32^ Lezione Di Rock (2^ Anno 2017/2018)
32^ LEZIONE DI ROCK (2^ ANNO 2017/2018) Riprendiamo il nostro cammino su uno dei grandi protagonisti della musica italiana, il “geniale” Lucio Battisti, che da semplice orchestrale ne “I Campioni”, a metà degli anni ’60, si è imposto prima come autore per altri, poi come interprete, insieme a Mogol come paroliere, di un pezzo della nostra storia. Abbiamo ripercorso i faticosi inizi, e siamo giunti all’analisi della prima parte del “periodo d’oro”, quel 1969, che inizia a gennaio con l’unica partecipazione al “Festival di Sanremo” come interprete, dove impone all’attenzione di tutti “Un’Avventura”, in coppia con Wilson Pickett, e termina ad ottobre con l’uscita di “Mi Ritorni In Mente”, strabiliante “mix” tra una melodia quasi “pucciniana”, ed un concentrato di “Rhythm & Blues”, che si alternano con una fluidità ispirata, e conducono al celebrato finale orchestrale. La rosa degli artisti che potevano vantarsi di avere nel loro repertorio un brano firmato Mogol- Battisti, si allargava con l’inclusione dei “Camaleonti”, storico gruppo del “beat” italiano, tra quelli, come già detto lo scorso anno, abili e fortunati a riconvertirsi melodicamente, nel momento in cui il genere “beat” stava cedendo il passo ad altri orizzonti, che Oltremanica si stavano delineando sempre più chiaramente, mentre in casa nostra stentavano ancora ad imporsi. Nell’autunno del 1969 la “band” era formata dal nucleo storico del gruppo; Livio Macchia alla chitarra, Gerry Manzoli al basso, Tonino Cripezzi alle tastiere, e Paolo De Ceglie alla batteria. Con “Mamma Mia” (pubblicato nell’ottobre del 1969- lato “B” “In Poche Parole Ti Amo”) i “Camaleonti” compirono una virata di qualità, perché la canzone, pur essendo decisamente melodica, era molto lontana dai banali motivetti che infestavano “Sanremo”, od il “Disco Per l’Estate”; la scrittura musicale era moderna, e l’arrangiamento di Mariano Detto, la sottolineava con precisione, ricorrendo ancora una volta ai fiati, sia nel classico ritornello di tre accordi, che nella seconda strofa.
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