Piano Di Emergenza Intercomunale Anno 2010

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Piano Di Emergenza Intercomunale Anno 2010 Piano di Emergenza Intercomunale anno 2010 Comune di Comune di Comune di Comune di Bottanuco Capriate San Gervasio Filago Madone PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE Comuni di: Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone Redatto dal Consorzio ATS per i Comuni di Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone 1 Piano di Emergenza Intercomunale anno 2010 Redatto dal Consorzio ATS per i Comuni di Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone 2 Piano di Emergenza Intercomunale anno 2010 Indice 1. INTRODUZIONE.................................................................................................. 5 1.1 Inquadramento territoriale ....................................................................................9 2. ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE................................................................... 16 2.1 La vulnerabilità territoriale...................................................................................16 2.2 Le infrastrutture nei Comuni di Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone .17 3. ANALISI DI PERICOLOSITÀ.............................................................................. 21 3.1 La pericolosità territoriale ed i pericoli presenti sul territorio intercomunale di Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone ........................................................21 3.2 Pericoli di origine naturale ...................................................................................27 3.2.1 Eventi idrogeologici: esondazioni, dissesti idrogeologici, dighe e invasi, valanghe ..................................................................................................................................27 3.2.2 Eventi atmosferici eccezionali .....................................................................29 3.3 Pericoli di origine tecnologica...............................................................................31 3.3.1 Incidente chimico-industriale ......................................................................31 3.2.2 Incidente stradale con sostanze pericolose ..................................................34 4. SCENARI DI RISCHIO....................................................................................... 38 4.1 Scenari di Rischio in ambito di emergenze tecnologiche e naturali...........................38 4.2 Scenari di rischio per i Comuni di Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone ..................................................................................................................................39 4.2.1 Scenario 1: Rischio idrogeologico per fenomeni di dissesto nel Comune di Bottanuco....................................................................................................................39 4.2.2 Scenario 2: Rischio viabilistico per incidente con trasporto di sostanze pericolose nel Comune di Capriate San Gervasio.............................................................................39 4.2.3 Scenario 3: Rischio d’incidente rilevante nel Comune di Filago.......................39 4.2.4 Scenario 4: Rischio maltempo per forte nevicata nel Comune di Madone........39 4.3 Attività di monitoraggio.......................................................................................40 Redatto dal Consorzio ATS per i Comuni di Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone 3 Piano di Emergenza Intercomunale anno 2010 5. MODELLO DI INTERVENTO............................................................................... 42 5.1 Le fasi di un’emergenza ......................................................................................42 5.2 Sistema di comando e controllo: soggetti e luoghi adibiti alla gestione dell’emergenza ..................................................................................................................................43 5.2.1 Unità di Crisi Locale (UCL) e Referente Operativo Comunale (ROC)................45 5.2.2 Centro Operativo Comunale (COC)..............................................................48 5.2.3 Centro Operativo Misto (COM), Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) e Sala Operativa Provinciale (SOP)...........................................................................................49 5.3 Le Procedure di emergenza .................................................................................50 6. RISORSE ED AREE DI EMERGENZA................................................................... 53 6.1 Strumenti e risorse per la gestione dell’emergenza ................................................53 6.2 Posti di Blocco e Cancelli di Accesso .....................................................................56 6.3 Aree di Emergenza .............................................................................................57 7. COMUNICAZIONI IN EMERGENZA.................................................................... 62 8. IL CENSIMENTO DEI DANNI ED IL POST-EMERGENZA..................................... 66 9. VERIFICA E AGGIORNAMENTO DEL PIANO...................................................... 71 10. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E NORMATIVI................................................ 73 Bibliografia ..............................................................................................................73 Normativa ...............................................................................................................74 11. ALLEGATI ....................................................................................................... 76 Redatto dal Consorzio ATS per i Comuni di Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone 4 Piano di Emergenza Intercomunale anno 2010 1. INTRODUZIONE Il presente documento costituisce il Piano di Emergenza Intercomunale tra quattro Comuni della Provincia di Bergamo, ossia Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone, elaborato ai sensi della L.225/1992, in ambito nazionale, e della D.G.R. n.VIII/4732 del 16 maggio 2007, del D.D.S. n. 4426 del 30 aprile 2008 e del D.D.U.O n. 15337 del 18 dicembre 2008, in ambito regionale. Scopo principale di un Piano d’Emergenza è la riduzione delle conseguenze di un evento pericoloso (incidente chimico-industriale, frana, alluvione, terremoto, …), descritto in uno scenario, tramite l’applicazione di un modello d’intervento che si basa sull’utilizzo di risorse umane e strumentali in possesso dei Comuni. Esso si costituisce come un documento tecnico-operativo di supporto alle Amministrazioni Locali ed ai diversi soggetti di protezione civile (Vigili del Fuoco, Soccorso Sanitario d’Emergenza, Prefettura, …) che sono responsabili della gestione di un’emergenza che si verifica su uno specifico territorio. Partendo dall’analisi delle problematiche esistenti sul territorio, il Piano deve organizzare le procedure d’emergenza, a partire dall’attività di monitoraggio del territorio all’assistenza alla popolazione. La Protezione Civile può essere definita come l’insieme coordinato delle attività volte a fronteggiare eventi straordinari che non possono essere affrontati da singole forze ordinarie. In tal senso, quando singole organizzazioni, senza nulla togliere allo sforzo o alla competenza delle stesse, possono autonomamente risolvere una situazione d’emergenza è improprio parlare di Protezione Civile; solo quando l’evento assume caratteristiche tali da richiedere il concorso di più forze, di più Enti, ordinariamente indipendenti e autonomi, avviene il salto, il passaggio logico da incidente ad evento di Protezione Civile. Punto cruciale delle attività di Protezione civile è, quindi, la creazione di strategie e modelli finalizzati a coordinare nel modo migliore queste forze, queste potenzialità, al fine di affrontare in modo efficace e tempestivo le calamità e le catastrofi. Tuttavia, la gestione dell’emergenza non è né l’unico né il principale compito di chi si occupa di Protezione Civile; oggi, infatti, la Protezione Civile si occupa di tutte quelle attività che sono volte a prevedere e a prevenire gli eventi catastrofici, soffermandosi così sul “prima” di un evento e non più solo sul “durante” nella certezza di evitare sofferenze e costi più rilevanti. Ne consegue allora che le fasi logiche, potremmo dire anche temporali, della Protezione Civile sono ordinariamente individuate in: previsione, prevenzione, intervento e superamento dell’emergenza (L. 225/1992). Le attività di previsione e prevenzione sono rivolte alla gestione dei rischi tramite l’analisi e la valutazione dei fattori di rischio presenti a livello locale e dei possibili scenari d’emergenza che possono verificarsi. Le attività di previsione sono dirette allo studio ed all’individuazione delle cause degli incidenti, dei rischi e degli eventi calamitosi che possono verificarsi su un determinato territorio, mentre le attività di prevenzione consistono in attività tecniche finalizzate ad evitare o ridurre il prodursi di danni a seguito degli eventi incidentali e calamitosi, sulla base delle conoscenze acquisite a seguito delle azioni di previsione. Le attività d’intervento e superamento dell’emergenza, invece, sono volte alla definizione delle procedure operative da adottarsi in caso d’incidente grave o disastro, al fine di garantire alle popolazioni colpite dagli eventi calamitosi ogni forma di prima assistenza. Tali attività sono anche volte al ripristino delle situazioni di normalità tramite interventi diretti a Redatto dal Consorzio ATS per i Comuni di Bottanuco, Capriate San Gervasio, Filago e Madone 5 Piano di Emergenza Intercomunale anno 2010 consentire, nel post-evento, la
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