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Trent’anni di chiavi di lettura
Siamo arrivati ai trent’anni, quindi siamo in quell’età in cui ci sentiamo maturi senza esserlo del tutto e abbiamo tantissime energie da spendere per il futuro. Sono energie positive, che vengono dal sostegno e dal riconoscimento che il

cammino fin qui percorso per far crescere ArtePadova da quella piccola edizio-

ne inaugurale del 1990, ci sta portando nella giusta direzione. Siamo qui a rap-

presentare in campo nazionale, al meglio per le nostre forze, un settore difficile

per il quale non è ammessa l’improvvisazione, ma serve la politica dei piccoli passi; siamo qui a dimostrare con i dati di questa edizione del 2019, che siamo stati seguiti con apprezzamento da un numero crescente di galleristi, di artisti, di appassionati cultori dell’arte. E possiamo anche dire, con un po’ di vanto, che negli anni abbiamo dato il nostro contributo di conoscenza per diffondere tra giovani e meno giovani l’amore per l’arte moderna: a volte snobbata, a volte non compresa, ma sempre motivo di dibattito e di curiosità. Un tentativo questo che da qualche tempo stiamo incentivando con l’apertura ai giovani artisti proponendo anche un’arte accessibile a tutte le tasche: tanto che nei nostri spazi

figurano, democraticamente fianco a fianco, opere da decine di migliaia di euro

di valore ed altre che si fermano a poche centinaia di euro.

Se abbiamo attraversato indenni il confine tra due secoli con le sue crisi, è per-

ché l’arte è sì bene rifugio, ma sostanzialmente rappresenta il bello, dimostra che l’uomo è capace di grandi azzardi e di mettersi sempre in gioco sperimentando forme nuove di espressione; l’arte è tecnica e insieme fantasia, ovvero un connubio unico e per questo quasi magico tra terra e cielo. L’arte è qualcosa

che difficilmente riusciamo a esprimere con le parole, e difatti quando ne siamo al cospetto ce ne accorgiamo perché ci colpisce dentro: fin da quelle impronte

di mani sporche di terra ocra lasciate sulle pareti delle grotte dei nostri progenitori. Non a caso tante forme d’arte contemporanea, ormai lontane anni luce

dalle puntigliose “fotografie” di ritratti e vedute del passato, tornano a far visita

a quelle origini: arte è innanzitutto conoscenza e quindi cultura, rilettura e rielaborazione in chiave personale. Nella nostra vetrina diamo a tutti la possibilità di ammirare, criticare, farsi un’idea, scegliere dove sentirsi più in sintonia con chi, prima di noi e accanto a noi, si sforza di dare un senso al proprio desiderio di esprimersi.

Nicola Rossi

direttore artistico ArtePadova
Padova, espressione del bello attraverso i secoli
Padova, la città che amo e rappresento, è città d’arte. Espressione del bello,

conservazione di capolavori architettonici, pittorici e scultorei di prima grandez-

za a cui il mondo guarda con ammirazione. Paradossalmente a volte siamo noi

che abitiamo questi luoghi a dare per scontato il patrimonio che ci circonda, proprio per l’abitudine ad averlo quotidianamente sott’occhio, e sono gli stranieri con i loro pellegrinaggi dell’arte a riportarlo nella dovuta considerazione.

Ma sarebbe riduttivo rinchiudere tanto splendore in una “torre dorata”, tra le

pareti di un museo o nei palazzi e ville padovane, senza aprirlo alla conoscenza dei più.

In ArtePadova siamo a celebrare i primi trent’anni delle fasi seguenti di questa

grande arte che ci arriva da un lontano passato che gelosamente custodiamo in quanto consci del suo valore: innanzitutto per l’anima della gente, poi per

la cultura e infine per i riflessi turistico- economici che ci vengono dal nostro

patrimonio artistico. L’arte in chiave moderna non è meno importante di quella presente nelle pina-

coteche e negli edifici di culto e civili, perché esprime dei valori universali: gli

stessi che ritroviamo negli affreschi del Trecento o sui teleri della Serenissima. Quindi ad essa guardiamo con grande attenzione e affetto, in quanto espressione di come la cultura del nostro tempo si racconta, e per questo ugualmente meritevole di essere tenuta in grande conto.

L’augurio dell’Amministrazione civica, e sono certo di esprimermi anche a nome dei cittadini che essa rappresenta, è che ArtePadova per questi motivi pos-

sa continuare a crescere nel prestigio e nella considerazione di chi, in Italia e all’estero, all’arte attribuisce quei meriti che le sono propri da sempre: quando l’arte riesce a catturare le nostre emozioni, entra in comunicazione con la parte profonda del nostro essere e in qualche modo ci rende migliori.

Sergio Giordani

Sindaco di Padova
Dall’Urbs Picta al contemporaneo
Padova Urbs Picta, è la definizione di questa città che da anni ripetiamo come un mantra ed è il titolo della candidatura di Padova - città dipinta, per entrare la Lista del Patrimonio mondiale Unesco. Il percorso lo abbiamo già avviato: 500 pagine di documentazione e 100 immagini affidate al World Heritage Centre di Parigi per la valutazione della bontà di una candidatura che siamo certi non

avrà grandi rivali nel mondo, giacché la nostra città da 700 anni ospita cicli pittorici di eccezionale valore e che non hanno eguali.

Pur non essendo Firenze, Roma, Milano o Venezia, Padova ha goduto nei secoli il riflesso della cultura e dell’arte della Serenissima partendo però da un’au-

tonomia artistica trecentesca che le ha conferito appunto i titoli per fregiarsi

dell’appellativo di Città dipinta grazie agli affreschi che in Giotto vedono un eccezionale capofila. Come la storia dell’arte riconosce tale valore alla città, così noi moderni cultori

della bellezza espressa mediante le forme artistiche, valutiamo la qualità di

quella che da trent’anni è una delle più importanti fiere italiane di arte moderna – ArtePadova. Qui con cadenza annuale il pubblico fruisce di un’opportunità difficilmente ri-

scontrabile altrove, entrando in contatto diretto con i maestri del contemporaneo: in parte avvicinabili solo sui libri e sulle riviste d’arte, in parte presenti accanto alle loro opere di ieri e di oggi. Riunire tante gallerie in uno spazio ampio e nel contempo contenuto qual è

quello fieristico, ha il grande valore propedeutico di diffondere il senso del bello e il significato della sperimentazione in una società certamente distratta da trop-

pe suggestioni e banalizzazioni.

Il nostro augurio è che ArtePadova dopo il prestigioso presente abbia un grande

futuro, perché sarebbe riduttivo raccontarla come un mero fenomeno commerciale: infatti è cultura viva, da tramandare alle giovani generazioni.

Andrea Colasio Assessore a Cultura e Musei Comune di Padova

StArt_ Padova Studi per l’Arte Padova, Studi professionali Dal 4 novembre 2019 al 31 marzo 2020

GRANDE SUCCESSO PER START, SECONDA EDIZIONE!
In concorso giovani artisti italiani ed internazionali. il 15 novembre, conferenza stampa ad Arte Padova!

Sarà presentata la selezione di finalisti

che saranno in mostra negli studi professionali padovani www.startpadova.it
Comunicato Stampa Open Day StArt! Il 15 novembre alle ore 10.00, presso il Padiglione 7 di ArtePadova,

saranno annunciati i finalisti di StArt-Padova, un progetto che, giunto alla seconda edi-

zione, coinvolge dieci studi professionali della città patavina. StArt è nato nel 2018 dalla collaborazione di un gruppo di professionisti uniti dalla passione per l’arte contemporanea. Gli studi, che comprendono commercialisti, notai, avvocati, architetti, psicologi e altre professioni, si trasformano in questi cinque mesi in innovativi spazi di coesistenza con l'arte. Le opere si inseriscono negli ambienti di lavoro favorendo un positivo dialogo tra arti e mestieri.

Alcuni dei più importanti studi professionali di Padova hanno deciso di rinnovare la loro adesione o partecipare per la prima volta all'edizione 2019 di StArt, aprendo così le porte

dei loro uffici ad artisti under 30, attivando efficaci momenti di confronto e promuovendo

il lavoro di questi giovani artisti. Le opere selezionate dalla commissione rimarranno

esposte presso le diverse sedi dal 4 novembre fino al 31 marzo 2020 e saranno raccolte

nel catalogo StArt_2020 a cura di Padova Ospitale Onlus, Studio Alcor Commercialisti S.p.A. – Stp, Studio Legale Eulex, Cescot Veneto, Frase Contemporary Art e M.A.rte.

La Commissione Tecnica composta da Giovanni Bianchi (professore del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Padova), Sileno Salvagnini (professore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia), Patrizia Lovato (professoressa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia), Daniele Capra (curatore indipendente e giornalista), Federica Bianconi (architetto e curatore), Marco Serraglio (Direttore Cescot Veneto e collezionista di Frase Contemporary Art), Dario Lenarduzzi (ideatore di StArt e rappresentante dello Studio Alcor Commercialisti S.p.A. – Stp), Davide Milan (Studio Legale Eulex) e Stefania Schiavon (Progetto Giovani Padova) ha selezionato dodici artisti meritevoli per capacità, qualità tecnica, ricerca e contemporaneità della proposta artistica. I vincitori del bando sono: Beatrice Alici, Luisa Badino, Giulia Coda, Annagreta Filippi, Maddalena Granziera, Giulio Malinverni, Ylenia Modolo, Marta Naturale, Giulio Polloniato, Elena Shaposhnikova, Eva Chiara Trevisan e Giordano Tricarico. A tre artisti partecipanti verranno inoltre assegnati due premi del valore di € 1.000,00 ciascuno, ovvero il Premio Critica e il Premio Padova Ospitale, quest’ultimo riservato ad

uno studente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia o dell’Università di Padova. Infine

il Premio Copertina garantirà l’utilizzo e la riproduzione di una delle opere dell’artista vincitore quale immagine di copertina del catalogo StArt_ 2020. StArt, in questa seconda edizione, è promosso dall’Associazione Padova Ospitale Onlus

che dal 1996 realizza progetti socio-sanitari di accoglienza, assistenza e cura rivolti alla

fascia povera della popolazione, sia nel territorio cittadino sia nei Paesi in Via di Sviluppo. In particolare il programma “Angeli della Solidarietà” ha lo scopo di dare assistenza e sostegno alle persone colpite dalla recente e grave crisi economica, con l’obiettivo di rispondere a questa situazione di emergenza sociale.

Gli Studi Professionali coinvolti in questa II Edizione sono: Studio Alcor Commercialisti

S.p.A. – S.t.P.; Studio del Notaio Marianna Russo; Atelier di Architettura Officina Fortu-

na; Studio Legale Eulex; Giotto SIM S.p.A.; Avv. Carlo Cappellaro; ComLegis Commercialisti & Avvocati; Blonde&Brains agenzia pubblicitaria e creativa; Studio dello Psicoterapeuta dr. Saul Piffer – Palazzo Corte Vigodarzere; Cescot Veneto. Il progetto StArt ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Padova, Università degli Studi di Padova, Accademia di Belle Arti di Venezia e GAI – Giovani Artisti Italiani.

Per ulteriori informazioni: www.startpadova.it

E-mail [email protected]

DNArt L’impronta genetica unica e invisibile per proteggere e valorizzare le opere d’arte.

DNArt è un’innovativa tecnologia anticontraffazione basata su DNA sintetico, applicabile su qualsiasi tipologia di opera d’arte perché basata su tecniche compatibili con la produzione, la conservazione e il restauro dei beni artistici. DNArt fornisce ad ogni bene un codice segreto e unico: un’impronta genetica non replicabile che consente di marcare in maniera completamente invisibile materiali (antichi e moderni) come la carta, la tela e il legno.

Sviluppata dai ricercatori di Aries S.r.l., spin-off dell’Università Ca’ Foscari Venezia,

DNArt è una tecnologia di notevole utilità non solo per i collezionisti privati, ma anche per tutte le gallerie, case d’asta, fondazioni, gli enti e le strutture pubbliche o private coinvolte nella promozione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. La marcatura con DNArt consente di garantire l’autenticità dell’opera d’arte nelle transazioni di compravendita, nelle operazioni di prestito o semplice custodia e in caso di ritrovamento dopo il furto o lo smarrimento. Perché scegliere la tecnologia anticontraffazione DNArt?

  • X
  • SICUREZZA. Il tag di DNA sintetico usato per la marcatura garantisce un livello

di sicurezza altissimo, è indecifrabile da terzi ed è impossibile replicarlo.
INVISIBILITÀ. Il tag e quindi l’informazione in essa contenuta diventano parte dell’opera stessa, che non viene minimamente alterata.
TAG ANTIMANOMISSIONE. A differenza di altri sistemi anticontraffazione ba-
XXsati sull’applicazione di marcatori individuabili e removibili (incisioni, etichette e ologrammi), DNArt, essendo totalmente invisibile, non può essere manomessa.

  • X
  • FLESSIBILITÀ. Con uno stesso tag di DNA si possono marcare più opere di

una stessa collezione.

Contatti: ARIES S.R.L.

Via J. da Montagnana 49 - 35132 – Padova www.aries-project.it

Telefono: +39 049 2134035

Mail: [email protected]

La PITTURA ANALITICA ad ARTEPADOVA 2019
Esposizione a Cura di FerrarinArte

La pittura viene periodicamente data per morta. Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, in particolare, l'Arte Concettuale sembrò averne per sempre decretato l’inuti-

lità. Eppure, tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli

anni Settanta, in Europa ma soprattutto in Italia, molti artisti non abbandonarono il campo e tentarono, ancora una volta, di rifondare la disciplina pittorica ripartendo da una sorta di «grado zero»: individuare alcuni elementi caratteristici di questo linguaggio e sondarne tutte le possibilità era il loro obiettivo. Era nata la Pittura Analitica.

Elio Marchegiani “Grammatura di colore”,

1973,supporto intonaco, non numerata, cm 132,5x123,5

Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Claudio Olivieri, Elio Marchegiani, Paolo Masi, Pino Pinelli, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini sono i pittori selezionati. Temi come il colore, il supporto, il materiale, il processo di lavoro, lo spazio pittorico, furono affrontati da un variegato ma interessantissimo gruppo di artisti, dei quali a Padova potremo ammirare alcuni capolavori. Negli anni Settanta, infatti, colore, telaio e tela tornarono ad essere quello che erano sempre stati, cioè strumenti indispensabili della forma espressiva pittorica.

Preceduto negli Stati Uniti da ricerche affini ma dai diffe-

renti presupposti, questo comune sentire ebbe in Europa il suo terreno di sviluppo. L’Italia fu epicentro di questa rinascita, che affrontò tutti i fondamenti del «fare pittura». Questa esperienza salì su tutti i palcoscenici internazionali dedicati all’arte contemporanea: dal Museo d’Arte Moderna di Parigi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, dalla Biennale di Venezia a Documenta di Kassel, senza contare numerose e prestigiose gallerie private, i “pittori analitici” furono per alcuni anni al centro dell’attenzione di

critica, pubblico e mercato. Poi, tra la fine del decennio e

l’inizio degli Anni Ottanta la Spontane Malerei in Germania

Riccardo Guarneri “Verticale unico”,

2016-17, tecnica mista su tela, cm

180x140

e la Transavanguardia in Italia riportarono la figurazione

a un ambiente artistico internazionale di nuovo pronto a leggere e apprezzare la pittura. Da qualche anno si è avviata una vera e propria riscoperta della Pittura Analitica. Musei, fondazioni, gallerie pubbliche e private allestiscono con sempre maggiore frequenza esposizioni dedicate a uno o più aspetti di quel vasto panorama e sono stati effettuati diversi tentativi di sistematizzazione.

Fabio Civitelli
Senza Frontiere

Fabio Civitelli, disegnatore tra i più conosciuti nel mondo texiano, collabora con la Sergio Bonelli Editore da più di trent’anni. Artista

tra i più apprezzati dagli amanti della Nona Arte, firma la seconda

mostra a Ca’ di Fra’ (2012). Quest’occasione, però, è sensibilmente differente poiché sarà una personale unicamente di opere su tela. Un vero e proprio battesimo per un “Civitelli artista”; un ingresso a pieno titolo in un territorio nuovo….. La questione se il Fumetto sia o meno Arte risulta ormai stucchevole, se non semplicemente superata dai fatti. Unico strumento necessario per dirimere la questione: uso degli occhi. Perfetto equilibrio di ogni elemento; Ogni

Fabio Civitelli “Apache”

t. 29

singolo puntino o linea, ombra o tratto ha una sua assoluta necessità e ragion d’essere….una ineluttabile necessità di esistere. Opere ricche di riferimenti storico – artistici, mai improvvisate. Le tele di Fabio Civitelli raccontano una storia intera in un unico istante, sospesa tra “tempo dei

sogni e dei giochi” e “tempo della riflessione”.

Fabio Civitelli “Forest floor”, 2019,

acrilico su tela, cm 40x60

La passione di Fabio Civitelli per la Storia della Fotografia e del Cinema è palpabile; Il lavoro raffinato e colto; a più livelli di decodificazione.

I cieli di Michael Kenna, l’intensità di Paul Strand, i paesaggi

sconfinati di Ansel Adams, ma anche i tagli cinematografici

di George Romero, le inquadrature de La Mummia di Karl

Freund (film con Boris Karloff del 1932), Nosferatu, film muto

del 1922 diretto da Friedrich Wilhelm Murnau, sono il palcoscenico delle sue opere. Il Fumetto è Arte. Il lavoro di Fabio Civitelli lo testimonia in ogni “punto”, rivelan-

do una trasversalità di linguaggi (fotografia, pittura, fumetto) e

Fabio Civitelli “Merced River”, 2018,

acrilico su tela, cm 40x60

suggestioni affascinanti.
La mostra si compone di una ventina di opere su tela e 32+32 acquerelli.

L’artista sarà presente domenica 17 Novembre dalle ore 15.30 presso la sala conferenze del pad. 7

Manuela Composti

Courtesy © Sergio Bonelli Editore - Milano / Ca’ di Fra’ - Milano

RossovermiglioArte presenta

Giorgio Laveri - Fair Play

Nel corso della sua quasi cinquantennale esperienza artistica, Giorgio Laveri, pur variando il suo stile ed i campi in cui ha agito, ha mantenuto fedelmente una linea di pensiero. Linea composta da due elementi fondamentali ed imprescindibili. Il primo è la vicinanza verso gli ultimi. Sarebbe fuori tempo e banale proporre un’arte visivamente incline e fedele alla rappresentazione della realtà per seguire la suddetta vocazione artistica non curandosi dei mutamenti radicali che hanno caratterizzato la storia dell’arte nel secolo scorso. Per questo come spesso accade è necessario un medium o una maschera per poter veicolare un messaggio in chia-

Giorgio Laveri “Discorso da sviluppare”,

2001, ceramica smaltata, cm 31x31x21

ve attuale anche nascondendosi sotto immagini di opposta natura. Laveri nel suo lungo

percorso artistico si è sempre affidato alla sua prima arte, il primo suo campo d’interes-

se, il suo primo amore. Il cinema. Qui entra in gioco il secondo elemento fondamentale. L’ironia. Tuttavia, nell’opera dello scultore savonese, questa non cede al rappresentare

cinematograficamente un aspetto tragico in chiave ironica. Le

sculture e le tele di Giorgio Laveri si caricano nella loro totemica imponenza di un’ironia sagace che ci spinge magneticamente ad avvicinarci, a scrutare, a fotografare questi giganti

del quotidiano vivere. Ma che tuttavia nel profondo delle infi-

nite cromìe proposte dall’artista savonese, celano un’ombra, un vuoto profondo che pone lo spettatore sotto il giogo del gigantismo laveriano. Imbrigliando le nostre emozioni. Vinco-

Giorgio Laveri “Il giudice Colt”,

2011, ceramica smaltata con intervento a III fuoco, cm 45

lando i nostri occhi ad un’indagine visceralmente coinvolta e tesa a cogliere un messaggio recondito e nascosto all’interno di questi colossi ceramici. Solo allora, dopo aver demolito l’ineccepibilità delle forme, la

luce fulgida degli smalti policromi e la nostra ombra celata nei riflessi dell’oro e del pla-

tino, ci troveremo soli davanti al pensiero e all’idea cardine di queste opere d’arte. Oggi

Laveri propone tutto il suo infinito universo artistico al pubblico di

Padova. Città che è ormai la sua seconda casa e che nel corso della sua lunga carriera lo ha ospitato non solo nell’annuale appuntamento di ArtePadova ma anche nelle numerose esposizioni e performance organizzate dalla Galleria Rossovermiglio. Da Sala giochi nel lontano 2006 a Un caffè con… passando per la storica performance del CilieGiotto. Oggi grazie a Rossovermiglio ed

ArtePadova possiamo affondare le nostre iridi nelle luci riflesse e

nelle linee eteree di queste sculture esponenziali. In questa antologia della sua produzione storica, Laveri satura il nostro vedere. Una tira l’altra, ciliegie immense per golosi insa-

Giorgio Laveri “Moka”, 2009,

ziabili. Pont des arts, lucchetti inviolabili per amori eterni. Truka, rossetti a misura di cinema. Moka, pura italianità allo stato liquido

ceramica smaltata con intervento a III fuoco, cm 50

prodotta da una totemica caffettiera in oro e platino. Oppure Gustavo, piccolo carro armato giocattolo di soli trentacinque centimetri con cui

far giocare i vostri irrefrenabili figli. Ecco in queste opere risiede la

vera chiave di lettura di queste sculture. Queste sculture non rappresentano un mondo reale ma con ferocia propongono una critica di matrice diametralmente opposta. E allora il Truka è in realtà il simbolo

di una bellezza effimera che quotidianamente ci viene proposta dal

cinema, dalla TV e dai social. Bellezza che ci appare così lontana, immensa e inarrivabile ma che tuttavia ci attrae magneticamente a sé. Bellezza che ciò nonostante nasconde al suo interno una fragilità ed un’assenza incolmabile che Laveri propone magistralmente realizzando i rossetti nella fragilissima materia ceramica e

Giorgio Laveri “Ultimo

tango a Parigi”, 2016, tecnica mista su tela, cm 180x120

lasciando all’interno delle sculture un vuoto tremendamente abissale. Le ciliegie diventano rappresentazioni consumistiche di un uomo vorace che aliena il proprio vivere cedendo all’istinto del consumo sfrenato. La caffettiera in un periodo di incombenti nazionalismi incarna i costanti slogan patriottici di una supposta perfezione e superiorità italica. Il lucchetto si erge ad ultimo baluardo di un perduto amore romantico che pur di sopravvivere è costretto ad ancorarsi su

uno sperduto ponte francese. Infine i carri armati che oggi più che mai

simboleggiano un mondo che irrimediabilmente e progressivamente si discosta dalla vita, dove la guerra diventa un gioco, dove persone lontane in paesi remoti sono pedine in balia dei nostri carri armati, mentre noi rimaniamo spettatori indignati di questo atroce gioco quotidiano.

Giorgio Laveri “Una

tira l’altra”, 2015, ceramica smaltata, cm 35x32x48

David Melis

Jorrit Tornquist, maestro della luce e del colore geometrico

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    Arts and Design Studies www.iiste.org ISSN 2224-6061 (Paper) ISSN 2225-059X (Online) Vol.44, 2016 Utilizing Adobe Illustrator's Blend and Transform in Designing Op-Art Items Randa Darwish Mohamed Assistant Professor in Printing, Publishing and Packaging Dept., Faculty of Applied Arts, Helwan University, Egypt. Abstract Op-Art can strengthen the product image and can combine culture elements which satisfies consumers’ visual requirement. Some applications of op-art are in security prints, fashion design, packaging design, architecture, interior design, publishing media, and printing designs. The problem is the few softwares specialized in Op-Art production. These softwares are based on geometric shapes in creating visual art items. Concerning the wide facilities of blend and transform options and effects in Adobe Illustrator software, many op- art items can be investigated. The goal is to highlight the importance of these tools options and effects and its ease, efficiency, and functionality in designing countless variety of op-art items. The availability, prevalence, and ease of use of the Adobe softwares are very important advantages that encourage designers to use in most of their works. The research aims to design Op-Art items by using Illustrator's blend and transform and utilizing these items in various designs. Keywords: Op-Art, Adobe Illustrator, Blend, Transform, packaging design, Guilloche. 1. Introduction 1.1 Op-Art (1965-70) Op Art can be defined as a type of abstract or concrete art consisting of non-representational geometric shapes which create various types of optical illusion. For instance, when viewed, Op Art pictures may cause the eye to detect a sense of movement (eg.
  • Jcmac.Art W: Jcmac.Art Hours: T-F 10:30AM-5PM S 11AM-4PM

    Jcmac.Art W: Jcmac.Art Hours: T-F 10:30AM-5PM S 11AM-4PM

    THE UNBOUNDED LINE A Selection from the Juan Carlos Maldonado Art Collection Above: Carmelo Arden Quin, Móvil, 1949. 30 x 87 x 95 in. Cover: Alejandro Otero, Coloritmo 75, 1960. 59.06 x 15.75 x 1.94 in. (detail) THE UNBOUNDED LINE A Selection from the Juan Carlos Maldonado Art Collection 3 Juan Carlos Maldonado Art Collection was founded in 2005 out of a passion for art and a commitment to deepen our understanding of the abstract-geometric style as a significant part of Latin America’s cultural legacy. The fascinating revolutionary visual statements put forth by artists like Jesús Soto, Lygia Clark, Joaquín Torres-García and Tomás Maldonado directed our investigations not only into Latin American regions but throughout Europe and the United States as well, enriching our survey by revealing complex interconnections that assert the geometric genre's wide relevance. It is with great pleasure that we present The Unbounded Line A Selection from the Juan Carlos Maldonado Art Collection celebrating the recent opening of Juan Carlos Maldonado Art Collection’s new home among the thriving community of cultural organizations based in Miami. We look forward to bringing about meaningful dialogues and connections by contributing our own survey of the intricate histories of Latin American art. Juan Carlos Maldonado Founding President Juan Carlos Maldonado Art Collection Left: Juan Melé, Invención No.58, 1953. 22.06 x 25.81 in. (detail) THE UNBOUNDED LINE The Unbounded Line A Selection from the Juan Carlos Maldonado Art Collection explores how artists across different geographical and periodical contexts evaluated the nature of art and its place in the world through the pictorial language of geometric abstraction.
  • Catalogo 144 TENDENZE INFORMALI

    Catalogo 144 TENDENZE INFORMALI

    COMUNE DI BRESCIA CIVICI MUSEI D’ARTE E STORIA PROVINCIA DI BRESCIA ASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI TENDENZE INFORMALI DAGLI ANNI CINQUANTA AI PRIMI ANNI classici del contemporaneo SETTANTA NELLE COLLEZIONI BRESCIANE mostra a cura di Alessandra Corna Pellegrini 144 aab - vicolo delle stelle 4 - brescia 22 settembre - 17 ottobre 2007 orario feriale e festivo 15.30 - 19.30 edizioni aab lunedì chiuso L’AAB è orgogliosa di inaugurare la stagione 2007/2008 con una prestigiosa esposizione, di rilievo certamente non solo locale, che propone opere di artisti fra i più rappresentativi dell’Informale. La mostra prosegue la fortunata serie “Classici del contemporaneo” dedicata al collezionismo della nostra provincia, che ha già proposto artisti come Kolàr, Demarco, Fontana, Munari, Birolli, Dorazio, Vedova, Fieschi, Adami, Baj ed esponenti della Nuova Figurazione. La curatrice della rassegna, la storica dell’arte Alessandra Corna Pellegrini, ha selezionato un nucleo essenziale di opere (34) che rappresentano esempi molto significativi dell’esperienza e del linguaggio di un movimento pur tanto complesso e così difficile da circoscrivere come l’Informale e dimostrano l’alta qualità delle collezioni bresciane, sia pubbliche sia private. L’impegno dell’AAB, scientifico organizzativo finanziario, può ben essere documentato dall’importanza internazionale degli autori proposti, da Dubuffet Mathieu Schneider a Afro Basaldella Corpora Dorazio Fontana Morlotti Santomaso Scanavino Scialoja Tancredi Turcato. L’esposizione, come è prassi costante dell’Associazione,
  • Fiche De Salle-Magnelli-Anglais

    Fiche De Salle-Magnelli-Anglais

    Musée Magnelli, musée de la céramique - Vallauris Short biography of Alberto Magnelli Born in Florence in 1888 in a family of shopkeepers, Alberto Magnelli (1888-1971) achieves his first painting, a landscape, in 1907. He was a self-taught artist who never attended any art school nevertheless he studied the primitive Italian painting. His masters were Paolo Uccello, Masaccio, and above all Piero della Francesca to whom he owes his sense of composition. In Florence, he kept company with the artists of the Futurist movement but never wanted to join them. While his early works such as Neve (1910) – the first important painting in his career- were dedicated to the architecture of painting and plain colours, after 1914, his production (Virginia , Nature morte à la boîte rouge , and La Japonaise ) is painted with bright flat tints, which totally contrasts with his previous work. In 1914, Magnelli travels for the first time to Paris where he meets Apollinaire, Picasso, Léger and Archipenko. Back in Italy, he is forced to stay because of the break of the war in 1915. During this period, he produces paintings by resorting to a logical simplification of forms, progressively turning to abstraction. He thus becomes the first Italian abstract painter. Peinture n° 0521 (1915) - entitled with a simple number- is an emblem of his first abstract works. By 1917, he reintroduces figurative elements: the series of Explosions Lyriques (1918) are an echo to the end of the war, particularly dynamic and free in the style. In 1922, Magnelli goes back to a more classical style. At the end of the 1920’s, he stops painting.
  • Impressionist & Modern

    Impressionist & Modern

    Impressionist & Modern Art New Bond Street, London I 10 October 2019 Lot 8 Lot 2 Lot 26 (detail) Impressionist & Modern Art New Bond Street, London I Thursday 10 October 2019, 5pm BONHAMS ENQUIRIES PHYSICAL CONDITION IMPORTANT INFORMATION 101 New Bond Street London OF LOTS IN THIS AUCTION The United States Government London W1S 1SR India Phillips PLEASE NOTE THAT THERE IS NO has banned the import of ivory bonhams.com Global Head of Department REFERENCE IN THIS CATALOGUE into the USA. Lots containing +44 (0) 20 7468 8328 TO THE PHYSICAL CONDITION OF ivory are indicated by the VIEWING [email protected] ANY LOT. INTENDING BIDDERS symbol Ф printed beside the Friday 4 October 10am – 5pm MUST SATISFY THEMSELVES AS lot number in this catalogue. Saturday 5 October 11am - 4pm Hannah Foster TO THE CONDITION OF ANY LOT Sunday 6 October 11am - 4pm Head of Department AS SPECIFIED IN CLAUSE 14 PRESS ENQUIRIES Monday 7 October 10am - 5pm +44 (0) 20 7468 5814 OF THE NOTICE TO BIDDERS [email protected] Tuesday 8 October 10am - 5pm [email protected] CONTAINED AT THE END OF THIS Wednesday 9 October 10am - 5pm CATALOGUE. CUSTOMER SERVICES Thursday 10 October 10am - 3pm Ruth Woodbridge Monday to Friday Specialist As a courtesy to intending bidders, 8.30am to 6pm SALE NUMBER +44 (0) 20 7468 5816 Bonhams will provide a written +44 (0) 20 7447 7447 25445 [email protected] Indication of the physical condition of +44 (0) 20 7447 7401 Fax lots in this sale if a request is received CATALOGUE Julia Ryff up to 24 hours before the auction Please see back of catalogue £22.00 Specialist starts.
  • Kinetic Masters & Their Legacy (Exhibition Catalogue)

    Kinetic Masters & Their Legacy (Exhibition Catalogue)

    KINETIC MASTERS & THEIR LEGACY CECILIA DE TORRES, LTD. KINETIC MASTERS & THEIR LEGACY OCTOBER 3, 2019 - JANUARY 11, 2020 CECILIA DE TORRES, LTD. We are grateful to María Inés Sicardi and the Sicardi-Ayers-Bacino Gallery team for their collaboration and assistance in realizing this exhibition. We sincerely thank the lenders who understood our desire to present work of the highest quality, and special thanks to our colleague Debbie Frydman whose suggestion to further explore kineticism resulted in Kinetic Masters & Their Legacy. LE MOUVEMENT - KINETIC ART INTO THE 21ST CENTURY In 1950s France, there was an active interaction and artistic exchange between the country’s capital and South America. Vasarely and many Alexander Calder put it so beautifully when he said: “Just as one composes colors, or forms, of the Grupo Madí artists had an exhibition at the Museum of Fine Arts in Buenos Aires in 1957 so one can compose motions.” that was extremely influential upon younger generation avant-garde artists. Many South Americans, such as the triumvirate of Venezuelan Kinetic Masters & Their Legacy is comprised of a selection of works created by South American artists ranging from the 1950s to the present day. In showing contemporary cinetismo–Jesús Rafael Soto, Carlos Cruz-Diez, pieces alongside mid-century modern work, our exhibition provides an account of and Alejandro Otero—settled in Paris, amongst the trajectory of varied techniques, theoretical approaches, and materials that have a number of other artists from Argentina, Brazil, evolved across the legacy of the field of Kinetic Art. Venezuela, and Uruguay, who exhibited at the Salon des Réalités Nouvelles.
  • Espoarte Digital #81 E

    Espoarte Digital #81 E

    WWW.ESPOARTE.NET digital 81 Cover Artist arturo martini ½ IL GENIO DI MARTINI CELEBRATO A FAENZA E BOLOGNA Interviste Zhang Huan Adrian Paci Daniel González Alessandro Biggio Giovani AUTUMN SELECTION CHI SONO, COSA FANNO E QUANTO COSTANO IGrandiL MEGLIO DELLA NUOVAmostre STAGIONE 2013 IMaratona PROTAGONISTI DENTRO EBiennale ATTORNO ALLA KERMESSE 2013 VENEZIANA 20 settembre | 27 ottobre 2013 a cura di Pietro C. Marani e Carlo Sala GIUSEPPE GONELLA INVOLVED via luigi porro lambertenghi 6, milano tel 02 87246945 [email protected] www.galleriagiovannibonelli.it ESPOARTE DIGITAL WWW.ESPOARTE.NET ESPOARTE DIGITAL #81 ½ ACoverrturo Martini, Attesa (La Veglia), 1931-32, terra refrattaria, cm 213x145x63. Opera nella mostra “Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta”, Palazzo Fava - Palazzo delle Esposizioni, 22 settembre 2013 – 12 gennaio 2014 Espoarte Digital è un progetto editoriale di Espoarte in edizione esclusivamente digitale, tutto da sfogliare e da leggere, con i migliori contenuti pubblicati sul sito www.espoarte.net e molti altri realizzati ad hoc. 81 #tagSU QUESTOcloud NUMERO SI PARLA DI... ½ ESPOARTE LA nuova stagione: LE GRANDI MOSTRE 2013 Registrazione del Tribunale di Savona Martini, De Pisis, Sironi, Carrà, Pollock, Baj, Albers, Kandinsky, Malevič, Filonov, Gončarova, n. 517 del 15 febbraio 2001 Cézanne, Antonello Da Messina, Warhol, Rodin, Escher, Collezione Unicredit, Renoir, Munch, Officina Pratese, Zurbarán, Seicento Lombardo, Cleopatra, Giovanni Fattori, Liberty, La ragazza Espoarte è un periodico di arte e cultura contemporanea edito dall’Associazione Culturale Arteam. con l’orecchino di perla, Wunderkammer, L. Fabro © Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta della ART MASTERS IN GALLERIA: Direzione e dell’Editore.
  • Magnelli Jacques Lepage

    Magnelli Jacques Lepage

    Document generated on 09/25/2021 10 p.m. Vie des arts Magnelli Jacques Lepage Number 64, Fall 1971 URI: https://id.erudit.org/iderudit/57970ac See table of contents Publisher(s) La Société La Vie des Arts ISSN 0042-5435 (print) 1923-3183 (digital) Explore this journal Cite this article Lepage, J. (1971). Magnelli. Vie des arts, (64), 70–73. Tous droits réservés © La Société La Vie des Arts, 1971 This document is protected by copyright law. Use of the services of Érudit (including reproduction) is subject to its terms and conditions, which can be viewed online. https://apropos.erudit.org/en/users/policy-on-use/ This article is disseminated and preserved by Érudit. Érudit is a non-profit inter-university consortium of the Université de Montréal, Université Laval, and the Université du Québec à Montréal. Its mission is to promote and disseminate research. https://www.erudit.org/en/ magnelli par Jacques lepage D'étude scientifique consacrée à l'émergence presque simultanée de phénomènes nouveaux dans des lieux et des situations différentes, il n'en est pas. Pourtant, il est commun de voir se faire, aussi bien dans des disciplines objectives que spéculatives ou artistiques, des dé­ couvertes dont l'analogie est trou­ blante, dans un temps très court. Ainsi la non-figuration surgit à la même période dans des pays aussi peu semblables que la Russie des Tsars, la Hollande et l'Italie, l'Eu­ rope Centrale des Habsbourg et la France. La vague de fond qui dé­ s ferle, de la mort de Cézanne à l'ir­ ruption du Dadaïsme, bouleverse non seulement l'art et le goût, mais va mettre en cause les structures interprétatives de l'esthétisme.
  • Aperto Geometrismo E Movimento

    Aperto Geometrismo E Movimento

    Aperto BOLLETTINO DEL GABINETTO DEI DISEGNI E DELLE STAMPE NUMERO 4, 2017 DELLA PINACOTECA NAZIONALE DI BOLOGNA aperto.pinacotecabologna.beniculturali.it Geometrismo e movimento Elisa Baldini Tendenze non figurative di orientamento geometrizzante si affermano in Europa nel secondo dopoguerra. La ricerca della purezza formale contraddistingue il nuovo internazionalismo estetico così come l’attenzione al design e alla “sintesi delle arti”. Erede di una sensibilità determinatasi intorno alla metà del secolo precedente, la propensione dell’arte a confrontarsi con le scoperte scientifiche e tecnologiche è caratteristica determinante della attitudine astrattista di questo periodo e mira a superare la tradizionale dicotomia che contrappone arte e scienza, conducendo la prima sul sentiero della regola armonica e del dominio dell’esattezza. Sopravanzando gli esiti delle ricerche astrattiste delle avanguardie di inizio Novecento, che mantenevano una referenzialità con il mondo fenomenico, l’astrazione alla quale gli artisti del secondo dopoguerra fanno riferimento discende dal pensiero concretista di Theo van Doesburg e i suoi esiti contestano tanto la figurazione quanto l’astrazione lirica. All’esistenzialismo informale che aveva dominato la decade precedente le composite sperimentazioni neoconcrete oppongono la necessità di investigare le ragioni oggettive della vista e della percezione. È così che, in molti casi, la grafica evidenzia la necessità degli autori di esplorare con mezzi diversi le poetiche che caratterizzano le loro ricerche. È il caso di Auguste Herbin (1882 – 1960) che in Composizione astratta (Minuit) del 1959 (Tip. 29813) traduce, senza difficoltà alcuna, la sua pittura, fatta di semplici figure geometriche dai colori puri stesi con grandi pennellate piatte, in serigrafia, mezzo peraltro congeniale a dare risalto al contrasto armonico tra sfondo e figure, caratteristica tipica della ricerca di Herbin fin dagli anni Trenta1.