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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI VERONA DIPARTIMENTO DI CULTURE E CIVILTÁ SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA INTERATENEO IN STORIA DELLE ARTI DOTTORATO DI RICERCA IN BENI CULTURALI E TERRITORIO CICLO XXVIII Matr. 375225 Sulle tracce dei Vecellio. La famiglia, la bottega, gli affari, i contesti; e la storiografia cadorina S.S.D. L-ART/02 Coordinatore: Prof. Silvino Salgaro Tutor: Prof.ssa Loredana Olivato Co tutor Prof.ssa Paola Lanaro Co tutor Prof. Lionello Puppi Dottorando: Dott.ssa Letizia Lonzi Quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – non commerciale Non opere derivate 3.0 Italia . Sulle tracce dei Vecellio. La famiglia, la bottega, gli affari, i contesti; e la storiografia cadorina – Letizia Lonzi Tesi di Dottorato Verona, 1 febbraio 2017 Indice generale Tavola delle abbreviazioni p. 3 Introduzione p. 7 1. I Vecellio nella storiografia cadorina: da Cesare Vecellio a Celso Fabbro 1.1. Le fonti per la storia cadorina p. 12 1.2. Le fonti coeve p. 19 1.3. Le fonti seicentesche p. 23 1.4. A cavallo tra Sette e Ottocento p. 29 1.5. Le fonti ottocentesche p. 67 2. Celso Fabbro, la vita e le opere 2.1. Una vita dedicata a Tiziano Vecellio p. 93 2.2. Una felice rete di corrispondenti e amici p. 106 2.3. Notizie inedite o annotazioni ignorate tratte dalla Silloge p. 115 2.4. Per una bibliografia di Celso Fabbro p. 154 3. Un fondo romano ad oggi trascurato e alcuni documenti vecelliani inediti 3.1. Gli zii paterni di Tiziano e i rapporti con Venezia e le alte cariche p. 175 3.2. Radicati rapporti dei cadorini con Brescia p. 179 3.3. La patente di notariato di Toma Tito Vecellio ritrovata p. 184 3.4 Echi cadorini della pace siglata nel 1530 p. 192 3.5. Peripezie e viaggi – al seguito di Tiziano – tra Mantova, Bologna, Roma e Venezia p. 194 3.6. Lettera di Jacomo da Udine al fratello Simon de Janesio di Tolmezzo chirurgo salariato in Cadore, del 19 giugno 1532 p. 199 3.7. Una lettera inedita di Pomponio Vecellio a Tito Vecellio [1544 ca.] p. 202 3.8. Un autografo di Pomponio Vecellio ritrovato p. 206 3.9. I Vecellio e il legname. Indizi di un commercio che affiorano da una lettera inedita di Francesco Vecellio a Toma Tito del 15 aprile 1544 p. 210 3.10. Notizie da Chioggia p. 237 3.11. Documenti riguardanti varie commissioni affidate a Tiziano negli anni 1566 e parti del Consiglio (1570/ 1556/1567/1590) p. 241 1 3.12. L’unica copia coeva nota del Diploma con cui Carlo V elevò Tiziano a Conte Palatino p. 245 3.13. Storia del casato Vecellio p. 248 3.14 Documenti relativi a Tiziano Vecellio detto l’Oratore p. 250 Elenco delle illustrazioni p. 259 Ringraziamenti p. 263 Indice analitico p. 264 Bibliografia p. 280 Appendice I: albero genealogico della famiglia Vecellio 2 Tavola delle abbreviazioni Archivi e biblioteche AAUd = Archivio Arcivescovile, Udine ACA = Archivio Comunale, Auronzo di Cadore ACASM = Archivio Chiesa Arcidiaconale di Santa Maria Nascente, Pieve di Cadore ACC = Archivio Antico Comune, Conegliano ACCC = Archivio Comunale, Calalzo di Cadore ACPVe = Archivio Curia Patriarcale, Venezia ACV = Archivio Comunale, Valle di Cadore AMCC = Archivio Magnifica Comunità di Cadore, Pieve di Cadore ASBl = Archivio di Stato, Belluno APC = Archivio Chiesa Parrocchiale, Calalzo di Cadore APV = Archivio Chiesa Parrocchiale, Valle di Cadore APVe = Archivio Chiesa Parrocchiale, Venas di Cadore ASFi = Archivio di Stato, Firenze ASMn = Archivio di Stato, Mantova ASNa = Archivio di Stato, Napoli ASPe = Archivio di Stato, Pesaro ASTv = Archivio di Stato, Treviso ASVe = Archivio di Stato, Venezia ASVr = Archivio di Stato, Verona ASVV =Archivio Storico comunale, Vittorio Veneto AVBl = Archivio Vescovile, Belluno BBUd = Biblioteca Bartoliniana, Udine BBVi = Biblioteca Civica Bertolina, Vicenza BCBl = Biblioteca Civica, Belluno BCC = Biblioteca Civica, Conegliano BCL = Biblioteca Civica, Lendinara BCPd = Biblioteca Civica, Padova BCTv = Biblioteca Civica, Treviso 3 BNCFi = Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze BNCRm = Biblioteca Nazionale Centrale, Roma BSC = Biblioteca Storica Cadorina, Vigo di Cadore BSVV = Biblioteca del Seminario Vescovile, Vittorio Veneto FCTv = Fondo Coletti, Fondazione Benetton, Treviso ISBREC = Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea, Belluno TLA = Tiroler Landesarchiv, Innsbruck 4 Tav. I. Venanzio Donà, Il Cadore, XIX secolo 5 “Settimo et ultimo quando non fossero bastati le cagioni di sopra allegate come in vero sono, ecco che si fa innanti et ciò chiede la virtù della vostra infinita pietà et clemenza: il cui ritratto fatto non col pennello et colori di Tiziano ma con le nostre opere promette conservarvi chiari et famosi in terra et poi beati et felici in cielo.” Baldassarre Pilotti, Supplica, 1560 AMCC, b. 10, c. 134r. (inedita)1 1 Si tratta del settimo e ultimo punto di una supplica del 1560 che Baldassar Pilotto di Vigo di Cadore rivolge al Consiglio della Magnifica Comunità di Cadore per poter fabbricare una stua sul fiume Piova in modo da poter condurre agevolmente il legname. Far riferimento a Tiziano, in qualità di pittore, e alla sua maestria negli atti cadorini coevi è fatto alquanto raro, ma è altrettanto esemplare della consapevolezza di almeno uno dei conterranei di Tiziano delle qualità del pittore. Una sorta di orgoglio patriottico e di espressione di identità cadorina, come se vantando il nome di Tiziano potesse essere un punto a favore in una richiesta fatta all’istituzione rappresentativa del Cadore: la frase estrapolata è però l’unico accenno diretto ed esplicito all’arte del Maestro espresso dai cadorini i quali nei documenti ufficiali - è bene ricordare - non fecero mai cenno alla grandezza del Maestro neppure in occasione della sua morte avvenuta nel 1576. Vista l’attinenza con argomenti che verranno trattati nella tesi si riporta, per completezza, l’intera supplica: "Humilmente dimando da questo Magnifico Consiglio come patrone assoluto dil tutto che mi sia concessa licenza di poter fabricare una stua già cominciata sul fiume della Piova in luogo ditto Rimauto, costatando appresso che conduca non solamente le legne tagliate ma anchora quelle che si tagliarono del boscho di Rimauto cioè tante quante bastarono a pagare il debito, et promessa fatta al clarissimo messer Michiel Malipietro gentilhomo vinitiano: perché non portaria la spesa far una stua di si grande importanza per quel poco di taglio che è stato fatto fin hora. Questa qua che dimando credo che non mi sarà negata da voi benigni signori per le ragioni sottoscritte et altre che in tal materia si porriano allegare. Primo che per il passato molti si terrieri, come forestieri hanno tagliato boschi, fabricato stue, risine, sieghe, molini et simili altri edificij senza dimandar licenza al suo superiore. Secondo che per il taglio di tai boschi et fabriche come di solo fatte quei tali che hanno tagliato et fabricato no hano riportato dano ne tarra alcuna anzi hano sempre ottenuto gran cortesia et diligenza da questo magnifico Consiglio. Terzo che il loco del taglio non apporta danno ne giudizio ad alcuna persona essendo loco mirabile et che non può esser commirato per vizza di fuoco. Quarto che mi obbligo non solamente far ripari e tutto quello promissioni che saranno necessarie per indoennita di qualunque edificio ma anchora mi offerisco sottogiacer a ogni dano che porria intravvenir per tal causa et pagar quella tansa honesta che parerà alla sp.ta v. per conto del boscho tanto più chel comune di Lorenzago assurto interessato goda et possiede vizza di foia abastanza di uno 2,3,4,5 et più communi cioè Lozzo, Domege, Vallisilla, Grea, Pieve, Sottocastel, Tai, Nibbiù et Valle con grandissimo commodo di esso comun di Lorenzago. Quinto che tal legne sono state promesse al sudetto Magnifico Malipiero per scaldar sua Mag.tia quale si è scaldata anzi è divenuto fiamma e fuoco per diffender et conservar le iurisdittioni et libertà: quali legne hanno a esser anco in commodo et beneficio di tutta la città di Venetia. Sesto io appresento alle Signorie Vostre la mia fede scolpita in fronte di me et de i miei figliuoli et di tutta casa mia et dimostrata ne i vostri pubblici maggiori giorno e notte non solamente con la perdita de le mie facultade ma anchora della propria vita; il quale nome di fede si come e di grande eccelenza, così è degno del favore di tutti. 6 Introduzione Il compianto Ennio Concina, di cui purtroppo gli studi pionieristici di interesse cadorino non sono stati conosciuti, utilizzati e apprezzati per quello che meritano, auspicava una più articolata ricerca ai fini di una compiuta conoscenza del ruolo svolto dai Vecellio a svariati livelli di coinvolgimento (privato, familiare, di attività artistica, di commercio di legname, di speculazione terriera) nell’ambito della storia cadorina tra Cinque e Seicento. Le pagine che seguono vorrebbero costituire una risposta soddisfacente a questo invito, che ovviamente comportava un impegno di ricerca non agevole, per non dire tout court gravoso, a causa della intervenuta diaspora dei documenti e della loro dispersione, non unicamente presso le sedi canoniche del territorio cadorino ma anche presso i più disparati archivi e biblioteche anche extra regionali. Si è potuto così raccogliere e mettere in ordine una congerie impressionante di materiali in gran parte inediti e illuminanti per le vicende di una famiglia, ovvero quella dei Vecellio, tenacemente proiettata a garantirsi un ruolo egemone nella patria cadorina. Di tale dinamica stirpe si sono, in questo modo, potuti mettere in chiaro gli aspetti relativi alle attività dei suoi esponenti più determinati e impegnati a cominciare dal più noto Vecellio per eccellenza, Tiziano, non soltanto in quanto organizzatore di una bottega pittorica quanto mai efficiente e disponibile, nel momento in cui diveniva il punto di riferimento per Sovrani come Carlo V e Filippo II e principi italiani, ma anche uomo capace di mantenere e di tramandare nei secoli un ruolo egemone e di lungo respiro nell’ambito del territorio d’origine e di appartenenza.