissione»), a sponsor Ministero, al fine della attribuzione della qua- tecnici, oppure ponendo in essere azioni di lifica di nazionalità Italiana, specie se si mira product placement visuali, verbali o integrate alla eleggibilità di interesse culturale delle con il marchio legato alla stessa trama, o an- opere filmiche. Se da una parte c’è un incre- cora con scambio merci o servizi e, in casi più mento degli investimenti, dall’altra c’è chi ci impegnativi, si possono richiedere anche i guadagna: si pensi a chi vende o noleggia fondi europei diretti del programma Media. macchinari, studi, location, mezzi di traspor- Si è aggiunto anche il Tax credit esterno, me- to, attrezzature necessarie per la lavorazione diante un contratto di associazione in parte- e la post produzione. Ma beneficia di profitto cipazione con aziende, che possono beneficia- anche chi organizza oppure ospita le rassegne re di crediti di imposta. Intanto alcuni festival “Ice Scream” è un cortometraggio italiano del di cortometraggi. Forse l’unico che non trae tendono ad abbandonare il settore: Felice 2009, diretto da Roberto De Feo e Vito Palumbo. Il guadagno concreto è l’autore, visto che diffi- Laudadio qualche giorno fa ha comunicato uf- cortometraggio, di genere spiccatamente pulp e dalle cilmente la Siae gli riconosce compensi eleva- ficialmente che il Bif&st 2015 abolirà il settore atmosfere surreali è diventato un film in America diretto ti, soprattutto se le proiezioni dei corti avven- cortometraggi, perché troppo inflazionato da dagli stessi autori del corto. È la prima volta nella storia gono senza biglietto d’ingresso ovvero non «piccoli festival di Paese». Questi eventi – in- che un film breve italiano ispira un film americano. A sono registrate su borderò regolare. In questi vece - possono essere di grande aiuto al turi- produrre Christian Halsey Solomon (American Psycho, casi resta la soddisfazione degli applausi del smo: in estate sul Gargano si è tenuta la mani- New Rose Hotel) pubblico ed i titoli da aggiungere al curricu- festazione «Porte aperte alla fabbrica dei lum del regista. È noto, poi, che i corti muovo- sogni», durante il Vieste film fest, con la orga- no un vasto indotto, come è testimoniato dai nizzatrice Terry Abbattista che ha offerto la finanziamenti destinati ai festival. Ma il pun- possibilità di prendere parte attiva alle riprese to dolente del settore è da sempre la distribu- di corti, grazie all’allestimento di alcuni set in zione. Se ne è accorto il regista Andrea Co- caratteristici angoli del Paese, con ambienta- stantino, che ha fatto un pensiero: la vita di un zioni sceniche che riproducevano atmosfere libro non finisce con l’ultima pagina, così co- di varie epoche (Roma imperiale, Medioevo, me la esistenza di un film, anche breve, non Far west), e con attori in costume e sosia di di- termina con l’ultimo fotogramma. E i libri e i vi di Hollywood e Cinecittà. A Lecce – infine - film si possono incontrare «abbinati» in un si è concluso proprio in questi giorni l’evento cofanetto. Da qui è nata l’idea innovativa di «I Maestri del Cinema Breve» con numerosi presentare in libreria un kit con un libretto e professionisti che hanno messo a disposizio- un corto in Dvd. Lo ha sperimentato già nel ne le loro esperienze nel corso di master class, 2010 con «Sposerò Nichi Vendola» e, così, in Laura Harring nel remake americano di “Ice Scream” focalizzate sui singoli aspetti del mondo del ciascuna delle 25 librerie d’Italia della Feltri- cortometraggio, corredato da visioni di opere nelli, i lettori hanno acquistato da cinquanta a «Agave di Cristallo» ha assegnato il Premio «al e da esempi pratici. Evento ideato dal regista più di cento copie. Questo progetto comples- film con i migliori dialoghi» al corto «La Ricot- Simone Salvemini dell’Aiace di Brindisi per sivo, supportato da innovative tecniche di ta e il Caffè», diretto da Sebastiano Rizzo, che rendere più professionale l’attività dei filma- marketing, mira a unire il mondo editoriale a ha ispirato il film «Nomi e Cognomi», opera kers, come il mercato richiederà sempre di quello multimediale con una stessa opera. prima dello stesso regista, girato in Puglia con più in futuro. Ora Costantino ha avviato una collaborazione Enrico Lo Verso e Maria Grazia Cucinotta. Il Adriano Silvestri 16 [email protected] Anniversari Omaggio a Vittorio Cottafavi, nel cinquantenario de “I Cento Cavalieri” Nel 1964, ossia proprio suoi studi di giurisprudenza e di filosofia che autentici boscaioli: gli abitanti di Tirli, il rusti- un cinquantennio fa, ol- alla fine approdarono al Centro Sperimentale co borgo maremmano ove il film era stato gi- tre a molti altri bei film di di Cinematografia ove si era laureato nel 1938. rato. E così, di film in film, il racconto di Cot- produzione italiana - tra Il suo primo impegno cinematografico fu, an- tafavi giunse a quel fatidico 1964 che vide il i quali “Il vangelo secon- cor prima del diploma, quello di assistente vo- tonfo de “I cento cavalieri” (peraltro, un tonfo do Matteo” di Pier Paolo lontario in “Cuor di vagabondo”, 1936, di Jean tutto italiano: in Francia, ai Cahiers du Pasolini, “Deserto rosso” Epstein. Poi ci parlò del suo rapporto con Vit- Cinéma, esso piacque moltissimo: si parlò di di Michelangelo Anto- torio De Sica, al tempo in cui gli fece da assi- “favola esemplare”, di “film bellissimo”, di Stefano Beccastrini nioni,“Prima della rivo- stente alla regia per il commovente “I bambini perfetto equilibrio tra cinema popolare e cine- luzione” di Bernardo Bertolucci - uscì nelle sale ci guardano” (1942), e del suo esordio quale re- ma raffinato e tra cinema di intrattenimento cinematografiche anche un piccolo capolavoro gista con “I nostri sogni” (1943), tratto da una e cinema impegnato). Ambientato nella Spa- di cui nessuno, o quasi, si ricorda: “I cento ca- commedia di Ugo Betti. Si soffermò poi a lun- gna medievale divisa tra il regno di Castiglia e valieri” di Vittorio Cottafavi. Presentato fuori go, quel pomeriggio fiorentino, su “La fiam- il califfato di Cordoba, il film è una sorta di concorso al Festival di Cannes, fu visto da una ma che non si spegne” (1949), un melodram- apologo brechtiano, a tratti epico ed a tratti dozzina, non di più, di estimatori del cinea- ma ispirato a un fatto reale: il sacrificio del ironico o francamente comico, su come trae sta, tra i quali Pier Paolo Pasolini e Riccardo vicebrigadiere dei carabinieri Salvo D’Acqui- origine e arriva ad affermarsi – con la violenza Freda. Entusiasmò la critica francese (a parti- sto, fucilato dai tedeschi nel settembre del ma anche con il consenso della popolazione - re dai mitici Cahiers du Cinéma) ma non ebbe 1943. Un esempio di protoresistenza, definì la un regime autoritario (Cottafavi parlò esplici- alcun successo – né di pubblico né di critica - sua morte Cottafavi. Il film, presentato a Ve- tamente di fascismo) ma anche di come possa in Italia. Cottafavi ci restò molto male: alla nezia, fu vituperato da tutta la critica cinema- nascere e vincere un movimento di resisten- scarsa considerazione dei critici cinemato- tografica di sinistra (l’unica che contasse, za. Bravissimo Arnoldo Foà, bellissima come grafici italiani c’era da tempo abituato ma all’epoca, in Italia e che aveva per capofila un non mai Antonella Lualdi, di notevole splen- successe che di fronte a “I cento cavalieri” an- tal Guido Aristarco, che di cinema non ha mai dore la messa in scena, l’uso del paesaggio e che il pubblico popolare gli aveva voltato le capito nulla) e accusato addirittura di apolo- quello del colore.D’ora in poi, concluse infine spalle. Da allora, praticamente abbandonò il gia del fascismo (fu proprio Aristarco a farlo, cinema (cui tornò soltanto alla fine della sua su Voce Adriatica). In realtà, ciò che offese carriera, ma scegliendo sempre quale produt- profondamente - anzi, superficialmente - i trice la RAI) per dedicarsi unicamente alla te- critici italiani fu l’esaltazione patetica – ma in levisione. Restano memorabili, in tal senso, quanto ricca di vero Pathos - di valori tradi- “La vita di Dante”, 1965, con Giorgio Albertaz- zionali come l’amore familiare e il senso del zi; la serie su Padre Brown, 1970, con Renato dovere nonché il netto distacco stilistico Rascel; “A come Andromeda”, 1972, con Luigi dell’imperante neorealismo. Jacques Lourcel- Vannucchi e Paola Pitagora (primo sceneg- les ha poi parlato, a proposito di questo “seve- giato televisivo italiano di fantascienza, su ro elogio delle virtù morali”, di “tragico liri- un’idea di Fred Hoyle). Quando lo conobbi io, smo”. La sequenza della fucilazione è, in tal nel 1968 o giù di lì, egli era ancora amareggia- senso, uno dei più toccanti finali dell’intero to dell’insuccesso del film e continuava a con- cinema italiano. Dice, ancora Lourcelles, che Mark Damon (Fernando) ne “I cento cavalierii” un film siderare “I cento cavalieri” la sua opera più “E’ proprio perché guarda in primo luogo di Vittorio Cottafavi, 1964, bella (personalmente, amo di più “Il boia di all’eternità che Cottafavi ignora – superba- Lilla” del 1952, una incursione nel genere “cap- mente – il neorealismo”. Quel giorno, a Firen- Cottafavi, mi dedicherò soltanto agli sceneg- pa e spada” ispirata ad Alexandre Dumas e ze, Cottafavi ci parlò anche della sua conce- giati televisivi. In realtà, e per nostra fortuna, narrante la breve ma avventurosa esistenza zione della regia cinematografica, del suo non fu proprio così: prima di morire, nel 1998 della sensuale ed intrigante – Milady de Win- amore per un cinema che fosse a un tempo in quel di Anzio, egli ne realizzò altri due o tre ter, il personaggio più inquietante de I tre formalmente curato e capace di piacere al (peraltro tutti prodotti dalla RAI e destinati al moschettieri: la scena finale, con l’uccisione pubblico, anche a quello meno colto, e dunque pubblico del piccolo schermo), tra i quali vor- da parte del boia – sul greto di un fiume - della del proprio considerarsi un cineasta per qual- rei ricordare l’ultimo: “Il diavolo sulle colline”. malefica ma affascinante e persino coraggio- che verso più hollywoodiano che italiano. Ci 1985, tratto da Cesare Pavese, un autore che sa eroina è addirittura sublime). All’epoca vi- parlò anche della sua passione per il melo- molto ammirava, considerando assai moder- vevo a Firenze e dividevo le ore delle mie gior- dramma (e per le eroine femminili di esso, la na la sua scrittura introspettiva, ricca di dialo- nate tra il frequentare la facoltà di medicina, perfida Milady compresa), per il cinema stori- ghi filosofici, tesa a mostrare le idee e i senti- su a Careggi, e il rinchiudermi nel buio di uno co (“Le vergini di Roma” del 1961 è, per esem- menti più che gli avvenimenti, i fatti nudi e dei tanti cinema che allora la città possedeva. pio, uno dei pochi film italiani ove si parli del- crudi. Il film, dichiarò alla stampa lo stesso Avevo una ventina d’anni, ero un appassiona- la civiltà etrusca), per quello mitologico Cottafavi, “ tanto per cambiare, piacque più in to cinefilo, quando seppi che Vittorio Cottafa- (divertentissimo, intelligente, ironico è, in tal Francia che in Italia”. Legatissimo alla città di vi avrebbe fatto un incontro con il pubblico, senso, “Ercole alla scoperta di Atlantide”, an- Correggio, con la cui amministrazione comu- non ricordo più in quale luogo di Firenze e da ch’esso del 1961). Ci parlò anche del suo unico nale aveva collaborato a vari progetti cultura- chi organizzato, mi ci precipitai subito. Mi film neorealistico (orgogliosamente, quasi li, dopo la morte ha fatto dono ad essa di tutte trovai davanti un austero signore d’una cin- per volerci far capire che, quando voleva, film le proprie carte, della propria biblioteca, dei quantina d’anni, dall’eleganza sobria e un po’ neorealistici sapeva farli anche lui): quel “Ta- propri film. Oggi tutto è raccolto, e disponibi- tradizionale (era discendente di una famiglia glio del bosco”, 1963, che trasse dall’omonimo le per chi come me sia cultore del grande cine- dell’alta borghesia, il padre era un militare), il racconto di Carlo Cassola. Un film per la tele- asta, nel Centro di documentazione Vittorio volto un po’ triste, l’eloquio calmo e sicuro. Ci visione che resta uno dei migliori mai prodot- Cottafavi, situato all’interno della Biblioteca raccontò della sua nascita a Modena, del suo ti dalla RAI. Gian Maria Volontè ne era stato Comunale di Correggio. trasferirsi poi a Torino e infine a Roma, dei l’unico attore professionista, tutti gli altri erano Stefano Beccastrini 17 n. 23

Al cinema Boyhood: la vita è cio’ che ti succede mentre fai altri progetti

Questa bellissima fra- nel 2004 e termina con “Before Midnight” nel se attribuita a John Len- 2013) che però si realizza in tre distinte opere non è ciò che meglio ri- divise da lunghi scarti temporali (anticipando assume e definisce la però una dote rara per un cineasta, la predi- pellicola di Richard Lin- sposizione a costruire storie prive di eventi klater “Boyhood”, uscita spettacolari o bizzarrie di sorta, nitide e credi- poche settimane fa in Ita- bili), in “Boyhood” si tenta un’operazione co- lia dopo la presenta- raggiosa: filmare 12 anni di vita all’interno di zione nello scorso feb- una famiglia comunissima che non differisce Giulia Zoppi braio alla Berlinare, in niente da milioni di altre nel mondo riu- preceduta dalla pre- scendoci senza stanchezza, ripetizioni o inu- miere al Sundance Film Festival che ne ha de- tili orpelli narrativi. Mentre il film mostrava le cretato subito un successo rilevante che è giun- prime immagini di Mason ancora piccolo to sino a noi e non senza motivi. Il film ha pensavo rammaricandomene, che Linklater raccolto come pochi altri in questo periodo un non è Gus Van Sant e che se cercavo la perfe- grande favore da parte di critica e di pubblico zione dell’immagine e del gesto, avevo sba- e le ragioni sono riconducibili alla fluidità del- gliato film! Lo pensavo cercando inutilmente la narrazione naturalistica e priva di eventi quel rigore formale e quell’attenzione ai parti- eccezionali, in cui non si sfiora mai la banalità colari che han fatto di Van Sant uno dei mi- e alla normalità con cui si svolge la quotidiani- gliori fotografi dell’infanzia/adolescenza che tà in cui è immersa. Il successo di questo pro- siano in circolazione e che nello scrutare nel getto che deve molto alla bravura dei suoi at- dettaglio riesce a costruire intere liriche prive tori, si basa principalmente su un’idea che di parole e gravide di senso come solo lui sa non ha precedenti nella Settima Arte e che fare: ciò che avevo di fronte era ben diverso consiste nel filmare e raccontare la vicenda di dalla rarefazione di Van Sant, semmai il suo una famiglia sin dal lontano 2002 prima in un contrario, ovvero il caos banale della vita di facilità. Sull’onda di questa riconciliazione si piccolo villaggio del Texas, per terminare un tutti i giorni, le urla e gli strepiti dei bimbi che svolge il racconto che vive e si dipana su due decennio più tardi nella sua capitale, Austin, litigano e dei genitori stanchi di far quadrare importanti snodi: il passare del tempo e la ri- cerca di un equilibrio su cui farlo passare, co- me succede nella vita. Scorre, passa ed è un continuo divenire che muta e che porta espe- rienza, consapevolezza, nostalgia, a volte rim- pianto, quasi sempre, se non sempre, una fi- ne. Così nel corso delle vicende minute a cui assistiamo come se fossimo parenti e amici di Mason (a mio parere il film acquista maggior forza quando Mason si è fatto ragazzino e adolescente e il regista focalizza in lui il cen- tro narrativo su cui far ruotare il resto del mondo) che cresce davanti ai nostri occhi, im- para, sbaglia e fa quello che fanno tutti i suoi coetanei, ci accorgiamo di esserci affezionati e di ritenere lui e la sua mamma soprattutto, le persone che frequentiamo e a cui vogliamo bene, pregi e difetti. Niente è di troppo in que- sta storia, forse solo la famiglia della nuova “Boyhood” scritto e diretto da Richard Linklater. La lavorazione del film è durata 12 anni, dal 2002 al 2013, per moglie di Ethan Hawke, un concentrato di raccontare la crescita di Mason (interpretato da Ellar Coltrane) e il rapporto con i genitori divorziati (interpretati luoghi comuni dell’American way of life (la da Ethan Hawke e Patricia Arquette). Il film ha partecipato in concorso alla 64ª edizione del Festival di Berlino, bibbia sul comodino e il fucile a portata di ma- dove Linklater ha vinto l’Orso d’argento per il miglior regista no!) ma anche questo come il resto è vero, fa dove i nostri personaggi crescono e in alcuni i conti tra figli, traslochi e separazioni. In- parte della comunissima e trita cultura ameri- casi invecchiano con lo scorrere del tempo re- somma la vita vera come la vediamo tutti i cana media, quella a cui si appellava Bush ale e non filmico. Protagonisti della vicenda giorni in casa, senza colpi di scena o drammi (mentre Ethan Hawke parteggia per Obama) una giovane madre piuttosto incasinata tra particolari. Ethan Hawke è un giovane padre e che è di nuovo in pista negli USA per le pros- progetti professionali instabili e precari, se- musicista quando Mason ha poco più di 5 an- sime elezioni presidenziali. Linklater filma la parata e alla ricerca di una storia sentimenta- ni e Samantha non ancora 10. Rientra da una sua opera migliore senza alcun clamore o sfi- le sicura, un padre con fallimentari velleità di lunga assenza e desidera rivedere i figli, la da particolare. Riesce nel miracolo di mostra- musicista e i loro due figli Samantha e Mason. madre (una speciale -per bravura e semplici- re che ha ragione John Lennon quando affer- Se di Linklater si conoscono altri film costrui- tà- Patricia Arquette) non ne è felice ma non ma che “la vita è ciò che ti succede mentre fai ti sull’incedere del tempo, basti pensare alla lo impedisce. Lei e i due bimbi stanno affron- altri progetti”. In questo modo pare un soffio trilogia di Celine e Jesse (con Ethan Hawke e tando un trasloco in cerca di un lavoro diver- passare dai 5 anni all’inizio del College con rea- Julie Delpy che inizia nel 1995 con “Prima so e per chiudere con l’ennesima relazione lismo e vera commozione. dell’alba”, prosegue con “Prima del tramonto” sbagliata in cui la donna incappa con grande Giulia Zoppi 18 [email protected] I dimenticati La memoria è un ingranaggio collettivo Suzan Ball Ho visto nascere due Cineclub a Roma

Si può morire a soli ven- quali Rock Hudson, Tony Curtis e Janet Leigh, Nel 1947 a Roma, secon- tun anni, quando si è David Janssen, Jeff Chandler, Barbara Rush e do quanto riportava la belle, si ha avuto succes- Hugh O’Brian; Susan raggiunse l’altare muo- rivista “Libero Orizzon- so nel mondo del cine- vendosi grazie ad un arto artificiale. Ella rico- te”, esistevano due cine- ma, si è mostrato gran- miciò subito a lavorare, ripigliando a cantare club, il “Cine-Club Ro- de coraggio nella vita e ed esibendosi in tournée in alcuni night-club; ma” con sede al “Caffè si è state così fortunate apparve anche col marito in televisione in un Metropole” e il “C.R.A.C. da fare un matrimonio episodio della serie televisiva “Video Teatro 9,5” (Circolo Romano d’amore? È quanto suc- Nando Scanu Virgilio Zanolla Amatori Cinema 9,5 cesse a Suzan Ball, una mm) al n° 31 di Via Cala- brava attrice e cantante, cugina della più nota matta. Di quest’ultimo facevano parte due Lucille Ball. Susan (che al momento di esordi- amici, Enzo Piacenti e Adolfo Cantoni che con- re nel cinema mutò per vezzo il nome nel più dividevano la passione per la cinematografia. esotico Suzan) era nata a Jamestown, nello Ho conosciuto Enzo Piacenti nell’estate del ’56 stato di New York, il 3 febbraio 1934, da una fa- in occasione della festa patronale di un paesi- miglia discendente in linea diretta da John Al- no della Sardegna e abbiamo scoperto che era- den, il primo padre pellegrino a sbarcare in vamo uniti dalla passione per il cinema. Solo America con la “Mayflower” nel 1620. Dopo più tardi, nell’agosto del 1963, ci siamo incon- aver vissuto a Miami e a Buffalo, nel 1941 la sua trati a Nettuno, sulla spiaggia delle Sirene, e famiglia si trasferì a Hollywood; ella, che ama- parlammo più approfonditamente di cinema, va cantare, si mise in luce nel coro della sua cineprese, e cineclub. Mi presentò subito Adol- scuola, partecipando a vari spettacoli. A quat- fo Cantoni, di cui in seguito conobbi anche il tordici anni esordì come cantante con l’orche- fratello minore Umberto, il quale aveva im- stra di Mel Baker, con la quale continuò ad esi- piantato un suo laboratorio, che ancora oggi birsi fino al ’53. Alta, bruna, tornita e avvenente, esiste alla via Francesco De Sanctis 15b a Roma Suzan fu presto cooptata dal cinema: l’attrice col nome Fotomek, specializzato nella ripara- Mary Castle la mise in contatto coi responsa- zione di macchine fotografiche e cineprese ol- bili della Universal International, casa di pro- tre a tutte le lavorazioni e trattamenti dei sup- duzione con la quale nell’ottobre ’51 ella firmò porti filmici. Oggi, per rinverdire il ricordo di un contratto. L’anno dopo esordì come odali- Suzan Ball attrice america ( 1934 – 1955) spentasi a tempi andati di questi amici che con passione sca ne “La lampada di Aladino” di Lew Lan- solo 21 anni e dedizione hanno dato il loro apporto e sup- ders. Sul set del suo secondo film, “La frontie- porto tecnico al cinema del formato ridotto ho ra indomita” di Hugo Fregonese, ebbe un flirt Lux”, nel ruolo della vittima di un incidente voluto ritrovare Enzo e Umberto e con loro ri- di breve durata con l’attore Scott Brady; ben costretta sulla sedia a rotelle. Nel mese di lu- passare qualche piccola bobina della memoria. più seria fu la storia con l’attore Anthony glio, provando la scena di un episodio di un’al- Enzo, come iniziò la tua passione per il cinema? Quinn, che conobbe sul set del suo terzo film, tra serie televisiva, “Climax!”, ebbe uno sveni- La mia passione iniziò con un proiettore Pa- “La città sommersa” di Budd Boetticher (’53): mento: ricoverata in ospedale, gli esami thè, esposto in una vetrina di Roma in via del essa durò un anno, e si concluse solo perché accertarono che il cancro si era esteso ai pol- Tritone, per il quale rimasi letteralmente stre- Quinn, sposato, era ancora innamorato della moni. “Sentivo pietà di me stessa, ma non ho gato. Ai miei occhi era talmente bello per come moglie, Katherine DeMille; ma Suzan non si alcun sentimento di rimpianto. A volte ho ri- si presentava, maestoso, con le due bobine per dimenticò mai di lui, tanto che poco prima di flettuto, chiedendomi ‘Perché mi è successo i film, e nell’astuccio che lo conteneva era ma- morire pare pronunciasse il suo nome. La questo?’. Non l’ho mai fatto in termini di de- gnifico. Con la testardaggine dell’età, tornai giornalista Hedda Hopper, una delle più fa- nuncia, ho solo cercato una vera risposta. Non più volte a rimirarlo con il naso schiacciato mose e influenti ‘pettegole’ di Hollywood, pro- è facile da trovare, e forse non lo saprò mai” sulla vetrina di quell’ottico. Era il 1939. Per la clamò la diciannovenne attrice una delle più dichiarò in un’intervista. Assistita devota- Prima Comunione, al posto del classico orolo- promettenti «nuove stelle del 1953». Quell’an- mente dal marito, Suzan si aggrappò con co- gio ebbi quel proiettore che avevo tanto desi- no, mentre lavorava nel suo quarto film, “Ad raggio al lavoro, e interpretò ancora un film, derato. Il proiettore era un Pathè modello G2 est di Sumatra” di Boetticher, provando un “Furia indiana” di Sherman (’55), dove sosten- fissato sulla base in legno con un bel conteni- numero di danza Suzan subì un incidente al ne la parte della moglie del protagonista, un tore lucidato color noce, una maniglia serviva ginocchio della gamba destra, aggravato più capo indiano; era coperta da un lungo scialle per il trasporto. Con il mio proiettore, divenni tardi da un incidente domestico. Poco tempo nero e una controfigura ripresa di schiena fi- anche famoso come proiezionista domenicale dopo, durante le riprese de “Il maggiore Bra- gurava al suo posto nelle scene in cui doveva per i bambini del Circolo Parrocchiale, con dy” di George Sherman, i medici accertarono camminare, mentre nei primi piani in movi- classici cartoni animati di Topolino, Felice il che nella sua gamba s’era sviluppato un tumo- mento il regista le chiese di muovere le spalle gatto e film comici con Buonlimone, Ridolini, re, e la operarono per rimuoverlo. Il tentativo come se stesse camminando. Il 5 agosto 1955 e Stanlio e Ollio, noleggiati presso la Pathè. però non ebbe buon esito e fu necessario am- Suzan si spense a Beverly Hills, all’età di ven- Negli anni ’40, da studente dell’istituto tecni- putarle la gamba. Intanto, nel dicembre ’53 tun anni, sei mesi e due giorni, dopo sedici co, ho frequentato anche la scuola della fonda- l’attrice si era fidanzata con l’attore Richard mesi d’inutile lotta contro la malattia. Venne zione “Marco Besso” per sapere tutto sull’uso Long, che, innamoratissimo di lei, le fu vicino sepolta dal marito affranto nel cimitero di Fo- dell’elettricità. In seguito, era tempo di guer- quando, il 12 gennaio ’54, essa venne nuova- rest Lawn. ra, lasciati gli studi, feci pratica ed esperienza mente operata, e il 4 aprile di quell’anno la sposò a in un laboratorio di riparazioni radio e in una Santa Barbara. Alla commovente cerimonia pre- officina di tornitura. Tutta esperienza che mi senziarono diversi divi di Hollywood tra i Virgilio Zanolla segue a pag. successiva 19 n. 23

segue da pag. precedente prestazioni superiori, Proiettori tipo G2 con fu utile nella mia passione. motore elettrico, Pellicole vergini e Laborato- Quando avviene l’incontro con i circoli cinemato- rio per lo sviluppo e il montaggio dei film, un grafici? notevole catalogo film, ed accessori e ricambi Con Adolfo Cantoni e con altri amici entram- per il cineamatore. Dal 1947, per la mia espe- mo nel 1947 a far parte come soci del C.R.A.C. rienza meccanica ed elettronica, ero divenuto 9,5, girammo un documentario di circa 100 manutentore e riparatore alla Pathè di Roma, metri su “I Teatri di Roma”, trasformandoci situata in via Cicerone N° 20, benvoluto dal per l’occasione in attori e registi, io ho fatto personale e dal direttore Giovanni Bonelli.” (v. l’operatore. Il lavoro fu sponsorizzato solo foto della famiglia su copertina di “Libero moralmente dalla Pathé. Posseggo ancora la Orizzonte” n. 4, 1948) copia originale di quel film in bianco e nero Come fu che sonorizzaste un proiettore? In quel periodo alla Pathè ebbi l’occasione di da sx Nando Scanu e Enzo Piacenti sulla spiaggia di vedere e provare un proiettore sonoro Pa- Platamona (Sassari) durante l’intervista thèVOX 9,5 mm, con lettore ottico, forse l’uni- co esemplare presente a Roma. Aveva un …Enzo racconta come ebbe varie esperienze prezzo inaccessibile per molti cineamatori e i di operatore alla macchina per film, docu- film sonori erano allora reperibili solo in mentari, scientifici, avvenimenti e vari, parte- Francia e in lingua originale. Io e Adolfo Can- cipando successivamente in varie occasioni toni pensammo che se fosse stato possibile per la Pathè a Montecatini Cinema e incon- modificare un proiettore di qualche socio del trando Tito Marconi, Gianni De Tomasi, Gior- Cineclub ad un costo accessibile, sarebbe sta- gio Trentin e altri esponenti della Fedic, oltre ta un’idea fantastica. Decidemmo di provare a naturalmente a Pietro Di Mattia, direttore di sacrificare il suo Pathè LUX 9,5. L’applicazio- “Libero Orizzonte” (che prese poi il nome di ne del lettore ottico comportò prima di tutto “Cinema Ridotto” ndr). Nel 1950, alla fiera di ideare e poi trovare e realizzare i pezzi mecca- Milano, trovandosi nello stand della Pathè, il nici e le singole parti aggiuntive per quel pro- presidente della casa madre SCI-Pathè gli iettore. Il collaudo e la taratura avvennero con propose di prestare la propria voce italiana molta apprensione ed emozione nostra e de- per mostrare il sistema di registrazione su pi- gli amici; visionammo un film sonoro dal tito- sta magnetica (novità tecnologica del mo- lo “Le Suisse Chant“, contenente cori di mon- mento) su un film a colori sui fiori, mixando la tagna, avuto per l’occasione dal Giovanni musica dello Schiaccianoci di Tchaikovsky, Bonelli, direttore della Pathè. Fu un grande esperienza che fu per lui fonte di grande sod- successo ed una magnifica soddisfazione. disfazione e gratificazione. Venne anche pubblicato un articolo sulla rivi- Continua Enzo sta “Libero Orizzonte”, mensile del cinema a Poi il servizio militare di 18 mesi, gli eventi “Libero Orizzonte” mensile del cinema a passo ridotto. successivi e gli impegni della vita e del lavoro 1948 n. 4, nella copertina ing. Muratori, sig.ra Bonelli non mi permisero più di seguire da vicino l’e- e i suoi tre figli voluzione dei CineClub, ma della loro attività ho sempre avuto notizie durante i nostri in- girato in 9,5mm con la mia motocamera Pa- contri qui in Sardegna e la pluriennale fre- thè, dotata di obiettivo a fuoco fisso “H.Rous- quentazione e collaborazione con la Fotomek sel Paris- Kinor 1:3,5”. Il pensiero che questo della famiglia Cantoni, alla cui conduzione film ricorda gli amici attori ora scomparsi, per era intanto subentrato ad Adolfo il fratello me ha un valore inestimabile anche se il film, Umberto e attualmente viene gestita dalla ni- visto al giorno d’oggi con senso critico, è pie- pote Sonia Cantoni. Io ho sempre mantenuto tosamente risibile. la passione per la cinematografia ed i film, -se Che mi dici della famosa casa cinematografica Pa- guendo nel tempo la loro evoluzione e diffu- thé? sione attraverso i mezzi che lo sviluppo della La Pathè era una casa francese, attiva in Italia tecnologia ci ha messo a disposizione. Il fin dal 1925, che s’impose con dei proiettori C.R.A.C. 9,5 confluì nel Cineclub Roma, ade- per pellicola formato 17,5 mm, ottenuta divi- rente alla Federazione Italiana Cineamatori, dendo il formato standard 35mm. Queste la quale nel 1949 prese il nome di Fedic, Fede- macchine, chiamate Pathè Rural (in Italia co- razione Italiana dei Cineclub. Ripensando a nosciute come proiettori Colombo), venivano quegli anni, oggi mi rivedo, con tenerezza ed impiegate per proiezioni in paesi e campagne un po’ di nostalgia, nel film di Tornatore dove non era possibile arrivare con il cinema “Nuovo Cinema Paradiso”. normale. Il sistema però ebbe breve vita, per Interviene Umberto Cantoni e prosegue la pesantezza e scarsa maneggevolezza delle Ricordo come sino alla metà degli anni ’40 la macchine e la difficoltà a reperire in tempi buona fotografia, ed a maggior ragione la ci- brevi i filmati nel formato 17,5 mm. Inoltre, “Libero Orizzonte” 1948 n 4 pag.24 “Ho visto nascere nematografia, erano molto costose. Per acqui- nel frattempo, la Kodak con la pellicola 16mm due Cine Clubs” a firma di Menippo (alias Pietro Di stare una macchina fotografica Leica o Rollei e la Pathè Baby con il 9,5mm avevano conqui- Mattia) servivano ben più delle “mille lire al mese” so- stato il favore sia industriale che amatoriale. passo ridotto fondato da Luciano Jelli e Pietro gnate in una famosa canzonetta, il materiale La Pathè Baby invece, era presente in Italia fin Di Mattia, nel numero di aprile del 1948, nella sensibile era difficile da usare, difficile da tro- dal 1927 con le pellicole 9,5 mm, proiettori tipo sezione dedicata al Cineclub Roma e al vare, difficile da conservare. Ben poche fami- DK a manovella per bobina da 10 e 20 metri, C.R.A.C. Circolo 9,5mm, venne citata come se- glie si potevano permettere più di una fototes- Camere da presa a manovella con motore a rata eccezionale, quella del 22 marzo per la sera, ai matrimoni se non c’era il professionista molla applicabile in opzione, Motocamere con presentazione del nostro proiettore Lux 9,5mm. continua a pag. successiva 20 [email protected] segue da pag. precedente per l’immagine invasero il mercato: materiale Esperienza cinematografica (magari vi col flash a magnesio per l’altare c’era solo la fo- ottimo a prezzo bassissimo, tecnica superio- viene voglia di rivedere un film) to di gruppo sulla scalinata della Chiesa. La ci- re e, soprattutto, pellicola cinematografica nematografia amatoriale era quasi inesisten- 8mm. L’immenso capitale dei negativi 9,5 del- Capitolo V te, l’otto millimetri era sconosciuto, c’era solo la Pathè fu, sino al 1962, riversato in 8mm con il 16mm. Esisteva, ma solo con pochissimi un apparato tecnico creato dalla Cinemek, la- esemplari, il 17mm, chiamato in Italia Passo boratorio artigianale che univa capacità ed Una storia vera Colombo e in Francia RURAL, per l’uso speci- esperienza (doti purtroppo non acquisibili su Titolo: Una storia vera, Ti- fico di spettacoli itineranti e l’economico (ma Internet), dei soliti tre appassionati del passo tolo originale: The Strai- mica tanto!) 9,5mm della Pathè Baby. La Pa- ridotto: Umberto Cantoni, Enzo Piacenti e Al- ght Story, Regia: David thè, prima della televisione, svolgeva un servi- do Santopietro. I dipendenti della Pathè furo- Lynch, Anno: 1999, dura- no per qualche mese assunti dalla Ditta Saba- ta: 111’. tini, mentre la Cinemek continuò a lavorare e Angela: Padrì, perché le nel marzo del 1964 preferì clonarsi in FOTO- cinture di sicurezza di MEK, dato che era evidente un calare delle ri- tutte le auto sono nere? chieste di cineprese 8mm mentre cresceva la Potevano farle colorate! richiesta delle nuove macchine fotografiche Salvatore Lobina Padrino: Perché se fos- giapponesi. Ora la Fotomek è alla terza gene- sero colorate sarebbero razione vivente: gli errori di manutenzione più allegre e quindi giocherellone e magari (capiti, corretti e non più ripetuti) fatti in oltre non farebbero bene il loro dovere! mezzo secolo quando non c’erano né pezzi di Angela: Ah ah ah ah, le cinture giocherellone, ricambio né istruzioni sono la migliore garan- ah ah ah ah... E perché quando sali in auto ti gi- zia. Oggi, il problema si ripresenta e si deve ri per cercarla e non la trovi mai? risolvere prova dopo prova per le digitali dal Gianfe: Perché tra tutte le cinture nere serie e velocissimo cambio di modello, telefonini e diligenti, ce ne sono alcune nere giocherellone computer, tutti articoli di consumo dalla bre- che non si fanno acchiappare! vissima permanenza in listino vendite. Angela: Ah ah ah ah, padrì, perché sulla strada I molti amatori che hanno frequentato il C.R.A.C. non cresce l'erba? 9,5 e quelli che oggi sono del “Cineclub Roma”, che è Padrino: Sulla strada non cresce l'erba perché la vivo e vegeto sotto la presidenza di Angelo Tantaro, strada è fatta d'asfalto, non c'è vita sull'asfalto. Umberto Cantoni al tavolo di lavoro alla Fotomek nel non possono dimenticare questi tecnici appassiona- Angela: Che fantasia padrì, questa non mi ha quartiere Prati a Roma ti che in tutti questi anni hanno supportato, con la fatto ridere. loro competenza e passione, la Cultura Cinemato- Gianfe: La bambina ha ragione, che fantasia, zio di noleggio col suo fornitissimo, per l’epo- grafica italiana. insomma impegnati di più! ca, repertorio. Nel retrobottega, a Roma, c’era Padrino: ma io... una donna sempre più anziana a fare giuntu- Nando Scanu Angela: Babbo, perché sull'asfalto non cresce re (che formato di pellicola, doppia foratura?) l'erba? di film sempre più rovinati; un fattorino, in Nato nel 1934, geometra diplomato, a vent’anni sceglie di Padrino: Esatto, perché sulla strada non cresce triciclo, andava alla Stazione Termini oppure proseguire la via imprenditoriale della famiglia nell’edili- l'erba? Sentiamo un po'! alle Corriere per consegne e ritiri. Oltre al per- zia. Appassionato di fotografia e cinema, nel 1951 ha fon- Gianfe: Non cresce l'erba perché siamo ad ago- sonale di servizio (che curava anche lo svilup- dato con pochi amici il cineclub Sassari e ne è stato presi- sto e non piove... po dei filmetti amatoriali), c’era un servizio, dente a varie riprese; Consigliere nazionale della Angela: Che vergogna in due non riuscite ad in- diciamo così, “Grandi Eventi” che si avvaleva Federazione Italiana dei Cineclub dal 1962 al 2013 con trattenere una bimba di quattro anni. Il viag- di professionisti esterni o amatori pratici, a qualche interruzione; da sempre si impegna nel dibattito gio è lungo perciò datevi una mossa. cui la Pathè affidava le riprese anche in 16mm culturale e nell’opera di qualificazione, di collaborazione e Padrino: Angela ha ragione, insomma io sto di cerimonie (matrimoni, battesimi, comple- apertura con le Associazioni Nazionali di cultura cinema- guidando e sono concentrato, ma tu potresti anni) oltre che per documentazioni, operazio- tografica. In Sardegna ha promosso la formazione di vari spremere le meningi e raccontare una storiella ni chirurgiche. Un esempio fra tutti è stata la cineclub. Con il cineclub Sassari collabora all’organizza- a tua figlia. ripresa della prima partita di calcio fra can- zione del Sardinia Film Festival. Da cineamatore ha rea- Gianfe: Ci sto pensando ma non... tanti e attori, con la presenza di personaggi lizzato una decina di corti. Angela: Se pensate di rifilarmi il solito tablet come Alberto Rabagliati, Giacomo Rondinella, con i giochini touch screen per tutto il viaggio, Rossano Brazzi, Massimo Girotti, e Carlo Ro- vi sbagliate di grosso, voglio una storia, e la vo- mano che, come si vede dal filmato, ci metteva Passo ridotto glio subito. Vorrei sapere perché sull'asfalto l’anima! Enciclopedia del Cinema (2004) non cresce l'erba! Umberto, come venivano reclutati i collaboratori? Gianfe: è merito del sig. Alvin Straight se pos- Gli aiuti esterni, spesso volontari senza paga, siamo viaggiare tranquilli senza erba sulla venivano reclutati tra decine di aspiranti con Pellicola di formato minore rispetto a strada. il passaparola. Il CRAC 9,5, fondato da Lucia- quello normale di 35 mm (16 mm, a dop- Angela: Chi è il sig. Alvin? no Ielli, era la fonte più usata. I soci anziani pia perforazione; 8 mm normale, con fori Gianfe: Un anziano contadino di 73 anni! erano mio fratello Adolfo Cantoni, Antonino da un solo lato, e sue varianti, super 8 e Angela: Avrei preferito il regno di Fantàsia, o la (Enzo) Piacenti, Aldo Santopietro e suo cugi- single 8), tuttora presente sul mercato e Terra di Mezzo, come ambientazione anziché no Leonardo Cortese.Il CRAC proiettò inoltre, largamente diffusa in passato, sia nella l' Italia. con il primo proiettore sonoro 9,5 (modello) cinematografia di reportage sia in quella Gianfe: Non è ambientata in Italia, ma negli giunto in Roma, “King Kong”, “Napoleone”, “Il amatoriale, prima dell’avvento delle vide- Stati Uniti salvataggio del Dakota”, e un documentario ocamere portatili, grazie soprattutto al Angela: Perché anche lì le persone non vanno sui corni da montagna svizzeri (solo in fran- minor costo del materiale sensibile e delle mai in pensione? cese). Con l’avvento della televisione la Pathè macchine da presa e da proiezione, e alla Padrino: Non tagliava l'erba di professione. entrò in crisi: dal 1958 (Esposizione Univer- grande facilità di trasporto. Una sera il sig. Alvin ricevette una telefonata sale di Bruxelles) i prodotti giapponesi segue a pag. successiva 21 n. 23

segue da pag. precedente Padrino: Puoi dirlo forte, improvvisa, suo fratello Lyle stava molto male, Gianfe: Credo sia arrivato il momento di inse- e siccome non si vedevano da ben 11 anni deci- rire una morale in questa storia. se di andare a trovarlo, prima che i granellini Angela: Cos'è la morale babbo? della clessidra finissero per entrambi. Gianfe: è un termine che viene usato per indi- Angela: E smise di tagliare l'erba? care quello che questa storia ci insegna. Gianfe: Affatto, è da quel giorno che tutto ebbe Padrino: Una notte Alvin, incontrò una giova- inizio. ne ragazza che faceva autostop, e sotto le stelle Padrino: Decise di salire in sella al suo vecchio e davanti al fuoco disse... tosaerba e di percorrere 240 miglia, ossia 386 Alvin: Quando i miei figli erano piccoli, facevo chilometri per riunirsi col fratello. un gioco con loro. Gli davo un rametto ciascu- Angela: Ho solo quattro anni, sono molto sve- no e dicevo loro di spezzarlo. Non era certo un glia ma ancora non conosco le misurazioni in impresa difficile. Poi gli davo un mazzetto e miglia né tanto meno il sistema metrico deci- dicevo di provare con quello. Ovviamente non male. ci riuscivano. Quel mazzetto, gli dicevo, quello Gianfe: Fece un percorso lunghissimo, da Lau- Il titolo originale, “The Straight Story”, contiene un è la famiglia. rens nell'Iowa a Mount Zion nel Wisconsis, ad gioco di parole, poiché vuol dire “La storia di Straight” Angela: Ma io non ho un fratello! una velocità di 8 km/h. (il protagonista del film), ma anche “La storia dritta”, Padrino: Hai sentito babbo? Padrino: A passo di lumaca. Infatti impiegò sei che indica la linearità del viaggio effettuato da Alvin Angela: Ma quando arriva il sig. Alvin dal fra- settimane per arrivare! Straight per raggiungere il fratello e, metaforicamente, tello? Angela: Ma non poteva usare una macchina co- la linearità della vita. Gianfe: Ora siamo arrivati noi, la fine della sto- me questa? ria te la raccontiamo durante il viaggio di ri- Padrino: Purtroppo non aveva più la patente, e seconda guerra mondiale, perciò non poteva torno. voleva affrontare questo affascinante viaggio avere paura di dormire solo in un campo di Angela: Babbo, appena arriviamo a casa, potre- da solo. Mais, in tempo di pace. sti aggiustarmi la bicicletta? Angela: E come faceva per dormire, mangiare, Angela: Poveretto, chissà quanti incubi, visioni Gianfe: Certo, ma come mai tutta questa fretta, o ripararsi dalla pioggia e dal vento? ed inquietudini avrà avuto durante il viaggio. è settimane che non la usi... Gianfe: Il sig. Alvin attrezzò un piccolo rimor- Padrino: No quei problemi li ha solamente il Angela: Vorrei andare a trovare la mia cuginet- chio con una tenda, un po' di carburante per il sig. David Lynch anche se in questo viaggio ta, in fondo sono solamente 82 miglia! suo trattorino rasaerba, vestiti puliti, ed una non si notano tanto. Gianfe: Non farti venire strane idee per la testa buona scorta di cibo per se. Gianfe: Il vecchio Alvin viaggiò tra paesaggi Angela: Questa favola mi è proprio piaciuta. Padrino: Buona mica tanto: würstel e patè di bellissimi, tramonti romantici, albe incante- Gianfe: Favola? Questa storia non è inventata, fegato! voli, preziosi cieli stellati belli e luminosi come questa è... Angela: Non aveva paura di dormire da solo nei si vedono da noi in campagna all'agriturismo! Padrino: Una storia vera. campi? Angela: è stato saggio a viaggiare lentamente, Padrino: Il sig. Alvin combatté in trincea nella facendo così si è potuto gustare i paesaggi. Salvatore Lobina

Costumi. L’importanza dell’abito Vestiamoli con stile La Toscana e i costumisiti Gli attori sono sempre e scampanati? Oppure nudi, nudi due volte: la Paolo Hendel in “Spe- prima perché devono riamo che sia femmi- “indossare” una parte, na” (1986, costumista che raramente corri- Mario Altieri-), in abito sponde al loro caratte- nero elegante con giac- re, alla personalità, ai ca e cravatta? O ancora gusti, e così via, la se- Adolfo Celi in “Amici Lucia Bruni conda perché gli abiti miei” (1975 - costumista che portano tutti i gior- Giuditta Mafai-) vestito ni raramente si addicono alle parti che “indos- con pantaloni sdruciti sano”. Per questo ci sono i costumisti, perso- e chiodo borchiato? Ma naggi nascosti, per lo più ignorati dagli se esempi così banali ci Gabriella Pascucci. Nel 1994 - Premio Oscar e Nastro d’argento per migliori costumi spettatori, i quali ultimi danno per scontato dicono che lo spettato- nel film “L’ età dell’innocenza” 1993 di Martin Scorsese che (tranne casi particolari…) l’attore reciti ve- re ha bisogno di un ri- stito. Ma i costumisti sono molto importanti, ferimento immediato, come l’abito, quando si risulti armonico ed equilibrato. La nostra To- non creano solo gli abiti per gli attori, “vesto- tratta di identificare un personaggio e il suo scana è ed è stata prolifica di costumisti di ec- no” la storia rappresentata, le scene, gli stati ruolo, ci fanno anche capire quanti ingredien- cezione. Anna Anni, nata a Marradi nel 1926 d’animo, le atmosfere, insomma, hanno un ti occorrono al costumista per raggiungere lo (ci ha lasciato nel 2011), la quale ha lavorato compito delicato e rilevante. E se nella vita scopo. Il costumista dunque, esercita una sor- molto per i film della tv, e nel cinema ha af- quotidiana quasi sempre vale lo scontato det- ta di “arte interdisciplinare” a tutto tondo, fiancato diverse volte Franco Zeffirelli- otte to “l’abito non fa il monaco”, sul set, è vero tut- poiché nella sua creazione deve tener conto nendo per i costumi del film “Otello” (1986), to il contrario. Potremmo immaginare la Pina del tipo di sceneggiatura, della psicologia de- una nomination all’Oscar assieme all’emiliano (Liù Bosisio) del famigerato primo “Fantozzi” gli attori, dell’andamento della storia, dei par- Maurizio Millenotti. Piero Tosi (Sesto Fioren- (1975- costumista Orietta Nasalli-Rocca-) ve- ticolari del campo fotografico o musicale; un tino, 1927 allievo di Ottone Rosai, ha lavorato stita in minigonna o con pantaloni strettissimi “lavoro di squadra”, alfine, affinché tutto segue a pag. successiva 22 [email protected] segue da pag. precedente Al cinema con Luchino Visconti (“Senso”, “Rocco e i suoi fratelli”, “Il gattopardo”, per citarne alcuni), con Mauro Bolognini, Franco Zeffirelli, Pier Una storia di amici davanti al “Barbecue” Paolo Pasolini, Dino Risi, Luigi Comencini, so- lo per citarne alcuni. Gabriella Pescucci (Rosi- Ironico e irriverente gnano Solvay, 1941), anch’essa iniziata alla car- riera da studi di arte visiva, avendo frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Partita co- Academy2 distribuisce me assistente dello stesso Tosi e di Pierluigi in poche sale questa di- Pizzi, ha lavorato molto nel mondo della lirica vertente commedia e altrettanto intensamente e con notevoli ri- francese del regista d’Ol- sultati per il cinema. Nel 1986 ha vinto due Da- tralpe Éric Lavaine, vid di Donatello con “Il mondo nuovo” di Etto- “Barbecue”. La pellicola, re Scola (1982) e “Il nome della rosa” di uscita in Italia l’11 set- Jean-Jacques Annaud (1986). Nel 1994 per il tembre scorso, è una film “L’età dell’innocenza” di Martin Scorsese, simpatica storia di ami- le venne assegnato dall’Academy of Motion Pi- Michela Manente cizia vista dal punto di vista autobiografico del protagonista, Antoine. Tutto procede bene nella sua esistenza, sia in famiglia che al lavo- ro, finché la sua vita subisce un arresto, un ar- resto cardiaco. Da questo momento Antoine decide di cambiare rotta eliminando le varie privazioni salutistiche (passando dal tassativo no al fumo e all’alcool addirittura agli spinelli e ai superalcolici), alimentari (trasformando il divieto ai cibi ipercalorici in abbuffate di pata- “Amleto” di Zeffirelli, abiti confezionati dalla sartoria tine fritte e carne) e anche le ipocrisie che ave- Cerratelli su disegno di Dante Ferretti nato a Macerata vano dettato gli incontri con i suoi amici più cari. Ma come tutte le verità, anche le parole cture Arts and Sciences “Oscar ai migliori co- ‘vere’ di Antoine sono scomode, come lo è sa- dei nostri tempi: Laure insegue il sogno dell’e- stumi”. E ancora Piero Gherardi, nato a Poppi terna bellezza e Yves il sogno di essere tenuto nel 1909 e morto a Roma nel 1971, architetto e in considerazione nonostante la sua fastidio- scenografo, entrato nel mondo del cinema co- sa puntigliosità. Laurent insegue il desiderio me arredatore del film “Notte di tempesta” di di sistemare alcuni problemi lavorativi di cui Gianni Franciolin (1946) allargherà la propria tiene all’oscuro la moglie Nathalie. Jean Mi- competenza all’arte della scenografia e dei co- cheal ha una gran voglia di trovare una com- stumi. Ha lavorato con Pier Paolo Pasolini, Vit- pagna e nel frattempo fa il meccanico con de- torio De Sica, Dino Risi, Franco Zeffirelli, Lu- dizione e umiltà. Olivia e Batiste si sono chino Visconti (suoi gli abiti di scena di Senso, appena separati ma si fanno i dispetti a vicen- Rocco e i suoi fratelli, Il Gattopardo), ha vinto da in attesa di ritrovare l’amore di coppia. An- diversi David di Donatello, Nastri d’Argento e toine a cinquant’anni scopre alcuni piaceri due premi Oscar per “La dolce vita” (1962) e per della vita di cui prima si era privato e lo fa con “8½” (1964). In questa brevissima carrellata sui autoironia e una lucida ricerca dello star bene. costumi, facciamo cenno alla “Casa d’arte Cer- pere che nemmeno la propria famiglia è im- Il ruolo dello spettatore è di origliare, spiare le ratelli” (dal 2005 divenuta Fondazione) di San mune dal nascondere qualche sgradito schele- situazioni, gli incontri e le esperienze del Giuliano Terme (Pisa). Nei suoi cento anni di tro nell’armadio. Così il protagonista riparte gruppo di amici che non si perde di vista, rin- da zero: prima riconquista il suo tempo libero forzando giorno dopo giorno un legame nato e la bellezza del non dover far niente e poi ri- molti anni prima sui banchi di scuola e rinsal- prende le relazioni, una a una con i suoi amici datosi in occasione dei barbecue domenicali. e alla fine anche con la moglie. La commedia Il film riprende in parte lo stile di “Piccole bu- corale di Lavaine colpisce per la leggera pro- gie tra amici” di Guillaume Canet che ha otte- fondità dei dialoghi e per i valori che mette in nuto in Francia nel 2010 un vero successo di campo: l’amore, soprattutto coniugale, e il pubblico ma che in sintesi risulta meno ironi- senso dell’amicizia. Con quel tocco francese in co nell’affrontare il tema dell’amicizia tra più, che non fa cadere la storia nel banale o nel trentenni. Da “Giù al nord” (Dany Boon, 2008) ridicolo ma al contrario esalta i personaggi il film di Lavaine ha preso il gioco di parole e il Casa d’arte Cerratelli nei loro ruoli ben definiti e ritagliati non solo gusto della battuta oltre alla scelta di perso- psicologicamente. Nel cast recita Lambert naggi stravaganti e memorabili. Un altro pa- vita (fondata nel 1914 dal baritono Arturo Cer- Wilson nel ruolo del protagonista e Franck ragone spontaneo è con il film, apprezzatissi- ratelli, uno dei primi interpreti della “Boheme” Bubosc nel ruolo di un amico, Batiste, assieme mo da noi, “Quasi amici” (Toledano e Nakache, di Giacomo Puccini) ha “vestito” artisti di tutto ad altri otto amici e amiche ognuno con i sui 2011) o anche con il meno recente “Le invasio- il mondo, ospitando oggi nella sua collezione, pregi e soprattutto con i suoi difetti. L’allegra ni barbariche” (Arcand, 2003), entrambi fran- oltre 30.000 manufatti di straordinario valore combriccola sta attraversando il momento di cesi ed entrambi irriverenti quanto basta per storico “made in Italy”. Sì, perché i costumi, mezzo della propria esistenza permettendosi strappare al pubblico risate e lacrime, come fa per essere indossati, vanno prima cuciti. di godere le cene luculliane, le vacanze in co- “Barbecue”. mune e la lontananza dei figli grandi e quasi Lucia Bruni indipendenti. Tuttavia inseguono altri miti, tipici Michela Manente 23 n. 23 Amedeo Nazzari, Cesare Zavattini e la FICC

Pubblichiamo un documento del 1953 prove- niente dagli archivi della FICC - Federazione Ita- liana dei Circoli del Cinema. La lettera, indiriz- zata ad Amedeo Nazzari, è firmata da Cesare Zavattini, da circa un anno presidente della FICC. Si chiede in tale missiva un contributo economico al noto attore sardo, che annota un “Dare 50.000”. Con piacere abbiamo ritrovato riscontro della stessa nel libro “Amedeo Nazza- ri. Il divo, l’uomo, l’attore”. Simone Casavec- chia (a cura di) - € 25.00, anno di edizione: 2007, pagine: 183, collana: Quaderni del CSC, distribuzione: Centro Sperimentale di Cinema- tografia. ISBN: 9788895219103

Amedeo Nazzari, attore cinematografico e teatrale di successo e molto popolare, nome d’arte di Amedeo Carlo Leone Buffa (Cagliari, 10 dicembre 1907 – Roma, 6 novembre 1979), è stato un attore italiano. A sei anni la sua famiglia si trasferisce a Roma dove studierà presso i salesiani in via Marsala dove ma- turerà la sua passione per la recitazione dopo le prime recite scolastiche. E sepolto al cimitero monumentale del Verano di Roma. Dal 1935 al 1978 ha partecipato a circa 90 film. Il David di Donatello gli conferisce un premio speciale “per una vita dedicata al cinema con appassionata professionalità e straordinario successo”. La sua frase più famosa dal film “La cena delle beffe” (1941) di Alessandro Blasetti “... e chi non beve con me, peste lo colga!”. Amedeo Nazzari interpretava Neri Chiaramantesi

Nell’attesa dell’Assemblea Generale della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema Congressi Regionali FICC In questo periodo i centri regionali FICC sono impegnati a riunirsi e a eleggere i segretari regionali. Al termine di questi incontri, la XXVIII Assemblea Generale della FICC

Sicilia

Grande adesione dei Circoli Ficc al Congres- il mondo che ci circonda. Trapani, Catania, so Regionale Siciliano. Nino Genovese il nuo- Siracusa, Regalbuto, Chiaramonte, Valguar- vo segretario regionale nera, Comiso, Messina, Gela e Modica sono le Il 15 novembre u.s. è realtà che si sono confrontate. L’elezione dei stata una giornata sto- nuovi gruppi dirigenti della FICC siciliana, ha rica per i Circoli della avuto il merito di far riscoprire l’idea di far FICC della Sicilia. Dopo parte di un unico organismo che, insieme a tanti anni, quella di non tantissimi altri sparsi in Italia e nel mondo, riuscire a far incontrare persegue la stessa finalità. In modo armonio- tutte le associazioni si- so e condiviso si è discusso, sono state fatte ciliane insieme può delle proposte e sono state indicate delle can- considerarsi una diffi- didature Alla fine sono Un momento dell’incontro della FICC Sicilia Biagio Interi coltà finalmente supe- stati tutti concordi sul- rata. In occasione del la scelta del nuovo se- Balbo di Valguarnera e Tiziana Spadaro di Congresso del Centro Regionale FICC Sicilia, gretario regionale: Ni- Modica. Dopo la loro elezione, si è successiva- infatti, 11 rappresentanti dei circoli affiliati no Genovese, docente mente continuato a discutere e a confrontar- sparsi in tutta l’isola, su 14 in totale, si sono se- universitario di Messi- si, con calore e passione. Punto centrale è sta- duti insieme attorno a un tavolo, per scam- na, giornalista e critico to capire come poter continuare a mantenere biarsi impressioni, per conoscersi meglio, ma cinematografico, ma un contatto organico tra realtà così distanti, soprattutto per condividere una passione, soprattutto operatore per scambiarsi idee e propositi comuni. In uno scopo, e far maturare una certezza: quel- culturale con una pas- Nino Genovese questo senso la semplice realizzazione di un la, cioè, che solo stando tutti uniti si può pro- sione straripante e la sito internet può aiutare a raggiungere questo vare a cambiare l’opaco esistente per cercare voglia immutata nel tempo di continuare a obiettivo. Questo lo si farà presto, anzi subito. di ridare speranza attraverso l’originale lavo- spendersi per la cultura cinematografica. So- La Sicilia è un’isola. A volte non solo geografi- ro culturale dei circoli del cinema. Ciò attra- no stati eletti con lui anche due nuovi vice se- camente. Con questo importante incontro, si verso la loro particolare metodologia di con- gretari, che rappresentano la freschezza e il è capito che solo sviluppando processi di fronto e analisi che, grazie al cinema, consente desiderio delle giovani generazioni di incidere vera partecipazione e condivisione si può di utilizzare chiavi di lettura per interpretare positivamente sul futuro della FICC: William segue a pag. successiva 24 [email protected]

segue da pag. precedente segretario del Circolo del Cinema “Cineclub scampare dall’atavico pericolo che da secoli ci Astrazoni” di Foligno; • Claudio Ceccarelli, minaccia. Quello cioè di restare tante inco- membro del Consiglio Direttivo del “Circolo municabili piccole isole in un’isola più gran- del Cinema Fabriano”; Laura Silvestrini, mem- de. bro del Consiglio Direttivo del “Circolo del Ci- Biagio Interi nema Fabriano”. Erano assenti i rappresen- Insegna Filosofia e storia al Liceo classico di Ragusa, fon- tanti dei Circoli del Cinema: “Linea d’ombra” datore del Circolo Albatros di Chiaramonte G. (RG), di Senigallia; “Cineclub Civitanova”; “Asso- Membro del Consiglio Direttivo nazionale della FICC ciazione Culturale Cinepalafolli” di Ascoli Pi- ceno; “Piccolo Cineclub Tirreno” di Follonica; Calabria “Associazione Fiesolearte” di Fiesole. Ordine del Giorno : 1) Elezione Segretario Interregio- Location incontro Ficc Calabria Hotel Lamezia Terme Cose fatte e cose da fare. Assemblea del coor- nale e suoi due Vice; 2) Organizzazione even- e con i distributori. Questo al fine di rendere dinamento regionale FICC della Calabria to Interregionale in base alla somma destina- sempre più agevole ed economica la program- (Lamezia terme, 8 novembre 2014) ta; 3) Varie ed eventuali. In merito al primo mazione cinematografica dei circoli, i quali, è Più volte, anche su que- punto all’ O.d.G i presenti all’unanimità eleg- stato con forza sottolineato, svolgono volon- sto giornale, ci siamo gono Andrea Cardarelli quale Segretario In- tariamente e senza scopo di lucro, un impor- espressi a favore dell’u- terregionale dei Circoli Marche – Umbria –To- tante compito di diffusione delle culture. Ana- tilità dei centri regiona- scana e Vice Segretari Roberto Lazzerini e logo accordo è stato altresì riscontrato in li della FICC i quali, pre- Giorgio Silvestrini. Si è poi passati alla discus- riferimento alla necessità di promuovere, in visti dallo statuto sione del secondo punto, l’organizzazione di occasione dell’imminente congresso, iniziati- federale del 1947, hanno un evento del Circolo Interregionale : il Segre- ve culturali di portata nazionale e internazio- assunto piena operati- tario Cardarelli ha proposto di utilizzare la nale, in grado di continuare a legare la Ficc vità una decina di anni somma destinata al Circolo Marche-Um- Giorgio Lo Feudo all’attualità ma, sopratutto, di valorizzarne le fa. Si tratta, com’è noto, bria-Toscana all’organizzazione di un evento origini e la storia, intesi come fari per illumi- di organismi di raccordo tra circoli, territori e che coinvolga le tre Regioni, una sorta di ini- nare il futuro. La riunione si è quindi conclusa presidenza nazionale, che svolgono l’impor- ziativa comune itinerante, da realizzare ad con il rinnovo delle cariche regionali. A tal tante compito di armonizzare le iniziative lo- inizio 2015. La proposta è stata valutata positi- proposito, tutti i presenti hanno espresso ap- cali in una serie di progetti comuni capaci di vamente e il Presidente del Circolo Astrazione prezzamento per il coordinamento esercitato esprimere un respiro, appunto, regionale. ha pensato di organizzare un evento in occa- dallo scrivente, decidendo all’unanimità di L’occasione migliore per fare un bilancio poli- sione dei 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pa- confermarlo nell’incarico per un altro trien- tico delle attività dei centri, è offerta senza solini, cosa gradita a tutti i circoli e sicura- nio, unitamente ai due nuovi vice segretari dubbio dalla convocazione del congresso della mente fattibile di realizzazione. Nei vari ed Eugenio Attanasio e Antonio Fragiacomo. federazione che, per regolamento, richiede lo eventuali si è discusso la proposta alla FICC di L’impegno conclusivo è consistito nell’auspi- svolgimento delle assemblee regionali, con ridisegnare il gruppo interregionale di nostro cio di ritrovarsi a Cagliari per contribuire, in- annesso il rinnovo delle cariche sociali, prima interesse, mettendo insieme Marche, Um- sieme a tutti gli altri centri regionali, alla co- dell’assise nazionale. Il centro della Calabria, bria, Abruzzo e Molise (in tutto nove circoli), struzione di un dibattito volto a delineare un che chi scrive coordina da un triennio, non si escludendo la Toscana per motivi logistici e di profilo della Ficc, che sia capace di andare è ovviamente sottratto a tale obbligo che, an- viabilità. Si è altresì sentita l’esigenza di ri- avanti speditamente, senza mai smettere zi, ha utilizzato per riunire i circoli afferenti, chiedere alla Federazione, in concordanza d’inforcare le irrinunciabili lenti della propria confrontarsi sulle attività svolte e da svolgere, con le altre Associazioni Nazionali, di miglio- storia. ma sopratutto, aprire una riflessione su alcu- rare ulteriormente la questione dei diritti di Giorgio Lo Feudo ne ipotesi programmatiche e di impegno cul- proiezione, i quali costi per alcune case di di- Segretario Centro Regionale FICC della Calabria. turale da sottoporre all’attenzione del predet- stribuzione, sono ancora proibitivi. La riunio- Laurea in lettere moderne. Docente di filosofia del lin- to congresso. Sul fronte delle cose fatte nel ne si è conclusa alle ore 12.45. guaggio e semiotica del testo all’Unical presso Università 2013, l’assemblea dei circoli calabresi si è in- Andrea Cardarelli della Calabria e svolge attività di ricerca presso i Diparti- nanzitutto espressa favorevolmente, nell’or- Segretario del Gruppo Interregionale Marche, Umbria e menti di Filosofia e Scienza dell’Educazione della stessa dine, sulla rassegna-concorso “corti di memo- Toscana Università. ria”, svoltosi presso l’università della Calabria Nato a Porto San Giorgio (Fm) nel 1969, laureato in Filo- e incentrato sulla valorizzazione dei filmini di Marche, Umbria e Toscana sofia, Presidente del Circolo del Cinema “Metropolis” di famiglia; sulla manifestazione-convegno “ad- Porto San Giorgio/Fermo dal 2006, Direttore Artistico del dio alla pellicola” tenutosi a Reggio Calabria e Eletto Andrea Cardarelli Segretario Interre- Teatro Nuovo di Capodarco, collabora con vari Comuni volto a declinare un meditato commiato alla gionale dei Circoli delle tre regioni del Fermano nell’organizzazione di varie rassegne di Ci- celluloide e un saluto di benvenuto ai nuovi In data 15/11/2014 pres- nema, Musica e Teatro. Poeta, Allenatore di Basket ed supporti digitali di proiezione; sulla rasse- so la Parrocchia della Istruttore di Mini Basket. E’ impegnato anche nel sociale. gna-convegno contro il femminicidio, svoltosi Misericordia di Fabria- a Polistena, con grande successo di pubblico e no alle ore 10.45 si sono Abruzzo e Molise. critica. Successivamente, i rappresentanti pre- riuniti i responsabili dei senti, si sono occupati delle cose da fare, di- Circoli Ficc di Marche, Giuliana Salome nuova segretario regionale chiarandosi tutti d’accordo sulla opportunità Umbria, Toscana per la Il Centro regionale Mo- di approvare la proposta di organizzare la ter- Riunione Interregiona- lise- Abruzzo della Ficc è za edizione di “corti di memoria” e di pro- le. Erano presenti i sig. costituito dai circoli muovere una rassegna volta a far conoscere a Andrea Cardarelli ri: • Andrea Cardarelli, presenti a Casacalenda, un pubblico di appassionati, i cortometraggi Presidente del Circolo Larino, Termoli e L’A- prodotti da giovani filmmakers. Terminata del Cinema “Metropolis” di Porto S. Giorgio”; quila che con le loro atti- questa fase, incentrata sulle iniziative da Roberto Lazzerini, Presidente del Circolo del Federico Pommier vità cercano di promuo- mettere in campo, l’assemblea calabrese si è Cinema “Cineclub Astrazioni” di Foligno; Gior- vere il cinema di qualità in un territorio poi ritrovata sulla opportunità di fare il pun- gio Silvestrini, Presidente del “Circolo del Ci- particolarmente difficile. Esistono infatti, to, in sede nazionale, sui rapporti con la SIAE nema Fabriano” di Fabriano; • Fabio Celoni, segue a pag. successiva 25 n. 23

segue da pag. precedente in particolare in Molise, pochissime sale cine- Programma della XXVIII Assemblea matografiche aperte e si vive una situazione Generale della Ficc e iniziative collegate generale molto critica per gli spazi culturali e artistici. I circoli hanno organizzato nell’ultimo Cagliari, 11/12/13/14 dicembre 2014 biennio diverse rassegne, incontri e proiezioni che hanno riscosso un ottimo successo di pub- in collaborazione con: MiBACT, Società Umanitaria blico e stimolato l’attenzione dei media e dell’o- pinione pubblica locale. Le attività del Centro – Cineteca Sarda, Assessorato alla Cultura della RAS, regionale e di MoliseCinema, il festival di Casa- Fondazione Sardegna Film Commission, Provincia di calenda che è giunto nel 2014 alla sua 12° edizio- ne, hanno inoltre contribuito a sensibilizzare Cagliari, Comune di Cagliari, CELCAM - Centro per la Regione Molise, dopo tanti anni di inazione, l’educazione ai linguaggi del cinema, degli audiovisivi e a prendere iniziative nel settore del cinema: è stato emanato un bando per la digitalizzazione della multimedialità delle sale cinematografiche e un bando per la Dante Alighieri, via Trentino ang. via Basilica- realizzazione di cortometraggi e lungometrag- ta incontro con le registe Cecilia Mangini e gi (“Ciak Molise”). Nell’incontro del centro re- Mariangela Barbanente, e proiezione del do- gionale che si è svolto a Campobasso lo scorso cumentario In viaggio con Cecilia, a cura del 11 novembre si è proposto di proseguire l’atti- Circ. del Cin. “Laboratorio Ventotto” (in colla- vità di integrazione delle forze e delle risorse borazione con la Cineteca Sarda, Cineteca dei singoli circoli ed è stato deciso di utilizzare Iraniana, Cinesud, Distribuzione Internazio- il contributo annuale per completare l’acqui- nale ed Università degli Studi di Cagliari - Bi- sto delle attrezzature di proiezione avviato ne- blioteca del distretto delle Scienze umane) gli anni precedenti e per realizzare un evento cinematografico comune. Concluso il mandato di Federico Pommier Vincelli, che non si è ri- Seminario su Fabio Masala e XXVIII candidato, è stata eletta nuovo segretario re- Congresso Nazionale FICC gionale Giuliana Salome. Venerdì, 12 dicembre 2014 Federico Pommier Vincelli Ore 10,00 - Cineteca Sarda Studioso di storia, autore di saggi e articoli di argomento 20 anni senza Fabio Masala politico e culturale, è fondatore e direttore artistico del festi- seminario nel 20° anniversario della scompar- val MoliseCinema sa di Fabio Masala, a cura della FICC e della Società Umanitaria Basilicata e Puglia Valeria Patané: Il lavoro nell’associazionismo Il 24 novembre si è svolta la ri- internazionale; unione dei circoli del centro re- Salvatore Pinna: Il valore della formazione per gionale FICC Puglia-Basilicata. biblioteche, mediateche e Musei; Presenti i rappresentanti di tre Hotel Panorama, Viale Diaz 231 (CA) Letizia Cortini: Cinema, archivi e didattica. circoli: Roberto Linzalone, di Aspettando il Congresso… Pubblico e memoria; “Cinergia” Matera; Domenico Da giovedì 27 novembre a sabato 6 dicembre Tore Figus: Politiche dello sviluppo del Mez- Di Gennaro, di “Gravina Città 2014 zogiorno, nascita dei Centri dei Servizi Cultu- Aperta” di Gravina in Puglia Uno Sguardo Normale Expo XII edizione e Sardi- rali in Sardegna; (BA); Antonio Rosano, di “Cine- Roberto Linzalone nia Queer Short Film Festival, Cagliari Julio Lamaña: La Carta dei Diritti del Pubblico ma ed Arte” di Montalbano Jo- - primo festival di cinema a tematica lgbt in e la International Federation of Film Socie- nico (MT). Assenti i circoli “I Basilischi” di Matera, Sardegna (a cura del Circolo del Cinema ARC- ties; presentano Peppetto Pilleri e Marco Asu- “Bellirsina Cineclub” di Irsina (MT) e “Mille e una Cinema - Cagliari); nis; notte” di Montescaglioso (MT). All’unanimità con- Da giovedì 4 a lunedì 8 dicembre 2014 Ore 13,00 Hotel Panorama Pranzo fermato il sottoscritto segretario regionale; Dome- Passaggi d’autore: intrecci mediterranei X edizione Ore 17,00 Apertura lavori del XXVIII Congres- nico Di Gennaro ed Antonio Rosano eletti vice se- – Sant’Antioco - rassegna internazionale di cor- so della FICC, relazione introduttiva del Presi- gretari il delegato del Centro che parteciperà alla tometraggi sul Cinema del Mediterraneo (a dente uscente Marco Asunis; a seguire, saluto prossima Assemblea Generale sarà Emilio Faivre cura del Circolo del Cinema ‘Immagini’ di delle autorità e degli ospiti: Claudia Firino, del circolo “Gravina Città Aperta” Sant’Antioco); Massimo Zedda, Nevina Satta, Salvatore Fi- Roberto Linzalone Festival dei Circoli del Mediterraneo gus, Julio Lamaña, Kamran Shirdel, Angelo Nato a Matera nel 1961. È professore, critico cinematogra- La città nel cinema Tantaro, rappresentanti delle Associazioni fico, organizzatore di rassegne cinematografiche. Da oltre Giovedì, 11 dicembre 2014 Nazionali di Cultura Cinematografica. dieci anni si occupa della selezione delle giurie studente- Hotel Panorama, viale Diaz 231, Ore 19.30 Cena sche del Premio David di Donatello. sala congresso I piano Ore 21.30 Cinema Odissea proiezione organiz- Lazio Ore 17,30 - incontro e proiezione di cortome- zata dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda: La FICC Lazio, convoca la propria assemblea traggi dedicati all’associazionismo e alla cul- “Isura da filmà” di Marco Antonio Pani, sarà pre- sabato 29 novembre 2014, presso la sede del tura cinematografica in Serbia, Tunisia e Iran, sente il regista. Presenta Antonello Zanda Circolo del Cinema “Zero in Condotta” in via con Paolo Minuto (presidente del Cineclub In- Sabato, 13 dicembre 2014 Caffaro, 10 zona Garbatella Roma. Nell’odg: ternazionale Distribuzione), Julio Lamaña e Ore 09,30 Hotel Panorama ripresa lavori Elezione del segretario regionale e di due vice- Ramzi Laamouri (rappresentanti del comitato del XXVIII Congresso della FICC. Dibattito segretari regionali; Nomina delegati assem- esecutivo della IFFS – International Federa- Ore 13.15 Pausa pranzo blea generale di Cagliari. Per la segreteria re- tion of Film Societies), il regista iraniano Ore 15,00 ripresa lavori del XXVIII gionale: Francesco Castracane vicesegretario. Kamran Shirdel Congresso della FICC. Dibattito; *Diari di Cineclub si scusa per non poter riferire delle Ore 20,30 - Università di Cagliari, Biblioteca segue a pag. successiva decisioni prese perchè in quella data il numero è chiuso. 26 [email protected] segue da pag. precedente Al cinema Ore 17.30 Elezione degli Organi Sociali e chiu- sura della XXVIII Assemblea Generale FICC ; Ore 20.00 Pausa cena; Ore 21.30 Premio FICC alla carriera a Kamran Interstellar Shirdel e proiezione in anteprima internazio- nale dell’edizione restaurata del film “La notte Delude il nuovo blockbuster di Christopher Nolan, nel che piovve”; tentativo di riportare la fantascienza nel circuito del cinema Domenica, 14 dicembre 2014 Ore 09,30 Hotel Panorama riunione del d’autore, come lo furono “2001: Odissea nello spazio” e nuovo Consiglio Direttivo FICC per l’elezione “Solaris”, ma “Interstellar” fallisce clarosamente nelle sue del Presidente nazionale e per gli altri adempi- stesse premesse menti previsti dallo Statuto e dall’O.d.G; Ore 13.00 pranzo conclusivo e inizi partenza “Non andartene docile in dei delegati e degli ospiti; quella buona notte. Ore 18,30 Cineteca Sarda Retrospettiva Infùriati, infùriati contro il del regista iraniano Kamran Shirdel; morire della luce.” Ore 20,30 incontro con la regista Diana Così declama la poesia Dell’Erba e proiezione del documentario “Re- di Dylan Thomas, reci- giste”, a cura del Circolo del Cinema “Circola tata in voice over da Mi- nel Cinema – Alice Guy”. Giulia Marras chael Caine, che inter- preta il professor Brand a capo di una NASA divenuta “il posto più se- greto della Terra”, mentre Cooper, il perso- Location dell’evento FICC naggio di Matthew McCounaghey, parte per altre galassie alla ricerca di un pianeta abita- ritrova ad essere contemporaneamente spetta- bile. “Interstellar” è infatti ambientato in un tore e personaggio invisibile della sua storia futuro imprecisato, che assomiglia più a un spezzata sulla Terra; invece nello spazio, le vi- passato, di certo appartenuto alle province ru- cende proseguono come da copione, con ten- rali americane colpite dal Dust Bowl e dalla sioni, inganni e incidenti astronautici quanto Grande Depressione, un tempo ipotetico in basta. “Interstellar” vive di queste due anime, cui la popolazione è già stata dimezzata e la una fantascientifica e l’altra sentimentale, che vita è possibile grazie alla sola coltivazione del si scontrano e infine si perdono entrambe: da mais. Quella di Cooper diventa allora un’im- una parte la scienza, per dimostrare la sua va- presa destinata alla salvezza dell’umanità in- lidità teorica, è spiegata dettagliatamente,

Cagliari. Hotel Panorama, sede designata per il congresso nazionale della Ficc. Situato sullo splendido golfo di Cagliari a pochi minuti dal centro.

tera, col cuore rivolto alla famiglia lasciata a perfino sul finale, ingabbiando la sceneggia- casa, con la promessa del ritorno; parallela- tura in uno sterile trattato sulla realtà penta- L’hotel Panorama in posizione centrale e tranquilla è mente l’ultima prova registica di Nolan è il dimensionale; dall’altra i fratelli Nolan pre- luogo ideale per incontri, congressi e meeting. tentativo di ridimensionamento del blockbu- tendono di intessere l’odissea tra le galassie di ster di fantascienza, attraverso il suo persona- un amore ”forza che trascende il tempo e lo lissimo sguardo autoriale, con la materia spazio” urlato, sbandierato, sviolinato, e infi- dell’amore universale. Quello filiale, prima di ne banalizzato dalle troppe parole, mai sugge- tutto. Così, “contro il morire della luce” si in- rito nelle pieghe delle immagini. Un’immagi- traprende un viaggio interstellare per mezzo ne che già dal suo formato, la pellicola a 70 ossimorico di un buco nero: non è tanto lo mm IMAX, preannuncia una spettacolarità spazio a essere esplorato in “Interstellar”, epica, atta ad ospitare la maestosità dei piane- quanto il tempo e la sua percezione. Non a ca- ti più lontani, come Saturno e i suoi anelli, so, Cooper, prima di partire, regala alla figlia Mur- quasi tratteggiati con fasci di luce, o quelli ol- ph un orologio: nonostante gli sbalzi tra un pianeta tre il buco nero, a confronto un piccolo “cuore e l’altro (i minuti equivalgono a svariati anni terre- di tenebra”, dalle infinite distese di ghiaccio o stri), narrativamente il tempo esterno a quello del dalle mastodontiche onde d’acqua. Allo stesso Cagliari vista dal porto. Quartieri storici di Castello, protagonista viene quasi annullato, cinematogra- modo, lo spettacolare viaggio dell’eroe viene Marina, Stampace e Villanova ficamente compresso, così che McCounaghey si segue a pag. successiva 27 n. 23

segue da pag. precedente Pianeta Belle Arti sottolineato dall’ingombrante colonna sonora di Hans Zimmer, che esaspera però lo scarto tra quanto viene mostrato sullo schermo e Pastellisti e dintorni ciò che viene effettivamente offerto allo spet- tatore. Ovvero, poca immaginazione. I riferi- La tecnica del pastello e la resa fotorealistica nell’associazione menti del passato sono ben presenti nel film di Pasit Nolan: ma “2001 Odissea nello spazio” e “Sola- ris”, a differenza di quanto ha dichiarato l’az- Nasce a Roma, nel giu- zardato Tarantino, sono lontani anni luce, in gno di quest’anno, l’as- poesia e in profondità. “Interstellar” si avvici- sociazione dei Pastelli- na sicuramente di più alle avventure di Spiel- sti Italiani (PASIT). Si berg e Lucas, anche se nelle sue tre ore di dura- tratta di persone che ta non riesce a intrattenere come i colleghi condividono una stessa americani, né a creare i personaggi indimenti- passione nell’arte pitto- cabili di “Star Wars”. Nolan riprende più se rica: l’utilizzo dei pastelli stesso, auto-citandosi, con le sue architetture per esprimere sentimen- distopiche e stratificate; scenograficamente to, passione, bellezza, co- impeccabile, “Interstellar” ha il pregio di ac- lori, emozioni. Dall’ enci- cantonare i design futuristici tipici del genere, Tina Guerrisi clopedia per eccellenza, riferendosi maggiormente al mondo astro- la Treccani prendiamo la richiesto di condividere la passione per l’uti- nautico reale, e relegando al CGI e al digitale il definizione di pastello.“Pastello – Cannello di lizzo dei pastelli. Non è necessario essere pro- meno possibile: tute, astronavi, e anche i robot materiale colorante in pasta, ottenuto impa- fessionisti si può essere dei semplici amatori e di bordo, appaiono così quasi vintage, più fa- stando il colore in polvere con acqua e piccole avvicinarsi a quest’arte come dilettanti. Il pro- miliari agli occhi dello spettatore più inesper- quantità di sostanze agglutinanti; i pastelli pos- gramma della Pasit comprende nel prossimo to. Ma di familiare basterebbero qui la sceno- sono essere morbidi, semiduri o duri…” Fin futuro: indire convegni, mostre e corsi didat- grafia e una fotografia rispettosa di tutti dall’antichità l’uomo tracciava figure utilizzan- tici, per portare a conoscenza di tutti la storia canoni del genere: quella meraviglia richiesta do ciò che offriva lui la natura, il carbone ad e la tecnica di quest’arte. Nella breve vita della esempio. Non vogliamo però risalire fino alla neo associazione si contano già svariate ini- preistoria, ci limiteremo a risalire all’utilizzo ziative, come il Pastel-day, organizzato a set- del pastello a partire dal rinascimento, citan- tembre a Roma, che ha visto la partecipazione do un nome per tutti, Michelangelo. I pastelli di molti interessati. Per il prossimo anno 2015 affascinarono nel corso dei secoli molti altri a luglio, la Pasit organizza nel Comune di Sa- artisti, ne citiamo solo alcuni: Edgard Degas, baudia (LT) una mostra dal 4 al 26, con la di- Chardin, Mary Cassat, Rosalba Carriera, Je- mostrazione dal vivo degli artisti. L’assessora- an-Baptist Perraneau fino a Pablo Picasso. L’Associazione Pastellisti Italiani denominata “Associazione Pasit” ha come presidente Ru- ben Belloso Adorna, il famoso pastellista spa- gnolo, uno dei più grandi e conosciuti artisti dalla fantascienza è invece negata da una tra- I. Pastel Day Roma 14 settembre 2014 ma che ha fin troppe occasioni per svelare da to alla cultura, turismo e spettacolo del subito la sua conclusione. Laddove l’umanità Comune di Sabaudia ha dato il suo parere fa- si rivela l’unica causa della sua distruzione e vorevole e garantito gli spazi necessari. Attra- allo stesso tempo della sua salvezza, in “Inter- verso facebook, (Gruppo Pasit Gallery) l’asso- stellar” non c’è spazio per la consapevolezza ciazione propone molti articoli sulla storia del collettiva, ma solo per la consolazione indivi- pastello e degli artisti più famosi, ma anche la duale, lasciando fuori ogni personaggio di divulgazione atta a far conoscere gli artisti, troppo dal rapporto padre-figlia e quindi, an- sia essi famosi o no. L’associazione ha come che l’identificazione dello spettatore. Demiur- obiettivo di dare prova che il pastello è un’Arte go più artigianale che creativo, Christopher allo stesso livello di tutte le altre tecniche pit- Nolan, da sempre in lotta tra diverse idee di toriche, come succedeva già nel periodo cinema, prima attirato dalle illusioni della dell’Impressionismo. La Pasit lavorerà per mente (“Memento”, “The Prestige”), dai “gio- questo scopo per dimostrare che l’arte del pa- chi” spettacolari poi (la trilogia di “Batman”,” stello è viva più che mai. Inception”) sembra averne adottato una, nes- suna e centomila anche per “Interstellar”. No- Tina Guerrisi nostante le premesse e le intenzioni più che Vicepresidente Associazione Pasit stuzzicanti, il cinema di Nolan coincide sem- [email protected] pre più con la regia di un videogame: dove i personaggi agiscono come pedine in un per- Nasco a Feroleto della Chiesa (RC) l’11 /05/ 61. Vivo a corso già scritto, con ostacoli, tranelli e perico- Roma. Amo l’Arte della pittura e credo di avere iniziato fin li da evitare; e un enigma finale da risolvere, da piccola, ho studiato come disegnatrice di moda ed ho con tutti gli aiuti del caso. Un mondo dove tut- sperimentato molte tecniche di pittura come autodidatta, to è già creato e spiegato, senza lasciare spazio finchè ho capito che il pastello era quello che mi appassio- all’interpretazione dello spettatore. Opera realizzata dal maestro Ruben Belloso Adorna nava di più. Dopo aver praticato per molti anni questa tecnica ho iniziato ad insegnarla presso il mio studio e in contemporanei. La Pasit è aperta a tutti vari negozi di Belle Arti, ho anche partecipato a mostre Giulia Marras indistintamente, come unica condizione è collettive. 28 [email protected] Encomio al grande Anniversari. Cineclub Vittorio De Sica – Cinit. Rionero in Vulture (Potenza – Basilicata) Vittorio De Sica Vittorio De Sica 40 anni dalla sua scomparsa

E’ morto quarant’anni or del Novecento. Il CineClub lucano a lui dedicato, sono, Vittorio De Sica, sorto venti anni or sono, celebrerà Vittorio De Sica in un freddo autunno con diverse iniziative, a partire da una retrospettiva, vicino; era il 13 novembre con classici da presentare nelle scuole e nelle del ‘74. Era nato a Sora, carceri, con una mostra di manifesti e delle attività in Ciociaria, il 7 luglio del CineClub svolte in questi decenni ed ispirate al del 1901. Settantatre Maestro; con seminari ed una Santa Messa nella anni, nemmeno tanti, ma ricchissimi di emozioni e di Armando Lostaglio eventi che lo hanno portato ad essere considerato una figura preminente ed imprescindibile del cinema italiano e mondiale, uno dei padri del Neoralismo e, nel contempo, uno dei più grandi registi ed Per noi che il cinema interpreti della Commedia all’italiana. Fu attore, è stato colonna sonora della nostra vita regista, sceneggiatore, musicista. Per quella sua non può prescindere dal grande Vittorio De Si- generazione, affermatasi durante la seconda guerra ca. mondiale, nessuno al mondo può vantare un così Noi generazione degli anni cinquanta e su di lì ricco palmares di premi e valutazioni di critica. Il figli di” Sciuscià”,” Ladri di biciclette”, “La Cio- più eclettico, geniale e coerente, un unicum con quale ricordare, insieme a Vittorio, anche i diversi ciara”, “La Bersagliera”, il grande Cesare Zavattini con il quale ha scritto e iscritti del “De Sica” che non sono più con noi. La “Pane amore e fantasia”. girato le sequenze più intense del cinema di ogni retrospettiva si aprirà con “Miracolo a Milano”, che Proiettati dal, “Ieri oggi e domani,” tempo. Gli attori di riferimento nella memoria sarà presentato a scolaresche e ai detenuti della a nuovi orizzonti e conquiste sociali collettiva resteranno Sophia Loren e Marcello Casa Circondariale di Melfi (Pz); a seguire “I bambini distratti alla rivoluzione sessantottina e la sua spinta, Mastroianni; mentre sono tanti gli attori da lui ci guardano”;”I Girasoli”;”Ladri di biciclette”; ammiravamo il grande De Sica, il suo charme diretti (da Sordi a Belmondo e Salvatori, dalla “Umberto D.” la grande maestria e le trovate d’apertura socia- Lollobrigida alla Ralli) che hanno oltremodo carpito le, la sua genialità e la sua poetica interpretativa. La sua e sue movenze da gran seduttore rapivano, lezione e la sua popolarità rimarranno nella storia Armando Lostaglio incantavano ed incarnavano il nostro essere, ad essere un po’ De Sica. FICC - Circoli Per approdare a conquiste ancora per noi tabù, specie al sud. Che la vita o “La Dolce vita” di felliniana memo- Kinemakìne ria Il Circolo Cinemato- esplose come d’incanto grafico Kinemakìne è con le nuove aperture stato fondato quattro ed il venir meno anni fa a Bitti (Nuo- delle frenanti censure. ro), piccola comunità Così per completare l’encomio, dell’entroterra barba- noi dei primi film visti all’oratorio ricino dove, con il so- non possiamo che dir ancora “grazie Vittorio”. stegno dell’Ammini- Noi cresciuti sui nastri della celluloide, Logo del circolo del strazione del sindaco per ricordarlo a vita cinema e della locale Bibliote- abbiamo dedicato il nostro Cineclub ca Comunale, un grup- al grande “Vittorio De Sica”. po di giovani del paese da allora porta avanti iniziative culturali per la diffusione della cul- Ernesto Grieco Serata dell’inaugurazione, da sx a dx: Giuseppe tura cinematografica. Kinemakìne ha ripreso Ciccolini - sindaco di Bitti; Marco Asunis - presidente il discorso sul cinema che a Bitti ha avuto tra- nazionale FICC; Natalino Piras - bibliotecario, scrittore scorsi “gloriosi”: due sale cinematografiche (il Nasco nel 1949 a Rionero in ed esperto di cinema; è tra i fondatori del Collettivo, in cinema parrocchiale e il cine-teatro Ariston, Vulture (PZ) Alla metà degli questa occasione ha presentato la serata e coordinato in attività fino a pochi anni fa, che fu una delle anni sessanta, emigro a Torino gli interventi; Salvatore Mereu – regista; Antonello prime sale a essere sorte in provincia alla fine dove completo un percorso for- Zanda - direttore della Cineteca Sarda; Enrico degli anni ’50) e un collettivo che negli anni mativo. Parrucchiere per si- Pau – regista (foto di Robert Carzedda - archivio settanta diede notevole impulso al dibattito gnora con l’hobby della scrittu- Kinemakìne) ra, anche vernacolare. Ho politico e culturale tra i giovani bittesi. I soci di Kinemakìne cercano di operare in questa Circolo con un incontro durante il quale si mi- Ernesto Grieco pubblicato con Cineclub De Sica - Rionero: “Timp’ r’ na direzione consci dell’importanza che l’asso- se l’accento proprio su questi aspetti. Parteci- vot’(Tempi di una volta) mestieri di un tempo”; “Lu cunt’ r’ ciazionismo cinematografico assume come parono all’appuntamento oltre al sindaco Giu- Crocch(Il racconto di Crocco)” e “Basilucania fra vulture e momento di confronto e di crescita culturale e seppe Ciccolini, Natalino Piras - bibliotecario, dintorni”. Socio attivo Cineclub De Sica - Cinit. sociale di una comunità. Su queste basi, nell’a- scrittore ed esperto di cinema; i registi prile del 2011, si è inaugurato ufficialmente il segue a pag. successiva 29 n. 23

segue da pag. precedente le produzioni del territorio) organizza “Sul film Salvatore Mereu ed Enrico Pau, Antonello della memoria” , proiezione di cortometraggi Zanda (direttore della Cineteca Sarda) e Mar- che offre spunti di riflessione sulla memoria co Asunis (presidente nazionale della FICC al- storica dei popoli e sulla loro cultura materia- la quale Kinemakìne è associato). L’attività di le. La presentazione dei film da parte dei loro Kinemakìne si muove su più registri: pro- autori è un’attività che Kinemakìne promuo- grammazione di cinematografia indipenden- ve appena la disponibilità economica lo con- te con l’adesione al circuito “Distribuzione In- sente. L’ultimo incontro si è tenuto con Simone dipendente” e la realizzazione di rassegne Contu presentando il suo primo lungometraggio tematiche che approfondiscono, di volta in “Treulababbu”; il regista ogliastrino ha dialo- gato con il pubblico raccontando genesi e aneddoti legati alla sua lavorazione. Kinema- Panorama di Bitti. (foto di Robert Carzedda - archivio kìne può contare ogni anno su circa 30-40 Kinemakìne) tesserati. Per incoraggiare la partecipazione alle proiezioni dei soci/genitori con figli pic- risorse economiche per concretizzare inizia- coli, si è realizzato Kinebaby, una sorta di ser- tive di un certo spessore; non mancano pro- vizio di baby sitter in versione cinematografi- blematiche di ordine organizzativo: coinvol- ca: in contemporanea con la proiezione per gli gere le persone affinché garantiscano un adulti, in una piccola sala attigua e sotto la impegno costante e diretto è, molte volte, dif- sorveglianza di un socio del Circolo, si proiet- ficoltoso per mancanza di motivazioni forti. ta un film di animazione per intrattenere i Una nota positiva, una notizia di qualche set- timana , è che Kinemakìne non svolgerà più l’attività all’interno dei locali della Biblioteca Ingresso della nuova sede del Circolo Kinemakìne (foto perché l’amministrazione comunale, creden- di Robert Carzedda - archivio Kinemakìne) do fortemente nel progetto del Circolo, gli ha volta, argomenti differenti. Si è iniziato con attribuito una sede stabile e definitiva. “Anima Mobile”, una rassegna di cinque film dedicati al viaggio, argomento molto simboli- Il direttivo di Kinemakìne co e strettamente legato all’inizio dell’attività del Circolo. Tra le rassegne più significative citiamo “Dopo l’otto marzo” che ricordava, Kinemakìne nasce dalla combinazione della radice kine quasi provocatoriamente, che l’essere donna con makìne, termine in lingua sarda che nella variante non si esaurisce in una sola giornata ma il di- battito continua tutti i giorni dell’anno. Molto bittese significa follia, pazzia nel senso bizzarro del termi- interesse inoltre ha avuto “Linea di confine” ne. rassegna di documentari sul tema della coesi- Circolo Cinematografico Kinemakìne (Affiliato Ficc) Una serata di proiezione. (foto di Robert Carzedda - stenza al limite del paradosso tra popoli confi- c/o Casa Calvisi - Via Mameli - 08021 Bitti, Nuoro nanti da sempre in conflitto: palestinesi e archivio Kinemakìne) Kinemakìne ha iniziato la sua attività nel mese di aprile israeliani, serbi e kosovari. Ogni anno, a set- bambini. Il bilancio dopo quattro di attività 2011. tembre, Kinemakìne, in occasione di Autunno del Circolo può considerarsi abbastanza posi- Telefono 3299532900 in Barbagia (un circuito organizzato dalla Ca- tivo nonostante tutte le difficoltà affrontate. [email protected] mera di Commercio di Nuoro per valorizzare Per esempio è stato, ed è ancora, difficile reperire www.kinemakine.blogspot.com

YouTube Party #3 Il piccolo panda starnutisce Visualizzazioni - 214 milioni (link) La trama - Un piano se- delle ultime diramazioni dell’ecologia profon- quenza di sedici secon- da e del pensiero filosofico che si rifà al pessi- di ci mostra un grasso mismo esistenziale. I proponenti di questo panda seduto in un an- pensiero, i cui testi di riferimento sono “The golo. Una parete sudi- Conspiracy Against the Human Race “di Li- cia si estende alla sua gotti, “Better Never To Have Been” di Benatar destra, mentre delle e “In the Dust of This Planet di Thacker”, spie- Massimo Spiga sbarre corrose si alzano gano con grande sottigliezza argomentativa alla sua sinistra. Davan- perché la vita umana sia sostanzialmente can- ti a lui giace un cucciolo di panda, steso al suo- cerosa per il pianeta e debba scomparire al più lo. È immobile, non possiamo determinare se presto. Le scelte artistiche di jimvwmoss, fin sia morto o stia dormendo. Dopo dieci secon- da subito, svelano la sua ideologia: ci viene Il protagonista del video di di pigra ruminazione del suo genitore, in mostrato un unico piano sequenza, quindi un attimo catartico, lo vediamo inspirare con privo di editing, in cui non c’è alcuna direzio- grosso panda si limita a ruminare in maniera potenza e prodursi in un titanico starnuto. Il ne della fotografia né alcuna particolare tecni- estremamente anti-narrativa. Dietro di lui, le panda-padre sobbalza, terrorizzato, poi rivol- ca artistica. È uno sguardo “oggettivo”, non squallide vestigia di una civiltà umana che ge un significativo sguardo in camera - eri mediato dagli artifici artistici che contraddi- non esiste più: una sudicia parete e delle sbar- prende a masticare. stinguono il cinema: è lo sguardo di un mon- re corrose, simboli supremi della nostra cultu- L’esegesi - Il regista, jimvwmoss, ci propone in do in cui noi non esistiamo più. Da qui, ne ra, perché, come argomenta Thacker nel testo neanche mezzo minuto un agghiacciante e consegue come non sia necessaria una “tra- succitato, la civiltà aborre la totalità non-me profondo manifesto dell’antinatalismo, una ma”, per come noi la possiamo intendere: il segue a pag. successiva

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segue da pag. precedente brutale dittatura macchinica della morte, sot- e antinatalista) in questa frase. Una sfilza di diata, può nascere solo dalla divisione e dalla to il nostro dominio. Dopo la catarsi, il panda altri commentatori, incalzando il regista, pro- specificità. Pretendendoci separati dalla- na genitore rivolge a noi spettatori uno sguardo vano ad esprimersi nelle forme linguistiche tura, in modo da poterla analizzare e sfrutta- colmo della consapevolezza dei millenni, sa- post-umane che si svilupperanno dopo la no- re, abbiamo commesso il primo peccato, che turo di misticismo non-umano. Ci intima, stra estinzione; tra i tanti, citiamo: «mm lxkd- si è sviluppato nei secoli nello sfascio climati- pur senza parole, che una tale coscienza eleva- mjfo ki ilkiiiiiiie’ld hi.nn lb kv jhvjjbbbvvuycycbb co e nell’avvelenamento degli ecosistemi. Il ta può manifestarsi soltanto nelle ceneri della ghycvuvyvhvyyg». Ma la riproposizione di mo- panda, al contrario, vive esperienze non-me- nostra civilizzazione. delli mentali umanisti e dell’istinto vitale di diate e non si differenzia in alcun modo dal Il pubblico - Tra gli spettatori di Panda, prima preservazione della nostra specie ci vengono suo contesto. Mentre tutto procede in una di tutto, ritroviamo i nostri amici demografi da una commentatrice donna, Meredith Sti- tranquilla masticazione, il flusso olistico del dilettanti, i quali negano che il film sia stato linski. Lei ha colto appieno il senso profondo film viene scosso da un monumentale- mo visto da 214 milioni di persone, perché il pia- del film, e commenta: «Mi ha terrorizzato! :) ». mento di rottura: le nere narici del piccolo ai neta ne ospita soltanto 7 (forse, a ben pensar- Hai ragione, Meredith: la chiave di tutto è suoi piedi, fin lì fermo in una stasi mortale, si ci, si tratta di un’oscura profezia sul venturo “faccina sorridente”. L’icona del Sì alla vita, spalancano e producono un cataclismatico declino dell’umanità). Altri, che hanno evi- sulla scia di Nietzsche e dell’inimitabile finale starnuto. Il panda padre sobbalza dal terrore; dentemente assunto sostanze psicotrope per dell’Ulisse joyceano: «…sì ed il suo cuore batte- forse quello è il modo di raccontare storie in entrare in contatto con gli spiriti naturali, as- va come impazzito e sì io dissi sì, sì, lo farò, un mondo senza umani e senza linguaggio. seriscono: «Come fa questo momento ad esi- sì». Forse la chiassosa espulsione di muco del pic- stere se il cielo non è viola? Che sito frocio». colo ha intimato nell’immaginazione del suo Possiamo rintracciare l’impianto di un ko- genitore com’era il mondo prima, sotto la anbuddhista (una religione di per sé nichilista Massimo Spiga

Teatro Falstaff con Giuseppe Battiston, regia Andrea De Rosa Lo spettacolo, nonostante l’impegno di tutti gli attori, desta piu’ di qualche perplessità Sino a gennaio sarà in scenografo Simone Mannino racchiude il pro- rete che li tiene sollevati a mezza altezza a in- tournee nei teatri italia- scenio con una altissima parete a semicerchio ni “Falstaff” , la nuova, da cui, all’inizio dello spettacolo, assieme ai per certi versi sorpren- personaggi scendono anche variopinti ten- dente, produzione del daggi e cuscini utilizzati per arredare la taver- Teatro Stabile di Torino na bordello in cui pontifica Falstaff, circonda- nell’adattamento e ri- to da una disinibita e grottesca compagine di duzione di Andrea De figure : nel segno dell’eccesso, peraltro il trat- Rosa, che ne cura pure to distintivo peculiare di Falstaff, sia i costumi Giuseppe Barbanti la regia , protagonista che la recitazione volutamente sopra le righe Giuseppe Battiston. un po’ di tutti gli interpreti. Gli dovrebbero fa- scena di “Falstaff” (foto di Mario Spada) Dopo “Macbeth” l’attore friulano torna a re da contrappunto l’ostessa saggia affidata a vestire i panni di un personaggio shake- Elisabetta Valgoi e una sorta di narratore, speariano per eccellenza che compare in combere sulle esternazioni del re Enrico V, il ben cinque diversi lavori del Bardo senza te- sempiterno benchè trasfigurato dal trucco ner conto del fascino che esercitò su Giuseppe Battiston, alle prese con il principe Hal. Colpo Verdì che compose le musiche del noto melo- di scena nel finale quando prende corpo, gon- dramma sulle orme del libretto per cui Arrigo fiata da un compressore, una gigantesca- ri Boito si ispirò a “Le allegre comari di Wind- produzione del volto di Falstaff che riempie il sor” . “Falstaff” ha affascinato i più grandi ta- boccascena. Battiston è contornato da un nu- lenti della scena, come Orson Welles, che ri- cleo di validi attori: oltre ai già citati ci sono servò per sé il ruolo di protagonista nella anche Gennaro Di Colandrea, Giovanni Lude- versione teatrale e in quella cinematografica. no, Martina Polla, Andrea Sorrentino, Anna- Nell’allestimento di De Rosa il punto di par- Elisabetta Valgoi e Giuseppe Battiston in una scena di maria Troisi e Marco Vergani. Giuseppe Bat- tenza non è più un testo ma una vera e pro- “Falstaff” (foto di Mario Spada) tiston, di cui è in via di ultimazione il pria drammaturgia ispirata al personaggio Giovanni Franzoni che usa il microfono e montaggio del film in cui è diretto da Gianni shakespeariano che vede al centro dell’adatta- scende anche in platea. Purtroppo la dram- Zanasi, titolo provvisorio “La felicità è un te- mento il rapporto fra il giovane principe Hal, maturgia di Andrea De Rosa si avvale proba- ma complesso” dalla fine gennaio ripropone futuro re Enrico V, e, prima, Falstaff, che lo in- bilmente di troppi apporti, dalla “Lettera al nei circuiti teatrali gli spettacoli della passata troduce ai piaceri della vita, poi il vero padre Padre” di Kafka, a “Così parlò Zarathustra” di stagione, in alcuni dei quali è anche regista. Si re Enrico IV che gli ricorda i doveri che in- Nietzsche, sino alla la sceneggiatura di “Belli tratta de “L’invenzione della solitudine”, il combono su chi esercita il potere. Entrambi i e Dannati” di Gus Van Sant: e così, nonostan- monologo dal romanzo di Paul Auster, che ri- personaggi sono al centro della vicenda nelle te il gravoso impegno di Battiston e dei suoi flette sulla difficoltà di essere figli e padri, del due parti in cui si divide lo spettacolo, Falstaff compagni, la messa in scena non decolla, ap- teatro – canzone con “Il precario e il professo- nella prima ambientata in una taverna bor- pesantita dalle numerose citazioni che rallen- re” assieme a Piero Sidoti e “Italy”, un viaggio dello, Enrico IV nella seconda: mattatore fi- tano e rendono frammentaria, a tratti di non nel tempo di Gianmaria Testa in cui Battiston nisce con l’essere Giuseppe Battiston, in sce- facile comprensione, l’azione. Di grande ef- è guidato dai versi di un Giovanni Pascoli na per tutta la durata dello spettacolo, cui De fetto, a cavallo fra la prima e la seconda parte, quasi sconosciuto, che ci parla di emigrazione Rosa ha affidato l’interpretazione di ambedue le modalità di sgombero del palcoscenico: italiana, e dalle canzoni del cantautore pie- i personaggi. Anche i luoghi dove si muovono tende, suppellettili e cuscini che arredavano la montese. Falstaff ed Enrico IV sono molto diversi. Lo taverna bordello sono raccolti in una gigantesca Giuseppe Barbanti 31 n. 23

Mostre Mario Sironi “Pittore Monumentale” Finalmente una sapiente paesaggi urbani e negli anni venti approda e mostra dedicata intera- ne è tra i fondatori di “Novecento Italiano” - mente a Mario Sironi, novecentista e classico - e dopo la crisi espres- nella ricorrenza dei cen- sionista infine le opere decostruttive del do- totrent’anni dalla nasci- poguerra. Attraverso uno straordinario ta, al complesso del Vitto- corpus di documenti si ha modo di apprezza- riano di Roma che offre re la versatilità della sua produzione: dipinti, l’opportunità di riper- disegni, manifesti pubblicitari, tavole illustra- correre l’avventura te, decorazioni di vetrate, mosaici, bassorilie- Giovanni Papi umana e la stagione ar- vi, pitture murali. Sironi ha attraversato tutta tistica di un grande maestro del Novecento la vicenda artistica italiana del periodo fra le ancora oggi poco noto al grande pubblico e due guerre (lui prese parte alla Grande Guerra per molti versi ancora sconosciuto. Le sue ra- di cui ricorre il centenario) lasciando segni e dici e e le sue motivazione estetiche rimango- audaci rivoluzioni in campo artistico. A Ro- no legate, come ogni artista, al proprio tempo ma, da lui particolarmente amata dove aveva e nel caso di Sironi al ventennio fascista: anni compiuto i suoi studi e dove era vissuta la ma- di grandi trasformazioni, di conflitti e muta- dre adorata, rimangono alcune sue maestose menti sociali e alla sua “rivoluzione” alla quale credeva e soprattutto questa sua adesione e militanza politica in seguito ha oscurato per più di 50 anni la sua grandezza, la sua forte e complessa personalità e il suo talento ecletti- co e tormentato. Grazie all’ottimo lavoro della Mario Sironi. “Paesaggio urbano con taxi” 1920 curatrice Elena Pontiggia, avvalendosi di un numero considerevole di opere pittoriche dal- complessità aperta alle suggestioni del tea- le creazioni giovanili fino a quelle degli ultimi tro, dell’architettura, della scultura, della pub- giorni, si rende giustizia anche se con gravi ri- blicità e questa comunione fra le arti forte e indispensabile è necessaria per creare un “uo- mo nuovo”. “I muri ai pittori” una delle sue frasi più note detta in funzione antiborghese - il muro non è una tela, deve avere una fun- zione sociale - inserita poi nel suo Manifesto è totalmente attuale visto l’appropriazione che ne fan- no i giovani artisti in tutte le nostre città e periferie. Probabilmente “Autoritratto” (1904) Mario Sironi è stato un pittore è il primo “neo- italiano. È stato anche scultore, architetto, illustratore, realista” che sve- scenografo e grafico. Nel 1922 è stato uno dei fondatori la con la “mac- del “Novecento Italiano” china pittorica” tante contrad- tracce: l’affresco dell’Aula Magna della Città dizioni e tensio- Universitaria , i due affreschi per il sacrario ni sociali che della Casa Madre dei Mutilati e la vetrata del esploderanno Palazzo delle Corporazioni. Quello di Sironi è nel dopoguerra. un mondo pieno di utopiche illusioni, di au- Il suo motto stera moralità e di serena osservazione di una preferito: “L’arte umanità sofferente. È un mondo tragico che non ha bisogno lui riscatta con la forza dirompente dell’Arti- Mario Sironi, nato a Sassari di essere simpa- sta, con la somma sapienza della pittura “Nudo e albero”, 1929-30 Olio su tica, comprensi- dall’enorme impatto materico che tenta di tela, 80x60 cm bile, ma esige svelare gli arcaici misteri del destino grandezza, altezza di principi”. Così que- dell’uomo che lui riversa nelle sue periferie sto notissimo sconosciuto, scriveva Ceronetti, alienanti e desolate, delle grandi e fumose vissuto e morto per la verità, impone rispetto Mario Sironi, “Il lavoratore” 1936, olio e tempera su metropoli, nei suoi paesaggi così come nelle assoluto. Oggi ci viene restituito nella sua carta intelata, cm 329x206 isolate e potenti visioni delle montagne. grandiosità. A proposito dalle gerarchie fasci- tardi ad uno dei più importanti protagonisti Con il suo sguardo tragico rivisita i modelli ste non era per niente amato né tantomeno della nostra storia dell’arte. Un “pittore mo- classici della romanità e quelli prerinasci- compreso. numentale” mi piace definirlo, altamente rap- mentali, mantenendo contatti e carteggio Giovanni Papi presentato in questa esposizione con la sua con molti rappresentanti della cultura del geniale forza espressiva che parte da influen- Novecento: Sarfatti, Campigli, Piacentini, ze simboliste e dalla crisi dell’espressionismo, ma anche Ada Negri e il cardinal Montini. Mario Sironi 1885 -1961 Roma Complesso per aderire poi al Futurismo e arrivare alla Quello che ho trovato sempre di straordina- del Vittoriano dal 4/10/2014 al 8/02/2015 stagione metafisica, al periodo milanese dei rio in questo uomo (un visionario) è la sua 32 [email protected] FICC - Circolo del Cinema di Fabriano Poetiche Il cinema come espressione culturale Dulce et Decorum est dell’900 La conferenza del circolo tenuta dal prof. Massimo Angelucci Cominazzini Il 15 Novembre scorso si è tenuta a Fabriano una conferenza / dibattito or- ganizzata dal Circolo del Cinema Fabriano, sorto da non più di un anno, ancora alla ricerca di con- sensi e di pubblico ed alle Giorgio Silvestrini prime armi nella scelta dei film da proporre ai soci, sempre nel dubbio che i film di “diverti- sment” possano scontentare gli esperti e che i Piegati in due, come vecchi straccioni, sacco in film così detti impegnati possano ridurre le fi- spalla, le di chi preferisce il cinema alla TV. Per saper- le ginocchia ricurve, tossendo come megere, ne di più e per conoscere meglio il linguaggio imprecavamo nel fango, delle immagini è stato invitato Massimo An- finché volgemmo le spalle all’ossessivo baglio- gelucci Cominazzini, regista e sceneggiatore, re delle esplosioni docente di Regia documentaristica all’Accade- e verso il nostro lontano riposo cominciammo mia delle Belle Arti di Macerata. Il professore ad arrancare. ha esposto in modo fluido e chiaro alcuni cri- Gli uomini marciavano addormentati. Molti, teri che contraddistinguono i film cosiddetti persi gli stivali, “di qualità”, indicando anche gli elementi che immediatamente, a freddo, cogliendolo im- procedevano claudicanti, calzati di sangue. caratterizzano i vari registi che li hanno con- preparato, o addirittura nel finale, quando già Tutti finirono azzoppati; tutti orbi; cepiti. L’esposizione del tema è stata accom- iniziano a scorrere i titoli di coda e il pubblico ubriachi di stanchezza; sordi persino al sibilo pagnata dalla proiezione di immagini e brevi si prepara a lasciare la sala. E’ vero che qualcu- di stanche granate che cadevano lontane in- sequenze dei film “La grande bellezza” di Pao- no può aver anche letto, nelle grandi storie di dietro. lo Sorrentino, “Schindler’s List” di Steven cinema, l’importanza della mela in tasca del Il gas! Il gas! Svelti ragazzi! - Come in estasi Spielberg e “Tutto su mia madre” di Pedro Al- protagonista di “Ladri di Biciclette” e la furi- annasparono, modòvar, tre film, tre registi, tre modi diffe- bonda litigata tra Zavattini e Amidei sul gior- infilandosi appena in tempo i goffi elmetti; renti di fare cinema nale che costui doveva portare con sé (doveva ma ci fu uno che continuava a gridare e a in- ma, senza ombra di effettivamente leggersi la parola “L’Unità”, o ciampare dubbio, tre capolavo- bastava semplicemente la sillaba “tà”?). Nes- dimenandosi come in mezzo alle fiamme o alla ri. Il professore, pia- suno, neanche il più attento degli spettatori calce... cevolmente e scorre- avrebbe prestato attenzione a questo. Un con- Confusamente, attraverso l’oblò di vetro ap- volmente, ha fatto to è captare l’immagine durante la visione, pannato e la densa luce verdastra comprendere agli in- ben altra cosa è comprenderne il messaggio, come in un mare verde, lo vidi annegare. tervenuti che al cine- magari mesi o anni dopo. Eppure il cinema di In tutti i miei sogni, davanti ai miei occhi ma non sempre si qualità questi segnali, questi messaggi, questi smarriti, deve andare per tra- Massimo Angelucci simboli, non solo li richiede ma li pretende an- si tuffa verso di me, cola giù, soffoca, annega. scorrere due ore Cominazzini che se poi è assai difficile captarli. Difficile Se in qualche orribile sogno anche tu potessi spensierate: cinema persino per gli spettatori più attenti e appas- metterti al passo di qualità o cinema scadente, opere di spessore sionati dell’affascinante pianeta cinema. Al dietro il furgone in cui lo scaraventammo, o fiction televisive, cultura o intrattenimento, termine della conferenza, dopo una serie di e guardare i bianchi occhi contorcersi sul suo film d’autore o cinepanettoni. Tali dubbi e di- domande del pubblico, scaturite spontanea- volto, lemmi sono stati dipanati raccontando storie, mente dall’interesse per l’argomento e rivolte il suo volto a penzoloni, come un demonio sa- significati e aneddoti di un mondo che ci sia- con la naturalezza, si è creata una piacevole zio di peccato; mo accorti di conoscere poco, a causa di un conversazione come avviene naturalmente se solo potessi sentire il sangue, ad ogni sob- approccio spesso sbagliato nella visione di un tra amici. La promessa che tutti si sono fatta è balzo, grande film. Fare qualità o non fare qualità. di cercare di rivedere i capolavori del passato fuoriuscire gorgogliante dai polmoni guasti di L’interrogativo è tutto lì. E così, tra una proie- con occhi più scrupolosi e attenti. bava, zione e un’altra abbiamo potuto comprendere osceni come il cancro, amari come il rigurgito che in un grande film ogni battuta è studiata, Giorgio Silvestrini di disgustose, incurabili piaghe su lingue in- ogni sequenza ha un valore, ogni immagine Presidente Circolo del Cinema di Fabriano nocenti - ha un preciso significato e che ogni inquadra- amico mio, non ripeteresti con tanto compia- tura deve rappresentare lo stile del suo auto- ciuto fervore re, il quale ha anche il compito di inserire il Giorgio Silvestrini, nella sua vita lavorativa ha ricoperto a fanciulli ansiosi di farsi raccontare gesta di- suo pensiero, spesso occultandolo o mimetiz- posizioni di responsabilità e direttive nel settore tecnico sperate, zandolo tra lo scorrere dei fotogrammi. Sono presso aziende metalmeccaniche e successivamente ha la vecchia Menzogna: Dulce et decorum est momenti che spesso passano inosservati, ma operato come consulente direzionale prevalentemente nel Pro patria mori. che possono a volte raggiungere lo spettatore centro Italia. Wilfred Owen 33 n.3 23 La primavera Burkinabè Diari di Cineclub Il Burkina Faso, già Alto Volta, è una repubblica Periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica dell’Africa Occidentale il cui nome significa “la terra Responsabile Angelo Tantaro degli uomini integri”. Nei giorni scorsi la ribellione Via dei Fulvi 47 – 00174 Roma [email protected] popolare ha destituito l’ex presidente. Doveva esse- Comitato di Consulenza e Rappresentanza re una primavera africana e, invece, è stata la vitto- Cecilia Mangini, Giulia Zoppi, Luciana Castellina, Enzo Natta, Citto Anno III ria dei pretoriani al potere. Gli scontri hanno provo- Maselli, Marco Asunisn. 23 - Dicembre 2014

L.Casimir YAMEOGO cato 33 morti. a questo numero ha collaborato in redazione Maria Caprasecca la pagina di facebook è curata da Patrizia Masala OMAGGIO AI RIVOLUZIONARI BURKINABE’ Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri: www.cineclubromafedic.it MARTIRI DEL BURKINA La testata è stata realizzata da Alessandro Scillitani Nel nome di tutti quelli che hanno consegnato Grafica e impaginazione Angelo Tantaro alla vita il solo presente conquistato. La responsabilità dei testi è imputabile esclusivamente agli autori. Nel nome di tutti quelli che, I nostri fondi neri: con il loro sangue hanno riscritto Il periodico è on line e tutti i collaboratori sono volontari. la storia della nostra PATRIA. Il costo è zero e viene distribuito gratuitamente. Nel nome di tutti coloro che, Manda una mail a [email protected] ieri erano dei NOSTRI per richiedere l’abbonamento gratuito on line. e oggi sono ALTRI! A voi Edicole virtuali che avete sciolto! (elenco aggiornato a questo numero) dove poter leggere e/o scaricare il file in formato PDF A voi che avete liberato! www.cineclubromafedic.it A voi www.ficc.it che avete asciugato! Le lacrime dei vostri fratelli che ora scorrono per voi. www.cinit.it INTEGRI UOMINI DEL PAESE DEGLI UOMINI INTEGRI www.fedic.it La mia voce intona la musica dei MARTIRI www.cineclubsassari.com Il mio cuore ribatte continuamente al rumore dei tiri assassini, www.umanitaria.ci.it Ma, le mie dita indicano oggi il frutto delle vostre grida blog.libero.it/Apuliacinema INTEGRI UOMINI DEL PAESE DEGLI UOMINI INTEGRI, www.ilquadraro.it MARTIRI DEL BURKINA, www.cgsweb.it MARTIRI DEL FASO! www.sardiniafilmfestival.it Sotto pallottole siete caduti, www.arciiglesias.it Sotto la pietra siete stati sepolti. www.associazioneculturalejanas.com MARTIRI DEL BURKINA, www.youtube.com/user/JanasTV1 MARTIRI DEL FASO! www.babelfilmfestival.com Le vostre speranze sono state sepolte nell’era dell’oppressore www.lacinetecasarda.it E le vostre vite si sono spente inseguendo l’aggressore www.retecinemabasilicata.it/blog MARTIRI DEL 30 E 31 OTTOBRE www.tysm.org il 2014 è la nuova era, www.cinemafedic.it il 2014 è la nuova vita, www.moviementu.it il 2014 è la consacrazione della vostra lotta, www.giornaledellisola.it Lotta senza quartiere www.lifeafteroil.org Lotta senza tregua www.storiadeifilm.it MARTIRI DEL BURKINA, www.passaggidautore.it MARTIRI DEL FASO! www.cineclubalphaville.it Per ciò che voi ci avete lasciato... www.consequenze.org Per ciò che voi ci avete trasmesso... www.educinema.it Per questa LIBERTA’ che avete LIBERATO, www.cinematerritorio.wordpress.com IO VI DIRO’ PER SEMPRE www.retecinemaindipendente.wordpress.com GRAZIE, INTEGRI UOMINI DEL PAESE DEGLI UOMINI INTEGRI!!! www.alambicco.org NEL NOME DI QUESTA GENTE APPASSIONATA DI GIUSTIZIA! www.centofiori.de L. Casimir YAMEOGO www.sentieriselvaggi.it Segretario aggiunto - Groupe Afrique - FICC Federazione Internazionale Circoli del Cinema www-pane-rose.it * Traduzione dal francese a cura di Patrizia Masala www.circolozavattini.it www.aamod.it/links www.ilpareredellingegnere.it f Diari di Cineclub www.sardegnaeventi24.it www.bencast.it www.gravinacittaaperta.it www.ilclub35mm.com www.suurbanacollegno.it www.anac-autori.it www.officinavialibera.it Manifestanti burkinabè in piazza a Ouagadougou capitale del Burkina Faso

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