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Palazzo Rucellai: restauro come atto conoscitivo

II. Il cantiere di restauro della facciata monumentale (nel precedente numero) II. Il cantiere di restauro degli interni

Simonetta BRACCIALI - Carlo SUCCI

Dopo una breve premessa storica relativa alla famiglia Rucellai, all’archivio e al palazzo si presentano i lavori di restauro del famoso edificio eseguiti a partire dal 1994 e quelli attualmente in corso, con partico- lare attenzione alla metodologia adottata e ai risultati ottenuti. Parola chiave: Restauro come atto conoscitivo.

6. IL PALAZZO RUCELLAI “… Et credo che m’abbi facto più honore l’averli bene spesi ch’averli guadagnati e più chontenta- Palazzo Rucellai rappresenta uno dei modelli mento nel mio animo. E maximamente delle mu- fondamentali dell’architettura fiorentina del Rina- raglie che io hò facte della chasa mia di Firenze, scimento, la cui importanza non può certo limitar- del luogo mio da Quarachi, della facciata della si all’aver tratto ispirazione dall’antichità classica. chiesa di Sancta Maria Novella e della logia prin- Esso è una chiara testimonianza di come una cipiata nella Vigna dirinpetto alla chasa mia; e an- nuova costruzione modifichi la via, la città, lo spa- chora della chappella chol sancto Sipolcro a simi- zio pubblico. La sua mole, che si sviluppa lungo litudine di quello di Gierusalem del nostro Signore via della Vigna Nuova, e le sue caratteristiche ar- Jesu Christo facta fare in Sancto Branchazio e dè chitettoniche testimoniano ad altissimo livello sia paramenti di brochato d’oro facti in San Brancha- il potere e il prestigio sociale del committente, zio” (A. Perosa, 1960, p. 118). Giovanni Rucellai, che il talento del costruttore, Purtroppo in questo scritto Giovanni cita il Pa- Bernardo Rossellino, nel tradurre il progetto di lazzo solo vagamente, senza fornirci notizie pre- , così come vuole l’attribuzio- cise sul momento in cui fu costruito e da chi fu ne del Vasari. progettato e realizzato senza specificare l’onere Vasari per primo nelle Vite attribuì all’Alberti il pecuniario (quindi senza alcun riferimento a Leon disegno della facciata, affermando che fece per i Battista Alberti), e inoltre si sottopose per la sua Rucellai “… il modello del palazzo loro, nella realizzazione. strada chiamata la Vigna, e la loggia similmente” La costruzione del palazzo è di data incerta, (G. Vasari, Le vite, 1986, pp. 354-358). perché oltre a non essere contenuta nello Zibal- Lo stesso Giovanni Rucellai, nel suo Zibaldone done quaresimale, mancano documenti relativi quaresimale ricorda ed in alcuni casi descrive gli alle origini dell’edificio, e lo spoglio dell’Archivio di edifici facenti parte del suo “programma edilizio”: Famiglia non ci ha fornito ulteriori informazioni in merito. Comunque, attraverso l’unica fonte sicura per- venutaci, rappresentata dai versamenti dei Rucel- lai al Catasto, si può far risalire al periodo che va dal 1446 al 1451. é certo, invece, che le difficoltà di ampliare la proprietà attraverso l’acquisto delle case adiacenti ne condizionarono il progetto glo- bale, che venne realizzato per fasi: in particolare la ristrutturazione degli spazi interni avvenne in modo indipendente dalla realizzazione della fac- ciata, concepita come abbellimento e rivestimen- to esterno. Giovanni Rucellai, partendo dalla residenza pa- terna posta ad angolo tra via della Vigna Nuova e via dei Palchetti acquistò infatti le case adiacenti per fonderle e realizzare un palazzo degno di rap- presentarlo nella città. Il suo progetto è così illu- strato nello Zibaldone quaresimale: “… soperito a chonperare e’ siti da poter murare che mi sono costi danari assai, perché m’è chon- venuto dare s. 30 per lira oltre la faticha del di- sporre i venditori a vendere (e quasi è stata cho- sa inpossibile), e d’otto chase n’ò fatto una, chè Fig. 64 - Via della Vigna Nuova tre ne rispondevano nella via della Vigna e cinque con Palazzo Rucellai. di drieto” (A. Perosa, 1960, p. 121).

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Fig. 65 - Prospetto del Palazzo su Via dei Palchetti.

Fig. 66 - Facciata Monumentale: particolare della porzione intona- cata su Via della Vigna Nuova.

La conoscenza di come i lotti di terreno e relati- ve costruzioni furono comprati, sia attraverso l’a- nalisi di documenti notarili riportanti i passaggi di proprietà e le divisioni ereditarie, sia attraverso l’analisi degli atti di compravendita, è essenziale per comprendere le fasi di costruzione del palaz- zo (B. Preyer, 1981, pp. 155-208). Sette case furono acquistate in successione: due fra il 1428 e il 1429, una nel 1431, due nel 1445-1446, la rimanente su via della Vigna nel 1458 e, nel 1467, l’ultima posta nel retro del pa- lazzo, l’ottava gli era pervenuta in eredità dal pa- dre. Le recenti operazioni di restauro al prospetto di via dei Palchetti e al Cortile hanno consentito di Fig. 68 - Elaborato grafico del individuare diverse tessiture murarie, loro sovrap- prospetto su Via dei Palchetti. posizioni, in parziale corrispondenza con le indi- cazioni emerse dai documenti di archivio. é in corso il rilievo dei manufatti architettonici ritrovati sotto la pavimentazione del cortile che ci permet- teranno di individuare meglio le abitazioni prece- denti alla costruzione del Palazzo. Giovanni Rucellai, affinché il palazzo fosse am- mirato in tutta la sua ampiezza, fece abbattere le case di fronte e poi realizzare la loggia e la piaz- za. Il suo intervento fu quindi di tipo urbanistico, perché non si limitò a costruire, ma volle definire un nuovo spazio cittadino. La loggia , che presenta tre archi sorretti da co- lonne e pilastri ai lati, nonché una panca di pietra con spalliera all’interno, simile a quella esterna del palazzo, fu costruita, come scrive lo stesso Rucellai nello Zibaldone quaresimale: “… per ho- nore della nostra famiglia, per aoperarla per le le- tizie e per le tristizie …” (A. Perosa, 1960, p. 20); la sua funzione specifica fu quella di rappresen- tanza della famiglia: vi si esponevano le merci prodotte e vi si curavano gli affari. In occasione del matrimonio di con Nannina de’ Medici (1466) fu addobbata, insieme alla piaz- za antistante, con arazzi, candelabri, fiori, drappi Fig. 67 - Schema grafico delle abi- di stoffa, come viene accuratamente descritto da tazioni precedenti alla costruzio- Giovanni Rucellai nello Zibaldone. ne del Palazzo.

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Fig. 69 - Facciata Monumentale: Secondo la tradizione culturale, Leon Battista particolare del portone principale Alberti, nel progettare la facciata del palazzo, si di ingresso al Palazzo. preoccupò anzitutto di soddisfare le esigenze ed i gusti del committente, distaccandosi dal modello medioevale e quattrocentesco della casa-fortez- za, per realizzare un’abitazione signorile “ornata leggiadramente di aspetto piuttosto dilettevole che superbo”, ispirata all’antichità romana. Si trattò di realizzare una facciata-immagine capace di esprimere il prestigio dei Rucellai, ma contem- poraneamente di osservare le regole della so- brietà e di evitare l’ostentazione della ricchezza, in ossequio a quell’austerità tipica della classe di potere fiorentina Ð i mercanti Ð che nella pruden- za poneva il correttivo all’invidia. La facciata fu, quasi certamente, ideata a cin- que campate con portale centrale, come ipotizza- to durante il restauro del 1965-68 dall’arch. Piero Sanpaolesi, che si basò sul ritrovamento delle pietre angolari del piano terra alla fine della quin- ta campata. Il successivo ampliamento portò le campate ad otto, di cui sette realizzate ed una im- postata. condo l’uso locale, sul tetto fu eretta un’altana aperta, leggermente arretrata per non turbare Il disegno della facciata risulta costruito secon- l’armonia della facciata ed evitare che fosse visi- do i canoni stilistici propri del classicismo. bile dalla pubblica via. La sua immagine d’insieme appare estrema- Palazzo Rucellai, che riprende la tipologia e la mente innovativa, tale da costituire un modello ri- distribuzione degli spazi del palazzo quattrocen- preso in edifici posteriori. Del tutto caratterizzante tesco, con il tipico cortile e loggiato, è costituito al è il paramento lapideo in pietra forte delle cave di suo interno da tre piani fuori terra e uno sotterra- Boboli, lavorato a bugnato piatto e uniforme, che neo, oltre che da due ammezzati e dall’altana. mette in risalto la spartizione ritmica, realizzata sovrapponendo tre ordini diversi, suddivisi da tra- Dall’entrata principale in via della Vigna Nuova beazioni e da lesene con capitelli d’ispirazione si accede ad un androne, con soffitto a volta con classica. Le lesene sono appena percettibili, lunette sorrette da peducci in arenaria, di impron- mentre emergono le trabeazioni decorate con fre- ta classica, che conduce sia alla scala principale, gi artisticamente scolpiti, raffiguranti, al primo pia- sia all’ampio cortile. Quest’ultimo rappresenta il no, imprese araldiche di ispirazione medicea “cuore della casa”, il fulcro attorno al quale ruota (anelli diamantati con piume), al secondo piano la distribuzione interna degli spazi del palazzo. l’emblema di Giovanni Rucellai (la vela con il ven- Presenta una forma quadrangolare, su cui in ori- to in poppa). gine si aprivano tre loggiati, di cui quello del lato est fu successivamente tamponato. Il loggiato sul Il restauro del 1965-68 ha permesso di rilevare lato ovest ha soffitto con volte a crociera, mentre che la suddivisione delle pietre usate per la fac- quello sud, più ampio, ripete il modello del soffitto ciata non corrisponde sempre a quella del suo di- dell’androne. Le colonne monolitiche sono in pie- segno: in particolare su alcuni dei conci sono sta- tra arenaria con capitelli di stile corinzio. te scolpite più bozze. Il costruttore trasse questo modo di procedere certamente dalle tecniche co- Nel prospetto sud del cortile è collocato, entro struttive romane; l’attuazione del progetto com- una ghirlanda, lo stemma araldico dei Rucellai, portò un’ ampia organizzazione del lavoro, per sormontato dal probabile emblema di Giovanni trasportare e sollevare grandi blocchi di pietra. (galeone con la dea Fortuna che sostiene la vela gonfia di vento); l’insieme, scolpito in pietra sere- Fra le parti più innovative della facciata, an- na, è generalmente ritenuto opera di Bernardo ch’esse derivazioni dirette dall’antichità romana, Rossellino. sono, al piano terreno, i portali a piattabanda, le piccole ed alte finestre quadrate, rifinite con cor- Durante la realizzazione delle opere di restauro nici in pietra; ma soprattutto la “panca di via”, con del cortile, più precisamente quando è stato spalliera a fregio reticolato. Da quest’ultima, ba- smontato il manto di copertura della galleria so- samento del palazzo, si innalzano le lesene fino prastante il loggiato parallelo a via dei Palchetti al marcapiano del primo livello. Ai due piani supe- (lato ovest del cortile), si è potuto verificare che riori si susseguono ordinatamente finestre a bifo- tale copertura era in origine a due falde (così co- ra sormontate da un arco a tutto sesto e incorni- me appare nelle planimetrie dell’arch. Enrico Ro- ciate con bozze di pietre: l’elemento più nuovo è moli del 1863) e non ad una falda, come si pre- l’architrave che unisce gli estremi dell’arco princi- senta attualmente. pale e appoggia sulla colonnina centrale. A coro- Sotto il manto di copertura, nel prolungamento namento del palazzo è posto il cornicione, sorret- della parete sud del cortile, è venuto alla luce un to per mezzo di mensole intervallate da formelle graffito con disegni chiari su fondo scuro, i cui rettangolari e decorate con cornici e rosoni scol- motivi stilistici sono compatibili con un’esecuzio- piti a bassorilievo con motivi floreali. Infine, se- ne nel XV secolo.

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Fig. 70 - Prospetto nord del corti- le prima dei lavori di restauro in corso.

Fig. 71 - Particolare del cortile pri- ma dei lavori di restauro in corso, si può notare nel prospetto Sud il Tondo con scolpito lo stemma araldico della famiglia Rucellai, attribuito a Bernardo Rossellino.

Fig. 72 - Esecuzione dei rilievi du- rante i lavori del 1996 nel cortile.

realizzate verso la metà del ’700, in occasione del matrimonio di Giulio Rucellai con Teresa de’ Paz- zi, quando, oltre che a modifiche interne, furono eseguite pregiate decorazioni artistiche, fra le quali sono da ricordare gli affreschi delle sale del primo piano attribuiti a Gian Domenico Ferretti (1692-1768) e Sebastiano Ricci (1659-1734); quelli delle gallerie assegnati a Giuseppe del Mo- ro (1718-1781) e Gian Domenico Ferretti (1692- 1768), nonché le finte architetture attribuite a Pie- tro Anderlini (1687 - 1755). Dal ’800 fino ai primi del ‘900 furono realizzati altri lavori all’interno del palazzo, concernenti in particolare il prolungamento dello scalone princi- pale, che prima si arrestava al piano nobile. In questo periodo la facciata laterale con finitu- ra ad intonaco, prospettante su via dei Palchetti, fu modificata con l’apertura di un ingresso carra- bile che porta al cortile principale. Anche l’altana, che in origine era aperta, come è rappresentato nelle planimetrie dell’arch. Enrico Nel corso dei recenti lavori particolare attenzio- Romoli del 1863, fu soggetta a modifiche; infatti ne ed accurate indagini sono state dirette alla venne chiusa e soffittata per crearvi un apparta- comprensione della tecnica costruttiva messa in mento (1868). atto. Il quesito più rilevante è nato dal ritrovamen- é in questo ambiente che si sono conservati gli to di catene, di fattura diversa, annegate nelle originari affreschi quattrocenteschi attribuiti a tessiture murarie e nelle volte, che potrebbero es- Paolo Uccello, rappresentanti una Tebaide, un ci- sere spiegate ricorrendo alle teorie architettoni- clo di storie di Giuseppe ebreo, una Apparizione che albertiane. della Vergine a S. Bernardo. Ritrovati negli anni Da un attento rilievo e dall’indagine archivistica ’50-’60 del Novecento, furono distaccati e restau- è risultato che negli oltre 500 anni di vita il palaz- rati e si trovano tuttora nel palazzo. zo ha subito, all’interno, modifiche via via causate Questi lavori di trasformazione e manutenzione dalla necessità di adeguamento a nuove esigen- dell’edificio, svoltosi nel XVIII e XIX secolo, sono ze familiari. largamente documentati dalle ricevute di paga- Veramente rilevanti furono le trasformazioni mento conservate nell’archivio Rucellai.

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Fig. 73 - Rilievo geometrico trami- Il materiale archivistico relativo a questo perio- te restituzione CAD, di porzione do, finora inedito, è stato come tutto il restante ar- del piano terra. chivio inventariato con la supervisione della So- praintendenza competente, ma è tutt’ora oggetto di indagine approfondita a cura dello Studio di Ar- chittettura Bracciali e di esperti del Settore. Fig. 74 - Rilievo geometrico trami- te restituzione CAD, di porzione del piano nobile.

Fig. 75 - Particolare di un affresco al piano nobile raffigurante degli angeli con in mano dei disegni degli edifici che facevano parte del programma edilizio di Giovan- ni Rucellai.

Fig. 76 - Particolare di un affresco al piano nobile raffigurante un cartiglio con rappresentato il Pa- lazzo.

Fig. 77 - Particolare dello scalone che conduce al piano nobile.

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Fig. 78 - Rilievo del piano terra eseguito dall'Arch. Enrico Romoli nel 1863.

Fig. 79 - Piano nobile, prima del restauro del 2002-2003.

Fig. 80 - Piano nobile, prima del restauro del 2002-2003.

Fig. 81 - Piano nobile, particolare della Cappella.

Fig. 82 - Piano secondo, partico- lare del camino.

7. IL RESTAURO DEGLI INTERNI: PIANO TERRA, PIANO NOBILE, ALTANA

Il restauro conservativo della storica facciata sembrava dover esaurire i “grandi” lavori a palaz- zo Rucellai; ma non fu così. Una serie complessa di fatti, alcuni dei quali for- tuiti e completamente imprevedibili, fece sorgere la necessità o convinse dell’opportunità di nuovi interventi sull’immobile. L’altana, il piano nobile, il piano terreno con il cortile e le cantine furono, in successione, l’oggetto di lavori di ampio respiro.

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Fig. 83 - Piano secondo, partico- nerale fu una ristrutturazione dei vari ambienti lare del soffitto. che, permettendo le nuove destinazioni, non in- taccasse in alcun modo i valori storici dell’edificio. La situazione degli interni si presentava però di- versa da quella esterna. Le alterazioni del para- mento lapideo di facciata erano consistite, infatti, in sostituzioni o ricostruzioni imitative, senza far venire mai meno la fedeltà al progetto originario. All’interno, invece, si erano andate sommando, in successione inarrestabile e continua, varie tra- sformazioni che, pur non alterando la struttura originaria d’insieme del palazzo, l’avevano ogni volta segnato. La ricognizione complessiva ha permesso di ri- levare che le modificazioni più importanti si ebbe- ro a partire dalla metà del Settecento, quando a causarle non furono quotidiane esigenze di tipo domestico, ma la volontà di adeguare il palazzo Fig. 84 - Piano secondo, partico- alla mutata concezione di vita che i forti rivolgi- lare della mensola a sostegno di menti storici andavano determinando. una trave del soffitto. Il grande scalone di accesso, i lavori al piano nobile, la sua splendida decorazione Ð innesto di una fastosità che andava affiancandosi alla so- brietà fiorentina - rispecchiano bene la misura in cui i Rucellai recepirono le nuove idee e i profondi mutamenti nella concezione della vita e nelle ma- nifestazioni sociali; al tempo stesso rispecchiano la necessità di adeguarsi ad una Corte nuova e sprovincializzata, quale la dinastia lorenese rap- presentò per Firenze. In quest’ottica di interdipendenza tra dinamica sociale e dinamica familiare si può ben compren- dere come gli eventi storici dell’Ottocento, più traumatici per la città, e assai meno favorevoli di quanto non lo fossero stati quelli del secolo pre- cedente, non mancarono di riflettersi sulle struttu- re di palazzo Rucellai. In questo secolo l’unico in- Obiettivo principale e comune fu l’adeguamento tervento significativo fu il prolungamento dello degli impianti tecnologici ( elettrici, idraulici, di ri- scalone principale dal primo al secondo piano; scaldamento), così da ricreare una generale si- ma, come è facile constatare, si trattò di un’acqui- tuazione di funzionalità e da garantirne la sicurez- sizione di minor portata di quelle settecentesche. za, la vivibilità secondo i canoni attuali e control- Nel Novecento il maggior rilievo è da assegnar- labilità in ogni momento. Secondo obbiettivo ge- si all’intervento di restauro della facciata monu-

Fig. 85 - Altana, prima del restauro del 2001-2003, sullo sfondo gli af- freschi attribuiti al Paolo Uccello.

Fig. 86 - Altana, particolare dell'af- fresco attribuito a Paolo Uccello.

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mentale e dell’altana diretto dall’arch. Piero San- Fig. 87 - Facciata monumentale: paolesi, prima di giungere ai recenti lavori iniziati particolare dell’ingresso dell’atti- vità commerciale posta al piano nel 1994. A caratterizzare questi ultimi sono le terra, dopo i lavori del 1999-2000. nuove metodologie applicate: da una parte quelle tecnico scientifiche che hanno permesso, per quanto riguarda la facciata, di migliorare e cor- reggere i risultati conseguiti negli anni ‘60; dall’al- tra le metodologie della ricerca, svolta contempo- raneamente in aree diverse, esorbitanti dalla di- sciplina architettonica in senso stretto, ma appar- se subito insostituibili per fornire mezzi idonei alla comprensione del manufatto-palazzo. A questo ti- po di ricerca interdisciplinare e alla sua adozione si deve il merito di avere spostato l’attenzione del conservatore (sia teorico, come lo studioso, sia tecnico, come l’architetto) dal particolare all’intero di averlo reso cioè consapevole che il primo non può essere avulso dal secondo e di giungere quindi ad una conclusione che è in piena armonia con il pensiero di Leon Battista Alberti e la sua concezione dell’edificio come organismo unitario. I principali lavori eseguiti, dopo il restauro della facciata, a partire dal 1996 ad oggi sono i se- guenti:

Ð Piano terra e cantine Un’ampia porzione del piano terra del palazzo è stata sede per molti anni di più attività commer- ciali. Ad esse è succeduta nel 1999 una ditta di alta moda che ha rinnovato completamente gli ambienti per adeguarli alle proprie esigenze. Gli interventi più significativi sono stati lo smantella- mento degli arredi, che avevano stravolto la con- Fig. 88 - Particolare della galleria cezione spaziale d’origine; la rimozione dal pavi- in vetro posta all’interno dell’atti- vità commerciale al piano terra, mento del getto di cemento, che ha portato alla realizzata durante i lavori del luce resti di quello antico in pietra, ora rilevati, do- 1999-2000. cumentati e protetti. Si è proceduto in seguito alla messa a norma degli impianti tecnologici e alla realizzazione del nuovo arredamento. La porta d’ingresso del ne- gozio, per evidenti motivi di tutela, non è stata collocata in facciata, ma si è costruito all’interno una galleria di accesso. Le sue pareti in cristallo consentono la comple- ta visione dei tre ampi ambienti che costituiscono il negozio e sono stati riportati all’originale spa- zialità quattrocentesca. Le decorazioni probabilmente ottocentesche del terzo ambiente, nascoste da una scialbatura, sono state portate alla luce in questa occasione; il loro recupero ha permesso di affiancarle a quel- le degli altri due ambienti. L’inserimento della nuova attività ha consentito anche il restauro parziale dell’interrato, che risul- tava ancora in buona parte colmato dal fango del- l’alluvione del 1966. Si è in tal modo recuperata una parte degli am- bienti storici degli edifici che precedettero la co- struzione del palazzo. Con i materiali erratici ritrovati nel sottosuolo da, all’estrema destra della facciata principale, (pietre) si è potuta ricostruire l’antica rampa di ac- nella zona ad intonaco, e quello di un ristorante di cesso per i cavalli di cui il palazzo era dotato. tradizione, in via dei Palchetti Ð hanno permesso Questo intervento di restauro, allo stesso modo di rilevare importanti dati sulla tessitura muraria degli altri due eseguiti con analoghi criteri al pia- delle costruzioni che precedettero palazzo Rucel- no terra del palazzo Ð quello di un negozio di mo- lai e sulla loro sovrapposizione. L’ausilio dei docu-

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spetto di via dei Palchetti, la storica trattoria nel 2003 ha rinnovato i locali riportando gli ambienti alla sua spazzialità originaria. I resti di manufatti architettonici ci hanno permesso di verificare che in questa parte del Palazzo erano collocate le stalle per il ricovero degli animali.

Ð Piano nobile La nuova destinazione del piano nobile, come sede di una scuola di specializzazione post-uni- versitaria americana, ha determinato la necessità Fig. 89 - Cantine prima dei lavori di un intervento, principalmente dell’adeguamen- di restauro del 1999-2000. to e messa a norma degli impianti tecnologici. é da riconoscere alla proprietà il merito di aver concepito un diverso utilizzo di questi ambienti, Fig. 90 - Cantine prima dei lavori da abitazione a scuola, compatibile con il loro va- di restauro del 1999-2000. lore storico-artistico. Fra gli accorgimenti adottati in questa occasione, per la conservazione del prezioso palazzo, è da segnalarsi che la proprietà ha fissato un numero limitato di iscrizioni alla scuola, onde non pregiudicare la statica dell’edifi- cio: come è noto si tratta di un problema fonda- mentale per questo tipo di immobili. L’intervento di restauro al primo piano 2002- 2003 ha potuto solo in minima parte servirsi delle canalizzazioni dei vecchi impianti, sia elettrico che di riscaldamento. Pertanto si è dovuto proce- dere al cauto smontaggio di una fascia di pavi- mentazione lungo il perimetro delle varie stanze. Dietro richiesta della Soprintendenza dei menti archivistici e i lavori all’interrato hanno con- BB.A.A., nel salone sovrastante la volta ribassata sentito di accertare, fra l’altro, che nell’angolo fra del loggiato di piano terra, è stata smontata, per via della Vigna Nuova e via dei Palchetti vi fu un tutta la lunghezza, una fascia di pavimentazione magazzino di carbonaio, alla cui attività si è capi- al fine di individuare il sistema costruttivo e la to di dover ricollegare l’annerimento parziale della causa delle lesioni della volta stessa, e di poterne facciata. Sempre al piano terra, ubicato nel pro- meglio valutare le modalità di consolidamento. La fascia di pavimentazione smontata era in corrispondenza di tre catene trovate in opera i cui capichiave sono stati resi visibili da alcuni saggi eseguiti nel prospetto sud del cortile. L’esame ef- fettuato sull’estradosso della volta a quota del piano primo ha messo in evidenza la presenza di catene della volta ribassata e ha suscitato impor- tanti interrogativi circa il sistema costruttivo di questa parte di palazzo, chiaramente stimolando un confronto con i principi costruttivi riportati nel trattato De re aedificatoria. L’Alberti dichiara che gli archi “ribassati vanno rinforzati con una catena di ferro o con qualcos’altro di equivalente, assicu- rato nei due lati a tratti di muro; tali tratti non do- vranno avere un’altezza inferiore a quanto occor- re per completare il semicerchio di cui l’arco ri- bassato fa parte” (Libro III, cap. XIII, pag. 125). Naturalmente sono in corso indagini e riflessioni per verificare se queste catene sono state effetti- vamente messe in opera nella fase di costruzio- ne, oppure se sono state inserite successivamen- te sempre però con il cantiere in corso, per even- tuali motivi sopravvenuti, forse un terremoto. Con- temporaneamente i lavori di smontaggio della pa- vimentazione del cortile hanno messo in eviden- za un cedimento differenziale delle fondazioni. Questo insieme di dati ci ha portato a concludere Fig. 91 - Prospetto del Palazzo su che la fessurazione della Volta non era dovuta a Via dei Palchetti: particolare del- cause insite nel sistema strutturale ma a cause l’ingresso della storica trattoria. esterne e cioè al cedimento differenziale delle

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Fig. 92 - Particolare dello smon- taggio di una fascia di pavimenta- zione al piano nobile, per l’inseri- Fig. 93 - Esecuzione dei rilievi durante i lavori al piano no- mento del nuovo impianto tecno- bile del 2002-2003. logico (2002-2003).

Figg. 94-95 - Particolare delle catene ritrovate dopo lo smontaggio della pavimentazione al piano nobile (2002- 2003). Fig. 96 - Planimetria di porzione del piano nobile con evidenziate le catene ritrovate sotto la pavi- mentazione e l’intervento alla vol- ta ribassata sottostante (2002- 2003).

Fig. 97 - Elaborato grafico rappresentante il prospetto sud del cortile con evidenziati i capi chiavi sia delle catene ri- trovate, che quelle nuove inserite durante l’intervento del 2002-2003.

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Figg. 98-99 - Particolare delle ca- Lo stemma è composto da una lastra circolare tene ritrovate nel prospetto Sud e da 5 elementi che formano la ghirlanda intorno. del cortile. Preme evidenziare che questo distacco, avve- nuto previa velinatura delle zone più fragili, ha per- messo di comprendere meglio la struttura della volta in quanto nell’estrarre gli elementi della ghir- landa si è constatato che la sistemazione attuale dello stemma è dovuta a un rimontaggio causato dalla necessità dell’inserimento di una catena nel- la volta retrostante la zona ove è collocato. Una parte della ghirlanda appare meglio con- servata e scolpita da altra mano. Gli esperti con- venuti sono stati concordi nel valutare l’elemento come frutto di un antico rifacimento. Il festone è apparso in cattivo stato di conserva- zione a causa del ruscellamento delle acque me- teoriche, mentre nello stemma sono ancora leggi- bili tracce di colore oro ed azzurro. La pulitura di quest’opera scultorea è avvenuta con un apparecchio laser utilizzato per i manufatti lapidei, presso il laboratorio dell’Opificio delle Pietre Dure che ne ha consigliato il ricovero all’in- terno del palazzo per ragioni di tutela. Si pensa quindi di collocare nel cortile una co- pia.

Ð Altana Fra gli interventi di maggior rilievo all’interno del palazzo va menzionato il restauro dell’altana. In- torno al 1960 l’arch. P. Sampaolesi e l’arch. N. Rucellai iniziarono i lavori all’altana con il proposi- to di ritrovarne la spazialità architettonica origina- ria, intervento che aveva interessato soprattutto la zona prospiciente il loggiato, sul prospetto di via della Vigna Nuova. Recentemente, nel 2001 è stato ripreso l’identico obbiettivo di recupero delle dimensioni originarie, si è proceduto all’elimina- zione delle maggiori alterazioni, dovute ad arbi- trarie suddivisioni in piccoli vani e ripostigli. Sono stati inoltre eseguiti interventi ad altri ap- partamenti presenti nell’interno del palazzo inter- Fig. 100 - Particolare dello stem- fondazioni. Constatato tale quadro fessurativo e venti (tesi al recupero della spazialità originale e ma araldico della famiglia Rucel- stabilitane la causa si è ritenuto di estendere a alla messa in opera degli impianti tecnologici), in- lai Ð attribuito a Bernardo Rossel- lino Ð durante la fase del distacco tutto il cortile indagini diagnostiche più approfon- terventi che hanno fornito ulteriori dati conoscitivi. eseguito nel 1996. dite, nonché di puntellare l’intera volta ribassata. Si è poi eseguito un intervento che ripristina la suddetta continuità perduta tramite: 8. IL QUADRO FESSURATIVO DEL PALAZZO Ð applicazione, a contatto con la catena, di ma- E IL CANTIERE DI RESTAURO Fig. 101 - Particolare della sede DEL CORTILE PRINCIPALE dove era collocato il Tondo, attri- teriale colabile che rimanga elastico nel tempo, in modo da assecondare la normale dilatazione con buito a Bernardo Rossellino - si A seguito del quadro fessurativo sono state in- può notare nella parte retrostante variazione della lunghezza della catena, dovuta del Tondo la presenza di una ca- ad effetti termici; dividuate verifiche strutturali consistite in: tena. Ð sigillatura della fessurazione posta in luce in Ð indagini con ultrasuoni, prove di carico su ca- estradosso con materiale espansivo e operando tene ed endoscopio; sulle superficie in intradosso della volta, zeppatura Ð indagini sulle vibrazioni con particolare riferi- della fessurazione mediante cunei di legno duro, mento al traffico veicolare presente in via della Vi- con ripristino dell’intonaco e della tinteggiatura. gna Nuova, A seguito di queste lesioni, nella volta e nel pro- Ð indagini deformometriche e inclinometriche; spetto sud, è intervenuto nel 1996 l’Opificio delle Ð indagini, con georadar, alla volta ribassata e Pietre Dure per distaccare dal prospetto sud del alla base delle colonne del cortile. cortile principale il tondo attribuito a Bernardo Nel mese di giugno 2001 sono state installate, Rossellino. ai vari piani, una serie di basi di misura per incli- Tale distacco è stato reso necessario dalla pre- nometro e per deformometro, come è evidenziato senza di un evidente deterioramento. nella pianta del piano terra e del piano primo.

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Lo scopo era di effettuare una serie di indagini Al fine di valutare le caratteristiche delle opere Fig. 102 - Particolare del prospet- per la valutazione dei danni, dovuti alle vibrazioni fondali delle colonne sono state eseguite delle in- to Sud del cortile durante i re- stauri del 1996. del traffico o a cause da individuare. Per quanto dagini endoscopiche che hanno evidenziato co- riguarda le vibrazioni dovute ai veicoli sono stati me le fondazioni siano costituite da mattoni con indagati più punti dell’edificio e non si è rilevato il riprese in malta cementizia pozzolanica. In alcuni Fig. 103 - Particolare del puntella- raggiungimento e il superamento della soglia indi- casi (in particolare per le colonne aventi l’allinea- mento della volta e degli archi delle colonne nel cortile. cata dalla normativa. mento parallelo a via della Vigna) il laterizio risul- Dalle osservazioni del quadro fessurativo e dai tava intriso di acqua che, nel tempo, ne aveva de- risultati delle analisi si è potuto ricavare che i dis- terminato il decadimento delle proprietà meccani- sesti al palazzo si hanno principalmente al piano che, rendendolo di consistenza pressoché nulla. terra, intorno al cortile cioè alle colonne e alla vol- In considerazione di quanto rilevato, è stato sta- ta, nonché alla zona soprastante. bilito di predisporre il monitoraggio, mediante ba-

Fig. 104 - Planimetria piano terra: individuazione indagini strutturali e disposizione delle basi defor- mometriche e inclinometriche (2001-2004).

Fig. 105 - Planimetria piano nobi- le: individuazione indagini strut- turali e disposizione delle basi deformometriche (2001-2004).

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Fig. 106 - Il cortile con le indagini diagnostiche in corso alle colon- ne.

Fig. 108 - Particolare del cortile: smontaggio della pavimentazione per l’intervento di smaltimento li- quami; ritrovamento delle vec- chie canalizzazioni. messa in opera a seguito dei restauri e delle in- dagini eseguiti al piano nobile. Dopo il sopra citato intervento i movimenti delle colonne, poste sotto controllo, si sono ridotti di ampiezza in limiti tollerabili. A queste indagini è seguita la verifica ed il ripri- stino del sistema di fognatura del palazzo. In me- rito, fin dal loro inizio, i lavori hanno evidenziato che la fognatura esistente era costituita da cana- lette in muratura di mattoni, prive di continuità per avvallamento del loro piano di imposta. Tali cana- lette non sono state pertanto recuperabili dal punto di vista funzionale. Fig. 107 - Esecuzione dei rilievi du- rante i lavori in corso nel cortile. Lo stesso dicesi anche per l’allacciamento alla pubblica fognatura, presente sulla via dei Pal- chetti. é stato rilevato che, con ogni probabilità, tutti gli scarichi provenienti dall’edificio si perde- vano da lungo tempo nel terreno sottostante la pavimentazione del cortile, raggiungendo anche la fondazione delle colonne, suggerendo così una possibile spiegazione dei loro movimenti. Vista l’impossibilità di utilizzare la fognatura preesistente, è stato necessario progettare un si- se inclinometrica, di due colonne (parallele a via stema completamente nuovo per la raccolta di della Vigna Nuova), in modo da verificarne il com- tutti i liquidi e liquami prodotti dall’edificio. Esso portamento nel tempo, correlandolo con quello ha comportato la completa ricognizione di tutte le della fessurazione presente nella parete e nella acque chiare e scure del palazzo, con individua- volta ribassata. zione del loro percorso fino all’immissione nelle Le letture eseguite in maniera periodica hanno fosse biologiche. evidenziato movimenti rilevanti per le due colon- Durante i lavori sopra indicati, si è reso pertanto ne, con un trend piuttosto spiccato di inclinazione necessario provvedere all’asportazione della por- del proprio asse verticale verso il cortile, soprat- zione del lastricato interessato sia dal vecchio tutto per una colonna già fuori piombo. Pertanto si che dal conseguente nuovo percorso fognario. In è provveduto ad aumentare la puntellazione di si- tale occasione è stata constatata la presenza di curezza della volta; tale puntellazione era stata vuoti sottostanti la pavimentazione, dovuti presu-

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Fig. 109 - Particolare della base della colonna n. 4 nel cortile.

Fig. 110 - Particolare della base della colonna n. 4 nel cortile. é vi- sibile il vuoto esistente sotto la pavimentazione in parte smontata.

Fig. 111 - Rilievo dei ritrovamenti rinvenuti durante lo smontaggio della pavimentazione nel cortile.

mibilmente al “ritiro” del terreno a seguito del dila- vamento prodotto nel tempo dalle perdite della vecchia fognatura, secondo quanto indicato an- che dal geologo. In tali condizioni si verificava che, per estese porzioni, il lastricato si sosteneva per mutuo contrasto tra le pietre, in quanto il ter- reno di fondazione si era abbassato considerevol- mente, anche di 30-50 cm. é stata rilevata, inoltre, la presenza di antichi tratti di muratura facenti parte dei locali interrati preesistenti al palazzo, ancora rilevabili, che all’o- rigine accentuarono la discontinuità del piano di posa della pavimentazione del cortile, anche in prossimità delle colonne. Per la realizzazione del nuovo sistema fognario è stata pertanto predisposta una soletta armata, in grado di fungere da supporto alle tubature. Contemporaneamente si è provveduto ad incre- mentare la puntellazione delle colonne, allo scopo di distribuire, al meglio, il carico ad esse affidato. Il controllo dei movimenti delle colonne è stato incrementato con la posa di basi inclinometriche anche sulle colonne parallele a via dei Palchetti, Fig. 112 - Particolare dei ritrova- oltre che con l’aumento della frequenza delle let- menti durante lo smontaggio del- ture strumentali. la pavimentazione nel cortile.

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Fig. 113 - Particolare dei ritrova- menti durante lo smontaggio del- la pavimentazione nel cortile.

Fig. 116 - Planimetria di porzione del piano terra: inter- vento di consolidamento delle colonne del cortile, me- diante micropali.

Fig. 117 - Prospetto sud del cortile: intervento di consoli- damento delle colonne mediante micropali.

Fig. 114 - Rilievi dei ritrovamenti nel cortile durante i lavori in corso.

Fig. 115 - Sopralluoghi al cantiere.

L’esatta profondità verrà esegui- ta a seguito dell’esecuzione del primo micropalo che sarà ese- guito a carotaggio continuo con prelevamento dei campioni di terreno per determinare l’esatta stratigrafia del terreno, utilizzan- do quindi il primo micropalo an- che come sondaggio.

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Fig. 118 - Particolare del puntella- mento della volta e degli archi delle colonne nel cortile.

Fig. 119 -Particolare della fonda- zione della colonna n. 1 del corti- le.

Fig. 120 - Elaborato grafico di Sulla base della corretta analisi delle cause che cantiere rappresentante la plani- hanno originato il movimento delle colonne è sta- metria di porzione del cortile con to progettato un sistema di sostegno, fondato su numerazione delle pietre micropali, che consentirà: Ð in fase provvisionale di verificare natura e consistenza sia del terreno di fondazione che del- le opere fondali (con eventuali ripristino di que- st’ultime); Ð in fase definitiva di ottenere una nuova fonda- zione che connessa all’esistente sarà in grado di sopportare i carichi della struttura. Al termine degli interventi di consolidamento, in condizioni di sicurezza, verrà eseguito l’intero smontaggio delle pietre della pavimentazione del cortile, previa loro numerazione, con verifica della natura e consistenza del sottofondo. Se necessa- rio si provvederà al riempimento di eventuali vuoti e/o cavità esistenti e durante le operazioni sarà eseguita la mappatura degli antichi tratti di muri rilevati sotto la pavimentazione. Dato che il basamento delle colonne in pietra è risultato composto da un guscio esterno indipen- dente e separato da uno strato d’aria rispetto alla colonna interna rastremata, si dovrà provvedere alla sostituzione delle semibasi con quelle già predisposte dall’arch. Piero Sanpaolesi durante il suo intervento, previo l’inserimento di un anello in acciaio della parte rastremata della colonna. Solo dopo il consolidamento sopraindicato sarà possibile restaurare i quattro prospetti del cortile intonacati e restaurare gli elementi lapidei lavorati con modanature e bassorilievi presenti in tre pro- spetti. Nel cortile ad oggi è stata messa in opera la sendo altri dati di non minore importanza quali il nuova canalizzazione di tutte le acque del palaz- ritrovamento di manufatti precedenti la costruzio- zo che ha richiesto lo smontaggio di parte della ne del palazzo. pavimentazione e che ci ha permesso di acquisi- Sarà nostro compito documentare puntualmen- re nuovi elementi. te e informare di questo restauro che è risultato Con la realizzazione delle opere sopra descritte un continuo atto conoscitivo sulla storia del palaz- messe a punto per l’intero cortile stiamo acqui- zo e sul suo sistema costruttivo.

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Fig. 121 - Grafico illustrante la successione dell’intervento strut- turale alle colonne del cortile.

Fig. 123 - Particolare della sosti- tuzione del guscio esterno in pie- tra della base della colonna n. 5 del cortile. ➠

In chiusura, ci pare importante richiamare sin- teticamente gli elementi caratterizzanti il nostro restauro. La lezione derivata da questi lunghi lavori ci ha Fig. 122 - Grafico illustrante l’inter- vento strutturale alle colonne: par- insegnato che occorre mettere in atto un equili- ticolare dell’anello in acciaio da brio tra le diverse possibili spinte: le ricerche sto- inserire alla base delle colonne. riche archivistiche sono certamente molto impor- tanti e complementari al lavoro di restauro, ma devono essere mirate per evitare una dispersione 9. CONCLUSIONI di energie e una eccessiva produzione di nuovi Con questo restauro, con l’acquisizione di tutto documenti che, ove non controllata può dar luogo questo materiale e con la sua informatizzazione si a una mole schiacciante di informazioni. potrà ottenere una banca dati strumento di lavoro Ugualmente per le indagini diagnostiche si è e di conoscenza aperta e aggiornabile nel tempo, potuto constatare che, pur essendo fondamentali che si presta ad una molteplicità di fruizioni diver- per un restauro corretto è però importante che se, sia per gli specialisti e gli addetti ai lavori, sia non siano invasive sul monumento e siano mirate per finalità didattiche e divulgative, oltre che per la all’intervento, il tutto per avere anche costi soste- messa a punto di un Manuale del Palazzo fonda- nibili rispetto al restauro vero e proprio. mentale per la sua futura manutenzione. Un altro elemento significativo riguarda la dura- A questo proposito, per quanto riguarda la fac- ta del restauro. I lavori sono ancora in corso ed ciata va osservato che sono ormai trascorsi cin- hanno richiesto un importante impegno sia per la que anni dal completamento del suo restauro, un Proprietà che per la Direzione dei Lavori: è stato periodo sufficiente per dover parlare di verifica questo un restauro che ha proceduto lentamente, dello stato manutentivo. condizione fondamentale per mettere a punto in- Si dovrà presto procedere in concreto ad ispe- terventi ragionati, riflettuti e correlati fra di loro. zionare le bozze, con particolare attenzione a Merita inoltre evidenziare che per questo con- quelle in cui sono stati eseguiti sia il nostro inter- solidamento e restauro i progettisti hanno pun- vento di restauro che gli interventi precedenti, ol- tualmente verificato le ipotesi d’intervento sia con tre a quelle bozze in cui si sono rilevate le vene di i Soprintendenti dei BB.AA. che con i Funzionari; calcite. si può dire che questo è stato ed è un cantiere al- Tale controllo potrà essere una verifica sul no- tamente sorvegliato dalle competenti Soprinten- stro intervento e dovrà essere periodicamente ri- denze. petuto, tale ispezione avrà validità sia per la ma- Ma, si vuol comunque ribadire che, senza la ri- nutenzione che per lo studio scientifico sul para- cerca storica-archivistica e le indagini diagnosti- mento lapideo, il tutto come d’altronde richiesto che questi lavori avrebbero avuto un diverso cor- dallo Sponsor al momento in cui si assunse l’one- so meno soddisfacente e meno rassicurante ai fi- re del restauro. ni del restauro.

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RINGRAZIAMENTI E COLLABORAZIONI I rinvii alle pagine o all’indice si riferiscono ai luoghi in cui la famiglia Rucellai o il complesso architettonico vengono citati Relativi al restauro conservativo delle strutture esplicitamente. architettoniche del cortile principale Si precisa inoltre che in questa sede volutamente non sono e delle singole unità immobiliari stati riportati i documenti di archivio analizzati, in quanto, data la mole di documentazione raccolta, (anche inedita), impor- Si ringrazia la Famiglia Rucellai per l’impegno nella tante per approfondire le conoscenze sia sulla famiglia Rucel- tutela del Palazzo e per la paziente disponibilità al fine lai che sul complesso architettonico di Palazzo Rucellai si pre- di mettere a punto un efficace intervento di consolida- ferisce presentarla successivamente dopo aver eseguito le mento e restauro. opportune analisi e ricerche storiche. Si ringraziano, inoltre, il dot. A. Ciarpaglini, ammini- stratore del condominio, il sig. G. Etro ed il sig. T. Latini, A) La famiglia Rucellai gli arch. A. Brugi e E. Messi, il dott. M.M. Spiegel, presi- 1855-63 G TIRIBILLI GIULIANI Demostene, Sommario dente della scuola americana A.C.A. ed il dott. D. Tarta- storico delle famiglie celebri toscane, 3 voll., Firenze, 1855- glia per la collaborazione durante gli interventi di re- 1863, III, n. 162, pp. 89-91. stauro degli interni del palazzo. G ¥ Indagini strutturali preliminari: Le indagini strutturali 1861 PASSERINI Luigi, Genealogia e storia della Fami- glia Rucellai, Firenze, 1861. per la messa a punto del progetto di restauro conser- vativo del cortile con particolare riferimento al consoli- 1866 G PASSERINI Luigi, Degli Orti Oricellari, in Curiosità damento delle colonne e della volta sono state esegui- storico-artistiche fiorentine, Firenze, 1866, pp.1-33. te dal “Laboratorio SIGMA s.r.l.” con la supervisione 1881 G MARCOTTI Giuseppe, Un mercante fiorentino e la dell’ing. C. Pesci. 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