MITO Settembremusica

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MITO Settembremusica Milano Break in Jazz Piazza Mercanti Giovedì 9, 16.IX.10 Cecchetto-Guidi Duo Venerdì 17.IX.10 Riccardo Bianchi Quartetto ore 13 Franco Cerri Quartetto 24° Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03_24 settembre 2010 Quarta edizione SettembreMusica giovedì 9.IX.2010 ore 13 Musicisti nel top jazz Musiche originali di Giovanni Guidi e Roberto Cecchetto Cecchetto-Guidi duo Roberto Cecchetto, chitarra Giovanni Guidi, pianoforte Con il sostegno di Il Gioco del Lotto - Lottomatica In collaborazione con Associazione Culturale Musica Oggi Musicisti nel Top Jazz Nella storia del jazz, il binomio tra chitarra e pianoforte presenta aspetti di indiscutibile suggestione accanto a problematiche di non facile risoluzione, dovute al fatto che la completezza armonica di entrambi gli strumenti pre- senta elementi di eterogeneità. Tra il pianoforte e la chitarra c’è un diverso modo di disporre le voci degli accordi, che non solo produce differenti sono- rità, ma anche sovrapposizioni o dissonanze. Soprattutto nelle formazioni più ampie, chitarra e pianoforte rischiano di sovrapporsi, mentre nel duo le linee possono facilmente confondersi, per cui trovare un equilibrio poetico diventa fondamentale per sviluppare quella conversazione fatta di suoni che è l’essenza stessa del jazz, il motore della musica. Non sono molti, nell’am- bito degli stili ormai storicizzati, gli esempi di grandi duetti tra chitarristi e pianisti, ma vale la pena ricordare quelli degli anni ’60 tra Jim Hall e Bill Evans, di rara finezza e lirismo, nei quali prevale l’intelligenza musicale dei due protagonisti, attenti a creare un felice connubio tra i loro strumenti. Certamente gli esempi non finiscono qui, se ne potrebbero fare molti altri, ma quelle pagine rappresentano un modello per tutti coloro che si muovo- no nell’ambito della tradizione del jazz moderno e contemporaneo. Oggi la chitarra offre però delle nuove linee espressive, proponendo sonorità nuove rispetto a quelle legate al classico sound dello strumento semiacustico ed elettrificato, e le nuove concezioni dell’armonia investono anche la sfera pia- nistica, ponendo le basi del dialogo in maniera differente rispetto al passato, laddove l’uso sempre più ampio dell’elettronica favorisce la definizione di nuove linee espressive. Questo concerto è un esempio di questo nuovo modo di pensare la conversazione in duo tra pianoforte e chitarra, proponendoci due protagonisti del jazz italiano degli ultimi anni, due artisti affermatisi nei referendum della critica indetti dalla rivista Musica Jazz (il Top Jazz del tito- lo), che sono appunto Cecchetto e Guidi. Il loro dialogo parte dal linguaggio e dal sound contemporaneo, guarda all’Europa senza perdere di vista le radici americane, si apre alla libera improvvisazione, per quanto controllata, trova inediti intrecci timbrici sviluppandosi come un work in progress dal percorso imprevedibile. Le sonorità elettroniche e inaudite della chitarra e i voicings contemporanei del pianoforte, portano alla realizzazione di un linguaggio in cui la sostanza prevale sull’apparenza. Maurizio Franco* *Musicologo, saggista e direttore artistico di rassegne concertistiche, insegna Storia del Jazz ai Civici Corsi di Milano, al Conservatorio di Parma e a Siena Jazz. Colabora con varie riviste musicali e con la rete culturale della Radio della Svizzera Italiana. È vicepresidente dell'Associazione Culturale Musica Oggi. 2 Roberto Cecchetto Una delle nuove, grandi voci internazionali della chitarra. Nato a Milano nel 1965, inizialmente studia chitarra classica e, con Filippo Daccò, armonia e composizione jazz, per poi iniziare una prestigiosa attività concertistica. Tra le sue collaborazioni, spiccano quelle con il gruppo Nexus di Cavallanti e Tononi, quella con Paolo Fresu, con l’artista giapponese Gak Sato, con Giorgio Li Calzi, con Andrea Dulbecco, Gianluca Petrella e, soprattutto, con Enrico Rava, che negli anni ’90 lo invita a far parte dei suoi Electric Five. Con questo gruppo ha svolto un’intensa attività internazionale, registrando album pluripremiati dalla critica italiana. Attualmente dirige il trio Downtown e negli ultimi anni si è imposto nel Top Jazz, il referendum della rivista Musica Jazz, quale miglior musicista nella classifica riservata ai chitarristi e ai tastie- risti. Insegna chitarra a Siena Jazz e ai Civici Corsi di Milano e ha pubblicato, insieme a Riccardo Bianchi, un volume sulla chitarra per la serie Master Jazz. Giovanni Guidi Una delle nuove realtà del jazz italiano, il pianista Giovanni Guidi ha vinto nel 2007 il Top Jazz della rivista «Musica Jazz» quale miglior nuovo musi- cista nazionale. Umbro, classe 1985, è stato lanciato da Enrico Rava, che lo ha voluto nei suoi gruppi Rava Under 21 e Rava New Generation, e a quella collaborazione sono seguite le partecipazioni alla Cosmic Band di Gianluca Petrella e alle formazioni di Mauro Negri, Lello Pareti, Fabrizio Sferra. Attualmente guida un proprio quartetto, con cui ha già inciso alcuni album, e la The Unknown Rebel Band, che si muove sui riferimenti orchestrali del jazz anni ’60 e ’70. Ha partecipato a numerosi festival italiani e internazio- nali, ottenendo unanimi consensi di critica, tra cui recensioni estremamente lusinghiere in Giappone. A Umbria Jazz 2006 è stato artista in residenza, esibendosi per dieci sere consecutive. 3 giovedì 16.IX.2010 ore 13 100 anni di Django Reinhardt Composizioni di Django Reinhardt e standard americani Riccardo Bianchi Quartetto Riccardo Bianchi, chitarra Luca Campioni, violino Marco Ricci, contrabbasso Tommy Bradascio, batteria Con il sostegno di Il Gioco del Lotto - Lottomatica In collaborazione con Associazione Culturale Musica Oggi 100 anni di Django Reinhardt Oltre ai bicentenari di Schumann e Chopin, nel 2010 si ricorda anche il cen- tenario della nascita di Django Reinhardt, il grande chitarrista di origine zin- gara che ha segnato la cultura jazzistica del vecchio continente, diventando il caposcuola di un’idea europea della musica di derivazione africana america- na. Ma Django è stato anche un antesignano della policulturalità che anima la scena odierna, facendo confluire nella sua musica, cioè portando nella dimensione estetica ed espressiva del jazz, echi del proprio retaggio culturale, fondato sulle tradizioni interpretative del mondo gitano, sulla conoscenza della musica eurocolta e sul folklore, reale o immaginario, del mondo francese e mediterraneo. Il jazz, per lui, fu il veicolo nel quale concretizzare le sue esi- genze di artista creativo, dalla fantasia inesauribile e dalla tecnica strumenti- stica trascendentale, ancora oggi insuperata per completezza e abilità. Inoltre, il jazz offriva a un musicista di formazione orale la possibilità di improvvisare e di padroneggiare forme musicali non ampie, acquisibili attraverso un pro- cesso di memorizzazione delle parti; non a caso, Django fu un grande autore, che compose brani di diversa natura, spesso di carattere innovativo rispetto al periodo storico in cui vennero scritti. Fu anche uno dei primi, grandi improv- visatori della musica jazz, un artista avanzato sul piano linguistico, oltre che un artista che ha saputo, come Miles Davis o Coleman Hawkins, seguire con personalità di tratto il cammino jazzistico, passando dallo stile swing al bebop e alle forme più evolute del jazz dei primi anni ’50. Passato dalla chitarra acu- stica a quella elettrica, trovò suoni inauditi per l’epoca, superando il concetto di amplificazione elettrica attraverso l’uso di sonorità fortemente elettrificate, anticipatrici dell’uso dello strumento sviluppatosi alla fine degli anni ’60. Alla sua scomparsa, nel 1953, lasciava un’eredità che oggi viene raccolta non tanto dagli innumerevoli imitatori del suo stile acustico, ma dai musicisti capaci di progettare una musica di ampio respiro culturale, aperta alla molteplicità dei tratti culturali presenti nella società contemporanea. Nel concerto del quar- tetto di Riccardo Bianchi, che nonostante la strumentazione eviterà il ricalco calligrafico della musica dell’artista manouche, verranno eseguiti song del repertorio di Django, ma soprattutto alcune delle sue più famose composizioni quali Nuages, Minor Sewing, Troublant Bolero, Douce Ambiance. Maurizio Franco 6 Riccardo Bianchi Chitarrista tra i più versatili della scena nazionale, vanta una lunga e arti- colata carriera, che lo ha visto esordire, nel 1979, nell’orchestra di Giorgio Gaslini e poi collaborare con diversi artisti italiani e stranieri. Tra questi, spiccano i nomi di Enrico Rava, Franco Cerri e Kenny Wheeler, con cui ha realizzato concerti e incisioni discografiche in Italia e all’estero. Attualmente ha all’attivo, come leader e sideman, una trentina di incisioni discografiche. Ha poi scritto musiche per due musical, per spettacoli di danza e collaborato con musicisti di ambito classico e popular, eseguendo repertori eterogenei che spaziano dal pop alla musica di Piazzolla. Insegna chitarra ai Civici Corsi di Jazz ed è uno specialista della musica di Django Reinhardt, di cui è l’unico a eseguire alcuni dei brani per sola chitarra. Luca Campioni Diplomato in violino e percussioni, dal 1988 collabora con le più importanti orchestre sinfoniche italiane, tra cui quelle della Rai di Milano e Torino e del Teatro alla Scala, dei Pomeriggi Musicali e della RTSI di Lugano, oltre che con i Solisti Veneti e i Percussionisti della Scala. Ha scritto e realizzato musiche per la televisione, collaborato con il Piccolo Teatro per spettacoli di Giorgio Strehler e da anni si esprime come violinista jazz. Tra i musicisti con cui
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