www.espoarte.net digital 81 Cover Artist arturo martini ½ Il genio di Martini celebrato a Faenza e

Interviste Adrian Paci Daniel González Alessandro Biggio

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IMaratona protagonisti dentro eBiennale attorno alla Kermesse 2013 veneziana 20 settembre | 27 ottobre 2013 a cura di Pietro C. Marani e Carlo Sala

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ESPOARTE DIGITAL #81 ½ ACoverrturo Martini, Attesa (La Veglia), 1931-32, terra refrattaria, cm 213x145x63. Opera nella mostra “Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta”, Palazzo Fava - Palazzo delle Esposizioni, 22 settembre 2013 – 12 gennaio 2014 Espoarte Digital è un progetto editoriale di Espoarte in edizione esclusivamente digitale, tutto da sfogliare e da leggere, con i migliori contenuti pubblicati sul sito www.espoarte.net e molti altri realizzati ad hoc. 81 #tagsu questocloud numero si parla di... ½ ESPOARTE La nuova stagione: le grandi mostre 2013 Registrazione del Tribunale di Savona Martini, De Pisis, Sironi, Carrà, Pollock, Baj, Albers, Kandinsky, Malevič, Filonov, Gončarova, n. 517 del 15 febbraio 2001 Cézanne, Antonello Da Messina, Warhol, Rodin, Escher, Collezione Unicredit, Renoir, Munch, Officina Pratese, Zurbarán, Seicento Lombardo, Cleopatra, Giovanni Fattori, Liberty, La ragazza Espoarte è un periodico di arte e cultura contemporanea edito dall’Associazione Culturale Arteam. con l’orecchino di perla, Wunderkammer, L. Fabro © Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta della ART MASTERS IN GALLERIA: Direzione e dell’Editore. Corrispondenza, comunicati, cartelle stampa, cataloghi e quanto C. Andre, Boetti, Biasi, Manzoni, Fontana, Burri, Boetti, Castellani, Calder & Melotti, Stefanoni, utile alla redazione per la pubblicazione di articoli vanno inviati Chia, Cucchi, Clemente, De Maria, Paladino all’indirizzo di redazione. Le opinioni degli autori impegnano sol- tanto la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quelle della direzione della rivista. Tutti i materiali inviati, compresi manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno giovani | autumn selection (Chi sono, cosa fanno e quanto costano): restituiti. Marcello Carrà, Ettore Tripodi, Marco Pezzotta, Pierpaolo Lista, Giuseppe Gonella, Luca Moscariello, Elisa Saggiomo, Melissa Provezza, Tamás Jovánovics, Serena Vestrucci Editore Ass. Cult. Arteam

E ANCORA... Guido Crepax Riccardo Costantini Adele Maria Costantini HangarBicocca Contemporary Direttore Editoriale Adrian Paci Jeremy Deller Rosalia Pasqualino di Livia Savorelli Ai Weiwei Joan Jonas Marineo Alfredo Cramerotti Joana Vasconcelos Ruggero Maggi Publisher Diego Santamaria Angelo Casciello João Maria Gusmão Sarah Sze Anthony Caro Jonathan Watkins Sergi Barnils Direttore Web Antonio Marras Juan Muñoz Shary Boyle Matteo Galbiati Antonio Nardone La Forza della Modernità Silvia Camporesi arcos – museo d’arte Leonardo Conti Spazio Transiti Segreteria di Redazione contemporanea sannio Libreria-Galleria d’arte Sponge Living Space Francesca Di Giorgio Arles Derbylius Tàpies. Lo Sguardo Direttore Responsabile ArtVerona Luciano Bobba Dell’artista Silvia Campese Biennale Di Venezia Marco Scotini Valerio Terraroli Biennale Internazionale di Maria Flora Giubilei Vicente Todolì Redazione Scultura Mat Collishaw Wow Spazio Fumetto via Traversa dei Ceramisti 8/b Ca’ Dandolo Maurizio Bortolotti Wunderkammer. 17012 Albissola Marina (SV) Camilla Boemio MAXXI Camera Delle Meraviglie Tel. +39 019 4004123 Carey Lovelace Micol Assaël Contemporanea [email protected] Castello di Rivoli Miguel Amado Yuri Ancarani Art Director Céline Condorelli Museo Correr Zhang Huan Elena Borneto César Meneghetti Nicoletta Pallini Clemente Zuecca Project Space Chiara Gatti PAC Redazione grafica – Traffico pubblicità Cildo Meireles Padiglione America Latina- villaggiodellacomunicazione® Claudio Cerritelli IILA [email protected] Claudio Tovazzi Padiglione Canada Cortile della Casa di Giulietta Padiglione Gran Bretagna Pubblicità Damián Ortega Padiglione Iraq Daniel Gonzàlez Padiglione Maldive Direttore Commerciale Diego Santamaria Danilo Bucchi Padiglione Portogallo Tel. 019 4500659 Disobedience Archive Padiglione Della Repubblica iphone 347 7782782 Doris Ghetta Del Kenya [email protected] Elena Modorati Padiglione Santa Sede Emanuela Mazzonis Padiglione Tibet Emanuela Canepa FaMa Gallery Padiglione Usa Cell. 339 3418867 Fiorella Minervino Palazzo Collicola Arti Visive [email protected] Fondazione Ragghianti Palazzo Fortuny Ufficio Abbonamenti Forte Belvedere Palazzo Reale [email protected] Francesco Vezzoli Palazzo Vecchio François Bucher Palazzo Widmann Galleria Ghetta Pedro Paiva Gervasuti Foundation PoliArt Contemporary Hanno collaborato a questo numero: Giacomo Nicolella Maschietti Ragnar Kjartansson Martina Adamuccio, Ilaria Bignotti, Ginevra Bria, Lara Caccia, Chiara Canali, Francesca Caputo, Silvia Gordon Parks Real Castello di Racconigi Casagrande, Silvia Conta, Francesca Di Giorgio, Jack Fisher, Matteo Galbiati, Elena Girelli, Simone Rebora, Gabriele Salvaterra, Alessandro Trabucco, Daniela Trincia, Igor Zanti, Mattia Zappile www.espoarte.net

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2. I coniugi della famiglia, debbono avere una età compresa tra i 13. Espoarte e Associazione Culturale Arteam non sono in alcun 30 e i 65 anni e debbono essere possessori di reddito (dipenden- modo responsabili per Voucher Resort e tutti i servizi ad esso col- te od autonomo). È una promozione riservata alla famiglia; quindi, legati. Per tutte le informazioni, le problematiche e/o controversie non è possibile ospitare componenti singoli della famiglia; legate a Voucher Resort si deve far riferimento esclusivamente a Simply Group SRL for Diamond Resorts International® (dati 3. La sistemazione avverrà in un appartamento di uno dei Resort al fondo). che aderisce a tale iniziativa promozionale. Durante il soggiorno la famiglia dovrà partecipare alla presentazione del nuovo con- COME FUNZIONA IL VOUCHER cetto vacanze Club/Resort durante una colazione e/o cena offer- ta dal Resort. Inoltre, nella maggior parte dei Resort potrete fruire • Ogni Voucher Resort ha un codice PIN che dovrà essere regi- del ricco programma di intrattenimenti come anche delle offerte strato sul sito www.voucheresort.com entro la data indicata sul per le escursioni; Voucher Resort (digitale o cartaceo); • Il Voucher ha una validità di 12 mesi dal momento in cui il cliente 4. Il Modulo di Prenotazione di tale Voucher Resort dovrà essere registra il proprio codice PIN; compilato via WEB sul sito www.voucheresort.com almeno 90 • Prenotare è facilissimo, si sceglie liberamente il Resort preferito giorni prima della data di partenza prescelta. Comunque, per le consultando l’elenco nel sito (tra i 3 Resort aderenti alla promo- seguenti festività: Capodanno, Pasqua, Agosto e Natale, la di- zione) e si invia una richiesta di disponibilità, tramite il sistema, per sponibilità è estremamente limitata; il periodo scelto e numero di viaggiatori; • Il customer service, verifica la disponibilità e la comunica al clien- 5. Il presente Voucher Resort non è cedibile, rivendibile, vendibile, te che deve confermare entro 48 ore effettuando il versamento al pubblico o redimibile in contanti. È stato creato esclusivamente di 48€ a persona. Confermato il pagamento vengono inviati tutti i per scopi promozionali; documenti necessari e di conferma del booking.

6. È possibile fruire di un unico Voucher Resort per anno solare relativamente allo stesso nucleo familiare. Difatti, i Voucher Re- PER INFO E PRENOTAZIONI sort non sono cumulabili per lo stesso nucleo familiare; Simply Group SRL con Socio Unico for Diamond Resorts International® 7. Si declina ogni responsabilità per false dichiarazioni effettuate Via Vasto 1 – 20121 Milano - P.Iva 07987990962 da terzi. I presenti Termini e Condizioni sono gli unici validi e non Tel. 02.89368612/06 possono essere alterati;

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Espoarte Digital www.espoarte.net La nuova stagione: le grandi mostre 2013 di matteo galbiati

Scorrendo i programmi delle principali istitu- sacrifici – che sottostanno a questi progetti, zioni italiane, abbiamo verificato come, in tem- c’è sembrato doveroso, anche se solo per pi di profonda crisi, quando tutto pare essere piccoli accenni, riassumere una selezione de- vittima di severi tagli di bilancio, le istituzioni gli appuntamenti più significativi, senza privile- culturali italiane – spesso proprio le prime giare il taglio prettamente contemporaneo che vittime dei ridimensionamenti economici o ha da sempre distinto la nostra testata. ingiustamente tacciate di inerzia e indolenza Consigliare questi percorsi diventa per noi il – riescano a mantenersi invece attive e vitali, mezzo per ringraziare “velocemente” chi ha proponendo grandi progetti espostivi che reso possibile questi piccoli miracoli espositivi, possono, per la qualità stessa dei contenuti e ma anche modo per uscire da quelle logiche degli studiosi che vi si sono dedicati, conciliare che procedono per compartimenti stagni che la speranza di una ripresa vigorosa che non non giovano all’impegno di chi comunica la può che passare, prima di tutto, proprio dalla cultura. Inoltre diventa mezzo per incontrare le cultura. esigenze e le richieste di un pubblico allargato. Si deve capire che la necessità prima di que- L’arte resta una fonte inesauribile di emozioni sto lavoro non si finalizza con mostre che si che danno a tutti – senza alcun pregiudizio – la percepiscono solo come motivo e momento possibilità di ripensare l’intelligente forza che di svago, ma devono essere un segno, un in- scaturisce di fronte all’ammirazione del bello. put ad osservare e a capire, ad aprire gli occhi Non a caso la scelta per la cover di questo non solo sul passato, lontano o vicino, ma so- nuovo numero digitale è dedicata ad un gran- prattutto su quello che gli artisti veicolano con de progetto espositivo incentrato sulla figura di le loro idee. Devono essere stimoli al pensiero Arturo Martini, indiscusso protagonista della che resta senza tempo e, per questo, sempre storia dell’arte italiana e internazionale. valido e attuale. Auguriamo a tutti una buona visita, quali che Visti gli sforzi – commisurati anche a grandi siano le scelte di ognuno.

Il genio di Arturo Martini tra Bologna e Faenza

Frutto della sinergia tra la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, una doppia mostra dedicata al protagonista della scultura italiana del ‘900: Arturo Martini. A Bologna la mostra Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta, a cura di Nico Stringa, propone, per la prima volta assieme, le grandi terrecotte ad esemplare unico realizzate direttamen- te dall’artista tra il 1928 e il 1932. A Faenza la mostra Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà, a cura di Claudia Casali, direttrice del Museo Internazionale delle Ceramiche, espone una cinquantina di opere, significative della sua poetica e della sua idea di “armonia”, sia attraver- so l’interpretazione della figura femminile tra mito e realtà, sia attraverso le opere degli ultimi anni caratterizzate da una accentuata ricerca formale.

Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni | Bologna 22 settembre 2013 – 12 gennaio 2014 www.genusbononiae.it MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza) | Faenza (RA) 13 ottobre 2013 – 30 marzo 2014 www.micfaenza.org

Arturo Martini, Leda, 1926, gesso, cm 185x53x70. Collezione privata. Opera nella mostra “Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà”, Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza

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Espoarte Digital www.espoarte.net DE PISIS EN VOYAGE. ROMA PARIGI LONDRA MILANO VENEZIA

Di De Pisis questa mostra vuole evidenziare quell’aspetto cosmopolita che l’ha portato a viaggia- re incessantemente per le capitali di un’Europa che, negli anni ‘30 - ‘40, gli fornisce gli stimoli e la luce di una cultura moderna, attuale e in rutilante evoluzione. Intellettuale, senza frontiere, individua nei maggiori centri del vecchio continente i luoghi d’elezione dove condurre la sua ricerca espres- siva. La selezione di opere presentate – un’ottantina di capolavori provenienti da musei nazionali e da collezioni private – rispecchia il suo interesse principale indirizzato ad un’attenta analisi degli ambienti, delle persone che li vivono, della natura che li caratterizza. Attraverso le tappe del suo viaggio si vogliono evidenziare le scoperte e le maturazioni pittoriche che De Pisis ha seguito in questo suo costante spostarsi, seguendo una pittura in cui traspare l’ambiguità di una vena ma- linconica: tra i tratti rapidi e sintetici, attraverso un colore sfuggente, dietro una semplicità scarna e un’esuberante felicità, si insinua un costante e protratto dolore esistenziale. La mostra si concentra su alcuni temi fissi, cari all’artista, che meglio gli fanno esprimere le sue personali inquietudini.

Fondazione Magnani Rocca | Mamiano di Traversetolo (PR) Filippo de Pisis, Cantiere a Milano, 1940, olio su tela, GAM, Torino 13 settembre - 8 dicembre 2013 www.magnanirocca.it

SIRONI LO STUDIO DALL’ANTICO

Il pubblico scopre in mostra una trentina di lavori su carta – inediti e presentati per la prima volta in quest’occasione – in cui Sironi riproduce opere derivate dall’osservazione degli antichi maestri. La testimonianza di queste carte diventa imprescindibile per la comprensione di quanto l’eredità della tradizione antica abbia avuto un ruolo decisivo per Sironi, il quale non si è limitato semplicemente a copiarla, ma l’ha interpretata e rivissuta alla luce della realizzazione, nel presente, della sua arte nuova, cui l’antica è stata, appunto, contributo fondamentale.

Musei Civici agli Eremitani | Padova 21 settembre - 24 novembre 2013

I PAESAGGI DI CARRÀ. 1921-1964

Per la prima volta un museo svizzero dedica una così grande retrospettiva all’opera di que- sto protagonista della moderna pittura italiana ed europea. Carlo Carrà figura determinante nel panorama culturale italiano dei primi del Novecento, tra i fondatori del movimento futu- rista, ebbe frequentazioni con i maggiori artisti dell’epoca grazie a continui viaggi, soprattutto a Parigi, dove conobbe Apollinaire e Picasso. In collegamento con le avanguardie europee si fece conoscere a livello internazionale. Fu dopo la guerra che mutò il proprio atteggiamento, dedicandosi ad un intenso studio dei pittori “classici” italiani sancendo il recupero, in modo moderno, dei “primitivi”. Sono questi gli anni della sua pittura “primordiale”. La mostra gui- da lo spettatore nella comprensione profonda di questo artista attraverso le fasi salienti della sua parabola artistica.

Museo d’arte di Mendrisio | Mendrisio (Sviz- zera) 22 settembre 2013 - 19 gennaio 2014 www.mendrisio.ch/museo

Carlo Carrà, La casa di Merate, 1958, olio su tela, cm 50x60, Collezione privata, Milano

11 Espoarte Digital www.espoarte.net POLLOCK E GLI IRASCIBILI. LA SCUOLA DI NEW YORK

Per l’Autunno Americano del Comune di Mila- no, con l’eccezionale collaborazione del Whit- ney Museum di New York che ha prestato oltre 60 capolavori della sua collezione, Palazzo Reale ospita i maggiori protagonisti che, defini- ti come Irascibili dopo il celeberrimo episodio di protesta rivolto al Metropolitan Museum of Art, rientrano nella cosiddetta Scuola di New York. Pollock in primo luogo, ma anche Kline, de Kooning… tutti riuniti in questa mostra a testimoniare la loro personalissima rivoluzione artistica, fatta di rottura con la storia e il passa- to e forte di una sperimentazione e di un’ener- gia peculiari che ha portato loro a interpreta- re nuovamente non solo la tela come spazio della pittura, ma il modo stesso di “scriverla”. Questo fenomeno artistico americano sarà de- stinato ad influenzare e condizionare in modo travolgente tutta l’arte successiva.

Palazzo Reale | Milano 24 settembre 2013 – 16 febbraio 2014 www.comune.milano.it

Jackson Pollock, Number 17, 1950 / “Fireworks”, 1950, olio, smalto, vernice di alluminio al bordo, cm 56,8x56,5. © Jackson Pollock by SIAE 2013 © Whitney Museum of American Art

ENRICO BAJ. BAMBINI, ULTRACORPI E ALTRE STORIE

Per il decennale della sua scomparsa, que- sta mostra celebra Enrico Baj presentando al pubblico una selezione di lavori degli anni Cinquanta che mostrano come l’artista, dopo averla ripresa, fa evolvere la matrice dada e surrealista da cui li ha originati. Accanto a questi importanti lavori del fondatore del Movi- mento Nucleare (con Sergio Dangelo) l’espo- sizione si completa di una ricca raccolta di do- cumenti originali e manifesti, riviste e fotografie, testimonianza della sua fervida e intensa attivi- tà, segno di una creatività feconda e persona- lissima. Questa mostra permette al pubblico di incontrare la ricerca di uno dei protagonisti di un’irripetibile stagione culturale.

Fondazione Arnaldo Pomodoro | Milano 25 settembre – 20 dicembre 2013 www.fondazionearnaldopomodoro.it

Enrico Baj, Vieni qua biondina, 1959, olio e collage su tela ready-made, cm 90x105

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In questa mostra ci si confronta con la ricerca del grande artista modernista ed esponente del Bauhaus, Josef Albers, protagonista qui della prima esposizione monografica a lui dedicata a Milano. Il dato rilevante rimane la scelta del “tema” che ruota attorno alla componente spirituale dell’arte dell’artista tedesco. Albers, che era cattolico, è riuscito ad incorporare il linguaggio figurativo tipico della tradizione cri- stiana in molti dei suoi lavori astratti, facendosi interprete della metamorfosi del colore e del tratto-segno quale evento spirituale, che riesce a sfociare, quasi, in fenomeni di natura misti- ca. Rari disegni giovanili, vetri colorati, vetri sabbiati e una selezione di dipinti astratti sono il perno di questo percorso espositivo, snodato in oltre settanta lavori, ideale panorama di tutta la sua ricerca artistica dall’inizio agli ultimissimi anni. Appare evidente come, secondo quanto asse- riva lo stesso Albers, ma soprattutto dalle sue opere, l’arte abbia origine dalla discrepanza che si ha tra fatto fisico ed effetto psichico.

Fondazione Stelline | Milano 26 settembre 2013 – 6 gennaio 2014 www.stelline.it www.albersfoundation.org

Josef Albers, Homage to the Square, 1967. © 2013 The Josef and Anni Albers Foundation/Artists Rights Society New York

L’AVANGUARDIA RUSSA, LA SIBERIA E L’ORIENTE. KANDINSKY, MALEVIČ, FILONOV, GONČAROVA

Per la prima volta a livello internazionale una mostra indaga e riconosce l’importanza determinante che le fonti orientali ed eurasiatiche hanno avuto per il Modernismo russo. Gli artisti avanguardisti vengono riscoperti alla luce delle loro imprescindibili fonti di ispirazione e dei loro modelli che pro- venivano dal vicino e lontano Oriente. Nel clima che precede di poco la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, gli autori russi mostravano, al contempo, attrazione e paura per i temi desunti dall’esotico, ma anche dall’ignoto che l’incontro con un’altra cultura comportava. Posizione di rilievo viene posta sugli artisti radicali russi che influen- zarono lo sviluppo dell’arte moderna all’inizio del secolo scorso.

Palazzo Strozzi | Firenze 27 settembre 2013 – 19 gennaio 2014 www.palazzostrozzi.org

CéZANNE E GLI ARTISTI ITALIANI DEL XX SECOLO

Cézanne riveste indubbiamente il ruolo di maestro da cui nasce tutta l’arte contemporanea e il suo linguaggio resta il vero esempio di pittura rivoluzio- naria, in cui la luminosità del colore, riducendosi ai suoi principi e termini fondamentali, ha stimolato una nuova concezione creativa nelle generazioni a lui successive. Questa mostra vuole indagare come il linguaggio di Cezanne sia penetrato e abbia sortito i suoi effetti nell’arte italiana del XX secolo, influenzando i maggiori protagonisti dagli inizi del Novecento fino al secondo dopoguerra.

Complesso del Vittoriano | Roma 4 ottobre 2013 – 2 febbraio 2014

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ANTONELLO DA MESSINA

Il museo trentino, grazie ad eccezionali prestiti concessi per l’occasione, presenta un’indagine davvero articolata, con uno sguardo originale, sulla figura di uno dei maggiori pittori del Quat- trocento e sulla sua epoca. Gli intrecci storico- artistici e le controversie ancora aperte sono il punto di forza di questa mostra che cerca di proporne e approfondirne i nuovi percorsi di interpretazione critica. La rilettura di Antonello da Messina si concentra soprattutto sulla sua innovativa capacità di arrivare ad una profonda analisi psicologica dei soggetti ritratti, dato che ne eleva l’intelligenza poetica e la sensibili- tà nel cogliere e catturare le caratteristiche più intime dell’esistere.

MART | Rovereto (TN) 5 ottobre 2013 - 12 gennaio 2014 www.mart.tn.it

Antonello da Messina, Madonna con bambino (Madonna Benson), 1475, Andrew W. Mellon Collection, 1937 National Gallery of Art, Washington

ANDY WARHOL. UNA STORIA AMERICANA

La mostra dedicata al maestro della Pop Art prosegue l’attività di indagine condotta dalla Fon- dazione Palazzo Blu sui grandi maestri del Novecento. Di Warhol si riuniscono 150 opere che tracciano un percorso completo attraverso il variegato pensiero creativo dell’artista americano. Lo spettatore potrà leggere tutti quei temi che hanno reso la figura di Warhol celebre e tra le più emblematiche icone di quello spostamento progressivo dell’asse dell’arte contemporanea dalla centralità europea all’eminenza degli Stati Uniti. Processo cui certamente la Pop Art – con Warhol in evidenza – ha dato un contributo determinante.

Palazzo Blu | Pisa 12 ottobre 2013 – 2 febbraio 2014 www.palazzoblu.org www.mostrawarhol.it

Andy Warhol, Skull, 1976, serigrafia e acrilico su tela, MUMOK, Vienna (foto © museum moderner kunst stiftung ludwig wien, On loan from the Austrian Ludwig Foundation) © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc.,by SIAE 2013

16 Espoarte Digital www.espoarte.net

In collaborazione con il Museo Rodin di Parigi, a Milano sarà allestita la mostra più completa mai RODIN. IL organizzata sulle sculture in marmo di Auguste Rodin. Oltre 60 opere stupiranno il pubblico offren- MARMO, LA VITA do il linguaggio scultoreo di uno dei più grandi innovatori della tradizione plastica moderna. La mostra si suddivide in tre sezioni ciascuna indirizzata su un aspetto specifico del suo lavoro. Nella prima incontriamo quelle opere che ruotano attorno all’illusione della carne e della sensualità, essenzialmente parte delle esperienze giovanili. Nella seconda si approda alla maturità dell’artista francese capace di elaborare poderose figure dentro la pietra. Nella terza si definisce quella straor- dinaria poetica dell’incompiuto tipica della sua ultima produzione. Rodin, maestro del marmo, forniva alla scultura una vitalità così eccezionale per il tempo che apriva questo linguaggio alla sua inedita modernità.

Palazzo Reale | Milano 17 ottobre 2013 – 26 gennaio 2014 www.comune.milano.it

Auguste Rodin, Illusione, sorella di Icaro, 1894-1896 © Musée Rodin, Parigi. Foto: Christian Baraja

130 opere, che provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private italiane, raccontano la L’ENIGMA storia del famoso grafico e incisore olandese dagli inizi della sua carriera fino alle opere della ma- ESCHER. turità. Lo sguardo potrà muoversi attraverso le sue costruzioni paradossali, ammirando i suoi celebri mondi improbabili ed esplorando il senso della dimensione dell’infinito che da sempre sug- PARADOSSI geriscono. La mostra non sarà dedicata solo ad Escher ma, in una sezione specifica, questo sarà messo a confronto con altri importanti autori – antecedenti e successivi – a testimoniare come la GRAFICI sua ricerca sia correlata e inserita in una dimensione artistica precisa. Con particolari installazioni TRA ARTE E il visitatore potrà anche “immergersi” nel magico modo di Escher per meglio comprendere e rag- GEOMETRIA giungere la creatività di questo singolarissimo artista. Palazzo Magnani | 19 ottobre 2013 – 23 febbraio 2014 www.palazzomagnani.it

17 Espoarte Digital www.espoarte.net

GRANDE MAGIA. OPERE SCELTE DALLA COLLEZIONE UNICREDIT

Con 90 opere della Collezione UniCredit si avvia un racconto che ha come filo conduttore il tema della “magia”, soggetto che si presenta in modo ricorrente nei brani tramandatici dalla storia dell’arte. La mostra copre un arco cronologico che va dal Cinquecento fino a spingersi nel pieno del nostro tempo. Questa offre lo spunto per analizzare come, proprio con l’arte, si verifi- chi quell’arcano processo di trasformazione della materia che, grazie alla sua concretizzazione in opera, si vivifica. Una magia che irrompe con una forza simbolica sottratta ad ogni logica o razio- nalizzazione scientifica. Senza contare che, il primo potere magico dell’arte, resta quello della sua capacità seduttrice per lo sguardo e lo spirito.

MAMbo | Bologna 20 ottobre 2013 – 16 febbraio 2014 www.mambo-bologna.org www.unicreditgroup.eu

RENOIR DALLE COLLEZIONI DEL MUSÉE D’ORSAY E DELL’ORANGERIE

Circa sessanta capolavori del Musée d’Or- say e del Musée de l’Orangerie danno corpo a questa completa rassegna che documenta e riassume tutta l’attività, durata un cinquan- tennio, di Pierre-Auguste Renoir. Le opere, suddivise in nove sezioni tematiche, vanno dagli esordi all’esperienza impressionista, fino alla ricerca autonoma di fine carriera, quando ormai si era progressivamente allontanamento dall’Impressionismo. In mostra sono esposti anche gli strumenti di lavoro dell’artista: la ta- volozza, la scatola di colori, i pennelli. Di Renoir emerge la grande varietà e qualità della sua tecnica pittorica, oltre a mostrarsi la diversità dei temi e dei soggetti affrontati. L’artista ci affascina sempre per la bellezza che raggiungono i suoi soggetti, attraversati nel colore da una luce sorprendente, frutto di una coscienza pittorica divenuta senza tempo. La mostra di Torino rende omaggio all’artista francese, ripercorrendone la vicenda artistica e umana, attraverso un numero straordinario di assoluti capolavori, molti dei quali mai esposti prima in Italia.

GAM | Torino 23 ottobre 2013 – 23 febbraio 2014 www.mostrarenoir.it www.gamtorino.it

Auguste Renoir, Bouquet, 1900, olio su tela, cm 40x30, Musée de l’Orangerie, Parigi (RF 1963 15) © Franck Raux RMN-Réunion des Musées Nationaux/ distr. Alinari

18 Espoarte Digital www.espoarte.net

EDVARD MUNCH

Tutto il mondo celebra il 150o della nascita di Edvard Munch con numerose mostre e ini- ziative. L’omaggio italiano si apre con questa imperdibile retrospettiva che, destinata a richia- mare un grande pubblico, racconta il sublime artista norvegese con oltre 120 opere esposte. Un vero miracolo dal punto di vista dei presti- ti concessi. A Palazzo Ducale la mostra vuole essere rappresentativa sia del percorso artisti- co che esistenziale di Munch, testimoniando il passaggio da forme vicine al naturalismo ad un’audace e personale espressione che scon- volgerà tutta l’arte del XX secolo. Forse uno dei primi, e pochi, ad aver davvero attuato una net- ta rottura con quanto avvenuto prima e ad aver traghettato l’arte verso i nuovi linguaggi della contemporaneità.

Palazzo Ducale | Genova 6 novembre 2013 – 24 aprile 2014 www.palazzoducale.genova.it

Edvard Munch, The Girls on the Bridge, 1918, xilografia e litografia, cm 58,2x42,9, Ars Longa, Collezione Vita Brevis © The Munch Museum / The Munch-Ellingsen Group by SIAE 2013

In Calendario:

OFFICINA PRATESE. DA DONATELLO A FILIPPINO LIPPI Palazzo Pretorio | Prato 13 settembre 2013 – 13 gennaio 2014 www.palazzopretorio.prato.it

1. Filippo Lippi e bottega, Assunta con Santa Margherita, donatrice, San Gregorio magno, San Tommaso, Sant’Agostino e l’arcangelo Raffaele con Tobiolo, Prato, Museo di Palazzo Pretorio

Zurbarán (1598 – 1664) Palazzo dei Diamanti | 14 settembre 2013 – 6 gennaio 2014 www.palazzodiamanti.it

1 SEICENTO LOMBARDO A BRERA. CAPOLAVORI E RISCOPERTE Pinacoteca di Brera | Milano 8 ottobre 2013 – 21 gennaio 2014 2 www.brera.beniculturali.it

2. Antonio d’Enrico detto Tanzio da Varallo, Ritratto di gentildonna, 1613- 16, olio su tela, cm 80x58

19 Espoarte Digital www.espoarte.net

CLEOPATRA. ROMA E L’INCANTESIMO DELL’EGITTO Chiostro del Bramante | Roma 12 ottobre 2013 – 2 febbraio 2014 www.chiostrodelbramante.it

3. Ritratto di Cleopatra VII, seconda metà I sec. a.C., marmo, cm 21, già Collezione Naham, Collezione privata

GIOVANNI FATTORI. CAPOLAVORI DA COLLEZIONI PRIVATE GAM Manzoni | Milano 25 ottobre – 21 dicembre 2013 www.gammanzoni.com

4. Giovanni Fattori, Riposo in Maremma, 1875 circa, olio su tela, cm 35x72,5

LIBERTY UNO STILE PER L’ITALIA MODERNA 3 6 Musei San Domenico | Forlì (FC) 1 febbraio – 15 giugno 2014 www.cultura.comune.forli.fc.it

5. Giorgio Kienerk, L’enigma umano: il dolore, il silenzio, il piacere (particolare del trittico), post 1900, olio su tela, Musei Civici, Pavia

LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA Palazzo Fava | Bologna 8 febbraio – 25 maggio 2014 www.genusbononiae.it

6. Jan Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla, 1665 circa, olio su tela, cm 44,5x39, Royal Picture Gallery Mauritshuis, L’Aia

4 WUNDERKAMMER. ARTE, NATURA, MERAVIGLIA DI IERI E OGGI Poldi Pezzoli e Gallerie d’Italia | Milano 8 novembre 2013 – 2 marzo 2014 www.gallerieditalia.com www.museopoldipezzoli.it

Luciano Fabro. Disegno In-Opera GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea | Bergamo 4 ottobre 2013 - 6 gennaio 2014 www.gamec.it

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IscrIzIonI prorogaTE fIno al 15 oTTobrE 2013 Mostre dei 60 finalisti in Italia, Germania e Francia

Sezioni in concorso: pittura, scultura e fotografia Totale premi in denaro: Euro 9.000,00

Ai 60 finalisti saranno riservate una mostra pubblica a Reggio Emilia e due esposizioni presso Galleria Rosemarie Bassi di Remagen (Germania) e Galleria Invisible di Marsiglia (Francia).

pEr InforMazIonI: RezArte Contemporanea Condominio Liberty Via Emilia Ospizio, 34/D 42122 Reggio Emilia Tel. 0522 333351 www.galleriarezarte.it [email protected]

Bando disponibile all’indirizzo www.galleriarezarte.it

Espoarte Digital www.espoarte.net Art Masters in Galleria:

Carl Andre Galleria Alfonso Artiaco | Napoli 13 settembre - 9 novembre 2013 www.alfonsoartiaco.com

Alighiero Boetti. La magia delle parole, opere su carta 1964 - 1990 Repetto Projects | Milano 27 settembre - 16 novembre 2013 www.repettoprojects.com 1 1. Alighiero Boetti, Aerei, 1980, biro nera su carta applicata su tela, cm 26,5x58,5

Alberto Biasi, opere dal 1959 al 2013 Galleria Allegra Ravizza | Lugano (nuova sede) 27 settembre - 27 novembre 2013 www.allegraravizza.com

Bianco Italia. Da Manzoni a Fontana, da Burri a Boetti e Castellani... Tornabuoni Arte | Firenze (nuova sede) 4 ottobre - 9 novembre 2013 www.tornabuoniarte.it

Calder & Melotti. Children of the Sky Ronchini Gallery | Londra 11 ottobre - 30 novembre 2013 www.ronchinigallery.com 2 2. Calder & Melotti. A destra: Poster designed by Calder honouring Teodelapio on request of the Mayor of Spoleto, 1964. A sinistra: Fausto Melotti, Untitled, 1980

Tino Stefanoni. L’enigma dell’ovvio Galleria Gruppo Credito Valtellinese | Milano 20 novembre 2013 - 11 gennaio 2014 www.creval.it

3. Tino Stefanoni, Segnale stradale regolamentare, 1969, cm 90x90x90

Chia, Cucchi, Clemente, De Maria, Paladino. Opere grafiche Casa Turese | Vitulano (BN) dal 26 ottobre 2013 www.casaturese.it

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23 giovani autumn selection Chi sono, cosa fanno e quanto costano a cura di francesca di giorgio e matteo galbiati

Al via una nuova stagione per le gallerie. Occhio puntato sui giovani che aprono la stagione espositiva. Dopo la pausa estiva, “curiosiamo” tra le programmazioni, per scoprire, e proporvi, qualche suggerimento sulle mostre personali che vedono protagonisti, in Italia e all’estero, nuovi nomi che si stanno facendo strada. Qualche spunto sulla poetica di ciascuno, anticipazioni sui progetti in corso e futuri insieme ad un’opera con tutte le coordinate del caso (valore compreso!). Una selezione utile per orientarsi nel mercato che ci auguriamo sia di buon auspicio soprattutto per le nuove proposte di questo autunno 2013... Espoarte Digital www.espoarte.net Marcello Carrà

L’artista ferrarese colpisce immediatamente per i suoi disegni – alcuni arrivano a dimensioni dav- vero ragguardevoli – in cui emerge chiaro l’amore istintivo e naturale per il segno che lui traduce in immagini dalla sorprendente meticolosità rappresentativa. Tema del suo lavoro sono soggetti tratti dalla natura e dall’arte e rappresentati, grazie ad un’indiscutibile abilità tecnica, con una veridicità raffinata in ogni dettaglio. Queste presenze, isolate e decontestualizzate sul foglio, costringono ad un’osservazione attenta che trasferisce poi la riflessione sull’immagine ad altri valori. Le tematiche naturalistiche e ambientali, sviluppate con precisione calligrafica in opere quasi monumentali, si legano così a considerazioni più intimiste ed esistenziali. I suoi esseri o i suoi microcosmi confe- riscono allo sguardo dello spettatore gli aspetti ambigui e contraddittori di una bellezza che svela sottilmente il paradosso della loro vita tesa tra due estremi opposti: da una parte una grande resi- stenza e perfezione, dall’altra una fragilità passiva e un’indifesa caducità rispetto all’assoluto. Carrà evidenzia una metafora che diventa immediato parallelo con la condizione esistenziale dell’uomo. Soggetto della mostra in corso, l’Agnus Dei – una rielaborazione dell’omonima opera di Zurbarán cui è dedicata la mostra a Palazzo dei Diamanti – nella cui forma s’insinuano altri soggetti che evi- denziano una metamorfosi continua tra il tema del bene e quello del male. [Matteo Galbiati]

Mostra in corso: Marcello Carrà. Le Metamorfosi dell’Agnus Dei di Zurbarán, a cura di Chia- L’opera: ra Zocchi, MLB Home Gallery, Corso Ercole I d’Este 3, Ferrara, 14 settembre - 1 dicembre L’isola dei morti, 2013, penna 2013 biro su carta, courtesy MLB Home Biografia: Marcello Carrà è nato a Ferrara nel 1976. Si laurea nel 2003 in Ingegneria Civile presso Gallery l’Università di Ferrara. Ha esposto a Bruxelles (OFF Art Fair), Basilea (Scope Basel), alla Biennale di Venezia, ad ArteFiera a Bologna, a Ferrara (MLB home gallery, Museo di Storia Naturale, Museo valore: € 3.800,00 Casa Ludovico Ariosto), a Bologna, Milano e Broni (Villa Nuova Italia). (segnalato da MLB Home Gallery,

Info: www.marcellocarra.it Ferrara) www.marialiviabrunelli.com

26 Espoarte Digital www.espoarte.net ETTORE TRIPODI

L’opera: Le ultime parole di Babele, 2013, tecnica mista su carta, cm 30x30

valore: € 600,00 (segnalato da Studio d’Arte Cannaviello)

Alla sua prima mostra in uno spazio museale, Ettore Tripodi ha scelto di presentare opere che tran- sitano, in un suggestivo raccordo, dai lavori realizzati in precedenza ad una selezione attenta degli ultimi e più recenti esiti della sua ricerca. La sua visione si connota attraverso immagini e disegni che pullulano di forme e presenze riconoscibili, nati tutti da gesti precisi, ma che restituiscono sem- pre l’idea di un apparente stato di caotica evoluzione progressiva e ancora diveniente. Le virtù segniche e immaginifiche sono degne di un miniatore d’altri tempi, una cura tecnica e una conoscenza precisa non facilmente riscontrabili in artisti della sua stessa generazione. La visiona- rietà delle sue immagini risponde ad una spinta che non si imbriglia mai in una razionalizzazione figurativa determinata dal dover raccontare una storia, ma il suo processo narrativo si sospende sempre, a-cronologicamente, in un susseguirsi di episodi quasi solo accennati – per quanto ricchi di presenze – che portano il racconto a non esaurire mai le sue vive e perturbanti sollecitazioni cui contribuisce, non dimeno, l’uso snaturante e visionariamente astraente delle cromie. [Matteo Galbiati]

Mostra in corso: Umberto Chiodi. Crossage e Ettore Tripodi. La città degli immortali a cura di Alberto Zanchetta, Museo d’Arte Contemporanea, Viale Padania 6, Lissone (MB) – 14 settembre - 13 ottobre 2013

Biografia: Ettore Tripodi è nato a Milano nel 1985. Si è diplomato in Scenografia presso l’Accade- mia di Belle Arti di Brera a Milano. Vive e lavora a Milano.

Info: www.ettoretripodi.it www.cannaviello.net www.museolissone.it

27 Espoarte Digital www.espoarte.net MARCO PEZZOTTA

L’opera: Significant others, 2013, digital print, ferro e vetro, 4 elementi da cm 22x25x2,5 cad.

valore: variabile (in funzione dell’installazione site-specific)

Il suo lavoro ha come coerente filo conduttore – dalle prime alle più recenti esperienze – l’analisi del rapporto che intercorre tra un’entità singola e l’insieme ad essa omogenea. La problematica evidenziata è quella della formulazione dei processi e della coscienza legati all’identità, in lui qua- lità mobile e mutevole, mai inquadrabile e definibile in una coincidenza solo apparente. Nei suoi processi seriali costituisce e descrive gruppi dove il valore del singolo definisce ontologicamente la stessa identità collettiva di cui fa parte. Identità ripetuta o divisa da tutti gli elementi del gruppo. L’opera qui pubblicata, Faceless Part2, diventa emblematica: ognuna mostra al suo interno l’im- magine degli altri tre elementi inseriti nello spazio.... Emerge il vuoto lasciato proprio dal fotogram- ma, il singolo, che stiamo guardando. Ogni oggetto è narrato e narra gli altri componenti, ma non è in grado di raccontare completamente se stesso se non in loro funzione. [Matteo Galbiati]

Mostra in corso: Faceless Part2, Freiraum Quartier21, International Museums Quartier, Vienna (Austria) – 27 settembre - 11 novembre 2013 Quartier21 Residency Program, Vienna, (Austria) – 1 - 31ottobre 2013

Biografia: Marco Pezzotta è nato nel 1985 a Seriate (BG). Nel 2009 si è laureato in pittura all’Ac- cademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 2013 consegue il Meisterschüler alla Kunsthochschule Berlin Weissensee di Berlino (Germania). Vive e lavora a Berlino.

Info: www.marcopezzotta.com www.beoproject.org

28 Espoarte Digital www.espoarte.net PIERPAOLO LISTA

Pierpaolo Lista ha scelto un supporto speciale per la sua pittura: ha sostituito alla tavola o alla tela le lastre di vetro. Potrebbe non essere un dato significativo o particolarmente insolito se non fosse che questa superficie genera il tratto saliente e peculiare della figurazione pittorica del gio- vane artista campano. Egli infatti procede secondo un processo non “filologico”, perché invece di ricavare la visione dell’immagine ritratta sedimentando colore frontalmente, preferisce invertirne le coordinate: dipinge sul retro, lavora sul lato opposto del supporto trasparente e quello che si ricava “dietro” diventa il fronte dell’opera. Se da una parte l’atto creativo resta controllato e determinato dalla perizia e dalla coscienza dell’artista, dall’altra l’opera somma anche un’importante compo- nente dettata dal caso e dall’attimo. Per questo il disegno e il colore possono affiorare ed emergere con forme non totalmente prevedibili, nelle quali la stessa pittura perde la sua consueta matericità per mostrarsi come una visione eterea e surreale, un frammento concreto della memoria. [Matteo L’opera: Galbiati] Salto nel vuoto, 2013, smalto su vetro, cm 120x100, courtesy Dino Mostra in corso: Pierpaolo Lista. Unknown Destination a cura di Antonello Tolve, Dino Morra Morra arte contemporanea, Napoli arte contemporanea, vico Belledonne a Chiaia 6, Napoli – 17 settembre - 31 ottobre 2013 Biografia: Pierpaolo Lista è nato a Salerno nel 1977. Si è diplomato al Liceo Artistico di Eboli (SA). valore: € 2.500,00 Vive a Paestum (SA) e lavora tra Salerno e Milano. (segnalato da Dino Morra arte contemporanea) Info: www.dinomorraartecontemporanea.eu

29 Espoarte Digital www.espoarte.net GIUSEPPE GONELLA

Involved. Coinvolto. Il titolo del più recente progetto personale di Giuseppe Gonella è una chiara constatazione di ciò che le sue opere inducono: un coinvolgimento emotivo, diretto risultato di una pittura complessa (non a caso “complicato” è tra i significati di involved...) che lascia spazio a molteplici interpretazioni perché costruita su, e da, livelli differenti, a volte complementari a volte contrastanti, che aprono orizzonti all’interrogativo. Per “descrivere” la pittura di Gonella si potreb- be scegliere di procedere ad una lettura per negazioni e opposti: non è una pittura astratta ma contiene il figurativo, evoca ma non descrive, non è narrativa ma spinge a cercare gli elementi per ricostruire delle storie, distanti dall’oggettività dei fatti. Tutti gli elementi che concorrono alla composizione formale, tecnica compresa, sono così funzio- nali a restituire un’immagine dai contorni sfumati, determinata nel suo presentarsi ai nostri occhi con la forza del colore ma, allo stesso tempo, sfuggente come il tempo di un gesto e una situazio- ne di cui sembra essersi perso il filo degli eventi. [Francesca Di Giorgio]

Mostra in corso: Giuseppe Gonella. Involved, a cura di Pietro C. Marani e Carlo Sala, Galleria Giovanni Bonelli, Via Luigi Porro Lambertenghi 6, Milano, 20 settembre - 27 ottobre 2013

Biografia: Giuseppe Gonella è nato a Motta di Livenza (TV) nel 1984. Vive a lavora a Berlino. È stato titolare dell’atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia dove ha esposto in diverse collettive tra cui la 89ma collettiva giovani (2005), Atelier 8 x 12, SS.Cosma e Damiano, I borsisti della 89ma (2006), Spritz Time (2007) e Suspense (2010). Tra le più recenti mostre personali: Evidence of time, Chiostro Madonna dell’Orto, Venezia (2013); No place left to hide, Casa dei Carraresi, Treviso (2012); Suspanded Oscillation, 263 SenArt Gal- lery, New York (2011); La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili, Changing Role Gallery, Napoli (2010)... Tra le mostre collettive recenti: Leipzig young contemporary, Clara Park, Lipsia; Oceans: Under skin of the sea, Kunsthalle Hb55, Berlino; River of Air, Pescheria nuova, ; Artstays, Gallery Magi- strat, Ptuj, Slovenia; Parerga & Paralipomena della Pittura, Bonelli Lab, Canneto sull’Oglio (2013)...

Info: giuseppegonella.tumblr.com www.galleriagiovannibonelli.it

L’opera: Il filo delle ore, 2012, acrilico su tela, cm 200x220

valore: € 7.560,00 (segnalato da Galleria Giovanni Bonelli)

30 Espoarte Digital www.espoarte.net LUCA MOSCARIELLO

Una pittura che sedimenta e stratifica storie ed oggetti pescando nell’inesauribile fonte dell’immagina- zione che, a sua volta, scaturisce da un solido retroterra abitato da oggetti quotidiani concreti come da letture filosofiche – Sotto i cardi fa riferimento ad una scena del libro “Così parlò Zarathustra” di Friedrich Nietzsche, in cui il protagonista si allontana dal mondo degli adulti, caratterizzato da aridità e ipocrisia, per rifugiarsi “sotto i cardi, dove giocano i bambini…” – dalla cultura popolare e fiabesca come dalla storia dell’arte stessa con cui la pittura contemporanea continua a confrontarsi. Non a caso Igor Zanti, nel testo pubblicato sul numero #82 di Espoarte, rivede nel lavoro di Mo- scariello “La tecnica pittorica della ricerca metafisica, ma anche certe scabrosità ed indefinitezze materiche alla Morandi, e il programmato caos di alcuni esponenti della scuola di Lipsia” e anco- ra... “l’Emilia di Morandi o la Romagna confusionaria e barocca di Fellini, con un pensiero alle valli bergamasche di Baschenis”. [Francesca Di Giorgio]

Prossima mostra: Luca Moscariello. Sotto i cardi, a cura di Ivan Quaroni, Galleria Bonioni Arte, Corso Garibaldi 43, Reggio Emilia – 5 ottobre - 17 novembre 2013 L’opera: Biografia: Luca Moscariello nasce a San Giovanni in Persiceto (BO) nel 1980. Diplomatosi in pit- Sotto i cardi, 2013, tecnica mista tura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, prende parte a diverse esposizioni. Tra le mostre su tavola, cm 22x32. Foto: Dario personali più recenti: “La grammatica della polvere” (Museo Ca’ La Ghironda, Ponte Ronca di Lasagni Zola Predosa, Bologna, 2011, a cura di Graziano Campanini), “Anacronismo” (Galleria il Melone, Rovigo, 2011), “L’inventario del sonno” (Galleria Il Ponte, Pieve di Cento, Bologna, 2009, a cura valore: € 600,00 di Graziano Campanini e Valerio Borgonuovo). Tra le collettive, “Acqua riflettendo” (Spazio San Giorgio, Bologna, 2013, a cura di Simona Gavioli), “Le cose hanno il potere che tu gli dai” (Spazio (segnalato da Galleria Bonioni Thetis, Venezia, 2011, promosso da scatolabianca project, direzione scientifica Martina Cavallarin, Arte) a cura di Alice Andreoli e Giulia Pasdera). Vive e lavora a Sala Bolognese (BO).

Info: www.lucamoscariello.it www.bonioniarte.it

31 Espoarte Digital www.espoarte.net ELISA SAGGIOMO

Lo sguardo di Elisa Saggiomo, fiorentina ma bolognese d’adozione, ancora una volta “inquadra” la città per elaborarne una visione originale. Negli ultimi lavori l’artista, che molto spesso utilizza la base fotografica per la realizzazione delle sue opere, negli ultimi lavori «tende al superamento della staticità del quadro sviluppando una fusione tra la proiezione digitale e il quadro stesso, figurativo e astratto si confondono in un processo di costante mutamento». In Sol Invictus, la doppia personale che la vede in mostra assieme a Melissa Provezza, l’artista utilizza esclusivamente il bianco per grandi dittici, con immagini panoramiche di città fotografate e fotocopiate in grande dimensione e applicate su tavola, su cui interviene pittoricamente ad olio. Un video viene proiettato direttamente su suoi quadri con immagini di voli di uccelli e violente battaglie tra uccelli e pesci, che animano queste bianche città deserte accompagnate da composizioni musicali appositamente create per le sue opere da Carmine Onorati. [a cura della Redazione]

Prossima mostra: Sol Invictus, doppia personale di Elisa Saggiomo e Melissa Provezza, a cura di Alberto Mattia Martini e Francesco Gattuso, Spazio Testoni, Via D’Azeglio 50, Bolo- gna – 12 ottobre - 07 dicembre 2013 L’opera: Città Bologna, 2012, fotocopia Biografia: Elisa Saggiomo è nata a Firenze nel 1982 attualmente vive e lavora a Bologna; Laureata applicata su tavola con interventi all’Accademia di Belle Arti di Carrara e di Napoli. pittorici ad olio con video Vincitrice del Primo Premio d’arte Contemporanea Val di Sambro nel 2009 assegnatole dalla Giuria proiezione “Uccelli”, dittico cm presieduta dalla Professoressa Vera Fortunati. Nel 2010 presso la Galleria Spazio Testoni di Bologna ha presentato “ALTA/TENSIONE” sua per- 93x253 sonale curata da Alberto Mattia Martini. Sempre nel 2010 espone in diverse collettive: “La Forma dello Spazio” presso la Libreria Mondadori Multicenter di Bologna curata da Adele Dell’Erario, e valore: € 3.500,00 “BO-HE’ME 2010” alla Galleria H2O Art Space, Bologna. (segnalato da Galleria Spazio Nel 2011 espone nella collettiva “SUMMERY” alla Galleria Spazio Testoni, Bologna e “ALTA/TEN- Testoni) SIONE PASSAGGIO A VERGATO” per Vergato Arte 2011. Nel 2013 vince il concorso e partecipa alla mostra “PRIMA LUCE” presso la Sala Dogana di Pa- lazzo Ducale di Genova con la video installazione “città-firenze-uccelli”. Nello stesso anno espone “Uccelli” alla Galleria Sarajevo Supermarket di Napoli.

Info: www.spaziotestoni.it

32 Espoarte Digital www.espoarte.net MELISSA PROVEZZA

«Sottrarre il corpo per parlare del corpo e non solo, bensì di ciò che ne rimane, dei resti del suo utilizzo, delle conseguenze dello sguardo vorace. Nella tela il soggetto occupa uno spazio intimo in solitudine». Si legge così nella statement della giovane artista bresciana che ad ottobre, presentata da Fran- cesco Gattuso, inaugura in una doppia personale a Bologna una nuova serie di lavori composti da una stratificazione di tele dipinte, sovrapposte le une sulle altre come un’epidermide in cui ogni strato è comunicante. «L’immagine dipinta sulla prima tela prosegue sulla seconda, la cui visibilità è circoscritta da un taglio che buca il primo strato. Lo stesso accade per gli strati successivi. La piena visione dell’immagine sottostante è consentita al fruitore dalla possibilità di sollevare la tela che sta davanti. La forma dei buchi richiama quella di cellule umane sane e malate (in un legame tra micro e macro, tra dentro e fuori, tra fisico e metafisico). Quell’ipotetico “Se” nel titolo di un’opera della Provezza si fa chiaro quando l’artista afferma che la sua è «una pittura in dissolvenza che implicitamente è riflessione metapittorica sulla sopravvivenza della pittura stessa – figurativa – oggigiorno». [Francesca Di Giorgio]

Prossima mostra: Sol Invictus, doppia personale di Elisa Saggiomo e Melissa Provezza, a cura di Alberto Mattia Martini e Francesco Gattuso, Spazio Testoni, Via D’Azeglio 50, Bolo- gna – 12 ottobre - 07 dicembre 2013

Biografia: Melissa Provezza è nata a Orzinuovi (BS) nel 1978. Artista e docente, vive e lavora a Milano. Dopo la maturità artistica si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove attual- mente lavora come assistente tecnico di laboratorio, all’interno della Scuola di Pittura. Presso l’Accademia di Brera ha inoltre conseguito il Diploma di Secondo Livello per l’abilitazione all’inse- gnamento delle “Discipline Pittoriche”. Grazie ad una borsa di studio ha studiato presso la Facoltà di Belle Arti-Universidad Complutense di Madrid, dove ha scritto una tesi sul campo e ha vissuto alcuni anni lavorando con gallerie d’arte spagnole. Sia in Italia che all’estero ha esposto in mostre personali e collettive, in gallerie private e spazi istituzionali, oltre ad aver partecipato a fiere d’arte e a concorsi nei quali è stata selezionata e/o premiata. Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private italiane, svizzere e spagnole. Nel 2011 ha esposto nella 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Accademie, Tese di San Cristoforo all’Arsenale, Vene- zia (catalogo ed. Skira).

Info: www.spaziotestoni.it

L’opera: Se, 2013, 2 strati di tela dipinti e sovrapposti, olio su tela e supporto in legno, cm 121X71

valore: € 3.800,00 (segnalato da Galleria Spazio Testoni)

33 Espoarte Digital www.espoarte.net SOFIA RUIZ UGALDE

La giovane artista si è fatta notare al Premio Ora, aggiudicandosi la sua prima mostra personale in Italia da GiaMaArt studio. On & Off, nada es real (nulla è reale, ndr) prende spunto da una serie di opere su tela che attraverso il medium della pittura esplorano concetti opposti e apparentemente impossibili. Una pittura che pur rimanendo nell’alveo del figurativo afferma una contraddizione: i bambini della Ugalde sono “ripresi” in situazioni irreali e “sospesi” in un’atmosfera straniante a volte dolce e innocente a volte sinistra e inquietante. L’artista approfondisce ulteriormente l’interesse verso temi legati alla psicoanalisi e ad un passato di ricordi autobiografici approfondendo la sua ricerca nell’ambito dei disturbi dissociativi (derea- lizzazione e depersonalizzazione) che portano le persone a non riuscire a distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è. «Con queste immagini cerco di mostrare la linea sottile reale e irreale, ciò che accade nella mente quando avviene un’alterazione nella percezione e nell’esperienza del mondo esterno in modo irreale, percependo il proprio ambiente come privo di spontaneità emo- zionale e di profondità. Questa sensazione onirica, dove le cose sembrano “meno reale” di quanto dovrebbero conduce ad un luogo dove nulla è reale, dove tutto è sogno o incubo, a seconda della distanza da cui si guarda». [Francesca Di Giorgio]

Prossima mostra: Sofia Ruiz Ugalde, ON & OFF, nada es real, a cura di Carolina Lio, Gia- MaArt studio | arte contemporanea, Via Iadoni- si 32, Vitulano (BN), ottobre - dicembre 2013

Biografia: Sofia Ruiz Ugalde è nata a San José (Costa Rica) nel 1982. All’età di 16 anni inizia a dipingere, per due anni studia ingegneria chi- mica e filosofia all’Università della Costa Rica. Nel 2000 entra nella Scuola di Belle Arti del suo paese dove studia pittura e incisione. Nel 2007 è in Messico, dove partecipa alla Biennale di disegno “Rafael Cauduro”. Al suo ritorno in Costa Rica ottiene il primo premio alla Mostra collettiva “Valoarte” di arte latinoamericana. Nel 2008 è artista in residenza presso l’Istituto Sperimentale di Incisione dell’Easton PA USA. Nel 2012 è tra i vincitori della seconda edizione del premio Ora. Dal 20 settembre 2013 parteci- pa ad una residenza in Corea del Sud.

Info: www.giamaartstudio.it www.ruizsofia.com

L’opera: Cuckoo, 2013, olio e acrilico su tela, cm 75x60

valore: € 1.600,00 (segnalato da GiaMaArt studio | arte contemporanea)

34 Espoarte Digital www.espoarte.net TAMÁS JOVÁNOVICS

L’opera: 1cm Series - Éj mélyből felzengő’, 2013, acrilico e matita colorata verniciati su MDF, cm 60x60

valore: € 2.200,00 (segnalato da MAAB Gallery)

Tamás Jovánovics da sempre impegna il suo linguaggio artistico verso l’astrazione che, pur ren- dendo evidenti i riferimenti agli artisti per lui modelli imprescindibili, trova sempre un modo per smarcarsi dal “già visto” e rendersi completamente autonoma. Il suo lavoro si struttura in cicli di opere, vere e proprie tipologie, che l’artista indaga con meticolosa cura sino ad esplorarne ed esaurirne ogni potenzialità. Le ultime opere si caratterizzano per la presenza minima della linea quale elemento “primigenio”: policroma, ordinata e ordinante, solca regolare le superfici del dipinto secondo una partizione apparentemente geometrica, controllata e razionale. Ma con la sua osservazione attenta sarà lo spettatore, catturato dalla concentrazione suscitata dalle immagini dell’artista ungherese, a com- piere il processo finale dell’opera. Lo sguardo trova nuovi spazi, nuove profondità che allontanano dalla contingenza del luogo presente. Quegli spazi, inesplorati e senza tempo, si ricavano dall’im- maginazione e dal pensiero riattivati dalle sue composizioni. In questa vitalità cognitiva l’apparente algida astrazione di Jovánovics trova la sua espressione più viva e autentica. [Matteo Galbiati]

Prossima mostra: Tamás Jovánovics, MAAB Gallery, Riviera San Benedetto 15, Padova, 9 novembre 2013 - 8 gennaio 2014

Biografia: Tamás Jovánovics è nato a Budapest (Ungheria) nel 1974. Si è laureato nel 1997 e ha conseguito il dottorato di ricerca nel 2004 in Pittura presso Magyar Képzömüvészeti Egyetem a Budapest. Ha ottenuto la laurea nel 1999 e un dottorato di ricerca nel 2004 in Belle Arti presso l’Université de Provence Aix-Marseille a Aix-en-Provence (Francia). Nel 2007 ha vinto un concorso d’arte pubblica e nel 2008 ha completato le installazioni permanenti su tre facciate del Foiskola campus Nyíregyházi a Nyíregyháza (Ungheria). Ha vinto il FIABCI Prix d’Excellence nel 2009. At- tualmente vive e lavora a Vienna (Austria).

Info: www.tamasjovanovics.com www.artemaab.com

35 Espoarte Digital www.espoarte.net SERENA VESTRUCCI

Ciascun “racconto”, nonostante ricorra all’imprevedibile varietà di tecniche e materiali in un cam- pionario assai eterogeneo, conferma l’acuta intelligenza del suo sguardo. In lei la concettualità del lavoro diventa la naturale vocazione del suo linguaggio; mai ostentata, si lascia percepire immediatamente nella sua sincera onestà e verità. E se chi guarda può soffermarsi un po’ più a lungo, sicuramente non rimarrà estraneo a quanto l’artista gli stia mostrando. Il suo lavoro è sempre penetrante e schietto, senza aggiunte o eccessi. Opera dopo opera, infatti, tesse complesse relazioni che costringono chi osserva a determinare, in via ultima, il loro senso. L’artista è consapevole di non dominare mai completamente il meccanismo della razionalità dei suoi lavori e per questo Vestrucci permette che le cose “accadano” fuori da lei e lontano da lei. Non trascuriamo mai i suoi titoli, tautologie di sferzante ironia, che sono l’accesso prioritario all’esplorazione del suo affascinante mondo. [Matteo Galbiati]

Prossima mostra: Serena Vestrucci. I eat lunch between two highways, Otto Zoo, via Vigevano 8, Milano – 7 ottobre - 30 novem- bre 2013

Biografia: Serena Vestrucci è nata a Milano nel 1986. Nel 2009 si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, nel 2013 ha conseguito il titolo di laurea in Pro- gettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo I.U.A.V di Venezia. Ha preso parte a diverse mostre collettive in Italia e all’estero in presti- giosi spazi pubblici e privati come la G.A.M. di Milano, la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Furini Arte Contemporanea di Roma e Spazio Morris di Milano. Ha partecipato a re- sidenze a Belgrado (Serbia), Venezia, Bologna e Genova. Vive e lavora tra Milano e Venezia.

Info: www.serenavestrucci.com www.ottozoo.com

L’opera: Strappo alla regola, 2013, tela di bandiere europee, filo di cotone, dimensioni e tempo di lavoro variabili, courtesy Otto Zoo, Milano

valore: € 1.600,00 per una tela di cm 200x100 (segnalato da Otto Zoo, Milano)

36 coming soon...

2012 - 2013 Espoarte Digital www.espoarte.net

Leggi su espoarte.net Interviste > Premi http://www.espoarte.net/arte/premio-faenza-discorso-aperto-sulla-ceramica/ Premio Faenza. Discorso aperto sulla ceramica… FAENZA (RA) | MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche

Intervista a CLAUDIA CASALI di Francesca Di Giorgio

Per molti il confronto con il passato può diven- gramma dal prossimo settembre… tare una gabbia dalla quale è difficile uscire… Il Premio Faenza, quest’anno alla sua 58° edi- Come legge il lungo percorso del Premio zione, racconta una storia diversa, fatta di tra- Faenza nelle opere degli artisti contempo- dizione e rinnovamento. Parliamo di ceramica ranei che, negli anni, hanno partecipato? come scultura, al di là delle solite disquisizioni Fin dai suoi esordi, nel lontano 1938, il Premio tra tecnica e materia, come forma d’arte che Faenza intendeva documentare l’eccellenza ha saputo trovare continui stimoli non solo tra i della ricerca sulla materia ceramica. Vi erano giovani ma anche tra i grandi Maestri. diverse sezioni infatti a cui aderivano artisti, de- Incontriamo Claudia Casali, direttore del MIC – signers, scuole. Negli anni si è dato spazio alla Museo Internazionale delle Ceramiche in Faen- ricerca scultorea, all’opera unica, con un con- za, mentre è in corso (fino al 22 settembre) la fronto a livello internazionale. Guardando l’albo mostra degli artisti finalisti del Premio, un’occa- dei vincitori si nota come la scultura ceramica sione unica per farsi raccontare la ricerca che abbia un percorso parallelo alle ricerche artisti- il Premio e il Museo portano avanti da sempre che che connotavano i vari decenni: il picas- e l’importante progetto su Arturo Martini in pro- sismo degli anni ’50, la ricerca informale degli

Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà. MIC, Faenza. L’Aviatore, 1931-32, terra refrattaria, cm 120x145x70 Collezione privata

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Nero / Alessandro Neretti. I nuovi apostoli ovvero Pae- anni ’60, il minimalismo e il pop degli anni ’70, il necessariamente utilizzano la ceramica come saggi Economico-Strutturali, 2011, terracotta smaltata ritorno alla figurazione degli anni ’80 e ’90, per linguaggio prescelto. Penso a Chiara Camoni, slim/4 by Florim, passepartout sagomati, legno, vernice nera. Premio Faenza under 40, 2013 giungere alle recenti scelte installative di com- Nero / Alessandro Neretti (vincitore della sezio- mistione di diversi linguaggi in un’unica opera ne under 40), Chiara Lecca, Mattia Vernocchi, (video, pittura, scultura). Il Premio Faenza ha solo per citare alcuni nomi tra i più conosciuti. sempre privilegiato scelte innovative che poi sono diventate momenti di riflessione artistica Si può identificare oggi una “nuova via” per fondamentali. la ceramica che la affranchi dalla sola “tec- nica” e “materia”? Quali sono gli artisti che Ha definito il Premio un “sismografo della passando dal MIC di Faenza hanno contri- contemporaneità”. Cosa crede abbia re- buito maggiormente a stimolare un dibattito gistrato quest’anno? E quali sono state le intorno al “futuro” della ceramica? “aperture” che hanno permesso di rigene- Faenza è una città di per sé attenta e viva, ca- rare il Premio? pace di cogliere le novità offerte soprattutto La 58 edizione del Premio ha visto, dopo ben dalle tante manifestazioni e incontri organizzati tre edizioni dedicate solo ai giovani, l’apertura grazie al Museo Internazionale delle Ceramiche. anche ai cosiddetti Maestri, ovvero artisti over Nei suoi oltre cento anni di attività, il Museo e 40 che hanno avuto negli anni una importante Faenza hanno visto la presenza di grandissimi attività. Questa scelta è stata condivisa dalla artisti che hanno indubbiamente lasciato un Giuria (composta, oltre che dalla sottoscritta, segno intellettuale, creativo ed artistico. Pen- da Laura Borghi, editore; Alessandra Laitem- so agli omaggi a Picasso, Mirò, Fukami, alle pergher, curatore del Beelden Zee Museum presenze al Premio Faenza di Fausto Melotti, di Den Haag; Marinella Paderni, critico d’arte Lucio Fontana, Leoncillo, Nanni Valentini, e, re- e docente d’arte contemporanea; Nico Strin- centemente, a Giuseppe Spagnulo, Luigi On- ga, storico dell’arte e professore ordinario di tani, Pizzi Cannella, Mimmo Paladino, Sandro storia dell’arte contemporanea all’Università Chia, Giosetta Fioroni, Pablo Echaurren Matta, Cà Foscari di Venezia) che ha privilegiato quel- Giacinto Cerone, e tanti altri. Mostrare i risultati le manifestazioni più legate ai linguaggi della del loro lavoro, incontrarli in momenti pubblici, contemporaneità e al momento installativo, creano confronto e crescita. Il MIC non è solo per tornare a parlare di scultura (e non solo di contenitore o spazio museale di conservazio- ceramica). Diversi sono gli artisti scelti che non ne: è anche (e soprattutto) luogo in grado di

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creare situazioni e momenti di dialogo a più di chiusura della mostra, ci sarà un finissage gna, per la prima volta assieme, nella mostra a livelli, con artisti, ceramisti, studenti, collezioni- con gli artisti, che saranno invitati a raccontare cura di Nico Stringa, grande esperto di Martini. sti, amanti dell’arte. La mostra di Paladino dello il loro lavoro e la loro poetica. Anche questo è Si tratta di un percorso eccezionale che vuo- scorso anno ha mostrato come la ceramica sia un modo di condividere e far crescere la nostra le dare risalto al lavoro instancabile di uno dei un linguaggio privilegiato per la scultura e per città, il nostro mondo della ceramica (che a vol- più importanti scultori del nostro Novecento. A l’arte contemporanea in toto. te possiede impensate chiusure e rigidità). Bologna saranno esposte, per la prima volta, le opere acquisite nel 1950 dal Museo della La mostra delle opere finaliste è in corso Nel futuro prossimo del MIC, un importante Scultura di Anversa, tre capolavori indiscussi, fino al 22 settembre… State già lavorando progetto intorno alla figura di Arturo Martini. accanto all’Aviatore e Le Stelle di grandissi- alla prossima edizione? Scadenze e appun- Può darci qualche anticipazione? mo impatto visivo e dalla tecnica eccezionale. tamenti da segnare in agenda? Si tratta di un progetto importante su due A Faenza ci sarà un percorso più canonico, Questa edizione, che sta avendo un bel ri- sedi, il MIC di Faenza e Palazzo Fava a Bolo- sull’evoluzione della sua poetica dai momenti scontro di pubblico e di critica, ci ha fatto ri- gna, e realizzato grazie al fondamentale con- giovanili alle sperimentazioni degli ultimissimi flettere su diverse possibilità di confronto che tributo della Fondazione Cassa di Risparmio anni. Sarà sicuramente uno degli eventi espo- metteremo in atto nella prossima edizione il cui di Bologna. Le opere scelte per le due sedi sitivi dell’autunno-inverno 2013-2014, da non bando uscirà in luglio 2014 (scadenza delle do- dialogano idealmente su due temi centrali: la perdere, per gli amanti della ceramica, della mande: dicembre 2014). Verranno mantenute ricerca della forma e la figura femminile. Una scultura e del Novecento, e per comprendere le due categorie (over e under 40) e la Giuria sessantina di opere scelte saranno esposte a la nostra contemporaneità che trova proprio in vedrà nuovamente protagonisti attori della sce- Faenza, per mia cura, e una decina di opere Martini l’origine della ricerca e della sperimen- na contemporanea. Il 22 settembre, giornata di grandi dimensioni saranno esposte a Bolo- tazione, attualissima.

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Premio Faenza 58° edizione La mostra dei finalisti

26 maggio – 22 settembre 2013

MIC – Museo Internazionale delle Cerami- che in Faenza viale Baccarini 19, Faenza (RA)

Orari: da martedì a domenica e festivi ore 10.00-19.00, chiuso il lunedì

Info: +39 0546 697311, 0546 697308 [email protected] www.micfaenza.org

Evento futuro: Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta a cura di Nico Stringa

22 settembre 2013 – 12 gennaio 2014

Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni via Manzoni 2, Bologna

Orari: martedì-domenica ore 10.00 – 19.00, lunedì chiuso Info: +39 051 19936305 www.genusbononiae.it

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Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà a cura di Claudia Casali

12 ottobre 2013 – 30 marzo 2014

MIC – Museo Internazionale delle Cerami- che in Faenza viale Baccarini 19, Faenza

Chiara Camoni, sul perché in natura tutto avvolge a sinistra, 2012, terracotta azzurra, filo di ferro, cm 60x50. Courtsey Galleria SpazioA, Pistoia. 58° Premio Faenza. Premio Eleuterio Ignazi riservato ad un giovane artista

Arturo Martini, La lupa, 1930-31, terra refrattaria, cm 87x137x64. Antwerpen, Museo Middelheim. Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, Bologna

A fianco: Mattia Vernocchi, Alveare, 2011, terracotta smaltata, ferro, cm 235x265x40. 58° Premio Faenza. Premio Monica Biserni

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Leggi su espoarte.net Interviste > Arte http://www.espoarte.net/arte/la-forza-della-modernita-l%E2%80%99eccellenza-italiana-tra-le-due-guerre/ La forza della modernità. L’eccellenza italiana tra le due guerre LUCCA | Fondazione Ragghianti | 20 aprile – 6 ottobre 2013

Intervista a MARIA FLORA GIUBILEI e VALERIO TERRAROLI di Matteo Galbiati

In occasione della mostra La forza della mo- sull’arte italiana tra le due guerre. Come lenze culturali, smarcandosi dalle ideologie dernità. Arti in italia 1920-1950, che celebra il spiegate un’attenzione tanto viva su questo che l’hanno connotata? genio, la ricchezza, le idee di un’Italia che, no- periodo? Si può e si deve parlare della controversa fase nostante uno dei periodo più complessi e con- Era ora ci si occupasse della prima parte del storica e delle eccellenze culturali con onestà troversi della sua storia, iniziava ad affermare la ‘900 e questo è conseguenza di studi scien- intellettuale, senza cadere in pericolose trap- qualità alta delle sue produzioni, artistiche – e tifici che promuovono e sostengono iniziative pole revivalistiche che gli attuali climi politici non solo – ipotecando l’importanza del suc- di mostre o pubblicazioni specifiche facendo- potrebbero pure indurre con facilità. Dobbiamo cesso del futuro made in Italy, abbiamo incon- ne avvertire l’esigenza. Pensiamo a mostre di considerare le opere per il loro valore qualitati- trato i curatori della mostra Maria Flora Giubilei ampio respiro che per prime, a inizio degli Anni vo. La grandezza di Sironi o di Martini, per fare e Valerio Terraroli. Questo progetto – emerge ’80, vennero dedicate agli Anni ’20 e ’30 del due esempi, è un dato oggettivo che va oltre la chiaramente dalle scelte e dall’allestimento – è Novecento italiano dopo gli studi di Rossana loro, pure oggettiva, collaborazione col regime stato concepito e strutturato con la sapienza e Bossaglia – recentemente scomparsa e nostra fascista. Si devono valutare e capire le immagi- la competenza di studiosi abituati ad affrontare maestra – di Renato Barilli, di Claudia Gian ni per il loro valore. i propri progetti secondo quel rigore scientifi- Ferrari, di Marco Lorandi e di tanti altri. Negli co tanto raro quanto prezioso. I due studiosi ultimi anni si è riavvertita la necessità di tornare Come avete strutturato e composto il per- hanno saputo offrire al pubblico una mostra di sul periodo tra le due guerre per dare conto di corso di questa mostra, tanto ricca di pro- grande importanza e rilevanza. A loro porgiamo nuove ottiche ancora più ampie, grazie anche poste, stimoli e scoperte? alcune domande: ad un numero maggiore di studi approfonditi. Abbiamo scelto di parlare degli artisti e della ricchezza culturale di quel periodo senza pen- Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un È segno quindi che si riesce a parlare di una sare ad aspetti ideologici, guardando alla forza numero consistente di mostre incentrate controversa fase storica, e delle sue eccel- della tradizione italiana. Nel 2012 la Fondazione

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Ragghianti ci ha comunicato l’intenzione di de- Mentre il 1950 chiude gli Anni ’40 e, con loro, dicare una mostra al rapporto tra arti decorative il secondo conflitto mondiale. La conclusione e figurative tra le due guerre, con speciale atten- reale della mostra è tra il 1948, con la riapertura zione al territorio toscano per i materiali del Mu- della Biennale di Venezia, e il 1951, con la IX seo di Doccia, purtroppo legato alle problema- Triennale di Milano in cui si esposero opere fon- tiche vicende del fallimento della Richard Ginori. damentali nel rinnovamento dei codici artistici, Ci siamo divisi i compiti: Terraroli ha seguito senza soluzione di continuità tra arti decorative l’articolazione del progetto per le arti decorative e arti figurative, con un percorso scandito verso (noto e capillare il suo specialismo sulla cerami- il design. ca e la conoscenza del periodo sono), mentre il contributo di Giubilei è legato alle arti figura- Avete posto una particolare attenzione sulle tive. Abbiamo voluto evidenziare quel lavoro differenti scelte stilistiche, tecniche e di gu- sinergico, e senza soluzione di continuità, tra i sto che convivevano in quegli anni, come si vari “operatori” dei settori artistici, che insieme, riassumono in mostra? al di là di legami professionali e amicali, si tro- Il termine gusto implica un modo di sentire e vavano a esporre e confrontarsi nelle Biennali di vedere: allora c’era una situazione davvero di Monza – poi Triennali di Milano – e in quelle particolare, sottolineata da un sentire comune veneziane. coincidente con un clima generale, senza sot- tostare necessariamente a ideologie precise. Indicate due date fondamentali: 1920 e Tutto si riassume in un percorso cronologico 1950. Cosa rappresentano questi due estre- che dà conto, con temi precisi, dell’evoluzione mi? del gusto, dello stile e delle tecniche tra propo- Oggetto di lunghe riflessioni, sono due date ste art deco e il monumentalismo, tra sussulti “tonde” e spartiacque. Nel 1920 riapre la Bien- futuristi e il classicismo in odore di metafisica, nale di Venezia, sospesa dal ’14. Si chiudono tra l’astrazione e l’informale. gli Anni ’10 con la triste stagione bellica, si sancisce ufficialmente la ripresa delle attività Aspetto importante è il succedersi di forme In queste pagine: artistiche. Tuttavia, dal ’19, si avverte un rin- d’arte diverse, vediamo alternarsi, nel per- La forza della modernità. Arti in italia 1920-1950, vedute della mostra, Fondazione Centro studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico novato entusiasmo che stimola, piccole ma si- corso espositivo, le cosiddette arti maggiori Ragghianti, Lucca gnificative, esposizioni incentrate sulla ricerca. con le minori. Cosa indica al pubblico que-

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sta visione? rare un passato glorioso, che ha affermato Vuole trasmettere la condivisione – per non dire la qualità e l’eccellenza del made in Italy, comunione – di esperienze artistiche, la man- come stimolo e fiducia per un presente che canza di soluzione di continuità, sul fronte dei assume tinte sempre più fosche? contenuti e delle forme, tra tutti i generi artistici, Sì, la mostra vuole essere una sferzata d’otti- la loro totale permeabilità alle più diverse attivi- mismo per questo momento così difficile guar- tà. Il pubblico deve percepire che non c’è diffe- dando al fare dei maestri di allora. Vogliamo renza, deve provare ad annullare la soglia della riprendere l’eccellenza che abbiamo avuto e gerarchizzazione delle cosiddette arti maggiori il suo titolo asseconda questa intenzione, ol- e minori. Chi era pittore o scultore, spesso, era tre a calzare perfettamente con l’atmosfera del anche ceramista, sapeva come si soffiava il ve- periodo tra le due guerre, non meno difficile tro, progettava per i tessili o disegnava arredi. dell’attuale. Oggi abbiamo possibilità di riscat- to, dobbiamo ritrovare la volontà. Quali dialoghi avete cercato tra personalità spesso differenti? La mostra, aperta da alcuni mesi, chiuderà La sala dedicata alla figura femminile è esem- solo il prossimo ottobre, ad oggi quali ri- plare: il nudo femminile, il suo protagonismo, scontri avete avuto dal pubblico? la centralità e le modalità della sua rappresen- Riscontri molto positivi dal mondo “specialisti- tazione, si rincorrono tra i dipinti di Carena e di co” della storia dell’arte, cosa che non guasta Casorati, le sculture di Martini, Marini e Andre- affatto. Forse qualche difficoltà in più sul fronte otti e le ceramiche di Ponti. Personalità diverse del pubblico: Lucca riamane fuori dal giro delle ugualmente tese a leggere, con occhi “moder- grandi mostre, ma da settembre, alla riapertura ni”, l’antica “essenzialità” del corpo femminile. delle scuole, ci aspettiamo più visitatori. Le nostre scelte sono state tematiche e spesso propongono – con un lavoro di ricerca e do- Quale è stata la vostra soddisfazione mag- cumentazione sulle fonti – le visioni che aveva giore nel realizzare questo progetto? il pubblico di allora di quelle Biennali, Triennali, 300 oggetti e opere cercate in anni di studio, il Quadriennali… confronto tra noi due e l’aver centrato un obiet- tivo sono le soddisfazioni maggiori. Aver toc- Inevitabile pensare alle eccellenze mani- cato con “occhio”, durante l’allestimento, che fatturiere italiane, la mostra vuole recupe- quanto era delineato sulla carta, nel progetto,

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In queste pagine: nei saggi del catalogo, assumeva una forza di lotti, Messina, Morandi, Nonni, Rizzarda, La forza della modernità. Arti in italia 1920-1950, vedute della messaggio inequivocabile, ha confermato, oltre Ponti, Ravasco, Saponaro, Scarpa, Selva, mostra, Fondazione Centro studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, Lucca le nostre aspettative, di aver colto senza riserve Severini, Sironi, Sturani, Tofanari, Tosal- nel segno. li, Tullio d’Albissola, Ulrich, Vedova, Viani, Wildt, Zecchin La forza della modernità. Arti in italia 1920-1950 20 aprile - 6 ottobre 2013

a cura di Fondazione Centro studi sull’Arte Licia e Maria Flora Giubilei e Valerio Terraroli Carlo Ludovico Ragghianti organizzazione Complesso monumentale di San Michelet- Centro studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico to, Via San Micheletto 3, Lucca Ragghianti con il sostegno di Orari: da aprile a giugno e da settembre a ot- Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca tobre: martedì-domenica 10.00-13.00 e 16.00- in collaborazione con 19.00, lunedì chiuso; luglio e agosto: martedì- Museo Richard-Ginori della Manifattura di domenica 16.00-20.00, lunedì chiuso Doccia, Sesto Fiorentino (FI); Museo Inter- nazionale delle Ceramiche, Faenza (RA); Ingresso: intero Euro 5,00; ridotto Euro 3,00 Galleria d’Arte Moderna, Genova; Galleria over 65 anni, residenti della Provincia di d’Arte Moderna Carlo Rizzarda, Feltre (BL) Lucca, soci Touring, gruppi oltre i 10 visi- e Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Mas- tatori su prenotazione; gratuito per scuole sa Carrara su prenotazione, bambini e ragazzi fino a 18 anni, studenti universitari, giornalisti con Artisti: Andloviz, Andreotti, Balsamo Stella, regolare tessera dell’Ordine Nazionale, di- Bellotto, Benedetta, Biagini, Biancini, Bo- sabili con accompagnatore nazza, Buzzi, Cagli, Campi, Campigli, Ca- sorati, Depero, De Pisis, De Poli, Djulghe- Info: rof, Donghi, Fillia, Finzi, Fontana, Gariboldi, +39 0583 467205 Gatti, Genazzi, Grande, Leoncillo, Maine, [email protected] Marini, Martini, Martinuzzi, Melandri, Me- www.fondazioneragghianti.it

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Leggi su espoarte.net Interviste > Spazi http://www.espoarte.net/arte/galleria-ghetta-nuovi-progetti-allorizzonte/ Galleria Ghetta. Nuovi progetti all’orizzonte… ORTISEI (BZ) - Pontives/Lajon

Intervista a DORIS GHETTA di Silvia Conta

Galleria Ghetta, Pontives 202, Lajon

Realtà dinamica e in costante equilibrio tra vi- how degli scultori del legno gardenesi e creando pubblici legati alla scultura, come la Biennale talità locale e mercato internazionale, la Galleria opportunità di confrontarsi anche con contesti Gherdëina, nata come evento collaterale alla Ghetta di Ortistei (BZ), festeggia i suoi primi tre differenti dalla valle in modo di dare loro nuove Biennale Manifesta nel 2008 e che, il prossimo anni di attività con l’apertura di un nuovo spazio prospettive per portare avanti questo mestiere. anno, sarà alla quarta edizione, in cui hanno già espositivo, a Pontives/Lajon animato da una ric- Ho scelto la Val Gardena perché è un piccolo esposto artisti come Aron Demetz, Gehard De- ca collettiva inaugurata il 12 luglio scorso e con territorio con paesaggi stupendi – di cui le Do- metz, Lois Anvidalfarei, Walter Moroder, Esther una mostra di Sergi Barnils, che inaugura saba- lomiti, patrimonio dell’ UNESCO, sono un tratto Stocker, Arnold Mario Dall’O, Hubert Kostner, to 20 luglio, nella sede storica. Abbiamo parlato inconfondibile – che ha dato i natali a tanti artisti Wilma Kammerer e Peter Senoner. La collabo- di tutto ciò con Doris Ghetta… importanti, usciti per lo più dalla scuola d’arte di razione con Marco Rossi Artecontemporanea si Ortisei/Val Gardena, come Rudolf Stingel e Gil- estende anche a progetti come l’Arthotel Anter- Quando e perché è nata la Galleria Ghetta? bert Prousch di Gilbert & George, Aron Demetz leghes di Selva Gardena, dove lavoriamo con un La galleria è nata dal mio sogno di contrasse- e tanti altri. gruppo di artisti gardenesi e sudtirolesi. gnare la Val Gardena come nuovo centro dell’ar- te contemporanea. È stata inaugurata nel luglio Come sceglie gli artisti con cui lavorare? La sua galleria ha una forte aspirazione del 2010, esattamente 3 anni fa, con una per- La scelta degli artisti è frutto di collaborazioni alla dimensione internazionale, ne sono un sonale di Gianfranco Asveri. La galleria ha come con altre gallerie, come la Marco Rossi Artecon- esempio – oltre agli artisti rappresentati – le obiettivo quello di creare una sinergia tra artisti temporanea di Milano, con cui collaboro sia per fiere a cui partecipa, come Scope a Basel a locali e nomi internazionali, usufruendo del know quanto riguarda diversi artisti sia per progetti New York. Qual è il rapporto tra la dimensio-

46 Espoarte Digital www.espoarte.net ne locale, quella nazionale e internazionale? Obiettivo della galleria è una ricerca a doppio senso: da una parte portare in Valle artisti na- zionali e internazionali con progetti pubblici e in galleria, dall’altra proporre artisti del territorio ad un turismo interessato all’arte e portarli a fiere internazionali.

Tra i suoi ultimi progetti, la recente apertura di un nuovo spazio a Pontives… La sede storica della galleria Ghetta si trova nel pieno centro di Ortisei, uno spazio molto visibile, ma piccolo. Abbiamo così scelto di inaugurare anche una sede distaccata, a pochi chilometri da Ortisei, che con i suoi 200 mq dedicati inte- ramente all’arte ci permette di avviare progetti di dimensioni maggiori e che rispecchino più am- piamente il talento degli artisti della galleria. Nel realizzare questo progetto ci siamo appoggiati a un team di professionisti, architetti e curatori che, di volta in volta, contribuiscono e contribui- ranno a porre nuove sfide agli artisti stessi e alla galleria, nell’ottica di fare crescere sempre più il Galleria Ghetta, Pontives 202, Lajon progetto. Il primo capitolo del nuovo spazio è la colletti- Galleria Ghetta mostra in corso: va Temporary Space Pontives 202/1, a cura di Via Rezia 59, Ortisei (BZ) Temporary Space Pontives 202/1 Denis Isaia, che vede la partecipazione di Willi a cura di Denis Isaia Crepaz, Markus Delago, Arnold Mario Dall’O, mostra in corso: Sergi Barnils. Cuitat Reial 13 luglio – 10 agosto 2013 Arnold Holzknecht, Gregor Prugger, Thaddäus 20 luglio – 9 agosto 2013 Salcher e Laurenz Stockner. Info: +39 0471 796 557 | +39 39 39 32 39 27 Galleria Pontives 202 - NUOVA SEDE www.galleriaghetta.com Altri progetti in cantiere? Pontives 19, Lajon Sabato 20 luglio inaugureremo la seconda mo- stra personale di Sergi Barnils, artista catalano, classe 1954, nella sede storica della galleria. Nelle sue opere è la vitalità cromatica l’elemen- to che colpisce da subito, insieme al disegno, che viene declinato con la tecnica dell’encausto su tele e tavole. Con questa tecnica la qualità materica e opaca della cera diventa una lava- gna su cui tracciare immagini: stilizzate fino all’astrazione di graffiti e fino a trasformarsi in visioni misteriose che richiamano i segni delle pitture preistoriche e la spontaneità dei disegni infantili. Tutto ciò colloca l’artista nella scia del primitivismo delle avanguardie del Novecento ti- pica della sua terra, dall’assimilazione dell’opera visionaria di Antoni Gaudì, alla visione austera, bianca, nera e ocra di Tapies, fino alla giocosità di forme e colori di Joan Mirò. Il motore della pittura di Barnils è l’emozione: una sensazione che emerge grazie all’energia dei colori che, derivanti dalla luminosità dei cieli mediterranei, testimoniano il profondo legame dell’artista con la sua terra d’origine e con gli strati più profondi dell’animo umano. Per l’autunno, in occasione della Giornata del contemporaneo promossa da AMACI, il 5 ot- tobre, presenteremo una bipersonale in cui un artista locale dialogherà con un internazionale, poi ci sarà la Biennale Gherdëina 4, dove artisti internazionali verranno in Val Gardena a creare il proprio lavoro in loco. SERGI BARNILS, Revelaciò 2012, tecnica mista su tela, cm 40x40

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Leggi su espoarte.net Interviste > Spazi http://www.espoarte.net/arte/nuova-sede-per-la-poliart-contemporary-il-punto-sul-passato-per-programmare-il-futuro/ Nuova sede per la PoliArt Contemporary. Il punto sul passato per programmare il futuro ROVERETO (TN) | POLIART CONTEMPORARY

Intervista a CLAUDIO TOVAZZI di Gabriele Salvaterra

All’inizio dell’estate ha aperto a Rovereto in utili, quella sensibilità “rara” che caratterizza cano gli artisti giovani. Per fare questo abbiamo Trentino una nuova sede della galleria PoliArt l’opera d’arte, oltre a mettere in contatto diretto dovuto storicizzarci, per acquisire l’autorevolez- Contemporary di Milano. Siamo andati a visi- le opere con le persone, nelle lunghe giornate za necessaria. La PoliArt Contemporary cerca tare il nuovo spazio espositivo per parlare con di lavoro. Nel 2003 la PoliArt si è spostata a Mi- di avviarsi e di avviare alla pratica dell’arte: non Claudio Tovazzi, direttore della sede, dei pro- lano, da un lato continuando la sua attività con si pone limiti formali (pittura, scultura, oggetto, getti futuri e della storia che ha portato a que- le aziende e dall’altro cercando di rivalutare po- video, fotografia, installazioni) e cerca di affon- sta nuova inaugurazione. etiche e artisti tralasciati dalle distrazioni della dare il suo sguardo in quei luoghi in cui le opere storia e sostenendo giovani artisti emergenti. d’arte divengono concetti visibili, per costruire Come e quando nasce la Galleria PoliArt di modelli di esistenza. Milano? Qual è il contesto e le esigenze che Quali sono i vostri obiettivi? Come avete portano alla sua fondazione? costruito la vostra storia in questi anni? Stringiamo il campo sulla nuova sede di Ro- La PoliArt Contemporary nasce a Bologna nel Nei propositi di Leonardo Conti, si potrebbe vereto, cosa vi ha portato a intraprendere 1997 con l’intento di creare una connessione dire che la finalità sia sempre stata quella di questa avventura? tra il mondo della produzione industriale e l’arte costruire un’attività curatoriale autofinanziata Questa avventura nasce in primo luogo contemporanea. L’obiettivo era di fare entrare e indipendente: contro l’ipocrisia dei curatori dall’amicizia e dalla stima che ormai da anni mi le opere d’arte all’interno delle aziende, met- raccomandati, contro la trasformazione delle lega a Leonardo Conti. Penso che sia un galle- tendole a contatto con i lavoratori. Leonardo opere in titoli di borsa, contro l’ambizione degli rista e uno studioso d’arte come se ne trovano Conti, fondatore della PoliArt Contemporary, artisti e dei critici, contro le riviste e i giornali pochi di questi tempi, capace di scovare i veri era convinto della possibilità di travasare indi- che scrivono dei potenti o di chi paga, contro il artisti e farli crescere, lasciandosi coinvolgere rettamente, attraverso il veicolo degli oggetti “quanto ha fatto?” delle case d’asta che soffo- da un punto di vista critico ben oltre qualsiasi

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interesse commerciale. Che progetti ci sono per i prossimi mesi? Ad ottobre ci sarà una personale di Giovan- La galleria si trova in un luogo molto sug- ni Lombardini, mentre a dicembre aprirà una gestivo… mostra itinerante su Sandi Renko, per il quale Lo spazio è un ex opificio industriale restaurato abbiamo realizzato un’importante monografia mantenendo visibili i segni del suo precedente e che arriverà a Rovereto dopo essere stata a uso. Abbiamo imbiancato soltanto tre pareti Milano, in Slovenia e in Austria. Apriremo poi per esigenze espositive mentre il soffitto, le co- il 2014 con un’ampia retrospettiva dedicata a lonne e la parete di fondo mantengono il loro Matteo Attruia, certamente uno tra gli emer- aspetto grezzo di archeologia industriale. genti più interessanti nel panorama nazionale. L’idea è quella di focalizzare e approfondire, Fino a metà settembre è visitabile la mostra dopo questa mostra inaugurale, sui singoli arti- inaugurale, ce ne parla? sti con cui collaboriamo. All’inizio avevamo pensato assieme a Leonar- do di cominciare l’attività di Rovereto con una NUOVA SEDE mostra dedicata a uno o due artisti. In seguito abbiamo pensato che fosse più giusto allar- GALLERIA PoliArt Contemporary gare il campo e approfittarne per fare il punto c/o Opificio delle Idee sull’attività di PoliArt. Così abbiamo presenta- Località Sega, Trambileno (TN) to una collettiva di tutti gli artisti che in questi www.galleriapoliart.com ultimi dieci anni hanno contribuito a costruire la storia della galleria: Arcangelo, Agostino Bo- nalumi, Roberto Floreani, Riccardo Licata, Al- berto Mariani, Julio Le Parc, Fernando Picenni, Alberto Biasi, Matteo Gironi, Marcello De Ange- lis, Paolo Conti, Luigi di Tullio, Alberto Mariani, Giovanni Lombardini, Gigi Guadagnucci, Ben Ormenese, Marco Casentini, Fausto de Nisco, Matteo Attruia, Sandi Renko e Jorrit Tornquist. Cerchiamo un equilibrio tra maestri storicizzati e giovani emergenti.

L’astrazione pittorica sembra essere al cen- tro dei vostri interessi, è proprio così? In realtà non c’è alcuna preclusione disciplina- re. La galleria ha lavorato con artisti impegnati anche nella ricerca oggettuale, cinetica e nella fotografia. Cerchiamo sempre di accostare an- In queste pagine: Vedute della nuova sede di PoliArt Contemporary, c/o Opificio delle che altre espressioni all’arte visiva in modo da Idee, Località Sega, Trambileno (TN) creare nuove corrispondenze.

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Leggi su espoarte.net Interviste > Arte http://www.espoarte.net/arte/disobedience-archive-le-forme-del-disobbedire/ Disobedience archive. Le “forme” del disobbedire RIVOLI (TO) | Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea | 22 aprile – 1 settembre 2013

Intervista a MARCO SCOTINI di Francesca Di Giorgio

In una lunga intervista Marco Scotini racconta il Torino dopo un lungo tour internazionale orto comunitario che attraversava in lunghez- progetto in progress che segue da ormai dieci iniziato a Berlino nel 2005? za l’intero edificio del MIT di Fumihiko Maki a anni, che ha girato il mondo e che da aprile Diciamo che, nel caso della mostra Disobe- Boston. In un altro ancora, aveva la struttura è approdato al Castello di Rivoli per restarci dience, il “che cosa” delle opere e dei materiali cellulare di un panopticon che si insediava in fino al 1 settembre…. Disobedience Archive esposti non è indipendente dal “come” della un edificio di Zagabria, che dal ’38 ha cam- (The Republic) è, quindi, un ulteriore display loro messa in scena. Ne parlavamo recente- biato continuamente funzione: da museo della che permette di dare forma (e contenuto) ad mente con Céline Condorelli, che non solo ha resistenza a moschea, a padiglione per l’arte un progetto sulla disobbedienza come pratica disegnato per Rivoli il display di Disobedience contemporanea. Ma se ci chiediamo perché artistica a metà strada tra l’estetico e il politico. ma è anche ritenuta un esperto di allestimen- Disobedience non tratta il display come un Ma non lasciatevi distrarre dalla parola “archi- to espositivo a livello internazionale, grazie al semplice accessorio, la risposta è immediata: vio”, coltivata da Scotini in tempi non sospetti, il suo libro ben noto Support Structure. Proprio Disobedience cerca di dare una forma a qual- punto è un altro e ce lo spiega il curatore… Céline diceva che in assoluto Disobedience è cosa che non ce l’ha per statuto e che, per di l’unico caso di mostra che non può esistere più, rifiuta i modi della rappresentazione e della In un progetto dove i contenuti sono real- senza display. Per questo, negli anni, il proget- rappresentanza. Dunque come dare forma a mente al centro del discorso, e spesso fan- to ha presentato gli stessi materiali, ogni volta qualcosa che recalcitra ad essere condensato no parte di una realtà vissuta molto pros- accresciuti, in modi differenti che si adattava- in un’unica formula, che è inarchiviabile, che sima, che valore assume la forma con cui no a contesti e narrazioni che non erano mai sta dentro l’estetica e la politica ma non ade- presentarli? In quest’ultimo caso… Perché le stesse. In un caso la forma era una chiara risce completamente a nessuna delle due? La proprio l’immagine del Parlamento “dise- citazione del padiglione sovietico di El Lissitzky mia idea curatoriale è stata quella di offrire ogni gnato” da Céline Condorelli per dare voce per la mostra di Stoccarda su Film e Foto del volta una possibile configurazione temporanea alla Disobbedienza? Perché proprio ora a 1928. In un altro caso si presentava come un dell’esposizione che fosse negata la volta suc-

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cessiva. Ecco perché con Condorelli abbiamo guendo canali sempre diversi? scelto, nel caso di Rivoli, un podio parlamenta- Fin da subito il progetto intendeva essere re con due anticamere e l’abbiamo denomina- aperto, itinerante e in progress. Diciamo che to “Repubblica”. Siamo andati a toccare una l’obiettivo era quello di creare ricomposizioni struttura che sta al cuore stesso dell’idea di temporanee in cui al centro c’è l’idea stessa rappresentazione in occidente: prima con il te- di movimento. All’inizio il progetto si chiamava atro greco, poi con il parlamento. Naturalmente “ongoing videolibrary” e già a Berlino si annun- si è trattato di giocare con uno dei simboli del- ciava come qualcosa che avrebbe viaggiato la modernità, cercando di rovesciarlo: in arte trasformandosi. Non sospettavo allora che si può fare. Certo qualcuno potrebbe pensa- solo dopo qualche mese Disobedience sareb- re che l’arrivo a Torino (dopo circa dieci anni be stata invitata alla Sala de Arte Público Si- dalla presentazione della mostra a Berlino) può queiros a Città del Messico e poi al Van Abbe- ricordarci il primo parlamento italiano e l’unità museum di Eindhoven. Senza aver mai cercato d’Italia, ma non è così. Abbiamo assunto Torino di esportarlo l’archivio è sempre stato ospitato come il luogo di nascita di Autonomia, delle ri- in tantissimi luoghi e, anche nel caso di Rivoli, volte operaie contro la Fiat, ben schematizzate è stato possibile realizzare la mostra grazie a nel film di Godard che apre l’esposizione. Beatrice Merz che aveva visto Disobedience al Bildmuseet di Umeå. Disobedience Archive nasce dieci anni fa. L’hai inteso da subito come un archivio in Come vedi il tuo progetto inserito nella progress o la sua natura è cresciuta se- “tendenza” archivistico-tassonomica che,

In queste pagine: Disobedience Archive (The Republic), a cura di Marco Scotini, Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino, 2013. Foto: Glauco Canalis, Torino, 2013

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in parte, percorre il Novecento (penso alle al Palazzo Encliclopedico come ultima mani- Julie Ault o con le timelines di Group Material. avanguardie e non solo) e che sembra ri- festazione e glamour, all’interno della pratica Oppure con il Mezbau di Schwitters. Ma, detto spondere, ancora oggi, ad un desiderio di contemporanea, di una superficiale prolifera- questo, dietro Disobedience c’è una volontà controllo, raccolta e compendio delle im- zione visuale dell’archivio e dell’accumulo che nuova di de-archiviare e re-archiviare continua- magini del mondo (vedi il Palazzo Enciclo- viene semplicemente messo in scena come mente, secondo modalità precarie, contingenti pedico di Gioni)? qualcosa di cristallizzato, di fossilizzato. Ma e mai definitive. Disobedience nasce dieci anni fa quando an- c’è anche un’altra differenza radicale tra l’idea cora questa tendenza tassonomica in arte non della sistematizzazione enciclopedica e quella Disobbedire è una forma di potere? aveva assunto l’aspetto preminente che riveste dell’archivio: quest’ultimo ha un carattere em- Se vuoi, potremmo definirla una forma di con- oggi. Mostre importanti incentrate sull’archivio pirico, pratico e la sua esistenza è sempre tem- tro-potere. Disobbedire non è una pratica poli- come Interrupted Histories (curata da Zdenka poranea. Non si tratta solo di contare, quindi, tica, neppure lungo tutta la modernità lo è stata Badovinac alla Moderna Galerija di Ljubljana) ma di raccontare, ogni volta in modo differente e la disobbedienza civile è stata una proposta e Ground Lost (del collettivo WHW al Forum e discontinuo, relazioni di potere, di sapere e teorica recente ma che rimane tutta dentro le Stadtpark di Graz) sono del 2007, successive di soggettività. L’archivio Disobedience è uno coordinate legislative. Quando oggi usiamo a Disobedience, ma è a partire da Archive Fe- strumento comune per la pratica artistica e la il verbo “disobbedire” abbiamo più a che fare ver di Okwui Enwezor, nel 2008, che questo mobilitazione antagonista che mostra molte più con una pratica affermativa, con un’idea alter- fenomeno si è incrementato a dismisura fino affinità con i progetti di archivio di Brian Wallis e nativa di negazione che è fondamentalmente propositiva, costruttiva, creatrice di possibilità inedite, non ancora codificate, non ancora cat- turate. Se gli artisti avessero potuto costruire nella realtà quello che esponevano nei musei, la nostra idea di disobbedienza sarebbe più chiara e familiare.

La disobbedienza come pratica artistica. Ci sono artisti, teorici, che hanno “fatto scuo- la” in questo senso? Diciamo pure che la non-obbedienza ai canoni è stata la prima condizione dell’estetica seces- sionista dall’Ottocento in poi. Ma la disobbe- dienza sociale è una forma di empowerment rispetto a come l’uomo può progettare le con- dizioni della propria esistenza: non più agire esclusivamente sul piano dell’immaginario ma su quello dell’azione concreta. La disobbedien- za, la defezione e la protesta hanno rappresen- tato, sia nei processi culturali a vocazione an- tagonista che nelle pratiche di lotta, uno spazio d’azione comune, un nuovo terreno di con- fronto politico, rintracciabile nella genealogia della modernità, attraverso forme di dissenso. Artisti e attivisti come Marcélo Exposito hanno addirittura parlato della disobbedienza come una delle Belle Arti e, insieme a Oliver Ressler, il collettivo americano Critical Art Ensemble, il gruppo Chto Delat, Nomeda e Gediminas Ur- bonas, Park Fiction e altri (presenti nell’archivio sin dalla prima esposizione) sono tra coloro che hanno maggiormente insistito, anche da un punto di vista teorico, su questo rapporto tra pratica estetica e politica. Tra i teorici puri inse- rirei Brian Holmes e Gerald Raunig, che hanno dato un contributo fondamentale.

Uno degli aspetti più interessanti, dal punto di vista della fruizione, è la scelta curatoria- le di porre i fatti sullo stesso piano, per una lettura più consapevole e libera dei “docu- menti” proposti… In che modo credi che la mostra, in corso al Castello di Rivoli, sia più “innovativo-produttiva” che “rappresentati- va”?

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La concezione della mostra è totalmente oriz- permanente. Ben vengano allora le pratiche di- zontale. Tutto è posto sullo stesso piano: opere sobbedienti: mai in passato, rispesso ad ora, d’arte come il film di Farocki o quello di Black c’è stato più bisogno di arte. Audio Film Collective, così come il neon di Mario Merz, la bottiglia di Beuys e le tele di Balestrini, Disobedience Archive (The Republic) assieme alle documentazioni video di piazza a cura di Marco Scotini Tahrir, alle lettere di Carla Lonzi, ai poster del Living Theatre, etc. Ma forse ci possiamo porre 22 aprile – 1 settembre 2013 una domanda: qual’è la differenza tra il docu- mento e quella che chiamiamo opera d’arte? Castello di Rivoli Museo d’Arte Contempo- In esposizione c’è un lavoro molto bello del ‘77 ranea del Laboratorio di Comunicazione Militante in Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO) cui si vede come dietro la foto di un arsenale criminale sia forte la matrice della natura morta Orari: da martedì a venerdì: 10.00 – 17.00 pittorica. Certo, come in una biblioteca o in un sabato e domenica: 10.00 – 19.00 archivio in Disobedience i materiali sono molti 24 e 31 dicembre: 10.00 – 17.00 ed è impossibile poterli visionare tutti. In questo lunedì chiuso senso la mostra non pretende che i lavori siano visti in successione, uno dopo l’altro secondo Info: +39 011 9565222 un copione già scritto, ma invita lo spettatore www.castellodirivoli.org a fare il proprio editing, quindi presuppone un ruolo attivo e produttivo.

In Disobedience archive (The Republic) c’è più idealismo o concretezza? Direi che Disobedience mostra eventi concreti e, allo stesso tempo, mondi possibili. Se c’è ancora dell’idealismo questo sta pro- prio nel rimanere ancorati a forme istituzionali In queste pagine: Disobedience Archive (The Republic), a cura di Marco Scotini, del museo o della democrazia rappresentativa Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – mentre, di fatto, siamo sotto un colpo di stato Torino, 2013. Foto: Glauco Canalis, Torino, 2013

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Leggi su espoarte.net Interviste > Fotografia http://www.espoarte.net/arte/il-mare-e-la-mia-terra-allo-spazio-d-del-maxxi/ Il mare è la mia terra… allo Spazio D del MAXXI ROMA | Spazio D – MAXXI | 4 luglio – 29 settembre 2013

Intervista ad EMANUELA MAZZONIS di Daniela Trincia

“… la tua legge rischiosa: esser vasto e di- vano i Romani. Quel mare che in Viaggio nei BNL Gruppo BNP Paribas per celebrare i suoi verso / e insieme fisso”, “… Ma nulla so rim- progetti (1986) di Mario Schifano circonda i cento anni. Ventidue artisti per rappresentare piangere: tu sciogli / ancora i groppi interni col rossi continenti dell’emisfero. E così, quel mare gli altrettanti paesi che si affacciano sul Me- tuo canto”. da sempre e profondamente presente nell’im- diterraneo per the sea is my land – Artisti dal maginario collettivo – come testimoniano film, Mediterraneo. Esposizione volutamente distan- È con queste parole che Eugenio Montale de- canzoni, poesie e denominazioni di Fondazioni ziata da Cinquanta pittori per Roma nel 2000 finisce il Mar Mediterraneo nel 1925. Secondo a esso dedicati – e che bagna quei Paesi in idealmente complementare a Cinquanta pitto- Francesco Bonami, invece, è “la grande piazza cui un gruppo bancario è operante, è stato il ri per Roma voluta da Cesare Zavattini con la d’Europa”. Mentre il Mare Nostrum, lo chiama- pensiero ispiratore della mostra promossa da commissione di lavori formato cartolina 20×30 tra il 1946 al 1948 ad artisti del calibro di de Chirico, Guttuso e Severini per ampliare la col- lezione, come illustra Fabio Gallia Amministra- tore Delegato del gruppo bancario.

In realtà, gli artisti sono ventidue più Rori Pa- lazzo vincitrice del concorso fotografico online indetto sempre dalla BNL. Per un totale di cen- toquaranta opere, esclusivamente fotografiche ad eccezione di quattro video, tutte di altissimo livello. Inoltre, una giuria internazionale ha se- lezionato la bellissima Two Palestinian Riders, Ben Shemen Forest dell’israeliano Dor Guez come opera che entrerà nella collezione banca- ria. Curata da Francesco Bonami ed Emanuela Mazzonis, la mostra è stata allestita nello Spa- zio D del MAXXI, sopra la libreria che il Museo concede in affitto. Attraverso un allestimento impeccabile che si presenta con un andamento volutamente labirintico per evocarne i contorni frastagliati e le isole che lo caratterizzano, ma anche gli intrecci socio-politici, moltiplicando al- tresì l’estensione espositiva, le opere di grande formato raccontano una sigla culturale forte e profonda e, contemporaneamente, offrono una panoramica articolata (intima, politica, sociale, religiosa, economica) e attuale di quest’ampio palcoscenico, da sempre luogo di scambio e di dialogo. Ma approfondiamo con Emanuela Mazzonis…

Dalle opere presenti in mostra sembra che siano stati scelti artisti “impegnati” in tema- tiche sociali (religione, ambiente, conflitti …): è così? Altrimenti, qual è stato il criterio adottato?

Ammar Abd Rabbo, A man praying outside the Hassan II Mosque in Casablanca, Morocco, 1996, stampa fine art su carta di cotone, cm 155x107.8. Courtesy Ayyam Gallery, Dubai

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Mohamed Bourouissa, Le Reflet, 2007 -­ 2008, stampa cromogenica, cm 132x220, © Mohamed Bourouissa. Courtesy l’artista e Kamel Mennour, Parigi

Gli artisti sono stati selezionati per dare un neano un percorso espositivo preciso, ma non Irena Lagator Pejović (Montenegro), David quadro il più completo possibile inerente ai obbligato. Gli artisti che guardano e studia- Maljkovic (Croazia), Mark Mangion (Malta), flussi eterogenei che popolano il Mediterraneo. no la città come luogo di incontro tra culture Mladen Miljanović (Bosnia Erzegovina), Quindi vi sono tematiche collegate al sociale, (Adrian Paci), come centro propulsore di vita, Moataz Nasr (Egitto), Adrian Paci (Albania), alla religione, alle guerre, alla città come centro come luogo di scambio tra diverse culture, et- Christodoulos Panayiotou (Cipro), Agnès propulsore di vita e di scambi culturali. nie, religioni (Marie Bovo, Moataz Nasr, Mouna Roux (Monaco), Arslan Sukan (Turchia) e Karray). Gli artisti che analizzano e documen- Rori Palazzo (Italia), vincitrice del concorso Come mai è stato deciso di invitare solo ar- tano la guerra con occhio reportistico (Fouad BNL. tisti appartenenti a paesi che si affacciano Elkoury, Ammar Abd Rabbo), i conflitti religiosi sul Mediterraneo? (Taysir Batniji, Dor Guez) e le atroci inevitabili 4 luglio – 29 settembre 2013 Sono stati scelti ventidue artisti corrispondenti conseguenze che ne derivano (Mladen Miljano- ai ventidue paesi che sono bagnati dal Medi- vic). Gli artisti che utilizzano la fotografia come MAXXI – SPAZIO D terraneo proprio per rimanere attinenti alla te- tecnica per manipolare la realtà che li circonda via Guido Reni 4, Roma matica della mostra che è dedicata a questo (Arslan Sukan, Stephane Couturier) e gli artisti bacino inteso come una piazza aperta dove si che orchestrano lo scenario che hanno di fron- Orari: mar-merc-giov-ven-dom 11.00-19.00; incontrano svariate culture, etnie e religioni. te per ricreare una nuova identità dello spazio sab 11.00-22.00 (Mohamed Bourouissa, Panos Kokkinias, Ales Ingresso gratuito E perché sono stati scelti come mezzi Bravnicar e Rori Palazzo). espressivi esclusivamente la fotografia e il Info: video? the sea is my land – Artisti dal Mediterraneo www.fondazionemaxxi.it/2013/05/07/una- BNL in occasione del suo centenario ha volu- a cura di Francesco Bonami ed Emanuela mostra-per-i-100-anni-bnl/ to dedicarsi a un progetto culturale legato alla Mazzonis fotografia e ha volutamente richiesto di selezio- organizzazione BNL Gruppo BNP Paribas nare artisti che trattassero la fotografia e il vi- deo in quanto la Banca è sempre stata attenta Artisti: Ammar Abd Rabbo (Siria), Yuri An- a questa tecnica artistica investendo anche in carani (Italia), Taysir Batniji (Palestina), Mo- passato in progetti legati a tali mezzi espres- hamed Bourouissa (Algeria), Marie Bovo sivi. (Spagna), Aleš Bravničar (Slovenia), Sté- phane Couturier (Francia), Fouad Elkoury Ha riscontrato tra i lavori degli elementi co- (Libano), Mounir Fatmi (Marocco), Dor Guez muni? Nel caso, quali? (Israele), Adelita Husni-Bey (Libia), Mouna La mostra è divisa in tre macro aree che deli- Karray (Tunisia), Panos Kokkinias (Grecia),

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Leggi su espoarte.net Interviste > Arte http://www.espoarte.net/arte/biennale-internazionale-di-scultura-pensare-lo-spazio-dialoghi-tra-natura-e-immaginazione/ Biennale Internazionale di Scultura. Pensare lo Spazio: dialoghi tra Natura e Immaginazione RACCONIGI (CN) | Real Castello di Racconigi | 16 giugno – 13 ottobre 2013

Intervista a CLAUDIO CERRITELLI di Francesca Di Giorgio

Quella in corso è la seconda edizione della segno della continuità, del resto condivido pie- dialogo con la natura del luogo. Va sottolineato Biennale Internazionale di Scultura realizzata namente l’impostazione dinamica che la Bien- che, al di là del progetto espositivo preliminare, nel Parco del Castello di Racconigi ma, di fat- nale Internazionale di Scultura si è data fin dagli la messa in scena reale delle opere è dovuta to, la settima, in ordine di tempo, contando i esordi perseguendo sia l’idea d’interazione dia- alla sensibilità dello scultore Riccardo Cordero precedenti di Villa dei Laghi nel Parco Regio- lettica tra scultura e contesto ambientale sia la (Presidente dell’Associazione Piemontese Arte) nale della Mandria (due edizioni) e di Castello di dimensione estensiva e vitale delle opere come che ha seguito la loro collocazione con un sen- Agliè (tre edizioni)… segni di una pluralità culturale ricca di creati- so di equilibrata distribuzione dei pesi percettivi In uno dei parchi più belli d’Italia Claudio Cerri- vità e fantasia. In tal senso, il titolo dell’attuale relativi ai vari linguaggi. Un altro elemento di telli cura la “sua Biennale” guardando alle edi- rassegna rende in modo esplicito l’esigenza novità è rappresentato dalla sezione dedicata zioni precedenti e introducendo alcune novità di legare il pensiero della scultura alla qualità agli artisti storici italiani, con opere collocate sugli artisti e gli spazi coinvolti con l’obiettivo di architettonica e paesaggistica del luogo in cui nei suggestivi locali sottostanti la Serra della «interagire senza soggezione con il maestoso si colloca. Lo straordinario scenario del Parco Margaria della Reggia Sabauda, indicazione di scenario del Parco di Racconigi»… del Castello di Racconigi permette alla scultu- una memoria della scultura che non dovrebbe ra di dialogare con il respiro ambientale della essere mai ignorata per comprendere le radici Pensare lo Spazio: dialoghi tra Natura e Im- natura in modo sempre diverso e con diffe- della sperimentazione plastica attuale. maginazione… Quali elementi di continuità renti ritmi spaziali, tali da sollecitare molteplici ha mantenuto e quali invece le novità intro- possibilità di fruizione da parte degli spettatori. Quali sono stati i punti di riferimento che dotte? Alcuni elementi di novità sono stati inseriti at- hanno guidato la scelta degli artisti e delle Rispetto alle edizioni precedenti (le prime due traverso il coinvolgimento di alcuni punti del opere? curate da Victor De Circasia, le tre successi- percorso prima non utilizzati, per esempio la Per quanto riguarda la selezione italiana mi ve ad Agliè e la prima a Racconigi da Luciano collocazione di una scultura galleggiante sullo sono proposto di documentare prevalente- Caramel), l’attuale esposizione si pone sotto il specchio d’acqua come ulteriore momento di mente gli scultori che non avevano mai espo-

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sto in questa manifestazione, tuttavia mi sono conigi non sia possibile competere in termini concesso la possibilità di qualche eccezione, monumentalistici, è necessario piuttosto cre- anche perché assai nutrito è l’elenco degli arti- are un percorso di sollecitazione dello spazio. sti di valore che hanno partecipato alle edizioni Ciò che conta è interpretare il luogo nei punti precedenti. più idonei ad accogliere i diversi linguaggi della Per ciò che riguarda gli scultori tedeschi e spa- scultura, attivare zone anche segrete della na- gnoli mi sono avvalso, oltre alle mie conoscen- tura, dialogare sia con gli spazi aperti sia con ze precedenti, di un’ottima documentazione situazioni più definite, valorizzando le opere per raccolta da Cordero (con il coordinamento di il loro aspetto esplicito ma anche per quello Maria Elisabetta Todaro) all’interno della quale che esse comunicano dall’interno, nei detta- ho operato le mie scelte, soprattutto in relazio- gli e nelle pieghe della loro forma. Penso che ne alla qualità ambientale delle opere e alla loro il percorso realizzato in questa edizione sia uno tenuta espositiva. dei più efficaci percorsi possibili, esso evoca molteplici relazioni tra natura e immaginazione, La vocazione internazionale è dichiarata esprime una complessa visione ambientale di dalla selezione di 62 sculture di grandi di- cui sono molto soddisfatto, proprio perché fa mensioni realizzate da artisti provenienti pensare alle molteplici potenzialità espansive da Italia, Spagna e Germania… Come si è della scultura. Questo senso di apertura è fon- attivato il dialogo con lo spazio del Parco damentale per non limitare la forza comunicativa del Real Castello di Racconigi e con i nomi delle opere, la qualità polisensoriale della loro “storici” della scultura italiana? dimensione costruttiva, la capacità di ogni sin- La convinzione principale è che di fronte a un gola opera di interagire senza soggezione con il parco di grandi dimensioni come quello di Rac- maestoso scenario del Parco di Racconigi.

Miquel Navarro, Testa pensante, 2000, ferro dipinto, cm 659x160x268

Nella pagina a fianco: Franco Mazzucchelli, Decàfuso, 2013, Pvc gonfiabile, cm 350x700 diam. Foto: Isaia

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Pensando ancora a un contesto internazio- a Tortolì nel nuorese, fino all’esperienza deno- getto intorno alla figura del Maestro Euge- nale, dove la dimensione del “parco scultu- minata “Fiumara d’Arte”, percorso realizzato nio Carmi… re” ha avuto molta diffusione e fortuna, sup- da Antonio Presti tra Tusa e Santo Stefano di Dai lontani anni ’80 in poi, la mia attività si è portata anche da contributi pubblici (penso Camastra, in Sicilia. Non sono soltanto parchi sempre rivolta ad esplorare l’arte di tutte le ai Paesi Bassi e non solo), quali crede siano in senso stretto ma anche itinerari di sculture generazioni, non è dunque sorprendente che le peculiarità della Biennale Internazionale immerse nel territorio, inserite nelle caratteristi- io mi stia occupando di progetti dedicati alla di Scultura di Racconigi e come crede si sia che mutevoli del paesaggio, segni per stimola- valorizzazione dei giovani artisti e agli entusia- evoluto questo progetto nel tempo? re una coscienza sociale dell’arte attraverso un smi persistenti dei cosiddetti maestri, termine Non v’è dubbio che la singolarità di questa processo di qualificazione estetica di ambienti forse un po’ retorico che tuttavia ben si addice rassegna promossa dalla Regione Piemonte e spesso privi di identità. Il problema è quello del- a personaggi che sono in scena da oltre mezzo organizzata dall’APA sia da collocare all’inter- la continuità, di superare l’occasionalità degli secolo, e intendono continuare a sognare at- no del panorama di analoghe iniziative che si è eventi, di saper programmare situazioni espo- traverso la pratica della loro arte. andato sviluppando negli ultimi decenni con lo sitive che durano nel tempo, attraverso un reale È questo il caso di Eugenio Carmi (1920) che scopo di rifondare un ruolo sociale della scul- radicamento nei vari territori, al fine di avvicina- esporrà una recente serie di vetri (realizzati tura, una sua presenza vitale nella cosiddetta re con sempre maggiore efficacia sia i cittadini mirabilmente in collaborazione con l’artigiano contemporaneità. Al pari di quanto è avvenuto residenti sia il pubblico mutevole dei visitatori. Lino Reduzzi) nella mitica galleria del Deposito e avviene in tutta Europa, anche in Italia si è Si tratta di offrire percorsi della scultura capaci a Genova, legata all’esperienza multidisciplina- sviluppata una crescente attenzione pubbli- di diventare un riferimento costante per il con- re degli anni Sessanta. Vorrei segnalare anche ca e privata nei confronti del genere “parco- fronto tra vari linguaggi e differenti culture. la mostra antologica dello scultore Piero Catta- sculture”, inteso sia come inserimento stabile In tal senso direi che è ammirevole lo sforzo neo (1929-2004) che sto curando per vari sedi di opere sia come esposizione temporanea “en con cui la Biennale Internazionale di Scultura istituzionali della città di Bergamo insieme con plein air”. Mi vengono in mente alcuni esempi porta avanti il suo progetto con il desiderio di la figlia Marcella Cattaneo, storica dell’arte, un tra i più noti nel nostro Paese, dall’esperien- rafforzare il suo ruolo nel contesto espositivo esempio di ricognizione storico-critica dell’ope- za di “Campo del sole” a Tuoro sul Trasimeno europeo, anche in virtù di quella incomparabi- ra di un artista defilato, ma di indubbia qualità alla Fattoria di Celle a Santomato (Pistoia), dal le cornice ambientale che è rappresentata dal tecnico-creativa. Altre mostre dedicate ai sin- Museo all’aperto di San Gimignano a quello Parco e dal patrimonio architettonico-culturale goli autori dell’attualità non m’impediscono di di Morterone nei pressi di Lecco, dal Parco di del Castello. proseguire la ricerca per un libro sulla pittura di sculture di Santa Sofia in Romagna a quello pri- paesaggio del ‘900, quasi per confermare che vato della Fondazione Ca’ la Ghironda nei pres- Periodo molto ricco di progetti per lei: dalla l’immagine della natura costituisce, accanto si di Bologna. Inoltre: dalle sculture in pietra e Biennale di Scultura alla giuria del Premio alle poetiche della pittura e scultura di segno ferro a Ozieri nel sassarese a quelle installate Nocivelli, fino a un’importante mostra/pro- astratto-costruttivo, un versante persistente

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delle mie frequentazioni culturali. A questi in- gusto Perez, Pierluca, Giò Pomodoro, Vit- Alessandra Bonoli, Aeroliti, 1995-2011, ferro verniciato, cm teressi andrebbero aggiunte altre direzioni di torio Tavernari 600x45x45. Foto: Isaia ricerca ma non mi sembra il caso di esternare Nella pagina a fianco: troppo le proprie ossessioni. gli spagnoli: Vicente Baron Linares, Lluis Angelo Casciello, Dormiente, 1998, ferro dipinto, cm 300x700x120. Foto: Isaia Cera, Ramon De Soto, Natividad Navalon, Biennale Internazionale di Scultura, Racco- Miquel Navarro, Jaume Pensa, Rablaci, Su- nigi 2013 sana Solano, Mar Solis Pensare lo Spazio: dialoghi tra Natura e Im- maginazione i tedeschi: Jörg Bach, Ingrid Hartlieb, Jür- a cura di Claudio Cerritelli gen Knubben, Armin Göhringer, Johannes Pfeiffer, Werner Pokorny, Klaus Prior, Ro- Artisti: bert Schad, Hartmut Stielow gli italiani: Sergio Alberti, Italo Antico, Ga- briella Benedini, Giuseppe Bergomi, Enzo 16 giugno – 13 ottobre 2013 Bersezio, Alessandra Bonoli, Giovanni Campus, Angelo Casciello, Nino Cassani, Real Castello di Racconigi Ettore Consolazione, Nello Finotti, Sergio Via Morosini 1, Racconigi (CN) Floriani, Massimo Ghiotti, Roberto Lanaro, Italo Lanfredini, Piera Legnaghi, Umberto Orari: da martedì a domenica ore 10.00 – Mariani, Eliseo Mattiacci, Franco Mazzuc- 19.00 chelli, Igor Mitoraj, Marcello Morandini, Giuseppe Pirozzi, Graziano Pompili, Valerio Info: www.ilcastellodiracconigi.it Righini, Davide Scarabelli, Paolo Schia- vocampo, Mauro Staccioli, Antonio Trotta, Sergio Zanni, Nane Zavagno sezione storica riservata a: Angelo Boz- zola, Carmelo Cappello, Andrea Cascella, Sandro Cherchi, Pietro Consagra, Agenore Fabbri, Michele Festa, Quinto Ghermandi, Umberto Mastroianni, Umberto Milani, Au-

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Leggi su espoarte.net Interviste > Arte http://www.espoarte.net/arte/zhang-huan-a-firenze-materia-dell%E2%80%99anima-tra-quotidianita-e-sogno/ Zhang Huan a Firenze. Materia dell’anima. Tra quotidianità e sogno FIRENZE | Palazzo Vecchio e Forte Belvedere | 8 luglio – 13 ottobre 2013

Intervista a ZHANG HUAN di Ginevra Bria

Fino al 13 ottobre, a Firenze, con il titolo L’Ani- due grandi capitali culturali: Firenze, culla del ma e la Materia, è possibile visitare la più grande Rinascimento e nuova capitale crea- mostra in Italia di Zhang Huan (1965, Anyang, tiva contemporanea. provincia di Henan, Cina), dopo la personale al Con questa mostra viene riaperto Forte Bel- PAC di Milano del 2010. Il percorso, allestito in vedere che torna ad essere simbolo del con- due dei luoghi simbolo della città, Palazzo Vec- temporaneo a Firenze, dopo aver ospitato in chio e Forte Belvedere, sancisce l’incontro tra passato artisti come Henry Moore, Fausto Me-

Zhang Huan, Three Heads Six Arms, Forte Belvedere, 2013. Foto: Guido Cozzi

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Zhang Huan, Three Heads Six Arms, Firenze, Forte Belvedere, 2013. lotti, Mimmo Paladino, Mario Merz, Giuseppe Che cosa hai imparato vivendo, per alcu- Foto: Guido Cozzi Penone, Anish Kapoor e Folon. Espoarte ha in- ne settimane a Firenze, la tua residenza ha contrato l’artista per conoscere più approfondi- scalfito il tuo modo di essere o di conside- tamente il suo ultimo progetto Italiano… rarti artista? Firenze, in qualità di terra sacra dell’arte, è un Soul and matter… Anima e materia… La territorio in cui le persone mostrano rispetto e motivazione che sottende al titolo del tuo si commuovono nell’essere circondate da ma- percorso fiorentino? gnifici paesaggi, ottimo cibo e da un’atmosfera L’anima è materia substanziale in sé. Un’ani- piacevole. I cittadini, inoltre, si sentono molto ma pesa solamente 21 grammi all’interno di un vicini alla città. Anche se comunque si rendo- corpo umano. Mentre le anime abbandonano il no conto che non possono vivere nel passato corpo di un uomo 49 giorni dopo la sua morte. e del passato. Bisogna affrontare il mondo e Vincere e sopraffare qualsiasi anima ritengo sia guardare al futuro. Il mio sviluppo artistico è il proposito più difficile per qualsiasi uomo, in- stato interessato da diverse fasi formali. Diffe- tento che non potrà mai essere raggiunto. renti regioni geografiche e territori hanno con- tribuito a far vivere in me diverse forme di ispi- In che modo le tue sculture, costituite razione. E credo che questo approccio abbia dell’evanescenza della spiritualità e del generato numerose sovrapposizioni creative. In peso creato dal loro stesso volume, reagi- otto anni passati a New York, ad esempio, ho scono con la storia di Palazzo Vecchio e di profondamente realizzato quanto emergessero Forte Belvedere? e fossero resistenti le radici della mia cultura, Il percorso dell’esistenza è una sorta di tragi- comprendendo quanto l’origine di tutta la mia commedia e la vita della gente sta cambian- spinta compositiva provenisse costantemente do nel tempo. Tre teste e sei braccia stanno dalla Cina. letteralmente circondando Firenze. Mentre allo stesso tempo si sta assistendo a un dialogo Credi che la tua modalità espressiva sia tra due credo, tra due religioni o piuttosto ad cambiata rispetto all’ultima volta che hai un’invasione culturale. Numerose anime rac- allestito una tua retrospettiva in una istitu- colte attorno ad un Buddha di Taiwan potreb- zione italiana (mi sto riferendo in particolar bero vivere di nuovo qui. modo ad Ashman, al PAC, a Milano)? Sa-

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rebbe possibile per te effettuare una sorta Solo il cambiamento è la legge eterna che Zhang Huan, Peace, Forte Belvedere. Foto: Guido Cozzi di comparazione tra le due mostre? regola questo mondo. La relazione tra la di- La mostra al PAC si tenne d’estate, tre anni mensione materia e mondo spirituale si ritrova fa a Milano. Ritengo che la mia espressività si esattamente nel rapporto tra la quotidianità e sia arricchita nel frattempo, benché il nocciolo il sogno. concettuale del mio discorso sull’arte non sia cambiato. Il focus di Soul and matter prende Parlando della sera di inaugurazione del vita direttamente dall’humus fertile del Rinasci- percorso, come ha reagito la gente di fronte mento. alle tue sculture tanto effimere quanto pro- fondamente religiose? Attraverso Soul and matter, quale tipo di Ritengo che quando un Buddha brucia fino a dialogo hai inteso instaurare o sottolineare diventare polvere, tutte le persone dovrebbe- con il passato? Come ti sei posto in relazio- ro essere capaci di sentire, di percepire l’ani- ne con il periodo estetico del Rinascimento ma, la propria e quella degli altri, direttamente e con i suoi Maestri? nell’aria. I Maestri nati durante il Rinascimento hanno mostrato rispetto per la storia e la cultura. Han- Nel 2013, nel mondo dell’Arte Contempo- no concepito e compreso la materia della vita ranea, quale significato assume la rappre- e hanno osato aprire una breccia tra Vecchio sentazione del Divino? Quali tipologie di e Nuovo. Quel che hanno fatto è la liberazione dimensioni, di livelli bisogna porre a con- dell’umanità dal buio della Storia, del Medioe- fronto, oppure far collassare, nello scolpire vo. Ed io sono molto interessato, attratto, tanto divinità? dalla barbarie quanto dall’umanità nella dimen- Penso che la divinità sia attualmente l’umanità sione della sfera divina. stessa. Le immagini di uomini e dei rappresen- tano entrambe materiale quotidiano e spirituale L’intento e il motivo della tua ricerca? Fatto- sempre più prevalente. Benché io abbia dubbi ri entrambi interenti a Soul and matter…? sull’esistenza e le funzioni di Dio, posso ancora

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Zhang Huan in Palazzo Vecchio. Foto: Guido Cozzi

sperare di lavorare cercando di diventare una versalità. Credo che questa mostra possa sorta di segnale, di avvertimento per il mondo aspettarsi di far vivere un’esperienza assoluta- dell’Arte Contemporanea, aiutando ad abban- mente nuova per la città e per i suoi abitanti, donare la brutalità, i pensieri che distraggono turisti inclusi. A nome mio e di tutte le altre per- e mostrando come trattare ogni persona, ogni sone cinesi, credo che si possa inviare a tutti situazione con gentilezza. L’uomo propone, loro i miei più cordiali auguri. Amitabha! Dio dispone. Zhang Huan. Potresti fornirci una definizione di eroe? L’anima e la materia / Soul and Matter Gli eroi attualmente sono uomini folli che han- Ideazione e cura mostra: Olivia Turchi no sofferto di malattie mentali. Premesso ciò, Direzione Artistica: Sergio Risaliti sostengo che siano solo uomini come noi che coltivano loro stessi nella linea della vita di tutti 8 luglio – 13 ottobre 2013 giorni. Palazzo Vecchio e Forte Belvedere, Firenze Un augurio o un desiderio che protegga il percorso di Soul and matter? Orari: Palazzo Vecchio 9 – 24 e Forte di Bel- Firenze è la culla del Rinascimento. Questa città vedere 10 – 20 sta facendo sforzi eccezionali per “ringiovanire” la cultura classica e l’arte. E adesso bisogna Info: www.oncevents.com mantenersi al passo con i tempi, esponendo lo spirito umano visto attraverso la lente dell’uni-

Zhang Huan, Long Island Buddha, Forte Belvedere. Foto: Guido Cozzi

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Leggi su espoarte.net Interviste > Progetti http://www.espoarte.net/arte/daniel-gonzalez-limpossibile-a-portata-di-mano/ Daniel Gonzàlez. L’impossibile a portata di mano VERONA | Cortile della Casa di Giulietta | 29 giugno – 14 ottobre 2013

Intervista a DANIEL GONZALEZ di Elena Girelli

Tanto mistero, molta fantasia e un’overdose di la performance? È uno stronzo. È un uomo come tutti noi e ha bellezza si celano dietro a Romeo’s Balcony il Scuotere un panorama culturale non è una mia una crisi. Non è una vera e propria crisi d’iden- nuovo Art Project promosso da ARTVERONA e pretesa. Quando creo un progetto pubblico ho tità. Credo sia in discussione il ruolo tradizionale firmato Daniel González. intenzione di parlare, di creare un ponte di co- dell’uomo. L’uomo contemporaneo è duro ma L’artista argentino stravolge il mito di Romeo & municazione tra la mia opera e il fruitore finale. anche fragile, non ha paura di mostrare il proprio Giulietta, da anni cliché culturale, associato alla Scindere non fa parte dell’idea. Dentro l’idea c’è lato femminile, non ha più la verve travolgente di città veneta. Il famoso balcone, luogo simbolo tutto. Mentre lavoro ad un progetto scelgo sem- dire “vieni via con me”, è senza soldi o, se li ha, della storia d’amore shakespeariana, diventa plicemente quale percorso prendere, a priori dal non li usa più per sedurre e non sa che farsene quello di Romeo, un vicino di casa contempo- luogo in cui verrà realizzata. ad ogni modo di Giulietta. È un uomo che sta in raneo, giovane, disoccupato, il tipico ragazzo Quando mi è stato richiesto di presentare un vetrina, più che mostrare la sua sostanza. Con- della porta accanto in crisi e insicuro, che met- progetto per il Cortile di Giulietta, come se fos- vive con nuovi stadi di dubbio e insicurezze da te in discussione ogni convenzione sociale e si se una commissione rinascimentale, mi sono ridefinire. Questo Romeo è uno spartiacque con mostra in tutte le sue debolezze interiori. confrontato con un luogo associato ad una sto- i passati modelli di uomo. Per la prima volta Romeo si mostra al pubblico, ria classicissima, con grande potere mistico e non più ai piedi di Giulietta sospirando amore- luogo di culto. Che fare? L’unica cosa è dialo- In molte tue installazioni pubbliche, applichi volmente dal balcone, ma dal proprio balcone gare con la storia stessa, che parla dell’amore un violento rovesciamento della prospettiva: dirimpetto, un po’ annoiato da una tipica Giuliet- universale con un triste epilogo. Oggi ciò che ci ciò che è intimo diventa pubblico come, ad ta dei giorni nostri, non più immacolata o angelo offre la contemporaneità è di creare lieti fini, belle esempio, nell’installazione luminosa Bohe- del focolare domestico, in fondo una qualunque domande che possano dare soluzioni. In questo mian Street Home che di tanto in tanto fa donna di casa. caso ho creato un balcone, altro non è che una capolino in via Ventura a Lambrate; ciò che è Ideata dall’artista, in collaborazione con Paolo grande domanda. solitamente limitato a poche persone diven- Valerio, la performance del 28 giugno ha fatto ta un’esperienza improvvisamente fruibile rivivere un mito in stile commedia all’italiana, In realtà si tratta di un finto balcone, senza da tutti, come nel caso della festa continua colpi di scena inclusi. Due balconi, due miti, due accesso – non si può raggiungere, anche se Pop-up Museo Disco Club, installata sulla innamorati e tante paillettes!!! all’apparenza, è abitato. Troviamo vasi con facciata del Museo El Barrio a New York. piante, paillettes e colori fluorescenti. In questo caso a Verona, stai cambiando la L’inaugurazione di Romeo’s Balcony ha fatto È un paradiso che non si può toccare, chiamalo prospettiva della storia di Romeo & Giuliet- parlare di te da diversi punti di vista. Quali così: l’impossibile a portata di mano. ta… Quale esperienza stai offrendo al visita- caratteristiche, a tuo parere, hanno scosso tore del famoso Cortile veronese? maggiormente il panorama culturale della Com’è il vicino di casa di Giulietta secondo Non sto offrendo qualcosa, dò una possibilità. Il città di Verona: la location, il soggetto scelto, Gonzàlez? visitatore del Cortile è libero di decidere se usu- fruire di una possibilità al di là di ciò che ho fatto: farsi fotografare gratis dal balcone di Romeo, può salire su quello di Giulietta e da lì osservare un altro balcone, più delicato, più femminile, può decidere se lasciare i famosi lucchetti dell’amore, senza il pericolo che siano tolti periodicamente e così via. Questo progetto è una possibilità per condivide- re un mito o un’idea, delle esperienze, positive o negative, se vuoi, per riflettere o rifiutare un’idea. Ho creato un luogo di esperienza comune, attra- verso la celebrazione di un mito, che permette di riflettere sull’opera o le sue caratteristiche.

Daniel González, Romeo’s Balcony, Juliet’s courtyard, Verona, 29 giugno - 14 ottobre 2013. Foto: K-Studio

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Un momento della performance, Romeo’s Balcony di Daniel González, Juliet’s courtyard, Verona, 29 giugno - 14 ottobre 2013. Foto: K-Studio

Hai delle aspettative? per riflesso. È un gioco di specchi. Sono affasci- intervenuti, poi, i flowerpot, che risalgono a ri- Le aspettative sono circoscritte alla fase proget- nato dagli slittamenti di significato. Oggetti del cordi legati alla mia nonna toscana. Coltivava gli tuale. Una volta finita è l’opera che parla. quotidiano acquisiscono nuovi ruoli e funzioni. Il aromi in questi barattoli di latta disegnati, per me significato viene attribuito dal fruitore. Qui siamo raffiguranti dei super eroi. Così ho costruito dei Cosa ti ha spinto a rivendicare il ruolo del al confine della creazione di nuovi oggetti. InRo - vasi con caratteristiche speciali. Il primo raffigura protagonista maschile dell’amante di Verona meo’s Balcony non ho creato un nuovo oggetto, la scultura d’oro che la famiglia Capuleti dove- nella storia shakespeariana? ho creato un’idea. D’altronde le rivoluzioni non si va regalare alla famiglia Montecchi, secondo il Non rivendico Romeo. Rivendico in realtà la pos- fanno più nelle piazze, ma attraverso nuovi stili plot shakespeariano. In realtà la statua non è sibilità che Romeo possa amarla finalmente. di vita, costumi e forme mentali. Chiamala così mai stata realizzata ed questo è stato il pretesto rivoluzione attraverso la bellezza. per trasformare la statua in una confezione di Il tema del “doppio” è il tuo principale campo conserva di pomodoro. Il secondo recita “Pa- d’indagine qui a Verona. È legato in partico- La festa non è ancora finita, giusto?! Ci sor- sta, amore e avantgarde” dove ho sintetizzato il lare ad un’esperienza personale che ci vuoi prenderai ancora da quel balcone? rapporto tra i balconi. Il terzo è una confezione raccontare? Non so se sorprenderò, non so neanche se sarà di birre che emette l’amara sentenza “niente da Non è un’autobiografia dichiarata, però risale a una sorpresa, ma sarà sicuramente un modo di fare”. È un balcone che vive grazie alle piante emozioni vissute. Escluso il contenuto di ogni vivere il mito di Shakespeare attraverso la nostra al loro interno. Il complesso è una struttura di progetto, il modo di esprimerlo è totalmente au- esperienza quotidiana, i nostri sogni. È la volon- sogni con vita propria. tobiografico. Far dialogare Romeo con Giulietta tà sull’idea dell’amore. è legato alla mia incomprensione adolescenziale L’ultima domanda è d’obbligo: progetti futu- sperimentata sulla mia pelle di fronte alle prime L’installazione ha anche il potere di attivare ri? esperienze amorose. Oltre a questo ci sono tutti un confronto architettonico tra i due balco- A ottobre ci sarà la chiusura dell’installazione Ro- i processi evolutivi, dove si manifesta l’incapaci- ni. meo’s Balcony durante ARTVERONA e a segui- tà di stabilire ruoli di potere, l’espressione della Romeo’s Balcony potrebbe essere tranquilla- re sarò impegnato con la mostra personale nello passione o del libero arbitrio. mente una scultura di Sol Lewitt che ha mangia- show room di Patrizia Pepe a Prato. Chiudo il to un sacco di caramelle. All’inizio del progetto 2013 con un twin solo project con Anna Galta- Ho collegato automaticamente questa instal- mi sono confrontato con questo cortile medie- rossa alla galleria Diane Lowenstein di Miami. lazione a diversi autori del Novecento famosi vale e ho pensato che potesse essere eccitante, per il pallino del “doppio”, come Kafka, Musil non solo l’aspetto legato alla storia d’amore, ma Daniel González. Romeo’s Balcony o Kipling. I tuoi riferimenti sono invece, cine- anche che gli oggetti riflettessero questo amore: A cura di Marco Meneguzzo matografici come Truffault, Visconti e Fellini. due balconi, uno di pietra bello, secondo un’ac- Mi sono ispirato inoltre allo specchio boudleria- cezione classica del termine, e l’altro contem- 29 giugno – 14 ottobre 2013 no, che rovescia l’immagine riflessa. Nell’instal- poraneo. Come se la sera, quando Romeo e lazione, infatti, tutto è al negativo del balcone di Giulietta dormono, i due balconi continuassero Cortile della Casa di Giulietta Giulietta: il lampadario è rovesciato, l’accesso al a corteggiarsi. Via Cappello 23, Verona balcone è inaccessibile. Molti sono i riferimenti La struttura ricreata è un’idea di stanza e un’idea letterari, ma leggo più poesia. Ad esempio, c’è di balcone, realizzati come se fossero un rende- Evento promosso da ArtVerona un’influenza romantica come Keats, ribelle alla ring progettuale in scala. Molti sono i riferimenti www.danielgonzalez-romeojuliet.com Dante Alighieri, soprattutto è una rivoluzione si- al gioco del meccano, dove si armano gli oggetti lenziosa come negli scritti del Che, che quando attraverso linee prospettiche. Il risultato è l’idea li leggi sembra di leggere Morrison e di Keats di un ambiente. A dare vita a quest’idea, sono

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Leggi su espoarte.net Interviste > Arte http://www.espoarte.net/arte/con-le-braccia-e-con-la-mente-alessandro-biggio-al-man/ Con le braccia e con la mente… Alessandro Biggio al MAN NUORO | Museo MAN | 13 settembre – 3 novembre 2013

Intervista ad ALESSANDRO BIGGIO di Ilaria Bignotti

La relazione tra ideatore e esecutore è un tema “il braccio”, anzi, le braccia, di opere realizzate gnanti da ricordare? ricorrente e dibattuto nella storia dell’arte, non idealmente da altri. Le reazioni a questa condizione del progetto, solo contemporanea. Affascinante dunque il Un progetto che suscita diverse domande, la distanza, sono state molto diverse: curiosità, progetto Braccia di Alessandro Biggio (1974) apre un dibattito ampio, e solletica più di una frustrazione, entusiasmo, ma alla base di tutte che ha coinvolto sei artisti internazionali – Ale- curiosità. c’è stata la volontà di sperimentare una strada xandra Bircken (Colonia, Germania 1967), diversa per arrivare all’ideazione e alla realizza- Michael Höpfner (Krems, Austria 1972), Luca Come è avvenuta la scelta degli artisti da te zione del lavoro. La distanza è diventata un’op- Francesconi (Mantova, Italia 1979), J. Parker coinvolti per questo progetto? portunità e non un limite. Valentine (Austin, Usa 1980), Ian Pedigo (An- Sono artisti che da tempo osservo da lontano, Davvero non riesco a trovare un confronto più chorage, Usa 1973) e Luca Trevisani (Verona, artisti che ho cercato e incontrato nei miei viag- pregnante di altri. Con tutti è stato estrema- Italia 1979). A ciascuno di loro è stato chiesto gi altri che non ho mai incontrato. Artisti di cui mente diverso, intenso, difficile, bello per ragio- di elaborare un progetto per la realizzazione di ricordo un’opera in particolare che avrei voluto ni molto diverse. un’opera inedita a partire da alcune informa- pensare o “fare” o a cui mi sono avvicinato nella zioni generali, diverse di volta in volta, e dallo mia ricerca, senza saperlo, scoprendo la vici- Hai scelto di sviluppare le opere restando in scambio che ne è conseguito. Una volta defini- nanza e la somiglianza a posteriori. Sardegna e con questa scelta hai affronta- to il progetto, Biggio si è fatto carico della sua to il tema della insularità e della relazione. realizzazione tenendo fede alle indicazioni rice- Hai creato le opere ideate dagli altri artisti Quali le influenze di questa scelta geo-cul- vute. Tutti i lavori sono stati realizzati in Sarde- “a distanza”, realizzandole nel tuo studio turale sulle opere create? gna, dove Biggio, originario di Cagliari, risiede, in Sardegna: quali sono state le principali Il fatto che durante il progetto la distanza se- lontano dai loro autori intellettuali. re-azioni scaturite da questa tua scelta ne- parasse gli artisti che vivono in diverse parti Da qui il titolo dell’esposizione: Biggio è stato gli artisti coinvolti, quali i confronti più pre- d’Italia e del mondo da un’isola, una terra ricca di suggestioni come la Sardegna, ha avuto un significato particolare. All’insularità e all’isolamento è possibile dare un senso che permette di superare i limiti evidenti che da queste condizioni derivano. Il fatto che Braccia avesse qui il suo centro ha avuto un peso notevole sulla maggior parte dei processi di elaborazione dei progetti. In alcuni lavori la relazione con la Sardegna è più evidente ed esplicita per la scelta di alcuni materiali: l’ossidiana di Pau nel lavoro realizzato con Luca Francesconi; o per altri fattori: il lavo- ro con Alexandra Bircken realizzato grazie agli strumenti e alla guida di un bravissimo artigiano di Sedilo. In altri lavori non c’è alcun riferimento evidente o esplicito alla Sardegna eppure anche quelli in qualche modo ne sono stati influenzati.

I temi sviluppati sono quelli dei materiali lo- cali (Luca Francesconi), del confine e della durata dell’opera (Luca Trevisani) della di- stanza e del percorso (Michael Höpfner), delle relazioni tra corpo e architettura attra- verso l’arte (Ian Pedigo) e ancora, della cor- poreità tra umano, trascendente e animale (J. Parker Valentine, Alexandra Bircken). E cosa e quanto è invece stato trasferito in questi lavori della tua ricerca e del tuo lin- guaggio? Non è semplice dire quanto di mio sia presente in questi lavori. Braccia ha implicato una scel-

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Luca Trevisani e Alessandro Biggio, Braccia (particolare), 2013, ta radicale da parte mia, quella di mettere da soggetti, autore intellettuale e autore materiale, gesso, banane, corda, dimensioni variabili. Courtesy degli artisti e del Museo MAN parte, per la durata del progetto, la mia ricerca è dato dalla convinzione che in entrambi i mo- e di mettermi al servizio della ricerca di qual- menti vi sia o vi possa essere una componente Nella pagina a fianco: cun altro, nella convinzione che anche in que- creativa. Ian Pedigo e Alessandro Biggio, Braccia, 2013, mute cavallette, immagine da archivio del progetto. sto vi fosse un potenziale espressivo. E così è. Non c’è però un’intenzione polemica in que- Courtesy degli artisti e del Museo MAN In alcuni casi la mia presenza è più evidente sta riflessione così come nel fatto che le opere perché l’autore del progetto mi ha lasciato un prodotte debbano essere inalienabili. maggiore margine di scelta (nella scelta di un materiale, nella disposizione di alcuni elementi, Braccia #1 etc) altre volte è stato più difficile capire quale progetto di Alessandro Biggio con Alexan- potesse essere il mio spazio nell’opera; magari dra Bircken, Michael Höpfner, Luca France- si trovava in piccoli dettagli o in quelle che a sconi, J.Parker Valentine, Ian Pedigo e Luca prima vista potrebbero sembrare imperfezioni o Trevisani difetti se fatti da un artigiano o da un tecnico. 13 settembre – 3 novembre 2013 É possibile, anche, intravvedere in questo tuo progetto una certa vis polemica nei MAN Museo d’Arte provincia di Nuoro confronti del mercato dell’arte e del tema via Sebastiano Satta 27, Nuoro dell’autorialità artistica? Il tema dell’autorialità e alcuni aspetti legati al Orari: tutti i giorni 10.00-13.00 e 15.00-19.00, mercato sono determinanti in questo proget- chiuso il lunedì chiuso to. Quanto e in che modo mente e braccia Ingresso intero Euro 3,00; ridotto dai 18 ai interagiscano e in che misura separare i due 25 anni Euro 2,00; gratuito under 18, over 60 momenti generativi dell’opera possa influire e ultime domeniche del mese sulla paternità dell’opera stessa è un elemento chiave di Braccia. Il fatto che si sia scelto di Info: +39 0784 252110 ricondurre la paternità delle opere a entrambi i www.museoman.it

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Leggi su espoarte.net Interviste > Arte http://www.espoarte.net/arte/angelo-casciello-quando-il-segno-diventa-certezza/ Angelo Casciello. Quando il segno diventa certezza BENEVENTO | arcos – museo d’arte contemporanea sannio | 16 luglio – 15 novembre 2013

Intervista ad ANGELO CASCIELLO di Martina Adamuccio

Angelo Casciello, Origine, 2013, legno dipinto - pittura murale

Uno tra i più affermati artisti campani, allievo di rapporto con una delle persone più impor- come i fratelli Servillo e Arana, fotografi come Domenico Spinosa, ha frequentato un corso di tanti per il mercato dell’arte di quegli anni? Donato, solo per citarne qualcuno. Nella Galle- scultura diretto da Arnaldo Pomodoro; nel set- Ho fatto la mostra da Lucio Amelio nel 1979, ria di Amelio ho conosciuto Longobardi, D’Ar- tembre 2009 investito da Papa Benedetto XVI avevo 21 anni. Lucio era un uomo speciale, genio, Cannavacciuolo, giovani esordienti poco Accademico del Pantheon. Angelo Casciello istrione, volubile, carismatico, prepotente, ca- più grandi di me. La Galleria Amelio in quel pe- esordisce nel mondo dell’arte nel 1977 e ottie- loroso, elegante. Parlava più lingue straniere, riodo, sicuramente a Napoli e in Italia, era uno ne presto numerosi riconoscimenti. Ha parteci- era un grande promotore dell’arte e degli ar- delle più importanti. Proprio a Napoli, orgo- pato ad alcune delle più importanti esposizioni tisti: egli stesso era attore, cantante, nonché glioso della sua napoletanità, Lucio organizzò nazionali ed internazionali. Nel 1979 tiene una inventore di artisti. il suo quartiere generale, occupando gli spazi mostra personale a Napoli nell’ambito della Nell’esposizione che ho tenuto alla Galleria di della Città che le istituzioni pubbliche, incapaci Rassegna della Nuova Creatività nel Mezzo- Amelio, presentai una serie di sculture realizza- di una seria politica culturale per le arti visive, giorno, da Lucio Amelio, personaggio chiave te con pali di legno appena scalfiti all’estremità, avevano lasciato vuote, promuovendo solo oc- del sistema dell’arte degli anni. legati con fili di ferro e lasciati vibrare nello spa- casionalmente qualche sporadica manifesta- Angelo Casciello è il padrone del tempio dei zio tramite delle corde: alcuni partivano come zione di qualità. Lucio con la sua intelligenza segni, artefice della “magica ed armonica, bel- dei segni dalle pareti, altri si libravano totalmen- monopolizzò spazi prestigiosi come il Museo di lezza del sacro silenzio misterioso” che avvolge te nello spazio. Era un lavoro sul segno nello Villa Pignatelli e il Museo di Capodimonte, con ognuno di noi guardando il suo lavoro… spazio. mostre memorabili come quelle di Burri, Beuys, Mi sono trovato a partecipare a quel grande la- Paolini, nonché la nascente RaiTre, il quotidiano Una delle tue prime personali è stata nella boratorio che Lucio aveva ideato: la Rassegna Il Mattino, avendo come partner preferenziale il galleria di Lucio Amelio, gallerista ed esper- della Nuova Creatività nel Mezzogiorno, che potente Banco di Napoli. to d’arte ormai scomparso da molti anni. vedeva protagonisti pittori come Paladino, Cle- Nella Galleria di Amelio si respirava l’aria dello Che ricordo conservi di quel tempo e del mente, Tatafiore, registi come Martone e attori Star system internazionale. Lì ho avuto la pos-

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Angelo Casciello e Lucio Amelio

In basso: Angelo Casciello, Il tempio dei segni, 2013, arcos - museo d’arte contemporanea sannio

sibilità di vedere le mostre di Beuys, Warhol, Rauschenberg, Schifano, Merz, Kounellis, Penck, Baselitz, Richter, Twombly, e dei giova- ni Brown, Haring, Long, Salle, Barcelò, Cragg. Lucio mi ha fatto conoscere la scrittrice Fabri- zia Ramondino, Graziella Lonardi degli Incontri Internazionali, i giornalisti Michele Bonuomo e Vitaliano Corbi, i critici d’arte Angelo Trimar- co, Filiberto Menna, Arcangelo Izzo, il cineasta Mario Franco, il promotore del nuovo teatro di ricerca Saverio Lucariello, tra gli altri. Lucio Amelio resta nei miei ricordi come colui che mi ha fatto vedere e toccare un grande di- segno di Picasso che rappresentava la testa di troppo, con brio e a tratti ironico e malinconi- dimensione oscura dell’essere, che è quella un toro morente. co. Completando l’esposizione con sculture in dell’inconscio profondo di ogni uomo. ferro a tutto tondo e sculture a parete di legno Nella tua ultima mostra Angelo Casciello. Il dipinte degli ultimi dieci anni. La tradizione, il rituale e il legame con la ter- tempio dei segni, inaugurata lo scorso 16 Quando il visitatore si inoltra ne “Il tempio dei ra, dove ti porterà il tuo lavoro in futuro? luglio e aperta fino al 15 novembre 2013, segni”, viene accolto da una storia magica ed Diceva il poeta “del domani non c’è certezza”. negli spazi di arcos – museo d’arte contem- armonica, accompagnato dalla bellezza del sa- Spero che la mia ricerca mi aiuti a curare il ma- poranea sannio, il segno, ancora una volta, cro silenzio misterioso. lessere che abita in me, donandomi visioni di diventa protagonista di una storia senza stupore e meraviglia nonché momenti di gran- fine… Un lavoro profondamente umano in cui de bellezza e armonia e di conseguenza poter- La mostra al Museo Arcos di Benevento è nata l’uomo però rimane nascosto. Dove si trova ne fare dono agli altri. da una sollecitazione fattami dal Direttore Arti- l’uomo nei tuoi lavori? stico Ferdinando Creta. In un primo momento Penso di essere il tramite, non il fine. Mi sento ANGELO CASCIELLO. Il tempio dei segni pensavamo di realizzare una mostra con qua- un viandante in cerca di continue suggestioni a cura di Ferdinando Creta dri, disegni e sculture ma, al secondo incontro, ed emozioni che raccolgo e fermo nello spazio in collaborazione con Casa Turese – Galle- conveniamo che bisognava fare una cosa spe- del tempo, trasferendole sulle pareti dipinte e ria | edizioni d’arte www.casaturese.it ciale per questo spazio particolare e intrigante. nei volumi della scultura e nello spazio dell’ar- Così mi è venuta l’idea di realizzare “Il tempio chitettura. 26 luglio – 15 novembre 2013 dei segni”, un’opera totale che si estende sulle L’uomo vive tramite le sue tracce, come i nostri pareti bianche che corrono nella fisicità dello antenati dei primordi vivono tramite i loro graffiti. arcos – museo d’arte contemporanea sannio spazio, così ho dipinto un grande segno – di- Mi piace spiazzare lo spettatore, conducendolo Corso Garibaldi 1, Benevento segno tridimensionale di colore nero, accom- in luoghi e spazi non facilmente comprensibili, pagnato dalla sua ombra grigia, il tutto con mettendolo in condizione di estraniarsi dall’ap- Info: +39 0824 312465 un moto andante, con pause, allegro ma non parenza e dall’apparire per approdare ad una www.museincampania.it

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Leggi su espoarte.net Interviste > Arte http://www.espoarte.net/arte/vite-in-transito-adrian-paci-al-pac/ Vite in transito… Adrian Paci al PAC MILANO | PAC | 5 ottobre 2013 – 6 gennaio 2014

Intervista ad ADRIAN PACI di Ginevra Bria

Il 5 ottobre, al PAC di Milano, inaugura l’ulti- temporanea in Italia e perciò, una mostra al nuova luce alla contemporaneità milanese? ma retrospettiva di Adrian Paci. Un’ampia se- PAC, che rimane l’unico spazio pubblico total- L’Albania, da dove io vengo, è un paese dina- lezione di opere realizzate a partire dalla metà mente dedicato al contemporaneo, è un mo- mico, pieno di energie, contrasti e contraddi- degli anni ’90 fino alla produzione più recente, mento importante. Come ogni mostra, anche zioni interessanti, ma non mi sembra ancora un la nuova opera The Column (2013), in un per- la mia cerca di stabilire un dialogo, di suscita- posto con una scena artistica dalla quale una corso che esprime la varietà di linguaggi che re delle riflessioni, di provocare il pensiero e la città come Milano possa prendere dei modelli. Adrian Paci utilizza nel suo lavoro, spaziando sensibilità di chi andrà a visitarla. Fare le mostre Speriamo che un giorno lo possa diventare. dal disegno alla fotografia, dalla pittura al video vuol dire riattivare i lavori, relazionandoli l’uno fino alla scultura. con l’altro, con lo spazio e con il fruitore. Quello Il titolo del percorso, Vite in Transito, qua- Espoarte, in anteprima, ha incontrato l’artista di essere un contributo, come lo chiami tu, è le aspetto sottolinea della tua vita in corri- albanese. un augurio che io mi faccio, ma non spetta a spondenza alla contemporaneità dell’arte? me definirne i termini. Quello si vedrà quando In tutte e tre le domande che mi hai fatto finora, In occasione della IX Giornata del Contem- la mostra sarà allestita e, anzi, forse si vedrà hai utilizzato la parola “Contemporaneo”. Diffi- poraneo inauguri al PAC, Vite in Transito. meglio quando sarà finita. cilissimo da definire, perché nel momento in cui Com’è cambiata la presenza dell’arte con- gli viene conferita un’identità perde, come dire, temporanea a Milano? Quale contributo ri- Dopo molti anni i tuoi video torneranno, tutti la sua “contemporaneità”. È stato di mio inte- tieni che la mostra possa apportare? assieme, a brillare a Milano. A tuo modo di resse indagare proprio questo aspetto transi- Milano è una città significativa per l’arte con- vedere, quale elemento servirebbe per dare torio, che caratterizza profondamente l’essere tanto nella sua essenza quanto nelle sue varie manifestazioni; un’entità analizzata non solo attraverso una speculazione teorica, ma an- che attraverso l’esperienza e i mezzi sensibili dell’arte.

Potresti descrivere in breve le opere più significative che saranno installate al PAC soffermandoti sul nuovo progetto dal titolo The Column (2013)? La mostra mette insieme un gruppo di lavori realizzati in momenti diversi. Ci sono anche al- cuni lavori che ho fatto in accademia a Tirana come altri realizzati subito dopo che mettono in luce un tentativo di uscire dal figurativismo accademico dove eravamo obbligati a stare durante il regime, per tentare strade diverse. Poi ci sono i miei primi video, cosi come quel- li più conosciuti come Centro di Permanenza Temporanea, Vajtojca. Ho voluto avere una presenza più forte dei lavori degli ultimi anni,

Adrian Paci, The column, 2013, video 25’40’’. Courtesy dell’artista e di Kaufmann Repetto, Milano

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Adrian Paci, Centro di permanenza temporanea, 2007, video 5’30’’. Courtesy dell’artista e di Kaufmann Repetto, Milano

In basso: Adrian Paci, Passages, 2009, acrilico e acquarelli su intonaco e terracotta, cm 30x20x20. Collezione privata. Courtesy dell’artista e di Kaufmann Repetto, Milano

come Electric Blue, The Last Gestures, Inside l’educazione e la pratica della pittura che ho Progetti futuri? the Circle e The Encounter. Il nuovo lavoro che svolto da quando ero bambino. Una casa in Albania. presento per la prima volta in uno spazio pub- blico in Italia è The Column e racconta la storia Come mai è stato scelto di inserire un con- ADRIAN PACI. Vite in transito di un blocco di marmo estrapolato da una cava tributo di Giovanni De Lazzari (Lecco, 1977) a cura di nel nord di per essere portato su una all’interno del tuo percorso? Potresti descri- Paola Nicolin e Alessandro Rabottini nave e per essere scolpito nell’Oceano duran- verci il progetto che sarà installato al PAC? mostra prodotta in collaborazione con pro- te il viaggio fino a trasformarsi in una colonna Conosco Giovanni De Lazzari da quando in- dotta con il Jeu de Paume di Parigi, il Röda di stile classico. Il viaggio ha una partenza, ma segnavo all’Accademia Carrara di Bergamo e Sten Konsthall di Göteborg e il Trondheim non ha una fine, se non quella della realizza- in seguito siamo diventati amici e colleghi. Da Kunstmuseum di Trondheim zione della colonna stessa. Non vuole essere qualche anno, Giovanni lavora su delle strutture un documento, ma un racconto visionario che che ospitano immagini, creando delle architet- 5 ottobre 2013 – 6 gennaio 2014 sta tra il possibile e il fantastico. La stessa co- ture mentali abitate da un pensiero visivo che lui 5 ottobre dalle 18.00 alle 24.00 (inaugura- lonna, dopo essere arrivata dalla Cina a Parigi costruisce partendo da un ricchissimo archivio zione aperta al pubblico in occasione della per la mostra di Jeu de Paume, viene mostrata di immagini. Per la mostra, Giovanni prenderà 9° Giornata del Contemporaneo) anche all’interno del PAC. C’è anche una pre- una serie di miei lavori che fanno parte della senza di pittura nella mostra perché essa rima- collezione di Luciano Formica e li disporrà in PAC Padiglione d’Arte Contemporanea ne non soltanto un punto di partenza per me, strutture che costruisce. È un modo di utiliz- Via Palestro 14, Milano ma anche una pratica che continua ad essere zare il display come mezzo espressivo dove il presente nel mio lavoro. mio lavoro entra in dialogo con la sua visione e, Info: +39 02 88453314 come dire, è costretto a stare dentro le regole (Ufficio Stampa Comune di Milano) Dai disoccupati silenziosi di Turn On (2004) del gioco che egli dispone. agli uomini in marcia verso un aereo pronto a decollare in Centro di Permanenza Tem- poranea (2007); dai volti estatici dei fedeli raccolti di fronte all’icona sacra di PilgrI- MAGES (2005) ai lamenti della prefica che celebra il passaggio dalla morte alla vita in Vajtojca (2002) fino all’artista stesso che entra in contatto con il pubblico stringendo ad una ad una le mani dei presenti in En- counter (2011), quale di queste vite in tran- sito si avvicina di più alla tua e perché? Faccio fatica a individuare un elemento della mia vita che corrisponde o si avvicina di più a queste Vite in Transito a cui ti riferisci per- ché proprio nell’insieme degli eventi che si re- alizza questo essere “in transito” e non in un singolo fatto. Sicuramente il mio lavoro è figlio di una grande rottura storica. La rottura che ha segnato il crollo del regime dove vivevamo chiusi e isolati dal resto del mondo, seguito dopo dall’esplosione di aspettative, curiosità, desideri, illusioni e delusioni. Senza dubbio, un ruolo importante ha avuto nel mio lavoro anche

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MARATONA BIENNALE 2013

un viaggio nella 55. Biennale di Venezia attraverso le news di espoarte.net Espoarte Digital www.espoarte.net

Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/yuri-ancarani-da-vinci-a-venezia-lultimo-capitolo-della-trilogia/ Yuri Ancarani.”Da Vinci”. A Venezia l’ultimo capitolo della trilogia VENEZIA (Arsenale) | 55. Esposizione d’Arte Internazionale, Il Palazzo Enciclopedico – La Biennale di Venezia | 1 giugno – 24 novembre 2013

Intervista a YURI ANCARANI di Alessandro Trabucco

Dopo essere stati accolti dall’opera di Marino rurgia robotica, tanto da renderlo addirittura abituato a questo tipo di immagini? Auriti, ispiratrice dell’intero progetto che Massi- il soggetto principale di un film? Quando realizzo i miei film, non penso a nes- miliano Gioni ha ideato per la 55. Esposizione Sono tanti i motivi che mi hanno portato al suna tipologia di pubblico in particolare, non Internazionale d’Arte di Venezia, e aver effet- Da Vinci, uno tra questi è sicuramente legato penso cioè che debba rivolgersi ad un pubblico tuato un lungo ed articolato percorso all’interno al soggetto della trilogia per intero. Da Vinci o ad un mercato dell’arte, del cinema o della dell’Arsenale, una piccola stanza buia e un po’ infatti è il capitolo conclusivo della mia trilo- televisione. Quello che cerco di fare è un lavoro nascosta accoglie lo spettatore e lo rapisce per gia sul lavoro, in cui la relazione tra l’uomo e che sia visibile a tutti e grazie al quale il pubbli- quasi mezz’ora, mantenendolo inchiodato da- la macchina è uno dei temi portanti. La cosa co possa fare delle esperienze. vanti alla proiezione del film Da Vinci. che più mi ha affascinato del robot Da Vinci è I film di Yuri Ancarani non solo sono tecnica- che il chirurgo non ha più contatti diretti con il Ormai da un po’ di tempo hai superato il mente impeccabili, hanno anche la capacità di corpo del paziente, ma c’è questa straordinaria concetto di videoarte pura (intesa proprio proporre dei contenuti visivi di grande sugge- macchina che entra e si muove all’interno di un come linguaggio espressivo indipendente e stione, stimolando riflessioni che non si limitano corpo umano; mi sembrava perfetto per il mio a sé stante nel sistema artistico) per entrare alla superficie bidimensionale delle immagini in film. In Piattaforma Luna (il secondo episodio nel più complesso circuito della cinemato- proiezione che offrono, ma vanno a scavare la della trilogia) i protagonisti sono diver che vi- grafia, mantenendo comunque dialoganti coscienza più in profondità. Il Capo è ambien- vono all’interno di una macchina, una camera questi due ambienti. È cambiato qualcosa tato in una cava di marmo a Carrara, con Piat- iperbarica che li tiene in vita e anche in Da Vinci nel tuo approccio al lavoro e all’immagine taforma Luna Ancarani ci trasporta negli abissi c’è un ritorno alla gestualità come nel primo tecnologica? E quali sono stati i vantaggi marini all’interno di una claustrofobica camera film, Il Capo, in cui il capo-cava comanda con concreti di questo importante passo? iperbarica. Con Da Vinci entriamo all’interno una gestualità chiara e orchestra le macchine Credo di aver superato il concetto di genere del corpo umano ed è lo stesso artista a porre scavatrici del marmo. nell’ambiente dell’audiovisivo. Quello che mi l’accento sulla peculiarità di queste immagini, interessa è un’indagine a 360° dell’immagine che è impossibile vedere in altro modo… Che interesse credi possa suscitare un tema in movimento. Ho un grande limite, lavorare così serio, e per la maggior parte delle per- all’interno di un rettangolo, di una cornice, sia Cosa ti ha portato a scegliere per Da Vinci sone anche delicato, su un pubblico educa- che esso venga posizionato in una sala cine- questo particolare argomento, la microchi- to all’arte contemporanea ma non proprio matografica, piuttosto che in una galleria o sul

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palcoscenico di un concerto. ho detto prima, penso sia importante far vivere documentario e arte contemporanea, e Certo, ogni contesto genera una sua storia, un’esperienza. Io l’ho vissuta in prima persona sono il risultato di una ricerca spesso tesa però di fatto stiamo sempre parlando di imma- e ho cercato di trasmetterla nel miglior modo ad esplorare regioni poco visibili del quo- gini in movimento. possibile. Penso di esserci riuscito. tidiano, realtà in cui l’artista si addentra in Ora ad esempio sto portando avanti il progetto prima persona. Bora prodotto dal festival, che è stato Per concludere, due parole sul finale di Da recentemente presentato al Mart di Rovereto Vinci, un medico chirurgo si sottopone ad FILMOGRAFIA insieme al musicista Mika Vainio dei Pan Sonic; un’esercitazione simulata la quale sembra 2012 Da Vinci è un progetto per il mondo della musica. chiudersi con un errore fatale… 2011 Piattaforma Luna Ho notato che essere a cavallo tra i generi, In qualche modo volevo inserire all’interno del 2010 Il Capo arte, cinema, musica diventa un problema per film la possibilità dell’errore umano e una rifles- chi fa critica. A me piace frequentare ambienti e sione sulla tecnologia che non può considerar- Yuri Ancarani. Da Vinci situazioni diverse, lo trovo molto stimolante. si solo un bene. Questo aspetto lo si vede nel a cura di Massimiliano Gioni momento in cui il robot si avvia e si anima. Tenere il pubblico concentrato per più di Il momento in cui l’allievo si esercita nella si- 55. Esposizione Internazionale d’Arte – Il cinque minuti su un video, o come nel tuo mulazione è fondamentale perché parla per Palazzo Enciclopedico – La Biennale di Ve- caso su un film, nel contesto dinamico di metafora di un decesso. L’errore è il domino nezia un’esposizione d’arte contemporanea è che cade e scatena un errore che diventa ir- oggettivamente molto difficile. Quali sono reparabile. Arsenale della Biennale, Venezia gli obiettivi irrinunciabili ai quali ti indirizzi Senza dubbio questa scena può considerarsi quando cominci un nuovo progetto? anche la chiusura della trilogia, con una rifles- 1 giugno – 24 novembre 2013 Una cosa che ho riscontato – e di cui sono mol- sione importante sugli incidenti sul lavoro che to contento – nei giorni di inaugurazione della sono una realtà di oggi e di sempre. Info: www.labiennale.org Biennale (giorni caotici dove bisogna vedere tutto in due giorni) è che la sala dove era pro- Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) è un video iettato Da Vinci era sempre piena. Il film dura 25 artista e flm-maker. Le sue opere nascono minuti e le persone se lo guardano tutto. Come da una continua commistione fra cinema

In queste pagine: Yuri Ancarani, Da Vinci, stills da video

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/joana-vascolcelos-da-venezia-alle-sale-del-palazzo-di-ajuda/ Joana Vasconcelos… Da Venezia alle sale del Palazzo di Ajuda VENEZIA | 55. Esposizione Internazionale d’Arte | Padiglione del Portogallo | 1 giugno – 24 novembre 2013

Intervista a MIGUEL AMADO di Igor Zanti

Miguel Amado, giovane curatore portoghese, Joana. Aveva sentito parlare del progetto e mi presentare un paese alla Biennale di Venezia. da diversi anni è diventato uno dei punti di riferi- chiedeva se ero interessato ad una possibile Abbiamo analizzato la storia di Lisbona e di Ve- mento per l’artista Joana Vasconcelos. Insieme collaborazione. Sono andato a trovare Joana nezia e ci siamo resi conto che la navigazione hanno firmato Trafaria Praia, la mostra instal- in studio ed ho incluso una delle sue sculture ed il rapporto con il mare erano caratteristiche lazione del Padiglione del Portogallo all’ultima nella mostra che stavo preparando. Da quel condivise da entrambe le città. Da qui è nata beinnale veneziana in corso. Biennale. momento siamo diventati amici ed abbiamo l’ipotesi di utilizzare un cacilheiro, il traghetto Espoarte, che ha intervistato la Vasconcelos, iniziato a collaborare insieme. di Lisbona, che è l’equivalente del il vaporet- a fine giugno, nel suo studio di Lisbona (l’in- to veneziano. Joana, aveva in mente di creare tervista sul numero #82 in uscita ad ottobre Tu e Joana come avete ideato il Padiglione un’installazione al suo interno, e desiderava 2013!!!) incontra ora anche il curatore per farsi del Portogallo? utilizzare le piastrelle in esterno, come se la raccontare della sua esperienza veneziana, del Joana crea ed io mi occupo dell’aspetto criti- nave fosse un edificio e le piastrelle costituis- suo rapporto con l’artista e degli altri progetti co. Abbiamo molta intesa, ed io cerco di con- sero la facciata. Il pannello di piastrelle avrebbe che hanno condiviso nell’ultimo anno… testualizzare e teorizzare a livello concettuale potuto essere astratto, ma abbiamo deciso di gli spunti e le fonti di ispirazione che sono alla descrivere il paesaggio di Lisbona, ispirandoci Come e quando hai incontrato per la prima base del suo lavoro. Abbiamo utilizzato questo ad un azulejos del XVIII secolo che rappresenta volta Joana? metodo anche per il Padiglione del Portogallo, la città. Inoltre, i riferimenti alle profondità mari- Ho incontrato Joana per la prima volta alla fine per il quale ho scritto un progetto in cui illu- ne nella letteratura e nella pittura sono stati un del 2003. Vivevo a Londra, ma lavoravo come stravo le motivazioni per cui mi pareva oppor- mio contributo, mentre Joana ha approfondito curatore a Coimbra, al Centro de Artes Vi- tuno che il lavoro di Joana fosse selezionato. questo spunto attraverso allusioni a immaginari suais. Un giorno mentre stavo preparando una Quando abbiamo ricevuto la nomina, abbiamo e sensazioni corporee. mostra per l’estate del 2004 mi ha chiamato a lungo discusso riguardo al significato di rap-

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Joana Vasconcelos, Trafaria Praia, 2013. The Great Panorama of Lisbon (21st Century) installation in progress at the Viúva Lamego factory in Sintra, Portugal. Foto: Bruno Portela. © Unidade InfinitaP rojectos

Ci vuoi parlare invece della mostra di Joana cuni pezzi che erano a Versailles per Lisbona. a Palazzo Ajuda? Abbiamo seguito due vie: la prima è stata quella Joana nell’estate del 2012 ha inaugurato una di presentare dei lavori iconici di Joana per gli ap- mostra a Versailles, dove ha presentato una se- partamenti di stato, la seconda, invece, di espor- rie di nuove opere, accanto a lavori precedenti, re dei suoi lavori meno conosciuti, più legati ad dialogando con l’architettura e la storia del luo- una dimensione domestica, negli appartamenti go. Ho sempre creduto che il lavoro di Joana privati. In questo modo si sottolinea il rapporto tra interagisca perfettamente con lo spazio e che pubblico e privato, tra femminile e maschile due l’ambiente migliore per il suo tipo di estetica campi di ricerca molto cari a Joana. barocca siano chiese e palazzi antichi. Joana mi ha chiesto di aiutarla a sviluppare un Joana Vasconcelos. Trafaria Praia progetto per portare la mostra francese in Por- a cura di Miguel Amado togallo. Ben presto ci siamo resi conto che non avrebbe avuto senso replicare l’esposizione di 1 giugno – 24 novembre 2013 Versailles ma, piuttosto, ideare una nuova mo- stra che si relazionasse con un palazzo storico. Padiglione del Portogallo Il Palazzo Ajuda, come il Castello di Versailles, 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La hanno un’identità strettamente connessa alla Biennale di Venezia figura di una regina – Maria Antonietta in Fran- cia e Maria Pia in Portogallo – così abbiamo Info: www.vasconcelostrafariapraia.com mantenuto questa relazione e selezionato al- www.joanavasconcelos.com

Joana Vasconcelos, Coração Independente Vermelho [Red Independent Heart], 2005 Translucent red plastic cutlery, painted iron, metal chain, motor, sound installation Songs performed by Amália Rodrigues: Estranha Forma de Vida [Strange Way of Life] (Alfredo Rodrigo Duarte/Amália Rodrigues), Maldição [Curse] (Joaquim Campos da Silva/Armando Vieira Pinto), Gaivota [Seagull] (Alain Oulman/Alexandre O’Neill). Authorized by IPLAY - Som e Imagem/(P) Valentim de Carvalho. 371 x 220 x 75 cm Museu Coleção Berardo, Lisbon © Unidade Infinita Projectos

Nella pagina a fianco: Joana Vasconcelos, Trafaria Praia, 2013. Detail of the Great Panorama of Lisbon (21st Century) installation on the outside of the Trafaria Praia ferryboat in . Foto: Luís Vasconcelos. © Unidade Infinita Projectos.

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/jeremy-deller-magica-gran-bretagna/ Jeremy Deller. Magica Gran Bretagna VENEZIA | 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia – Padiglione Gran Bretagna | 1 giugno – 24 novembre 2013

Intervista a JEREMY DELLER di Matteo Galbiati

Impossibile darne comunicazione prima e futura (questa immaginata da Deller) con i sui fanno da contraltare i cortei di protesta operaia dell’apertura, nemmeno si poteva diffondere il miti, il suo folklore, le sue icone, le sue vicende, dell’Irlanda del Nord negli stessi anni, non man- titolo. Il progetto del Padiglione della Gran Bre- che l’artista riesce a tessere in un complesso cano nemmeno i soldati inglesi impegnati nella tagna è stato gelosamente protetto da una cor- racconto, psichedelico e quasi allucinato, in cui brutalità delle guerre attuali… Deller osserva e tina di riservatezza e discrezione che ha accre- il piano di realtà e finzione, di verità e immagina- registra tutto imbandendo un palcoscenico tra- sciuto la curiosità e l’interesse. Un vero e proprio zione tendono a confondere e mischiare i propri gicomico e dirompente dei nostri travagli umani “embargo”, come l’hanno definito gli stessi uffici territori, spiazzando – ma pure stimolando – la che dalla storia – non solo britannica! – si ripeto- stampa, da cui è trapelato solo il nome dell’ar- visione dello spettatore. Il suo stile anticonformi- no interminabili nel presente. tista: Jeremy Deller (1966). Scanzonato e irrive- sta, ribelle e contestatario si ritrova pienamente Inseguito per alcuni mesi riusciamo a strappargli rente talento della nuova generazione di artisti nelle proposte – che a volte richiedono un’atten- un’intervista che non tradisce lo spirito diretto e anglosassoni, Deller – vincitore del prestigioso zione più profonda per essere comprese nel pie- ironico. Turner Prize nel 2004 – propone un’esposizione no del loro senso – in cui trapelano icone con- rutilante, chiassosa, stimolante, piena di sorpre- temporanee e riti sociali contrapposti, in cui si Vorrei iniziare chiedendoti il perché del ri- se e di spunti che vanno scoperti e indagati sala trovano sullo stesso piano tanto elementi “alti e serbo massimo – si è parlato anche di “em- per sala, senza sottrarsi nemmeno alla parte- importanti” quanto altri “bassi e popolari”: la crisi bargo” – sui contenuti del tuo intervento alla cipazione diretta. Al centro c’è la visione della economica e il lusso della richezza, i fan di David Biennale? Gran Bretagna e la sua storia passata, presente Bowie in un suo celebre tour degli Anni ’70 cui A volte i segreti sono una buona cosa, è bello

Jeremy Deller, English Magic. “Jeremy Deller’s British Council commission is at La Biennale di Venezia until 24th November and will tour national UK venues in 2014. www.britishcouncil.org:visualarts.”

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avere sorprese…

Quali sono i contenuti specifici di questa tua opera presenti alla Biennale, quali proble- matiche vuoi mettere in evidenza in questo lavoro? Un sacco di roba, un sacco di quadri e cose vecchie, un’auto incidentata e un film.

Che costruzione e ordine hai seguito, quali sono i contenuti principali? Questa è una domanda noiosa: la pittura per prima!

Un aspetto importante è l’interattività e il coinvolgimento del pubblico, cosa vuoi ot- tenere? Anche a Venezia diventa protagoni- sta… Nei suoi confronti ha una qualità casuale, e signi- fica che la mostra, in alcuni aspetti, resta viva. St Helier on Fire 2017 Painted by Stuart Sam Hughes British Pavilion 2013. “Jeremy Deller’s British Council commission is at La Biennale di Venezia until 24th November and will tour national UK venues in 2014. www.britishcouncil.org/visualarts.” Prima della Biennale hai dichiarato di non sapere cosa avessi intenzione di fare e ti un altro modo di guardare al problema. A volte hai? sentivi intimidito, hai aggiunto anche che lo faccio. Una mostra sulla rivoluzione industriale, è una avresti fatto del tuo meglio pur non senten- mostra storica. doti tecnicamente in grado. Oggi ci siamo, Dopo l’impegno della Biennale la mostra la Biennale è stata inaugurata, cosa pensi di proseguirà in diverse sedi in Inghilterra, cosa English Magic. Jeremy Deller quanto hai realizzato? cambia e come si modifica rispetto alla mo- a cura di Emma Gifford-Mead Io penso che sia OK; tu cosa ne pensi? stra di Venezia? Dove sono previste le tappe commissario Andrea Rose di questo tour? Cosa rappresenta e significa, quindi, per La mostra cambierà in relazione della sede in 1 giugno – 24 novembre 2013 un artista come te, essere protagonista del cui sarà proposta. I murali, ad esempio, saranno padiglione della tua nazione alla Biennale di ridipinti in ogni sede. Le tappe sono alla William 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Venezia? Morris Gallery, London Borough of Waltham Fo- Biennale di Venezia Non mi è chiaro, credo che mi faranno Lord o rest a Londra dal tardo mese di gennaio alla fine Padiglione Gran Bretagna Baronetto o qualcosa del genere. di marzo 2014, al Bristol Museum and Art Galle- Giardini della Biennale, Venezia ry tra aprile e settembre, alla Turner Contempo- Sei stato definito come un pifferaio magico rary di Margate da settembre a dicembre. Info: www. britishcouncil.org della cultura popolare, ti ritrovi in questa de- finizione? Quali progetti ti attendono? Quali programmi www.labiennale.org No! Lui non ha forse rapito dei bambini? Io non l’ho ancora fatto!

Sacrilego, giocoso, impertinente, ermetico sono attributi che si usano spesso per de- scrivere il tuo carattere? Come si vede Je- remy Deller? Non dovrei mai cercare di definire me stesso, quello è il tuo lavoro!

Ricorri spesso ad un linguaggio fortemen- te ironico dietro al quale si celano posizioni spesso molto dure, come concili questi due aspetti? Come si può vedere non lo faccio, provo a non analizzare troppo le cose.

Che ruolo riveste per te l’arte rispetto alle problematiche politiche e sociali, verso le quali sei così attento? Come si riflette que- sto tuo pensiero nelle tue opere? We Sit Starving Amidst our Gold Painted by Stuart Sam Hughes Installation View, British Pavilion 2013. “Jeremy Deller’s Non sono sicuro, a volte può aiutare, il suo è British Council commission is at La Biennale di Venezia until 24th November and will tour national UK venues in 2014. www.britishcouncil.org/visualarts.”

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/triple-point-il-padiglione-usa-secondo-carey-lovelace/ Triple point. Il Padiglione USA secondo Carey Lovelace VENEZIA | 55.Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia – Padiglione STATI UNITI D’AMERICA | 1 giugno – 24 novembre 2013

Intervista a CAREY LOVELACE di Ginevra Bria

L’artista cinese-americana Sarah Sze (1969, Holly Block e Carey Lovelace, curatrice indi- della forza di gravità, mettono in risalto la di- Boston, US) rappresenta gli Stati Uniti alla pendente. mensione esterna e interna dell’edifico, sottoli- prossima edizione della Biennale di Venezia. Conosciuta per le sue sculture-installazioni site neando orientamento e disorientamento (New Triple point è il titolo del progetto che allestisce specific realizzate con oggetti di uso comune, York Times). Espoarte ha intervistato in merito in laguna, promosso dal Bronx Museum of the Sze realizza per la Biennale un’opera in dialogo la Lovelace. Arts di New York, con il sostegno dell’Ufficio con l’architettura del padiglione. L’installazione per l’istruzione e cultura del Dipartimento di multipla, intitolata Triple Point, si articola in una Qual’è stata la ragione di fondo che ha por- Stato americano, selezionato dai commissari sequenza di ambienti che, sfidando l’agente tato a scegliere Sarah Sze, come protagoni-

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sta Padiglione Americano? tista-artista, come la chiamo io, qualcuno che glione Americano è stata ideata come una se- Il mio co-commissario, Holly Block ha seguito si concentra esclusivamente sul proprio lavoro, rie di ambienti, gli uni separati dagli altri. Sarà l’iter artistico della Sze per anni ed è sempre ri- sopra ogni altra attività, soprassedendo anche come passare attraverso un certo numero di masta molto colpita dal suo continuo crescere, sulla propria carriera. Questa caratteristica ap- esperienze, collegate, ognuna, attraverso una in particolare non ha mai mancato di elogiare porta al suo operato una grande freschezza. propria, specifica connessione, instaurata tra il modo in cui lei affronta di volta in volta le sfi- quella precedente e quella successiva. Sarà de, creando lavori che diventano sempre più Quali aspetti tecnici ed estetici sottolinee- come attraversare ponti emotivi molto laschi. ambiziosi; progetti che comportano un diverso rano le installazioni di Sarah, nel Padiglione Questa tipologia di struttura, inoltre, continuerà approccio nei confronti della loro realizzazione Americano? anche all’esterno degli spazi….per ora è solo finale. Il Padiglione Americano ai Giardini ap- Io credo che l’innovazione abbia sempre fatto questo che riesco ad anticipare. partiene ad una tipologia architettonica molto parte della sensibilità artistica e culturale ameri- particolare e fin da subito, per questa nuova cana. Sarah esercita una vertiginosa quantità di Potresti esprimere un messaggio, un augu- edizione della Biennale, è sorto il desiderio di invenzioni formali all’interno del proprio lavoro, rio, una dichiarazione che introduca il pro- trovare un artista che raccordasse le diverse ri-pensando e ri-stabilendo termini e condizioni getto? proporzioni tra le parti, in un modo interessan- dell’arte in sé, in maniera tanto profonda quan- Questa è davvero una questione molto perico- te. E Sarah è assolutamente centrata per que- to sottile. Questa è la sua principale caratteri- losa da affrontare! sto obiettivo. stica, benché molti dei gesti all’interno del suo lavoro siano omnicomprensivi, a volte anche SARAH SZE. Triple Point Che tipologia di supporter si è dimostrata carichi di pathos, esiste ancora una moltitudine Commissari: Holly Block, Direttore Esecuti- essere l’istituzione del Bronx Museum, nei di minuscoli momenti che possono essere sco- vo Bronx Museum of the Arts e Carey Love- confronti di Triple point? perti – seguendo diversi livelli di lettura. Sarah lace, Critico e curatore indipendente Abbiamo ricevuto un piccolo, iniziale sostegno comprende, all’interno del proprio percorso, Organizzazione: THE BRONX MUSEUM OF da parte dello United States State Department. un numero di idee e sensibilità che spaziano: THE ARTS, New York Il Bronx Museum è ufficialmente l’istituzione dall’architettura alla scienza; dalla matematica committente e ha coinvolto molti dei propri di- alla pittura cinese; dai paesaggi giapponesi alla PADIGLIONE STATI UNITI D’AMERICA partimenti e soprattutto dell’amministrazione, prospettiva rinascimentale per arrivare al con- includendo anche il proprio ambizioso engage- cetto di avanguardia occidentale. Ritengo che 1 giugno – 24 novembre 2013 ment pubblico e parte del proprio endorsement in questo senso il suo processo artistico sia de- interno (Holly Block è attualmente il Direttore finibile come un melting pot. Ma già questa mia 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Esecutivo del Museo e io sono una curatrice in- asserzione è conferire una chiave di lettura a Biennale di Venezia dipendente). Anche tutti i necessari passaggi di significati simbolici inseriti in una scelta che di- Giardini della Biennale, Venezia sostegno, come le attività di fundraising, sono venta prettamente curatoriale; mentre ciascu- stati organizzati dallo stesso Museo di New no può intenderlo e interpretarlo in molteplici Info: www.labiennale.org York, comportando anche il rilevante coinvol- modi possibili. gimento della Ford Foundation e un supporto speciale per quanto riguarda le dotazioni digi- Con quale modalità e quali approcci la Sze tali e i programmi di educational, da parte di entrerà in dialogo con gli spazi ben conno- Bloomberg. Inoltre, abbiamo creato un gruppo tati del Padiglione? Dato specialmente il di lavoro formato da Venice Advisors e una sor- fatto che il suo lavoro risulta molto diverso, ta di Comitato Scientifico. Componenti esterni rispetto agli artisti selezionati per la scorsa che hanno funto da ponte di collegamento tra edizione (Allora&Calzadilla), tanto formal- noi e le istituzioni in Laguna. Un vero, incredibile mente quanto speculativamente… supporto. In effetti il Padiglione Americano ha un’archi- tettura estremamente specifica. Il lavoro di Sa- Potresti cortesemente spiegare l’etimo, il rah ha instaurato un dialogo d’ascolto, molto significato del titolo Triple point? particolare, con l’edificio in sé e la sua storia. Triple point è un termine preso a prestito dalla L’artista ha assimilato e rielaborato tanto il suo Termodinamica, rappresentando quella con- simbolismo quanto i suoi materiali. Permane dizione in cui si verifica che pressione e tem- infatti una sorta di registro delle diverse scoper- peratura di una sostanza (come ad esempio te di Sarah, un elenco che praticamente po- l’acqua) permettono la sussistenza di tutti e trebbe non avere fine. Queste intuizioni stanno tre gli stati della materia (ad esempio liquido, diventando un libro aperto a chiunque visiterà solido e gassoso; comprendendo dunque sia il Padiglione. Il pubblico potrà infatti ritrovare e ghiaccio che vapore), in un equilibrio precario godere delle osservazioni da lei dedotte, at- ma stabile. traverso la rappresentazione di strutture e di modalità costruttive delle stesse. Grazie anche Secondo te, come le strutture architetto- ad un lavoro assolutamente, percettivamente niche della Sze rappresenteranno alcuni site-specific. aspetti della Contemporaneità americana, alla Biennale di Venezia? Potresti anticipare parzialmente il progetto Sarah è uno dei più interessanti artisti attual- che la Sze sta per presentare in Biennale? mente attivi negli Stati Uniti. Inoltre, lei è un’ar- Ogni galleria, ogni stanza all’interno del Padi-

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/shary-boyle-musica-per-il-silenzio-al-padiglione-canada/ Shary Boyle. Musica per il silenzio, al Padiglione Canada VENEZIA | 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia – Padiglione Canada | 1 giugno – 24 novembre 2013

Intervista a SHARY BOYLE di Ginevra Bria

Shary Boyle (1972, Canada) è conosciuta per Potresti spiegare come il titolo, Music for con un’intenzione molto simile a quella di scri- le sue esplorazioni esasperanti di teatri narrativi Silence, si relazioni con la tua pratica arti- vere musica più che una pratica artistica tipica effimeri. Un percorso svolto attraverso la resti- stica e con le installazioni site-specific che del Contemporaneo. In questo senso ho inteso tuzione di una voce, di un ruolo riconsegnato a stai creando? concepire Music for Silence: per incanalare la figure alienate. Personaggi che redimono i loro Ho collaborato con diversi musicisti nell’arco potenza teatrale della musica dal vivo utilizzan- diversi stadi di dolore, di sofferenza e di rabbia degli anni e ho profondamente considerato le do il silenzio; linguaggio basato sull’immagine con una grazia deviante, in fondo ribelle. funzioni sociali ed emotive, tanto della musica che io ho sviluppato all’intero del mio lavoro Impiegando, all’interno della propria pratica quanto dell’arte, sia in parallelo che separata- negli ultimi vent’anni. Sculture, pellicole e pro- compositiva, un alto livello di artigianato e di mente. Ci sono state volte in cui, nel silenzio del iezioni video dunque parleranno senza alcuna dettagli fatti a mano, l’approccio multidiscipli- mio studio, ho immaginato che l’arte che stavo richiesta di alcun sottotesto didattico. nare della Boyle, solitamente, intercetta la sto- creando fosse una sorta di composizione, nata ria di figure di porcellana intersecandole con mitologie animiste e tecniche arcane, per crea- re un universo simbolico unico in sé. Alimentata dai suoi interessi sulle ingiustizie di classe e sul- le divisioni sessiste, l’artista oltrepassa i confini tradizionali dei pregiudizi attraverso il meticcia- mento di dimensioni umane ed animali, anima- te e inanimate; attraversando categorie quali la vita e la morte, la giovinezza e la vecchiaia, il lato femminile e quello maschile. L’artista inclu- de nel proprio lavoro la comprensione del tan- gibile e dell’intangibile, tra lo spazio inanimato del tempo e della necessità. All’interno della sua versatile, eterogenea pro- duzione di lavori, che si muovono tra gli ambiti della scultura, del disegno, della pittura, dell’in- stallazione e della performance la Boyle trasfe- risce la sua personale visione della vulnerabilità umana attraverso la restituzione di una visione rappacificata della poetica umana.

Quando hai ricevuto l’invito a partecipare alla 55. Biennale di Venezia, quale è stata la tua reazione? Ritieni di aver raggiunto, a qualche settimana dall’inaugurazione, tutto quel era necessario compiere? Shary Boyle: Quando ho ricevuto l’invito ad esporre a Venezia, ho immediatamente com- preso il livello di responsabilità e l’impegno che sarebbero stati necessari a rendere il mio contributo nobile, meritevole. Non è una deci- sione lieve quella di accettare un tale compito. Ho messo tutta me stessa in questo progetto, coinvolgendo le persone migliori che io abbia mai conosciuto per assistermi. Assieme, ab- biamo raggiunto quasi esattamente quel che io originariamente mi ero prefigurata, vivendo una meravigliosa esperienza che ha dato vita a questo processo.

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In quale senso la tua decisione di presenta- Che cosa ancora potresti rivelarci del pro- re a Venezia esplorazioni fantastiche di im- getto? maginari narrativi, caratterizzanti un cast di Music for Silence è un progetto che dà il ben- personaggi marginali, riflette la tua opinione venuto a ciò che rende logoranti e iper-stimo- sul Contemporaneo canadese? late le nostre vite, dall’inizio alla fine dei nostri Invero non ho alcuna intenzione di rappresen- giorni. Ci saranno panchine e aria condizionata tare il Canada all’interno del mio lavoro. Anche dove ognuno potrà sedersi e sognare, riflettere, se, appena leggo la tua domanda, subito, mi riposare. Tutto è stato fatto con le mie stesse viene in mente casa. mani e con l’aiuto dei miei amici, con grande amore. Quale aspetto in particolare della cultura canadese contemporanea intendi collega- Potresti condividere con noi un desiderio o re alle tue installazioni? Una volta, infatti, in un messaggio poetico per riassumere il tuo una tua recente intervista hai nominato una progetto? sorta di “Toronto’s cultural inferiority com- Ai più profondi regni degli oceani, alle più lonta- plex”. Che cosa intendevi evincere? ne cime dei cieli e ai più lontani limiti dei nostri Nessuna risposta. cuori. Speriamo di non raggiungerli mai.

Come hai intenzione, invece, di instaurare Shary Boyle. Music for Silence un dialogo tra il Padiglione e i suoi spazi Commissario: National Gallery of Canada ingannevoli, inteso sia in senso progettual- Curatore: Josée Drouin-Brisebois concettuale quanto in senso formale? Mi sono immaginata molte volte l’aspetto ar- 1 giugno 2013 – 24 novembre 2013 chitettonico del Padiglione di notte, per vederlo in tutto il suo profilo. Attraverso il mio lavoro ho 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Shary Boyle, White Light, 2010, foam, textile, string, abbracciato ed enfatizzato l’architettura ec- Biennale di Venezia porcelain, hair, black light cm 305x305x183. Courtesy centrica del Padiglione Canada alleggerendo le Padiglione Canada the artist and Jessica Bradley Inc sue ossa, le sue strutture, e aprendo ogni suo A fianco: potenziale per fondere sia l’interno che l’ester- Giardini della Biennale, Venezia Shary Boyle, Canadian Artist, 2012 (detail), plaster, goldleaf, ribbon, porcelain, hair Commissioned for the no degli spazi. BMO Project Room, Toronto. Photo: Toni Hafkenscheid Info: www.gallery.ca/venice/ Courtesy the artist and Jessica Bradley Inc.

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/dalla-genesi-l%E2%80%99inizio-per-un-inizio/ Santa Sede alla Biennale… dal Principio VENEZIA | 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia – Padiglione Santa Sede | 1 giugno – 24 novembre 2013 di MATTEO GALBIATI

Buona la prima! Sintetizziamo così, usando il da un autorevole comitato scientifico, hanno Padiglione Santa Sede, Creazione – Studio Azzurro, gergo cinematografico, l’esito della prima par- trovato un’inedito legame e unione, intreccian- veduta dell’allestimento, Foto Francesca Boschetti © Studio Azzurro tecipazione dello Stato della Città del Vatica- do un percorso che diventa luogo tangibile di no (nome ufficiale) alla Biennale di Venezia. Al riflessione ed emozione. Epicentro del Padi- Padiglione della Santa Sede, introdotto da una glione è il punto d’origine delle sacre scritture, sorta di trilogia sulla Creazione di Tano Festa dell’esistenza e della fede del credente. È la (1938-1988), s’incontrano, senza dubbio, tre Genesi con i suoi capitoli, i quali racchiudono diverse personalità e ricerche che non manca- il senso di un racconto in cui, tema fondamen- no di colpire lo sguardo del visitatore: Lawrence tale non solo della cultura della Chiesa, l’uomo Carroll (1954), Josef Koudelka (1938) e Studio si confronta con i misteri più grandi del suo Azzurro (collettivo fondato nel 1982). esistere: dal miracolo della vita alla speranza dopo la punizione del Diluvio, passando per la Artisti di fama internazionale, non necessitano conoscenza del male e del dolore. certo di introduzioni approfondite o ampie de- scrizioni, che, guidati dalla regia di Antonio Pa- Creazione, De-creazione e Nuova Umanità o olucci, direttore dei Musei Vaticani, coadiuvato Ri-creazione: le tre sezione lette rispettivamen-

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te da una video-installazione interattiva di Stu- dio Azzurro, dalle fotografie di Koudelka che descrivono la deriva e l’afflizione del mondo e, infine, dalle trasfiguranti opere di Carroll in cui i materiali rigenerano le proprie sostanze e quin- di il loro essere. In Biennale le nazioni presentano il meglio della loro espressione artistica, ma il Vaticano – con meno di 900 abitanti, per lo più prelati – ha optato non per un nome, ma per un tema e di richiamare a “svolgerlo” gli artisti ritenuti più rispondenti. Non lo si intenda come un con- fronto o una gara: la Santa Sede propone un dialogo agito per immagini forti e orientate. Se la critica dei detrattori è proprio di aver puntato su nomi illustri – ma non ci è già forse capitato in ogni Biennale di incontrarne? – qui prevale l’opera e non il nome. L’opera e l’unione con le altre nell’insieme, esempio di una “moderna” committenza.

Non s’illuda lo spettatore di poter fare una clas- sifica su chi è più o meno, su chi coinvolge o no, qui non si fanno rescissioni nè si azzarda- Padiglione Santa Sede, De-Creazione – Josef Koudelka, veduta dell’allestimento Foto Francesca Boschetti © Josef Koudelka, Magnum Photos no graduatorie. Ogni momento ha una propria autonomia con il proprio artista e, allo stesso tempo, tutto si soddisfa nella visione comples- siva. In questa sincronia puntuale le immagini riconsegnano la loro forza e dichiarano il loro senso. Non occorre nemmeno credere, avere fede o no, perché le interrogazioni, che que- sti interventi sollevano e impongono, valgono sempre e sono di tutti. Appartengono all’uomo perché universali. Proprio come universale vuo- le essere la missione dello stato più piccolo del mondo. Buona la prima!

Genesi. In principio a cura di Antonio Paolucci commissario Gianfranco Card. Ravasi comitato scientifico Sandro Barbagallo, Francesco Buranelli, Andrea Dall’Asta SJ, Micol Forti, Pasquale Iacobone

Artisti: Lawrence Carroll, Josef Koudelka e Studio Azzurro

1 giugno – 24 novembre

55.Esposizione Internazionale d’Arte La Padiglione Santa Sede, Ri-Creazione – Lawrence Carroll, veduta dell’allestimento Foto Francesca Boschetti © Biennale di Venezia – Padiglione Santa Lawrence Carroll Sede Sale d’Armi Nord, Arsenale, Venezia

Info: www.labiennale.org

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/le-maldive-a-venezia-cronaca-di-un-debutto/ Le Maldive a Venezia. Cronaca di un debutto VENEZIA | Gervasuti Foundation | Padiglione Maldive | 1 giugno – 24 novembre 2013

Intervista a CAMILLA BOEMIO e ALFREDO CRAMEROTTI di Francesca Di Giorgio

Il debutto del Padiglione Maldive alla 55. Bien- si tratta? ratoriale molto composito e variegato… Chi nale di Venezia si pone in grande sintonia con C.B.: Il romanticismo ambientale contempo- siete e come vi siete coordinati? la filosofia generale di questa edizione: porta- raneo sottolinea l’interpretazione della natura C.B.: Il CPS (Chamber of Public Secrets, ndr) re a galla il sommerso, fare luce su ciò che è come fonte di esperienza estetica. Il pubblico è composto da Alfredo, Aida Eltoire e Khaled poco conosciuto, stimolare una visione posi- può verificare le sue conoscenze e le proprie Ramadan, e due Curatori Associati: l’austriaca tivamente plurale dell’arte contemporanea e, esperienze quotidiane avvicinandosi alla situa- Maren Richter e me. Molti curatori assistenti, tra non ultimo, riconsiderare il concetto di “natura” zione ambientale. Viviamo in una fase di aset- i quali il canadese Dorian Batycka. Gli advisors da punti di vista differenti… Portable Nation: tica corrispondenza nei confronti della realtà; il Henry Meyric Hughes, presidente dell’AICA e Disappearence as Work in progress - Approa- grande uso della rarefazione della realtà, l’uso responsabile del coordinamento delle mostre ches to Ecological Romanticism è, senza dub- (improprio) della televisione commerciale e del del Consiglio Europeo, Hedwig Fijen direttore bio, un progetto corale non solo per il numero cinema blockbuster, ha portato ad una fase di della Fondazione di Manifesta. Fondamentale è di artisti e “curatori” coinvolti ma soprattutto entropia ed oblio nei confronti del reale. stato ripartire i compiti ed armonizzare le tante per la trama dei temi centrali che lo attraver- A.C.: È un approccio, concreto e al contempo scadenze e priorità che hanno caratterizzato le sano e che ci facciamo raccontare da Alfredo mentale, nel considerare la natura non come un varie fasi lavorative. Cramerotti, membro del curatorial team e da qualcosa che dobbiamo adattare per far posto A.C.: Essendo uno sforzo collettivo, è stato Camilla Boemio, curatore associato… alla nostra cultura, ma piuttosto come un mez- fondamentale suddividere le responsabilità zo con cui avvicinarsi per capire meglio la cul- principali in maniera da far funzionare il tutto La statement della Prima Partecipazione tura stessa – quello che produciamo, muovia- secondo scaletta: io, Camilla e Maren Richter Nazionale delle Maldive alla 55. Biennale di mo, modifichiamo. È quasi l’opposto di quello abbiamo lavorato sullo spazio, le scelte cura- Venezia parte da un dato di fatto: “la storia che facciamo normalmente. Un approccio eco- toriali in situ e la comunicazione in generale. artistico-estetica dell’Isola non è documen- estetico alla cultura, intesa come l’insieme delle Khaled Ramadan si è occupato della parte tata”. Da cosa siete partiti allora? Qual è attività umane, ma non in opposizione, bensì produzione dei lavori e sito web. Aida Eltorie stato il vostro contributo per sanare i “vuoti come strumento di comprensione. è stata la responsabile per relazioni con gli ar- di conoscenza”? tisti, marketing, pubblicazioni e design. Inoltre, Camilla Boemio: Il cambiamento climatico, la Dietro a questo progetto, tenendo presen- la parte fundraising è stata intrapresa un po’ natura, cosa sia realmente, i suoi punti di forza te anche il numero considerevole di artisti da tutti, io e Camilla, ad esempio, abbiamo poi e di debolezza ecologici, cosa potrebbe acca- coinvolti, esiste un team organizzativo e cu- finalizzato contratti e relazioni principali con gli dere alle Maldive; sono stati i termini del topic del Padiglione; i lavori degli artisti fondamentali per tracciare una mappa nella quale i loro con- tributi hanno tracciato i “vuoti di conoscenza”, penso al video documentario di Christoph Dra- eger, Heidrun Holzfeind Tsunami Architecture / The Maldives Chapter Redux o al video docu- mentario di Khaled Ramadan Maldives To Be or Not, o ad una visione geo-politica più ampia dei lavori: Deep Weather di Ursula Biemann e di For a Completely Diffrent Climate di Oliver Ressler. Alfredo Cramerotti: Quello da cui siamo partiti è il fatto che le Maldive non sono conosciute per la loro storia dell’arte ma piuttosto per la bellezza dello scenario naturale, e per il turismo che è la principale fonte di reddito dell’arcipela- go. Quindi ci siamo chiesti: che cos’è che dif- ferenzia un approccio (occidentale) scientifico- artistico-culturale da uno (più orientale, per cosi dire) naturale-estetico senza necessariamente essere artistico-sociale? E da lì siamo passati ad investigare l’Ecologismo Romantico.

Ecologismo Romantico, appunto… Di cosa Sama Alshaibi, Silsila, 2013, video installazione. Courtesy Ayyam Gallery Sound Design by Grey Filastine. Foto: Gianpaolo Arena

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Gli artisti selezionati per Portable Nation provengono da nazioni differenti. Come sono stati scelti? C.B.: Il topic del Padiglione è indubbiamente il motore centrale del progetto. Sono stati scelti artisti che avessero dedicato la loro ricerca al cambiamento climatico. Ciò che rende anco- ra più interessante il progetto, ne connota le sfumature, è la loro provenienza globale, con un’attenzione particolare all’Europa e al Medio Oriente. Allargando le provenienze geografiche a ulteriori aree del mondo negli eventi satelli- ti, ad esempio: l’Australia, l’India, gli Stati Uniti Christoph Draeger, Heidrun Holzfeind, Tsunami Architecture / The Maldives Chapter Redux, 2013, Video Documenta- ry, 26”. Courtesy Lokal 30, Varsavia; Y Gallery, New York; Galerie Anne de Villepoix, Parigi con artisti/intellettuali/scienziati che partecipa- no a simposi, talks o a brevi mostre. A.C.: In effetti questo non è proprio il classico Padiglione Nazionale della Biennale di Vene- zia; su 17 artisti, 2 sono maldiviani e il resto proviene da America, Medio Oriente, Europa e Australia. L’attenzione è stata focalizzata non su una specifica area geografica ma piuttosto su temi e pratiche artistiche che sono vicine ai soggetti di ambiente, scienza, attivismo, tecno- logia sostenibile ed ecologia. È una scelta che implicitamente rende il progetto globale, dal momento che i cambiamenti climatici e que- stioni legate all’ecologia non sono ovviamente circoscritte a una singola nazione.

“Frammentazione” e “sparizione” potreb- bero essere delle buone chiavi di lettura per leggere il progetto, ma anche… C.B.: Archiviazione – Suono dell’Illusione – Di- lemma – Strategie – Utopie – Prospettive. A.C.: aggiungerei: Cambiamento – Flusso – In- Stefano Cagol, The Ice Monolith, 2013, installazione e video-documentario. http://www.icemonolith-maldivespavilion. terdipendenza – Tattiche di Sopravvivenza – Fi- com. Courtesy Oredria Gallery, Roma. Foto: Gianpaolo Arena sica Quantistica. Biennale e il Padiglione delle Maldive, ed è una Commissario: Mr. Ahmed Adeeb – Ministry Come vedete il vostro progetto in relazione cosa che è risultata da una sincronia di interes- of Tourism Arts & Culture al Palazzo costruito da Gioni? Avete rilevato si e ricerca curatoriale, più che da una volontà Curatorial Team: CPS – Chamber of Public collegamenti e sinergie interessanti anche precostituita. Mi sembra una buona cosa che Secrets (Alfredo Cramerorri, Aida Eltoire, con altre partecipazioni nazionali? sia stata percepita – per noi e anche per altri Khaled Ramadan). In collaboazione con C.B.: Trovo che la 55. edizione della Biennale padiglioni, che indagano questa relazione tra Gervasuti Foundation di Venezia sia strutturata in modo armonico, ri- natura e cultura, società e tecnologia, visibile marrà come un’edizione tra le più interessanti e sommerso… Curatori Associati: Maren Richter, Camilla degli ultimi anni. Riferendomi al sommerso ri- Boemio tengo sia il centro dell’arte contemporanea, lo Portable Nation: Disappearence as Work in è in una fase embrionale e in una successiva progress - Approaches to Ecological Ro- PADIGLIONE MALDIVE evolutiva. È una parte non totale dell’arte, quella manticism che strizza l’occhio alla società dello spettaco- Artisti: Mohamed Ali, Sama Alshaibi, Ursu- 1 giugno – 24 novembre 2013 lo. Ed è in parte deviato pensare che sia l’unica la Biemann, Stefano Cagol, Wael Darwesh, rappresentante di un panorama variegato: nel Christoph Draeger & Heidrun Holzfeind, 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La quale la ricerca e l’underground fanno da pa- Moomin Fouad, Thierry Geoffrey (aka Colo- Biennale di Venezia droni. Ci sono notevoli sinergie concettuali, se nel), Khaled Hafez, Hanna Husberg, Achil- pur nelle differenze, con molte partecipazioni leas Kentonis & Maria Papacaharalambous, Gervasuti Foundation nazionali, tra le quali: Bahamas, Cile, Messi- Laura McLean & Kalliopi, Paul Miller (aka DJ Via Garibaldi, Fondamenta Sant’Ana, Vene- co che indaga il linguaggio della natura con le Spooky), Gregory Niemeyer, Khaled Rama- zia (Castello) onde elettromagnetiche, Estonia, Tuvalu. dan, Oliver Ressler, Klaus Schafler, Patrizio A.C.: È molto interessante questa sinergia/ Travagli, Tsipni-Kolaza, Wooloo Info: www.maldivespavilion.com sovrapposizione tra il tema generale della 55. www.chamberarchive.org

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/benvenuti-in-iraq-arte-irachena-alla-55-biennale-di-venezia/ Benvenuti in Iraq. Arte irachena alla 55. Biennale di Venezia VENEZIA | Ca’ Dandolo | Padiglione Iraq – 55. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia | 1 giugno – 24 novembre 2013

Intervista a JONATHAN WATKINS di Igor Zanti

L’Iraq torna alla Biennale di Venezia con un iracheno alla vita quotidiana in Iraq, escludendo migliore in cui, una maggiore libertà, li affranchi nuovo progetto dedicato ad una selezione di volutamente di trattare tematiche di geopolitica dal terribile isolamento in cui vivono. artisti iracheni residenti in Iraq che lavorano su fin troppo conosciute. vari fronti: dalla fotografia al disegno, dalla pit- Tutti i giorni milioni di persone si alzano, fanno Può essere corretto affermare che l’arte in tura al video, alla scultura, alla installazione e al colazione, preparano i figli per la scuola, chi ha Iraq stia aiutando il Paese nel difficile per- tessile… Due generazioni di artisti da tutte le un lavoro, si reca a lavorare, pranzano, fanno corso verso la stabilità sociale e politica? parti del Paese che Jonathan Watkins e Tama- shopping, incontrano gli amici, cenano e si pre- L’Iraq al momento è un luogo dove ci sono ra Chalabi, presidente di RUYA – Foundation parano per andare a letto. Conducono, insom- pochissime realtà dedicate all’arte contempo- for Contemporary Culture in Iraq (organizzazio- ma, una vita normale come in tutti i paesi del ranea. Quasi nessuno conosce cosa stia acca- ne irachena non-profit e non-governativa fon- mondo. Solo una piccolissima percentuale si dendo nel paese da un punto di vista culturale data da iracheni appassionati di arte e cultura; dedica ad attività delittuose come il terrorismo, ed artistico. Il nostro impegno è di dare visibi- scopo principale della fondazione è di favorire ma la stragrande maggioranza, come ovunque lità agli artisti iracheni utilizzando il prestigioso lo sviluppo della cultura in Iraq, e costruire pon- succede, “tira a campare”. Le opere esposte palcoscenico della Biennale. Spero vivamente ti col resto del mondo, ndr), hanno invitato a vogliono, inoltre, testimoniare come la creatività che ciò che abbiamo fatto spingerà gli addetti partecipare dopo un’attenza selezione visitan- nasca anche dalla necessità. ai lavori ad incuriosirsi e ad interessarsi all’arte do studi d’artista a Bagdad, nelle province del irachena. Kurdistan e di Babilonia, e a Bassora. In mostra opere che utilizzano diversi media La mostra organizzata a Ca’ Dandolo, un pa- e artisti di diverse generazioni, qual è il fil Il Padiglione sarà, oltre che un spazio espo- lazzo del XVI secolo mai usato finora come rouge che li unisce? sitivo, anche un luogo di incontro, con un sede di mostra durante un Biennale veneziana, Il fil rouge è rappresentato dall’indagine artisti- taglio quasi domestico, dove ci si potrà introdurrà l’Iraq nell’appartamento del primo ca sulla quotidianità. Non è sta fatta una scelta sedere, bere un tè, conoscere altra gente. piano con uno spazio interattivo dove i visitatori stilistica che privilegiasse una particolare ten- Come mai questa scelta? possono, in una atmosfera salottiera, potran- denza, ma si è lavorato sui contenuti. Abbiamo deciso assecondare lo spirito del no leggere ed imparare sulla cultura dell’Iraq, luogo: un bellissimo appartamento con una mentre bevono del tè… Il rapporto con il contesto sociale e politico, superba vista sul Canal Grande, al piano no- caratteristico, in passato, dell’arte irachena, bile di Ca’ Dandolo. Invece di trasformarlo nel La mostra ospitata dal Padiglione dell’Iraq è ancora molto attuale? white cube così consueto nel mondo dell’arte, si intitola Welcome to Iraq, Che significato Tutti gli artisti in Iraq sono inevitabilmente in- rispetteremo le caratteristiche architettoniche simbolico ha questo titolo? fluenzati dalla storia recente. La guerra Iran- esistenti e creeremo un luogo confortevole con Si è scelto di dedicare la mostra del Padiglione Iraq, le sanzioni, l’invasione e l’occupazione un arredamento lussuoso. Probabilmente sarà hanno lasciato un profondo segno nel popolo il padiglione più accogliente di Venezia: piace- iracheno. Ci sono, inoltre problemi pratici che vole per gli artisti e piacevole per il pubblico. hanno a che fare con la disponibilità di materia- li e di spazi espostivi. Tutte queste difficoltà si Jonathan Watkins: curatore del Padiglione leggono tra le righe delle opere d’arte esposte dell’Iraq è direttore della Ikon Galley di Birming- nel padilgione. ham. Fra gli eventi che ha curato si segnalano la Biennale di Sharjah nel 2007 e la Biennale di Quali sono le influenze che gli artisti in mo- Shanghai nel 2006. stra hanno ricevuto dall’estero e quali quelle che provengono dalla cultura tradizionale? Welcome to Iraq Gli artisti iracheni che vivono all’estero, e si Padiglione dell’Iraq | 55. Esposizione Inter- Jonathan Watkins a Baghdad con l’artista Furat al-Jamil sono formati in Occidente, hanno sempre una nazionale d’Arte – la Biennale di Venezia nota malinconica e drammatica. Mostrano una sostenuto e sponsorizzato dalla Fondazio- profonda nostalgia per il loro Paese, pur aven- ne Ruya di Cultura Contemporanea in Iraq do, da un punto di vista politico, un atteggia- (RUYA) mento molto critico che sarebbe impensabile in patria. Curatore: Jonathan Watkins Gli artisti che vivono in Iraq hanno, invece, un approccio meno sentimentale e molto più re- Ca’ Dandolo (Canal Grande), Venezia alistico. Pur essendo molto consapevoli della Hareth Alhomaam, Buzz, 2012, video, 10’ 00”. Courtesy l’artista e condizione in cui vivono, sperano in un futuro Info: www.theiraqpavilion.com RUYA Foundation

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/55-biennale-di-venezia-bangladesh-al-supernaturale/ 55. Biennale di Venezia. Bangladesh “al (super)naturale” VENEZIA | 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia – Padiglione Repubblica Popolare del Bangladesh | 1 giugno – 24 novembre 2013

Intervista a FABIO ANSELMI di Igor Zanti

Per la seconda volta, dopo l’esordio nel 2011, il todidatta promossa e suggerita dal curatore giunto del Padiglione del Costa Rica per la 55. Bangladesh allestisce un Padiglione Nazionale della Biennale Massimiliano Gioni. All’interno Biennale. in occasione della 55. Biennale di Venezia. Per il del Padiglione sono presentate tutte le espres- paese, uno dei più poveri al mondo, l’impegno sioni dell’arte contemporanea: dalle installazio- Supernatural per essere presente alla kermesse veneziana è ni, alla video arte, dalla perfomance, alla pittura Commissario/Curatore: Francesco Elisei molto significativo e dimostra come, anche at- ed alla scultura. Inoltre, con la presenza della Curatore: Fabio Anselmi traverso l’arte, si voglia dare un segnale di svi- scuola d’arte Charupit con opere realizzate da luppo e di apertura verso l’esterno. La mostra bambini in età prescolare, vogliamo creare un Artisti: Chhakka Artists’ Group: Mokhlesur intitolata Supernatural sarà ospitata da Officina metaforico ponte tra la nuova generazione e le Rahman, Mahbub Zamal, A. K. M. Zahidul della Zattere e presenterà una selezione delle diverse personalità artistiche che espongono Mustafa, Ashok Karmaker, Lala Rukh Selim, più interessanti personalità artistiche bengalesi nel padiglione. Il supernaturalismo è quell’atti- Uttam Kumar Karmaker. Dhali Al Mamoon, in relazione con progetti di artisti internazionali tudine dell’agire umano dove la natura prima Yasmin Jahan Nupur, Gavin Rain, Gianfran- e con esperienze molto differenti tra loro. ed ancestrale dell’uomo diviene elemento fon- co Meggiato, Charupit School dante dello sviluppo sociale, antropologico e Per un Paese che non si può annoverare tra scientifico del mondo in cui viviamo. Sviluppo 1 giugno 2013 – 24 novembre 2013 i più ricchi al mondo è una scelta importan- che viene posto nelle mani non solo dell’iden- te. Che significato ha questo impegno da un tità scientifica dell’umanità ma, soprattutto, di 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La punto di vista istituzionale? quell’attitudine alle scienze sociali dove la ricer- Biennale di Venezia Il Bangladesh è sicuramente tra i paesi più po- ca artistica rappresenta la modalità di compren- Padiglione Repubblica Popolare del Ban- veri al mondo, è però necessario aggiungere e sione e rielaborazione della realtà circostante. gladesh sottolineare che la proposta culturale ed arti- stica è, invece, vivissima e ricca di moltissime Quali sono le principali caratteristiche Officina delle Zattere sfaccettature. Basti pensare alla scuola Charu- dell’arte contemporanea in Bangladesh? Dorsoduro 947, Venezia pit, la cui esperienza è testimoniata all’interno Attualmente si produce arte contemporanea in del Padiglione, dove si utilizza l’arte per favorire tutto il mondo, a prescindere dalla situazione Info: www.officinadellezattere.it i processi di apprendimento ed alfabetizzazio- socio economica in cui si trovano molti paesi e ne dei bambini. La produzione artistica e la dalle difficoltà che si devono affrontare. In Ban- percezione visiva sono elementi fondamenta- gladesh c’è un forte rapporto tra l’arte tradizio- li per comprendere lo sviluppo culturale di in nale e la ricerca contemporanea. Il patrimonio un Paese emergente e forniscono una visione culturale derivante dalla tradizione è un ele- trasversale, a tratti inconsueta, del percorso di mento fondamentale nell’ideazione e creazione crescita della nazione. di opere d’arte. Più si riduce lo iato tra queste due dimensioni e più ci troviamo di fronte ad Quali scelte curatoriali hai attuato nell’orga- opere che acquistano interesse e che divengo- nizzare la mostra Supernatural? no testimonianze significative di quello che è il Abbiamo scelto un gruppo artistico denomi- fare arte in Bangladesh. nato Chhakka 6 composto da sei artisti: Mo- khlesur Rahman, Mahbub Zamal, A. K. M. Come mai hai scelto di inserire, a fianco di Zahidul Mustafa, Ashok Karmaker, Lala Rukh artisti provenienti dal Bangladesh, anche Selim, Uttam Kumar Karmaker, a cui si unisco- l’italiano Maggiato ed il sudafricano Rain? no Dhali Al Mamoon, Yasmin Nupur, Gianfran- Abbiamo dato un’impostazione internazionale co Meggiato e Gavin Rain e la scuola d’arte con la presenza di due artisti ospiti, per far per- dedicata ai bambini chiamata Charupit. Un mix cepire che il Bangladesh non ha confini culturali di esperienze, differenti tra loro, che forniscono ed è sopratutto un paese aperto, creando, in un panorama il possibile più esaustivo di quello questo senso, un dialogo tra gli artisti del luogo che sta accadendo in Bangladesh per quanto ed artisti con un diverso background culturale. concerne il contemporaneo. Fabio Anselmi: Gallerista e curatore, ha cura- Cosa significa Supernatural in questo con- to il Padiglione della Repubblica Arabo Siriana testo ed in relazione con i lavori esposti? alla 54. Biennale di Venezia ed è curatore del Il Supernaturalismo si inserisce nell’idea dell’au- Padiglione del Bangladesh, commissario ag- Grand Prize Asian - Gleaming in the moonlit light 3, woodcut print with plate, cm 173x125, 2001

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/da-una-roccia-al-cosmo-francois-bucher-a-venezia/ Da una roccia al cosmo. François Bucher a Venezia VENEZIA | Colombia – Padiglione America Latina-IILA – 55. Biennale di Venezia | 1 giugno – 24 novembre 2013 di FRANCESCA DI GIORGIO

Se i temi più “caldi” per l’estate colombiana un artista, scrittore, co-editore e fondatore di 2013 restano emarginazione, povertà estrema, Valdez Magazine. Il suo lavoro video è legato mancanza di investimenti da parte dello Sta- costantemente con le trame della storia, della to, sfruttamento selvaggio delle risorse naturali politica e del passaggio dell’immagine dal cine- (petrolio, carbone e uranio)… le parole chiave ma alla televisione. Si concentra particolarmen- per la Colombia, vista al Padiglione America te su questioni etiche, come il limite sottile tra la Latina-IILA della 55. Esposizione Internaziona- violenza e l’immagine della violenza stessa. Ha le d’Arte – la Biennale di Venezia, raccontano esposto le sue opere in tutto il mondo ed ha altro: tornare alle “radici” del Paese attraverso lavorato a livello internazionale presso istituzio- una scoperta che, seppur lontana nel tempo – ni e festival tra cui la Tate Britain (Londra), l’in- parliamo della celebre esplorazione dell’arche- donesiano Independent Film Festival, e l’Kassel ologo Daniel Ruzo che, per primo, negli anni Documentary Film Festival. ’50 scoprì nella meseta di Marcahusi in Perù, a 4.000 metri di altitudine, un “parco scultu- François Bucher re” di pietra naturale scolpite con una tecnica The Second and a Half Dimension – An Ex- particolare – riportano l’attenzione su alcuni pedition to the Photographic Plateau punti fermi di questa ultima biennale venezia- Curatore: Alfons Hug na. Le coincidenze tra arte e geopolitica, l’idea Co-curatore: Paz Guevara di confine e suo superamento (quello del sa- commissario: Sylvia Irrazábal pere innanzitutto), la ricerca e l’archivio come metodica sperimentale per riportare a galla il 1 giugno – 24 novembre 2013 sommerso. Padiglione America Latina-IILA (Istituto Ita- The Second and a Half Dimension – An Expe- lo-Latino Americano) – Colombia dition to the Photographic Plateau (2010), la 55.Esposizione Internazionale d’Arte grande video-installazione dell’artista colom- Isolotto dell’Arsenale, Venezia François Bucher, The Second and a Half Dimension – An Expedition biano François Bucher (1972), che da anni vive to the Photographic Plateau e lavora tra Berlino e Parigi, con approccio da Info: [email protected] (Ambasciata studioso, ripercorre le tappe della spedizione di di Colombia in Italia) Ruzo e ne ripropone documentazione e meto- dologia attraverso video e fotografia. La rifles- sione che Bucher porta a termine ruota attorno alla “scoperta” che non si limita ad evindenziare le peculiarità delle rocce che in determinate ore e stagioni, grazie alla diversa incidenza della luce, disegnano figure antropomorfe, zoomorfe e mitologiche.

Per l’artista – che lavora a stretto contatto con le immagini, il loro movimento e la loro ricezione – questa è anche la “scoperta” stessa della “vi- sione” che, nel caso preso in esame dall’artista, porta alla luce, come scrivono Halfons Hug e Paz Guevara «l’aspetto fotografico» della ricer- ca (dal negativo fotografico si potevano vedere altre forme rispetto al positivo), «un esercizio di percezione tra l’osservatore, la pietra, il Sole e l’asse terrestre e la convergenza tra l’uomo, il mondo e il cosmo».

François Bucher, nato nel 1972 a Cali, Co- lombia. Vive e lavora a Berlino e a Parigi. È François Bucher, The Second and a Half Dimension – An Expedition to the Photographic Plateau

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/lo-stupore-della-forma-sir-anthony-caro-al-correr/ Lo stupore della forma: sir Anthony Caro al Correr VENEZIA | Museo Correr | 1 giugno – 27 ottobre 2013 di MATTEO GALBIATI

Fiore all’occhiello dell’ampia e interessante nello spazio. Una presenza forte, tangibile, ma Caro al Museo Correr proposta di mostre del MUVE, offerta durante eterea ed intonata, che conquista con la sua commissari Gabriella Belli e Gary Tinterow l’attuale Biennale veneziana, è certamente la incidente autonomia. progetto espositivo Daniela Ferretti sontuosa mostra di Sir Anthony Caro (1924) in collaborazione con Gagosian Gallery nell’eccezionale cornice del Museo Correr. Non Percorrendo le sale del museo di piazza San con il patrocinio del British Council ha mancato neppure di esprimere e sottoline- Marco la nostra ammirazione s’intreccia alle are la più viva soddisfazione e il grande orgo- forme di Caro che, avviluppandosi al nostro glio, per il complesso e impegnativo progetto sguardo, rimangono impresse e vestono e ri- 1 giugno – 27 ottobre 2013 espositivo dedicato al celebre scultore inglese, empiono, appagandola, la vista, non meno la stessa direttrice del MUVE, Gabriella Belli, dell’immaginazione e del ricordo. Non possia- Museo Correr in una recente intervista (vedi Espoarte n.81): mo che consigliare una sosta – prolungata il più Piazza San Marco 52, Venezia questa mostra ha segnato, infatti, la proficua possibile – per ammirare questa mostra. collaborazione dell’istituzione veneziana con il Moore sosteneva che uno scultore fosse una Info: +39 041 2405211 British Council e Gagosian. Il risultato è sotto persona interessata alla forma delle cose, non [email protected] gli occhi di tutti: la più grande retrospettiva re- meno del poeta alle parole e del musicista ai www.visitmuve.it alizzata in Italia dedicata ad uno dei maggiori e suoni: sir Anthony Caro sembra aver assimilato rivoluzionari interpreti della scultura internazio- e interpretato assai efficacemente queste pa- nale contemporanea. role.

Grandi opere, a dispetto della difficoltà logistica della città lagunare che inevitabilmente avrebbe potuto condizionarne la scelta, si susseguono sala dopo sala, in un percorso affascinante che proietta lo sguardo e la fisicità dello spettatore dentro – e attorno – ai solidi, eppur leggeri, vo- lumi delle costruzioni di Caro. Il suo maestro è stato, negli anni ’50, Henry Moore (1898-1986), artista che ha modificato la visione della scultura del ‘900, e da lui Caro ha appreso ed ereditato proprio la poesia della Sir Anthony Caro, Museo Correr, 2013. Photo Mike Bruce. Courtesy materia e quella misurata rottura della “forma” Gagosian Gallery scultorea classica. Si apriva quindi ad un’astra- zione semplice e viva, riprendendo e concen- trandosi su certa essenzialità tipica delle forme primitive e originarie.

Caro, abbandonato il linguaggio figurale negli anni ’60, inizia a conseguire autonomi successi e persegue la via per l’affermazione della sua visione che caratterizzerà tutta la sua succes- siva opera. Egli predilige da sempre l’acciaio – come dimostrano le opere al Correr – ma questo non gli ha impedito di sperimentare comunque una ricca e variegata possibilità di elementi e materiali (bronzo, legno, carta, piombo…). Egli compone ciascuna sua scultu- ra procedendo quasi per assemblaggi di “pez- zi” bidimensionali, con i quali sviluppa il corpo tridimensionale delle sue creazioni. Le sculture paiono quasi un disegno, un bozzetto, veloce e istintivo, per quanto perdurante ed armoni- co, che, colorato vivacemente, si concretizza Anthony Caro, Hopscotch, alluminio, 250x475x243,5 cm, collezione dell’artista © Barford Sculptures Ltd. Foto: Mike Bruce

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/quello-sguardo-di-tapies-collezionista/ Quello sguardo di Tàpies collezionista… VENEZIA | Palazzo Fortuny | 1 giugno – 24 novembre 2013 di MATTEO GALBIATI

Palazzo Fortuny, storica dimora veneziana, che mostra che – realizzata grazie al prezioso con- 1 giugno – 24 novembre 2013 fu la casa dell’omonimo eclettico collezionista tributo della famiglia del maestro catalano – ci spagnolo Mariano Fortuny, è sicuramente tra svela, nell’arte e nel privato, la personalità e Palazzo Fortuny gli spazi più suggestivi e affascinanti di Vene- l’anima vere del suo sguardo, che sentiva le San Marco 3958, Venezia zia. Non solo per la bellezza architettonica della cose senza preconcetti o limiti di circostanza, residenza, ma anche per la ricchezza della col- tempo e spazio. Uno sguardo che cercava nel Orari: aperto al pubblico solamente in oc- lezione contenuta, eredità preziosa del suo an- profondo, di quanto gli accadeva attorno, il casione di mostre temporanee tutti i gior- tico proprietario. Una quinta coinvolgente che senso del mistero della vita. ni 10.00-18.00, la biglietteria 10.00-17.00; stupisce sempre il visitatore e che, in questa chiuso il martedì occasione, ospita una mostra davvero spe- Tàpies. Lo sguardo dell’artista ciale: Tàpies. Lo sguardo dell’artista. Questa a cura di Daniela Ferretti, Natasha Hébert, Info: 848082000 (call center dall’Italia); +39 esposizione, infatti, non presenta solamente Toni Tàpies e Axel Vervoordt 041 42730892 (call center dall’estero) i lavori del grande artista catalano scelti tra le direzione scientifica Gabriella Belli [email protected] fasi più rappresentative della sua ricerca, ma co-prodotta con Vervoordt Foundation www.fortuny.visitmuve.it li mette in dialogo e relazione con quelli di al- tri artisti le cui opere provengono proprio dalla collezione privata dello stesso Tàpies. Il percorso espositivo offre quindi una lettu- ra duplice dell’anima di Antoni Tàpies (1923- 2012): l’artista e il collezionista coesistono nella stessa anima. E a prefigurarsi resta la profon- dità del suo sguardo che ha determinato le sue scelte e i suoi orientamenti. Inevitabile poi che questa mostra abbia un senso ancora più particolare, come si diceva, per la sede che la ospita. Collezionista incontra collezionista, col- lezione incontra collezione. Questa eccellente mostra, tra le proposte del circuito del MUVE, ha il pregio determinante – oltre ad un allestimento raffinato e curato – di svelare il lato nascosto e meno conosciuto di uno tra i protagonisti e i maestri più apprezzati e stimati del secolo scorso, guardando attra- verso la complessa profondità del suo sguardo e del suo gusto. Uno sguardo che è, come è stato scritto, al contempo esteriore e interiore. Con Tàpies si incontreranno gli artisti più rap- presentativo del XX secolo quali Miró, Picasso, Kline, Pollock e Kounellis, per fare solo alcuni nomi. Ma non è tutto perché protagoniste sono anche sculture antiche orientali e tribali, libri d’arte con litografie che Tàpies ha realizzato collaborando direttamente con gli scrittori e i poeti. Ricor- diamo inoltre che molti dei lavori esposti sono presentati al pubblico per la rima volta. Non da ultimo poi, ad accompagnare il visitatore, ci saranno anche le musiche dei compositori del Novecento che più lo appassionavano come Schöenberg, Berg, Shelsi, Cage e Webern. Il coinvolgimento rimane garantito e chiunque non può rimanere immune dal fascino di una Tapies. Lo sguardo dell’artista. Veduta della mostra. Palazzo Fortuny, Venezia. Foto: Jean-Pierre Gabriel

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/un-omaggio-ai-%E2%80%9Cdisconessi%E2%80%9D-il-padiglione-internet-di-manetas/ Un omaggio ai “Disconessi”. Il Padiglione Internet di Manetas VENEZIA | Oratorio di San Ludovico | 30 maggio – 15 settembre 2013 di CHIARA CANALI

Miltos Manetas, The Unconnected, III Padiglione Internet, Oratorio di San Ludovico, Calle dei Vecchi, Venezia. Performance con Enrico Ghezzi. Foto: Gaetano Alfano

Può sembrare assurdo che Internet, la più curatore Francesco Urbano Ragazzi, la nostra ritraggono i comportamenti e le posture di chi grande rete al mondo di collegamento virtuale percezione della potenza della rete e della effet- entra in contatto col web, sono alla fine specchi e digitale, abbia un suo padiglione fisico e ana- tiva percentuale di coloro che non sono ancora che ci riportano essi stessi ad una dimensione logico, alla Biennale di Venezia. Eppure è ormai connessi. mediatica, ma in forma contemplativa. una realtà che quest’anno giunge alla sua terza Il Padiglione Internet, del collegamento, diven- edizione. “Gli Unconnected non sono modelli di vita ta così il Padiglione della disconnessione, della Promotore è il greco Miltos Manetas, artista da seguire, al contrario prove viventi di un’esi- presenza/assenza, del silenzio, un autoritratto multimediale che da anni riflette sull’estetica stenza a tratti divina, ancestrale. La possibilità di se stessi e della rete. delle nuove tecnologie, per il quale ideare un per noi di una redenzione mai assoluta da una Padiglione Internet era essenziale per poter connettività sempre più piena”. III Padiglione Internet di Miltos Manetas fare i conti con quello che abbiamo trovato e a cura di Francesco Urbano Ragazzi inventato negli ultimi decenni ma che alla fine In poco tempo è emersa una lista di identità non compare mai nei padiglioni ufficiali. dai profili più disparati: da Luigi Ontani ed Enzo 30 maggio – 15 settembre 2013 Dopo aver invitato a Venezia il popolo di The- Cucchi a Donald Knuth, informatico e profes- PirateBay.org nel 2009 e dopo aver conquista- sore emerito alla Stanford University che a un Prodotto da: Associazione E, AmC Collezio- to l’isola di S. Servolo con il format Bring Your certo punto della vita ha scelto di rinnegare In- ne Coppola, Nuova Icona Own Beamer, cioè “portati il tuo proiettore” nel ternet. media 2011, per questo terzo appuntamento Mane- partners: Gloria Maria Gallery, My Art Guide, tas presenta un progetto in cui glorifica con “A noi interessava capire come vengono Lightbox, UP3 Architetti Associati, Liqui- la sua pittura gli Unconnected, cioè il popolo percepiti gli Unconnected e soprattutto aprire, dweb, Drago Publishing dei “Disconnessi”, di coloro che vivono ancora nella mente delle persone, uno spazio dedica- senza alcun account email o di social network. to a queste figure che normalmente non sono Oratorio di San Ludovico delineate, uno spazio santificato, beatificato, Calle dei Vecchi, Dorsoduro 2552, Venezia Sembrerebbe un altro paradosso o forse una più alto, uno spazio che ti permette di riflettere provocazione, se non fosse che la ricerca de- su te stesso e sul tuo rapporto con la tecno- Orari: 10.00 – 18.00 chiuso il lunedì gli Unconnected, apparentemente difficile e logia”. complicata, è stata fatta chiamando in causa Info: www.padiglioneinternet.com la rete, attraverso una campagna lanciata su Lo spazio in cui sono ospitati i lavori, una se- www.e-ven.net Facebook. Un modo per testare, secondo il rie di tele / schermi di grandi dimensioni che [email protected]

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/quello-sguardo-di-tapies-collezionista/ i/o_io È un altro. César Meneghetti a San Servolo (VE) ISOLA DI SAN SERVOLO (VE) | Padiglione della Repubblica del Kenya | 1 giugno – 24 novembre 2013 di JACK FISHER

La mia quattro giorni veneziana per la 55. Bien- magini in movimento, si ha la sensazione che le dal primo momento, mi ha colpito moltissimo nale Internazionale d’Arte non poteva che con- proiezioni non debbano finire mai. Penso, os- il fatto che, dentro quel laboratorio creativo, cludersi in modo migliore. Approdo sull’Isola di servando questa serie di opere, ad un mezzo nell’ambito del fare artistico, queste perso- San Servolo, e qui trovo il progetto speciale del in cammino, perché no ad un treno, sul quale ne erano diverse, come immersi in un liquido Padiglione della Repubblica del Kenya, i/o_io È ad ogni fermata salgono un manipolo di perso- che li faceva volare. Quando invece erano sul un altro di César Meneghetti (São Paulo, 1964), ne, senza distinzione alcuna, colore, religione, punto di uscire, iniziavano ad incupirsi al solo a cura di Simonetta Lux e Alessandro Zuccari, fisicità e chi più ne ha più ne metta. Una volta pensiero di tornare alla loro quotidianità. Più li Commissario Antonio Arévalo e promosso dal- a bordo, tutti entrano a far parte della scatola frequentavo, più constatavo che il desiderio di la Comunità di Sant’Egidio/laboratori d’arte. video di Meneghetti: tutti si muovono e tutti si ognuno di loro era di partecipare, di apparte- raccontano. L’osservatore non può rimanere nere, ma forse soprattutto di poter realizzare Non si rimane indifferenti di fronte a questa se- indifferente, è quasi preso per mano dall’autore qualcosa, qualsiasi cosa per un altro. Questo è rie di opere video inedite, che vedono coinvolte e portato all’interno dell’opera, diventando così in contraddizione con la nostra società odierna le persone con disagi mentali della comunità protagonista alla pari degli altri, alla pari di tutti, e con i luoghi comuni di cui è infarcita. Allora di Sant’Egidio di Roma, più di 200, in quattro abbattendo così ogni barriera. vivevo i ragazzi come “gruppo”. Poco a poco anni di lavoro. La location amplifica le emozioni: ho imparato a comprendere anche la partico- l’Isola di San Servolo dal 1725 al 1978 ha ospi- “Nel Museo di Tor Bella Monaca – scrive larità di ognuno; a considerarli singole persone tato uno dei più grandi complessi di reclusio- César Meneghetti – ho conosciuto all’inizio del che si identificano e hanno empatia con l’altro ne manicomiale del Veneto. Mi trovo di fronte 2010 un gruppo di persone con disabilità di e manifestano una sorprendente disinvoltura ad un work in progress totalmente aperto ed vario tipo che frequentavano uno dei Labora- nel dimostrarlo quando entrano in rapporto/ imprevedibile, dove persone disabili e non, si tori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio e re- contatto. Per toccare questa realtà bisogna scambiano i ruoli, facendo così emergere un alizzavano lavori usando prevalentemente tec- vincere il primo impatto che nasce dai paraoc- grande senso di libertà. Guardando queste im- niche tradizionali come pittura e scultura. Sin chi culturali, dai pregiudizi, dal meccanismo di

César Meneghetti, I-O opera #10 Visibility 2013, video installation

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César Meneghetti, I-O opera #10 Visibility 2013, video installation potere. Questa è la mia sensazione primordiale shington (2009), Nastro d’Argento 1996 e 2004 (frame da video). Foto di Claudia Gambadoro che ho voluto uscisse intatta in questo lavoro”. (SNCCI) e Premio Petrobrás Cultural, Brasile (2002 e 2006). I suoi lavori in film e video sono La sensazione descritta da Meneghetti affiora: stati presentati in diversi festival internazionali: i ragazzi, le persone sono sì in gruppo, ma si Locarno (1998 e 2002), São Paulo (Videobrasil evince bene ogni singola individualità, ogni sin- 2001, 2003 e 2007 e Mostra Internacional de gola storia, ogni singolo racconto. Lo sguardo São Paulo 2008), FIC Brasília (2005) Festival di con cui l’autore tratta i soggetti ripresi è estre- Rio de Janeiro (2010), Festival di Nuevo Cine- mamente poetico e delicato, lontano da ogni ma di Havana (2003) e 69o Festival del Cinema pregiudizio come a voler educare alla libertà. di Venezia (Giornata degli Autori, 2012). Nel i/o _io È un altro è un’opera che abbatte il pre- 2007, con K_lab (mixed media, Niger, 2008), giudizio della diversità: io sono unico, mi dice il ha iniziato una nuova fase della sua carriera, al- titolo, ma sono nel Con-Tempo un altro e parte largando la sua ricerca nelle arti visive, cinema fondante di un corpus unicum sociale. e mixed media all’arte relazionale, poi seguono i progetti this_orient (2011) e I\O _IO È UN AL- César Meneghetti (São Paulo, 1964) Vive e TRO, in mostra alla 55o Biennale di Venezia, lavora tra San Paolo, Roma e Berlino. Padiglione della Repubblica del Kenya (2013). Vive e lavora tra San Paolo, Roma e Berlino. Artista visivo e film-maker, ha esposto i suoi la- www.cesarmeneghetti.net vori in più di 40 paesi, avendo partecipato alla Biennale di Venezia Evento speciale Padiglione César Meneghetti: I\O E’ UN AALTRO# spe- IILA (2005), Biennale Adriatica (2006), Biennale cial project di La Paz (2007), Biennale di Bruxelles (2007), a cura di Simonetta Lux e Alessandro Zuc- Biennale di Sharjah (2011) e Biennale di Cer- cari veira (2011), Tio Ilar, Atene (2011 e 2012) e Commissario Antonio Arévalo a mostre individuali e collettive in vari musei: MIS – Museu da Imagem e do Som de São Isola di San Servolo, Venezia Paulo (2010), Macro – Museu de Arte Contem- porânea di Roma (1996, 2005 e 2011) e MLAC 1 giugno – 24 novembre 2013 Museo Laboratorio de Arte Contemporanea a Roma (2006, 2008 e 2011). Ha avuto diver- Orari: da martedì a domenica 11,00 – 18,00 si riconoscimenti: Premio FUNARTE de Arte – chiuso il lunedì Contemporânea 2011, Prêmio Brasil Arte Con- (apertura straordinaria lunedì 18 novembre) temporânea da Fundação Bienal de São Pau- lo (2010), premio per la miglior opera nella IV Info: www.cesarmeneghetti.net Biennale Inter- Americana di Video Arte a Wa-

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/il-tibet-a-venezia-l%E2%80%99arte-come-impegno-contro-l%E2%80%99indifferenza/ Il Tibet a Venezia: l’arte come impegno contro l’indifferenza

VENEZIA | Santa Marta Congressi – Spazio Porto | 1 giugno – 7 settembre 2013 di LARA CACCIA

Nel marasma degli eventi e delle mostre orga- stessi monaci tibetani con la polvere di marmo nizzate a Venezia in questi mesi così importanti, colorata. Il 7 settembre si potrà assistere al rito tutti incentrati attorno alla 55. Esposizione In- tradizionale di dispersione di questi mandala. ternazionale d’Arte, c’è una mostra che non si Le altre opere presentate sono dei cilindri di incontra camminando nelle calli veneziane, ma ceramica realizzate dagli artisti presso i labora- si trova nella zona portuale: stiamo parlando tori artigianali di Albisola (SV), ispirate alle ruote del Padiglione Tibet, e proprio per aver mante- della preghiera e come quelle dei monasteri, nuto la dizione padiglione non è stato accettato potranno essere toccate e fatte ruotare, rie- tra gli eventi collaterali della Biennale, perché vocando il gesto che libera la preghiera, nor- lo Stato non è riconosciuto dall’Italia. Come si malmente racchiusa al suo interno, attraverso il può intuire dalle parole del curatore ed ideato- vento. Il progetto non si limita però ad esporre re Ruggero Maggi, l’importanza del progetto è degli oggetti, ma si fa carico di incentivare la proprio il paradossale appoggiarsi su un’utopia conoscenza della gravosa condizione di que- che, allo stesso tempo, diventa base concreta sto popolo attraverso numerosi video, perfor- per un riconoscimento di Padiglione e quindi di mance, interventi musicali ed azioni, che non Stato del Tibet. si limiteranno e non finiranno con la chiusura della mostra. «Ciò che mi ha spinto ad organizzare questo Tra gli eventi, il 6 luglio è stato festeggiato il progetto – scrive Maggi – è l’idea di creare un 78o compleanno dell’attuale XIV Dalai Lama, il ponte sensibile che induca i visitatori ad una monaco Tenzin Gyatso, con la realizzazione di maggiore conoscenza di questo popolo che un grande mandala Con-ta-ci nel cortile della ormai si può definire, purtroppo, una minoranza chiesa: opera condivisa da più di 100 persone etnica e che rischia di perdere il proprio patri- tra artisti, critici, medici, ecc.., che utilizzando monio culturale e spirituale fondato su concetti due mila chili di sale colorato, partendo dal di pace e non violenza». centro, lo hanno adagiato formando disegni, cerchi, forme, ed altro, fino ad occupare tutto Quest’anno è stato dedicato ai 100 martiri, lo spazio. E come ogni mandala, alla sua con- che già a giugno erano aumentati a 120, che clusione tutti i partecipanti hanno “condiviso” si sono sacrificati per la libertà del loro popo- la sua distruzione attraverso il camminare, il lo. Le opere ispirate ai “mandala” sono state danzare e l’andarsi incontro per abbracciarsi. esposte nella particolare chiesa sconsacrata di Infine, la polvere rimasta è stata donata a chi Santa Marta, e sono state realizzate da nume- ha assistito all’azione. rosi artisti: ognuno ha creato un’opera circolare La formazione di un monaco buddista avviene che successivamente è stata riprodotta dagli attraverso la parola, attraverso un confronto

Padiglione Tibet, Monaci che stanno realizzando un mandala, Santa Marta Congressi - Spazio Porto, Venezia. Foto: Ruggero Maggi

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Padiglione Tibet, veduta della mostra, Santa Marta Congressi - Spazio Porto, Venezia

serrato con il proprio maestro, e proprio le pa- Francesca Lolli, Ruggero Maggi, Beatriz Mar- role condivisione, impegno e dono potrebbero gossian, Fabrizio Martinelli – Giovanni Genshō essere, per l’esistenza dell’uomo occidentale, Ponzoni, Gianni Marussi – Alessandra Finzi, una possibile alternativa alle parole velocità, Alessandro Novellino, Silvia Ovsejevich, Clara guadagno e indifferenza. Poiché “per l’uomo ti- Paci, Lucia Paese, Marisa Pezzoli, Giorgio Pic- betano la maggior preoccupazione non è cosa caia – Matteo Piccaia, Siro Polazzetto, Bene- fare durante il giorno ma cosa essere nella pro- detto Predazzi, Tiziana Priori – Simonetta Chie- pria intera esistenza”. rici, Monica Rizzi, Marco Rizzo, Pietro Ronzat, Virginia Ryan, Ritu Sarin & Tenzing Sonam, Padiglione Tibet Maria Savino, Pino Secchi, Cesare – Leonar- ideato e curato da Ruggero Maggi do – Lucio – Simone Serafino, Ilaria Sperotto, Francesco Stefanini, R. Steiner, Roberto Testo- Artisti: Irene Accarini, Lucio Afeltra, Marco ri, Micaela Tornaghi, Silvio Vigliaturo, Andrea Agostinelli, Piergiorgio Baroldi, Luisa Berga- Vizzini, Marcela Zelikowicz mini, Carla Bertola – Alberto Vitacchio, Gior- gio Biffi, Renzo Bortolussi, Nirvana Bussadori, 1 giugno – 7 settembre 2013 Jorge Canale, Rosaspina B. Canosburi, Paolo Carnevale, Domenico Castaldi, Stefano Cerioli, Santa Marta Congressi Pino Chimenti, Ciriaca+Erre, Giampietro Cudin Spazio Porto, Venezia – Carla Rigato, Flaminio Da Deppo, Marcello Diotallevi, Gillo Dorfles, Giglio Frigerio, Luciano Info: +39 320 9621497 G. Gerini, Carlos Gigena Seeber, Bruno Gor- [email protected] gone, Isa Gorini, Ursula Huber, Celeste Lazo, www.padiglionetibet.com Franco Lippi, Oronzo Liuzzi – Roberto Scala,

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/la-liberta-di-espressione-di-ai-weiwei-a-venezia/ La libertà di espressione di Ai Weiwei. A Venezia. VENEZIA | Zuecca Project Space, Giudecca, Fondamenta delle Zitelle 32 e Chiesa di Sant’Antonin, Castello, salizada Sant’Antonin | 29 maggio – 15 settembre 2013

Intervista a MAURIZIO BORTOLOTTI di Francesca Caputo

Straight, 2008-2012, Steel reiforcing bars, Photo credit: Ai Weiwei

Con il suo approccio, Ai Weiwei – artista, ar- Oggi si è persa una visione unitaria della socie- prima fiera internazionale fatta dalla Biennale, e chitetto, curatore, poeta, blogger, attivista dei tà. Rispetto a questa situazione, l’arte svolge abbiamo avuto l’occasione di vederci a cena o diritti umani e molto altro ancora – ha sempre un ruolo interessante. È l’unico fenomeno che di visitare insieme i monumenti coreani nei din- cercato di smuovere il pensiero critico per cre- riesce ad essere trasversale a tutti gli ambien- torni di Gwangju, con Alfredo Jarr ed altri. Ciò are coscienza e consapevolezza civile, spesso ti sociali, mettendoli in collegamento tra loro. che mi ha colpito è l’assoluta onestà e integrità servendosi del potere dell’ironia; anche come L’arte, che all’interno della cultura occidentale di uomo, che – come mi ha detto quando ci monito alla modernizzazione selvaggia e con- è sempre stata considerata un valore, è oggi siamo visti recentemente a Pechino – non fa traddittoria della Cina odierna. Esplora proble- diventata essa stessa espressione di valore altro che dire schiettamente quello che pensa. mi legati ad autenticità, radici, valori culturali, dentro la società capitalistica globalizzata. È un Quando sono stato all’inaugurazione della sua omologazione identitaria, memoria, sviluppan- mezzo di trasmissione di valori, che non riesco- mostra alla Tate Modern di Londra, dove ha do la relazione con il passato come passaggio no più ad essere veicolati da altri campi: come presentato 100 milioni di semi di girasole di ce- di definizione del presente e del futuro. Ai Wei- la politica, l’economia, la ricerca scientifica, la ramica dipinti a mano, gli ho detto: “quest’ope- wei è protagonista di Disposition, evento colla- religione. ra ha una lettura a più livelli, ma parla della Cina terale della 55. Biennale di Venezia, promosso L’esempio di Ai Weiwei è significativo in tal sen- contemporanea”. E a lui questa definizione è da Zuecca Project Space, piattaforma no profit so. Ciò che rende così interessante il suo lavoro piaciuta. Sul piano professionale Ai Weiwei è per l’arte contemporanea, e la Lisson Gallery. – in confronto a quello degli altri artisti asiatici – molto preciso, ogni dettaglio o particolare nel Due progetti: l’installazione Straight, ripensata è la capacità di rappresentare le contraddizioni suo lavoro è esattamente definito e nulla è la- per il complesso delle Zitelle alla Giudecca, e interne allo sviluppo sociale, economico e po- sciato al caso. Un altro aspetto importante è quella concepita per la Chiesa di Sant’Antonin, litico della Cina contemporanea; connettendo, quello di concepire l’opera come intervento in dialogo con l’architettura e la storia perso- esplicitamente, alcune rilevanti questioni uma- site specific. Questa è stata per me una lezione nale dell’artista. Ne parliamo con il curatore, nitarie e sociali, al piano espressivo ed esteti- molto interessante che viene dalla nuova realtà Maurizio Bortolotti… co dell’arte. Ricordandoci che, alcuni concetti artistica asiatica. base della società contemporanea come – be- Nel suo percorso artistico, Ai Weiwei si nessere, democrazia e diritti sociali – non sono Come è nata l’idea della mostra Disposi- esprime su una molteplicità di piani estre- così scontati, poiché oggi è in atto un processo tion? E quali gli obiettivi teorici? mamente complessi, che mirano a una co- di ridefinizione. È nata all’interno del nuovo spazio Zuecca stante ridefinizione ed estensione del con- Project Space, diretto da Alessandro Possati, cetto di arte, riflettendo sulla sua necessità Quale contributo, personale e di riflessione di cui sono curatore del programma. Dall’inten- nella società di oggi. In che modo ritiene critica, le ha lasciato l’esperienza di lavoro zione di voler riattivare un dialogo tra Venezia, che l’arte possa essere uno strumento ef- con Ai Weiwei? oggi meta del turismo e della cultura internazio- ficace per esplorare le problematiche poli- Ho conosciuto Ai Weiwei nel 2010 in Corea, nali, e l’Asia contemporanea, nel caso specifico tico-sociali? quando stavano organizzando Art Gwangju, la della Cina, con cui Venezia per prima in Occi-

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dente ha stabilito rapporti importanti dai tempi sanata, ripristinata. Sembra un grande “J’ac- Ai Weiwei. Disposition in cui era una Repubblica marinara. L’Asia ha cuse”, ma vi è anche una volontà di riconci- a cura di Maurizio Bortolotti assunto oggi una nuova identità e la prima mo- liazione. stra Orientale, è nata appunto con l’intenzione Evento collaterale della 55. Esposizione In- di ridefinire il volto dell’Asia attuale dal punto di In che modo sarà caratterizzata la presenta- ternazionale d’Arte vista dell’Occidente, invitando cinque artisti oc- zione veneziana di Straight rispetto a quella cidentali a riflettere sul tema. Perciò, dopo una di Washington? 29 maggio – 15 settembre 2013 mostra dedicata a Rirkrit Tiravanija, Disposition Ai Weiwei lavora in modo site specific e il fat- sembrava una scelta in continuità con quello to che il progetto sia esposto all’interno della Zuecca Project Space, Giudecca, Fonda- fatto sin qui. Inoltre, all’artista è piaciuta l’idea sala della Zuecca lo rende già in sé diverso dal- menta delle Zitelle 32, Venezia del dialogo con la città. Gli obiettivi della mostra la sua presentazione all’Hirshhorn Museum di Chiesa di Sant’Antonin, Castello, salizada sono quelli di fornire una rilettura in chiave pro- Washington. Per l’occasione, l’artista ripenserà Sant’Antonin, Venezia blematica della Cina contemporanea. l’installazione delle barre in funzione dello spa- zio veneziano, in modo da creare un dialogo Orari: 10.00 – 18.00 Quale pensiero critico ed emozioni mira a con lo spazio disegnato dal Palladio. suscitare l’installazione Straight? Info: www.zueccagallery.com Straight è un progetto sul quale l’artista ha la- Che tipo di dialogo è innescato dalla secon- www.lissongallery.com vorato per oltre due anni, raccogliendo le barre da installazione di Ai Weiwei? Può rivelarci www.labiennale.org che armavano le scuole costruite con materiali qualche anticipazione? inadatti e crollate durante il terremoto del Si- La seconda installazione, costituisce sicura- chuan nel 2008, durante il quale morirono qua- mente il lavoro più importante fatto dall’arti- si 5200 bambini. L’opera sembra un intervento sta recentemente. L’opera sarà esposta nella minimalista ma non ha nulla di astratto. È un chiesa di Sant’Antonin nei pressi dell’Arsenale, preciso atto di accusa contro la corruzione di nasce come diretta conseguenza di Straight ed chi ha consentito la costruzione di edifici rea- è perciò speculare ad esso. La mostra ha una lizzati con materiali scadenti, ribattezzati tofu grande coerenza interna perché i due progetti buildings. Le barre sono state raccolte e rad- rimandano l’uno all’altro. Questa installazione drizzate per farle ritornare diritte. Come se l’ar- sembra l’applicazione di una frase di Ai Weiwei tista volesse simbolicamente indicare che una che dice: “La libertà d’espressione è per me Sichuan Earthquake Photos, 2008-,16 black-and-white photographs tragedia creata da gravi errori umani andasse una condizione fondamentale per fare arte”. 20 x 13 3/5in. 50.8 x 33.8 cm, each Photo credit: Ai Weiwei

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/wunderkammer-e-le-meraviglie-del-contemporaneo/ Wunderkammer e le meraviglie del contemporaneo VENEZIA | Palazzo Widmann | 1 giugno – 29 settembre 2013

Intervista ad ANTONIO NARDONE di Francesca Caputo

Nell’Europa del ‘500 e ‘700, principi, intellettuali Kusterle, Wim Delvoye, Pascal Bernier, Lau- esposizione? e uomini di scienza, diedero vita ad un feno- rence Dervaux, Ivan Piano – creano un’odierna Al Museo di Botanica di Bruxelles, abbiamo meno collezionistico eclettico, in equilibrio tra collezione di mondi immaginari. Ne abbiamo costruito un universo come quello che si po- arte e scienza. Con un straordinario approccio parlato con il curatore, Antonio Nardone. teva scoprire nelle “camere delle meraviglie”. – che molto doveva, alla fantasia, alla curiosità, Palazzo Widmann, nel cuore della Serenissima, alla sorpresa – associavano gusto della rarità, Quali connessioni – tematiche e di riflessio- offre l’ambiente ideale. Non troppo esuberante apprezzamento estetico, originalità, al bisogno ne artistica – si possono rintracciare tra il o troppo carico di storia artistica, ci consente di conoscere il mondo. concept del progetto generale di Massimi- di proiettare l’atmosfera giusta per la Wunder- Tutte le sue forme, incluse le varianti più insolite liano Gioni e la mostra Wunderkammer? kammer. L’arrivo a Venezia, il labirinto di strade e bizzarre erano raccolte nella Wunderkammer, Il punto comune è sicuramente “la ricerca uto- e ponti, rendono il percorso magico, come una camera delle meraviglie: opere d’arte, d’anti- pica del uomo”. Tuttavia, se il programma enci- sorta di introduzione ideale che permette al vi- quariato, gioielli preziosi, oggetti di storia na- clopedico, iniziato sistematicamente nel secolo sitatore di correlarsi con la mostra. turale, fino alle tracce di animali mitici, oggetti dell’Illuminismo, emerge come un progetto uto- La scenografia rispetta l’atmosfera del Palazzo. magici, apotropaici, simbolici di leggende e pico irraggiungibile, la questione della Wunder- Abbiamo scelto di mantenere molto dell’arre- credenze popolari. kammer non richiede alcuna risposta, poiché damento originale, così da offrire al visitatore Un’attuale lettura del tema, nelle diverse inter- l’uomo assembla, nel suo universo, le meravi- una lettura intima dell’”universo Wunderkam- pretazioni del fantastico e del meraviglioso, è glie del mondo e quel che sogna diventerà suo. mer”. offerta dalla mostra Wunderkammer. Came- Se l’enciclopedia si immerge nell’abisso, scava ra delle meraviglie contemporanea, allestita nelle profondità, Wunderkammer attiva sogno Quali scelte critico-curatoriali ha attuato e nell’affascinante scenografia seicentesca di e narrazione, che sono infiniti. quale chiave di lettura offre la mostra? Palazzo Widmann, come evento parallelo alla La mostra attuale dovrebbe leggersi come una 55. Biennale di Venezia. Come si caratterizzano nella suggestiva continuazione del XVI e XVII secolo, o meglio, Tra creatività ed evidenza scientifica, le opere cornice di Palazzo Widmann gli allestimen- come una sua rilettura. L’uomo di oggi, e più di più di venti artisti – come Jan Fabre, Roberto ti? E quali le novità rispetto alla precedente ancora l’artista contemporaneo, deve sentire

JAN FABRE, Skull, 2010, élythres beetles, polymers, stuffed bird, 28 x 23 x 19 cm, Photo: Pat Verbruggen © Angelos bvba

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il mondo pulsante. La mia reinterpretazione è stata quella di raccogliere opere ad alta carica emotiva. Siamo abituati a vedere le opere con- temporanee da sole, sulle pareti bianche dei musei e delle gallerie. Qui, le presento riunite in maniera variegata e, soprattutto, accom- pagnate da testi completamente immaginari, come Il corno di Unicorno o Il sangue di drago, che si trovavano nelle camere delle meraviglie. Il visitatore, al di là della lettura proposta, diven- ta “protagonista” sviluppando la propria inter- pretazione dell’opera.

La selezione delle opere è intrisa di una vita fantastica della natura, che unisce il tema della morte, della mutazione, dell’androgi- nia. Seguendo quali criteri ha scelto gli ar- tisti coinvolti? La selezione è iniziata in Belgio, che fu la culla di grandi maestri come Brueghel, Bosch, En- sor o Magritte. C’è qualcosa di unico in questo Paese, in cui l’artista vede, propone e mantiene uno strano rapporto con le persone, gli animali e gli oggetti che lo circondano. Venendo regolarmente in Italia, sono stato tatore che, senza una preventiva conoscenza, sorpreso di scoprire anche qui, artisti che svi- non riusciva a entrare nell’opera. Troppo spes- Artisti: Pascal Bernier, Isobel Blank, Stefano luppano il sogno e volgono lo sguardo verso so, meno le opere sono presenti, e più il testo Bombardieri, Ulrike Bolenz, Charley Case, Mar- l’ignoto, come Roberto Kusterle, che viene prende importanza! Wunderkammer chiama in cello Carrà, Eric Croes, Dany Danino, Wim Del- volentieri qualificato in Italia, come un fotogra- causa l’intelligenza e la fantasia del visitatore. voye, Laurence Dervaux, Yves Dethier & Olivia fo del “Nord”’. Questa regione ipotetica dove All’epoca dell’apertura della mostra a Bruxel- Droeshaut, Jacques Dujardin, Jan Fabre, Ales- l’altro è diverso, dove il cielo non è più blu e gli les, anche gli artisti hanno cominciato a reim- sandro Filippini, Manuel Geerinck, Roberto Ku- animali non sono più delle bestie. maginare le loro opere con la lettura dei testi sterle, Jean-Luc Moerman, Michel Mouffe, Ivan immaginari proposti. Piano, Vincent Solheid, Bénédicte van Caloen, L’apertura dell’arte contemporanea all’idea Patrick van Roy, Sofi van Saltbommel. stessa di Wunderkammer schiude un cam- Ritiene che il fantastico, il visionario, sia un po infinito di possibilità… linguaggio espressivo permanente e uni- 1 giugno – 29 settembre 2013 Il sogno non ha limiti e per fortuna neanche le versale oppure ha degli statuti suoi propri storie. A differenza del progetto della Biennale, che si differenziano dal passato pur citando Palazzo Widmann gli artisti della Wunderkammer non hanno cre- forme antiche? Calle Larga Widmann ato nuove opere per la mostra. La ricerca e il sogno sono universali nell’essere (Rialto-Ospedale), Venezia Mi sono messo alla ricerca negli studi di artisti, umano, che non finisce mai di scoprire il mon- curiosandovi con lo stesso spirito con il cui il do, lo spazio e l’universo. Dal DNA alla nano- Orari: Tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00 farmacista Ferrante Imperato costruì a Napo- tecnologia, dalla fissione alla fusione dell’ato- li, la sua camera delle meraviglie, rinomata in mo… oggi si scopre l’infinitamente grande e Info: www.wunderkammerexpo.com tutt’Europa, la cui immagine fu pubblicata nel l’infinitamente piccolo. 1955. Dal Kouros greco, che si stacca dalla parete e Nella mostra veneziana, ho approfittato del ge- diventa movimento, dal mosaico d’oro treman- nio creativo degli artisti per assemblare questa te alla luce delle candele, dal sorriso capriccio- Wunderkammer, il cui obiettivo è di sognare il so delle madonne del Cinquecento, o ancora mondo e invitare ognuno a creare il proprio. dalla ricostituzione del paesaggio interiore di Kandinsky, la storia dell’arte ha dimostrato che Naturalia e Artificialia furono concepiti nella se gli artisti sono dei grandi sognatori, allora loro epoca come un alimento per intelletto collezionisti, critici e enciclopedisti sono pazzi a e fantasia, quale significato assumono oggi, pensare che si può classificare o spiegare tut- in un’epoca in cui costituiscono un enigma to. L’immaginazione, la creatività e i sogni sono risolvibile? parte di tutta la storia dell’arte alla quale danno Nel descrivere e psicanalizzare le opere con- un senso. temporanee, intellettuali e critici d’arte, hanno un po’ demistificato il sogno, privandolo del WUNDERKAMMER. suo mistero. Spesso i musei, freddi e anonimi, Camera delle meraviglie contemporanea hanno mantenuto questo sentimento nel visi- a cura di Antonio Nardone PASCAL BERNIER, Renard, Accident de chasse, 1994-2009, stuffed fox, bandages, acrylic, H. 60 cm © P. Bernier

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/incontri-in-biennale-1-fiorella-minervino/ Incontri in Biennale #1: Fiorella Minervino Intervista a FIORELLA MINERVINO di Matteo Galbiati

Muovendosi tra Giardini e Arsenale, alla rincor- sa delle sedi fuori e dei collaterali, tra calli, canali e ponti, nel bailamme dei giorni di preview della Biennale di Venezia, non è cosa rara incontrare, anzi sono piacevolissimi appuntamenti non dati, colleghi e operatori del settore, in visita – quasi un pellegrinaggio, un rito da celebrare all’inizio dell’estate di ogni due anni – alla città lagunare, con i quali si scambiano battute fugaci su quel che si è già visto o si vedrà. Abbiamo scelto di dare corpo a tali incontri riportando, in forma di brevi interviste, le domande più classiche. Ci limitiamo ad alcune personalità: un giorna- lista di quotidiano, uno di radio, uno di TV, un giornalista e critico-curatore, un docente uni- versitario e storico dell’arte contemporanea e, infine, un art-director, artista e fotografo. Stes- se domande per tutti e grazie per la disponibi- Camille Henrot, Grosse Fatigue, Camille Henrot Grosse Fatigue, 2013, video installazione a colori (13 min). Courtesy l’artista e galleria Kamel Mennour, Parigi lità concessa! Iniziamo, quindi, un viaggio a puntate attraver- so pareri, impressioni e scelte di gusto con la Mi è piaciuto il suo catalogo di ossessioni, fol- e degli eventi attuali. Ho ammirato la Cina, in giornalista, Fiorella Minervino, sempre dispo- lie e creatività alternative nelle epoche passa- passato semi deserta ora affollatissima, e video nibile e gentile, incontrata all’inaugurazione di te, come dei miti attuali e delle smanie e dei e foto mirabili. Anche perché, come Brasile, Omar Galliani al Caffé Florian… furori. Ha rinfrescato l’aria un po’ stantia della Australia e tutta la mostra di Gioni, segnala una Biennale, tanto da far sembrare superate altre massiccia presenza di libri nei lavori. Curioso: Cosa pensi del Palazzo enciclopedico? Che manifestazioni di contemporanea. mentre si discute sulla possibile sparizione del idea ti sei fatta del progetto di Massimiliano libro cartaceo, ecco monumenti a biblioteche, Gioni? Che interpretazione ne dai? librerie personali, quasi celebrazioni o forse lita- Che è d’obbligo andare a fondo, esplorare sem- nie per un “eroe” che, dai tempi di Gutenberg, pre oltre le apparenze, approfondire le ricerche ha saputo regalare agli uomini passione, diver- dappertutto in giro per il mondo; soprattutto, timento come può dare solo la lettura; e ora, come diceva Gertrude Stein, scrittrice e grande forse sul finire, viene osannato fin oltre le tec- collezionista americana a Parigi, bisogna guar- nologie. Consiglio anche di visitare il Padiglione dare il più possibile per imparare a vedere. Solo Santa Sede, presente per la prima volta, che qualche genio può improvvisare. predilige Tano Festa il quale riprende il Miche- langelo della Sistina, un po’ come dovessero Cosa ti ha colpito di più? sempre guardare indietro. Quanto deve aver studiato e girato Gioni per organizzare un’edizione complessa ma godibi- Tra gli eventi collaterali cosa vuoi suggeri- le, che peraltro addita, accanto a Roberto Cuo- re? ghi con la sua massiccia scultura o alla giovane La mostra di Marc Quinn alla Fondazione Cini, Camille Henrot (entrambi all’Arsenale), alcuni è un messaggio positivo di speranza, di ottimi- artisti che sembravano ingiustamente dimenti- smo, come dire che la vita va avanti anche sen- cati come Enrico Baj o Duane Hanson, se non za braccia e gambe; esiste il coraggio di com- l’art brut di Augustin Lesage, o scultori curiosi battere comunque. Poi Lichtenstein scultore al pari di James Lee Byars o il singolare foto- alla Fondazione Vedova, non avevo apprezzato grafo e grafico americano Morton Bartlett che troppo il famoso Pop quando aveva esposto a collezionò bambole per tutta la vita. Firenze e tanto meno i suoi omaggi ai maestri; glielo avevo detto, anzi discusso con lui che Quali sono le tue preferenze rispetto ai Pa- sosteneva di essere molto colto. Aveva ragio- diglioni Nazionali? ne e questa scultura bidimensionale, colorata, Ho apprezzato la Gran Bretagna per lo humour smaltata, vicina a icone di TV e media in ge- Duane Hanson, Bus Stop Lady, 1983, Polivinile reso policromo e il coraggio di Jeremy Deller. È un artista intel- nerale, spesso pacchiana, riflette, con anticipo nell’olio, materiali vari con accessori. Foto: Francesco Galli. Courtesy La Biennale di Venezia ligente e sarcastico nei confronti della società notevole, parecchie ricerche e gusti d’oggi.

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Che artisti segnali? Una tua battuta o un commento generale e Il premio Tino Sehgal con la performance ca- libero sul “rito Biennale”? nora ai Giardini, con i suoi “interpreti” abita e Siamo tutti un po’ bizzarri, un po’ ossessi e un costruisce gli spazi, il luogo in un tempo fissato, po’ folli, la Biennale documenta con solerzia loro cantano o si muovono nelle sale, coinvol- la comune follia del nostro mondo, ma a livel- gono davvero il pubblico presente. Lo avevo lo globale. Quest’anno però era troppo ricca, ammirato a Londra lo scorso anno ai Tanks mondana, invasa da migliaia di persone, cir- della Tate Modern, riusciva a trascinare intere condata da troppi yacht colossali e decorata famiglie, con i bambini che si muovevano, bal- da un’infinità di cene, eventi, inutili party, ben lavano, correvano. È un modo vitale e diverso più adatti alle sfilate di moda. di fare arte e renderla alla portata di tutti. Se- gnalo anche Rossella Biscotti sempre con otti- mi lavori come ad Amsterdam allo Stedelijk.

Fiorella Minervino è storica dell’arte e per 20 anni è stata giornalista alla Cultura del Corriere della Sera e a capo anche dell’arte. Ha scrit- to numerosi libri, dalla scultura nel 1700, agli impressionisti, Degas, Seurat, Picasso cubista e altri. Ha insegnato Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea all’Università di . Ha collaborato a molti giornali e riviste anche in- ternazionali come Le Monde. Da oltre 10 anni scrive per La Stampa di cultura, specie di ar- chitettura e arte come critica.

Padiglione Gran Bretagna, English Magic, Jeremy Deller, 55. Esposizione Internazionale d’Arte, Il Palazzo Enciclopedico. Foto: Italo Rondinella. Courtesy La Biennale di Venezia

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/incontri-in-biennale-2-giacomo-nicolella-maschietti/ Incontri in Biennale #2: Giacomo Nicolella Maschietti Intervista a Giacomo Nicolella Maschietti di Matteo Galbiati

In una tiepida sera, poco dopo gli ultimi aperitivi è un curatore che apprezzo, un professionista e le ultime vernici degli eventi della Biennale e autentico cui seguo il lavoro da anni e, tra l’al- prima delle cene ufficiali o dei convivi sponta- tro, devo aggiungere che ha gusti sostanzial- nei tra colleghi, artisti e amici, incontriamo in mente vicini ai miei. Il Palazzo Enciclopedico Sestriere Cannaregio Giacomo Nicolella Ma- non è però esattamente quello che mi sarei schietti, acuto e sempre pronto alla battuta e aspettato da una mostra Made in Gioni. Ho po- al commento, benché anche lui provato dalla tuto visionarla con comodo, proprio un giorno maratona Biennale. prima che aprisse la Biennale, con la guida di Dopo Fiorella Minervino, ecco la seconda tor- Massimiliano che lo spiegava minuziosamente nata di risposte: parole, fedeli al suo inconfon- ai manager di Christie’s e Sotheby’s, e ad alcuni dibile – e inimitabile – stile: fortunati collezionisti. Mi focalizzo sulla mostra ai Giardini, per intenderci, quella che apre con Cosa pensi del Palazzo enciclopedico? Che il librone di Jung. L’ho trovata confusionaria, e idea ti sei fatto del progetto di Massimiliano molto complicata. All’ingresso mi hanno accol- Gioni? to i performers (si dirà così?) di Tino Seghal, Premessa (breve, lo giuro!): Massimiliano Gioni il vincitore del Leone d’Oro, e mi sono sentito

Maria Lassnig, Selbst mit Meerschweinchen, 2000, Oil on canvas, 125 x 100 cm. Private Collection. Courtesy Hauser & Wirth. Foto: Stefan Altenburger Photography Zürich

A fianco: Marc Quinn, veduta di installazione, Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore Venezia. Foto: Matteo De Fina

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un po’ Alberto Sordi ne Le Vacanze Intelligenti. riuscito!): 1a Cina, 2a Argentina, 3a Svizzera Credo che la mostra principale dell’evento più (c’è un lungo serpentone di ferro che lo attra- importante dell’anno (forse al mondo), possa versa, è l’unica opera valida, ma vale la visita). essere pensata e sviluppata in maniera più fru- ibile. Mi sono immaginato mia madre che visita Tra gli eventi collaterali cosa pensi sia rile- la Biennale nell’afa di agosto. Sono sicuro che vante e vuoi suggerire? la sua reazione sarebbe interdetta, non avreb- Andare a Venezia e non passare da Punta della be la grammatica e gli strumenti per apprezzar- Dogana è come andare a Maranello e non ve- la. Ma non si può colpevolizzare chi non legge dere la Ferrari. Poi, fate voi… Frieze tutti i mesi per godersi una mostra a fon- do. L’arte, secondo me, ha un altro scopo. Che artista segnali? Mi prenderò del democristiano o di quello che Che interpretazione ne dai? non pasteggia a pane e ArtForum, ma la mo- Il tema è valido, il concetto di dare spazio a stra di Marc Quinn a San Giorgio mi è piaciuta molti artisti (viventi, morti, famosi, sconosciuti) molto. Massiva, mastodontica, potente, e dav- per creare un vero e proprio compendio dell’ar- vero inquietante. te del ‘900 è una buona idea. Tuttavia, ripeto: il risultato finale è intrigante ma confuso, solo per Una tua battuta o un commento generale e palati fini. È come dare da mangiare il tartufo libero sul “rito Biennale”? all’esercito. La Biennale è la cosa più bella che c’è nel mondo dell’arte. Vedo mostre dalla mattina Cosa ti ha colpito di più? alla sera, in tutto il mondo, da parecchi anni. Del Palazzo Enciclopedico mi ha convinto dav- La sensazione che mi consegna Venezia nella vero il lavoro di Maria Lassnig, con la sua en- prima settimana della Biennale è impareggia- Giacomo Nicolella Maschietti è giornalista ciclopedia del corpo, che tocca in profondità il bile. Sento una città vibrare e accogliere tutto professionista. Lavora a ClassCNBC (Canale mio gusto e le mie corde. E ci ricorda (questo il mondo, diventare in un certo senso il centro 507 di SKY) e conduce tutti i week end la tra- a tutti) che la pittura non muore mai, semplice- stesso del mondo per qualche giorno. Il tutto smissione Top Lot, dedicata alle aste e al mer- mente cambia. avrà certamente mille difetti, ma se ami l’arte, cato dell’arte. Scrive di arte contemporanea e ci devi andare. E io obbedisco. Se questa sen- mercato su Flashart e Artslife.com. Presenta Quali sono le tue preferenze rispetto ai Pa- sazione durasse per tutti i mesi in cui la mani- dall’edizione 2012, ogni anno a fine agosto, i St. diglioni Nazionali? festazione è aperta, forse, non la si apprezze- Moritz Art Masters. È direttore dell’e-magazine Il podio (anche se non li ho visti tutti, non sono rebbe più. www.chooze.it, portale di cultura e lifestyle.

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/incontri-in-biennale-3-adele-maria-costantini/ Incontri in Biennale #3: Adele Maria Costantini Intervista ad ADELE MARIA COSTANTINI di Matteo Galbiati

Venezia. Nel caos multicolore e rutilante di una moneta oppure no. E tutte (o quasi) alla Piazza San Marco, all’ombra del grande cam- fine ce ne ritroviamo almeno una in tasca: un panile che svetta sulla piazza, proprio davanti po’ per tenerle come souvenir, un po’, forse, alla galleria dell’Accademia che tenta con la anche per istinto. bella mostra su Manet, abbiamo incontrato Adele Maria Costantini, nobile voce dei servizi Tra gli eventi collaterali cosa pensi sia rile- giornalistici di Radio Montecarlo, Virgin radio e vante e vuoi suggerire? 105. Proponiamo ora, dopo Fiorella Minervino L’unica cosa che non sono riuscita a vedere: e Giacomo Nicolella Maschietti, alla sua sem- la mostra della Fondazione Prada Live in Your pre attenta visione e lettura critica un giudizio Head. When Attitudes Become Form, che ri- complessivo sulla Biennale… propone – esattamente com’era – la storica esposizione che Harald Szeemann allestì nel Cosa pensi del Palazzo enciclopedico? Che 1969 alla Kunsthalle di Berna. Un motivo in più Adele Maria Costantini è giornalista radiofoni- idea ti sei fatta del progetto di Massimiliano per tornare in laguna! ca. Le sue radici sono ben radicate nella terra Gioni? che fu di Cecco d’Ascoli. Si sposta a Roma per Questa Biennale è un viaggio della mente, nella Che artista segnali? laurearsi e per amore del teatro. Insegna semio- mente. Un percorso a tratti complesso, forse Al termine del percorso enciclopedico, Gioni tica allo IED. Poi l’arrivo a Milano dove collabora aggrovigliato. Talvolta emoziona, spesso invita ci regala l’ironia di Fischli e Weiss con le loro con Studio Azzurro e la Triennale. Oggi lavora a saperne di più, sempre fa riflettere. È stata piccole sculture di argilla: irriverenti e geniali. come giornalista professionista nella redazione comunque una scelta coraggiosa quella di Gio- In fondo al percorso dell’Arsenale, invece, è di Radio Montecarlo, Virgin radio e 105. ni, non solo per gli artisti selezionati ma anche impossibile non lasciarsi affascinare dall’opera È affascinata dalla radio perché, senza l’aiuto per la volontà di riportare al centro del nostro poetica dell’artista islandese Ragnar Kjartans- delle immagini, riesce a trasmettere un’emo- “viatico” il libro. Non a caso la mostra si apre son: 5 musicisti suonano le musiche di Kiartan zione. Come un’opera d’arte o uno spettacolo con il libro rosso di Jung, in cui lo psicanalista Sveivsson su una barca che entra e esce a ora- teatrale vissuti a occhi chiusi. fissa in immagini le sue allucinazioni. ri prestabiliti dai bacini delle Gaggiandre.

Che interpretazione ne dai? Una tua battuta o un commento generale, Gioni lascia a ciascun visitatore la possibilità libero sul “rito Biennale”? di trovare una propria strada, di crearsi “un La Biennale è un rito che non passa mai di viaggio nei tanti mondi nei quali perdersi”. Non moda. Che sia più riuscita o meno – e ognuno a livello fisico: il percorso è ben tracciato, sia ha le sue idee – è un rito che comunque deve all’Arsenale che all’ex Padiglione Italia, ma nella compiersi. mente che, assorbendo le immagini, si struttu- ra in modo diverso da spettatore a spettatore.

Cosa ti ha colpito di più? Sicuramente le due sale dell’Arsenale curate da Cindy Sherman. La fotografa americana porta a Venezia una parte della sua collezione di album fotografici, mescolandola ai lavori di una trentina di artisti, in uno spazio immaginario e intimo.

Quali sono le tue preferenze rispetto ai Pa- diglioni Nazionali? Di grande effetto il Padiglione del Cile, con il plastico di Alfredo Jaar in cui i giardini della Biennale affondano per poi riemergere: una cri- tica all’arte ma anche un augurio di rinascita. Poi il Padiglione Russia, che rievoca il mito di Danae. All’interno, ancora una volta, siamo noi donne a essere tentate da una pioggia di mo- nete d’oro: il potere che corrompe. Uscendo, Alfredo Jaar, Venezia, Venezia, 2013, Padiglione del Cile 55. Esposizione Internazionale La Biennale di Venezia, metal pool, 1:60 resin model of ci dicono che possiamo decidere se portare via Giardini, hydraulic system cm 100x500x500. Foto: Agostino Osio

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/incontri-in-biennale-4-luciano-bobba/ Incontri in Biennale #4: Luciano Bobba Intervista a LUCIANO BOBBA di Matteo Galbiati

Arrivando in fondamenta dell’Arsenale, sulla Che interpretazione ne dai? strada che porta ai Giardini nei pressi del Mu- È un’edizione curata, attenta, vista con gli oc- seo Storico Navale, dopo esserci allontanati dal chi di un curatore giovane che ha saputo con- flusso telecomandato di artisti, turisti e venezia- durre lo spettatore attraverso i diversi messaggi ni (forse davvero pochi!), ci imbattiamo in Lu- che l’arte vuole comunicare. ciano Bobba – art-director, artista e fotografo – in compagnia della moglie Mariateresa Cerre- Cosa ti ha colpito di più? telli (anche lei eccellente e sensibile giornalista Tanta progettualità anche da artisti poco co- e critica). Lì ci siamo concessi una pausa per nosciuti… Da non perdere la performance riordinare e condividere idee e pensieri. dall’artista e musicista islandese Ragnar Kjar- Affidiamo ora anche a Luciano le domande sul- tansson. la Biennale per la quarta serie di risposte: Quali sono le tue preferenze rispetto ai Pa- Cosa pensi del Palazzo Enciclopedico? Che diglioni Nazionali? Luciano Bobba idea ti sei fatto del progetto di Massimiliano Il Belgio con lavoro di Berlinde De Bruyckere. Il Sono nato a Casale Monferrato nel 1957. Dalla Gioni? Padiglione dell’Indonesia e in particolare l’arti- fine degli anni ‘80 la mia ricerca artistica spe- Voglio risponderti con le stesse parole di Gioni sta Entang Wiharso, le sculture di Wim Botha rimenta varie forme espressive, dalla fotografia perché, dopo avere visto la Biennale, credo di nel Padiglione sudafricano. La valenza artistica tradizionale a quella digitale, dalla videoarte alla condividere in linea di massima il suo concet- e simbolica di Jeremy Deller al Padiglione della pittura. Il punto di partenza è il 1986 quando mi to. Gran Bretagna. Richard Mosse nel Padiglione sono trasferito a Los Angeles per frequentare la irlandese e l’artista neozelandese Bill Culbert. Otis Parsons School of Visual Art e la West Co- “Spesso ci si aspetta che le Biennali di tutto ast University per i corsi di computer grafica e il mondo, non solo quella di Venezia, ogni due Tra gli eventi collaterali cosa pensi sia rile- animazione. In quel periodo ho collaborato con anni presentino una ricognizione internazionale vante e vuoi suggerire? il MOCA (Museum of Contemporary Art) di Los del “meglio” – o supposto tale – dell’arte con- Ai Weiwei con S.A.C.R.E.D. alla Chiesa di Angeles come grafico e fotografo. Il 1989 se- temporanea, un’istantanea dello stato dell’ar- Sant’Antonin; Marc Quinn alla Fondazione gna il mio ritorno in Italia e l’inizio del mio lavoro te, una specie di “hit parade” degli artisti più in Giorgio Cini; Materia Prima a Punta della Do- per l’Editoriale Giorgio Mondadori-Cairo Edito- voga. Da addetto ai lavori conosco molto bene gana, Tony Oursler al nuovo Espace Culturel re di Milano, dove tuttora svolgo l’attività di Art quella specie di feticismo che si scatena nei Louis Vuitton. Director per il mensile In Viaggio. I miei lavori ar- mesi prima dell’opening intorno alla lista degli tistici sono stati presentati in mostre personali e artisti invitati, come se leggere in anticipo un Che artista segnali? collettive. www.lucianobobba.com elenco di nomi corrispondesse a sapere già Sicuramente quelli citati in precedenza, ma in come sarà la mostra fatta e finita. In questo generale sono tutti di buon livello. modo si perdono però di vista le motivazioni più profonde di rassegne simili, che non sono fiere Una tua battuta o un commento generale, d’arte e che hanno invece una forte vocazione libero sul “rito Biennale”? scientifica, di ricerca. Le Biennali non sono ne- Ci sono Biennali intriganti e meno intriganti, cessariamente lo specchio della contempora- tutto a mio parere è soggettivo. Ogni edizione neità, ma sono invece formidabili strumenti per porta a discutere su cosa si è fatto e su cosa si Da sinistra: Ragnar Kjartansson, S.S. Hangover, 2013, Performance 55. riflettere sulla contemporaneità e possibilmente poteva fare, su quali artisti invitare e quali non, Esposizione Internazionale d’Arte, Il Palazzo Enciclopedico.Foto: capire qualcosa in più attraverso il lavoro degli ma l’importante è che l’arte proposta ci faccia Francesco Galli. Courtesy La Biennale di Venezia artisti, che dovrebbe aiutarci a porci domande sognare e riflettere sul passato, sul presente e Entang Wiharso, Padiglione Indonesia, Il Palazzo Enciclopedico, 55. non scontate. Con Il Palazzo Enciclopedico ho sul futuro. Biennale Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, 2013 cercato di fare questo, di recuperare una vo- cazione e una visione più storica – presente in maniera molto forte nella Biennale di Venezia fin dalle sue prime edizioni – mischiando le carte in tavola, accostando artisti più giovani ad artisti defunti, opere d’arte vere e proprie a ogget- ti di provenienze diverse, maestri della storia dell’arte a outsider e autodidatti, ragionando sulla costruzione di un pensiero e non solo sui nomi degli artisti da invitare”

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/incontri-in-biennale-3-adele-maria-costantini/ Incontri in Biennale #5: Nicoletta Pallini Clemente Intervista a NICOLETTA PALLINI CLEMENTE di Matteo Galbiati

Su un vaporetto in direzione Arsenale abbiamo Guardando a tutte le proposte e le presenze incontrato, la giornalista, critica e curatrice Ni- credo che emerga evidente la non distinzione coletta Pallini Clemente, persona davvero spe- fra gli artisti professionisti, i dilettanti e i prota- ciale, acuta e stimolante, che, senza perdere gonisti dell’Art Brut. Mi colpisce l’attenzione al il sorriso, riesce a guardare con battuta velo- sogno e alla visione come parte imprescindibile ce nel profondo delle cose e, per questo, gli di qualunque percorso creativo. scambi con lei sono sempre occasioni di gran- de arricchimento. Durante la navigazione in la- Quali sono le tue preferenze rispetto ai Pa- guna ci siamo concessi una delle nostre solite diglioni Nazionali? chiacchierate che finiscono col dilagare su ogni Guardando alle partecipazioni nazionali ho fronte dell’arte, della cultura e non solo. molto apprezzato l’intervento di Berlinde De Anche a lei proponiamo le domande sulla Bien- Bruyckere nel Padiglione del Belgio poi, in nale di Massimiliano Gioni: quello della Santa Sede alla sua prima presen- za in Biennale con un suo padiglione, il superbo Cosa pensi del Palazzo enciclopedico? Che lavoro di Lawrence Carroll. Mi ha molto colpita idea ti sei fatta del progetto di Massimiliano anche il video dell’artista indiana Dayanita Sin- Gioni? gh. Questa edizione mi è piaciuta davvero molto e Nicoletta Pallini Clemente mi ha fatto dimenticare, per fortuna, le delusioni Tra gli eventi collaterali cosa pensi sia rile- Mi occupo d’arte da molti anni all’inizio come degli anni passati. È un progetto che ho trovato vante e vuoi suggerire? giornalista per vari periodici e da 15 anni so- in linea con il momento storico attuale in cui si Senz’altro la mostra della collezione del pittore prattutto come curatrice indipendente. E’ un avverte in modo tangibile l’esigenza di un’at- Tàpies a Palazzo Fortuny, anche se non è un lavoro che mi appassiona molto in particolare tenzione verso valori più profondi come quelli evento collaterale ufficiale ma fa parte della ric- quando riesco a trovare lo spazio adatto all’in- della ricerca interiore, della spiritualità, dell’in- ca proposta del MUVE. tervento dell’artista. Come è successo di re- trospezione… cente con David Tremlett e Mark Lewis al Forte Che artista segnali? di Bard e con Marco Bagnoli al Planetario di Che interpretazione ne dai? In modo particolare l’albanese Anri Sala e l’un- Milano. Ogni progetto che propongo è un po’ È una Biennale che invita a riflettere sul potere gherese Zsolt Asztalos. Ma ce ne sarebbero una sfida e lo è ancora di più in un momento dell’immaginazione in tutte le sue forme e de- tanti altri… come quello attuale. Ma sono fiduciosa. clinazioni, una Biennale affascinante che fa ve- nire voglia di tornare a rivederla almeno un’altra Una tua battuta o un commento generale, volta. libero sul “rito Biennale”? È un rito al quale mi sembra ormai impossibile Cosa ti ha colpito di più? sfuggire.

Padiglione Santa Sete, In Principio, Lawrence Carroll Untitled, 2012 1-2 particolari dell’installazione 55. Esposizione Internazionale d’Arte, Il Palazzo Enciclopedico, la Biennale di Venezia 55th International Art Exhibition, Il Palazzo Enciclopedico, la Biennale di Venezia. Foto: Italo Rondinella. Courtesy la Biennale di Venezia

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/incontri-in-biennale-6-chiara-gatti/ Incontri in Biennale #6: Chiara Gatti Intervista a CHIARA GATTI di Matteo Galbiati

Sempre all’Arsenale, luogo di numerosi incon- che aprirsi con una pietra monumentale. Una tri, dopo aver visitato l’intrigante Padiglione stele della saggezza. Più deludente l’interven- della Santa Sede, incontriamo Chiara Gatti, to di Ai Weiwei nella Chiesa di Sant’Antonin. dinamica e vulcanica critica e storica dell’arte, Il messaggio forte, il fatto reale, si perde in un voce critica del quotidiano La Repubblica per compiacimento tecnico, un virtuosismo freddo, le pagine milanesi. Con Chiara, forti di un lega- una casa delle bambole dove succedono cose me d’amicizia rinsaldato nel corso degli anni, tremende, ma la sensazione è che sia solo pla- condividiamo alcune battute veloci su quanto stilina. Peccato. visto e su quanto ci ha maggiormente colpi- to… Ritornano anche per lei le domande sulla Quali sono le tue preferenze rispetto ai Pa- Biennale: diglioni Nazionali? Certamente quello vincitore dell’Angola. A par- Cosa pensi del Palazzo enciclopedico? Che te gli scatti di Edson Chagas, la sede di Palaz- Chiara Gatti idea ti sei fatta del progetto di Massimiliano zo Cini è una meraviglia. Le foto, minimali ma Storica e critica dell’arte, scrive per le pagine Gioni? intense, sono disseminate fra broccati, arredi di cultura milanese del quotidiano La Repubbli- Gioni è, come sempre, abbastanza geniale. d’altra epoca e decine di fondi oro. Solo all’in- ca, collabora con la direzione del Museo d’arte L’intuizione di concepire il percorso come un gresso si incontrano un Beato Angelico e un di Mendrisio, in Svizzera. Specialista di grafica viaggio a ritroso nel sapere umano raccolto Piero della Francesca che si mangiano tutta la moderna e contemporanea, ha curato mostre in una sorta di palazzo ideale, ha qualcosa di Biennale. monografiche e tematiche per istituzioni come calviniano. Del genere “castello dei destini in- La Permanente di Milano, la Fondazione Stel- crociati” per intenderci, mescolato però a cer- Tra gli eventi collaterali cosa pensi sia rile- line di Milano, Villa Panza di Varese, il Vittoria- te visioni fantascientifiche, un po’ alla Kubrick. vante e vuoi suggerire? no di Roma, lo Spazio Transiti di Ferragamo a Fluttuando fra le stanze, le opere e le storie si La mostra di Anthony Caro al Museo Correr. È Grosseto, il Museo d’Arte di Lugano, il Museo combinano ogni volta in modo diverso. Un bel il padre putativo di tutta la scultura contempo- di Mendrisio, la Pinacotheque di Parigi oltre ad modo per raccontare l’arte come moltiplicazio- ranea. Impossibile dimenticarlo. altri spazi pubblici e privati italiani e stranieri. ne attuale delle tendenze. Recenti sono l’antologica di Leone Lodi per le Che artista segnali? sale Civiche di Soresina, la mostra Giacometti Che interpretazione ne dai? Pedro Costa nel padiglione di Cuba. Mi ha ip- e gli etruschi per la Pianocotheque di Parigi in Come un nostalgico ritorno al futuro. Il taglio notizzata. I suoi video-ritratti dal movimento im- collaborazione con la Fondation Maeght oltre antropologico, lo sguardo al passato, alle ori- percettibile sembrano la trasposizione odierna all’intervento di Mimmo Paladino per l’antica gini, alle tradizioni, alla natura primigenia e di quelli di Rembrandt o Vermeer. Ti fissano e chiesa di San Barnaba in Bondo in Trentino, poi, improvvisamente il salto nell’attualità, è ti straziano. allestito fino al prossimo autunno. spiazzante, ma è lo specchio di come vanno le cose. Una tua battuta o un commento generale, libero sul “rito Biennale”? Cosa ti ha colpito di più? Il rito vince un po’ sulla riflessione. È una bella La presenza di molta scultura, a partire da giostra, quando scendi ti gira la testa e tutte Cuoghi. Così imponente e così vulnerabile allo le immagini vanno insieme. L’importante è che stesso tempo. Un messaggio da lontano, pro- qualcosa resti. Come in tutte le cose, è una se- prio come il monolite nero di Odissea nello spa- lezione naturale. Ai posteri l’ardua sentenza. zio, appunto. Il Palazzo del sapere non poteva

Da sinistra: Anthony Caro, Garland, 1970, acciaio dipinto, 140x429,5x376 cm, Museo Correr, Venezia (1 giugno - 24 ottobre 2013). Museum of Fine Arts, Boston © Barford Sculptures Ltd. Foto: Mike Bruce. Courtesy Gagosian Gallery

Roberto Cuoghi, Belinda, 2013, 55. Esposizione Internazionale d’Arte, Il Palazzo Enciclopedico, la Biennale di Venezia. Foto: Francesco Galli. Courtesy la Biennale di Venezia

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Leggi su espoarte.net Maratona Biennale http://www.espoarte.net/arte/incontri-in-biennale-7-rosalia-pasqualino-di-marineo/ Incontri in Biennale #7: Rosalia Pasqualino di Marineo Intervista a ROSALIA PASQUALINO DI MARINEO di Matteo Galbiati

Davanti all’ingresso dell’intrigante Padiglione città, sempre più eventi espositivi ovunque. Va se da qualche parte una parentesi di omaggio delle Bahamas, sotto una fitta pioggia, abbia- bene che cresca, ma vedere tutto richiedereb- all’artista ce l’avrei fatta stare, mentre né Bien- mo incontrato Rosalia Pasqualino di Marineo, be almeno 15 giorni con ritmo decisamente nale né MUVE se ne sono preoccupati… Chis- curatrice della Fondazione Piero Manzoni, con sostenuto… Impossibile! sà, magari per il centenario… la quale, condividendo il precario riparo di un ombrellino pieghevole, ci fermiamo in lunghi Quali sono le tue preferenze rispetto ai Pa- Una tua battuta o un commento generale, saluti finché decidiamo di trasferire il nostro diglioni Nazionali? libero sul “rito Biennale”? dialogo sulla Biennale appena aperta, al riparo, Moltissime code… e quindi ne ho visti pochi. Occasione di incontro, scambio e confronto dentro al padiglione dello stato caraibico di cui Ho un ricordo positivo del Padiglione francese importante ed internazionale tra gli addetti ai rimaniamo, per altro, tutti incuriositi… e anche della Santa Sede. Interessante anche lavori, con l’accattivante contorno di cocktail, Ritornano le domande sulla 55. Biennale anche il progetto dell’Azerbaijan. cene e… le adorabili borsette di tela dei pa- per la giovane curatrice: diglioni! Tra gli eventi collaterali cosa pensi sia rile- Cosa pensi del Palazzo enciclopedico? Che vante e vuoi suggerire? idea ti sei fatta del progetto di Massimiliano Rilevante la mostra alla Fondazione Prada di Gioni? Ca’ Corner della Regina, When Attitudes Be- Ho visto tantissime cose e persone nei pochi come Form: Bern 1969/Venice 2013, anche giorni dell’inaugurazione e quindi il mio parere è se forse non immediata da capire. Piccolo ma davvero molto superficiale. Mi è sembrata una ben equilibrato, a Ca’ Rezzonico, il progetto A Biennale molto ordinata e “chiara”, dove per- VERY LIGHT ART (Mario Airò, Stefano Arienti, cepisci bene la linea curatoriale, lo svolgimento Cerith Wyn Evans, Flavio Favelli, Luigi Ontani, del tema. Non sono sempre di mio gusto tut- Gabriel Orozco, Heimo Zobernig), a cura di te le scelte attuate, ma resta evidente la linea Cornelia Lauf. Anche Caro si vede con piacere tracciata da Gioni. E questo lo trovo un grande (anche se non so perché ti proibiscono di fare pregio. le fotografie!).

Che interpretazione ne dai? Che artista segnali? Non credo di poter esprimere un giudizio di Al momento non ho un nome che mi abbia questo tipo! Preferisco lasciare ai critici e agli colpito particolarmente. Due mancanze: mi è storici le interpretazioni… stata fatta notare l’assenza di Claudio Costa, il cui lavoro sarebbe stato perfetto nel Palazzo Cosa ti ha colpito di più? Enciclopedico. Poi, non per tirar l’acqua al mio Mi sembra che sia sempre più grande la Bien- mulino, ma quest’anno cade il cinquantesimo nale: sempre più padiglioni all’Arsenale e in anniversario della morte di Piero Manzoni. For- Rosalia Pasqualino di Marineo Nasco tra tele bianche e linee, e cresco ascol- tando racconti e aneddoti e respirando aria “manzoniana”. Ormai grande, nel 1995 entro nell’Archivio Opera Piero Manzoni e collaboro alla redazione del Catalogo Generale di Piero Manzoni, curato da Germano Celant ed edito nel 2004. Promuovo la trasformazione del 2009 in Fondazione Piero Manzoni, di cui divento cu- ratrice, sotto l’attento occhio di Elena e Giusep- pe Manzoni di Chiosca, fratelli dell’artista. Sono quindi parte attiva nei progetti recenti, passati e futuri legati a Piero Manzoni, come la mostra (e il libro) Piero Manzoni: Azimut, alla Gagosian Gallery di Londra del 2011, la mo- stra a Francoforte in corso fino a settembre o la nuova collana di Quaderni della Fondazione, in collaborazione con Electa e il film documenta- rio su Manzoni, diretto da Andrea Bettinetti, di prossima uscita. Vivo a Milano, città che amo molto, proprio Veduta dell’installazione “When Attitudes Become Form”, Kunsthalle Bern. Claes Oldenburg, From left to right Model (Ghost) Medicine Cabinet, come Piero Manzoni… 1966; Street Head II (Pear), 1960 and Pants Pocket with Pocket Objects, 1963. Foto: Siegfried Kuhn © StAAG / RBA

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# the end Espoarte Digital www.espoarte.net

Leggi su espoarte.net Arte > Mostre http://www.espoarte.net/arte/vieni-vieni-in-citta-che-stai-a-fare-in-campagna/ Vieni, Vieni in città (che stai a fare in campagna?) TORINO | Riccardo Costantini Contemporary | 20 giugno – 14 settembre 2013 di FRANCESCA DI GIORGIO

Il viaggio come processo cognitivo può essere della Rivoluzione Francese invece il cittadino, vo” di Benjamin e quello da “nevrotico” citta- esperienza nota ma è interessante osservare il citoyen, era portatore dei diritti di libertà e dino di Gaber (il titolo della mostra non a caso come da simbolo di mobilità ed evasione, fisica uguaglianza sanciti dalla Dichiarazione dei Diritti cita il testo di una sua canzone del 1969). e mentale, sia un modo di riflettere sul suo op- dell’Uomo e del Cittadino (1789); e il documen- posto. Restare. to del 1789 divenne la base della Dichiarazione Questo gioco di rimandi è condiviso pienamen- Nell’accezione più positiva e cosciente, restare Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dalle te dagli artisti. Le Immagini di città di Daniele, come esserci. Ed e così che la mostra di Maria Nazioni Unite nel 1948». Fanuli, Maggini, Mollica, Van Roy e Zangarini Cristina Strati per Riccardo Costantini Contem- sono, di fatto, lo specchio di un tempo che non porary di Torino muove i primi passi dal con- Insieme a queste connotazioni giustamente restituisce un’immagine ordinaria ed univoca. cetto di cittadino, colui che non sempre ricorda politiche (polis=città) se ne aggiunge una più Dagli anni ’90 la fotografia (e anche al video) di esserlo e nemmeno ne vanta la condizione “lieve” ma altrettanto profonda. Il linguaggio rappresentano un mezzo per narrare micro- come status sociale: portatore di diritti e doveri fotografico è, ancora oggi, il mezzo che sim- storie, la fine delle “grandi narrazioni” di Lyo- di cui andare fiero. patizza con il contesto urbano e ci riesce con tard, visioni interiori, molteplici e frammentarie. successo in svariati modi, sia che si vestano i L’uomo e la città dialogano su un piano priva- «Nell’antichità essere cittadino romano signifi- panni di un viaggiatore consapevole sia quelli to, che non sempre trova riscontro e presen- cava godere di diritti particolari, costituiva un di un flâneur di benjaminiana memoria: perdersi za diretta. L’uomo e l’architettura cercano un vero e proprio status sociale. Ad esempio, se- significa ritrovarsi, a volte, ma soprattutto tran- contatto che spesso è tradotto in un’assenza condo gli Atti degli Apostoli, quando Paolo di sitare… che non è mai un “vuoto” ma accenno/segno Tarso è catturato, all’epoca delle persecuzio- In questo viaggio, vicino al pensiero della cu- lontano dai canoni della rappresentazione (Pie- ni contro i cristiani, si salva dichiarando il suo ratrice, il migliore cantautorato italiano: vedi De ro Mollica, Patrick Van Roy), visione/fusione tra essere cittadino romano “di nascita”. Ai tempi Gregori e il parallelismo tra lo sguardo “riflessi- spazio e individuo (Gianpiero Fanuli, Pierpaolo Maggini), coincidenza/disuguaglianza tra iden- tità e vissuto, esteriore ed interiore (Mario Da- niele, Silvio Zangarini). Com’è bella la città, d’estate, in bilico tra pre- senza e assenza.

Vieni, Vieni in città (che stai a fare in cam- pagna?) a cura di Maria Cristina Strati

Artisti: Mario Daniele, Gianpiero Fanuli, Pierpaolo Maggini, Piero Mollica, Patrick Van Roy, Silvio Zangarini

20 giugno – 14 settembre 2013 (chiuso in agosto)

Riccardo Costantini Contemporary Via della Rocca 6/b, Torino

Orari: da martedì a sabato ore 11.00 – 19.00 (Lunedì e domenica chiuso)

Info: +39 011 8141099 +39 348 6703677 [email protected]

Gianpiero Fanuli, Perugia - Italy, 2005, cm 58x60, stampa lambda fra allum. e plexi. Courtesy Riccardo Costantini Contemporary, Torino

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Leggi su espoarte.net Arte > Mostre http://www.espoarte.net/arte/sponge-living-space-nel-segno-del-numero-perfetto/ Sponge Living Space nel segno del “numero perfetto” PERGOLA (PU) | Sponge Living Space | 13 luglio – 15 settembre 2013 di MATTEO GALBIATI

Casa Sponge, Pergola (PU). Foto: Cristian Iotti Frédéric Saia, Forza di Adattamento e Appropriazione

Seguendo il motto “La libertà è una forma di Stravolgendo, ripensando e riflettendo sempre Cavallarin, Flavia Fiocchi, Francesca Maria disciplina” prosegue con Perfect Number – 9 sui luoghi resi aperti dall’associazione marchi- Forte, collettivo/sguardo contemporaneo, strutture indipendenti, 9 stanze, 9 project ro- giana, il progetto, da questa proposto, resta Roberta Ridolfi, Viviana Siviero oms l’attività estiva della dinamica home galle- integro nella sua filosofia di fondo: guardare ry Sponge Living Space, realtà sempre fresca alla proposta di individuali strategie e scelte Artisti: Marco Bernardi, Roberto Paci Dalò, e propositiva che negli anni ci ha abituato ad di campo che, volute dai partecipanti, nella Maria Grazia Galesi, Laura Giovannardi, una seria programmazione di mostre ed even- differenza delle sfumature e dei contenuti, fac- Silvia Mariotti, Gianni Moretti, Sebastiano ti particolarmente attenti alla sperimentazione ciano apprezzare tanto la peculiare libertà e Mortellaro, Fabio Melosu, Angelo Petronel- dei linguaggi più attuali. Casa Sponge, infatti, individualità dell’orientamento, quanto rendano la, Frédéric Saia , Douglas Scholes, Ivana sostiene da sempre i linguaggi dei nuovi talenti tangibile e manifesto quel confronto-dialogo in- Spinelli, Sasha Vinci, Rita Vitali Rosati, Lo- e dei giovani, confermandosi significativo luogo dispensabile per far maturare e crescere una renzo Zavatta di transito, dialogo e ricerca sull’arte dei cosid- coscienza critica e dialettica troppo spesso detti emergenti, espressione e voce della più avulsa, se non completamente aliena, dal di- Associazioni: 22:37, Barcellona-Belgrado- stretta contemporaneità e attualità artistica e battito sull’arte di oggi. Largo quindi alle project Berlino; BOCS, Catania; Clang/Passo, Scicli culturale. room indipendenti e pensate per quest’occa- (RG); Laboratorio Alchemico, Milano; Lem, sione nel rispetto di una comune con-divisione Sassari; CRAC, Cremona; scatolabianca, All’insegna della libertà espressiva delle corre- e com-partecipazione. Milano; sguardo contemporaneo, Roma; lazioni e della versatilità degli spazi e degli am- Come annunciato anche Sponge ArteContem- Rad’Art Project/artéco, Mercato Saraceno bienti torna, quindi, la quarta edizione di Perfect poranea occuperà uno spazio tutto suo, stac- (FC) Number con una significativa variazione… Se cato e separato, per creare dialogo ma non nelle precedenti edizioni 9 artisti con 9 curatori interferenze. Si collocherà simbolicamente nel 13 luglio – 15 settembre 2013 hanno lavorato sulle 9 stanze messe a disposi- giardino, la decima stanza. Perché aprendo la zione da Sponge Living Space, lasciando tra- porta della sede, esce per incontrare e acco- Sponge Living Space sparire l’individualità delle singole personalità, in gliere chi arriva. via Mezzanotte 84, Pergola (PU) questo caso – pur rimanendo presenti artisti e curatori – ad emergere saranno le filosofie e gli Perfect Number. 9 strutture indipendenti, 9 Orario: su appuntamento orientamenti di 9 strutture indipendenti, 9 asso- stanze, 9 project rooms. IV edizione ciazioni che operano anch’esse impegnandosi a cura di: Associazione 22:37 (intervento Info: +39 339 4918011 per la promozione e nel sostegno delle ricerche critico di Zara Audiello), Milena Becci, An- [email protected] contemporanee. nalisa Bergo, Nila Shbnam Bonetti, Martina www.spongeartecontemporanea.net

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Leggi su espoarte.net Fotografia http://www.espoarte.net/arte/ri-incontrarsi-ad-arles-estate-in-fotografia/ Ri-incontrarsi ad Arles… estate in fotografia ARLES (Francia) | sedi varie | 1 luglio – 22 settembre 2013 di DANIELA TRINCIA

Sicuramente Gli incontri di fotografia di Arles anni ’90, ha preso questa tecnica. L’imporsi, fotografica, ha fatto delle cose straordinarie. arricchiscono e confermano la lunga tradizio- cioè, del colore che è andato a soppiantare il ne, la vitalità e l’attenzione a questa tecnica da bianco e nero che, fino allora, era stato ritenu- È stato il primo nero entrato nella Farm Se- parte della Francia. Perché il livello della mani- to l’essenza della fotografia d’arte, con la sua curity Administration istituito da Roosvelt nel festazione per artisti coinvolti, organizzazione, quasi definitiva scomparsa negli anni Duemila. 1937 per documentare la depressione nelle allestimenti delle mostre e il consistente e cu- Volendo quindi verificare che ruolo occupa oggi zone rurali del Paese; il primo nero a entrare nel rato programma ricco di workshop, conferenze il bianco e nero, si può dire che il curatore, nel- 1948 nella redazione di LIFE, raccontando con e dibattiti, riprovano la grande vitalità del Paese le circa cinquanta mostre monografiche, abbia i suoi reportage la faccia nascosta degli Stati che, infatti, vanta alcune tra le più prestigiose condotto una sorta di monitoraggio, testando- Uniti, quella della povertà, della violenza, della manifestazioni dedicate alla fotografia. Les ren- ne lo “stato di salute” analizzando tantissimi tipi segregazione; il primo nero che ha testimo- contres, arrivati alla 44. edizione, dal 1970 raf- di fotografia (da quella d’arte al reportage), con niato i nuovi movimenti a favore dei diritti degli forzano questa lunga e fiorente storia. non poche sorprese. afroamericani guidati da Martin Luther King e Malcom X; il primo regista nero di Hollywood, Disseminati in poco più di venti sedi dislocate Nonostante “il mondo è a colori” come amava realizzando nel 1969 per la Warner Bros The in tutta la città, il cuore è concentrato nell’ex sostenere il nostro Luigi Ghirri, il bianco e nero Tree Learning-Ragazzo la tua pelle scotta e nel centrale elettrica: quattro grandissimi capan- conserva tuttavia quelle peculiarità di sintesi e 1971 Shaft il detective, uno dei primi film della noni industriali recuperati e finemente allestiti concentrazione e quell’alone di nostalgia; forse blaxploitation (fusione delle due parole inglesi per accogliere le mostre dei differenti fotografi per questo tuttora è largamente utilizzato da nu- black-nero ed exploitation-sfruttamento), cui lo rappresentanti dei diversi paesi ospitati. Ideati merosi fotografi, come sigla stilistica, per taluni, stesso Quentin Tarantino nel suo Django rende da Jean-Maurice Rouquette, Michel Tournier, come strumento principe per tracciare risvolti omaggio. Il fotografo che ha raccontato il mon- Maryse Cordesse e Lucien Clergue, ogni esta- intimi e psicologici, per altri. Tra questi emer- do della box col suo memorabile reportage su te Gli incontri richiamano fotografi professionisti ge, per la mole degli scatti esposti e per i temi Mohammed Alì ma anche il patinato universo e amatori da tutto il mondo. e l’articolazione, la prima grande retrospettiva della moda. europea su Gordon Parks (1912-2006), pro- Edizione, quella di quest’anno, per la quale il posta da FORMA di Milano, in collaborazione Les rencontres d’Arles photographie_Arles curatore François Hébel ha scelto di “vestire con la Gordon Parks Foundation di New York, in black di nero” la città, ha cioè selezionato fotografi con la curatela di Alessandra Mauro, presenta- a cura di François Hébel e lavori esclusivamente in bianco e nero, per ta al Magazzino Elettrico. Da quando nel 1938 contrastare quella rotta che, a partire dagli Gordon Parks acquistò la sua prima macchina 1 luglio – 22 settembre 2013

Arles – sedi varie Orari: tutti i giorni 10.00 – 19.00 Info: www.rencontres-arles.com

LA MOSTRA: Gordon Parks (1912-2006). AN AMERICAN STORY a cura di Alessandra Mauro una mostra di Forma, Milano, in collaborazio- ne con Gordon Parks Foundation, New York Magasin Électrique parc des Ateliers, Arles Orari: 10.00 – 19.30

Gordon Parks, L’uomo invisibile, Harlem, New York, 1952 © Gordon Parks Foundation

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Leggi su espoarte.net Arte > Mostre http://www.espoarte.net/arte/la-dove-c%E2%80%99e-o-non-c%E2%80%99e-la-scrittura-il-libro-d%E2%80%99artista-si-racconta/ Là dove c’è (o non c’è) la scrittura: il libro d’artista si racconta MILANO | Libreria-Galleria d’arte Derbylius | 27 giugno – 28 settembre 2013 di MATTEO GALBIATI

Dieci anni fa Carla Roncato avviava una serie Una rassegna che nelle sue otto edizioni non di mostre che, periodicamente, ponevano la ha ovviamente mancato di riflettere non solo propria attenzione su quegli artisti che hanno sulle ipotesi linguistiche di un uso scritturale – e orientato il loro pensiero su un uso non con- non – del “segno” degli artisti, ma che ha ce- venzionale della parola e, nello specifico, della lebrato anche il libro d’artista, oggetto il cui af- parola scritta. Una serie fortunata di esposizioni fascinante e particolare valore di “opera” deve che torna nuovamente in questa ottava edizio- essere ancora pienamente scoperto. ne di “Leggere/non leggere”…: Libro d’artista Da Derbylius guardiamo alla sparizione della e oltre con una selezione di personalità di tutto parola che si fa materia e diventa cosa, assi- rispetto. stiamo alla palesazione fisica e corporea del Quello intrapreso dalla gallerista milanese è un discorso; vediamo la decifrazione della comu- avvincente viaggio che, edizione dopo edizio- nicazione perdere la sua logicità ovvia, ammiria- ne, ha saputo analizzare con raffinata qualità mo il libro che rinuncia alla propria organicità… la scrittura che diventa opera d’arte, guardan- Eppure qui non smentiamo di incontrare tanta do alla sua progressiva e variegata dismissio- poesia, cosa che davvero in queste mostre non ne dalla consueta ed immediata decifrabilità manca mai. di codice comunicativo. I codici degli artisti si vestono, infatti, di altre forme, re-inventando e “Leggere/non leggere”…: Libro d’artista e ri-definendo l’espressione comunicativa dello oltre. VIII edizione. Dal concetto all’immagi- scrivere in quei territori che si pongono ai suoi ne: tra segno, grafica e scrittura confini ultimi, alle zone estreme dell’immagina- “Leggere/non leggere”…: Libro d’artista e oltre. VIII edizione, veduta della mostra, Libreria-Galleria d’arte Derbylius, Milano zione poetica. Artisti: Vincenzo Agnetti, Gianni Bertini, Ge- Una passione per questo ricco “genere arti- orge Brecht, Antonio Calderara, Ugo Carre- stico” che si racchiude e si decifra da sempre ga, Luciano Caruso, Vincenzo Ferrari, Lucio nel mondo della galleria di Carla Roncato: lo si Fontana, Ugo La Pietra, Enzo Mari, Bruno legge in ogni mostra, negli artisti che passano Munari, Diter Rot e Luigi Veronesi dalle sue sale, dei critici che si accostano al suo Ultime sperienze della galleria: Kaori Mi- lavoro, dei progetti culturali e dalla dinamica yayama, Arrigo Lora Totino, Salvatore Car- ricchezza degli incontri che qui avvengono… bone, Gianni Emilio Simonetti, Gino Gini, Questa mostra ripropone quindi, ancora, una Fernanda Fedi, Enrico Cattaneo, Filippo riflessione sulla parola che si fa immagine, sulla Michelangelo parola resa oggetto nella caratterizzazione at- Edizioni di Derbylius: Irma Blank e Aldo Spi- tuata da quegli artisti che hanno scelto questo nelli “strumento particolare” per esprimere la propria Nuove proposte: Paola Fonticoli, Anna Va- ricerca. La scrittura si declina con sfumature ed leria Borsari e Liliana Ebalginelli. interventi di livello differente tanto nella conce- zione e strutturazione, quanto negli esiti finali. 27 giugno – 28 settembre 2013 Si scoprono alfabeti inediti, forme inattese che si addensano in immagini che spaziano tra aree Libreria-Galleria d’arte Derbylius semantiche diverse. Via P. Custodi 12, Milano In mostra, oltre alla parte storica con nomi pre- stigiosi, le opere relative alle ultime esperienze Orari: martedì-sabato 15.00-18.30 o su ap- della galleria e le belle Edizioni di Derbylius, puntamento ritroviamo anche un’importante sezione dedi- cata ad Arturo Schwarz di cui si presentano Info: +39 02 39437916 – +39 340 6429760 circa 50 edizioni che guardano alla sua figura [email protected] di scrittore e poeta, con esempi di testi tratti www.derbylius.com dalla collana Il segno e la parola (1956) fino al libro d’artista Una poesia per ogni giorno del- la settimana di Linda (edito da Mudima cui si aggiungono cinque incisioni e due disegni di Giovanni Bonaldi).

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Leggi su espoarte.net Lifestyle > Moda http://www.espoarte.net/arte/insieme-siamo-altro-antonio-marras-e-danilo-bucchi-in-mostra-a-spoleto/ Insieme siamo altro: Antonio Marras e Danilo Bucchi in mostra a Spoleto SPOLETO (PG) | Palazzo Collicola Arti Visive | 29 giugno – 29 settembre 2013 di SILVIA CASAGRANDE

Insieme siamo altro, o Da cosa nasce cosa fluido e pronto all’accoglienza di Bucchi. Le so- Piazza Collicola 1, Spoleto (PG) avrebbe sentenziato Munari, è il titolo della mo- vrapposizioni, le stratificazioni tipiche dei capi stra che consacra l’incontro tra Antonio Mar- di Antonio Marras diventano qui frammenti di Orari: tutti i giorni 10.30-13.00 e 15.30-19.00; ras, lo stilista “intellettuale”, e Danilo Bucchi, suggestioni, pennellate di colore che riempio- martedì chiuso l’eclettico artista romano in continua ascesa. no i perimetri neri abbozzati da Bucchi nei suoi Ingresso mostra Euro 4,00; ridotto dai 15 ai Palazzo Collicola, la raccolta d’arte contempo- disegni dove il bianco – come ricorda lo stesso 25 , oltre 65 anni e gruppi con oltre 15 per- ranea di Spoleto, creata dal grande storico e Marziani curatore della mostra – si trasforma in sone Euro 3,00; dai 7 ai 14 anni Euro 1,50; critico d’arte Giovanni Carandente e dal 2010 contenitore germinativo. Residenti: fino 14 anni gratuito, da 15 anni e sapientemente diretta da Gianluca Marziani, oltre € 1,50; omaggio fino ai 6 anni diventa spazio di contaminazioni, luogo di ina- Le opere di Bucchi sono rotazioni segniche, spettati incontri e di magici intrecci grazie alle corpi ibridiche come luoghi di transito attendo- Info: +39 074 346434 opere realizzate a quattro mani dai due artisti no di divenire, mentre i lavori di Marras, fatti di [email protected] ed esposte nelle sale del Piano Nobile. Passato rimandi e di associazioni, sono in attesa di qual- www.palazzocollicola.it e presente, vecchio e nuovo, tradizione e mo- cuno o di qualcosa che li ultimi e che ne deli- dernità, arte e moda si stratificano, si fondono nei i contorni. Insieme diventano altro. Marras a creare “altro”. tesse tracce di memoria e riempie di materia i corpi e i volti che Bucchi profila cucendone i Da quando è diventato di “moda” parlare della bordi dell’interiorità. Nelle opere a quattro mani moda, gli studi riguardo l’annoso problema se di Marras e Bucchi, dove la paternità del gesto la moda sia arte e se, a sua volta, l’arte sia sog- si perde, non solo il tratto ma anche il flusso getta alla moda sono proliferati finendo spesso interiore dei due artisti si fonde, si completa, si con il complicare anziché risolvere i termini della placa come a diventare altro da sé… “insieme questione. La mostra Insieme siamo altro narra siamo altro”. invece altre vicende. Racconta di una visione contemporanea dell’arte che rompe la sintassi Antonio Marras+Danilo Bucchi. della retorica, che compone a colpi di forbice e Insieme siamo altro che trascende gli equilibri codificati per divenire a cura di Gianluca Marziani altro. Nelle opere esposte a Palazzo Collicola lo stilista sveste i panni del creatore di moda 29 giugno – 29 settembre 2013 e trasferisce la sua visione dall’abito al puro segno per tessere nuove trame con il gesto Palazzo Collicola Arti Visive

Antonio Marras+Danilo Bucchi. Insieme siamo altro, veduta della mostra, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto (PG)

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Leggi su espoarte.net Arte > Mostre http://www.espoarte.net/arte/spazio-transiti-sguardi-sospesi-nel-tempo/ Spazio Transiti… sguardi sospesi nel tempo MARINA DI SCARLINO (GR) | Spazio Transiti | 25 maggio – 10 ottobre 2013 di MATTEO GALBIATI

Arte contemporanea a Marina di Scarlino a cura di Paolo Campiglio con la collabora- zione di Chiara Gatti

25 maggio – 10 ottobre 2013

Programma:

Wind as energy 27 maggio – 26 giugno 2013 Artisti: Paola Pezzi, Lucia Sammarco, Ar- cangelo Sassolino e Marc Bowditch

La forma del tempo 27 giugno – 26 luglio 2013 Artisti: Elena Modorati e Silvia Camporesi

Travelling away 27 luglio 2013 – 27 agosto 2013 Artisti: Velasco Vitali, Nicola Villa, fotografie di Renzo Chiesa e all’esterno installazioni di Daniela Novello Un doppio dialogo al femminile, posto tra due ne autonoma sul linguaggio fotografico e, in sensibilità affini e, al contempo, distanti, ha questa mostra lo comprendiamo bene, cerca L’ombelico del mondo contraddistinto il secondo appuntamento della una soluzione formale oltre lo spazio canoni- 28 agosto – 28 settembre 2013 manifestazione Arte contemporanea a Marina co della fotografia. Nelle nuove opere ripren- Artisti: Mirco Marchelli, Paolo Canevari e di Scarlino, che ha visto protagoniste le arti- de il tema del paesaggio e dell’impossibilità di Nanni Valentini ste Elena Modorati (1969) e Silvia Camporesi definirlo entro la superficie chiusa e di finzione (1973). Un confronto complesso quello tra la della foto. Molte opere sono all’angolo e, con On the water ricerca fotografica di Camporesi con le delicate forme a pop-up, generano il desiderio illusorio 25 maggio – 10 ottobre 2013 ed evanescenti cere di Modorati, che non ha di aprire l’immagine a nuove visioni. Camporesi Artisti: Patrizia Novello, Gregorio Botta e certo mancato di suggestionare, sviluppando mina la certezza dello sguardo, chiarisce il fal- Daniele Salvalai forti intrecci e sensibili evocazioni. limento della ripresa illustrata della natura che Il tempo nella sua forma è stato l’elemento cen- si fa vuoto nel reale e la fissa in una fluttuante Spazio Transiti. Arte contemporanea al por- trale di condivisione e di differenziazione tra le atemporalità. to di Marina di Scarlino due artiste. In loro questo elemento è letto e in- Questa manifestazione dedicata all’arte con- Località Puntone, Marina di Scarlino (GR) terpretato sottraendolo alla sua necessaria lo- temporanea animerà l’estate del porto di Mari- gica contingente, per renderla ancor più entità na di Scarlino, tra i più rinomati della Maremma Orario: tutti i giorni 17.00 – 23.00 in-definitiva. Elena Modorati da tempo racco- Toscana, grazie a Spazio Transiti che, nuovo glie i suoi pensieri e le sue ipotesi entro tavole e luogo espositivo nato dall’idea dell’imprendi- Info: +39 335 6899931 oggetti in cera – materia già evocativa – in cui tore fiorentino Leonardo Ferragamo, ospiterà www.marinadiscarlino.com centrale è il tema della scrittura. Una scrittura nelle sue sale, antistanti la banchina, il fitto pro- che è apparente tentativo di una comunica- gramma di mostre. Avranno un ruolo anche i zione che resta solo ipotesi indecifrabile di una giardini nei quali si presentano alcune sculture presenza, di una identità, di una storia. La sua che, nel corso dei mesi, accresceranno il loro registrazione del tempo ne attesta l’impossibile numero in concomitanza con le singole mostre, esegesi conclusiva e risolutiva, anche negli ul- fino a fine ottobre, quando si verrà a comporre timi lavori, di sapore archeologico, il tempo si un parco di sculture sul mare. ri-identifica con quello non certo e lento della Nuovo appuntamento quindi con Travelling riscoperta di un mistero per la conoscenza. away, che inaugura a fine settimana, con gli ar-

tisti Velasco Vitali, Nicola Villa, Renzo Chiesa e In alto: Silvia Camporesi declina una sperimentazio- Daniela Novello. Silvia Camporesi, Sink or float, 2011

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Leggi su espoarte.net Fumetto http://www.espoarte.net/arte/lirresistibile-fascino-della-nona-arte-a-milano/ L’irresistibile fascino della Nona Arte… a Milano di MATTIA ZAPPILE

Dal Giappone all’America ritrovando la strada nale di Parigi, il Giappone mette in mostra e Guido Crepax, Valentina. Il triangolo di Crepax 1976 per l’Europa, percorso tra le mostre estive mi- inizia a sedurre il mondo artistico con la propria © Archivio Crepax lanesi dedicate al mondo del fumetto cultura e iconografia. Si parlerà di japonisme. Tra irriducibili manager allergici all’ozio, segre- Un secolo dopo nulla è mutato allorché, nel tarie abbracciate ai ventilatori, le macchie gri- pieno dell’euforia industriale e artistica della ge in espansione delle serrande abbassate e Settima arte, Spielbergh, Coppola e Scorsese l’asfalto ammorbidito che cede sotto le scarpe, eleggono il regista più importante della storia gli spazi del circuito artistico milanese diventa- del Sol Levante come loro mentore. “His in- no liete isole dove l’occhio e il corpo si ristora- fluence on filmmakers throughout the entire no. Tra i principali ospiti, e certo tra i più graditi, world is so profound as to be almost incompa- il mondo del fumetto si è conquistato un ruolo rable.” sottolineò Martin Scorsese a proposito da protagonista nelle rassegne stagionali me- di Akira Kurosawa. neghine. Da poco terminata, la bella avventura del Manga Festival alla Rotonda della Besana Superato il millennio, il fascino e la portata ri- ha portato l’ennesima testimonianza sulla cen- voluzionaria dell’immaginario orientale traspare tralità e vitalità della produzione giapponese. ormai in ogni manifestazione artistica dell’Occi- dente. Di quell’immaginario, il Manga (letteral- Era il 1867 quando, all’Esposizione Internazio- mente “immagini stravaganti” o “immagini frivo-

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le”) è forse il più potente e caratteristico medium con i prodotti giapponesi che in quegli anni in- espressivo. Sintesi, serialità e sperimentazione, vadevano ed entusiasmavano l’Occidente. Tin lo rendono prodotto globale, incredibilmente Tin, Lucky Luke, i Puffi. metamorfico, pronto a metabolizzare e restitu- ire input e influenze. Ovviamente, anche nella Sulle pagine delle due storiche riviste “Tin Tin” grande sfera di influenza culturale e finanziaria, e “Spirou” prende forma un immaginario figu- che ruota attorno al mondo del fumetto, e che rativo fatto di colori campanati, tratti precisi e comprende cinema, informatica e videogioco, continui, una linea chiara appunto, che si rivol- oltre agli interscambi con la pittura e la narrati- ge ad un pubblico giovanissimo puntando su va, la potenza del mercato e dell’arte america- una facile leggibilità delle immagini e l’umori- na impone, per gigantismo e qualità, la propria smo carico di avventura delle trame. L’idea si ineluttabile presenza. dimostra vincente e importata nei confini italiani Le librerie di settore, opportunamente seziona- si concretizza nella nascita del “Corriere dei te, dedicano all’una e all’altra delle produzio- piccoli”, fortunata testata per ragazzi che ripro- ni nazionali la metà dei loro spazi, con Akira a pone le ambizioni e le scelte linguistiche delle fronteggiare, senza troppe reverenze, la banda pioniere belghe. Oggi, ecco un vero esempio dei Vendicatori. Eppure, con procedimento ma- di valorizzazione del patrimonio culturale, Bru- tematico piuttosto dubbio, il fumetto europeo, xelles è diventata una città-museo dedicata alla italiano e francofono in prima linea, riescono tradizione nazionale del disegno a strisce in un a ritagliarsi uno spazio autonomo, cementato labirinto di murales che qualche appassionato su differenti idee iconografiche e narrative oltre ha già eletto a luogo di pellegrinaggio. Così, se Milano Manga festival 2013 che di marketing e promozione. Crepax è riuscito a trasferire la sua Milano nel fumetto, Tin Tin ha saputo trovare la strada per A Palazzo Reale, a dieci anni dalla morte la i pavés di Bruxelles. retrospettiva Guido Crepax: ritratto di un arti- sta (fino al prossimo 15 settembre) illumina la Mostre in corso: scena su una strada alternativa tra autorialità Guido Crepax: ritratto di un artista e industria, creatività e prodotto, in una atmo- sfera dove gli squarci della città di Milano sono 20 giugno – 15 settembre 2013 tutt’uno con l’opera del fumettista. Onnivoro, di spirito versatile e insaziabile, Crepax cerca Palazzo Reale, Milano e trova la sua maniera pittorica mediando tra le fantasie e le suggestioni della passerella, i Orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30 miti del cinematografo, la maestria compositiva martedì, mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle del fotografo cui la sua Valentina fa da alfiere, 19.30 insomma una variopinta e tipicamente postmo- giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30 derna rete citazionistica immersa nella cornice Ingresso gratuito degli spazi milanesi cui l’autore rimane per tutta la carriera affascinato cantore. Tra libri consu- Info: www.comune.milano.it/palazzoreale mati e scrittoi, un’intervista alla Lulu che diede www.valentinabyguidocrepax.it il volto a Valentina e seducenti tavole in bianco e nero, immersi tra raffinatissime variazioni su Belgio: il regno del fumetto topoi letterari colti e insieme richiami alla cultura popolare, la mostra a Palazzo Reale è un vero e 21 giugno – 6 ottobre 2013 proprio templio dove riscoprire in una luce per- Belgio: il regno del fumetto. Wow Spazio Fuemtto, Milano 21 giugno - 6 ottobre 2013 sonale e insieme storica il lavoro del poliedrico Wow Spazio Fumetto artista italiano. Viale Campania 12, Milano

Se l’opera di Crepax si fa testimone di una po- Info: +39 02 49524744 etica che di fatto accomuna una buona parte www.museowow.it della produzione fumettistica europea, segna- ta da una spiccata vena realistica e una certa attenzione alla cura del dettaglio, nonché da irrefutabili ambizioni autoriali di ricerca artistica, la rassegna Belgio: il regno del fumetto (fino al 6 ottobre) proposta da Wow Spazio Fumetto di Milano mette in mostra una vera e propria scuola nazionale indipendente, fondata su va- lori e scelte figurative differenti. Sotto l’egidia della cosiddetta “ligne claire” ritroviamo i volti e le storie che hanno accompagnato l’infanzia di un’intera generazione, gareggiando alla pari

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Leggi su espoarte.net Arte > Mostre http://www.espoarte.net/arte/vezzoli-al-maxxi-uno-e-trino/ Vezzoli al MAXXI… Uno e trino ROMA | MAXXI | 29 maggio – 24 novembre 2013 di DANIELA TRINCIA

“Quando si scherza, bisogna essere seri” era con disinvoltura e maestria dalla scultura al vi- Francesco Vezzoli – Galleria Vezzoli solito affermare il caro Alberto Sordi. È con deo, alla fotografia, al ricamo, evidenziandone a cura di Anna Mattirolo questo spirito di serioso scherzo che France- anche una certa ritualità (come il ricamo o gli sco Vezzoli (Brescia, 1971) si presenta alla sua stessi autoritratti, in cui magistralmente analiz- 29 maggio – 24 novembre 2013 prima antologica italiana. Ed è così che Fran- za anche il tema del doppio), in una sapien- cesco Vezzoli, oltre a raccontare di se stesso te fusione della cultura cosiddetta “alta” con MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI e delle sue ossessioni e passioni, racconta la quella “popolare”, per denunciare lo scellerato secolo – Gallerie 2 e 3 società contemporanea, con i suoi (tanti) vizi e utilizzo dell’arte come forma di intrattenimento, Via Guido Reni 4A, Roma (poche) virtù; il suo (profondo) degrado e (scar- piuttosto che di cultura. Meravigliosa è la sfil- se) capacità di rinascita. Percorrere, quindi, la za di nove statue di dolcezza canoviana che, Orari: martedì-mercoledì-giovedì-venerdì-do- Galleria Vezzoli (questo il titolo della personale come una moderna teoria delle giovani vergini, menica 11-19; sabato 11-22; chiuso lunedì allestita nelle Gallerie 2 e 3 del MAXXI di Roma), reggono gli schermi al plasma sui quali sono equivale a ripercorrere non solo tutta la sua pro- proiettati altrettanti video, interpretati da famo- Info: +39 06 3225178 duzione artistica degli ultimi circa vent’anni, dai sissime stelle dello spettacolo non solo italiane www.fondazionemaxxi.it primi ricami del 1995, ma perfino i cambiamenti ma anche hollywoodiane. sociali dei periodi recenti, soprattutto attraver- so le sue faraoniche realizzazioni video, che in alcuni casi hanno addirittura anticipato la realtà (Caligola è emblematico e Comizi di non amore è illuminante).

Curata da Anna Mattirolo, Galleria Vezzoli è parte del progetto di più ampio respiro The Tri- nity, ironico titolo col quale l’artista indica le tre distinte personali tra loro correlate che si svol- geranno nel corso del corrente anno oltre che a Roma al MoMA PS1 di New York con The Church of Vezzoli (in autunno) e al MOCA di Los Angeles con Cinema Vezzoli (in autunno/ inverno). E, come in ogni evento mondano, co- struito sull’apparenza, fondato sull’esibizioni- smo, mascherato dal niente, il red carpet guida gli invitati, così la Galleria Vezzoli si ammanta di rosso damascato. Colore che fa risaltare le opere esposte ed evoca la tinta utilizzata dai collezionisti ottocenteschi nelle loro quadrerie dei sontuosi palazzi. Si crea così una sorta di museo nel museo, con un allestimento che pie- ga completamente alle esigenze espositive lo spazio del MAXXI (i cui unici punti deboli sono quelli di passaggio, in altre parole la parte con- clusiva della Galleria 2 dove sono stati esposti Untitled, i tre grandi arazzi Gobelin della col- lezione Pinault, e la Galleria 3 con la rielabo- razione di undici locandine cinematografiche), le circa novanta opere consentono di cogliere appieno la complessità del lavoro di Vezzoli.

Nella vasta gamma di rimandi alla storia dell’ar- te (tra cui anche il mostro sacro Duchamp), da cui palesemente attinge a piene mani, egli elabora le tematiche fondamentali della sua ricerca (arte, religione, cinema), muovendosi Francesco Vezzoli - Galleria Vezzoli, veduta della mostra, MAXXI, Roma ©Musacchio/Ianniello/Napolitano

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Leggi su espoarte.net Arte > Mostre http://www.espoarte.net/arte/mat-collishaw-oltre-il-naturale/ Mat Collishaw: oltre il naturale VERONA | FaMa Gallery | 8 giugno – 28 settembre 2013 di SIMONE REBORA

Il corso della società odierna intride dei suoi più sconvolgenti progressi (e brutture) il cuore profondo della natura umana. E parlare di futu- ro, significa quindi confrontarsi con prospettive esistenzialistiche e ontologiche, filtrate però da uno sguardo attento all’evoluzione tecnologica, scientifica e culturale. Mat Collishaw, per la seconda volta a Verona da FaMa Gallery, propone una serie di ope- re recentissime (realizzate tutte tra il 2010 e il 2013), che sintetizzano la sua riflessione su questo doppio canale, senza mai rinunciare a una raffinata ricerca estetica.Preternatural (che potrebbe essere tradotto come “oltre il natura- le”) è appunto la constatazione di una bellezza che si nutre di morte e oscurità, consumando dal di dentro una vitalità che straborda oltre i propri limiti. E ciò senza alcun voyeurismo: la bellezza arriva limpida e immediata, e Collishaw indaga piuttosto il suo non reggere sulla distan- za, quando l’immagine è gradualmente decifra- ta dall’occhio della mente.

I soggetti scelti sono fiori affetti da pustole si- filitiche (The Venal Muse), giardini incantati che si congelano nella propria impossibile perfezio- ne (The Crystal Gaze No. 5); ma anche insetti spiaccicati che disegnano epici flussi galattici (Insecticide 28), o fiori che bruciano come ani- me in gotici tabernacoli (Preternaturalia), fino a culminare nel più romantico addio alla vita, nei piccoli fuochi fatui di farfalle (Burning Butterflies) tenui come cerini nel buio, intensi come simboli dubbiamente a suo agio nella sperimentazione FaMa Gallery eterni di consunzione. tecnica, è anche abile a non lasciare esaurire Corso Cavour 25-27, Verona Collishaw opera sottili manipolazioni digitali su l’oggetto alla sua prima impressione. L’insieme foto realizzate con le tecnologie più avanzate, delle opere e l’allestimento sono inseriti in una 8 giugno – 28 settembre 2013 simula tridimensionalità tramite stampe lentico- costante penombra, in un’atmosfera caravag- lari o mette in scena slow motion che hanno gesca diffusa, che ammalia il visitatore e intor- Orari: 10.00 – 13.00 e 14.30 – 19.30 tutto il fascino silenzioso di un Bill Viola. In- pidisce il senso critico. Ma come già sottoline- (chiuso il lunedì e festivi) ato, è proprio da questo intorpidimento che la graduale consapevolezza scaturisce più limpi- Info: +39 045 8030985 da e intensa. Come nota Gemma de Cruz [email protected] www.famagallery.it “in Preternatural, come in tutta la sua produ- zione artistica, Collishaw non cerca di rendere un ideale elusivo in qualcosa di tangibile, bensì cerca di presentare l’inesplicabile paradosso del desiderio umano di ottenere la bellezza im- possibile al di là della nostra paura di accettare la realtà”.

Mat Collishaw, Preternatural, veduta della mostra, FaMa Gallery, Mat Collishaw. Preternatural In alto: Verona 2013, Courtesy FaMa Gallery Mat Collishaw, Insecticide 28, 2012, fotografia C-type, cm 177X177

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Leggi su espoarte.net Arte > Mostre http://www.espoarte.net/arte/hangarbicocca-la-musica-e-cambiata/ HangarBicocca. La musica è cambiata MILANO | HangarBicocca | settembre 2013 – giugno 2015 di GINEVRA BRIA

2 settembre 2013, Milano. A fine maggio, lo razione di poetica. costituisce, infatti, un elemento fondamentale spazio di via Chiese aveva ricevuto circa due- della sua intera composizione artistica e si tra- centomila visite, forte di due gemme espositi- L’installazione video, inedita in Italia, unisce sforma, come lo stesso Kjartansson afferma: in ve quali: la membrana di Saraceno (On Space musica, arte, cinema e performance, promette elemento quasi plastico. Composta dall’artista Time Foam) e l’ombrosa, per una prima volta in di essere uno degli eventi di rilievo nell’ambito per il poema Feminine Ways dell’ex moglie e assoluto meditativa, personale di Kelley (Eterni- del Festival MITO Settembre Musica. L’allesti- performer Asdís Sif Gunnarsdóttir, la colonna ty is a long time). Durante la prima settimana di mento di The Visitors in HangarBicocca, pro- sonora alterna sonorità potenti e sommesse. giugno, mentre le dimissioni dell’Assessore Bo- iettato sulla superficie di nove schermi in scala eri avevano ormai sancito un futuro ancora più 1:1 rispetto ai video che supporta, è un pro- Ma il programma di Todolì prenderà comple- claudicante, per quanto ha riguardato la pro- getto sonico-visuale già ospitato in istituzioni tamente avvio con un percorso composto da grammazione autunnale dell’arte Contempora- e gallerie internazionali, quali: Migros Museum numerose tappe, sebbene non prettamente nea a Milano, il board dell’Hangar presentava für Gegenwartskunst di Zurigo nel 2012, che site specific; pietre miliari (per quanto riguarda il suo nuovo Artistic Advisor: Vicente Todolì. Il l’ha prodotto, Galleria Luhring Augustine di la storia dell’Hangar) che prevedono l’alternarsi fitto, scandito programma di mostre, presenta- New York e TBA21 Thyssen-Bornemisza Art di artisti affermati a giovani nomi del panorama to dall’ex direttore della Tate Modern, spalmato Contemporary di Vienna nel 2013. Ispirata nel contemporaneo, italiani e non. Il 31 ottobre, nell’arco di quindici mesi (fino ad aprile 2015) e titolo e nel tema all’omonimo e ultimo album infatti, si inaugura Islands, una retrospettiva di supportato da tre milioni di euro di budget, in- del gruppo svedese ABBA, The Visitors offre Dieter Roth (Hannover, 1930 – Basilea, 1998), fine inaugura ufficialmente il 19 settembre. The una riflessione intorno al tema della forza e che comprende opere installative, dipinti, stam- visitors, installazione di Ragnar Kjartansson della persistenza dei legami affettivi, della ma- pe, video e film realizzati tra gli anni Settanta (Reykjavík, 1976) dallo Shed dell’Hangar sta linconia e del romanticismo tipici della cultura e Novanta. Il programma espositivo continua per risuonare come una vera e propria dichia- nordica da cui Kjartansson proviene. La musica nel gennaio 2014 con una personale di Micol

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Assaël (Roma, 1979), già conosciuta a livello duo artistico che lavora sul tema del cinema e Todolí, dal canto suo, ha sottolineato più volte internazionale grazie a mostre presso il Palais della camera oscura, di recente osservato an- come l’unicità dello spazio e delle mostre rap- de Tokyo e la Kunsthalle Basel, che proporrà che in Biennale a Venezia. Nel giugno 2014, in- presenti il punto di partenza nella concezione installazioni basate su dinamiche fisiche che vece, è prevista la prima retrospettiva italiana di del calendario artistico per HangarBicocca, coinvolgono i sensi dello spettatore. Joan Jonas (New York, 1936), considerata l’ini- affermando «le caratteristiche di HangarBiocc- ziatrice della pratica artistica della performance. ca renderanno davvero unico ogni progetto Nella primavera del 2014 è prevista la mostra A settembre dello stesso anno HangarBicocca espositivo: l’incontro tra lo spazio e l’arte, la personale di Cildo Meireles (Rio de Janeiro, ospita la personale di Céline Condorelli (Parigi, loro coabitazione e convivenza enfatizzerà le 1948), uno dei più importanti artisti degli ultimi 1974), che si distingue per la sua capacità di potenzialità sia dell’uno che dell’altra. Come se decenni, nata anche grazie alla collaborazione costruire relazioni con lo spazio, mentre a otto- uno più uno facesse tre». Ci auguriamo dun- con il Museo Reina Sofia di Madrid e il Museo bre sarà la volta di Juan Muñoz (Madrid, 1953 que, che sulla scia di questo pensiero, Han- di Serralves di Porto, che presenta alcune in- – Ibiza, 2001), tra i più importanti scultori del garBicocca cominci una stagione differente, stallazioni fondamentali del suo percorso tra cui dopoguerra. Il 2015 si aprirà, infine, con Da- tenendo fede al proprio passato ma vivendo A Traves e Babel. mián Ortega (Città del Messico, 1967), artista il futuro come una nuova, unica occasione di internazionale presente a questa edizione della lasciare un segno. Nel maggio del 2014, HangarBicocca ospiterà Biennale di Venezia, le cui opere e installazioni la mostra antologica di Pedro Paiva (Lisbona, ambientali hanno trasformato l’idea tradizionale Ragnar Kjartansson. The Visitors 1979) e João Maria Gusmão (Lisbona, 1977) di scultura. a cura di Andrea Lissoni e Heike Munder in collaborazione con Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo

19 settembre – 17 novembre 2013 Inaugurazione 18 settembre 2013 ore 19,00

HangarBicocca Via Chiese 2, Milano

Orari: giovedì-domenica 11.00-23.00 Ingresso libero

Info: +39 02 66111573 [email protected] www.hangarbicocca.org

Dall’alto: Micol Assaël, Chizhevsky Lessons, 2007, Piastre di rame, cavi d’acciaio, “generatore a cascata”, trasformatore/ copper plates, steel,wires, cascade generator, transformer, 22,347 x 11,355 x 5,20 m, Installation view, Kunsthalle Basel, Switzerland, 2007, Photo: Serge Hasenböhler, Courtesy of the artist and ZERO…, Milano, Crediti Micol Assaël

Damián Ortega (1967), Moby Dick (Los Angeles), 2005, Video transferred to DVD, 9 min 42 sec, Courtesy of the artist and kurimanzutto, Mexico City

Nella pagina a fianco: Ragnar Kjartansson,The Visitors, 2012, 9-channel video projection, dimension variable - Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst, Photo (Installation): Stefan Altenburger Photography, Zurich © the artist

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