Tiziano Vecellio in Mostra: Un Percorso Attraverso Alcune Grandi Mostre Internazionali (1935-2013)

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Tiziano Vecellio in Mostra: Un Percorso Attraverso Alcune Grandi Mostre Internazionali (1935-2013) Corso di Laurea magistrale in Economia e Gestione delle Arti e delle attività culturali Tesi di Laurea magistrale Tiziano Vecellio in mostra: un percorso attraverso alcune grandi mostre internazionali (1935-2013) Relatrice Prof.ssa Valentina Sapienza Laureanda Giulia Lazzarelli Matricola 871959 Anno Accademico 2019 / 2020 Indice Introduzione .................................................................................. 3 Capitolo I. La nascita della moderna museografia ................... 8 I.1. Il dibattito internazionale sulla museografia ................................................................................. 8 I.2. La Conferenza di Madrid, 1934 : Muséographie, architecture et aménagement de musées d’art. ............................................................................................................................................................... 16 Capitolo II. Tiziano in mostra .................................................. 21 II.1. La Mostra di Tiziano, 1935 ......................................................................................................... 21 II.2. Venezia-Washington 1990 ........................................................................................................... 42 Capitolo III. Le mostre tizianesche del XXI secolo ................ 63 III.1. Dal 2003 al 2007 .......................................................................................................................... 63 III.2. L’ Ultimo atto di Belluno .......................................................................................................... 78 III.3. La «sensualità della pittura» tizianesca .................................................................................. 104 III.4. Alle Scuderie del Quirinale ...................................................................................................... 126 Conclusione ............................................................................... 152 Indice fotografico ..................................................................... 156 Bibliografia ............................................................................... 158 Sitografia ................................................................................... 167 1 2 Introduzione «Tizian, ch’onora non men Cador che quei Venezia e Urbino»1. Con queste parole viene lodato il pittore Tiziano Vecellio dal poeta Ludovico Ariosto nel canto XXXIII del suo Orlando furioso. Con la frase: «pur essendo universale, Tiziano appartiene tutto intero a Venezia»2, Nino Barbantini apre il catalogo della prima mostra monografica realizzata in onore di questo grande artista, avvenuta nelle sale del palazzo veneziano Ca’ Pesaro, dal 24 aprile al 4 novembre del 1935. Celebrato nei secoli da grandi umanisti e poeti – tra i tanti il sopracitato Ariosto e il caro amico del pittore, il “Divino” Pietro Aretino – Tiziano Vecellio è da sempre stato oggetto di ricerca e di studio approfondito. A partire da Giorgio Vasari che, nonostante la sua visione fiorentino-centrica, nell’edizione giuntina de Le vite de' più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani3 introdusse la biografia e l’operato del maestro veneziano, lodandolo per la sua capacità di far maniera e per l’uso che riusciva a fare del colore definendolo «eccellentissimo pittore»4. All’artista di Pieve di Cadore viene dedicata nel 1935 una prima grande mostra a Venezia – la città che ha visto la crescita, l’ascesa e che accoglie le spoglie di questo grande pittore – allestita nello storico palazzo di Ca’ Pesaro sul Canal Grande. Proprio da questa prima monografica e dalle scelte fatte dal Direttore Eugenio Barbantini si è voluto partire per cominciare a ragionare sul tema di questo lavoro: le mostre tizianesche che a partire dagli anni Novanta del Novecento hanno affollato musei più o meno noti in luoghi molto diversi tra loro, da Parigi a Londra, da Roma a Belluno e Pieve di Cadore o ancora a Vienna. La prima grande esposizione dedicata a Tiziano nel 1935 coincide con un momento di grande fermento nel dibattito internazionale di ambito museografico. Proprio in quegli anni, nasce fra gli storici dell’arte, ricercatori, direttori di musei, architetti la consapevolezza di un bisogno di cambiamento del museo, inteso sia come luogo, sia come istituzione. La società «moderna», che si sta sviluppando ad una velocità incredibile, ha bisogno anche di un nuovo approccio alla cultura che renda partecipi le masse delle novità 1 L. Ariosto, Orlando furioso, canto XXXIII, 1532. 2 Mostra di Tiziano, catalogo delle opere 1935, (Venezia, Ca’ Pesaro, 25 aprile – 6 novembre 1935), a cura di G. Fogolari, Venezia C. Ferrari, 1935, p. 10. 3 G. Vasari, Descrizione dell’opere di Tiziano da Cador pittore, in Le vite de' più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, parte III, volume II, 1568. 4 Ibidem. 3 che si riscontrano nel campo della ricerca prettamente umanistica. Molti Paesi, tra cui l’Italia, comprendono l’importanza di istruire le masse e di avvicinarle allo Stato attraverso la storia e la cultura nazionali, strumenti efficaci per far crescere il consenso e la partecipazione derivanti da un profondo orgoglio nazionale. Il museo cambia così la sua funzione: da luogo d’incontro e di dibattito per soli “addetti ai lavori” – come era stato in tutta Europa fino alla fine del XIX secolo – a mezzo di formazione e istruzione di tutta la popolazione per far conoscere la storia del proprio paese e rafforzare l’identità della nazione. La mostra del 1935 non a caso è slegata da qualunque anniversario della vita di Tiziano e non offre novità nel campo della ricerca. Gli obiettivi sono due: onorare Tiziano Vecellio e mostrare al grande pubblico l’eccezionalità del suo operato, in quanto modello del genio italico, attraverso una grande esposizione che raccoglie gran parte del catalogo del maestro, dalle prime opere fino all’ultima fase di produzione, con la celebre Pietà delle Gallerie dell’Accademia. Nonostante il clima di grande tensione politica, la suddetta mostra risulta innovativa sotto molteplici fronti: in primis sul fronte espositivo, poi su quello della promozione che viene messa in atto e che tocca apici di incredibile modernità, attraverso l’impiego dei nuovi media in rapido e incessante sviluppo in quegli anni (cinema, con i cinegiornali; programmi radiofonici; pubblicità durante gli spettacoli teatrali e persino promozioni sull’acquisto del biglietto ferroviario, anche per i visitatori stranieri). La grande esposizione del 1935 diviene modello da imitare dai curatori successivi, non già per la forte propaganda politica di cui Tiziano viene investito, come tutta l’arte figurativa italiana nel corso del Ventennio. Barbantini è riuscito a riunire tutto il catalogo delle opere del pittore, compresi i disegni, realizzando un’impresa che molti dopo di lui tenteranno. Proprio da questo, in un certo senso, complicato modello – non fosse altro che soffiava abbondante il vento del fascismo – si è voluti partire per andare oltre e dedicarsi alla storia delle esposizioni che molto più vicine a noi, hanno almeno in parte – e vedremo come e quanto legittimamente – riscritto la figura di questo straordinario artista. La mostra allestita nel 19905 presso le sale del Palazzo Ducale di Venezia tenta di inseguire l’exemplum del 1935, con la differenza che nel 1990 vengono celebrati i 500 anni dalla nascita di Tiziano e vengono presentate una serie di novità sul piano della 5 Tiziano (Venezia, Palazzo Ducale, 2 giugno – 7 ottobre 1990), a cura di F. Valcanover, Venezia, Marsilio Editore, 1990; Titian (Washington, National Gallery of Art, 28 ottobre 1990 – 27 gennaio 1991), a cura di D. A. Brown, Venice, Marsilio Editori, 1990. 4 ricerca, nello specifico i risultati tratti da importanti analisi diagnostiche su alcune delle opere tizianesche presenti a Venezia. Per di più la mostra – il cui catalogo ospita saggi di studiosi stranieri – presenta un taglio fortemente internazionale, frutto della collaborazione con la National Gallery of Art di Washington. Dal 1990 al 2013 si succedono numerosi e grandi eventi espositivi, monografici e non, che coinvolgono, sebbene alcuni solo in parte, la comunità scientifica che da anni svolge ricerca su questo maestro. Si continuano a tenere convegni di respiro internazionale per discutere della sua arte e non si esauriscono le pubblicazioni che trattano la sua biografia, la bottega, la fede. Dal 1990 si passa alle maggiori mostre dedicate all’artista dagli anni 2000, analizzando in particolare le mostre internazionali tenutesi dal 2003 al 2007 proprio per dar più ampio spazio al destino internazionale che la parabola espositiva su Tiziano in un certo senso suggerisce. Si sono selezionate tre mostre: una, completamente monografica allestita tra Londra e Madrid nel 20036, il cui intento dichiarato dai curatori è quello di nuovo di realizzare un progetto simile all’esposizione del 1935; la seconda è quella allestita tra Napoli e Parigi, incentrata sull’importanza e il significato del ritratto nella società e nella cultura Cinquecentesche, nel cui titolo campeggia il nome di Tiziano, nonostante il numero di opere esposte sia alquanto esiguo7; l’ultima realizzata quasi contemporaneamente alla mostra Napoli-Parigi, ha luogo presso due grandi musei internazionali: il Kunsthistorisches Museum di Vienna e la National Gallery of Art di Washington. In questa occasione ci si concentra sull’analisi dei- primi trent’anni della pittura veneziana del Cinquecento, mettendo
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