Palazzo Rucellai: Restauro Come Atto Conoscitivo

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Palazzo Rucellai: Restauro Come Atto Conoscitivo Boll.Ing. n.8-9 22-12-2004 11:46 Pagina 3 Palazzo Rucellai: restauro come atto conoscitivo II. Il cantiere di restauro della facciata monumentale (nel precedente numero) II. Il cantiere di restauro degli interni Simonetta BRACCIALI - Carlo SUCCI Dopo una breve premessa storica relativa alla famiglia Rucellai, all’archivio e al palazzo si presentano i lavori di restauro del famoso edificio eseguiti a partire dal 1994 e quelli attualmente in corso, con partico- lare attenzione alla metodologia adottata e ai risultati ottenuti. Parola chiave: Restauro come atto conoscitivo. 6. IL PALAZZO RUCELLAI “… Et credo che m’abbi facto più honore l’averli bene spesi ch’averli guadagnati e più chontenta- Palazzo Rucellai rappresenta uno dei modelli mento nel mio animo. E maximamente delle mu- fondamentali dell’architettura fiorentina del Rina- raglie che io hò facte della chasa mia di Firenze, scimento, la cui importanza non può certo limitar- del luogo mio da Quarachi, della facciata della si all’aver tratto ispirazione dall’antichità classica. chiesa di Sancta Maria Novella e della logia prin- Esso è una chiara testimonianza di come una cipiata nella Vigna dirinpetto alla chasa mia; e an- nuova costruzione modifichi la via, la città, lo spa- chora della chappella chol sancto Sipolcro a simi- zio pubblico. La sua mole, che si sviluppa lungo litudine di quello di Gierusalem del nostro Signore via della Vigna Nuova, e le sue caratteristiche ar- Jesu Christo facta fare in Sancto Branchazio e dè chitettoniche testimoniano ad altissimo livello sia paramenti di brochato d’oro facti in San Brancha- il potere e il prestigio sociale del committente, zio” (A. Perosa, 1960, p. 118). Giovanni Rucellai, che il talento del costruttore, Purtroppo in questo scritto Giovanni cita il Pa- Bernardo Rossellino, nel tradurre il progetto di lazzo solo vagamente, senza fornirci notizie pre- Leon Battista Alberti, così come vuole l’attribuzio- cise sul momento in cui fu costruito e da chi fu ne del Vasari. progettato e realizzato senza specificare l’onere Vasari per primo nelle Vite attribuì all’Alberti il pecuniario (quindi senza alcun riferimento a Leon disegno della facciata, affermando che fece per i Battista Alberti), e inoltre si sottopose per la sua Rucellai “… il modello del palazzo loro, nella realizzazione. strada chiamata la Vigna, e la loggia similmente” La costruzione del palazzo è di data incerta, (G. Vasari, Le vite, 1986, pp. 354-358). perché oltre a non essere contenuta nello Zibal- Lo stesso Giovanni Rucellai, nel suo Zibaldone done quaresimale, mancano documenti relativi quaresimale ricorda ed in alcuni casi descrive gli alle origini dell’edificio, e lo spoglio dell’Archivio di edifici facenti parte del suo “programma edilizio”: Famiglia non ci ha fornito ulteriori informazioni in merito. Comunque, attraverso l’unica fonte sicura per- venutaci, rappresentata dai versamenti dei Rucel- lai al Catasto, si può far risalire al periodo che va dal 1446 al 1451. È certo, invece, che le difficoltà di ampliare la proprietà attraverso l’acquisto delle case adiacenti ne condizionarono il progetto glo- bale, che venne realizzato per fasi: in particolare la ristrutturazione degli spazi interni avvenne in modo indipendente dalla realizzazione della fac- ciata, concepita come abbellimento e rivestimen- to esterno. Giovanni Rucellai, partendo dalla residenza pa- terna posta ad angolo tra via della Vigna Nuova e via dei Palchetti acquistò infatti le case adiacenti per fonderle e realizzare un palazzo degno di rap- presentarlo nella città. Il suo progetto è così illu- strato nello Zibaldone quaresimale: “… soperito a chonperare e’ siti da poter murare che mi sono costi danari assai, perché m’è chon- venuto dare s. 30 per lira oltre la faticha del di- sporre i venditori a vendere (e quasi è stata cho- sa inpossibile), e d’otto chase n’ò fatto una, chè Fig. 64 - Via della Vigna Nuova tre ne rispondevano nella via della Vigna e cinque con Palazzo Rucellai. di drieto” (A. Perosa, 1960, p. 121). 3 Boll.Ing. n.8-9 22-12-2004 11:47 Pagina 4 Fig. 65 - Prospetto del Palazzo su Via dei Palchetti. Fig. 66 - Facciata Monumentale: particolare della porzione intona- cata su Via della Vigna Nuova. La conoscenza di come i lotti di terreno e relati- ve costruzioni furono comprati, sia attraverso l’a- nalisi di documenti notarili riportanti i passaggi di proprietà e le divisioni ereditarie, sia attraverso l’analisi degli atti di compravendita, è essenziale per comprendere le fasi di costruzione del palaz- zo (B. Preyer, 1981, pp. 155-208). Sette case furono acquistate in successione: due fra il 1428 e il 1429, una nel 1431, due nel 1445-1446, la rimanente su via della Vigna nel 1458 e, nel 1467, l’ultima posta nel retro del pa- lazzo, l’ottava gli era pervenuta in eredità dal pa- dre. Le recenti operazioni di restauro al prospetto di via dei Palchetti e al Cortile hanno consentito di Fig. 68 - Elaborato grafico del individuare diverse tessiture murarie, loro sovrap- prospetto su Via dei Palchetti. posizioni, in parziale corrispondenza con le indi- cazioni emerse dai documenti di archivio. È in corso il rilievo dei manufatti architettonici ritrovati sotto la pavimentazione del cortile che ci permet- teranno di individuare meglio le abitazioni prece- denti alla costruzione del Palazzo. Giovanni Rucellai, affinché il palazzo fosse am- mirato in tutta la sua ampiezza, fece abbattere le case di fronte e poi realizzare la loggia e la piaz- za. Il suo intervento fu quindi di tipo urbanistico, perché non si limitò a costruire, ma volle definire un nuovo spazio cittadino. La loggia , che presenta tre archi sorretti da co- lonne e pilastri ai lati, nonché una panca di pietra con spalliera all’interno, simile a quella esterna del palazzo, fu costruita, come scrive lo stesso Rucellai nello Zibaldone quaresimale: “… per ho- nore della nostra famiglia, per aoperarla per le le- tizie e per le tristizie …” (A. Perosa, 1960, p. 20); la sua funzione specifica fu quella di rappresen- tanza della famiglia: vi si esponevano le merci prodotte e vi si curavano gli affari. In occasione del matrimonio di Bernardo Rucellai con Nannina de’ Medici (1466) fu addobbata, insieme alla piaz- za antistante, con arazzi, candelabri, fiori, drappi Fig. 67 - Schema grafico delle abi- di stoffa, come viene accuratamente descritto da tazioni precedenti alla costruzio- Giovanni Rucellai nello Zibaldone. ne del Palazzo. 4 N. 8-9 - 2004 Boll.Ing. n.8-9 22-12-2004 11:47 Pagina 5 Fig. 69 - Facciata Monumentale: Secondo la tradizione culturale, Leon Battista particolare del portone principale Alberti, nel progettare la facciata del palazzo, si di ingresso al Palazzo. preoccupò anzitutto di soddisfare le esigenze ed i gusti del committente, distaccandosi dal modello medioevale e quattrocentesco della casa-fortez- za, per realizzare un’abitazione signorile “ornata leggiadramente di aspetto piuttosto dilettevole che superbo”, ispirata all’antichità romana. Si trattò di realizzare una facciata-immagine capace di esprimere il prestigio dei Rucellai, ma contem- poraneamente di osservare le regole della so- brietà e di evitare l’ostentazione della ricchezza, in ossequio a quell’austerità tipica della classe di potere fiorentina – i mercanti – che nella pruden- za poneva il correttivo all’invidia. La facciata fu, quasi certamente, ideata a cin- que campate con portale centrale, come ipotizza- to durante il restauro del 1965-68 dall’arch. Piero Sanpaolesi, che si basò sul ritrovamento delle pietre angolari del piano terra alla fine della quin- ta campata. Il successivo ampliamento portò le campate ad otto, di cui sette realizzate ed una im- postata. condo l’uso locale, sul tetto fu eretta un’altana aperta, leggermente arretrata per non turbare Il disegno della facciata risulta costruito secon- l’armonia della facciata ed evitare che fosse visi- do i canoni stilistici propri del classicismo. bile dalla pubblica via. La sua immagine d’insieme appare estrema- Palazzo Rucellai, che riprende la tipologia e la mente innovativa, tale da costituire un modello ri- distribuzione degli spazi del palazzo quattrocen- preso in edifici posteriori. Del tutto caratterizzante tesco, con il tipico cortile e loggiato, è costituito al è il paramento lapideo in pietra forte delle cave di suo interno da tre piani fuori terra e uno sotterra- Boboli, lavorato a bugnato piatto e uniforme, che neo, oltre che da due ammezzati e dall’altana. mette in risalto la spartizione ritmica, realizzata sovrapponendo tre ordini diversi, suddivisi da tra- Dall’entrata principale in via della Vigna Nuova beazioni e da lesene con capitelli d’ispirazione si accede ad un androne, con soffitto a volta con classica. Le lesene sono appena percettibili, lunette sorrette da peducci in arenaria, di impron- mentre emergono le trabeazioni decorate con fre- ta classica, che conduce sia alla scala principale, gi artisticamente scolpiti, raffiguranti, al primo pia- sia all’ampio cortile. Quest’ultimo rappresenta il no, imprese araldiche di ispirazione medicea “cuore della casa”, il fulcro attorno al quale ruota (anelli diamantati con piume), al secondo piano la distribuzione interna degli spazi del palazzo. l’emblema di Giovanni Rucellai (la vela con il ven- Presenta una forma quadrangolare, su cui in ori- to in poppa). gine si aprivano tre loggiati, di cui quello del lato est fu successivamente tamponato. Il loggiato sul Il restauro del 1965-68 ha permesso di rilevare lato ovest ha soffitto con volte a crociera, mentre che la suddivisione delle pietre usate per la fac- quello sud, più ampio, ripete il modello del soffitto ciata non corrisponde sempre a quella del suo di- dell’androne. Le colonne monolitiche sono in pie- segno: in particolare su alcuni dei conci sono sta- tra arenaria con capitelli di stile corinzio. te scolpite più bozze. Il costruttore trasse questo modo di procedere certamente dalle tecniche co- Nel prospetto sud del cortile è collocato, entro struttive romane; l’attuazione del progetto com- una ghirlanda, lo stemma araldico dei Rucellai, portò un’ ampia organizzazione del lavoro, per sormontato dal probabile emblema di Giovanni trasportare e sollevare grandi blocchi di pietra.
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