la Casana

Periodico trimestrale della Banca Carige S.p.A. Genova - Italia - n. 4 ottobre-dicembre 2011 - anno LIII Tariffa regime libero: Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Genova - Tassa pagata / Taxe perçue Sommario

3 Editoriale a cura di Lissia Rasetto

4 Primo Piano Le radici culturali della crisi di Giacomo Samek Lodovici

6 Incontri Crisi italiana: diagnosi e terapia 14 di Paola Cavallero Arte e Cultura 10 Il monumento a Garibaldi di Augusto Rivalta di Giulio Sommariva 14 La fama del Cardinale Giuseppe Renato Imperiali (1651-1737) di Susanna Canepa 18 Ermanno Morelli: un postmacchiaiolo in giro per il mondo di Antonio Todde 22 La “Gerusalemme Liberata” nella decorazione genovese tra ’500 e ’600 di Marylinda Pacenti 26 Salgàri a Genova 18 di Matteo Lo Presti 30 I musei dell’artigianato in Liguria: scrigni di tesori dell’ingegno di Maurizio Lamponi

Il territorio e la sua storia 34 Il Bosco del Santo per il Terzo Paradiso degli uomini di Gian Antonio Dall’Aglio 38 La collezione di lattine storiche di Tiziana Guatelli di Daniela Lauria 42 L’orto dei simboli, un viaggio 26 tra Medioevo e contemporaneità di Oscar Flacco

46 Echi Carige

50 Fondazioneinforma

54 Notizie in pillole a cura di Enrica Fulcheri

56 Impressioni di Liguria L’Euphorbia 30 a cura di Lissia Rasetto

Editoriale

Quando hai dolori e tribolazioni, allora è il momento per farti dei meriti. Giacché occorre che tu passi attraverso il fuoco prima di giungere nel refrigerio.

Tratto da Tommaso da Kempis - De Imitatione Christi Ed. Giunti Demetra, 1996.

3 Primo Piano Le radici culturali della crisi di Giacomo Samek Lodovici *

La nostra epoca attraversa una profonda crisi, che però non è solo né principalmente economica, bensì etica e culturale.

Le sue radici – facendo un inventario molto succinto e mava ogni suo desiderio in legge) e concedere qualsiasi necessariamente incompleto – si possono rinvenire nel- diritto. le seguenti concezioni filosofiche, mentalità, modi di vi- E, se non è possibile conoscere la verità, non è possi- vere, fenomeni epocali: nichilismo, relativismo, scien- bile giudicare oggettivamente gli atti umani: dunque le tismo, edonismo ed utilitarismo egoista, secolarizzazio- azioni umane (anche quelle che siamo soliti conside- ne. Vediamoli, ovviamente molto in sintesi. rare enormemente crudeli e malvagie, persino il geno- Il nichilismo è ben definito da un suo esponente cru- cidio) sono tutte moralmente indifferenti. ciale, Nietzsche, secondo cui per secoli noi esseri uma- Quanto allo scientismo, esso afferma che solo la scienza ni «abbiamo cercato in tutto l’accadere un “senso” che può conoscere la verità e che solo gli enunciati scientifi- in esso non c’è». In particolare, come dice ancora Nietz- ci hanno un valore conoscitivo, mentre tutti i saperi non- sche, con la morte del Dio cristiano (cioè con l’inde- scientifici non ce l’hanno, non possono affermare delle ve- bolimento e/o la scomparsa della fede) è sparito ciò che rità. Pertanto, l’uomo non può indagare sulle grandi do- per secoli ha rappresentato il fine-senso globale del- mande esistenziali, su Dio, sull’anima e sulla sua im- l’essere e della vita. mortalità, sul bene/male, sulla libertà, sulla sofferenza, ecc. Inoltre, per il nichilismo, non solo le cose non hanno L’edonismo e l’utilitarismo egoista, dal canto loro, af- un fine, ma non hanno nemmeno alcun valore/disvalore fermano che lo scopo del vivere è il conseguimento del intrinseco. Per dirla ancora con Nietzsche, «non vi è nul- proprio piacere e benessere, in generale il raggiungi- la di buono, di bello, di sublime, di malvagio in sé». mento del proprio vantaggio. Ritengono impossibili – o Ora, per alcuni nichilisti la mancanza di valore riguarda la comunque criticano – sia l’esercizio dell’amore disin- totalità dell’essere: pertanto l’omicidio e la violenza in ge- teressato e il dono sia, in generale, la dedizione a sco- nere, e così il suicidio, non hanno valore né disvalore. pi come il bene (e come il bene comune), la giustizia, Per Nietzsche, invece, la mancanza di valore riguarda il dovere morale, ecc., obiettivi verso cui producono (nel- le cose, ma non la volontà di potenza, che è l’unico ve- le persone) insensibilità e disinteresse. ro valore: «la vita si adempie essenzialmente […] of- Veniamo alla secolarizzazione. Tutte le precedenti con- fendendo, facendo violenza, sfruttando, annientando». cezioni producono la crisi del cristianesimo e ne sono Veniamo al relativismo, che è quella corrente che ne- nello stesso tempo il prodotto. Infatti, il cristianesimo af- ga la possibilità per l’uomo di conoscere la verità e so- ferma tesi decisamente antitetiche rispetto a tutte que- stiene la relatività di ogni affermazione e di ogni pen- ste correnti. Rispetto al nichilismo afferma l’esistenza del siero: tutto ciò che l’uomo dice e pensa non è mai og- valore delle cose e del senso della vita nonché (ovvia- gettivamente vero, perché tutto è soggettivo e ogni sin- mente) l’esistenza di Dio. Rispetto al relativismo sostie- golo uomo è l’unità di misura delle cose. ne la conoscibilità (anche se soltanto parziale) della ve- Così, non è l’uomo ad adeguarsi alla realtà, ma è la real- rità, perlomeno di alcune verità fondamentali concernenti tà a doversi adeguare all’uomo, a doversi conformare il significato del nostro essere al mondo, l’esistenza di alle sue voglie ed ai suoi desideri. Pertanto, le leggi deb- Dio, il bene/male, la libertà, sulla sofferenza, ecc. bono assecondare ogni desiderio (Dante dice che la re- Rispetto allo scientismo asserisce l’esistenza anche di gina Semiramide «libito fè licito in sua legge», trasfor- una sfera spirituale dell’essere ed afferma la sensatez-

4 za delle questioni esistenziali che lo scientismo vorrebbe mek Lodovici, Alcune tesi nichiliste (e qualche breve cri- invece squalificare. Rispetto all’edonismo e all’egoismo pro- tica), in A. Aguilar (a cura di), Una nuova apologetica clama che il senso della vita umana risiede nell’amore di per un nuovo millennio, IF Press, Roma 2011, pp. 87- Dio e del prossimo. 118) alle concezioni filosofiche menzionate quali radi- Il cristianesimo, inoltre, promuove e difende l’antidoto cru- ci della crisi culturale contemporanea. ciale all’edonismo ed all’egoismo: la famiglia, la cui odier- Ma, forse, è stata almeno parzialmente lumeggiata la fe- na condizione di grande difficoltà è un’ulteriore (ed es- condità inestimabile, come antidoto alla crisi, del cri- senziale) causa della crisi della nostra epoca. Nella fami- stianesimo. Quest’ultimo, per accennare ad un suo ul- glia vige la logica della gratuità al posto della legge del do teriore inestimabile merito in aggiunta a quelli già men- ut des: il bambino è amato per se stesso e non per l’utili- zionati, ha per primo affermato la dignità inviolabile di tà che esso produce; l’anziano è custodito anche se non tutti (e non solo di alcuni) gli esseri umani: uomini, don- è più produttivo; un familiare ammalato non viene ab- ne, bambini, anziani, sani e malati, cittadini e stranie- bandonato. Ognuno è amato e accettato per quello che è, ri, ricchi e poveri, ecc. Lo conferma Nietzsche, assolu- e non per quello che fa, per ciò che produce o che pos- tamente insospettabile di simpatie cristiane, che au- siede. Come Benedetto XVI ha detto varie volte, la fami- spicava un’aberrante selezione eugenetica del genere glia è la cellula fondamentale della società (lo dicevano già umano e perciò riteneva che la colpa imperdonabile (che molti pensatori non cristiani, per esempio Aristotele e Ci- in realtà è un merito imperituro) del cristianesimo fos- cerone), è la sorgente della pace e dell’amore, il luogo pri- se l’aver proclamato l’uguaglianza e la dignità intangi- mario dell’umanizzazione della persona: infatti, in una fa- bile di tutti: «il concetto dell’uguaglianza delle anime di miglia riuscita si esperiscono alcune componenti fonda- fronte a Dio» è «il prototipo di tutte le teorie della pari- mentali della pace, come la giustizia e l’amore tra i suoi tà dei diritti» e la morale cristiana «ha preservato […] membri, l’autorità non dispotica dei genitori, il servizio amo- i disgraziati attribuendo a ciascuno un valore infinito». revole ai più deboli, l’aiuto reciproco, la disponibilità ad ac- E, ancora, «che cos’è la “virtù” e l’“amore per gli uo- cogliere l’altro e a perdonarlo. Pertanto la comunità uma- mini” nel cristianesimo, se non appunto questa reci- na non può fare a meno della famiglia e chi osteggia l’i- procità nel sostegno, questa solidarietà dei deboli, que- stituto familiare rende fragile la pace. sto ostacolo frapposto alla selezione?». Ovviamente non è stato qui possibile argomentare del- le critiche (al riguardo sia permesso di rinviare a G. Sa- * Docente di Storia delle dottrine morali all’Università Cattolica di Milano. Incontri Crisi italiana: diagnosi e terapia di Paola Cavallero

Profondo conoscitore delle dinamiche dei cio (1992-1998), consigliere scientifico sistemi economici attraverso i divesi mo- del Ministro Urbani (2003-2005). menti storici, Giacomo Vaciago è profes- Nel 1992 è stato Visiting Fellow al Christ sore ordinario di Politica Economica pres- Church College di Oxford. Inoltre, Sindaco so l’Università Cattolica di Milano. Dal 2000 di Piacenza tra il 1994 e il 1998. al 2004 è stato Presidente di Ref (Ricer- che per l’Economia e la Finanza). Dal 1992 È autore del volume Teoria e politica mo- al 1994, e dal 1998 al 2009, direttore del- netaria (1987) e di numerose pubblica- l’Istituto di Economia e Finanza dell’Uni- zioni, tra cui le più recenti sono: The Im- versità Cattolica di Milano. pact of ECB and FED announcements on Nato a Piacenza nel 1942, si è laureato in the Euro Interest Rates, (2011); Crisi e Economia e Commercio, nel 1964, presso riforme: conseguenze sulle banche l’Università Cattolica di Milano. Nel 1968 (2010); L’economia che tenta di uscire ha conseguito il Master of Philosophy in Eco- dalla crisi (2010); Financial crises and nomia alla Oxford University. Tra il 1970 e economic theory (2009); Alimentari ed il 1989 è stato prima professore incarica- energia: ancora una bolla? (2008); La pri- to e poi ordinario di Economia Politica pres- ma crisi finanziaria globale (2008); La cri- so l’Università di Ancona, ove ha anche di- si del dollaro (2008); Lessons from the retto per diversi anni l’Istituto di Economia. ECB experience: Frankfurt still matters! Tra gli incarichi poltici, ha accettato di co- (con Z. Rotondi 2007); Competenze per adiuvare, in qualità di Membro del Co- capire l’economia (2007); Crisi dei mer- mitato per la politica economica e sociale, cati finanziari e scarsa informazione la Presidenza del Consiglio dei Ministri (2007); Ancora sul merito (2007); The Fe- (1984-1987). In seguito, il professor Va- Giacomo Vaciago d’s Reaction to Asset Prices (con Z. Ro- ciago è stato direttore del Progetto Fi- tondi, 2005); Per tornare a crescere (in- nalizzato Economia del C.N.R. (1985- namica dei Sistemi Economici del C.N.R. tervista di I. Ferrario, 2005); La tutela del 1989), Visiting Scholar alla Fed (1985), a Milano (1988-1996), consigliere del risparmio (2004); Il declino dell’economia consigliere economico del Ministro del Te- Presidente del Consiglio dei Ministri italiana (2003); L’Euro, una moneta soro (1987-1989), membro del Consiglio (1992-1993), membro del Comitato Tec- completa (2002); La new economy (con Scientifico dell’Istituto di Ricerca sulla Di- nico-Scientifico del Ministero del Bilan- E. Vaciago, 2001).

In tutto il mondo si coglie un sentimento di diffidenza sui sovranità”. Continuiamo con i riti di una volta: eleggia- temi legati all’Economia: Le pare un dato di questo 21° Se- mo un parlamento e un governo, ma poi ciò che ci suc- colo, o Lei coglie analogie con altri momenti storici? cede è molto meno di una volta attribuibile a quanto è deciso a Roma. E così avviene nel resto del mondo: an- “Quando nel 1989 crolla un muro a Berlino, inizia – an- che la Casa Bianca conta meno di una volta nel decide- che formalmente – un mondo nuovo. Non ci sono più il re il destino degli americani! Primo, il Secondo e il Terzo mondo. Ma, da 20 anni, ci Ciò detto, veniamo all’economia: l’economia globale co- sono paesi avanzati e paesi emergenti: 7 miliardi di per- me la conosciamo oggi non è mai esistita in passato, e sone, coinvolte in quella che chiamiamo “economia glo- quindi non possiamo fidarci del sapere accumulato. Bi- bale”. Che significa interdipendenza, ma anche caren- sogna studiare ex-novo come funziona questa economia za di governo. Ciascun Paese riceve e trasmette impul- ed in particolare come interagiscono variabili reali (pro- si a tutti gli altri, fa parte di alleanze e di organizzazioni duzione e spesa) e variabili finanziarie (ricchezza e ri- più o meno robuste, ma tutti i Paesi – anche quelli di mag- sparmio). Si passa dall’euforia di qualche anno fa al pa- giore dimensione – hanno sperimentato una “perdita di nico odierno, e ciò avviene su scala globale senza aver

6 predisposto un livello di governo ade- a colleghi ed allievi quel bel testo guato. Non stupisce che ci sia chi “Da anni della CEI (Commissione Giustizia e soffre questo livello di incertezza, che Pace) intitolato “Educare alla lega- diventa sfiducia ed a volte paura.” la mancata lità”, che risale al 4 ottobre 1991 e che fu direttamente promosso da Qual è, a Suo parere, il ruolo dell’E- crescita Giovanni Paolo II. Quando sento par- conomia nella vita odierna degli Stati lare di impegno dei cattolici in po- e dei singoli? del Paese litica, mi domando: “ci sarà un nuo- Lo Stato può ancora assolvere una fun- vo impegno alla legalità”? Ho più vol- zione “sociale”, oppure la sperequa- coincide te sostenuto che da anni la mancata zione della ricchezza negli Stati ad eco- crescita del Paese coincide con la nomia avanzata porta inevitabilmente diffusa illegalità. Evasione fiscale, la- all’allungamento della distanza tra i con la diffusa voro irregolare, corruzione: tutto ciò “primi” e gli “ultimi”? che frena e ostacola la diffusione illegalità”. della moderna tecnologia ICT, che “Per i paesi emergenti, l’economia si- in tanto fa aumentare la produttivi- gnifica speranza di radicali migliora- tà e l’efficienza in quanto è traspa- menti: si può passare dalla sopravvivenza al benessere, dal- renza, condivisione, e così via.” la fame ad una buona e sicura alimentazione, da un futu- ro sempre uguale al passato ad un futuro molto migliore La spinta economica in Cina, India, Brasile segue un altro per la prossima generazione. percorso ed otterrà diversi effetti? Per i paesi avanzati, e possiamo considerare il caso dell’I- talia che conosciamo bene, l’economia è cosa molto diversa. “Nei paesi emergenti sta avvenendo una cosa che non Perché abbiamo assieme chi cresce (e diventa più ricco, ha precedenti nella storia: lì si sposta tanta parte della e magari lo era già) e chi va indietro (e diventa più pove- produzione dei paesi avanzati. Basta che pensiamo al ro, e magari lo era già). ruolo delle nostre multinazionali. Una volta, erano po- Aumentano i divari, spesso senza riferimento a talenti che grandissime imprese di alcuni settori soltanto che oppure a merito; ma semplicemente per questioni di for- si localizzavano in alcuni Paesi del Terzo Mondo solo za relativa o di protezioni più o meno giustificate. È ine- per sfruttare le loro risorse. Oggi, anche l’Italia ha le sue vitabile a questo punto ripensare al necessario ruolo del- multinazionali ed a volte sono imprese di dimensioni mo- lo Stato in questo contesto. Non solo come produttore deste che localizzano una parte della loro produzione di beni pubblici (dalla sicurezza alla giustizia, dalla istru- nei paesi emergenti soprattutto perché ne servono la do- zione alla salute). Ma anche come garante dell’equità, manda, che cresce molto più in quei Paesi che da noi. come modernamente intesa, alla Rawls, cioè con mol- Ne risulta una crescente interdipendenza (anche per- ta attenzione ai valori di libertà della persona umana ché la produzione avviene per assemblaggio di com- (compresa la libertà di potersi scegliere le proprie pre- ponenti che coinvolgono un numero crescente di Pae- ferenze) e ricordando la necessità di dare sempre la prio- si) ed un tasso di crescita molto maggiore.” rità agli ultimi. In Italia, questi nobili discorsi sono mol- to difficili da realizzare perché c’è un’enorme area di Negli ultimi decenni molti italiani hanno ricominciato ad emi- illegalità, che arriva alla corruzione, ma è anzitutto dis- grare, a volte per dare un futuro ai figli iscrivendoli in uni- prezzo per la legge e la sua sovranità. Ricordo spesso versità straniere, a volte per trasferire l’azienda nei Paesi

Incontri 7 emergenti, altri dopo avere raggiunto la pensione. Lei ha una tanti Paesi riuscendo ad apprezzarne le qualità. In un percezione significativa di questa emigrazione italiana del mondo che sta cambiando rapidamente, “la cosa che Secondo Millennio? più conta è quella di imparare ad imparare”. Una volta era diverso, si poteva identificare un programma di “co- “C’è un più generale fenomeno di aumentata mobilità del- se” da sapere: una disciplina, un metodo, dei contenu- le persone: non si muovono solo gli ultimi (come per un ti. Oggi è prevalente un metodo di problem solving, da secolo hanno fatto i nostri emigranti, e da trent’anni stan- applicare in fase di apprendimento a problemi già visti, no facendo tanti immigrati), ma si muovono di più anche ma sempre più a problemi... possibili. È ovvio che il ca- i primi. Già ai miei tempi, dopo la laurea italiana si an- pitale umano essendo il nostro vero patrimonio (c’è chi dava a studiare due o tre anni (una laurea superiore) nel- ritiene che la nostra ricchezza sia fatta di case e di at- le migliori altrui università. Ma poi si tornava a lavorare tività finanziarie, ma si sbaglia!), la formazione dei gio- qui. Oggi, è questo che manca. Migliaia di nostri bravi lau- vani sia il nostro primo investimento da fare. E qui ab- reati vanno a specializzarsi altrove e poi non tornano, per- biamo molti ritardi da colmare: basta andare a vedere ché trovano di meglio dove sono andati a studiare. Que- come hanno investito di più nella formazione dei giova- sta è una perdita netta per il nostro Paese e significa che ni i paesi del Nord Europa rispetto a noi, per rendersi non siamo attraenti. Questo è a sua volta un problema più conto perché l’economia italiana cresca sempre meno. generale, perché anche gli investimenti diretti esteri ci man- Ma anche i ritardi possono essere colmati, quando lo si cano. Se il nostro meglio cresce di più altrove, ed i mi- voglia. Già in passato, siamo cresciuti rapidamente quan- gliori altrui ci evitano, il Paese non cresce. È questo il pro- do ci siamo messi ad “inseguire per raggiungere” i pae- blema cui dovremmo dedicare più attenzione: come si fa si che erano più avanti di noi. L’abbiamo fatto a fine Ot- a tornare ad essere attraenti?” tocento e di nuovo nel Secondo Dopoguerra (quando la crescita fu così rapida e migliorò così tanto il Paese che Dalla comunità italiana in Brasile giungono recenti voci me- lo chiamammo “il miracolo”)! È questo ciò che a ben ve- no entusiaste che in passato: con il progresso, anche in quel dere, dovremmo tornare a fare oggi: si è accumulato un Paese ci si lamenta dell’alto costo della vita. Progresso del- consistente ritardo nel livello di produttività ed efficien- l’economia è sempre sinonimo di divario sociale, o esisto- za rispetto ai paesi (soprattutto quelli dell’Europa del nord) no strumenti per indirizzare lo sviluppo nel rispetto del va- che sono più avanti di noi. Ma non è vietato andare a lore delle persone? studiare quelle esperienze, per emularle. È infatti l’e- mulazione (cioè la competizione con l’altrui meglio) la “Nella lunga storia della crescita economica dall’inizio del- ricetta con cui l’Europa dovrebbe, valorizzando le diversità, la rivoluzione industriale ad oggi, anche un Paese civile co- tornare a crescere. Ed è al meglio dell’Europa che dob- me l’Inghilterra ha conosciuto fasi molto diverse. Ricordiamo biamo guardare.” lo sfruttamento della classe operaia, ricordiamo l’inquina- mento delle città industriali. Sono tanti gli esempi dei co- La crisi che ha colpito Grecia, Spagna Portogallo, l’ha sor- sti umani e sociali che accompagnano il miglioramento che presa? Esistevano indicatori economici inequivocabili per pre- si è realizzato in media, seppure con grandi diseguaglianze. vedere quel che è successo? È per questo che chiamiamo crescita l’aumento sostenu- to del reddito, ma chiamiamo progresso la diffusione di una “La crisi della Grecia e del Portogallo non mi ha sorpre- migliore qualità della vita. Nei Paesi emergenti oggi c’è mol- so più di tanto: quella della Spagna sì, anche perchè è ta più crescita che progresso. Infatti li aiutiamo, li ap- stata molto diversa. Mi spiego meglio. Grecia e Portogal- prezziamo, ma certo non li invidiamo.” lo sono entrati nell’Euro senza aver fatto nulla per “meri- tarlo”. Anzi, nel caso della Grecia falsificando addirittura Come delinea il futuro dei giovani in un quadro economico i conti dello Stato in modo deliberato, grave, e per molti sovranazionale? anni. Le agenzie di rating non hanno fatto alcuna buona “I giovani devono diventare i protagonisti dell’economia analisi e per anni non hanno suonato alcun vero allarme globale, anzitutto cercando di capirne bene le caratte- sulla gravità della situazione, consentendo a paesi come ristiche, conoscerne pregi e difetti, sapersi muovere in la Grecia di indebitarsi a “tassi tedeschi”. Correggere ades-

8 Incontri so una situazione grave durata dieci anni significa soffri- tevoli. La Storia insegna che nessun Paese è mai con- re almeno altrettanto tempo!! Soprattutto dovrebbe signi- dannato per sempre, e anche dopo lunghi periodi di de- ficare porsi una domanda seria: a questi Paesi, Grecia e cadenza è possibile un recupero. Abbiamo già avuto sia Portogallo, conviene davvero restare nell’Euro? Ne rica- il Rinascimento sia il Risorgimento...” vano i benefici di cui alla teoria? Il caso della Spagna è molto diverso. C’è sì una disoccu- L’esperienza dei paesi del Nord, a cui Lei si riferisce, at- pazione strutturale molto elevata, e quindi servono rifor- traverso quali strumenti, sia nella formazione dei giovani che me per avere più crescita. Per questo aspetto la Spagna nella gestione pubblica della risorse, è risultata “vicente”? assomiglia all’Italia. Ma diversamente da noi, non ha ac- cumulato un debito pubblico così grande (è rispetto al red- “Quando affermo che dovremmo emulare i paesi del dito la metà del nostro). E quindi prima di noi tornerà a Nord-Europa, migliori di noi da tanti punti di vista, ho meritarsi un “rating” migliore.” in mente vari esempi riferiti al sistema educativo, al mer- cato del lavoro, alla protezione sociale. Mi limito a con- Nel Secondo Dopoguerra, in Italia si parlava “miracolo”, ma frontare il nostro sistema educativo con quello che pre- qualcuno fa anche notare che il popolo era più coeso, va- vale nei paesi del Nord-Europa (ma anche Francia e Ger- lori come la solidarietà, la ricerca di un tenore di vita di- mania hanno iniziato a muoversi su questa strada). An- gnitoso e non al di sopra delle proprie possibilità, possono zitutto, una grande attenzione allo scopo stesso del si- avere contribuito in allora? Oggi non ritiene che sia mutato stema educativo: la formazione degli studenti. Noi con- il tessuto sociale, sino a fare dimenticare l’identità col pro- tinuiamo a fare riforme in cui si leggono centinaia di pa- prio Paese? gine di norme (l’ultima è solo un po’ peggio delle pre- cedenti, ma anche quelle già avevano questa caratteri- “C’è anzitutto una differenza enorme tra i primi vent’anni stica) in cui gli studenti non compaiono mai. Ci si oc- del Secondo Dopoguerra, quando avevamo ancora una cupa solo dei professori, della loro carriera, e così via. demografia in crescita, che alimentava una significati- Consiglio invece di leggere il “Browne Report” (Ottobre va emigrazione, e gli ultimi trent’anni caratterizzati in- 2010) inglese: sono molte decine di pagine dedicate al vece da una crescente immigrazione. Nel lungo perio- tema del valore - per gli studenti - dell’educazione. Il tut- do, la demografia conta, ed il fatto ad esempio che - a to serve anche a decidere come, e quanto, far pagare differenza della Francia - non siamo riusciti ancora a ra- loro il servizio educativo che ricevono. Tutti temi di cui gionare sulla necessità di una poltica per la famiglia, è nessuno si occupa in Italia. Ma tante e importanti sono indicativo del nostro declino. Quando oggi mi viene chie- le differenze. Ogni sistema educativo, come una gran- sto qual’è il problema irrisolto che più “spiega” la no- de pianta, ha un tronco comune da cui si dipartono a stra mancata crescita degli ultimi vent’anni, la mia risposta varie altezze e con diverse dimensioni tanti rami. Il no- è sempre: la diffusa illegalità. Penso, in particolare, al- stro “albero” si è invece impoverito, con un solo ramo l’evasione fiscale e a tutto ciò che circonda questo fe- - quello dato da liceo e università - che è diventato do- nomeno: l’economia sommersa, il lavoro nero, la corru- minante. L’università, a sua volta, si è da noi organiz- zione. Questo, a sua volta, significa tante cose. Anzitut- zata (100 università con 300 sedi) a raggiungere gli stu- to, come prima dicevo, il fatto che non si diffonda la tec- denti dove essi risiedono, affinchè lascino il più tardi pos- nologia ICT e quindi internet non sostituisca i vecchi mo- sibile la famiglia in cui sono nati. Nei paesi civili preva- di di comunicare ma vi si aggiunga, determinando così le il contrario: a 18 anni, i ragazzi salutano mamma e una produttività diminuita. Inoltre, proprio perchè il si- papà e vanno a studiare nell’università migliore in cui stema funziona in un modo ma appare in un altro, non riescono ad entrare. Perchè le università competono (an- siamo attraenti e quindi ci mancano gli IDE (investimenti che specializzandosi) per avere gli studenti migliori. In- diretti esteri), cioè l’altrui meglio che venga qui a cre- somma, se confrontiamo il modello altrui con il nostro scere. Dovremmo essere capaci di un secondo “mira- ben comprendiamo perchè la nostra decadenza non sa- colo”: diventare più simili ai paesi civili e così tornare a rà corretta nè in poco tempo nè senza un grande e fa- crescere. A ben guardare, il potenziale -misurato dal no- ticoso impegno. Dovremmo emulare l’altrui meglio: quan- stro “ritardo” – c’è tutto e quindi i benefici sarebbero no- do incominciamo?”.

Incontri 9

Arte e Cultura Il monumento a Garibaldi di Augusto Rivalta di Giulio Sommariva

Dal 1893 l’imponente statua equestre domina il settore settentrionale di piazza De Ferrari, attuale largo Sandro Pertini, partecipando di volta in volta - testimone silenzioso - alle manifestazioni di piazza, ai festeggiamenti delle tifoserie calcistiche o alle celebrazioni ufficiali.

Così è avvenuto il 4 e 5 maggio 2010 - nell’ambito delle mune, con l’incremento di ventimila lire erogate dai fon- celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia - in occasio- di per le celebrazioni del 4° centenario della scoperta del- ne della visita del Presidente della Repubblica, allorché l’e- l’America, e ventimila dalla Provincia di Genova – fu inte- roe fu rivestito con uno smagliante mantello rosso. grato dalla sottoscrizione popolare; la raccolta dei fondi si La genesi del monumento ebbe inizio il 18 giugno 1882 protrasse per lunghi anni e vide un’ampissima partecipa- quando venne istituito un “Comitato Promotore per l’ere- zione. Emblematica, a questo riguardo, è la lettura del bi- zione in Genova d’un Monumento al Generale Garibaldi” lancio degli introiti ricavati da una “Gara al Bersaglio” or- presieduto dal barone Andrea Podestà, assessore anzia- ganizzata nell’estate del 1887. Il documento attesta l’ade- no del Comune, e costituito da cinque vice-presidenti e da sione dei genovesi all’impresa attraverso la partecipazio- altrettanti segretari1. Come primo atto il comitato delibe- ne alle diverse gare ma anche attraverso l’acquisto di og- rava “di aprire in Genova e fuori le sottoscrizioni per con- getti d’uso comune come “tre cappelli”, “un paro di sti- corso al monumento da erigersi in Genova”2; rivendican- valetti da ragazzo”, “un ferro da stirare”, o bottiglie di vi- do il ruolo della città quale “patria di adozione del Con- no e liquori4. Numerose sono inoltre le lettere di adesione dottiero dei Mille”, come recitava il manifesto affisso nel- all’iniziativa da parte dei comuni liguri e gli elenchi delle le strade cittadine, il comitato faceva appello al “nobile sen- oblazioni raccolte tra privati cittadini, Società di Mutuo Soc- tire de’ suoi concittadini” per chiedere “il concorso di tut- corso (“Dio e Umanità” di Voltri, “Amici Maddalena”, “Ope- ti all’opera patriottica e nazionale”3. La ricca documenta- rai Rivarolo Ligure”), associazioni di categoria, (dalla So- zione conservata presso l’Archivio Storico del Comune di cietà Salumai a quella dei Camerieri e Cuochi), fino alla Genova documenta puntualmente il lungo iter del proget- comunità dei “diversi svizzeri residenti in Genova”5. to: dalle copie dei manifesti che invitavano la cittadinan- Circa la localizzazione del monumento vennero avanzate di- za alla sottoscrizione al bando di concorso inviato agli ar- verse ipotesi: tra le altre la piazza prospiciente la nuova sta- tisti, dal carteggio relativo alle diverse fasi esecutive al pro- zione ferroviaria di Brignole, Piazza dei Forni e Piazza De Fer- gramma del concerto bandistico previsto per l’inaugura- rari, fulcro delle incipienti trasformazioni urbanistiche. A que- zione, fino alla rassegna stampa dei quotidiani locali. Il fi- sto proposito è interessante una lettera indirizzata al segre- nanziamento pubblico – cinquantamila lire da parte del Co- tario del comitato dallo scultore Augusto Rivalta (Alessandria 1837 - Firenze 1925), già promettente allievo dell’Accade- A fronte Il monumento di Augusto Rivalta davanti al pronao del Teatro mia Ligustica e in quegli anni titolare della cattedra di scul- Carlo Felice di Genova. tura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Interpella-

11 to a proposito della collocazione del monumento in piazza se nelle sale del Ridotto del teatro Carlo Felice, in prossi- De Ferrari, lo scultore suggerisce in alternativa una colloca- mità del luogo ove avrebbe dovuto sorgere il monumento. zione sul pendio dell’Acquasola “di fronte a quello di Maz- Dall’esame della planimetria che fissava l’esatta collocazio- zini, mettendo così nel mezzo quello del Re” e immagina l’e- ne del monumento si comprende come la statua, posta in roe “sopra uno scoglio figurandolo all’atto di sorvegliare l’im- asse con il pronao del teatro e con l’ingresso del palazzo del- barco per la spedizione dei Mille”6. l’Accademia, dovesse costituire, allora, il fulcro della piazza, Solo il 22 marzo 1889, raggiunta la somma di centoventimi- ancora limitata al sedime della navata dell’antica chiesa e del- la lire, necessaria alla realizzazione dell’opera, il Sindaco di lo slargo prospiciente. La piazza era allora priva dell’enorme Genova - Presidente del comitato - firmava il “Programma invaso reso disponibile in seguito allo sbancamento del col- di concorso” 7. Il bando, articolato in dieci punti, richiedeva le di Sant’Andrea e alla demolizione del fitto tessuto edilizio “una statua equestre in bronzo raffigurante il Generale Ga- che si allineava al tracciato della seicentesca via Giulia chiu- ribaldi, sorretta da un piedestallo in granito rosso di Bave- dendo alla vista anche il prospetto orientale di Palazzo Du- no, posata su conveniente scalinata”, con un’altezza mas- cale anche se, a quella data era già da tempo avviato il pro- sima di dodici metri. Precisava che sul basamento non avreb- cesso per il miglioramento della viabilità tra il centro e le fra- bero dovuto comparire “figure allegoriche e bassorilievi di sor- zioni suburbane9 che, di fatto, avrebbe modificato radical- ta”; stabiliva il tetto di spesa - Lire 120.000 “comprese an- mente il centro cittadino e alterato – inevitabilmente - il rap- che le fondazioni ed ogni accessorio” - e i tempi di conse- porto del monumento con il contesto urbano. gna - il 30 giugno 1892 - ricorrenza del decennale della scom- Accanto ai membri del comitato furono chiamati a far par- parsa dell’eroe. Gli elaborati di presentazione del progetto - te della commissione giudicante anche il figlio primogenito schizzi, disegni o bozzetti - avrebbero dovuto essere conse- dell’eroe, generale Menotti Garibaldi, quale “diretto rappre- gnati al comitato entro il 31 maggio 1889. sentante illustre Generale” e il genero, generale Stefano Can- Proprio l’esiguità del tempo a disposizione per la presen- zio10. La scelta della commissione cadde sulla proposta di Au- tazione degli elaborati fu il motivo della mancata adesione gusto Rivalta: lo scultore aveva presentato due bozzetti: in di molti scultori ai quali era stato rivolto l’invito a parteci- quello risultato vincitore, contrassegnato dal n. 19 e oggi con- pare al concorso che vide la presenza di ventiquattro arti- servato presso il Museo del Risorgimento di Genova11, Gari- sti italiani, alcuni con più di una proposta8. Tutte le opere baldi era presentato “in semplice camicia rossa, la spada ab- furono esposte al pubblico dal 17 giugno alla fine del me- bandonata nel fodero (…) in atto di calma pensosa, quasi di abbandono”, come ricorda il cronista del “Caffaro” che visitò l’esposizione. Nel secondo “avvolto nel classico pon- cho” il generale stendeva la mano destra verso un punto lon- tano “come a indicare il campo ove vincere o morire”12. Il bozzetto rivela il contatto con l’ambiente artistico fiorenti- no e con la cultura dei Macchiaioli che aveva consentito a Rivalta di superare la tradizione accademica e romantica per attingere a forme di schietto realismo, evidente non tanto nel- le fusioni a carattere ufficiale quanto nelle opere destinate al mercato dell’arte, i cui soggetti stessi denunciano questa inclinazione: Il Ritorno dalla posta, l’Assalto all’ambulanza fran- cese, il Galeotto in catene che saluta la madre. Nel monumento genovese lo scultore non ricorre all’accat- tivante, ma retorica, figura del condottiero con la lama sguai- nata a trascinare le truppe alla carica in sella ad un cavallo rampante, immagine atta a evocare memorabili momenti d’a- zione. Il suo eroe indossa la divisa garibaldina, il fazzoletto di seta rossa al collo e il celebre berretto tondo ornato dalla greca sul capo, ma è pacato, quasi immobile, con le mani posate sul pomo della sella. È un uomo d’armi colto in un momento di riflessione, in una “calma gravida di pensiero”, come sottolineava il cronista de “Il Secolo XIX”13, con lo sguar- do assorto, perduto a scrutare orizzonti lontani, quasi in at- to di studiare la situazione per stabilire la mossa successi- va, mentre il destriero che inarca il collo e piega la testa sem- bra trattenere l’energìa, pronto allo scatto finale. Il modello al vero, realizzato nello studio fiorentino di Ri-

12 Arte e Cultura morabile, che ebbe il suo culmine al- lorché nella piazza, gremitissima, si giunse allo scoprimento della statua: Ri- valta aveva realizzato un monumento che celebrava l’eroe con un’immagine lontana dalla “infinità di caricature, di teatralità, d’esagerazioni, di posticci più o meno di convinzione e di maniera” che caratterizzavano molte opere ana- loghe realizzate in quegli anni17 ma for- se, e proprio per questo, aveva dato vi- ta ad un’opera in grado di suscitare fra i reduci presenti una profonda commo- zione tanto che, come ricorda il croni- sta, alla vista del monumento i vecchi compagni d’armi “si abbracciavano piangendo”18, forse ricordandolo proprio sopra uno scoglio, “all’atto di sorveglia- re l’imbarco”, come lo aveva immagi- nato Augusto Rivalta.

valta, fu approvato da una commissione presieduta dal pit- Note tore Stefano Ussi, docente presso l’Accademia di Belle Ar- 1 Archivio Storico del Comune di Genova, scatola 1112, Verbale delle adu- ti di Firenze, il 22 ottobre 1891. Ricordando l’ammirazio- nanze del Comitato Promotore per la erezione in Genova d’un monumen- ne per l’opera espressa dal pittore genovese Nicolò Bara- to al Generale Garibaldi, pp. nn. nn. 2 A. S. C. G., scatola 1112, fasc. 1. bino, scomparso a Firenze in quei giorni, Ussi esaltava nel 3 A. S.C. G., scatola 1112, Fascicolo, giornali e manifesti. modello “il carattere spiccato dell’eroe, un pensiero profon- 4 A. S. C. G., scatola 1112, fasc. 16. 5 Ibidem. do e molta semplicità, accoppiate ad un’arte forte e robu- 6 A. S. C. G., scatola 1112, lettera del 18 febbraio 1888. sta”14. La fusione in bronzo fu affidata da Rivalta alla fon- 7 A. S. C. G., scatola 1112, 8 Si tratta di Antonio Allegretti, Odoardo Tabacchi, Emilio Zocchi, Cesare deria romana di Alessandro Nelli, specializzata in “ripro- Biscarra, Filippo Giulianotti, Giulio Bocchino, Urbano Nono, Filippo Bar- duzioni colossali di statue antiche e moderne”, mentre il zaghi, Ferruccio Crespi, Luigi Bordini, Luigi Beltrami, Ettore Ximenes, Ric- cardo Haupt, Pietro Capurro, Lorenzo Massa, Antonio Quinzio, Augusto basamento in granito rosso fu realizzato dalla ditta “Fran- Rivalta, Alberto Issel, Giuseppe Greco. cesco Donnino & Cugini” di Baveno. 9 Si veda al riguardo: A. M. Nicoletti, Via XX Settembre a Genova. La co- struzione della città tra Otto e Novecento, Genova 1993. Il ritardo nella consegna del modello in creta da parte di Ri- 10 A. S. C. G., scatola 1112, fasc. n.n. valta e la sua mancata presenza a Roma per la rifinitura del 11 Il bozzetto in bronzo (h cm 67, base cm 20 x 43) fu acquistato da Al- modello in cera, motivata da problemi di salute, determinò fredo Luxoro nel 1912. Una replica è conservata in collezione privata, cfr. Garibaldi. Il mito.Da Lega a Guttuso, catalogo della mostra a cura di un ritardo nella consegna della statua e le rimostranze del fon- F. Mazzocca e A. Villari, Genova Palazzo Ducale, 17 novembre 2007-24 ditore che chiese al sindaco di Genova un indennizzo per le marzo 2008, scheda n. 54 pp. 175. 12 A. S.C. G., scatola 1112, Fascicolo, giornali e manifesti, “Caffaro”, 18 spese sostenute “quando era pronto il modello in cera nella giugno 1889, anno XV, n. 169. stagione estiva e si dovette per mesi mantenerlo con ghiac- 13 A. S.C. G., scatola 1112, Fascicolo, giornali e manifesti, “Il Secolo XIX”, 20/21 giugno 1889. 15 cio, attendendo l’arrivo del Sig. Rivalta per la ritoccatura” . 14 A.S.C.G., scatola 1112, Pratiche relative al concorso. Finalmente il 15 ottobre 1893, con un anno di ritardo rispet- 15 A.S.C.G., scatola 1112, Pratiche relative al concorso. 16 A. S.C. G., scatola 1112, Fascicolo, giornali e manifesti, “ Il Secolo XIX”, to ai tempi previsti dal bando, si giunse all’inaugurazione: l’or- 5/6 ottobre 1893. ganizzazione della giornata era stata affidata ad un comita- 17 A. S.C. G., scatola 1112, Fascicolo, giornali e manifesti, “Il Secolo XIX”, 27/28 marzo 1893. to costituito dai “Superstiti dei Mille di Marsala”, dai “Redu- 18 A.S.C.G., scatola 1112, ibidem. ci Garibaldini” e dalla “Confederazione Operaia”. Nell’inten- to di dare vita ad una vera festa di popolo non erano stati Un ringraziamento a Raffaella Ponte, Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Genova e al personale per la disponibilità e la collaborazio- previsti né inviti speciali né distinzioni gerarchiche, ma un ne alla ricerca. corteo che si sarebbe snodato dai Magazzini Generali, oltre la Darsena fino a piazza De Ferrari per la cerimonia inaugu- A fronte rale, alla mattina, e un nuovo corteo fino allo scoglio di Quar- Manifesto per la costituzione del Comitato Promotore per l’erezione di un monumento al Generale Garibaldi (6 luglio 1882), Archivio Storico 16 to con una commemorazione dei Mille, nel pomeriggio . del Comune di Genova.

Al di là della retorica degli interventi, immancabile nelle ce- In alto: Inaugurazione del monumento a Garibaldi a Genova, 15 ottobre lebrazioni ufficiali, dovette trattarsi di un evento di popolo me- 1893. Fotoincisione da ‘L’Illustrazione Italiana”, 22 ottobre 1893.

Arte e Cultura 13

Arte e Cultura La fama del Cardinale Giuseppe Renato Imperiali (1651-1737) di Susanna Canepa

Nella basilica di Sant’Agostino in Roma, uno dei più pregevoli monumenti settecenteschi della città onora l’insigne prelato, nato in Terra d’Otranto, ma genovese d’educazione.

Per imporre all’attenzione le virtù del presule, l’architetto Pao- tazione a sé, basti allora dire che, dall’ultimo quarto del Cin- lo Posi ideò un’opera di plastica imponenza, esaltata sia dal- quecento, in Vaticano si sviluppò un centro di produzione di la raffinatezza dalle sculture di Pietro Bracci sia dai vivaci tessere musive per riprodurre tutti i dipinti della basilica di San effetti coloristici. È così che le marmoree personificazioni del- Pietro minacciati dall’umidità. La perfezione tecnica per egua- la Carità e della Fortezza superano i limiti dell’arco di qua- gliare gli effetti chiaroscurali della pittura fu raggiunta nel 1731, dratura per sporgersi verso gli osservatori, mentre l’angelo quando il chimico romano Alessio Mattioli sperimentò un nuo- della Fama volge il ritratto del cardinale nella direzione del- vo metodo per ottenere mosaici minuti di smalti filati, in fram- la navata, scelta dal progettista come punto di vista privile- menti di un millimetro di lato. Queste ridotte dimensioni avreb- giato. Questo criterio compositivo rivela riferimenti berninia- bero ingannato gli occhi degli osservatori, assimilato l’opera ni, presenti anche nella morbida carnalità della Carità, nel- alla pittura e allo stesso tempo reso l’effetto di una più vivida la naturalezza dei putti, nella ridesta classicità della Fortez- cromia. Ben presto furono definiti colori che variavano in ben za; purtuttavia l’atteggiamento stilistico sovverte le suggestio- 15.300 sfumature. È fuor di dubbio la curiosità suscitata da ni del barocco per aderire al gusto rococò. Ma non solo, l’al- una simile invenzione negli amanti dell’arte e nei collezioni- lentata enfasi delle masse e la simmetria degli elementi pla- sti di tutta Europa, né può stupire che personalità d’alto li- stici già preludono al neoclassicismo. gnaggio ricercassero abilitati artisti che curassero la messa Le peculiarità espressive, che interpretano con un nuovo lin- in opera di manufatti così originali. Il più esperto era Pietro guaggio le reminiscenze - anche algardiane e rusconiane - Paolo Cristofari, nominato nel 1727 sovrintendente a tutte le insite nel gruppo scultoreo, sono la squisita eleganza dell’in- operazioni dello Studio Vaticano del Mosaico2. Sua è la rea- sieme, la grazia degli atteggiamenti, la soavità delle espres- lizzazione del ritratto per il mausoleo di Maria Clementina So- sioni, la gaiezza resa dalla policromia dei materiali. Un esem- bieski, per l’appunto esposto in San Pietro e quasi contem- pio valga per tutti: se alla base dell’opera non fossero presen- poraneo a quello per Giuseppe Renato Imperiali. L’effige del- ti due teschi -peraltro affinati dalle ali e dal “capriccio” di ario- la nobildonna è sorretta dalle statue di Pietro Bracci, che so- se capigliature- non si avrebbe la certezza di essere alla pre- lo tre anni dopo, nel 1741 porterà a compimento quelle del senza di un monumento funebre. Nessuna drammaticità tra- cenotafio Imperiali 3. L’epigrafe dedicatoria di quest’ultimo mo- pela infatti dalla compostezza delle figure, né si vedono tom- numento riporta il nome del pronipote Michele, principe di be scoperchiate o scheletri ammonitori 1. Per di più, l’imma- Francavilla ma - a parere di chi scrive - un decisivo ruolo nel- gine del defunto sorride con arguzia invece di rivolgere gli oc- la designazione degli artefici potrebbe essere stato svolto dal chi al cielo in orante posa. Una perfetta consonanza lega quin- coerede ed esecutore testamentario Giuseppe Spinelli, figlio di il ritratto al vitale spirito dell’opera e sorprende per l’esecu- di Maria Imperiali, all’epoca cardinale e arcivescovo di Na- zione a micromosaico. Tale argomento meriterebbe una trat- poli. In quella città, dopo il terremoto del 1732, il porporato aveva promosso la ricostruzione dell’area absidale del duo- A fronte Roma, Basilica di Sant’Agostino. Pietro Paolo Cristofari, Ludovico Stern, mo, l’innalzamento del nuovo altare maggiore e l’ampliamen- Ritratto del Cardinale Giuseppe Renato Imperiali. to del palazzo arcivescovile, affidando i progetti a Paolo Po-

15 po amministrativo e gestione delle pubbliche rendite. In quel tempo egli svolse, con rigore intellettuale e morale, una notevole attività promozionale verso i lavori di pubbli- ca utilità ed edifici religiosi a Roma e in ordine cronologi- co: a Civitavecchia, Cervia, , Comacchio, Velletri, Nocera Umbra, Vetralla, Montecelio, Poggio Mirteto, Ron- ciglione, Nepi, Tarquinia, Benevento, Sutri, Genzano, Fa- no6. Tra i progettisti di fiducia, emerge Filippo Barigioni co- me figura di rilievo nella cultura architettonica di passag- gio dal barocco al rococò. È poi certa l’ammirazione che il porporato ebbe per le opere di Francesco Borromini poi- ché patrocinò la stampa di molteplici progetti. Una sua di- retta partecipazione per coprire le spese di tiratura dell’O- pus architectonicum equitis Francisci Boromini… o, pro- babilmente, per l’intera opera calcografica, si desume dal- la deferente evidenza che l’editore Sebastiano Giannini po- se al suo nome, al casato di antica aristocrazia genovese e alle sue virtù nelle incisioni delle tre pagine di antiporta e frontespizio7. È infatti noto che Imperiali “intendentissi- mo delle belle arti” fu protettore di molti artisti e che col- lezionò ragguardevoli dipinti con una particolare predile- zione per il genovese Giovanni Battista Gaulli e per Carlo Maratta8. Famosa in Europa fu la sua straordinaria biblio- teca, sede di incontro dei dotti dell’Accademia da lui fon- data ed eccezionalmente aperta a un più vasto pubblico 9. Per completare il profilo del cardinale si vanno approfon- dendo le ricerche sulle opere di mecenatismo profuse nel- la terra natale, a Oria - nel cui castello probabilmente nac- que - e a Francavilla Fontana dov’egli soggiornava, nel son- si; mentre nel 1739 fu Pietro Bracci a realizzare l’imponen- tuoso palazzo familiare10. Sono impegnati in questo campo te statua dell’Assunta in gloria 4. Comunque, già dal 1736 lo gli studiosi della ricostituita Accademia Imperiali di Franca- scultore era noto in famiglia per aver eseguito il monumento villa ai quali va il merito di perpetuare la memoria di Giu- sepolcrale del cardinale Innico Caracciolo, sito nella chiesa seppe Renato e, in suo nome, promuovere lo sviluppo cul- episcopale di Aversa, quando i Caracciolo erano imparenta- turale del Salento. ti con gli Imperiali. In assenza di specifici documenti esplicativi, non si può va- GENOVESI IN PUGLIA: GLI IMPERIALI lutare quanto la committenza possa aver influito sulla ge- Sebbene gli Imperiali siano presenti nella storiografia del nesi dell’opera a Sant’Agostino, ma di certo fu allineata a Comune e della Repubblica di Genova tra i massimi espo- un gusto aggiornato e all’apertura verso nuovi indirizzi del- nenti dell’aristocrazia mercantile e armatoriale, poco noti l’arte. Resta un fatto che Spinelli e il principe di Francavil- in “patria” sono quei componenti del casato, che nel Cin- la scelsero artisti eccellenti, purtroppo rimasti ancora ai mar- quecento concentrarono i loro interessi nel Regno di Na- gini dell’interesse della critica odierna. poli e, in particolare, coloro che si insediarono in Puglia. Un “bel genio per le arti” seppe esprimere anche Giusep- Il loro vivace spirito imprenditoriale fu conforme alle pe- pe Renato Imperiali, comparato dall’erudito Giovanni Bat- culiari strategie messe in opera dai Genovesi, protagoni- tista Semeria “…a qualunque miglior principe che abbia sti di un progressivo avanzamento dalle attività commer- mai governato la terra, sia in politica che in saviezza, in ciali a quelle del credito. beneficenza e in giustizia…”5 in riferimento al trentennio Nell’economia di questo breve saggio si possono solo ac- in cui il cardinale fu Prefetto della Congregazione del Buon cennare alcuni esempi delle operazioni che anticiparono Governo dello stato ecclesiastico, con ampi mandati in cam- il successivo investimento feudale. Nel 1510 Michele Im- periali risulta essere un noto mercante, che risiedeva a Na- Sopra poli, ma trasferiva grano pugliese in Spagna: un tipo di com- Roma, Basilica di Sant’Agostino. Il monumento a Giuseppe Renato Imperiali è firmato e datato dal progettista: Paolo Posi Sanese Arch 1745. mercio strategico per il riforimento alimentare della peni- A fronte sola iberica. Di certo si sa che Andrea Imperiali era un ban- Francavilla Fontana (Brindisi), Castello Imperiali. chiere di Carlo V avendo stipulato, nel 1537, un contrat-

16 Arte e Cultura to di prestito al sovrano per finanziare l’esercito in Piemon- 10 Per l’istituzione delle Scuole Pie promossa da Giuseppe Renato Impe- 11 riali nel feudo familiare si veda: te , mentre le galee della famiglia erano al servizio del mo- V. BASILE, Il ruolo degli Imperiali in Terra d’Otranto tra Cinque e Sette- narca. Tre anni dopo, lo stesso Andrea aprì a Napoli un cento: gli interventi sui castelli di Francavilla Fontana, Manduria, Oria, Massafra e Avetrana, in V. CAZZATO, V. BASILE, Dal castello al palaz- “banco” pagando la cospicua cifra di 40.000 scudi per pleg- zo baronale. Residenze nobiliari nel Salento dal XVI al XVIII secolo, Ba- geria, cioè in garanzia allo stato. A partire dal 1560, suo ri, 2008, p.74. E’ opinione di chi scrive che il cardinale, durante un lun- figlio Davide, fu protagonista di una speculazione sulla se- go soggiorno a Francavilla nel 1697, si sia interessato ai progetti di re- stauro dei castelli. ta calabrese, ma sarà anche presente con quattro sue na- Si veda anche: N. DE MARI, M.R. NOBILE, S. PASCUCCI, L’Architettura vi alla battaglia di Lepanto del 157112. L’anno seguente, per delle Scuole Pie nei disegni dell’Archivio della Casa Generalizia, in “Archi- vium Scholarum Piarum”,45-46, Roma, 1999. quell’intervento, il genovese ottenne il marchesato di Oria 11 R. CARANDE, Carlo V e i suoi banchieri, a cura di G. Muto, Genova, con il feudo di Francavilla; in realtà aveva anticipato -in 1987, pp. 709. 12 A. MUSI, Mercanti genovesi nel Regno di Napoli, Napoli, 1996, pp. 29; aggiunta all’appalto delle galee- 49.538 ducati alla coro- 35-36; 72-74. na di Spagna al 9% d’interesse e sborsato un deposito di 13 R. COLAPIETRA, Genovesi in Puglia nel Cinque e Seicento, Bari, 1983, p. 17. 125.125 ducati per lo stato di Oria, da cui avrebbe otte- 14 F. BRAUDEL, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’Età di Filippo II, To- nuto una rendita feudale di 6.100 ducati, più una rendi- rino, 2002, p. 406. Il forte legame con la terra d’origine degli Imperiali ormai insediati in Pu- 13 ta di altri 3.900 sulle entrate della dogana di Puglia . Nel- glia è anche testimoniato dal battesimo che due sorelle di Giuseppe Re- la stessa regione, alcuni crediti degli Adorno, dei Centu- nato ricevettero a Sampierdarena presso Genova; un’altra conferma è da- ta dall’ascrizione al Libro d’Oro della nobiltà genovese ottenuta da Giusep- rione, De Mari, Doria, Giudice, Grimaldi, Pinelli, Serra, Spi- pe Renato e dai fratelli nel 1667. Costoro erano figli di Brigida Grimaldi, nola, Squarciafico e di altri notabili genovesi, furono con- anch’essa appartenente a un’aristocratica famiglia genovese. Si veda: G. D. OLTRONA VISCONTI, Imperialis Familia. Tavole genealogiche Imperia- vertiti in feudi o in profitti recuperabili da riscossioni fisca- le di Genova e Imperiali di Napoli, a cura di G. Di Gropello, Piacenza, 1999, li. Si può osservare che queste famiglie del patriziato ligu- pp. 61-62. 15 P. PALUMBO, Storia di Francavilla città in Terra d’Otranto raccontata da re erano legate da una rete di solide alleanze, spesso sug- Pietro Palumbo, Lecce, 1869. gellate da matrimoni, da ininterrotti rapporti con la madre- B. CROCE, Il principe di Francavilla, in Un paradiso abitato da diavoli, a patria e da contatti operativi con quel centinaio di uomini cura di G. Galasso, Milano, 2006, pp. 220-234. d’affari degli stessi casati, che dalle fiere di cambio inter- Ringraziamenti nazionali di Besançon e di Piacenza “…davano il ritmo 14 Isabella Bevilacqua (ditta Giacomo Casaril), Teresa Diviggiano (Archivio di alla vita economica di tutto l’Occidente…” . Stato di Brindisi), Padre Amedeo Eramo (Basilica di Sant’Agostino, Roma), Alla Storia di Francavilla di Pietro Palumbo si rimanda per la Francesca Fabbri, Iris Haist, Daniela Ronzitti (Archivio Storico Capitolino, Roma), Jolanda Sisto (Società di Storia Patria per la Puglia, Bari), Giulia- conoscenza delle vicende degli Imperiali nei 210 anni che fu- na Tamburrino (Avvocatura Generale dello Stato, Roma). rono feudatari in Terra d’Otranto, mentre l’epilogo dell’epopea familiare e la fastosa vita del principe Michele di Francavilla - ultimo discendente della sua casa - nel Palazzo Cellamare a Napoli, fu sagacemente raccontata da Benedetto Croce15. Note 1 Nella stessa chiesa è possibile un immediato confronto osservando il se- polcro del cardinale Lorenzo Imperiali, commissionato dal pronipote Giu- seppe Renato, allora Chierico della Camera Apostolica, e dal nipote Do- menico Imperiali marchese di Latiano. Il monumento fu eretto nel 1673 e scolpito da Domenico Guidi, celebre artefice del tardobarocco a Roma. Si veda: La Chiesa, la Biblioteca Angelica, l’Avvocatura Generale dello Stato. Il complesso di Sant’Agostino in Campo Marzio, Roma, 2009, pp. 308-309, 318-319, 364-365. 2 ALFIERI, M. BRANCHETTI, G. CORNINI, Mosaici minuti romani dal Set- tecento all’Ottocento, Catalogo della Mostra, Roma, ottobre-novembre 1986, pp. 22; 174. 3 C. GRADARA, Pietro Bracci scultore romano 1700-1773 con una lette- ra di Carlo Ricci, Milano, 1938. 4 Per i restauri del duomo di Napoli, del palazzo arcivescovile e per le spe- se anticipate da Giuseppe Spinelli si veda: Archivio di Stato di Roma, No- tai della Reverenda Camera Apostolica, Gregorius Castellanus, anno 1739, vol. 403, c. 321. 5 G. B. SEMERIA, Secoli cristiani della Liguria, Torino, vol. I, 1843, p. 319. 6 A. GAMBARDELLA, Architettura e committenza nello Stato Pontificio tra barocco e rococò. Un amministratore illuminato: Giuseppe Renato Impe- riali, Napoli, 1979, pp. 47-48. 7 F. BORROMINI, Opus architectonicum equitis Francisci Boromini …, Ro- ma, 1725. L’autore delle incisioni dai disegni di Borromini “è un anonimo italiano del- la prima metà del sec. XVIII”: A. ALETTA, M. MONTICELLI, Volumi anti- chi. Libro aperto sulla città, Roma, 2002, scheda n. 35. 8 S. PROSPERI VALENTI RODINO’, Il cardinal Giuseppe Renato Imperiali committente e collezionista, in “Bollettino d’Arte”, XLI (1987), pp. 17-60. 9 F. CANCEDDA, Figure e fatti intorno alla biblioteca del cardinale Impe- riali, mecenate del ‘700, Roma, 1995, p. 179.

Arte e Cultura 17

Arte e Cultura Ermanno Morelli: un postmacchiaiolo in giro per il mondo di Antonio Todde

«Oh, i bei tempi delle prime scoperte, quando pareva che, uscendo dallo studio e dalla sua luce colata, il mondo sfavillante si facesse incontro al pittore in una dedizione senza limite!

Per lavorare, il Signorini e gli amici si adattavano a vivere in te anticonvenzionale. è la città che ha dato i natali a certe osterie come quella del Morino a Montelupo, dove si man- Fattori, a Modigliani, a Enrico Pollastrini, a Plinio Nomellini, al giava malissimo e si dormiva peggio: “Quella volta - racconta cartellonista Leonetto Cappiello, al ritrattista Vittorio Matteo Cor- il Cecioni – a Montelupo col Signorini c’erano Cristiano Ban- cos. E, a Livorno, nella seconda metà dell’Ottocento, si forma ti, Odoardo Borrani e il Pointeau le cui fragorose risate erano quel nutrito gruppo di pittori che, traendo la propria origine dal- così sgangherate ed insolenti da far dire all’oste: ‘Quando ri- la poetica macchiaiola, vengono denominati postmacchiaioli, de il Francese si sente da Capraia’. Dopo le notti disagiate pas- anche se diversi tra di loro per maniere, tecniche e generi: tra sate nei perfidi letti del Morino, andavano tutti a lavorare fuo- gli altri, Eugenio Cecconi, Ulvi Liegi, Giovanni Bartolena, Oscar ri, sparsi per la campagna di Montelupo, ma di tanto in tan- Ghiglia, Benvenuto Benvenuti, Gino Romiti detto “il pittore del- to si chiamavano con dei grandi urli per comunicarsi gli en- la Primavera” («Un albero è un dono di Dio, guai a modifica- tusiasmi dei motivi veduti, per riunirsi a volte a notare il pas- re le sue forme sempre armoniose»), Guglielmo Micheli, al- saggio di un barroccio sopra una strada bianca per la polve- lievo di Fattori e insegnante di Modigliani e Romiti, Renato Na- re e si dicevano con enfasi: ‘Guarda, Banti, la bellezza di quel tali, Mario Puccini, che firma alcune sue tele Mario Pochein bianco sul fondo!’, ‘Guarda, Signorini, il tono delle ruote sul per favorirne, con quell’aureola francesizzante, la vendita. E, bianco della strada!’, ‘Guarda la forza degli sbattimenti!’, ‘Poin- a Livorno, il 20 luglio 1920, nello studio di Romiti, si costitui- teau, Borrani, venite qua… ’», così il pittore fiorentino Baccio sce il Gruppo Labronico, con la finalità di valorizzare l’arte li- Maria Bacci, allievo di Giovanni Fattori, prefando l’edizione del vornese mediante esposizioni nazionali e internazionali. 1952 di Caricaturisti e caricaturati al Caffè Michelangiolo di Te- In questa Livorno, il 1° aprile 1928, nel quartiere di Borgo Cap- lemaco Signorini. Il Caffè Michelangiolo, è noto, e come ricor- puccini, nasce Ermanno Morelli. Ancora giovanissimo, frequen- da la lapide posta al civico 21 di via Cavour, in Firenze, dove ta assiduamente le sale della Civica Pinacoteca Giovanni Fat- ebbe sede, fu dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli an- tori, all’epoca ospitata a Villa Fabbricotti: qui ha modo di ve- ni Venti del Novecento «geniale ritrovo d’un gruppo di liberi dere e studiare le opere dei maggiori artisti macchiaioli, Fat- artisti che l’arguzia fiorentina soprannominò Macchiaioli e le tori innanzitutto, e postmacchiaioli, non solo livornesi. Frequen- cui opere nate tra le lotte politiche e gli eroismi guerrieri del ta anche l’Accademia Tiberina, la prestigiosa istituzione fon- Risorgimento nazionale perpetuarono il lume della tradizione data a Roma nel 1813. Conseguito il diploma di perito indu- pittorica italiana rinnovandone gli spiriti». striale all’Istituto Tecnico di Livorno, è assunto dalla Monte- A Livorno, cinquant’anni dopo, dal 1908 al 1921, nella cen- catini Edison: è responsabile di reparto. Con gli anni Cinquan- trale piazza Cavour, il Caffè Bardi («Pasticceria Confetteria Ugo ta, all’impegno di lavoro in azienda unisce la passione per il Bardi») accoglie le animate discussioni di artisti e letterati che, dipingere. Nell’alveo fecondo dei postmacchiaioli livornesi ri- seduti nel “cantuccio di sinistra”, propugnano anch’essi un’ar- trae campagne, case, cascine, casolari, cortili, canneti, bar- che, pontili, con schietta adesione al “vero naturale”: «Io non A fronte Ermanno Morelli, Mercato a Cuzco, collezione privata. so altro che un lavoro che non è fatto dal vero, ma fatto a re- In basso: Campesinos, collezione privata. miniscenza, non può essere buono», aveva sentenziato Sil-

19 vestro Lega, uno dei maestri di riferimento. Matrice iniziale è la pittura trecentesca insegna “che ‘l lavoro di spatola è pro- la macchia: macchie di colore giustapposte le une alle altre, prio di gentile uomo, ché co’ velluti indosso puoi fare ciò che toni scuri su toni chiari, privi gli uni e gli altri di contorni de- vuoi”» (Donato Conenna). È una scelta tecnica che gli con- finiti, riflettenti le impressioni immediate che la natura sug- sente di conferire alla pittura, con gesto subitaneo e definiti- gerisce all’artista (Macchia toscana, Campagna toscana, Mac- vo, un vivido arricchimento materico e una purezza di colo- chia mediterranea). Gradualmente, sorretta da una persona- ri incontaminata. le cifra espressiva, affiora una vivacità cromatica sempre più Nel 1952, per motivi di lavoro, si trasferisce a Cairo Monte- accesa: «Pittore di natura e di veduta, al punto d’incontro tra notte, nell’entroterra savonese, nella città che ha dato i nata- tranche impressionista e violenza espressionista, è Ermanno li al patriota garibaldino, memorialista dei Mille, Giulio Cesa- Morelli, che alla tradizione labronica corrisponde con una iden- re Abba (1838-1910) e ai pittori Carlo Leone Gallo (1875-1960) tificazione di maggior contemporaneità naturalistica» (Germa- ed Eso Peluzzi (1894-1985). Nel settembre 1954 si sposa con no Beringheli). Il suggestivo richiamo evoca i colori “puri”, squil- Anna Maria Francesca Ghibaudo: nasceranno Gloria ed En- lanti, senza mezzi toni, senza ombre, dei primi dipinti di Mau- rico Roberto. Ha casa e studio in una palazzina di via Lava- rice De Wlaminck, il fauve che nel suo testamento, stilato po- gna, appartata e silenziosa; e, pur di carattere schivo e riser- co prima di morire, ha scritto: «Ai giovani pittori lascio in ere- vato, partecipa attivamente alla vita artistica e culturale citta- dità tutti i fiori dei campi, le rive dei ruscelli, le nubi bianche dina. Aderisce al Circolo degli Artisti Carlo Leone Gallo e, nel e nere che passano sulle pianure, i fiumi, i boschi e i grandi 1971, tiene la sua prima personale alla Galleria I Portici. E a alberi, le colline, la strada, i piccoli villaggi che l’inverno co- Cairo dedica molti dei suoi dipinti: scorci architettonici (Por- pre di neve, tutti i prati con la loro magnifica fioritura e an- ta Soprana, Porta Sottana, Castello di Cairo e terrazzo), scor- che gli uccelli e le farfalle». ci pittoreschi (Angolo di Cairo Montenotte, Albero del cacao, Di ritorno da un soggiorno a Parigi, abbandona i pennelli e La fontanella), vedute paesaggistiche (Ponte romano a Roc- adotta la spatola: «Deve aver letto il Cennini (il pittore quat- chetta, Nevicata a Cairo). Ed estende lo sguardo al paesag- trocentesco Cennino Cennini, autore di un celebre Trattato del- gio valbormidese, al Monferrato: Paesaggio invernale, Il Bor- la pittura, ndr), un altro toscano, è chiaro, che a riguardo del- mida, Il Bormida a Spigno.

20 Arte e Cultura È tra i primi autori dei Murales di Roc- chetta Cairo, il piccolo borgo (Comune autonomo fino al 1880, poi frazione di Cairo Montenotte) sviluppatosi nel Me- dioevo intorno al Castello dei Marche- si Del Carretto: dipinti realizzati “a tut- ta pagina” sulle facciate delle abitazio- ni del centro storico, costituenti una sug- gestiva “galleria d’arte a cielo aperto”. Il soggetto prescelto da Morelli (Caval- li) rimanda a un suo interesse antico, risalente al tempo degli studi su Fatto- ri, come attestano vari schizzi a carbon- cino (Rileggendo Fattori, Studi di dina- mismo). È un soggetto ricorrente anche sulla tela: Corsa al trotto, Prima del via!, Cavalli bradi in Camargue, Cavalli al pa- scolo (una sorta di tributo, quest’ultimo, al Cavalli al sole di Fattori, capolavoro della pittura macchiaio- rù, Mercato a Cuzco, Mercato domenicale a Pisac). Intensa la). Il primo ciclo di murales viene inaugurato il 20 luglio 1990. è al contempo l’attività espositiva, in Italia e all’estero, con mo- Con gli anni Ottanta, in adempimento dell’incarico di consu- stre personali (da Savona, Firenze, Venezia, ad Amburgo, Stra- lenza e sviluppo degli impianti chimici all’estero della Mon- sburgo, Mentone) e in rassegne collettive (da Roma, Milano, tecatini Edison, inizia uno straordinario giro del mondo che Savona, a Londra, Montecarlo, Bruxelles, Monaco, Parigi, Ma- durerà venticinque anni: Perù e Bolivia (1983), New York drid, New York, Tokio, Hong Kong). Muore a Savona il 19 lu- (1985), Istanbul (1990), Barcellona (1991), Australia (1992), glio 2009. Toscano di nascita, ligure di elezione, la sua ope- Hong Kong (1993), Zinal (Svizzera) e Lione (1994), Norim- ra delinea una stupefacente “carta geografica d’arte”, atten- berga (1996), Maldive (1999), Yale Lake (State of Washing- ta ai luoghi, ai personaggi, alle atmosfere. Prezioso è anche ton) (2000), Sainte-Agnès e Berlino (2001), Birmania il valore documentario: un’immagine ligure esemplare è Poz- (2002), Tunisia (2003), Cina e Tibet (2005), Marocco (2006), zo Garitta, ora divenuta struggente a causa del recente crol- Thailandia (2007). E, ancora, Francia, Olanda, Grecia, Tur- lo della mitica “scaletta degli artisti”. chia, Egitto, Arabia Saudita, Guatema- la, Giappone, Malesia, Sri Lanka, India. Con sé porta sempre matite, spatole e colori: il pittore viaggia con il tecnico. E da ogni viaggio torna con un affascinan- te bagaglio di immagini, di visioni, di sug- gestioni che, schizzate su taccuini di ap- punti, sapientemente trasferisce sulla te- la con grande purezza di mezzi pittori- ci. Un sentimento particolarmente so- lenne, ieratico, permea le figurazioni ispi- rate ai Paesi e alle Genti dell’America Latina: paesaggi (Colori del Perù), per- sonaggi (Personaggi andini, Donne pe- ruviane, Fioraie), scene di vita quotidia- na (Punto di ristoro, Il baratto) e, in com- posizioni di notevole ampiezza e impe- gno narrativi, i mercati (Mercato in Pe-

A fronte Albissola Marina, Pozzo Garitta, collezione privata.

In alto Indiane nel tempio, collezione privata.

In basso Sri Lanka, la raccolta del the, collezione privata.

Arte e Cultura 21

Arte e Cultura La “Gerusalemme liberata” nella decorazione genovese tra ’500 e ’600 di Marylinda Pacenti

Come già ricordava Mina Gregori, l’adagio oraziano ut pictura poësis1 ebbe nuova fortuna nella seconda metà del Cinquecento grazie alla ripresa di rappresentazioni ispirate ai più famosi poemi epici antichi e moderni.

3 La pittura che per decenni era rimasta imprigionata nei mi- to” . Questi, definito dallo scrittore “muto poeta di Pittor ca- chelangioleschi “problemi della forma” tornava ora a misu- noro”4, incarna il modello dell’artista letterato, che come ri- rarsi con quella dimensione narrativa e di traduzione figura- cordava Leon Battista Alberti, doveva conoscere e coltivare 2 ta che le erano proprie . La pittura come la poesia tornava la compagnia di poeti e di storici, che potevano suggerirgli così ad essere fonte d’istruzione oltre che di diletto. Una pre- idee interessanti e soggetti storicamente precisi. coce diffusione di questi soggetti tratti dai poemi epici si ve- Le illustrazioni del Castello, così diligentemente aderenti al rificò, già all’inizio del Cinquecento, in Italia settentrionale gra- testo, furono giudicate con molto favore dal Tasso, e gli fe- zie al successo dell’Orlando Furioso, ma fu nella seconda me- cero guadagnare la stima e il favore dei membri di quella tà del secolo che il genere ottenne la sua consacrazione, con nuova aristocrazia che, sotto l’egida di letterati e poeti co- l’interesse e le dispute che seguirono la pubblicazione, nel me Grillo e Chiabrera, avevano dato vita in città a circoli ed 1581, della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. La fa- accademie letterarie. Se nelle tavole incise pari dignità è con- ma del poeta di Sorrento travalicò ben presto i confini dell’a- cessa agli eventi guerreschi e agli episodi amorosi, nella gran- rea ferrarese per diffondersi rapidamente in tutto il nord d’I- de decorazione, alla narrazione delle gesta eroiche di Gof- talia. Fra le prime città che accolsero le novità dei temi tas- fredo di Buglione, il nostro sembra inizialmente preferire sog- seschi, vi fu Genova che, fin dal terzo quarto del secolo, di- getti dove “l’elemento lirico è più marcato e la vena di te- mostrò un singolare interesse per l’opera ma anche per l’au- nera malinconia, peculiare del Tasso, trova libera espres- tore: nel 1587 l’Accademia degli Addormentati invitava il Tas- sione”5. Bernardo, come molti altri artisti dopo di lui, viene so a leggere l’Etica e la Poetica di Aristotele, ed alcuni anni soggiogato dal fascino di “amori, cavallerie, venture e incan- più tardi (1590) veniva pubblicata la prima edizione della Ge- ti,” temi che divennero subito popolari non solo per la loro rusalemme Liberata corredata dalle tavole tratte dei disegni intrinseca bellezza, ma anche perché rispondenti al prin- di Bernardo Castello (1557-1629). Il pittore nutrì, per tutta la cipio della pittura come puro diletto. vita, una profonda ammirazione per il Tasso, tanto da intra- Fra la fine del XVI e i primi anni del secolo seguente Castel- prendere, dopo la lettura del poema, che gli avrebbe provo- lo affresca alcune sale della villa Centurione a Sampierda- cato un “piacere mai provato prima”, il progetto di illustrare rena. Sulla volta dell’atrio è dipinta una delle prime raffigu- le vicende più significative “facendovi le figure che per cia- razioni dell’episodio di Erminia fra i pastori (VII, 14-22). I mo- scun canto rappresentassero quello che in essi è contenu- tivi che avranno spinto il Centurione a far eseguire quest’af- A fronte in alto a sinistra fresco sembrano soprattutto di carattere letterario, anche se Lazzaro Tavarone, I balestrieri genovesi guidati da Guglielmo Embriaco non possiamo tralasciare il significato morale che tale vicen- all’assalto di Gerusalemme, Genova, Palazzo Cattaneo Dalla Volta. da rivestiva per i contemporanei. L’opera narra dell’incon- A destra Bernardo Castello, Guglielmo Embriaco che espugna tro nella foresta della figlia dell’emiro di Antiochia con una Gerusalemme, Genova, Palazzo Imperiale, (distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale). famiglia di pastori che le offrono ospitalità. Qui, lontano dal

In basso Bernardo Castello, Storie della Gerusalemme Liberata, fragore delle armi, la fanciulla riesce a placare la sua ansia Genova, Palazzo di Bernardo e Giuseppe De Franchi. d’amore nell’idilliaca pace di una natura incontaminata. L’ar-

23 sto della Gerusalemme Liberata come ad un repertorio di racconti, ad una fon- te di storie e di immagini d’inesauribi- le ricchezza per il gusto del tempo. L’ar- tista mostra di aver attentamente letto il brano poetico descrivendo con singo- lare maestria “l’alta beltà” dell’eroina che si manifesta nell’”onesta baldanza” e nell’”altero aspetto” e l’ardore dell’inna- morato Olindo che, con coraggio e de- vozione, compie la scelta assoluta che conduce entrambi incontro morte. Lo stesso Tavarone tornerà ancora ad utilizzare come fonte d’ispirazione la Ge- rusalemme Liberata, ma per palazzo Cattaneo Adorno preferirà proporre una tista, parallelamente a quanto formulava in quegli anni Gio- rilettura del poema in chiave genovese, raffigurando sulla vol- van Battista Agucchi, coglie “con piena coscienza l’ispira- ta del salone a piano terreno Guglielmo Embriaco e i bale- zione bucolica dell’episodio della Gerusalemme, […] inse- strieri genovesi che sferrano l’attacco finale a Gerusalemme rendolo in una scena di paesaggio pastorale, un locus amoe- (1624). Qui, secondo il gusto del tempo, l’artista manifesta nus verosimile per la vicenda”6. La scelta di abbandonare un’iperbolica dilatazione di scenografie militari che privilegia le “inique corti” per una vita povera ma felice, poteva altre- spostamenti di masse, sfilate di eserciti con il gusto della para- sì essere interpretata come un invito a coloro che varcava- ta più che della conquista. no quella soglia a trovare, nella pace della villa suburbana, A differenza delle altre grandi scuole pittoriche del periodo un sicuro rifugio dalla vita cortigiana sofisticata e corrotta. nelle quali si prediligono i temi dell’amore, della morte o del- Fin dal principio del Seicento la crescente popolarità del poe- la pace ritrovata in seno alla natura, la pittura genovese de- ma dà luogo a un moltiplicarsi di figurazioni tratte dalle vicen- dica ampio spazio alla rappresentazione delle vicende epi- de amorose e più patetiche della Liberata: gli amori di Rinal- che e finanche liturgiche del poema. Parallelamente alla pub- do e Armida, Tancredi che battezza Clorinda, il sacrificio di blicazione delle diverse edizioni con le illustrazioni di Ber- Olindo e Sofronia, momenti che mantengono la loro imme- nardo Castello la società colta genovese intravede nelle ge- diatezza e modernità, pur raccontati con stili diversi e diffe- sta eroiche di Goffredo di Buglione e dei suoi comandanti renti sfumature a seconda dei tempi. Se gli episodi di Ermi- un insuperabile mezzo per celebrare il prestigio passato e nia fra i pastori o di Rinaldo e Armida avranno anche a Ge- presente della Repubblica. nova numerosi estimatori, sia fra i committenti sia fra i pitto- Se, infatti, il Castello nell’elaborare le illustrazioni delle prime edi- ri, più infrequente appare la ripresa della storia di Olindo e zioni della Liberata si era mantenuto aderente al testo, negli af- Sofronia, giudicata dai contemporanei marginale ed appa- freschi dei palazzi cittadini arriva “arditamente a capovolgere rentemente slegata dal racconto principale. In una sala di palazzo Grimaldi di vico San Luca si trova l’affresco, ancora oggi ben conservato, che raffigura Clorinda mentre libera i due giovani cristiani accusati ingiustamente di furto e condanna- ti al rogo dal re Aladino (II, 33-38). L’opera è stata dipinta ver- so il 1615 da Lazzaro Tavarone (1556-1640). Non sembra che la scelta del soggetto effettuata dal Grimaldi abbia un ca- rattere di razionalità, ma sembra corrispondere ad un desi- derio di vedere rappresentati uno degli episodi più edifican- ti del poema. Al di là di quello che può essere stata infatti l’e- splicita volontà del committente, in questo caso appunto non verificabile, il riferimento all’episodio tassesco da parte del Ta- varone ben si inserisce in quel ricorrere di molti artisti al te-

In alto Bernardo Castello, Guglielmo Embriaco costruisce la torre d’assalto, Genova, Palazzo di Bernardo e Giuseppe De Franchi.

In basso Marca Stemma di Savona, sec. XVII. Sottocoppa in maiolica bianca istoriata in blu cobalto, Goffredo accoglie le armi di Rinaldo ritenuto morto, Genova, collezioni d’arte di Banca Carige.

24 Arte e Cultura il concetto iniziale di prevalenza del poema sulla storia”7. Il pit- sono stati spesso liquidati come pedissequa ripetizione di tore, interpretando le parole del Tasso che nell’Allegoria pre- quelli di piazza Campetto, offrono alla luce di queste con- messa alla prima edizione, indicava nella poesia eroica il per- siderazioni lo spunto per alcune riflessioni. All’inizio del se- fetto strumento per istruire gli uomini, dipinge sulle volte delle colo Federico De Franchi, uno dei più insigni membri del- dimore genovesi le storie degli eroi che avevano offerto la pro- la cosiddetta nobiltà “nuova”, dopo aver ricoperto importan- pria vita per la difesa della cristianità: uomini che anteponeva- ti ruoli all’interno del governo genovese, si adoperò per il po- no il bene comune al proprio interesse particolare. tenziamento della flotta marinara e mercantile della Repub- Dalla seconda metà del Cinquecento le principali famiglie uti- blica. Egli come gli altri “navalisti” riteneva che solo tale po- lizzarono le favolose ricchezze, accumulate con l’attività mer- litica potesse garantire un’effettiva autonomia di Genova dal- cantile e bancaria, per promuovere opere di rinnovamento nel- la Spagna e una concreta opportunità di sviluppo economi- l’architettura e nella decorazione della città, “gareggiando aper- co. La spedizione di Guglielmo Embriaco in Terrasanta, che tamente, e senza risparmio di mezzi, nel rendere più mirabi- segnò l’affermazione dell’identità cittadina e dette un con- li le loro residenze, o nell’adornare con ostentata ricercatezza creto slancio alle fortune economiche della Repubblica, po- le cappelle gentilizie”8. Gli Imperiale furono fra i primi a com- trebbe così alludere all’intenzione del De Franchi di rinno- prendere l’importanza non solo letteraria ma anche politica che vare i successi di Testadimaglio, ma potrebbe essere anche tale poema poteva assumere in un momento estremamente l’auspicio di una nuova stagione di concordia per la città, delicato per la Repubblica, ansiosa di dimostrare la propria ade- come lo era stata quella conseguente alla prima Crociata. sione alla politica spagnola, ma anche protesa nella strenua L’apprezzamento che il poema del Tasso godè a Genova e difesa della propria autonomia e indipendenza. Verso la fine in Liguria determinò l’uso delle stampe di Bernardo Castel- del secolo, il Castello affresca per Giacomo Imperiale il salot- lo anche per la decorazione di maioliche. Dalla metà del XVII to del secondo piano del palazzo di piazza Campetto con al- secolo alcune manifatture savonesi utilizzarono le incisioni cuni episodi che il Tasso aveva appena sfiorato nella Libera- o alcuni temi per ornare piatti, sottocoppe e bacili. Di que- ta, quali la partecipazione dei genovesi alla prima Crociata e sto gruppo fa parete una sottocoppa, conservata nella col- le tattiche militari elaborate dal loro ammiraglio Guglielmo Em- lezione della Banca Carige, nella quale è raffigurato la vi- briaco detto Testadimaglio. La piccola volta scompartita in ri- cenda, tratta dal canto VIII, di Goffredo che accoglie le ar- quadri svela il ruolo giocato dai genovesi nella presa di Ge- mi di Rinaldo ritenuto morto10. Seppur con alcuni adatta- rusalemme, con l’Embriaco che entra trionfalmente nella cit- menti, imposti dalle ridotte dimensioni del manufatto, il de- tà espugnata grazie alle macchine da guerra e le torri d’as- coratore mostra di interpretare lo spirito del pittore dando salto, costruire con il legname ricavato dalle navi in preceden- risalto al sentimento di pietà e sconcerto dei protagonisti at- za smontate per non farle cadere in mano nemica. traverso una gestualità caricata e un’espressività commos- L’artista, al quale spetta il primato di aver fornito la prima in- sa. Il pezzo, che fa parte forse di un più ricco servito di maio- terpretazione in chiave genovese del poema del Tasso, pro- liche, testimonia come gli episodi della Gerusalemme Libe- pone, attraverso il recupero o per meglio dire la scoperta di rata fossero ormai diventati dei leitmotive -piacevoli sogget- un personaggio che a Genova aveva goduto di un prestigio ti ornamentali- distanti dalle finalità etiche e religiose che indiscusso, un campione dell’autonomia e della grandezza del- avevano animato il suo creatore. la Repubblica. Ed è proprio sul piano della celebrazione che Note la scelta della storia dell’Embriaco può trovare una giustifica- 1 zione plausibile, considerando il richiamo a una vicenda che La famosa similitudine oraziana “così è la pittura, così la poesia”, in- terpretata poi dai critici d’arte “così com’è la poesia, così è la pittura”, nella tradizione cittadina aveva assunto valore di simbolo. Al- (Ars Poetica, 361) è comunemente usata per confrontare l’arte della cuni anni più tardi il figlio di Giacomo, Gio Vincenzo, pubbli- pittura con quella della poesia. 2 M. Gregori, Ut pictura poësis: rappresentazioni fiorentine della Ge- cando gli “argomenti” alla Gerusalemme Liberata (1604), sot- rusalemme Liberata e della Divina Commedia, in “Paragone”, tolineerà il valore edificante di questi personaggi “attivi nella 34,1983, 401-403, pp.107-121. 3 G. Biavati, in Torquato Tasso tra letteratura musica teatro e arti figu- 9 compagnia civile” e operanti per il bene della Repubblica . rative, a cura di A. Buzzoni, catalogo mostra Ferrara, 1985, p.209. Se i presenti affreschi non possono essere letti come una 4 T. Tasso, La Gierusalemme Liberata con figure di Bernardo Castello e le annotazioni di Scipio Gentili e di Giulio Guastavini, Genova 1590, p.6. manifesta opposizione alla politica filo-spagnola propugna- 5 R. Lee, Ut pictura poësis, Sansoni, 1974, p.81. ta dagli Spinola e dalle altre antiche famiglie, sono tuttavia 6 A. Vannugli, Ludovico Carracci, un’Erminia ritrovata e un riesame del- le committenze romane, in “Storia dell’arte”, 59, 1987, p.59. il segno di un’incessante elogio della libertà, che alcuni an- 7 G. Biavati, op.cit., p.217. ni più tardi avrebbe trovato voce nei versi di Ansaldo Cebà 8 R. Martinoni, Gian Vincenzo Imperiale politico, letterato e collezioni- sta genovese del Seicento, Editrice Antenore, Padova, 1983, p.153. (La regina Ester, 1615) e negli scritti di Raffaele della Tor- 9 Gli affreschi eseguiti dal Castello, all’inizio del 1600, nella villa Im- re (Descrizione dell’origine della libertà di Genova, 1625). periale-Scassi di Sampiedarena non sembrano raffigurare, come giu- stamente sostiene Giuliana Biavati, episodi del ciclo tassesco, quan- A riprova della nostra ipotesi è la scelta della famiglia De Fran- to forse la celebrazione di un’altra importante vittoria dell’Embriaco, chi di far decorare dal Castello, nel primo decennio del XVII la presa di Cesarea che consentì ai genovesi di impadronirsi della pre- secolo, la volta del palazzo di Piazza della Posta Vecchia con ziosa reliquia del “sacro catino”. 10 Cfr. Il patrimonio artistico di Banca Carige. Uculture, ceramiche, stam- alcuni episodi della Gerusalemme Liberata. Gli affreschi, che pe, arredi, a cura di G. Rotondi Terminiello, Silvana editoriale, 2010, p.105.

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Arte e Cultura Salgàri a Genova di Matteo Lo Presti

Il Conte Emilio di Roccanera, signore di Valpenta e di Ventimiglia, meglio noto sia ai lettori di libri, sia ai frequentatori dell’archeologia televisiva, come il Corsaro Nero, è stato tenuto a battesimo sulle spiagge di Sampierdarena nel lontano 1898 dalla fantasia creativa e dalla penna magistrale di Emilio Salgàri, veronese di nascita e irrequieto inseguitore di editori e di fortune economiche in diverse città italiane.

Si celebra quest’anno il 150 anniversario della nascita di tici dell’Accademia, via XX Settembre. Tra gli amici Gam- questo straordinario personaggio che dopo Dante, Piran- ba e Salgari tenevano banco. Poi a sera il ritorno a casa dello e Collodi è l’autore italiano più tradotto nel mondo. davanti alla scrivania, un mucchio di sigarette da assapo- Visse Salgàri solo due anni a Genova tra il 1898 il 1900. rare e da spegnere in una bacinella di acqua. Abitò poco lontano dalla Lanterna nella zona di San Beni- Pare abbia vissuto felice sulle rive del Tirreno (da ragazzo gno, le lettere che scriveva al suo antico insegnante di let- aveva fatto un breve viaggio percorrendo l’Adriatico da Ve- tere Pietro Caliari portavano il timbro postale di Sampier- nezia, su una piccola nave, fino a Brindisi. Altri mari non darena e Salgàri vergava il mittente da Casa Rebora 29 (for- conosceva!). Perché i genovesi sono schivi e da sempre san- se dal nome del proprietario del palazzo). Era arrivato in no rispettare le diversità introdotte dai “forestieri”? Perché quella casa in riva al mare con la moglie Ida(che chiama- il mare e le navi che si affacciavano davanti alla sua fine- va Aida) e i due figlioletti Fatima e Nadir, per mettersi a dis- stra erano viatico allegro e suggestivo per la sua fantasia? posizione dell’editore Antonio Donath di origine berlinese O perché in fondo a Genova aveva avuto la possibilità di e libraio in Genova. respirare l’aria di una delle città più emancipate dal pun- Salgàri pensava di avere trovato in Donath l’editore che avreb- to di vista industriale dell’Italia intera? be dato una svolta alla sua vita e in parte questo fu vero. Nel 1900, proprio nell’anno tondo, a Genova ci fu uno scio- Donath aveva una avviata Libreria Internazionale in via Luc- pero generale della città, contro il prefetto Camillo Garroni coli 33, aveva fatto tradurre Goethe e studi francesi su Cri- che aveva fatto chiudere per motivi politici la Camera del stoforo Colombo. Le vetrine della sua libreria erano tappez- Lavoro con l’accusa di favorire orientamenti socialisti. Cro- zate dalle copertine dei romanzi di Salgàri illustrati da Pe- nista dell’avvenimento fu un tale Luigi Einaudi allora invia- pein Gamba (nome d’arte di Giuseppe Garuti). Tra il roman- to della “Stampa” di Torino. Lo sciopero durò cinque gior- ziere e il disegnatore ci fu una simpatia ampia e genero- ni, città bloccata, lavoratori di tutte le categorie fermi: alla sa. La prima edizione del Corsaro Nero viene spesso cita- fine vittoria operaia ,prefetto deposto, Camera del Lavoro ta come un felice connubio tra la scrittura e le arti visive. riaperta. Salgàri, da poco abbandonata la città, quel clima A Genova Salgàri, nonostante i tormenti nervosi della mo- di crescita sociale aveva vissuto davanti all’operosità dei can- glie viveva una vita di relazioni intense, andava a passeg- tieri navali che tra Sampiedarena e Sestri Ponente si affac- giare tra i vicoli dei Macelli di Soziglia e poi nel consueto ciavano tra le case. Si racconta che un ammiratore un gior- itinerario degli sfaccendati genovesi: Galleria Mazzini, por- no lo apostrofò: ”Lei è il Verne italiano”. Salgari, baffi tre- manti (li aveva a manubrio) rispose “Verne ama gli inge- A fronte Illustrazione di copertina a colori raffigurante il Corsaro Nero gneri, io amo gli eroi”. Non i superuomini dannunziani dun- di Piein Gamba per la prima edizione Donath del 1898. que, malati di estetismo, ma coloro che esaltano la loro di-

27 mensione umana con la consapevolezza di tenere in ma- sciopero del 1900 per la prima volta in Italia comunicava- no le fila del proprio viaggio attraverso la vita e che ne san- no alle masse operaie la convocazione delle assemblee sin- no capire e intrepretare i più profondi misteri. Salgari non dacali, volute da uomini che le cronache del tempo esal- manifestò mai apertamente le sue idee politiche, era cer- tavano come “eroi” di una nuova stagione politica. tamente un liberale con sfumature nazionaliste: questo si Ann Lawson Lucas che dall’università di Edimburgo ha irra- deduceva con chiarezza dai suoi libri e dagli articoli che diato sapienza critica e suggestive interpretazioni sul pensie- scriveva in gioventù sul giornale “Nuova Arena” di Verona ro di Salgàri nel suo volume “La ricerca dell’ignoto. I roman- e nei quali trattava di politica internazionale e male soppor- zi di avventura di Emilio Salgàri” Olschki editore, spiega “Co- tava le prepotenze francesi, magari contro la piccola Sviz- munque si può senz’altro asserire che l’estrazione sociale nei zera. È comunque inventore di un linguaggio originale, sem- personaggi di Salgari, uomini o donne che siano, è irrilevan- plice, di grande comunicazione espressiva, accessibile a te. È importante invece il fatto che in confronto con la vita tutti e che segna l’animo dei lettori con la forza semplice, vera, nei suoi romanzi le classi sociali non esistono. Gli ari- viene voglia di dire, del linguaggio dei manifesti, che nello stocratici tranne il Corsaro Nero, non sono considerati come esseri a parte, speciali o superiori solo per nascita o per ran- go. Non vengono protetti dagli altri, anzi sono vittime di cir- costanze difficilissime; a renderli interessanti e degni di una posizione particolare nella narrazione sono proprio le loro dif- ficoltà e le qualità morali, pratiche e intellettuali che mani- festano nel superare gli ostacoli. Vengono giudicati cioè in base alle loro azioni, non alla loro posizione sociale”. Meglio non si poteva dire, anche perché i personaggi salgariani val- gono per le loro doti naturali e per il loro coraggio, spesso per la loro umiltà, per le loro sofferenze. Ricordate le avven- ture a Cartagine, nel deserto dei Tuareg, tra i filibustieri dei Caraibi o tra i seguaci della dea Kalì, tra gli indiani d’Ameri- ca o tra i minatori dell’Alaska? Chi ha avuto attrazione per il Corsaro Nero, solitario perso- naggio che, sul cassero della nave guarda il mare con cuo- re gonfio di emozioni o ripensa, dall’altra parte del mondo, a Sandokan (altra maestosa figura della fantasia salgariana!) che sfida apocalissi metereologiche con lo stesso coraggio con cui lotta contro i colonialisti inglesi, sente tra le righe del lavoro di Salgàri battere forte i segnali di una società che a cavallo tra i due secoli sta cambiando in modo precipitoso. Soprusi, ingiustizie, illegalità devono essere combattuti per rispetto della propria singolarità umana. Gli eroi salgariani so-

28 Arte e Cultura fargli riflettere in età adulta se era sta- to Salgàri a stimolarlo a viaggiare op- pure erano stati i viaggi a ricondurlo sempre e comunque alla sua imma- ginazione giovanile stimolata dal gran- de scrittore veronese. Appare evidente che Salgàri sopravvi- ve alla competizione di mezzi di comu- nicazione di massa. Così come la vec- chia bicicletta conserva utilità e alle- grezze nella mobilità cittadina anche nell’età dei missili, così viene voglia di sostenere che le opere di Salgàri tro- vano una loro autenticazione nel rimar- care forte superiorità sui giornali, su- gli spettacoli televisivi, perché il letto- re di buona intelligenza non si lascia distrarre da gran parte del contenuto no eroi pugnaci che nel percorso della loro vita esibiscono i dei “mass-media”. La rigidità del mezzo televisivo rende la loro comportamenti e le loro azioni nella consapevolezza di comunicazione superficiale, confusa e frammentaria, non un “amor fati” che accettano in una visione della storia non autentica, incapace di suscitare nel pubblico sentimenti co- “progressiva”. Nella ineluttabile ripetitività delle loro passio- me la meraviglia, il timore, la solidarietà. La libera caotica ni, di dolori e di emozioni e di morte si coglie, negli eroi di organizzazione della cultura popolare di cui Salgàri è sta- Salgàri, la circolarità vitale che è insieme laica e solitaria e to grande protagonista, non poteva competere con le risor- che attrae i lettori con magica aggiunta di profondità. se superiore dei mass-media. Ma le piccole isole nelle qua- Scrive ancora la Lawson Lucas “Le tematiche salgariane si li vegetano l’avventura, il combattimento, la sconfitta, le concentrano prevalentemente sulla lotta e anche sul raddriz- minacce e le vittorie hanno una indistruttibile fascino. zamento delle ingiustizie. Coloro che hanno subito un torto Giovanni Spadolini, (ministro della Pubblica Istruzione ave- e che combattono contro enormi ostacoli per una causa giu- va legato Salgàri alla storia del costume italiano: con De Ami- sta o per quanto è loro dovuto si guadagnano l’ammirazio- cis e Collodi lo aveva classificato tra i padri della Patria e ne del lettore. Quel che conta non è la posizione sociale dei sosteneva che “i tigrotti di Mompracem” altri non erano che personaggi, ma la loro scala di valori”. le camicie rosse di Garibaldi. Come ben si sa, Salgàri e le sue “creature” viste proprio nel- I romanzi di Salgàri hanno raccontato avventure in tutti i ma- la accezione popolare di figli da tutelare o da proteggere han- ri del mondo ed in tutti i continenti. “Il Corsaro Nero si sca- no ottenuto molte attenzioni critiche, del tipo “era un bravo gliò nella mischia urlando con una voce che aveva un sin- romanziere” oppure “era uno scrittore di serie B” e ancora ghiozzo strozzato. A me uomini del mare!”. E chi, liberamen- “era creativo” e altri “era vittima di una scolarizzazione mo- te, avrà voglia di fare parte di una ciurma di dissidenti nella desta”. Mentre la dimensione sociologica ha meno stimola- società che tutti vuole omologare risponderà senz’altro al ri- to l’attenzione degli studiosi proprio per questo eccesso di chiamo con entusiasmo e sicurezza filibustiera (parola che popolarità che ha scatenato intorno a Salgàri un dibattito mai deriva dallo spagnolo filibustiere = predone del mare). Sal- sopito neanche nel mondo contemporaneo. gari era stato un pessimo studente, si faceva chiamare “ca- E così non appena un grande scrittore sud-americano co- pitano”, abusando del titolo, era affascinato dalla fiamme co- me Paco Ignazio Taibo II al salone del libro di Torino l’8 mag- me Carlo Marx e Federico Nietzsche, noti piromani. Morì sui- gio del 2004 rilasciò un’intervista al quotidiano “il Secolo XIX” cida tagliandosi il ventre con un rasoio sulle colline di Torino. di Genova nella quale ricordava la sua grande passione per Era stato felice solo davanti al mare di Genova e su quella il personaggio del Corsaro Nero e il suo desiderio di vedere costa aveva, tra più di ottanta titoli, scritto il suo capolavoro. onorato questo personaggio letterario con un monumento, In alto Illustrazioni di Pipein Gamba. la risposta del pubblico e le adesioni a questa commovente Da sinistra: 1 La Folgore del Corsaro Nero. 2 Carmaux e WanStiller richiesta furono molte. Se in Danimarca onorano la Sirenet- annunciano al Corsaro Nero la morte del fratello, il Corsaro Rosso, ta protagonista di una favola di Andersen, perché in Italia non impiccato a Maracaybo. 3 Il Corsaro Nero uccide in duello un avversario chiamato l’”avvenuturiero”. 4 Honorata e il Corsaro Nero, dedicare un monumento al Corsaro Nero? già perdutamente innamorati, a cena sulla Folgore. E così Goffredo Parise racconta, in un volume Einaudi de- 5 “Su, all’attacco uomini di mare! Il Corsaro Nero guida i suoi uomini alla conquista di Maracaybo. dicato al Corsaro Nero, che la sua vita era cambiata a tal punto, dopo avere letto i romanzi di avventure di Salgàri, da In basso “La Folgore attacca un vascello spagnolo” copertina di quaderno.

Arte e Cultura 29

Arte e Cultura I musei dell’artigianato in Liguria: scrigni di tesori dell’ingegno di Maurizio Lamponi

Una risorsa turistica sussidiaria alle visite ed ai soggiorni nelle varie località della nostra regione potrebbe essere costituita dall’organizzazione di visite guidate ai Musei dell’Artigianato presenti un po’ dovunque sul territorio regionale, inserite nei “pacchetti” offerti agli ospiti nazionali e stranieri.

Si tratta senza ombra di dubbio di una interessante pa- le cose esposte nonché l’atmosfera stessa che permea i noramica che racchiude suggestive testimonianze di se- vari ambienti. coli di lavoro costituite da attrezzature, macchine, ogget- Un altro aspetto non secondario, che aggiunge interesse tistica, prodotti e immagini sospesi tra curiosità, aspetti all’eventuale visita di alcuni musei, è quello che va oltre tecnici e visioni di un mondo che ha rappresentato una al già notevole interesse visivo, con rappresentazioni che parte non indifferente del nostro passato operativo ed eco- si rifanno all’operatività del lavoro svolto da quegli stessi nomico, e che appare tuttora in grado di contribuire a ri- laboratori in parte ricostruiti in loco. Un’attività in molti ca- solvere una parte dei problemi economici ed occupazio- si offerta all’attenzione del mondo della scuola ai diversi nali che affliggono anche la Liguria. livelli nonché a quello dei visitatori con dimostrazioni ef- Ma al di là di questi aspetti legati più direttamente le no- fettuate durante le visite, destando in ognuno un notevo- stre situazioni interne, resta l’indubbio interesse visivo rap- le interesse deducibile dall’attenzione con cui viene segui- presentato dall’osservazione della vasta rassegna musea- ta ogni rappresentazione e dalle domande poste all’ope- le e la constatazione della infinita varietà dei teatri espo- ratore su questo o quel particolare. Dopo queste neces- sitivi, diversissimi l’uno dall’altro a seconda delle pecu- sarie premesse di ordine generale appare opportuno os- liarità produttive e quindi dei reperti e dei materiali espo- servare più da vicino qualcuna di tali realtà. sti. Si va dalle eleganti collezioni vetrarie di Altare alle ru- Ad Altare, in provincia di Savona, il Museo del Vetro è in- stiche attrezzature prevalentemente lignee dell’olivicoltu- serito nella leggiadra Villa Rosa, un edificio in stile Liberty ra inserite nel Museo Etnografico di Toirano, passando fatto costruire tra il 1905 e il 1906 e acquistato dal Co- attraverso le esposizioni delle macchine tipografiche del mune nel 1992. Un opportuno restauro da parte della So- Museo della Stampa di Genova Quarto, le attrezzature di printendenza ai Beni Ambientali e Architettonici della Li- quello del Miele di Calice al Cornoviglio, della Carta ad guria conclusosi nel 2005, l’ha trasformato in un ideale con- Acquasanta, del Merletto a Rapallo, del Giocattolo a Gat- tenitore per le trasparenti opere d’arte da tempo relegate torna, della Filigrana a Campo Ligure, della Ceramica ad in depositi di fortuna. Oltre a costituire il contenitore di mag- Albisola, ecc. Come si intuisce dalla citazione dei gene- gior pregio per le preziose collezioni che vi si possono am- ri trattati, appare altrettanto scontato il diverso aspetto del- mirare, Villa Rosa ospita l’I.S.V.A.V. - Istituto per lo Studio del Vetro e dell’Arte Vetraria - che cura una serie di inizia-

A fronte tive di studio e di intrattenimento, con un occhio di riguar- La creazione di un fiore nella pavimentazione a ‘riseu’. do per la didattica verso i giovani.

31 Ugualmente suggestiva l’ambientazione del Museo del Mer- Bosio che ha messo a disposizione alcuni dei suoi “pez- letto, esteso sui tre piani della Villa Tigullio, una costruzio- zi” più pregiati. Oggi il Museo della Filigrana di Campo Li- ne fatta erigere dalla Famiglia Spinola nel corso del XVII se- gure gode di una pregevole ambientazione dopo la tota- colo. L’elegante dimora, ubicata nel Parco Casale a Rapal- le ristrutturazione che ha portato all’impiego di tutti gli spa- lo, è entrata a fare parte del patrimonio architettonico del- zi disponibili. La ricchezza dei materiali esposti si basa in la città, che ne ha curato il restauro e l’adattamento ad am- gran parte sulla presenza della collezione di Pietro Carlo biente espositivo con l’apertura del primo livello al piano Bosio, venuto a mancare nel frattempo, ed al quale il Mu- terra dell’immobile nel 1990, per procedere successivamen- seo è stato intitolato. te all’allestimento dei restanti piani, con la totale apertura Il museo della Carta di Acquasanta - nel Comune di Me- al pubblico nel 2002. Vi si possono ammirare autentici ca- le in provincia di Genova - è stato istituito nel luogo in cui polavori dell’arte tessile costituiti in gran parte dalla colle- avvenivano le lavorazioni artigianali. Il Centro di Raccolta, zione di Mario Zennaro, un imprenditore e collezionista del Testimonianza ed Esposizione dell’Arte Cartaria (questa l’e- settore nato a Padova ma rapallese d’adozione, il quale ave- satta denominazione del sito museale), è stato infatti rea- va dedicato anni di ricerca e di studio in questa particola- lizzato all’interno dell’ex Cartiera Sbaraggia rimasta in fun- re materia. Sono inoltre visibili abiti femminili di eccezio- zione fino al 1985. Cessate le produzioni, sono state co- nale fattura montati su manichini, intonati all’architettura munque tenute attive le attrezzature, macchine compre- e all’arredamento d’epoca della Villa. se, e a partire dal 1997 l’ex fabbrica è stata adattata alla All’insegna del massimo rigore espositivo il Museo della ricezione dei Visitatori, spesso costituiti da intere scolare- Filigrana di Campo Ligure, ambientato nella Casa di Giu- sche. Le dimostrazioni sulla fabbricazione della carta so- stizia, e recentemente rinnovato in tutte le sue strutture. no affidate ai maestri cartai, i quali compiono tutte le ope- Per diversi anni la visione al pubblico dei capolavori rea- razioni sotto lo sguardo attento di alunni e insegnanti, rea- lizzati da artigiani locali è avvenuta tramite l’organizzazio- lizzando i fogli di carta con tanto di filigrana all’interno. ne di esposizioni stagionali. Solo nel 1984, una sala del Altrettanto dirette sono le dimostrazioni delle attività tipo- palazzo è stata attrezzata a mostra permanente. Oltre ad grafiche - idealmente collegate a quelle cartacee - che si un notevole impegno dell’amministrazione municipale, ta- svolgono all’ARMUS, cioè l’Archivio Museo dell’Arte Tipo- le obiettivo è stato raggiunto anche grazie alla collabora- grafica di Genova Quarto. Inaugurato il 15 giugno 2003, zione dell’imprenditore e collezionista locale Pietro Carlo il museo ha avuto come nume tutelare l’editore France-

32 Arte e Cultura sco Pirella il quale ne ha curato l’allestimento e ne dirige tuttora il funzionamento. Alla sua consolidata esperienza sono soprattutto dovuti i rinvenimenti e le “catture” delle macchine ed attrezzature per la stampa che gremiscono i locali, salvate in extremis dalla distruzione. Un patrimo- nio storico e culturale che unitamente alle capacità dei mae- stri tipografi, permette anche in questo caso lo svolgimen- to delle complesse dimostrazioni operative davanti a gran- di e piccoli spettatori i quali assistono a tutti i particolari della composizione ed alla stampa di brani tipografici. Il Museo dell’Olivo di Oneglia appartiene alle esposizioni permanenti realizzate negli stessi ambienti in cui per de- cenni si è svolto il lavoro di cui oggi si mostrano gli stru- menti e l’operatività. Esso è stato infatti creato in un fran- toio, opportunamente ristrutturato ed arricchito di reperti raccolti in tutto il mondo, nei luoghi in cui si svolge da sem- pre il rito della raccolta e della trasformazione in condimen- to dei frutti dell’olivo. Aperto al pubblico nel 1992, il Mu- seo dell’Olivo si avvale delle più moderne attrezzature di- dattiche per meglio spiegare lo svolgimento dell’antica ar- te olearia, con una parallela serie di strutture dedicate ad una migliore accoglienza dei visitatori, luogo ideale per una istruttiva e corroborante gita fuori porta. Il Museo dell’Apicoltura di Calice al Cornoviglio, in pro- vincia di La Spezia, presenta delle caratteristiche visive che lo distinguono da tutti gli altri, ma ciò accade per la peculiarità del prodotto e della sua storia particolare. La stessa ambientazione all’interno delle cantine dell’ex Ca- stello Doria-Spinola costituisce già motivo di originalità. Il museo si trova al centro di un’area appenninica montuo- sa, ricoperta di folte boscaglie interrotte qua e là da am- pie radure, un ambiente assolutamente favorevole alla pre- senza degli ingegnosi insetti attratti dall’abbondante quan- tità del dorato nettare in tutte le sue differenti sfaccetta- ture organolettiche. Il museo è stato completato da un’al- tra importante struttura: la “Strada del Miele”, un percor- so che lo collega al confine ligure-toscano disseminato di agriturismi, trattorie e ristoranti dove il miele viene servi- to in mille maniere, oltre naturalmente ad una infinità di laboratori di apicoltura dove si può assistere ai lavori in corso di produzione e acquistare il prodotto dopo avere assistito al suo confezionamento. Concludiamo questo itinerario attraverso i musei liguri par- lando del modesto ma estremamente suggestivo Piccolo Museo del Giocattolo di Gattorna, nel Comune di Moco- nesi in provincia di Genova. Gattorna, da sempre la “Ca- pitale del Giocattolo” ha visto crescere questa minusco- la esposizione permanente sorta grazie alla passione del- l’insegnante Vittorio Rosasco che ha girato di casa in ca- sa per raccogliere gli oggetti qui riuniti, la cui vista desta infinita nostalgia e tenerezza. A fronte Merlettaie di Rapallo in una foto d’epoca. Notizie e immagini tratte da L’artigianato in Liguria ieri e oggi, di Mau- In alto Un concerto di campane appena prodotto. rizio Lamponi, con una appendice dedicata alla Bibliografia dell’Ar- n basso Villa Rosa ad Altare, sede del Museo del Vetro. tigianato ligure a cura di Amedeo Benedetti, ERGA Edizioni, Ge 2011.

Arte e Cultura 33

Il territorio e la sua storia Il Bosco del Santo per il Terzo Paradiso degli uomini di Gian Antonio Dall’Aglio

Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione… …Laudato si’ mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba1.

Non è facile trovare nell’Assisi turistica, commerciale e in- zionale al privato cittadino - ne ha promosso un’ammire- ternazionale di oggi la spiritualità umana e divina al contem- vole opera di riqualificazione e di restauro, progettata e rea- po del Santo più santo della cristianità. Difficile percepirla per- lizzata dallo Studio Salvatici-Ripa di Meana di . So- sino nella meravigliosa duplice basilica a lui dedicata, affol- no oltre 60 ettari estesi sui versanti della valle del torrente lata dal bailamme dei gruppi turistici che la percorrono da Tescio a nord della città, e costituiscono un “sacro paesag- mane a sera in un continuo bisbiglìo di lingue diverse. gio” che comprende molti elementi del paesaggio classico Francesco lo si trova più facilmente fuori dalla mura di italiano, quello che negli ultimi decenni abbiamo troppo in- Assisi, in due luoghi storicamente più francescani della coscientemente maltrattato e deturpato: colline coperte di basilica e un po’ meno frequentati dalle orde turistiche, un bosco ceduo tipicamente appenninico dove vivono ace- quindi più silenziosi e “mistici” del centro città: l’Eremo ri, carpini, ornielli, querce, ginestre e biancospini, con bre- delle Carceri, nascosto nella lecceta scura del monte Sub- vi pianori verdeggianti di uliveti e frutteti. Il substrato roc- asio, e la chiesa di San Damiano circondata dagli olivi e cioso è calcareo e arido ma ciò nonostante la flora è ricca affacciata verso la Valle Umbra, dove i “fruttiferi campi, e varia, con specie mediterranee e altre tipiche del piano ornati di diversi ordini d’alberi dalle viti accompagnati, con montano e accanto alle specie spontanee vivono piante in- molti ruscelletti di chiare acque”2 si alternano ai capan- trodotte dall’uomo in secoli di pratica agricola. Il paesag- noni industriali e alle superstrade. gio alterna fitte formazioni boschive, alberi d’alto fusto se- In realtà dall’11 novembre di questo anno del Signore 2011 colari, anfratti rocciosi ideali come tane e rifugi per la fau- v’è un terzo luogo dove la presenza silenziosa e forte di San na selvatica, zone umide lungo il torrente Tescio e i suoi Francesco si avverte con piacere dell’anima e del corpo; è affluenti stagionali; sono ecosistemi diversi che fanno del anch’esso esterno alla città anche se il suo ingresso prin- Bosco di San Francesco un tesoro di biodiversità, dove c’è cipale si apre lungo il muro che delimita la piazza antistan- spazio tanto per l’istrice quanto per le orchidee selvatiche. te la basilica superiore: è il “Bosco di San Francesco”, do- Era ciò che San Francesco chiamava il suo “chiostro”, era nato nel 2008 da Intesa Sanpaolo al FAI - Fondo Ambien- – ed è tornato ad essere – un luogo “così normale, così spe- te Italiano, che grazie al determinante aiuto economico di ciale”, un luogo di meditazione dove chi crede può sentirsi numerosi sponsor grandi e piccini - dalla società multina- facilmente in comunione con Dio e dove tutti, credenti e non credenti, possono entrare intimamente a contatto con sora A fronte, in alto Veduta aerea del ‘Terzo Paradiso’, creazione di land art nostra madre terra, con frate sole, frate vento, sor acqua, ma- di Michelangelo Pistoletto. gari anche con sora luna e le stelle se ne verrà permesso In basso Sentieri del bosco dopo il restauro. l’accesso serale. L’unico incontro che si spera di evitare nel

35 Bosco è quello con frate focu, che è certamente bello et io- Il “Sentiero di San Francesco”, lungo circa 2,5 chilome- cundo et robustoso et forte ma troppo sovente viene usato tri lungo un dislivello di 90 metri, percorre la Selva di San con malvagità per offendere la natura e le sue creature. Francesco, ovvero il bosco di proprietà del Sacro Conven- Si dice a volte che le cose non accadono per caso ma c’è to, con un tracciato a tornanti piuttosto ripido, supera il un fato, un destino, una Provvidenza che guida e determi- muro di cinta del Sacro Convento e scende sino al fondo na gli avvenimenti: se ciò è vero, il fatto che il Bosco di San della valletta, dove si trova questo complesso monastico Francesco sia entrato a far parte del patrimonio del Fon- del XIII secolo che è stato mirabilmente restaurato dopo do Ambiente Italiano ne è un eccellente esempio: San Fran- un lungo periodo d’abbandono: la chiesa di Santa Croce, cesco d’Assisi può essere considerato uno dei più convin- edificata intorno alla metà del Duecento, ha un affresco ti ambientalisti della storia, un uomo in grado di contrap- anonimo datato 1643 che raffigura una croce “nuda”, ov- porsi alle convezioni sociali e di superare i luoghi comuni vero senza il corpo di Cristo; questa caratteristica, secon- al punto di riuscire a parlare agli uccelli, e il FAI lo consi- do lo spirito di pace e fraternità universale proprio di Fran- dera un po’ un suo “padre spirituale”. cesco e dell’Ordine Francescano, rende la croce un sim- Restaurare un paesaggio non è cosa facile e soprattutto ri- bolo di devozione religiosa non strettamente legato al Cri- chiede attenzione, misura, pazienza e molto tempo. La ri- stianesimo e fa della chiesa un luogo di preghiera aper- qualificazione del bosco ha comportato la catalogazione del- to ai credenti di tutte le religioni. Accanto alla chiesa si le specie botaniche presenti, la pulizia del sottobosco, la trovano la canonica - ora adibita a punto di accoglienza potatura e la cura degli alberi d’alto fusto e il ripristino dei e informazione per i visitatori con bookshop e aula didat- sentieri; gli oliveti contano circa 450 piante di ulivo (delle tica - e il trecentesco Ponte dei Galli, sul quale si dice sia varietà moraiolo e leccino) che sono state rimesse in pro- transitato Carlo Magno in viaggio verso Roma per l’inco- duzione; i muri a secco che sostengono gli alberi sono una ronazione a imperatore (cosa difficile a credersi se il pon- rarità in questa parte d’Italia e il loro restauro permette di te è davvero trecentesco… ma forse Carlo passò su un non disperdere un prezioso patrimonio di cultura materia- ponte antecedente a questo). Il ponte conduce al muli- le; sono state ripristinate le opere di regimentazione delle no, che ora funge da punto di accoglienza. Presso la chie- acque piovane ed è stato restaurato il suggestivo comples- sa sono scavati e studiati i ruderi del convento benedet- so monastico-agricolo di Santa Croce. tino che prima di essere tale fu uno Spedale per i viag- giatori di età medievale. V’è un secondo sentiero, con un tracciato ad anello di cir- ca due chilometri, che parte da Santa Croce e attraversa quasi in piano il Bosco risalendo il corso del torrente con magnifiche viste sulla Rocca di Assisi; guadato il fiume si raggiunge la radura del “Terzo Paradiso”, sorvegliata dal- la medievale Torre del Tescio, anch’essa restaurata. Il Ter- zo Paradiso è una grande opera di land art 3 di Michelan- gelo Pistoletto – la seconda per estensione in Italia dopo il Gran Cretto di Gibellina. Un’opera che intende mettere in evidenza il carattere dinamico del paesaggio, che non è un museo da contemplare ma un dono che deve essere vis- suto in prima persona, dove la natura e la storia si colle- gano con la contemporaneità. Esteso su un’area di circa 3.000 metri quadrati, il Terzo Para- diso consiste in un percorso a triplo cerchio definito da una doppia fila di oltre 120 ulivi, che con le loro chiome forma- no quasi una galleria al cui interno si può camminare. Al- l’interno del cerchio principale, un’asta in acciaio inossida- bile alta circa sei metri intende significare l’unione tra il cie- lo e l’acqua del sottosuolo attraverso la terra. Il suo significato è spiegato dallo stesso Pistoletto che scri- ve: “Che cos’è il Terzo Paradiso? È la fusione tra il pri-

A fianco La Torre del Tescio.

A fronte in alto Il mulino dopo il restauro.

In basso Michelangelo Pistoletto ara il disegno del Terzo Paradiso.

36 Il territorio e la sua storia complesso monastico di Santa Croce e dalla filosofia benedettina dell’ora et la- bora: l’uomo è artefice consapevole del suo rapporto con l’ambiente. Il terzo momento è quello del Terzo Paradiso, dove il mondo naturale e il mondo artificiale si fondono e ci invi- tano a fare un esame di coscienza sul nostro rapporto alterato con la natu- ra e ad assumerci – ciascuno perso- nalmente – il compito di “disalterar- lo” quanto più ci sarà possibile duran- te il resto della nostra vita; per noi, per sora nostra matre terra e per i nostri figli e discendenti.

mo e il secondo paradiso. Il primo è il paradiso in cui la Note vita sulla terra è totalmente regolata dalla natura. Il se- Il progetto del FAI è stato recepito e condiviso sin dal suo inizio dal Sa- cro Convento di Assisi, dal Comune di Assisi, dalla Regione Umbria, condo è il paradiso artificiale sviluppato dall’intelligenza dalla Provincia di Perugia e dal Corpo Forestale dello Stato di Assisi. umana attraverso un processo che ha raggiunto oggi pro- Il progetto di riqualificazione e restauro del Bosco di San Francesco è opera dello Studio di Architettura Salvatici-Ripa di Meana di Perugia. porzioni globalizzanti… che… ammorba e corrode il pia- neta naturale ingenerando processi irreversibili di estin- Bibliografia 1 zione… Il progetto del Terzo Paradiso consiste nel con- San Francesco d’Assisi, dal Cantico delle Creature, circa 1224. 2 F. Leandro Alberti, Descrittione di tutta Italia, Venezia, 1551. durre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cul- 3 Land art: o “arte ambientale”: secondo il vocabolario Zingarelli è la tura e la politica a restituire vita alla Terra. Terzo Paradi- “tendenza artistica che opera su ampi spazi e su grandi dimensioni, trasformando in vario modo il paesaggio naturale o gli spazi urbani”. so significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà pla- Questa forma d’arte è nata nella seconda metà degli anni Sessanta ne- netaria, indispensabile per assicurare al genere umano gli Stati Uniti col nome di Earth Art; il termine Land Art é stato conia- la propria sopravvivenza… è il nuovo mito che porta ognu- to nel 1969 dal gallerista tedesco Gerry Schum. no ad assumere una personale responsabilità in questo Sitografia frangente epocale...”. www.fondoambiente.it/beni/bosco-di-san-francesco-i-beni-del-fai.asp www.laterradifrancesco.it Il restauro del Bosco di San Francesco e del Complesso di Santa Croce, con la realizzazione del Terzo Paradiso, Ringraziamenti non è stato solo un’ammirevole opera di riqualificazione All’architetto Bruno Salvatici, per le informazioni e per la “visita guida- ta” al cantiere di Santa Croce di un ambiente naturale-culturale e di un lembo di pae- A Elisabetta Cozzi dell’Ufficio Stampa del FAI, per le informazioni, la saggio italiano – paesaggio che costituisce una delle mag- documentazione e le immagini. giori ricchezze della nostra patria an- che in tempi non facili come quelli at- tuali. Aprendo alla pubblica fruizio- ne il Bosco, il FAI offre ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza spi- rituale e fisica al tempo stesso. Lun- go i sentieri che collegano la Basili- ca di San Francesco alla radura del Terzo Paradiso, i “pellegrini del XXI secolo” hanno occasione di riflette- re su tre diversi modi di porsi nei con- fronti della natura. La prima parte del percorso, attraver- so la Selva di proprietà del Sacro Con- vento, è un cammino contemplativo in pieno rispetto e armonia – un’ar- monia veramente “francescana”– con la natura. Il secondo momento trae ispirazione dal

Il territorio e la sua storia 37

Il territorio e la sua storia La collezione di lattine storiche di Tiziana Guatelli di Daniela Lauria

Le immagini litografiche effigiate su ciascun imballaggio della collezione Guatelli sono testimonianza della storia dello sviluppo industriale non solo di Imperia e della Liguria, ma ricoprono un ruolo fondamentale a livello nazionale.

A partire dai primi del Novecento si svilupparono i più importanti stabilimenti che producevano packaging in banda stagnata per l’esportazione italiana. Nella vasta raccolta sono presenti rarissime latte di olio dei maggiori opifici liguri, ma anche particolari esempi di produzione nazionale e confezioni destinate ai diver- si generi alimentari, a testimonianza della ricchezza e l’originalità di questa fiorente attività. Degni sicuramente di nota sono le opere appartenen- ti a numerosi disegnatori di fama nazionale ed interna- zionale che erano impiegati in questa forma d’arte, ma altrettanto interessanti risultano essere le realizzazioni di artisti e grafici per lo più sconosciuti, che, comun- que, consentono di avere un quadro abbastanza am- pio dell’evolversi del gusto degli italiani nell’arco di cen- to anni. Emerge, quindi, un fatto molto significativo: l’aspetto gra- fico univa le esigenze della ricerca artistica - che sta- va sperimentando nuovi spazi per una comunicazione più integrata con le dinamiche sociali - a quelle di una cultura imprenditoriale che doveva veicolare i prodotti attraverso la “novità” e la variazione delle immagini che li pubblicizzano. Ancora oggi, osservando le latte di banda stagnata li- tografata si è subito attratti dalla loro fantasia e dalla singolare forma. Non dimentichiamo che le lattine do- vevano conquistare i consumatori in maniera coinvol-

A fronte e alle pagine seguenti Alcune lattine storiche della collezione di Tiziana Guatelli.

39 che - “Il Vesuvio”, “Lanterna di Genova” e i ricordi di casa - “Sole Mio”, “Patria Nostra”. Sulle lattine vennero effigiati i personaggi più famosi: i grandi geni - Giotto, Leonardo e Raffaello - i poeti e let- terati - Ariosto e Carducci - e i personaggi della lirica - Tosca, Otello e Rigoletto. Molto ricca fu la serie patriottica: Garibaldi, Mazzini, e Umberto I insieme ad altri membri della famiglia reale, non tralasciando gli avvenimenti che, in quel momen- to, appassionavano il mondo come la marca “Nobile” che celebrava lo sfortunato viaggio polare del dirigibile italiano. L’olio non prendeva, infatti, il nome dal suo produtto- re, ma si richiamava a immagini che ricordavano in qual- che modo l’Italia, poiché le lattine erano destinate agli italiani in America. Tutte avevano i titoli bilingue, la cu- riosa dicitura ”impaccato in Italia” e portavano effigia- ta la bandiera tricolore. Questa parte della collezione Guatelli, così riccamente rappresentata, aggiunge un tassello sostanziale per la ricostruzione della storia dell’emigrazione del nostro pae- se. Infatti, per molti immigrati, l’allontanamento non fu mai da intendere come un ripudio dell’Italia, e lo dimo- stra il fatto che ricercavano e difendevano i simboli del- lo stile di vita italiano che ben presto si diffusero am- piamente nel nuovo paese di adozione.

gente, con un piglio moderno, rinnovandosi e modifi- candosi a seconda delle esigenze. A partire dalla fine dell’Ottocento, accanto alle famiglie piccolo-borghesi che vivevano in perfetta tranquillità, c’e- ra anche la schiera di emigranti che facevano le file sul- le banchine dei porti e s’imbarcavano per le Americhe, alla ricerca della fortuna. Giunti nel nuovo paese, si ac- corsero che mancava l’olio d’oliva, fondamentale ingre- diente della cucina italiana e, quindi, si iniziò ad espor- tarlo dall’Italia. Gli emigranti, nostalgici della patria, non si acconten- tavano della solita lattina, la volevano bella e decorata, si iniziò, pertanto, a lavorare alla litografia come fosse carta pregiata, creando latte dai colori sfumati e raffi- nati, non solo per l’olio ma anche per il tonno, cercan- do di creare marchi e simboli che meglio potevano al- leviare la nostalgia della lontana terra d’origine. Inizialmente si produssero figure semplici: fronde d’u- livo, paesaggi, figure simboliche, successivamente ap- parvero i panorami lontani - come ad esempio le mar-

40 Il territorio e la sua storia Il territorio e la sua storia 41

Il territorio e la sua storia L’orto dei simboli, un viaggio fra Medioevo e contemporaneità di Oscar Flacco

Pian di Massiano è un grosso parcheggio con qualche albero giovane che ce la mette tutta a fare un po’ d’ombra sulla distesa d’asfalto.

È uno di quei “non-luoghi” tipici della civiltà globalizzata l’abbazia benedettina di San Pietro, una complessa archi- del XXI secolo, che potrebbe trovarsi in una qualsiasi città tettura edificata nel X secolo su un cimitero etrusco-roma- europea, americana o dell’Estremo Oriente asiatico. La gen- no e su un tempio paleocristiano che forse fu la prima cat- te arriva, posteggia l’automobile, poi sale su una specie di tedrale della città; l’abbazia oggi è sede della Facoltà di Agra- ovetto metallico grigio che scivola silenzioso su rotaie so- ria dell’Università degli Studi di Perugia. La chiesa merita praelevate. L’oggetto sinuoseggia salendo con leggerezza una visita non superficiale, ricca di affreschi, tele e opere fra palazzi e condominî, poi entra in galleria e dopo diver- d’arte, ma la parte più interessante del complesso abba- se soste alle opportune fermate intermedie giunge al ca- ziale è l’Orto Medievale, un luogo di importanza storica per- polinea di fine corsa, il Terminal Pincetto. Uscendo a rive- ché è attraversato da un tratto dell’originaria via etrusco- der le stelle (o meglio il sole, se è giorno) ci si trova nel cen- romana diretta a Roma e conserva l’antica porta urbica del tro storico di Perugia. Ché il Minimetrò del capoluogo del- 1200 e i resti delle mura benedettine della fine del XVI se- l’Umbria è uno dei gioielli tecnologici del (talvolta scalca- colo; ma – soprattutto – è importante per il significato cul- gnato) trasporto pubblico italiano. turale-religioso-simbolico che riveste; non è un orto bota- A sud-est del centro storico, il Corso Cavour è piacevole da nico in senso stretto, anche se vi si trovano specie e varie- percorrere a piedi in un ambiente urbano che ricorda certe tà tipiche del Medioevo, che hanno valore scientifico per- strade del centro di Roma di antica e popolare nobiltà; a sud ché permettono il recupero di antiche linee genetiche. Piut- di Porta San Pietro il corso continua col nome di Borgo XX tosto è un pezzo di Medioevo trasportato nel XXI secolo; Giugno, che ricorda il 20 giugno 1859, giorno delle “stragi un luogo particolare che necessita di una giusta chiave di di Perugia” perpetrate dai reggimenti svizzeri che papa Pio lettura per essere compreso, per non apparire agli occhi IX aveva inviato in città per combattere i patrioti che si era- del visitatore moderno un piacevole giardino ma anche un no ribellati al governo dello Stato della Chiesa e propugna- coacervo di simboli incomprensibili. vano l’unione dell’Umbria al nascente Regno d’Italia. Quest’orto è una struttura atipica perché attraverso un giar- In fondo al Borgo spicca il campanile quattrocentesco del- dino reale realizza il concetto astratto di giardino monasti- co medievale, legato ai criteri religiosi e culturali dell’uomo A fronte L’antica strada etrusco-romana che attraversa l’Orto Medievale medievale coi suoi miti e credenze; criteri, miti e creden- di Perugia. ze legati inevitabilmente agli eterni quesiti esistenziali del- In alto L’ulivo, albero della luce e della scienza, al centro dell’Orto. l’uomo che si pone in relazione con la natura e la divinità.

43 da qui partivano quattro brevi corsi d’acqua o quattro sentieri disposti a croce, per ricordare i quattro fiumi del mondo descritti nella Genesi 3. L’Orto Medievale intende raccontare e rappresentare tutto ciò: la corretta lettu- ra dei suoi “segni” permette la riscoper- ta del Creato e dell’uomo che ne sta al centro. La visita dell’Orto e del comples- so edilizio ad esso collegato avviene at- traverso un percorso narrativo quasi dan- tesco, che inizia dalle forme primordia- li ideali e matematiche, attraversa il dis- ordine naturale della foresta e giunge al tempo e al luogo di cui la razionalità crea- tiva dell’uomo si afferma sulla natura; è un percorso spirituale, quasi animistico, coerente con la visione medievale del- l’uomo “pellegrino” sulla terra, articola- to in 10 stadi successivi. Il primo è lo Storicamente si ispira all’hortus conclusus dei monasteri, “Stato primordiale” e simboleggia il Paradiso Terrestre: ha una un giardino chiuso da una cortina muraria ove grazie al la- forma ellittica che rappresenta “l’uovo cosmogonico” la cel- voro della terra (ora et labora) e alle attività di lettura e di lula primordiale progenitrice di ogni essere vivente, circonda- copiatura delle opere naturalistiche antiche venivano col- to dai quattro “fiumi dell’Eden” che alludono al liquido am- tivate piante aromatiche e benefiche per la salute del cor- niotico in cui la vita ha origine e ai quattro fluidi che hanno po, legumi e ortaggi e alberi da frutto necessari per l’ali- nutrito l’umanità: l’acqua, il latte, il miele e il vino. L’ellisse del mentazione, fiori per l’altare della chiesa. Naturalmente era giardino è delimitata da siepi di Buxus sempervirens e di Ro- essenziale nel giardino-orto la presenza dell’acqua giacché smarinus officinalis; è attraversata da due viali disposti a cro- il monastero era separato dal mondo; al suo interno, gra- ce ed è divisa in dodici spicchi contenenti i 12 segni zodia- zie ai pozzi, agli orti e agli alberi da frutto, si realizzava un cali e le piante caratteristiche di quel segno. La croce con- “paradiso” nel senso originario del termine1. Al centro del giunge l’Albero della vita (una Magnolia grandiflora) con l’Al- chiostro benedettino di solito v’era un pozzo o una cister- bero del bene e del male (un Ficus ruminalis) che rappre- na (allegoria di Cristo sorgente di vita) o era piantato un al- sentano Cielo e Terra, il Divino e il Terrestre; al centro dell’E- bero (allegoria dell’Albero della vita del Paradiso Terrestre2); den c’è l’Albero della scienza e della luce (Olea europea). Si esce dall’Eden per “La colpa”: ci ac- coglie il Lucus, che non è solo “selva oscura” ma anche Bosco sacro, luogo dove poter sostare e meditare per rivi- vere lo stato eremitico primordiale; qui vivono alcuni alberi centenari quali l’Al- bero della gloria (Laurus nobilis), l’Albe- ro del giudizio (Tilia europaea), l’Albe- ro dell’eterna giovinezza (Ginkgo biloba) e il “Signore degli alberi” (Cedrus liba- ni)4. Nella terza parte dell’Orto medie- vale - “La razionalità” - è stato ricostrui- to l’orto monastico con le sue quattro se- zioni; c’è l’Hortus holerorum con le pian- te alimentari distribuite in sette aiuole che simboleggiano i setti pianeti noti agli antichi (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno) il cui influsso astrale si pensava avesse importanza per i ritmi biologici delle piante; ci sono l’A-

44 Il territorio e la sua storia ghiera e i non credenti al raccoglimen- to spirituale. Tutto ciò è l’Orto medievale di Peru- gia: una struttura viva e vivibile, par- te integrante dell’Abbazia e della cit- tà di Perugia, che può e vuole diven- tare luogo e occasione di confronto fra le culture e le mentalità di tutti i po- poli del mondo.

Note

1 Dal sanscrito paradesha (paese supremo; più o meno indicherebbe l’altopiano dove viveva il primo popolo di lingua sanscrita) derivano l’iranico pairidaeza (recinto circo- lare), il greco paràdeisos, l’ebraico pardès, il latino paradisus e infine il nostro “para- diso”. Il nome contiene in sé l’idea del par- co e del giardino: lo storico greco Senofon- te nel suo afferma che il giar- dino “paradiso”O≤konomikÒj imperiale persiano – forma- to da zone coltivate, irrigate e recintate con una vegetazione lussureggiante - era il sim- romatarium e il Pomarium con le specie aromatiche delimi- bolo visibile della capacità ordinatrice del sovrano, realizzatore del co- smos, che si contrapponeva al caos del mondo esterno al suo domi- tate da alberi da frutto e c’è l’Hortus sanitatis (ovvero l’orto nio, dove la terra era arida e abbandonata a se stessa. L’accezione dei Semplici, dove i monaci coltivavano le specie medicina- di “Paradiso” in senso religioso nasce dalla traduzione greca della Bib- bia “dei Settanta”, dove il giardino dell’Eden – in ebraico gan be Eden li); le oltre duecento specie presenti nell’Orto sono etichetta- - viene chiamato paràdeisos. te coi nome volgari medievali, la cui fonte storica principale 2 Genesi, 2,9 3 è il Regimen Sanitatis Salernitatum 5. Il quarto stadio del per- Genesi, 2, 10-14 4 Il nome di “Signore degli alberi” porta a pensare agli Ent, i “pasto- corso narrativo è “Il dominio” che porta al Podium, ai resti di ri d’alberi” della saga del Signore degli Anelli di John R.R.Tolkien, e un vecchio torrione delle mura cinquecentesche da cui è bel- in particolare al loro capo e guida, Fangorn-Barbalbero. 5 Il Regimen Sanitatis Salernitatum (o Flos Medicinae Salerni) è un lo il panorama sulla Valle Umbra, Assisi, il Subasio e l’Appen- trattato in versi, di autore sconosciuto, scritto fra l’XI e il XIII secolo, nino umbro-marchigiano. Segue lo stadio de “La creatività” che espone le indicazioni della Scuola Medica Salernitana in meri- ovvero il Theatrum, una struttura semicircolare utilizzata co- to a norme igieniche, cibo, erbe e loro usi terapeutici. 6 Nella mitologia norvegese, Yggdrasil è il “frassino del mondo”, ov- me aula didattica all’aperto accanto ai resti di una peschie- vero un enorme bellissimo albero che funge da metafora dell’uni- ra dove i monaci allevavano i pesci per alimentazione e per verso inteso come un essere organico. È l’archetipo dell’Albero-As- se del mondo, santo albero cosmico che sostiene l’universo e con le elemosine. È il momento ora di uscire dall’hortus conclu- le lunghe radici e l’altissima chioma collega il sottosuolo al cielo; in- sus in senso stretto e di discendere un tratto della Via rega- torno ad esso gli dei si riuniscono quotidianamente. Il suo nome si lis, la strada etrusco-romana che sino al 1500 collegava Pe- ritiene significhi “cavallo del terribile” (ovvero di Odino). Se ne par- la nell’Edda poetica, opera del XIII secolo che si basa su fonti tradi- rugia e Roma; si arriva così alla medievale turrita Porta Sanc- zionali antiche, e nell’Edda in prosa scritta nello stesso secolo dallo ti Petri. È questo il sesto stadio del percorso, “La comunità”. storico, poeta e uomo politico islandese Snorri Sturluson. Yggdrasil 6 annuncerà con il suo tremolio che la fine dei tempi è vicina, provo- Dalla porta si torna indietro salendo all’albero Yggdrasil e al- cando cataclismi; infine si abbatterà trascinando con sé tutto il crea- l’ovale “vasca dell’Ovulazione cosmogonica” popolata da nin- to (cfr: Snorri Sturluson, Edda in prosa, trad. di Stefano Mazza, 2008, fee che simboleggia “il ritorno allo stato naturale originario, la in http://bifrost.it/Antologia/EddaSnorri.html). rinascita alla vita prolifica primordiale non contaminata, at- Bibliografia traverso l’acqua purificatrice”. Alessandro Menghini, Il Giardino dello spirito, Perugia, 2004. Per completare il percorso narrativo si deve ora uscire dal- Sitografia l’Orto Medievale e passare al settimo stadio, ovvero “La reli- www.unipg.it/camso1 www.umbriaearte.it/orto_botanico_medievale.htm giosità”, entrando nel chiostro delle Stelle, progettato da Ga- www.minimetrospa.it leazzo Alessi, il celeberrimo architetto perugino del XVI seco- Ringraziamenti lo; v’è anche un secondo chiostro, più grande, che fa parte A Marco Maovaz, Responsabile dell’Orto Botanico dell’Università del complesso della Facoltà di Scienze Agrarie (ottavo stadio di Perugia, per le informazioni e le fotografie. “La cultura”). Il nono stadio è “L’estetica” e fa riferimento al- L’Orto Medievale è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 17:00 con ingresso gratuito. Possibilità di visite guidate telefonando l’elegante struttura dei chiostri e del campanile; il decimo sta- a: 075 585 6432; e-mail: [email protected] dio, che conclude il percorso storico-simbolico-religioso, è “La santità” per la quale è a disposizione dei moderni “pellegri- A fronte e sopra ni” la bella basilica di San Pietro che invita i credenti alla pre- Alcuni scorci dell’Orto Medievale di Perugia.

Il territorio e la sua storia 45 Echi Gruppo Carige

Il Gruppo Banca Carige amplia la propria rete in Toscana stiano e del direttore della nuova filiale Luca Rugani. Tra gli intervenuti anche il presidente della Fondazione Ban- Nuove filiali per il Gruppo Carige in Toscana. Nel mese di ca del Monte di Lucca Alberto Del Carlo. ottobre Cassa di Risparmio di Carrara ha aperto l’Agenzia Il 14 dicembre è stata invece la volta di Banca Carige che 2 di Carrara, in Via Cavatore, e una nuova filiale a Quer- ha inaugurato la nuova agenzia di Calenzano, nei pressi ceta Serravezza, in provincia di Lucca. Anche Banca del di Firenze. Dopo la tradizionale benedizione impartita dal Monte di Lucca ha aperto quest’autunno una nuova agen- Parroco del luogo, il discorso inaugurale è stato tenuto dal zia. Si tratta della filiale di Marlia, la terza nel comune di Vicepresidente di Banca Carige, On.le Alessandro Scajo- Capannori, in viale Europa 267, inaugurata ufficialmente la, presenti il Vicedirettore Generale, Gabriele Delmonte, il 26 novembre. La cerimonia ha visto la partecipazione del il Direttore Centrale per la Rete Extra Liguria, Giovanni Dal sindaco Giorgio Del Ghingaro, dell’assessore Francesco Maschio, il Direttore dell’Area Territoriale Toscana, Andrea Bambini in rappresentanza del presidente della Provincia, Pedrelli, il Direttore dell’agenzia, Leonardo Fegatelli, il Sin- del presidente della Banca del Monte di Lucca Fabrizio Cer- daco Alessio Biagioli e numerosi clienti, operatori com- bioni, del direttore generale della Banca Umberto Seba- merciali e abitanti dei quartieri. Con le nuove aperture – che seguono a breve distanza di

La nuova filiale di Banca Carige a Calenzano. tempo quelle delle agenzie di Livorno e dell’Agenzia 2 di Firenze – Banca Carige è ormai inserita nel tessuto eco- A fronte Un momento del Convegno PMI24ore a Firenze. nomico della Toscana dove il Gruppo, insieme a Banca

46 Echi Gruppo Carige www.gruppocarige.it

del Monte di Lucca e Cassa di Risparmio di Carrara, dis- ci incoraggia a proseguire su questa strada e a continuare pone di una rete di 83 sportelli, 27 dei quali col brand ad investire in questa regione”. Banca Carige. In particolare nel Fiorentino, Banca Carige, approdata in Terzo trimestre 2011: Banca Carige forze nella zona nel giugno 2010 con l’acquisizione degli conferma la propria solidità sportelli ceduti da MPS, dispone oggi di 18 filiali, 7 delle quali a Firenze città. Un dato significativo di tale relazio- Nonostante un contesto caratterizzato dall’aggravarsi del- ne forte coll’economia locale è quello riguardante la cre- la crisi del debito sovrano di alcuni paesi dell’area euro, dal- scita registrata dagli impieghi di Banca Carige sia in To- la decisa flessione dei mercati azionari e dal deterioramento scana che nel capoluogo, aumentati costantemente anche delle prospettive di crescita economica, i risultati ottenuti nel periodo più acuto della crisi. nei primi nove mesi dell’anno confermano la positiva si- “Sempre più vicina al cuore della Toscana – ha commentato tuazione economica e finanziaria del Gruppo Carige, ca- il Vicepresidente Alessandro Scajola – Carige apre oggi la ratterizzata da una contenuta rischiosità del portafoglio cre- diciottesima agenzia in provincia di Firenze. Proponiamo diti e da una limitata crescita dei costi operativi, realizzata un modo diverso di fare banca, vicino alla gente, decli- senza penalizzare gli investimenti in innovazione tecnolo- nando la nostra esperienza di cassa di risparmio attenta gica e rafforzamento della rete distributiva. al territorio e alle persone in ogni luogo dove ci troviamo Gli impieghi alla clientela sono cresciuti a 27,1 miliardi a operare. La risposta che abbiamo avuto dalla clientela (+ 12,1% annuo; + 6,7% nei nove mesi) mentre la rac-

Echi Gruppo Carige 47 colta complessiva da clientela (AFI) si è attestata a 52,4 miliardi con un incremento del 4,3 % annuo e del 3,4 % nei nove mesi). L’utile netto con- solidato dei nove mesi risulta pari a 138,7 milioni. Questi i dati riassuntivi del resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2011, illustrato dal Direttore Generale Ennio La Monica durante la seduta del Consiglio d’Amministrazione, presie- duto da Giovanni Berneschi, l’8 no- vembre scorso. Risultati conseguiti sen- za perdere d’occhio i profili di liquidi- tà e di patrimonializzazione, requisiti ne- cessariamente determinanti per il buo- no stato di salute dell’azienda.

Fa tappa a Torino, Padova e Firenze di Genova, all’ingresso del Padiglione S e all’interno sia del il roadshow di Banca Carige dedicato alle PMI Padiglione C che del Padiglione B – e allo sportello ban- cario Banca Carige ha allestito per i visitatori il nuovissi- “L’impresa italiana e i mercati globali: rischi, instabilità e mo stand “Casa Carige”, aperto nell’ammezzato del Padi- opportunità di sviluppo” è il titolo degli incontri organizza- glione B, con una splendida terrazza affacciata sulla Ma- ti quest’anno nell’ambito di Carige24PMI, il roadshow che rina della Fiera. Inaugurato con successo in occasione di Banca Carige in collaborazione col Gruppo Sole 24 Ore de- Euroflora lo spazio si è confermato un apprezzato punto dica alle piccole medie imprese. di incontro per clientela e operatori e per la promozione di Nel suo tour autunnale per i distretti produttivi italiani l’i- eventi. Nel giorno inaugurale, il 1° ottobre, Casa Carige ha niziativa ha toccato le tappe di Torino (10 novembre al Cen- ospitato un concerto di Andrea Bacchetti, pianista di fama tro Torino Incontra della CCIAA), Padova (17 novembre pres- mondiale. In collaborazione con l’Associazione dei Magi- so il Centro Conferenze della CCIAA) e Firenze (13 dicembre strati Tributari, il 7 ottobre Banca Carige ha promosso un presso Confindustria Firenze) coinvolgendo le locali Camere partecipatissimo convegno sulla fiscalità nell’industria di Commercio, le territoriali di Confindustria, gli Ordini Pro- nautica cui è intervenuta il Vicedirettore Generale della ban- fessionali ed esponenti del mondo accademico. Precedu- ca, Daria Bagnasco, il Presidente del Sodalizio giuridico, ti dalla presentazione di un’analisi sull’internazionalizzazione Avvocato Marina Celle, la Presidente della Fiera, Sara Ar- delle imprese che l’Ufficio Studi di Banca Carige ha foca- mella, oltre ad esperti del settore di livello nazionale. Sem- lizzato nelle regioni toccate dal roadshow, gli incontri han- pre il 7 ottobre, Casa Carige ha accolto, presente il Diret- no visto una folta partecipazione di imprenditori che han- tore Centrale Finanza, Giacomo Burro, un simposio ri- no assistito alle tavole rotonde moderate da prestigiose fir- guardante tematiche di attualità finanziaria promosso insieme me del Sole 24 Ore. Ai dibattiti hanno preso parte il Vice all’Associazione Italiana degli Analisti Finanziari. Direttore Generale Rete di Banca Carige, Gabriele Delmonte, ed esponenti locali delle associazioni di categoria, dell’u- Le note del pianoforte di Andrea Bacchetti risuonano niversità, degli enti locali e del mondo dell’impresa. nei saloni della sede palermitana di Banca Carige

Anche nel 2011 Carige I saloni dello splendido palazzo seicentesco del Monte di è la banca protagonista del Salone Nautico Pietà, sede palermitana di Banca Carige, hanno fatto da cornice, il 2 dicembre, ad un’apprezzatissima e partecipata Anche per la 51^ edizione del Salone Nautico Banca Ca- performance di Andrea Bacchetti, pianista di fama inter- rige ha confermato la partnership storica che la unisce agli nazionale e conosciuto volto televisivo. organizzatori, Fiera di Genova e Ucina. Quella di Carige è Al suo primo concerto all’interno della sede di una ban- un presenza importante sia come sponsor del Salone, che ca, il Maestro Bacchetti ha eseguito musiche di Bach, Cho- come punto di riferimento all’interno del quartiere fieristi- pin, Debussy, Mozart, applaudite da un folto pubblico che co, impegnata a garantire ad operatori e visitatori i servi- ha trattenuto l’artista richiedendo numerosi bis. La per- zi bancari per tutta la durata della manifestazione. Oltre formance pianistica è stata introdotta da un breve inter- ai quattro bancomat – posizionati all’ingresso della Fiera vento del Direttore Centrale Private Banking di Banca Ca-

48 Echi Gruppo Carige rige Andrea Ragaini che ha portato i saluti della Direzio- Garibaldi e i Mille a Palazzo Ducale ne Generale alla clientela siciliana. Il concerto di rappresenta la tappa siciliana del tour Anche quest’anno il Salone del Maggior Consiglio del Pa- musicale che Andrea Bacchetti sta svolgendo in diverse cit- lazzo Ducale di Genova ha fatto da cornice alla presenta- tà italiane su invito di Banca Carige. L’istituto di credito so- zione del volume “Garibaldi e la spedizione dei Mille”, il stiene infatti il progetto “Tastiera italiana” che il Maestro An- 22 dicembre. Dopo i saluti d’apertura del Presidente Gio- drea Bacchetti, insieme al musicologo Mario Marcarini, sta vanni Berneschi, il giornalista Pier Antonio Zannoni ha in- sviluppando per Sony. Con questa iniziativa il musicista sta trodotto le relazioni di Lauro Rossi, Segretario del Comi- riportando alla luce dai fondi delle biblioteche storiche di tato Nazionale Garibaldi e curatore del volume, e del Mae- Venezia, Napoli, Firenze, e di altre città italiane, manoscritti stro Stefano Ragni, pianista e musicologo, che ha curato inediti di grandi compositori del Settecento. Grazie a que- la sezione del libro dedicata alla musica garibaldina e ha sto paziente e appassionato lavoro di ricostruzione filologi- eseguito al pianoforte alcune arie risorgimentali. ca sono tornate a rivivere musiche e composizioni dimen- Corredato da una ricchissima documentazione iconografi- ticate da secoli di oblio. L’ultimo autore di cui ci sono sta- ca, il volume chiude l’anno del 150° dell’Unità d’Italia con ti restituiti diversi inediti, ora incisi dal Maestro Bacchetti una riflessione a 360 gradi sulla figura dell’Eroe dei Due in un CD di “Piano Sonatas” presentato durante il concer- Mondi in cui si rivisita la presenza dell’epopea dei Mille nel- to di Palermo, è Benedetto Marcello. la storia, nel costume e nella cultura nazionali. Gli appro- fondimenti storiografici sono volti a inquadrare l’impresa ga- Oltre 500 persone per “Invito a Palazzo” ribaldina nel contesto politico, diplomatico, ma anche so- ciale, dell’epoca e gettano nuove luci su aspetti finora po- Oltre 500 persone hanno visitato la sede di Banca Carige co frequentati dagli storici, se non ancora inediti, che of- aperta al pubblico il primo sabato di ottobre in occasione frono nuovi spunti al dibattito sulla spedizione delle Cami- della decima edizione di “Invito a Palazzo”, la giornata na- cie Rosse. Insieme alle fonti storiche, il testo rivisita poi i zionale promossa dall’Associazione Bancaria Italiana che molteplici itinerari del mito garibaldino attraverso la musi- vede partecipe l’istituto di credito fin dalla prima edizione. ca, l’iconografia, l’arte fino ad approdare alla memorialisti- Un vero successo di pubblico il cui afflusso, iniziato alle 9 ca o alla ricca filmografia dedicata ai Mille, dalle pellicole del mattino, è proseguito senza sosta fino alle 19. Le visi- d’antan di Mario Caserini e Arrigo Frusta, del 1910 e del te gratuite, di circa un’ora di durata e condotte da un team 1914, alle opere di registi come Alessandro Blasetti, Lu- di guide specializzate, hanno quindi registrato il tutto esau- chino Visconti, Roberto Rossellini, Florestano Mancini, i fra- rito. Moltissimi genovesi e turisti hanno così potuto apprezzare telli Taviani. Tanti percorsi che ricostruiscono la nascita e le collezioni artistiche dell’istituto composte di importanti qua- lo sviluppo di un’impresa trasformatasi in leggenda, in un dri, arredi e maioliche. Bernardo Strozzi, Gioacchino As- topos dell’immaginario collettivo. sereto, Domenico Piola, Valerio Castello, Gregorio De Fer- A fronte rari, Giovanni Benedetto Castiglione, Bartolomeo Guidobono Il tavolo dei relatori del Convegno Carige PMI24ore a Padova. sono solo alcuni degli autori delle opere esposte. Quest’anno Sotto Il Presidente Giovanni Berneschi in compagnia del Prof. Lauro Rossi, la visita si è arricchita anche del tour panoramico sulla ter- a sinistra, e il Prof. Stefano Ragni alla cermonia d presentazione del volume. razza del XV piano a picco sui moli del Porto Antico e sul dedalo di carrugi, sui campanili e sulle ardesie del Cen- tro Storico. Per la prima volta acces- sibile al pubblico la balconata ha of- ferto, grazie anche a una splendida giornata di sole, una vista mozzafiato sulle bellezze di Genova apprezzabi- le da un punto di osservazione sco- nosciuto dalla maggioranza dei geno- vesi e totalmente inedito per i turisti. Oltre ai piani nobili della Sede di Via Cassa di Risparmio, porte aperte an- che per la filiale di Via Santa Sabina, a Genova, ricavata dalla ristrutturazione della chiesa altomedievale preesi- stente, e per l’agenzia di Chieri, ospi- tata dallo storico Palazzo Tana.

Echi Gruppo Carige 49 Fondazioneinforma

DOCUMENTO PROGRAMMATICO to, filantropia e beneficenza; Ricerca scientifica e tec- PREVISIONALE 2012 nologica; Educazione, istruzione e formazione; Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa.

II Documento programmatico previsionale annuale de- termina le finalità, le priorità, le risorse disponibili e le LINEE METODOLOGICHE GENERALI modalità operative della Fondazione nello svolgimento della propria attività istituzionale nel 2012. Il Documento La Fondazione persegue gli obiettivi statutari operando è pubblico e la Fondazione ne diffonde la conoscenza. con propri Programmi Pluriennali di Attività (PPA), con propri Progetti Promossi (PP) e con le modalità più op- Il Documento programmatico previsionale è volto alla pro- portune per iniziative eccezionali e di rilevanza straor- mozione dello sviluppo economico locale e alla solida- dinaria, comunque inerenti ai settori normativi costituenti rietà sociale. le Aree di attività previste nel DPP 2012.

Conscia anche della responsabilità nei confronti delle - I Programmi Pluriennali di Attività (PPA) sono piani generazioni future, la Fondazione privilegia le azioni isti- articolati di medio termine determinati dagli Organi del- tuzionali che generino benefici sia sociali che per il pa- la Fondazione che li promuove e coordina; coinvolgo- trimonio. no soggetti dotati di competenze specifiche così da co- gliere i vantaggi della cooperazione e delle sinergie. La Fondazione mira a razionalizzare le risorse, a stimolare la propensione all’autonomia economica e la respon- - I Progetti Promossi (PP) sono iniziative della Fonda- sabilità comunitaria e a evitare interventi che possano zione realizzate direttamente o con i partner che le pro- penalizzare l’iniziativa privata o disincentivare il mece- pongono e ne condividono il finanziamento. natismo. Restano salve specifiche deroghe in funzione di progetti L’attività istituzionale della Fondazione anche nel 2012 che dovranno essere, volta a volta, valutati dal Consi- si svolgerà in due aree: glio di amministrazione come dotati di particolare rile- vanza sociale, solidaristica e/o ai fini istituzionali. - Area dello Sviluppo locale, comprendente i seguen- ti settori normativi: Sviluppo locale ed edilizia popolare locale; Ricerca scientifica e tecnologica; Educazione, AREE E MODALITÀ D’INTERVENTO istruzione e formazione; Salute pubblica, medicina pre- ventiva e riabilitativa; Protezione e qualità ambientale; AREA SVILUPPO LOCALE Arte, attività e beni culturali. La Fondazione mira a contribuire, in vari modi, allo svi- - Area della Solidarietà sociale, comprendente i seguenti luppo dell’attività economica, essenziale per la diffusione settori normativi: Volontariato, filantropia e beneficen- del benessere, per il progresso civile e culturale, per il za; Famiglia e valori connessi; Assistenza agli anziani; miglioramento strutturale nel territorio di riferimento. Crescita e formazione giovanile. La Fondazione persegue l’obiettivo della promozione del- Tra i settori sopra indicati sono individuati quali “setto- lo sviluppo economico con le seguenti modalità: ri rilevanti” i seguenti: Sviluppo locale ed edilizia popolare locale; Volontaria- - PP Entroterra. La Fondazione partecipa a iniziative fi-

50 Fondazioneinforma www.fondazionecarige.it

nalizzate allo sviluppo economico e sociale dell’Entro- mobili destinati ad attività assistenziali, educative, pro- terra e alla sua salvaguardia. La Fondazione, valutata duttive, sanitarie, culturali, sportive - per metterle a dis- anche la congruità e la sostenibilità del piano finanzia- posizione di soggetti altamente qualificati e consolida- rio dell’iniziativa proposta, può contribuire fino al 50% ti a condizioni agevolate concordate con gli stessi. del costo della stessa; il proponente, comunque, deve - PPA Partecipazioni strumentali. La Fondazione può as- assicurare un cofinanziamento garantito almeno pari al sumere partecipazioni di soggetti le cui attività coinci- 50% del costo dell’iniziativa. dono direttamente con scopi statutari perseguiti dalla - PP Ricerca di eccellenza. La Fondazione favorisce la Fondazione nei settori rilevanti prescelti. ricerca di eccellenza partecipando a progetti proposti - PPA Garanzie solidaristiche. La Fondazione promuo- da Dipartimenti dell’Università di Genova, da Asl e Azien- ve e/o sostiene fondi di garanzia che favoriscono il mi- de Ospedaliere, da qualificati enti e istituti specializza- crocredito, la prevenzione dell’usura e il lavoro locale. ti attivi in Liguria. La Fondazione, valutata anche la con- - PPA Ambiente. La Fondazione può rilevare aree agri- gruità e la sostenibilità del piano finanziario del progetto cole dismesse per consentirne il rilancio produttivo da proposto, può contribuire fino al 50% del costo dello stes- parte di cooperative sociali specializzate coinvolte nel- so; il proponente, comunque, deve assicurare un cofi- l’iniziativa preventivamente e/o contribuire alla salva- nanziamento garantito almeno pari al 50% del costo del guardia e valorizzazione ambientale con le stesse mo- progetto stesso. Rientra in quest’ambito, ma con mo- dalità. dalità proprie, l’eventuale bando per Borse di dottora- - PPA MareTerra di Liguria. Il Programma promuove la- to e/o Assegni di ricerca presso l’Università di Genova. vorazioni e prodotti tipici della regione secondo un pia- - PP Promozione territoriale di prestigio. La Fondazio- no specifico condiviso con i partner tecnici e istituzio- ne sostiene prestigiose e consolidate attività che pro- nali individuati autonomamente dalla Fondazione. muovono valori del territorio e apportano benefici an- - PPA Pagine di Liguria. La Fondazione può co-editare che economici alla comunità locale. La Fondazione, va- e diffondere pubblicazioni che contribuiscono alla co- lutata anche la congruità e la sostenibilità del piano fi- noscenza e alla valorizzazione del patrimonio storico, ar- nanziario dell’attività proposta, può contribuire fino al tistico, culturale e ambientale della Liguria. 50% del costo della stessa; il proponente, comunque, - PPA Istituzioni culturali di eccellenza. La Fondazio- deve assicurare un cofinanziamento garantito almeno ne sostiene istituzioni culturali, artistiche e formative lo- pari al 50% del costo dell’attività. cali prescelte autonomamente in considerazione della - PP Patrimonio d’arte. La Fondazione contribuisce al loro eccellenza e del loro contributo allo sviluppo. recupero e alla salvaguardia del patrimonio artistico, sto- rico e religioso del territorio di riferimento. La Fonda- zione, valutata anche la congruità del piano finanziario AREA SOLIDARIETÀ SOCIALE dell’iniziativa proposta, può contribuire fino al 50% del costo della stessa; il proponente, comunque, deve as- La Fondazione ha l’obiettivo di contribuire al migliora- sicurare un cofinanziamento garantito almeno pari al mento duraturo della comunità favorendone il volonta- 50% del costo dell’iniziativa. riato filantropico, sostenendone le fasce deboli e pro- La Fondazione, inoltre, può acquisire, d’intesa con le muovendone lo sviluppo giovanile, della famiglia, del- Sovrintendenze, opere d’arte per valorizzarle direttamente l’invecchiamento attivo. o affidarle a musei pubblici locali arricchendone così le collezioni. L’impegno della Fondazione in quest’area si attuerà con le seguenti modalità: - PPA Infrastrutturazione locale. La Fondazione può ri- levare e/o realizzare strutture di utilità sociale - quali im- - PPA Giovani. Prevede specificatamente: iniziative vol-

Fondazioneinforma 51 te a promuovere l’inclusione e l’aggregazione sociale dei contribuire fino al 50% del costo della stessa; il pro- giovani anche attraverso lo sport, le attività culturali, ri- ponente, comunque, deve assicurare un cofinanziamento creative e di turismo sociale; interventi per facilitare l’i- garantito almeno pari al 50% del costo dell’iniziativa. struzione, l’educazione civica, l’avvio al lavoro di giovani con disabilità; azioni per la prevenzione dalle dipendenze, per il contrasto alla devianza minorile e per la promo- MODALITA’ PROCEDURALI PER I CONTRIBUTI zione di stili di vita salutare; una o più manifestazioni di rilievo con un’ampia partecipazione di vari organismi Avvertenze generali associativi e di volontariato che operano nel settore av- valendosi di soggetti con esperienza consolidata. I soggetti ammissibili possono presentare richiesta di con- - PPA Anziani-Età libera. Prevede iniziative della Fon- tributo esclusivamente per iniziative afferenti i Proget- dazione mirate a: prevenire e contrastare situazioni di ti Promossi (PP) previsti nel Documento programmati- solitudine e di bisogno; garantire l’assistenza domiciliare; co previsionale 2012 e con le modalità stabilite. incentivare l’invecchiamento attivo anche per mezzo del- lo sport; sostenere attività di volontariato civile per an- In caso di accoglimento della richiesta, il contributo stan- ziani, quali i percorsi di cittadinanza attiva solidale; fa- ziato potrà essere totale o parziale rispetto all’importo cilitare l’accesso e l’accompagnamento a eventi cultu- richiesto. rali e al turismo sociale; promuovere eventi di interge- La Fondazione fissa di norma in dodici o in ventiquat- nerazionalità. tro mesi, a decorrere dall’inizio del mese successivo a - PPA Famiglia-Camminiamo insieme. Contribuisce a: ri- quello nel quale è stato deciso lo stanziamento, il ter- durre le situazioni di bisogno di famiglie del territorio; mine entro il quale il contributo concesso dovrà esse- sviluppare nuove forme di volontariato familiare; valo- re utilizzato completamente e rendicontato alla Fonda- rizzare l’attività dei gruppi caritativi; aumentare la rac- zione. Trascorso tale termine, la Fondazione si riserva colta di fondi a beneficio dei bisognosi; utilizzare ed even- di revocare il contributo stesso o comunque la parte non tualmente rafforzare il sistema integrato, plurale e aper- utilizzata. to ad altri soggetti che si affianchino per l’adozione e l’aiuto. L’erogazione del contributo, sempre subordinata a pre- - PPA Sos sociale. La Fondazione attribuisce a quali- sentazione di idonea documentazione delle spese so- ficati soggetti, prescelti autonomamente in considera- stenute per l’iniziativa, verrà effettuata alle condizioni zione della loro consolidata opera di solidarietà, fondi indicate nella lettera che annuncia l’assegnazione del- che gli stessi ridistribuiscono a individui e nuclei fami- lo stesso e condivise dal beneficiario con l’accettazio- liari bisognosi e con problematiche economiche imme- ne formale delle medesime. diate. - PPA Casa serena. La Fondazione può acquisire la nu- Il contributo verrà erogato, nei limiti dello stanziamen- da proprietà di immobili a uso abitativo di persone svan- to deliberato e comunicato dalla Fondazione, a condi- taggiate con gravi difficoltà economiche, assicurando al- zione che entro il termine stabilito sia stato effettivamente le stesse la continuità della disponibilità dell’abitazio- investito e documentato l’intero cofinanziamento garantito ne a condizioni solidaristiche. dal richiedente nella sua proposta per la realizzazione - PP Svantaggiati. La Fondazione contribuisce al mi- dell’iniziativa. glioramento delle condizioni di persone svantaggiate so- stenendo interventi per attrezzature e attività dedicate. Le richieste di contributo, con le modalità e negli am- La Fondazione, valutata anche la congruità e la soste- biti previsti dal DPP 2012, possono essere inviate alla nibilità del piano finanziario dell’iniziativa proposta, può Fondazione dal primo giorno di gennaio al 30 aprile 2012

52 Fondazioneinforma per il PP Svantaggiati e dal primo giorno di gennaio al - non confacenti al DPP 2012; 31 marzo 2012 per gli altri Progetti Promossi (PP). - formulate senza avvalersi dei moduli predisposti dal- L’eventuale bando per Borse di dottorato e/o Assegni di la Fondazione; ricerca potrà avere una scadenza propria, che sarà co- - mancanti dei documenti richiesti; munque resa nota tempestivamente. - pervenute alla Fondazione dopo la scadenza stabili- ta; Ogni soggetto ammissibile può presentare nel 2012, per - per iniziative già completate; ogni Progetto Promosso, un’unica richiesta di contributo - che non assicurano inderogabilmente la quota di co- e relativa a un’iniziativa singola. finanziamento garantito richiesta dalla Fondazione; - prive dell’indicazione del costo dell’iniziativa per sin- La Fondazione è libera nel determinare l’ammissibilità gole voci di spesa e dell’importo richiesto alla Fonda- delle domande, la quantificazione e le modalità dell’e- zione; ventuale contributo, non producendo la domanda l’in- - relative a iniziative che non riguardano la Liguria e il sorgere di alcun diritto nei confronti della Fondazione Basso Alessandrino; né alcun obbligo della stessa. - di soggetti con fini di lucro, diretto o indiretto; - di imprese di qualsiasi natura, con eccezione di im- La Fondazione si riserva la facoltà di revocare o ridur- prese sociali e cooperative sociali; re il contributo nell’ipotesi di ridimensionamento dell’i- - di persone fisiche, partiti, movimenti politici, club di niziativa proposta tale da essere ritenuta non più me- servizio; ritevole di sostegno. - di soggetti che stanno ancora utilizzando contributi della Fondazione nello stesso ambito della nuova ri- chiesta; Richieste ammissibili - di soggetti non costituiti formalmente, cioè privi di at- to costitutivo/statuto registrato pubblicamente; La Fondazione ammette richieste di contributo, da par- - presentate non dal legale rappresentante del soggetto te degli aventi diritto, esclusivamente per iniziative ine- richiedente; renti a: - per copertura di debiti o disavanzi; - per raccolta di fondi a favore di altri enti; - PP Entroterra - relative a beni non di proprietà del soggetto propo- - PP Ricerca di eccellenza nente o dei quali non ne sia garantita la disponibilità al - PP Promozione territoriale di prestigio medesimo per una durata adeguata all’ammontare del - PP Patrimonio d’Arte finanziamento; - PP Svantaggiati - di enti religiosi prive dell’autorizzazione sottoscritta dal Vescovo o dal Vicario generale della Diocesi di ap- Per le altre attività previste dal Documento Program- partenenza. matico Previsionale 2012, la Fondazione agisce di pro- pria iniziativa. Spese non finanziabili

La Fondazione non sostiene i costi non direttamente con- Causali di non ammissibilità nessi e necessari all’iniziativa finanziata, quali le spe- se di rappresentanza, pubblicità, viaggio, vitto, alloggio, Non sono ammesse all’istruttoria le richieste di contri- oltre che per cachet e personale non dedicato all’ini- buto: ziativa.

Fondazioneinforma 53 Notizie in pillole a cura di Enrica Fulcheri

RADIOGRAFIA IMMOBILIARE tro 1,383 milioni della Germania e 912mila della Spagna); ma Alla fine del 2010 sono risultate oltre 67 milioni le unità im- si trova in coda per la percentuale di occupazione femmini- mobiliari accatastate in Italia, 6,4 milioni in più rispetto a cin- le. Nel nostro Paese una donna su due non lavora. Per la pre- que anni prima. L’aumento è stato censito dall’Agenzia del cisione, il tasso di inattività femminile in Italia è del 48,9%, Territorio, che ha registrato 32,9 milioni di abitazioni (+6,7%), quindi superiore di oltre 13 punti al 35,5% che è la media 24,1 milioni tra negozi e box auto (+13,2%), 1,1 immobili pro- dei 27 dell’Unione europea. Il minimo dell’inattività - 23,3% duttivi (+30,2%) e, fra l’altro, oltre 622mila uffici (+8,8%). Per - si ha in Svezia, ma quote basse si registrano anche in Ger- quanto riguarda specificatamente le abitazioni, l’Agenzia del mania (29,2%), nel Regno Unito (30,6%), in Francia (33,7%) Territorio ne ha contate 11,3 milioni di tipo civile (+11,8%), e Spagna (34,1%). Le italiane tra i 15 e i 64 anni che lavo- 11,8 milioni di tipo economico (+8,2%), 5,6 milioni di tipo rano sono 9,3 milioni, comunque in aumento, a fronte dei popolare (-0,4%), circa 1 milione di tipo ultrapopolare (-12,4%) 13,7 milioni di uomini con un’occupazione. I maggiori tassi e 808mila di tipo rurale (-12,6%), a fronte di 36mila di tipo di occupazione femminile si riscontrano nelle regioni setten- signorile (+1,5%), 2,1 milioni di villini (+14%), 34mila ville trionali (62,9% nella provincia di Bolzano, 60,3% in Valle d’Ao- (+2,2%) e 2.463 fra castelli e palazzi di eminenti pregi arti- sta, 59,9% in Emilia Romagna, 55,8% in Lombardia e in Pie- stici o storici. Il catasto, al quale non erano ancora censiti 2,6 monte, 55% in Liguria); al contrario i tassi minori sono de- milioni di immobili (+19%), nel quinquennio 2006-2010 ha nunciati dal Sud, a partire dalla Campania (25,7%) e dalla “promosso” d’ufficio quasi 300mila abitazioni dalle fasce più Sicilia (28,7%). A livello di città, la maglia nera spetta a Na- povere – case popolari, ultrapopolari e rurali – alle categorie poli, dove tre donne su quattro sono fuori dal mercato del la- A/3 o A/2, con conseguenti benefici per il fisco. voro. E pensare che se l’Italia passasse dal dato attuale di oc- cupazione femminile (46,1%) al 60% indicato come obietti- IL BALZO DELLA COREA vo dalla Ue, il Pil nazionale aumenterebbe del 7%, tanto quan- I paradisi delle imprese restano sempre quelli: Singapore, Hong to è stato ottenuto dall’intero Paese dal 1998 al 2010. Kong, Nuova Zelanda, Usa e Danimarca. Questi cinque Pae- si sono risultati, anche nel 2011, ai primi cinque posti della MAXI IMPRESE: ASIA AL TOP graduatoria stilata dalla Banca Mondiale sulla base della fa- Delle dieci aziende che hanno più personale cinque sono ci- cilità o meno di fare impresa, tenendo conto di diversi fatto- nesi, tre statunitensi, una indiana e una è di Taiwan. A di- ri, quali il rispetto dei contratti, il pagamento delle tasse, l’ac- chiarare il maggior numero di dipendenti è l’americana Wal- cesso al credito, la tutela degli investitori, le procedure falli- Mart (2,1 milioni), che opera nella grande distribuzione ed è mentari, la burocrazia e così via. A completare la top ten 2011 seguita dalla McDonald’s (1,7 milioni), anch’essa con la ban- sono, nell’ordine, Norvegia, Regno Unito, Corea del Sud, che diera a stelle e strisce e leader nel fast-food. Sul terzo gradi- ha guadagnato sette posizioni in un anno, Islanda e Irlanda. no del podio si trova la prima asiatica: China National Petro- L’Italia è ancora scivolata indietro, piazzandosi all’ottantaset- leum (1,67 milioni), che precede un’altra cinese, la State Grid tesimo posto, quattro sotto, sui 183 assegnati, così da farsi Corporation (1,56 milioni), attiva nel settore dell’elettricità. Quin- precedere persino da Zambia e Mongolia. Tra le maggiori dif- ta è l’indiana Indian Railways (1,4 milioni), settore ferrovia- ficoltà a fare impresa nel Bel Paese spiccano i ritardi e i co- rio, davanti al China Post Group (0,86 milioni), servizi posta- sti della giustizia civile (41 procedure e, in media, 1.210 gior- li. Seguono, rispettivament: Hon Hai Precision Industry (0,84 ni per ottenere il rispetto dei contratti), i pagamenti delle tas- milioni), sede a Taiwan e grande dell’elettronica, la petrolife- se (15 operazioni all’anno, 285 ore e un’aliquota totale effet- ra cinese Sinopec Group (0,64 milioni), la statunitense USPS tiva pari al 68,5% dei profitti), i tempi e le modalità per per- (0,63 milioni) servizi postali, e, al decimo posto, China Tele- messi di costruzione o per allacci alle reti energetiche. com, con poco meno di mezzo milione di dipendenti. Tra le maggiori dieci imprese per numero di addetti, pertanto, non UN PARADOSSO TRICOLORE figura alcuna europea, la prima delle quali è la francese Car- Paradossi tricolori. L’Italia ha il primato europeo per numero refour, grande distribuzione, con 471mila dipendenti, che val- di imprenditrici e di lavoratrici autonome (1,531 milioni con- gono proprio la undicesima posizione mondiale.

54 Notizie in pillole QUANTO RENDE L’AUTO milioni di pensioni di vecchiaia; al Sud 678mila pensioni di Attraverso l’automobile, nel 2010 il fisco italiano ha incassato anzianità e 1,448 milioni di pensioni di vecchiaia. Quanto al- 67,8 miliardi di euro, l’1,2% più che nel 2009. A evidenziar- le pensioni di invalidità l’Inps ne distribuisce 1,221 milioni al lo è stata l’Anfia, l’associazione nazionale dei costruttori del set- Sud, 983mila al Nord e 579mila al Centro. tore, la quale ha calcolato che quella somma, pari al 16,6% di tutte le entrate tributarie dell’anno, corrisponde a una spe- IN CALO I REATI sa di 1.395 euro per ciascuno dei proprietari dei 48,6 milio- Criminalità in calo, ma meno che negli ultimi anni. Nel 2010, ni di veicoli in circolazione nella Penisola (36,7 milioni sono sono stati denunciati 2,6 milioni di reati, lo 0,4% in meno ri- autovetture). L’Anfia ha precisato che il fisco ha ricavato 30,39 spetto al 2009, che invece aveva fatto segnare una diminu- miliardi di euro dai carburanti, 10,6 miliardi dall’Iva su ma- zione del 3% sul 2008, a sua volta in contrazione del 7,5% nutenzioni e riparazioni, 7,5 miliardi dall’Iva per l’acquisto di rispetto al 2007, quando appunto erano stati 2,93 milioni i autoveicoli, 6,6 miliardi dalla tassa di possesso (bollo auto), reati denunciati a una delle Forze destinate a tutelare la po- oltre 4 miliardi dai premi assicurativi, 1,4 miliardi dai pedag- polazione e i suoi beni. Dall’analisi dei dati di Polizia, Cara- gi autostradali, 5,2 miliardi da parcheggi e contravvenzioni e, binieri e Guardia di Finanza, emerge che è quella di Milano fra l’altro, 1,1 miliardi dall’Ipt-Imposta provinciale di trascrizione. la provincia che ha denunciato nel 2010 sia il maggior nu- Dei 36,7 milioni di vetture che costituiscono il parco circolan- mero di delitti (275.414) sia la loro maggiore densità (6.948 te in Italia, 5,8 milioni si trovano in Lombardia, 3,8 milioni nel per ogni centomila abitanti). Per quantità Milano ha prece- Lazio, 3,4 milioni in Campania, 3,1 milioni in Sicilia, 2,9 mi- duto Roma (237.935), Torino (150.806), Napoli (125.539) e lioni in Veneto, 2,8 milioni in Piemonte, 2,7 milioni in Emilia (63.276); per densità, invece, Rimini (6.589 reati de- Romagna, 2,4 milioni in Toscana, 2,3 milioni in Puglia. La Li- nunciato ogni centomila abitanti), Torino (6.564), Bologna guria ha un parco di poco superiore alle 840mila vetture. (6.428) e Genova (6.121). In particolare, Genova ha avuto il record nazionale di borseggi (667,1 denunce ogni 100mila CHI HA PIU’ REDDITO abitanti) e Lucca quello dei furti in casa, mentre Catania ha E’ il Qatar che batte tutti per reddito pro-capite. Al Paese ara- primeggiato per i furti di auto, Napoli per truffe e frodi infor- bo, infatti, viene attribuito un reddito annuale medio di 88.222 matiche, oltre che per rapine e per scippi. dollari per abitante, a fronte degli 81.466 dollari di ogni lus- semburghese e i 56.694 del cittadino di Singapore. Questo A MODENA BICI DA RECORD terzetto d’oro precede la Norvegia (51.959 dollari pro capi- Che sia Modena la città italiana con più chilometri di piste ci- te), il Brunei (48.333) e gli Emirati Arabi Uniti (47.439). Su- clabili (190) forse non sorprende, mentre può stupire che la bito dopo vengono gli Usa (46.860 dollari all’anno), Hong Kong piazza d’onore in questa graduatoria virtuosa per l’ambiente (45.944), Svizzera (41.950) e Olanda (40.973). Un reddito sia stata conquista da Torino, salita a 175 chilometri, 20 più pro capite di poco inferiore ai 40.000 dollari può essere van- di Reggio Emilia. A ruota del terzetto di testa si collocano Pa- tato da Australia, Austria e Irlanda. E l’Italia? Con i suoi 29.480 dova (138 chilometri), (118), Bologna (117), Roma dollari risulta ventinovesimo. (115) e Parma, l’ultima sopra il livello dei 100 chilometri. Chiu- dono la graduatoria delle dieci città con più piste ciclabili Ra- DOVE VANNO LE PENSIONI venna (94 chilometri) e Ferrara (90). Tra l’undicesima (83 chi- Nel Bel Paese, il più anziano dal punto di vista demografico lometri) e la ventesima posizione (52) si collocano Venezia, dopo il Giappone, con sole 26 persone in attività lavorativa Milano e Firenze, mentre nelle dieci successive (da 50 a 36 (20-64) per ogni cittadino con più di 65 anni, l’Inps eroga ogni chilometri) figurano Piacenza, Bolzano e , Lecce, Vi- mese quasi quattro milioni di pensioni di anzianità, per due cenza, Cuneo e Pavia. terzi concentrate nelle regioni del Nord. E se la Lombardia è la regione che riceve più pensioni di anzianità in termini as- soluti (poco meno di un milione) è invece il Piemonte a pre- sentare il primato nazionale in termini relativi con 100,2 as- segni mensili Inps ogni mille abitanti, rispetto ai 92 dell’Emi- lia Romagna e i 91,7 appunto della regione con Milano ca- poluogo. Le altre regioni che più beneficiano delle pensioni di anzianità sono il Friuli-Venezia Giulia (84,9 ogni cento abi- tanti), il Veneto (79,9) e il Trentino-Alto Adige (74,7). Sopra la media nazionale – 63,2 assegni di anzianità ogni mille abi- tanti – si trovano anche Marche, Toscana, Valle d’Aosta, Li- guria (69,2) e Umbria. In totale, l’Inps eroga al Nord 2,461 milioni di pensioni di anzianità e 2,767 milioni di pensioni di vecchiaia; al Centro circa 693mila pensioni di anzianità e 1,054

Notizie in pillole Impressioni di Liguria

L’ EUPHORBIA vi e ramificati. Nei mesi caldi esplode in fioritura gialla, ma se la incidi sputa un latte urticante e velenoso. L’Euphorbia L’Alta via del Golfo, soave panoramica che segue il crinale racchiude oltre 1700 specie di piante, originarie di tutto il mon- del Golfo di La Spezia da una punta all’altra, si attarda su sen- do, la bellissima Euphorbia Pulcherrima è la nostra Stella di tieri tortuosi fra terrazzamenti, orti e giardini, scopre “crose” Natale. dell’entroterra spezzino, asseconda valli e dorsali da Porto Ve- Tenace e resistente, ligure, cresce rapidamente, non teme nere a Bocca di Magra. Sulla dorsale montuosa, rotta in pre- parassiti, abita terreni marginali, sabbiosi e poveri, vive a qual- cipizi verso il mare aperto e sinuosa sul Golfo di La Spezia, siasi temperatura sopra allo zero, sia pieno sole od ombra, in grossi cuscini gialli si svela l’Euphorbia, proprio sul crina- necessita di pochissima acqua. Nella medicina popolare di le ventoso dove osano solo ulivi contorti e arbusti stentati. Brasile, India, Indonesia, l’Euphorbia, benchè tossica, è con- Lungo le falesie del Muzzerone e sull’isola Palmaria, dove le siderata un rimedio contro tumori, verruche, asma, tosse, mal rocce si colorano di cronologie dalle antiche alle giovani, la d’orecchi, nevralgie, reumatismi, mal di denti e persino la leb- vegetazione da macchia mediterranea di pini, leccio, roverella, bra. Anche Sbarbaro dalla sua tenacia restò stregato, da “Tru- lentisco, corbezzolo, si fonde con la macchia ad Euphorbia cioli” un’immagine che trascende il tempo reale, nell’atmo- fino alle scogliere più vicine al mare. In ambienti “ostili” do- sfera d’incanto primordiale della nostra Liguria: “Il treno ca- ve il territorio era coperto da boschi di querce fino al Medioevo, rico di sonno, ovattato, che si istrada da sé (..), Sbucato in l’Euphorbia spinosa ligustica verdeggia su rupi e litorali in ce- quest’alba, di colpo, senza scossa, v’è fermo (..) rattiene an- spugli visibili dai sentieri costieri. che il fiato; preso da incanto. Lo accoglie un mondo intatto: Euphorbia, dal nome del greco Euphorbus, medico personale macigni si barricano quassú di spini; divincolano di euforbie, di Giuba II, che ne utilizzava il lattice nelle sue pozioni. Il so- occhiute di ventose, gonfie di un latte che scortica. Proteg- vrano denominò la pianta in suo onore, in un trattato che scris- gono una nascita: là un mare giovane tocca con stupore una se per illustrarne le virtù terapeutiche. spiaggia, vagheggia, discosto un mazzo di tetti rorido, un bor- L’Euphorbia ha portamento a cespo con fiori ridotti raggrup- go neonato. Su tutto è sospeso un primordiale silenzio. L’a- pati in un fiore centrale pistillato e steli striscianti con fusti bre- ria punge di brina e d’aromi. Il sole la prima volta vi leva (..)”.

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