SCENARI DI EVENTO E SCENARI DI DANNO

Tra tutti gli eventi possibili, che possono interessare un determinato territorio, bisogna selezionare quelli che vanno assunti a riferimento per i diversi tipi/ambiti possibili di preparazione all’accadimento. Innanzitutto va determinato l’evento frequente e di ridotta intensità per il quale si vuole che il sistema resti indenne (per un edificio corrisponderebbe alla sollecitazione completamente assorbita dalla struttura e dalle opere complementari per la Protezione civile potrebbe esser fatto corrispondere ad una situazione che richieda solo un’evacuazione cautelare e la sospensione temporanea di alcune funzioni); a seguire, l’evento raro (che potrebbe/dovrebbe essere assunto come evento standard locale) per il quale il sistema territoriale è in grado di esprimere una capacità autonoma di reazione e/o ripresa (per un edificio corrisponderebbe alla sollecitazione che pur assorbita completamente dalla struttura, determini l’interruzione di alcuni servizi o il danneggiamento di alcuni elementi di finitura; per la Protezione Civile potrebbe esser fatto corrispondere all’evento che la struttura locale è in grado di affrontare autonomamente con le risorse esistenti in loco); infine, l’evento molto raro per il quale il sistema territoriale subisce danni e cadute di funzionalità ma non collassa e, con aiuti esterni, è in grado di riprendersi (dovrebbe corrispondere alla sollecitazione in grado di determinare per un edificio danni strutturali, fino all’inabitabilità, ma con la possibilità per la popolazione di evacuare; per la Protezione Civile potrebbe esser fatto corrispondere all’evento che richiede il supporto di altre risorse a fianco di quelle locali e il ricorso a sistemazioni provvisorie per la popolazione e le funzioni territoriali) Oltre ai tipi di evento così selezionati, esiste la probabilità (bassa) di eventi a carattere eccezionale, rispetto ai quali tuttavia non è pensabile (economicamente, organizzativamente, politicamente) approntare sistemi di mitigazione “ragionevoli” o plausibili in grado di fare fronte completamente al loro esplicarsi: per essi bisogna selezionare poche e chiare priorità tra gli elementi del territorio e perseguire solo per questi il massimo grado di sicurezza/resistenza (popolazione, servizi strategici).

Piano Provinciale di Emergenza 237

I diversi scenari possono essere ottenuti modificando alquanto sia alcune delle caratteristiche dell’evento (che sono probabilistiche) che alcune delle grandezze descrittive del sistema territoriale che, infine, gli ordini di priorità definiti per gli interventi in modo da selezionare le azioni più efficaci ed il loro grado di flessibilità. Va sottolineato come alcune delle componenti dell’analisi di rischio siano di per se suscettibili di modificazioni nel tempo (sia per propria evoluzione che quale risultato degli interventi di mitigazione) e come l’analisi di rischio si configuri in realtà come un processo dinamico che comporta anche il monitoraggio dei fenomeni territoriali, verifiche periodiche, l’aggiornamento degli obiettivi e delle azioni perseguibili. Si ribadisce che, oltre che per la severità e il danno “atteso” (temuto), gli eventi vanno riconosciuti e classificati come quelli che richiedono il solo intervento degli organismi locali specializzati, quelli che necessitano della sola mobilitazione delle risorse locali, quelli infine per i quali il livello locale non è in grado di fornire da solo una risposta adeguata e necessita di interventi ed aiuti esterni; ciò comporta la conoscenza delle risorse disponibili o mobilitabili, della loro efficacia ed affidabilità. In altre parole ciò comporta la redazione di un credibile Piano di Protezione Civile articolato in funzione dei diversi eventi. All’interno del livello di rischio prefigurato e supponendo che esso non possa essere eliminato completamente. è necessario definire una soglia di rischio, per così dire, accettabile; operazione questa necessariamente politica che andrebbe condotta con la più larga partecipazione delle popolazioni esposte. A confronto con questa soglia di rischio vanno poste le azioni possibili (fattibilità, tempi di realizzazione, costi generalizzati, sinergie) per la riduzione del livello di rischio verso la soglia individuata: il procedimento di determinazione di detta soglia è dunque iterativo. Nei fatti esiste una soglia tecnica di rischio accettabile (quella che garantisce un livello residuo di danneggiabilità che però non da luogo a danni diretti a popolazione o cose), ed una soglia sociale di rischio accettabile, funzione della conoscenza del fenomeno rischioso da parte della popolazione, del livello di fiducia della stessa negli organismi pubblici, del livello di organizzazione della popolazione, ecc. Inizialmente, soglia sociale e soglia tecnica di rischio

Piano Provinciale di Emergenza 238 accettabile possono non coincidere; ancora, è plausibile che il perseguimento di livelli bassi di detta soglia può comportare costi insostenibili o soluzioni tecniche e sociali improponibili. E’ comunque questo rischio accettabile che va preso a riferimento per la pianificazione e per i programmi attuativi. Il complemento del rischio accettabile costituisce il rischio residuo, cioè la quota parte di rischio che non si è in grado o è improponibile eliminare e rispetto alla quale vanno approntate politiche ed azioni di Protezione Civile. In considerazione una determinata tipologia di evento calamitoso, gli scenari di evento forniscono la descrizione delle dinamiche dell’evento ottenuta mediante l’analisi sia di tipo storico che fisico delle fenomenologie che lo generano. Si riportano di seguito alcuni scenari del rischio sismico. I dati macrosismici utilizzati per costruire gli scenari sono stati ricavati dal catalogo DOM 4.1, pubblicato dal GNDT. Gli eventi considerati sono stati selezionati tra quelli più significativi per la provincia di , Le tabelle che seguono riportano le caratteristiche macrosismiche e la probabilità di accadimento (per Is > 6) di un fenomeno sismico con l’intensità risentita per ciascuno dei comuni colpiti, considerando un periodo di 50 anni, al fine di poter valutare la probabilità complessiva di accadimento di un fenomeno similare.

Piano Provinciale di Emergenza 239

Terremoto del 16 dicembre 1857 della Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.35 Long. 15.85 Intensità macrosismica epicentrale 11

probabilità INTENSITA’ di accadimento di un N. MACROSISMICA fenomeno con tale intensità in 50 anni 1 8.5 20% 2 8.5 25% 3 8.0 20% 4 8.0 22% 5 8.0 20% 6 8.0 21% 7 7.5 20% 8 7.5 13% 9 7.5 13% 10 7.5 13% 11 7.5 19% 12 7.5 14% 13 7.0 59% 14 7.0 62% 15 7.0 72% 16 7.0 53% 17 7.0 57% 18 7.0 77% 19 6.5 84% 20 6.5 90% Probabilità media 39%

Terremoto del 12 marzo 1887 della Calabria settentrionale Coordinate dell’epicentro: Lat. 39.57 Long. 16.22 Intensità macrosismica epicentrale 9

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Ferrandina 4.0 2 Grassano 4.0 3 Grottole 4.0 4 Bernalda 3.5 5 Poliporo 3.5 6 3.0 7 Pomarico 2.0 8 2.0

Piano Provinciale di Emergenza 240

Terremoto del 8 settembre 1905 della Calabria Coordinate dell’epicentro: Lat. 38.67 Long. 16.07 Intensità macrosismica epicentrale 10.5

probabilità

INTENSITA’ di accadimento di un N. COMUNE MACROSISMICA fenomeno con tale

intensità in 50 anni

1 6.0 93%

2 Ferrandina 6.0 89%

3 Montescaglioso 6.0 98%

3 5.5 4 Grassano 5.0 5 Montalbano Jonico 5.0 6 5.0 7 Pisticci 5.0 8 Pomarico 5.0 9 San Mauro Forte 5.0 10 Tricarico 5.0 11 Tursi 5.0 12 Bernalda 4.5 13 Grottole 4.0 14 4.0 15 Miglionico 4.0 16 Rotondella 4.0 Probabilità media 93%

Terremoto del 8 settembre 1694 del Golfo di Policastro Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.88 Long. 15.35 Intensità macrosismica epicentrale 10.5

probabilità INTENSITA’ di accadimento di un N. COMUNE MACROSISMICA fenomeno con tale intensità in 50 anni 1 Garaguso 8.0 20% 2 Salandra 8.0 25% 3 Craco 7.0 59% 4 Grassano 7.0 81% 5 Matera 7.0 47% 6 Pomarico 7.0 52% 7 San Mauro Forte 7.0 58% 8 Stigliano 7.0 59% 9 Tricarico 7.0 77% 10 Calciano 6.5 60% Probabilità media 54%

Piano Provinciale di Emergenza 241

Terremoto del 21 marzo 1982 della Calabria Settentrionale Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.00 Long. 15.77 Intensità macrosismica epicentrale 7.5

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Bernalda 3.5 2 Pomarico 3.5 3 Miglionico 3.0 4 Montescaglioso 3.0

Terremoto del 25 aprile 1836 della Calabria Settentrionale Coordinate dell’epicentro: Lat. 39.57 Long. 16.73 Intensità macrosismica epicentrale 9

probabilità INTENSITA’ di accadimento di un N. COMUNE MACROSISMICA fenomeno con tale intensità in 50 anni 1 Craco 6.5 59% 2 Matera 5.0

Probabilità media 59%

Terremoto del 6 luglio 1910 dell’Irpinia e Basilicata Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.90 Long. 15.42 Intensità macrosismica epicentrale 8

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA

1 Stigliano 5.0

2 Pomarico 4.5

3 San Mauro Forte 4.5

4 Tricarico 4.5 5 Ferrandina 4.0 6 Montescaglioso 4.0

Piano Provinciale di Emergenza 242

Terremoto del 28 giugno 1913 della Calabria Settentrionale Coordinate dell’epicentro: Lat. 39.53 Long. 16.23 Intensità macrosismica epicentrale 8

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Pisticci 3.5 2 Rotondella 3.5 3 Ferrandina 2.0

Terremoto del 23 luglio 1930 dell’Irpinia Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.05 Long. 15.37 Intensità macrosismica epicentrale 10

probabilità INTENSITA’ di accadimento di un N. COMUNE MACROSISMICA fenomeno con tale intensità in 50 anni 1 Salandra 6.5 67% 2 Tricarico 6.5 77% 3 Grassano 6.0 98% 4 Irsina 6.0 98% 5 Montalbano Jonico 6.0 98% 6 Ferrandina 5.0 7 Grottole 5.0 Probabilità media 88%

Piano Provinciale di Emergenza 243

Terremoto del 23 novembe 1980 dell’Irpinia e Basilicata Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.85 Long. 15.28 Intensità macrosismica epicentrale 10

probabilità INTENSITA’ di accadimento di un N. COMUNE MACROSISMICA fenomeno con tale intensità in 50 anni 1 Grassano 7.0 81% 2 Grottole 6.5 55% 3 Tricarico 6.5 77% 4 Irsina 6.0 98% 5 6.0 90% 6 Rotondella 6.0 90% 7 6.0 92% 8 Nova Siri 5.0 9 San Mauro Forte 5.0 10 Tursi 5.0 Probabilità media 83%

Terremoto del 5 luglio 1984 dell’Appennino Abruzzese Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.67 Long. 14.05 Intensità macrosismica epicentrale 8

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Irsina 3.0 2 Policoro 3.0 3 Stigliano 3.0

Terremoto del 5 novembre 1984 dell’Appennino Abruzzese Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.72 Long. 14.08 Intensità macrosismica epicentrale 7

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Irsina 3.0 2 Stigliano 3.0

Piano Provinciale di Emergenza 244

Terremoto del 30 luglio 1627 del Gargano Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.73 Long. 15.35 Intensità macrosismica epicentrale 10

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Matera 4.6

Terremoto del 29 novembre 1732 dell’Irpinia Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.08 Long. 15.05 Intensità macrosismica epicentrale 10.5

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Matera 5.0

Terremoto del 20 febbraio 1743 del Basso Ionio Coordinate dell’epicentro: Lat. 39.85 Long. 18.78 Intensità macrosismica epicentrale 9

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Matera 7.0

Terremoto del 2 luglio 1783 del Basso Ionio Coordinate dell’epicentro: Lat. 39.85 Long. 18.78 Intensità macrosismica epicentrale 9

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Matera 4.0

Piano Provinciale di Emergenza 245

Terremoto del 26 luglio 1805 del Molise Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.50 Long. 14.47 Intensità macrosismica epicentrale 10

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Matera 4.0

Terremoto del 1 febbraio 1826 della Basilicata Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.52 Long. 15.73 Intensità macrosismica epicentrale 8

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Matera 4.6

Terremoto del 13 gennaio 1915 della Marsica Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.98 Long. 13.65 Intensità macrosismica epicentrale 11

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Montescaglioso 2.5

Terremoto del 5 giugno 1688 del Sannio Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.28 Long. 14.57 Intensità macrosismica epicentrale 11

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Pomarico 2.0

Piano Provinciale di Emergenza 246

Terremoto del 16 novembre 1894 della Calabria Meridionale Coordinate dell’epicentro: Lat. 38.28 Long. 15.87 Intensità macrosismica epicentrale 9

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Pomarico 2.0

Terremoto del 27 marzo 1638 della Calabria Coordinate dell’epicentro: Lat. 39.03 Long. 16.28 Intensità macrosismica epicentrale 11

INTENSITA’ N. COMUNE MACROSISMICA 1 Tursi 5.0

Disponendo gli eventi riportati secondo l’ordine cronologico si ottiene la tabella seguente

I max in giorno mese anno zona epicentrale Lat. Long. prov. di Matera 30 7 1627 Gargano 41,73 15,35 4,60 27 3 1638 Calabria 39,03 16,28 5,00 5 6 1688 Sannio 41,28 14,57 2,00 8 9 1694 Golfo di Policastro 40.88 15,35 8,00 29 11 1732 Irpinia 41,08 15,05 5,00 20 2 1743 Basso Ionio 39,85 18,78 7,00 2 7 1783 Basso Ionio 39,85 18,75 4,00 26 7 1805 Molise 41,50 14,47 4,00 1 2 1826 Basilicata 40,52 15,73 4,60 25 4 1836 Calabria Settentrionale 39,57 16,73 6,50 16 12 1857 Basilicata 40,35 15,85 8,50 12 3 1887 Calabria Settentrionale 39,57 16,22 4,00 16 11 1894 Calabria Meridionale 38,28 15,87 2,00 6 7 1910 Irpinia e Basilicata 40,90 15,42 5,00 28 6 1913 Calabria Settentrionale 39,53 16,23 3,50 13 1 1915 Marsica 41,98 13,65 2,50 23 7 1930 Irpinia 41,05 15,37 6,50 23 11 1980 Irpinia e Basilicata 40,85 15,28 7,00 21 3 1982 Calabria Settentrionale 40,00 15,77 3,50 5 7 1984 Appennino Abruzzese 41,67 14,05 3,00 5 11 1984 Appennino Abruzzese 41,72 14,08 3,00

Piano Provinciale di Emergenza 247

Disponendo gli stessi eventi secondo l’ordine decrescente della massima intensità macrosismica risentita si ottiene la tabella seguente

I max in giorno mese anno zona epicentrale Lat. Long. prov. di Matera 16 12 1857 Basilicata 40,35 15,85 8,50 8 9 1694 Golfo di Policastro 40.88 15,35 8,00 20 2 1743 Basso Ionio 39,85 18,78 7,00 23 11 1980 Irpinia e Basilicata 40,85 15,28 7,00 25 4 1836 Calabria Settentrionale 39,57 16,73 6,50 23 7 1930 Irpinia 41,05 15,37 6,50 27 3 1638 Calabria 39,03 16,28 5,00 29 11 1732 Irpinia 41,08 15,05 5,00 6 7 1910 Irpinia e Basilicata 40,90 15,42 5,00

30 7 1627 Gargano 41,73 15,35 4,60

1 2 1826 Basilicata 40,52 15,73 4,60

2 7 1783 Basso Ionio 39,85 18,75 4,00

26 7 1805 Molise 41,50 14,47 4,00 12 3 1887 Calabria Settentrionale 39,57 16,22 4,00 28 6 1913 Calabria Settentrionale 39,53 16,23 3,50 21 3 1982 Calabria Settentrionale 40,00 15,77 3,50 5 7 1984 Appennino Abruzzese 41,67 14,05 3,00 5 11 1984 Appennino Abruzzese 41,72 14,08 3,00 13 1 1915 Marsica 41,98 13,65 2,50 5 6 1688 Sannio 41,28 14,57 2,00 16 11 1894 Calabria Meridionale 38,28 15,87 2,00

Raggruppando, invece gli eventi per sorgente sismogenetica, si ottiene la seguente tabella, indicativa della periodicità dei fenomeni, nonché della influenza della sorgente in termini di intensità risentite nel territorio della provincia di Matera

Piano Provinciale di Emergenza 248

I max in N. giorno mese anno zona epicentrale Lat. Long. prov. di Comuni Matera con I>6 25 4 1836 Calabria Settentrionale 39,57 16,73 6,50 1 12 3 1887 Calabria Settentrionale 39,57 16,22 4,00 28 6 1913 Calabria Settentrionale 39,53 16,23 3,50 21 3 1982 Calabria Settentrionale 40,00 15,77 3,50

27 3 1638 Calabria 39,03 16,28 5,00

29 11 1732 Irpinia 41,08 15,05 5,00 23 7 1930 Irpinia 41,05 15,37 6,50 5

6 7 1910 Irpinia e Basilicata 40,90 15,42 5,00 23 11 1980 Irpinia e Basilicata 40,85 15,28 7,00 7

1 2 1826 Basilicata 40,52 15,73 4,60 16 12 1857 Basilicata 40,35 15,85 8,50 20

8 9 1694 Golfo di Policastro 40.88 15,35 8,00 10

20 2 1743 Basso Ionio 39,85 18,78 7,00 1 2 7 1783 Basso Ionio 39,85 18,75 4,00

26 7 1805 Molise 41,50 14,47 4,00

30 7 1627 Gargano 41,73 15,35 4,60

13 1 1915 Marsica 41,98 13,65 2,50

5 7 1984 Appennino Abruzzese 41,67 14,05 3,00 5 11 1984 Appennino Abruzzese 41,72 14,08 3,00

16 11 1894 Calabria Meridionale 38,28 15,87 2,00

5 6 1688 Sannio 41,28 14,57 2,00

Nel presente studio, sulla base delle maggiori sorgenti sismogenetiche che possono avere influenza sul territorio della provincia di Matera, si è pensato di analizzare un numero di scenari sufficiente a simulare eventi che coprano il più possibile detto territorio. Dalla osservazione delle precedenti tabelle consegue che assumono carattere di rilevanza, ai fini della definizione degli scenari di evento quattro eventi, tutti

Piano Provinciale di Emergenza 249 appartenenti a sorgenti sismogenetiche differenti, i quali hanno fatto registrare intensità macrosismiche maggiori del sesto grado in più di cinque comuni, ed in particolare: ƒ Terremoto del 8 settembre 1694 del Golfo di Policastro Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.88 Long. 15.35 Intensità macrosismica epicentrale 10.5

ƒ Terremoto del 16 dicembre 1857 della Basilicata Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.35 Long. 15.85 Intensità macrosismica epicentrale 11

ƒ Terremoto del 23 luglio 1930 dell’Irpinia Coordinate dell’epicentro: Lat. 41.05 Long. 15.37 Intensità macrosismica epicentrale 10

ƒ Terremoto del 23 novembe 1980 dell’Irpinia e Basilicata Coordinate dell’epicentro: Lat. 40.85 Long. 15.28 Intensità macrosismica epicentrale 10

Piano Provinciale di Emergenza 250

La tabella che segue mostra comparativamente le zone interessate dai predetti quattro eventi, riportando, per ciascuno di essi i comuni nei quali si è risentita un’intensità macrosismica Is > 5

Irpinia e Golfo di Basilicata Irpinia Basilicata Policastro 1857 1930 1694 1980 Aliano Bernalda Calciano Cirigliano Colobraro Craco Ferrandina Garaguso Gorgoglione Grassano Grottole Irsina Matera Miglionico Montalbano Jonico Montescaglioso Nova Siri Pisticci Policoro Pomarico Rotondella Salandra San Giorgio Lucano San Mauro Forte Scanzano Jonico Stigliano Tricarico Tursi Valsinni

Piano Provinciale di Emergenza 251

La sovrapposizione dello scenario di evento sugli elementi del territorio esposti al rischio conduce alla definizione dello scenario di danno. Gli scenari di danno hanno una duplice utilità: nell’immediato post-evento costituiscono un agile e veloce strumento per la quantificazione di massima delle perdite in termini di vite umane, di danni all’edificato, alle infrastrutture, ai servizi; in tempo di pace, invece, essi consentono un’efficace pianificazione dell’emergenza. Sulla base della simulazione degli effetti sul territorio di un dato evento, previsto nello scenario, possono essere dimensionate le risorse di cui disporre in caso di reale emergenza ed essere messe a punto le procedure d’intervento da attivare. Nel seguito si propongono alcuni scenari relativi al sismico che interessano il territorio della Provincia di Matera. Nelle successive fasi dell’attività si raffinerà il modello, sia conducendo ulteriori studi ed analisi, sia grazie alla sinergia con le Amministrazioni Comunali che, auspicabilmente, nell’immediato, verificando la rispondenza delle informazioni contenute nel presente documento con la reale situazione del territorio di propria competenza, apporteranno correzioni e miglioramenti, e nel futuro forniranno aggiornamenti in merito alle modifiche del territorio, man mano che queste si verificheranno. Nella stima dei danni causati da eventi sismici, alle tradizionali analisi di rischio si è andato man mano affiancando lo studio di scenari, attraverso i quali vengono simulate le conseguenze di un evento sismico di caratteristiche prefissate, che si verifichi su un dato territorio. Sulla base dei risultati degli studi di scenari possono essere quindi predisposti adeguati programmi di previsione e prevenzione. Gli scenari sono stati costruiti sulla base dei dati di vulnerabilità dell’edificato ed esposizione della popolazione contenuti nello studio sul rischio sismico pubblicato dal Servizio Sismico Nazionale nel 2001, i cui dati sono stati ricavati sulla base del censimento ISTAT del 1991. Disponendo delle mappe di intensità dei diversi eventi sismici considerati, mediante le matrici di probabilità di danno (DPM), è possibile ricavare i dati relativi al danneggiamento degli edifici, per i comuni dove l’intensità sismica risentita è maggiore della soglia di danno (Is > VI MCS).

Piano Provinciale di Emergenza 252

Le matrici di probabilità di danno utilizzate (Braga et. al., 1982, 1985) definiscono su basi probabilistiche, per ogni classe di vulnerabilità e per ogni intensità sismica, le percentuali dei diversi livelli di danneggiamento subite dagli edifici presenti sul territorio.

Identificazione di tre classi di vulnerabilità corrispondenti alla scala MSK-76 (Braga et al., 1985)

Strutture orizzontali Muratura in Muratura in Muratura in Cemento strutture verticali pietrame pietrame mattoni o armato non sbozzato blocchi squadrato Volte A A A \ Solai in legno A A C \ Solai con putrelle B B C \ Solai in c.a. C C C C

Definizione dei livelli di danno secondo la scala MSK-76 (Medvedev, 1977)

Livello danno Descrizione 0 nessun danno

1 danno lieve: sottili fessure e caduta di piccole parti dell’intonaco

2 danno medio : piccole fessure nelle pareti, caduta di porzioni consistenti di intonaco, fessure nei camini parte dei quali cadono 3 danno forte: formazione di ampie fessure nei muri, caduta dei camini 4 distruzione: distacchi fra le pareti, possibile collasso di porzioni di edifici, parti di edificio separate si sconnettono, collasso di pareti interne 5 danno totale: collasso totale dell’edificio

Piano Provinciale di Emergenza 253

Percentuale di danneggiamento degli edifici, in funzione dell’intensità, della tipologia e del livello di danno, secondo la scala MSK 76 (Medvedev, 1977).

Intensità Classe di vulnerabilità delle abitazioni A B C V 5% danno 1 - -

VI 5% danno 2 5% danno 1 - 50% danno 1 VII 5% danno 4 50% danno 2 50% danno 1 50% danno 3 5% danno 3 5% danno 2 VIII 5% danno 5 5% danno 4 5% danno 3 50% danno 4 50% danno 3 50% danno 2 IX 50% danno 5 5% danno 5 5% danno 4 50% danno 4 50% danno 3 X 75% danno 5 50% danno 5 5% danno 5 50% danno 4

Matrici di probabilità di danno (Braga et. al., 1982, 1985)

CLASSE A Intensità Livello di danno 0 1 2 3 4 5 VI 0,188 0,373 0,296 0,117 0,023 0,002 VII 0,064 0,234 0,344 0,252 0,092 0,014 VIII 0,002 0,020 0,108 0,287 0,381 0,202 IX 0,0 0,001 0,017 0,111 0,372 0,498 X 0,0 0,0 0,002 0,030 0,234 0,734

CLASSE B Intensità Livello di danno 0 1 2 3 4 5 VI 0,36 0,408 0,185 0,042 0,005 0,0 VII 0,188 0,373 0,296 0,117 0,023 0,002 VIII 0,031 0,155 0,312 0,313 0,157 0,032 IX 0,002 0,022 0,114 0,293 0,376 0,193 X 0,0 0,001 0,017 0,111 0,372 0,498

CLASSE C Intensità Livello di danno 0 1 2 3 4 5 VI 0,715 0,248 0,035 0,002 0,0 0,0 VII 0,401 0,402 0,161 0,032 0,003 0,0 VIII 0,131 0,329 0,330 0,165 0,041 0,004 IX 0,050 0,206 0,337 0,276 0,113 0,018

Piano Provinciale di Emergenza 254

Mediante l’utilizzo delle DPM è possibile ottenere una stima del numero degli edifici crollati, inagibili o danneggiati, nel modo seguente:

• abitazioni crollate: tutte quelle con livello di danno 5;

• abitazioni inagibili: quelle con livello di danno 4 più una frazione (40%) di quelle con livello di danno 3;

• abitazioni danneggiate: quelle con livello di danno 2 più quelle con livello di danno 3 non considerate fra le inagibili (60%).

Per quanto riguarda gli effetti sulla popolazione, conoscendo il numero di residenti nelle abitazioni appartenenti alle varie classi di vulnerabilità e le percentuali dei vari livelli di danno da esse subiti, si può facilmente risalire ad una stima della popolazione coinvolta in crolli e del numero dei senza tetto. Di più difficile previsione è il numero di vittime provocate dall’evento sismico: alcuni valori, largamente approssimativi, presenti in letteratura parlano di un numero di vittime pari all’incirca al 30% della popolazione coinvolta in crolli. Questo valore potrebbe avere un certo significato quando si effettua un’analisi di rischio, dove si fa una stima delle perdite di vite umane attese in un lungo periodo di tempo su un territorio molto vasto, ad esempio l’intero territorio nazionale. Poiché il numero di vittime dipende fortemente da una serie di fattori, quali ad esempio l’ora in cui avviene l’evento, l’attività prevalente degli abitanti, la rapidità dei soccorsi, le percentuali di sopravvivenza, ecc., quando si costruisce uno scenario di evento è molto difficile ipotizzare un numero attendibile, a meno che non si facciano studi di una certa affidabilità sulle dinamiche della popolazione nell’arco della giornata.

Piano Provinciale di Emergenza 255

EVENTO SISMICO: GOLFO DI POLICASTRO 8.9.1694

Questo evento, con una intensità macrosismica epicentrale di 10.5, è stato uno dei più rilevanti terremoti per la Provincia di Matera. In due comuni l’intensità risentita è stata pari a 8, in altri 7 comuni l’intensità risentita è stata pari a 7. In totale, i comuni della provincia di Matera in cui si è risentita un’intensità superiore alla soglia di danno (VI MCS) sono circa 10.

Determinazione del numero di abitazioni appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, e della popolazione in esse residenti

popolaz. popolaz. popolaz. N. di N. di N. di in in in N. di abitazioni abitazioni abitazioni N. COMUNE popolaz. abitaz. abitaz. abitaz. abitaz. di classe di classe di classe di classe di classe di classe A B C A B C

1 Garaguso 594 1.270 218 411 133 254 243 605 2 Salandra 1.257 3.363 318 659 309 733 630 1.971 3 Craco 441 971 32 15 16 7 393 949 4 Grassano 2.660 6.065 614 1.055 444 794 1.602 4.216 5 Matera 18.288 54.919 1.573 3.844 1.481 3.680 15.234 47.395 6 Pomarico 2.264 5.018 217 1.209 321 1.109 1.726 2.700 San Mauro 7 1.706 3.025 479 720 379 587 848 1.718 Forte 8 Stigliano 4.368 6.576 1.380 1.611 1.266 1.611 1.722 3.354 9 Tricarico 3.106 7.017 1.177 2.049 640 1.340 1.289 3.628 10 Calciano 640 1.049 208 292 177 277 255 480

Piano Provinciale di Emergenza 256

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità A, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità N. COMUNE abit. di danno danno danno danno danno danno macros. classe A 0 1 2 3 4 5

1 Garaguso 8,0 218 0 4 24 63 83 44 2 Salandra 8,0 318 1 6 34 91 121 64 3 Craco 7,0 32 2 7 11 8 3 0 4 Grassano 7,0 614 39 144 211 155 56 9 5 Matera 7,0 1.573 101 368 541 396 145 22 6 Pomarico 7,0 217 14 51 75 55 20 3 San Mauro 7 7,0 479 31 112 165 121 44 7 Forte 8 Stigliano 7,0 1.380 88 323 475 348 127 19 9 Tricarico 7,0 1.177 75 275 405 297 108 16 10 Calciano 6,5 208 13 49 72 52 19 3

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità B, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità abitazioni N. COMUNE danno danno danno danno danno danno macros. di classe 0 1 2 3 4 5 B 1 Garaguso 8,0 133 4 21 41 42 21 4 2 Salandra 8,0 309 10 48 96 97 49 10 3 Craco 7,0 16 3 6 5 2 0 0 4 Grassano 7,0 444 83 166 131 52 10 1 5 Matera 7,0 1.481 278 552 438 173 34 4 6 Pomarico 7,0 321 60 120 95 38 7 1 San Mauro 7 7,0 379 71 141 112 44 9 1 Forte 8 Stigliano 7,0 1.266 238 472 375 148 29 4 9 Tricarico 7,0 640 120 239 189 75 15 2 10 Calciano 6,5 177 33 66 52 21 4 1

Piano Provinciale di Emergenza 257

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità C, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità N. COMUNE abitazioni danno danno danno danno danno danno macros. di classe C 0 1 2 3 4 5

1 Garaguso 8,0 243 32 80 80 40 10 1 2 Salandra 8,0 630 83 207 208 104 26 3 3 Craco 7,0 393 158 158 63 13 1 0 4 Grassano 7,0 1.602 642 644 258 51 5 2 5 Matera 7,0 15.234 6.109 6.124 2.453 487 46 15 6 Pomarico 7,0 1.726 692 694 278 55 5 2 San Mauro 7 7,0 848 340 341 137 27 3 1 Forte 8 Stigliano 7,0 1.722 691 692 277 55 5 2 9 Tricarico 7,0 1.289 517 518 208 41 4 1 10 Calciano 6,5 255 102 103 41 8 1 0

Determinazione del numero complessivo di abitazioni, appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, interessate da ciascun livello di danno

tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. N. COMUNE di di di danno di danno di danno di danno danno 0 danno 1 2 3 4 5 1 Garaguso 36 105 145 145 104 49 2 Salandra 94 261 338 292 196 77 3 Craco 164 171 79 23 4 0 4 Grassano 764 954 600 258 71 12 5 Matera 6.488 7.044 3.432 1.056 225 41 6 Pomarico 766 865 448 148 32 6 San Mauro 7 442 594 414 192 56 9 Forte 8 Stigliano 417 1.487 1.127 551 161 25 9 Tricarico 712 1.032 802 413 127 19 10 Calciano 148 218 165 81 24 4

Piano Provinciale di Emergenza 258

Scenario di danni relativo alle abitazioni

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità A, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

abitaz. abitaz. abitaz. popolaz popolaz popolaz con liv. con con in in in popolaz. N. di di liv. di liv. di abitaz. abitaz. abitaz. in abitaz. abit. di N. COMUNE danno danno danno con liv. con liv. con liv. di classe classe 3 in 4 in 5 in di danno di danno di danno A A classe classe classe 3 in 4 in 5 in A A A classe A classe A classe A 1 Garaguso 411 218 63 83 44 119 157 83 2 Salandra 659 318 91 121 64 189 251 133 3 Craco 15 32 8 3 0 4 1 0 4 Grassano 1.055 614 155 56 9 266 96 15 5 Matera 3.844 1.573 396 145 22 968 354 54 6 Pomarico 1.209 217 55 20 3 307 111 17 San Mauro 720 7 479 121 44 7 182 66 11 Forte 8 Stigliano 1.611 1.380 348 127 19 406 148 22 9 Tricarico 2.049 1.177 297 108 16 517 188 28 10 Calciano 292 208 52 19 3 73 27 4

Piano Provinciale di Emergenza 259

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità B, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

popolaz popolaz popolaz abitaz. abitaz. abitaz. in in in popolaz. con liv. con liv. con abitaz. abitaz. N. di abitaz. in di di liv. di con liv. con liv. abitazioni con liv. N. COMUNE abitaz. danno danno danno di di di classe di di classe 3 in 4 in 5 in danno danno B danno 4 B classe classe classe 3 in 5 in in B B B classe classe classe B B B 1 Garaguso 254 133 42 21 4 80 8 8 2 Salandra 733 309 97 49 10 230 116 24 3 Craco 7 16 2 0 0 1 0 0 4 Grassano 795 444 52 10 1 93 18 2 5 Matera 3.680 1.481 173 34 4 430 84 10 6 Pomarico 1.109 321 38 7 1 131 24 3 7 San Mauro F. 587 379 44 9 1 68 14 2 8 Stigliano 1.611 1.266 148 29 4 188 37 5 9 Tricarico 1.340 640 75 15 2 157 31 4 10 Calciano 277 177 21 4 1 33 6 2

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità C, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

popolaz popolaz popolaz abitaz. abitaz. abitaz. in in in popolaz. con con con abitaz. abitaz. N. di abitaz. in liv. di liv. di liv. di con liv. con liv. abitazioni con liv. N. COMUNE abitaz. danno danno danno di di di classe di di classe 3 in 4 in 5 in danno danno C danno 3 C classe classe classe 4 in 5 in in classe C C C classe classe C C C 1 Garaguso 605 243 40 10 1 100 2 2 2 Salandra 1.971 630 104 26 3 325 81 9 3 Craco 950 393 13 1 0 31 2 0 4 Grassano 4.215 1.602 51 5 2 134 13 5 5 Matera 47.395 15.234 487 46 15 1.515 143 47 6 Pomarico 2.700 1.726 55 5 2 86 8 3 7 San Mauro F. 1.721 848 27 3 1 55 6 2 8 Stigliano 3.347 1.722 55 5 2 107 10 4 9 Tricarico 3.635 1.289 41 4 1 116 11 3 10 Calciano 480 255 8 1 0 15 2 0

Piano Provinciale di Emergenza 260

Determinazione del totale della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

di danno 3 in classe B di danno 3 in classe B di danno 4 in classe B di danno 5 in classe B di danno 3 in classe C di danno 4 in classe C di danno 5 in classe C di danno 3 in classe A di danno 4 in classe A di danno 5 in classe A N. COMUNE totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 3 totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 4 totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 5 popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv.

1 Garaguso 119 157 83 80 8 8 100 2 2 299 167 93 2 Salandra 189 251 133 230 116 24 325 81 9 744 448 166 3 Craco 4 1 0 1 0 0 31 2 0 36 3 0 4 Grassano 266 96 15 93 18 2 134 13 5 493 127 22 5 Matera 968 354 54 430 84 10 1.515 143 47 2.913 581 111 6 Pomarico 307 111 17 131 24 3 86 8 3 524 143 23 7 San Mauro Forte 182 66 11 68 14 2 55 6 2 305 86 15 8 Stigliano 406 148 22 188 37 5 107 10 4 701 195 31 9 Tricarico 517 188 28 157 31 4 116 11 3 790 230 35 10 Calciano 73 27 4 33 6 2 15 2 0 121 35 6

Piano Provinciale di Emergenza 261

Scenario di danni relativo alla popolazione coinvolta

totale totale totale popolaz popolaz popolaz totale totale in abitaz. in abitaz. in abitaz. popolaz N. COMUNE popolaz con liv. con liv. con liv. coinvolta sgomberata di danno di danno di danno in crolli 3 4 5 1 Garaguso 299 167 93 287 93 2 Salandra 744 448 166 746 166 3 Craco 36 3 0 17 0 4 Grassano 493 127 22 324 22 5 Matera 2.913 581 111 1.746 111 6 Pomarico 524 143 23 353 23 7 San Mauro Forte 305 86 15 208 15 8 Stigliano 701 195 31 475 31 9 Tricarico 790 230 35 546 35 10 Calciano 121 35 6 83 6 TOTALE 4.785 502

Piano Provinciale di Emergenza 262

EVENTO SISMICO: BASILICATA 16.12.1857

Questo evento, con una magnitudo di 6.8 gradi Richter, è probabilmente uno dei più forti terremoti che in epoca relativamente recente abbiano riguardato la Basilicata, ed inoltre ha interessato gran parte dei comuni della Provincia di Matera, con un’intensità massima risentita, in due comuni situati in prossimità dell’epicentro, pari 8,5. In altri 4 comuni l’intensità risentita è stata pari a 8, in altri sei a 7,5. In totale, i comuni della provincia di Materaa in cui si è risentita un’intensità superiore alla soglia di danno (VI MCS) sono circa 20.

Se un evento come questo si ripetesse oggi, riguarderebbe una popolazione di circa 380.000 persone, con oltre 100.000 senzatetto e circa 30.000 persone coinvolte in crolli, con conseguenze che sarebbero disastrose.

Determinazione del numero di abitazioni appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, e della popolazione in esse residenti

Piano Provinciale di Emergenza 263

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità A, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità N. COMUNE abit. di danno danno danno danno danno danno macros. classe A 0 1 2 3 4 5

1 Grassano 8,50 614 0 1 10 68 228 307 2 Salandra 8,50 318 0 0 5 35 118 160 3 Ferrandina 8,00 1.132 2 23 122 325 431 229 4 Gorgoglione 8,00 312 1 6 34 90 119 62 5 Grottole 8,00 431 1 9 47 124 164 86 6 Stigliano 8,00 1.380 3 28 149 396 526 278 7 Garaguso 7,50 218 0 4 24 63 83 44 8 Montescaglioso 7,50 617 1 12 67 177 235 125 9 Pisticci 7,50 2.066 4 41 223 593 787 418 10 Pomarico 7,50 217 0 4 23 62 83 45 San Mauro 11 7,50 479 1 10 52 137 182 97 Forte 12 Tursi 7,50 526 1 11 57 151 200 106 13 Aliano 7,00 184 12 43 63 46 17 3 14 Cirigliano 7,00 129 8 30 44 33 12 2 15 Miglionico 7,00 536 34 125 184 135 49 9 Montalbano 16 7,00 497 32 116 171 125 46 7 Jonico San Giorgio 17 7,00 377 24 88 130 95 40 0 Lucano 18 Tricarico 7,00 1.177 75 275 405 297 108 17 19 Bernalda 6,50 1.067 68 250 367 269 98 15 20 Rotondella 6,50 542 35 127 186 137 50 7

Piano Provinciale di Emergenza 264

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità B, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità abitazioni N. COMUNE danno danno danno danno danno danno macros. di classe 0 1 2 3 4 5 B

1 Grassano 8,50 444 1 10 51 130 167 85

2 Salandra 8,50 309 1 7 35 91 116 59 3 Ferrandina 8,00 557 17 86 174 174 87 19 4 Gorgoglione 8,00 219 7 34 68 69 34 7 5 Grottole 8,00 251 8 39 78 79 39 8 6 Stigliano 8,00 1.266 39 196 395 396 199 41

7 Garaguso 7,50 133 4 21 41 42 21 4 8 Montescaglioso 7,50 442 14 69 138 138 69 14 9 Pisticci 7,50 1.857 58 288 579 581 292 59 10 Pomarico 7,50 321 10 50 100 100 50 11 San Mauro 11 7,50 379 12 59 118 118 59 13 Forte

12 Tursi 7,50 416 13 64 130 130 65 14 13 Aliano 7,00 226 42 84 67 26 5 2 14 Cirigliano 7,00 43 8 16 13 5 1 0 15 Miglionico 7,00 275 52 103 81 32 6 1

Montalbano 16 7,00 453 85 169 134 53 10 2 Jonico

San Giorgio 17 7,00 252 47 94 75 29 6 1 Lucano 18 Tricarico 7,00 640 120 239 189 75 15 2 19 Bernalda 6,50 677 127 252 200 79 16 3

20 Rotondella 6,50 467 88 174 138 55 11 1

Piano Provinciale di Emergenza 265

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità C, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità N. COMUNE abitazioni danno danno danno danno danno danno macros. di classe C 0 1 2 3 4 5

1 Grassano 8,50 1.602 53 330 540 442 181 56 2 Salandra 8,50 630 32 130 212 174 71 11 3 Ferrandina 8,00 2.802 367 922 925 462 115 11 4 Gorgoglione 8,00 246 32 81 81 41 10 1 5 Grottole 8,00 722 95 238 238 119 30 2 6 Stigliano 8,00 1.722 226 567 568 284 71 6 7 Garaguso 7,50 243 32 80 80 40 10 1 8 Montescaglioso 7,50 2.924 383 962 965 482 120 12 9 Pisticci 7,50 5.180 679 1.7041.709 855 212 21 10 Pomarico 7,50 1.726 226 568 570 285 71 6 San Mauro 11 7,50 848 111 279 280 140 35 3 Forte 12 Tursi 7,50 1.171 153 385 386 193 48 6 13 Aliano 7,00 506 203 203 81 16 3 0 14 Cirigliano 7,00 272 109 109 44 9 1 0 15 Miglionico 7,00 590 237 237 95 19 2 0 Montalbano 16 7,00 2.175 872 874 350 70 9 0 Jonico San Giorgio 17 7,00 234 94 94 38 7 1 0 Lucano 18 Tricarico 7,00 1.289 517 518 208 41 4 0 19 Bernalda 6,50 3.995 1.6021.606 643 128 12 0 20 Rotondella 6,50 539 216 217 87 17 2 0

Piano Provinciale di Emergenza 266

Determinazione del numero complessivo di abitazioni, appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, interessate da ciascun livello di danno

tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. N. COMUNE di danno di danno di danno di danno di danno di danno 0 1 2 3 4 5 1 Grassano 54 341 601 640 576 448 2 Salandra 33 137 252 300 305 230 3 Ferrandina 386 1.031 1.221 961 633 259 4 Gorgoglione 40 121 183 200 163 70 5 Grottole 104 286 363 322 233 96 6 Stigliano 268 791 1.112 1.076 796 325 7 Garaguso 36 105 145 145 114 49 8 Montescaglioso 398 1.043 1.170 797 424 151 9 Pisticci 741 2.033 2.511 2.029 1.291 498 10 Pomarico 236 622 693 447 204 62

11 San Mauro Forte 124 348 450 395 276 113

12 Tursi 167 460 573 474 313 126 13 Aliano 257 330 211 88 25 5 14 Cirigliano 125 155 101 47 14 2 15 Miglionico 323 465 360 186 57 10 Montalbano 16 989 1.159 655 248 65 9 Jonico San Giorgio 17 165 276 243 131 47 1 Lucano 18 Tricarico 712 1.032 802 413 117 19 19 Bernalda 1.797 2.108 1.210 476 126 18 20 Rotondella 339 518 411 209 63 8

Piano Provinciale di Emergenza 267

Scenario di danni relativo alle abitazioni

Piano Provinciale di Emergenza 268

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità A, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

abitaz. abitaz. abitaz. popolaz popolaz popolaz con liv. con con in in in popolaz. N. di di liv. di liv. di abitaz. abitaz. abitaz. in abitaz. abit. di N. COMUNE danno danno danno con liv. con liv. con liv. di classe classe 3 in 4 in 5 in di danno di danno di danno A A classe classe classe 3 in 4 in 5 in A A A classe A classe A classe A 1 Grassano 1.055 614 68 228 307 117 392 546 2 Salandra 659 318 35 118 160 73 245 332 3 Ferrandina 1.470 1.132 325 431 229 422 560 297 4 Gorgoglione 497 312 90 119 62 143 190 99 5 Grottole 601 431 124 164 86 173 229 120 6 Stigliano 1.611 1.380 396 526 278 462 614 325 7 Garaguso 411 218 63 83 44 119 156 83 8 Montescaglioso 1.212 617 177 235 125 348 462 246 9 Pisticci 2.710 2.066 593 787 418 778 1.032 548 10 Pomarico 1.209 217 62 83 45 345 462 251 San Mauro 11 720 479 137 182 97 206 274 146 Forte 12 Tursi 1.267 526 151 200 106 364 482 255 13 Aliano 241 184 46 17 3 60 22 4 14 Cirigliano 264 129 33 12 2 68 25 4 15 Miglionico 878 536 135 49 9 221 80 15 Montalbano 16 1.086 497 125 46 7 273 101 15 Jonico San Giorgio 17 646 377 95 40 0 163 69 0 Lucano 18 Tricarico 2.049 1.177 297 108 17 517 188 30 19 Bernalda 1.805 1.067 269 98 15 455 166 25 20 Rotondella 1.117 542 137 50 7 282 103 14

Piano Provinciale di Emergenza 269

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità B, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

popolaz popolaz popolaz abitaz. abitaz. abitaz. in in in popolaz. con con liv. con abitaz. abitaz. abitaz. in N. di liv. di di liv. di con liv. con liv. con liv. N. COMUNE abitaz. abitazioni danno danno danno di di di di classe di classe B 3 in 4 in 5 in danno 3 danno 4 danno 5 B classe classe classe in classe in classe in classe B B B B B B

1 Grassano 794 444 130 167 85 232 152 152 2 Salandra 733 309 91 116 59 216 275 140 3 Ferrandina 707 557 174 87 19 221 110 24 4 Gorgoglione 383 219 69 34 7 121 59 12 5 Grottole 445 251 79 39 8 140 69 14 6 Stigliano 1.611 1.266 396 199 41 504 253 52 7 Garaguso 254 133 42 21 4 80 40 8 8 Montescaglioso 879 442 138 69 14 274 137 28 9 Pisticci 3.058 1.857 581 292 59 957 481 97 10 Pomarico 1.109 321 100 50 11 345 173 38 San Mauro 11 587 379 118 59 13 183 91 20 Forte 12 Tursi 1.099 416 130 65 14 343 172 37 13 Aliano 345 226 26 5 2 40 8 3 14 Cirigliano 146 43 5 1 0 17 3 0 15 Miglionico 364 275 32 6 1 42 8 1 Montalbano 16 1.121 453 53 10 2 131 25 5 Jonico San Giorgio 17 517 252 29 6 1 59 12 2 Lucano 18 Tricarico 1.340 640 75 15 2 157 31 4 19 Bernalda 1.252 677 79 16 3 146 30 6 20 Rotondella 1.076 467 55 11 1 127 25 2

Piano Provinciale di Emergenza 270

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità C, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

popolaz popolaz popolaz abitaz. abitaz. abitaz. in in in popolaz. con con con N. di abitaz. abitaz. abitaz. in liv. di liv. di liv. di abitazioni con liv. con liv. con liv. N. COMUNE abitaz. danno danno danno di classe di di di di classe 3 in 4 in 5 in C danno 3 danno 4 danno 5 C classe classe classe in classe in classe in classe C C C C C C

1 Grassano 4.216 1.602 442 181 56 1.163 147 147 2 Salandra 1.971 630 174 71 11 544 222 34 3 Ferrandina 7.250 2.802 462 115 11 1.195 298 28 4 Gorgoglione 515 246 41 10 1 86 21 2 5 Grottole 1.960 722 119 30 2 323 81 5 6 Stigliano 3.354 1.722 284 71 6 553 138 12 7 Garaguso 605 243 40 10 1 100 25 2 8 Montescaglioso 8.013 2.924 482 120 12 1.321 329 33 9 Pisticci 12.543 5.180 855 212 21 2.070 513 51 10 Pomarico 2.700 1.726 285 71 6 446 111 9 San Mauro 11 1.718 848 140 35 3 284 71 6 Forte 12 Tursi 3.637 1.171 193 48 6 599 149 19 13 Aliano 909 506 16 3 0 29 5 0 14 Cirigliano 122 272 9 1 0 4 0 0 15 Miglionico 1.476 590 19 2 0 48 5 0 Montalbano 16 6.481 2.175 70 9 0 209 27 0 Jonico San Giorgio 17 657 234 7 1 0 20 3 0 Lucano 18 Tricarico 3.628 1.289 41 4 0 115 11 0 19 Bernalda 8.980 3.995 128 12 0 288 27 0 20 Rotondella 1.519 539 17 2 0 48 6 0

Piano Provinciale di Emergenza 271

Determinazione del totale della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

di danno 3 in classe B di danno 3 in classe B di danno 4 in classe B di danno 5 in classe B di danno 3 in classe C di danno 4 in classe C di danno 5 in classe C di danno 3 in classe A di danno 4 in classe A di danno 5 in classe A N. COMUNE totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 3 totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 4 totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 5 popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. 1 Grassano 117 392 546 232 152 152 1.163 147 147 1.512 691 845 2 Salandra 73 245 332 216 275 140 544 222 34 833 742 506 3 Ferrandina 422 560 297 221 110 24 1.195 298 28 1.838 968 349 4 Gorgoglione 143 190 99 121 59 12 86 21 2 350 270 113 5 Grottole 173 229 120 140 69 14 323 81 5 636 379 139 6 Stigliano 462 614 325 504 253 52 553 138 12 1.519 1.005389 7 Garaguso 119 156 83 80 40 8 100 25 2 299 221 93 8 Montescaglioso 348 462 246 274 137 28 1.321 329 33 1.943 928 307 9 Pisticci 778 1.032 548 957 481 97 2.070 513 51 3.805 2.026 696 10 Pomarico 345 462 251 345 173 38 446 111 9 1.136 746 298 11 San Mauro Forte 206 274 146 183 91 20 284 71 6 673 436 172 12 Tursi 364 482 255 343 172 37 599 149 19 1.306 803 311 13 Aliano 60 22 4 40 8 3 29 5 0 129 35 7 14 Cirigliano 68 25 4 17 3 0 4 0 0 89 28 4 15 Miglionico 221 80 15 42 8 1 48 5 0 311 93 16 Montalbano 16 273 101 15 131 25 5 209 27 0 613 153 20 Jonico San Giorgio 17 163 69 0 59 12 2 20 3 0 242 84 2 Lucano 18 Tricarico 517 188 30 157 31 4 115 11 0 789 230 34 19 Bernalda 455 166 25 146 30 6 288 27 0 889 223 31 20 Rotondella 282 103 14 127 25 2 48 6 0 457 134 16 Piano Provinciale di Emergenza 272

Scenario di danni relativo alla popolazione coinvolta

totale totale totale popolaz popolaz popolaz totale totale in abitaz. in abitaz. in abitaz. popolaz N. COMUNE popolaz con liv. con liv. con liv. coinvolta sgomberata di danno di danno di danno in crolli 3 4 5

1 Grassano 1.512 691 845 1.296 845 2 Salandra 833 742 506 1.075 506 3 Ferrandina 1.838 968 349 1.703 349 4 Gorgoglione 350 270 113 410 113 5 Grottole 636 379 139 633 139

6 Stigliano 1.519 1.005 389 1.613 389

7 Garaguso 299 221 93 341 93 8 Montescaglioso 1.943 928 307 1.705 307 9 Pisticci 3.805 2.026 696 3.548 696 10 Pomarico 1.136 746 298 1.200 298

11 San Mauro Forte 673 436 172 705 172

12 Tursi 1.306 803 311 1.325 311 13 Aliano 129 35 7 87 7 14 Cirigliano 89 28 4 64 4 15 Miglionico 311 93 16 217 16

Montalbano 16 613 153 20 398 20 Jonico

San Giorgio 17 242 84 2 181 2 Lucano 18 Tricarico 789 230 34 546 34 19 Bernalda 889 223 31 579 31

20 Rotondella 457 134 16 317 16

TOTALE 17.943 4.348

Piano Provinciale di Emergenza 273

EVENTO SISMICO: IRPINIA 23.7.1930

Questo evento, con una intensità macrosismica epicentrale di 10, è stato uno dei più rilevanti terremoti per la Provincia di Matera. In due comuni l’intensità risentita è stata pari a 6,5, in altri 3 comuni l’intensità risentita è stata pari a 6. In totale, i comuni della provincia di Matera in cui si è risentita un’intensità superiore alla soglia di danno (VI MCS) sono 5.

Determinazione del numero di abitazioni appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, e della popolazione in esse residenti

popolaz. popolaz. popolaz. N. di N. di N. di in in in N. di abitazioni abitazioni abitazioni N. COMUNE popolaz. abitaz. abitaz. abitaz. abitaz. di classe di classe di classe di classe di classe di classe A B C A B C

1 Salandra 1.257 3.363 318 659 309 794 630 1.910 2 Tricarico 3.106 7.017 1.177 2.049 640 1.340 1.289 3.628 3 Grassano 2.660 6.065 614 1.055 444 795 1.601 4.215 4 Irsina 3.325 6.558 795 1.246 372 597 2.158 4.715 Montalbano 5 3.125 8.688 497 1.086 453 1121 2.175 6.481 Jonico

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità A, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità N. COMUNE abit. di danno danno danno danno danno danno macros. classe A 0 1 2 3 4 5

1 Salandra 6,5 318 20 74 109 80 29 4 2 Tricarico 6,5 1.177 75 275 405 297 108 16 3 Grassano 6,0 614 115 229 182 72 14 2 4 Irsina 6,0 795 149 297 235 93 18 2 Montalbano 5 6,0 497 93 185 147 58 11 1 Jonico

Piano Provinciale di Emergenza 274

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità B, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità abitazioni N. COMUNE danno danno danno danno danno danno macros. di classe 0 1 2 3 4 5 B 1 Salandra 6,5 309 58 115 91 36 7 1 2 Tricarico 6,5 640 120 239 189 75 15 2 3 Grassano 6,0 444 160 181 82 19 2 0 4 Irsina 6,0 372 134 152 69 16 2 0 Montalbano 5 6,0 453 163 185 84 19 2 0 Jonico

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità C, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità N. COMUNE abitazioni danno danno danno danno danno danno macros. di classe C 0 1 2 3 4 5

1 Salandra 6,5 630 253 253 101 20 2 1 2 Tricarico 6,5 1.289 517 518 208 41 4 1 3 Grassano 6,0 795 568 197 28 2 0 0 4 Irsina 6,0 2.158 1.543 535 76 4 0 0 Montalbano 5 6,0 2.175 1.555 539 76 4 0 0 Jonico

Determinazione del numero complessivo di abitazioni, appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, interessate da ciascun livello di danno

tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. N. COMUNE di danno di danno di danno di danno di danno di danno 0 1 2 3 4 5 1 Salandra 331 442 301 136 38 6 2 Tricarico 712 1.032 802 413 127 19 3 Grassano 843 607 292 93 16 2 4 Irsina 1.826 984 380 113 20 2 Montalbano 5 1.811 905 307 81 13 1 Jonico

Piano Provinciale di Emergenza 275

Scenario di danni relativo alle abitazioni

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità A, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

abitaz. abitaz. abitaz. popolaz popolaz popolaz con liv. con con in in in popolaz. N. di di liv. di liv. di abitaz. abitaz. abitaz. in abitaz. abit. di N. COMUNE danno danno danno con liv. con liv. con liv. di classe classe 3 in 4 in 5 in di danno di danno di danno A A classe classe classe 3 in 4 in 5 in A A A classe A classe A classe A 1 Salandra 659 318 80 29 4 166 60 8 2 Tricarico 2.049 1.177 297 108 16 517 188 28 3 Grassano 1.055 614 72 14 2 124 24 3 4 Irsina 1.246 795 93 18 2 146 28 3 Montalbano 5 1.086 497 58 11 1 127 24 2 Jonico

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità B, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

popolaz popolaz popolaz abitaz. abitaz. abitaz. in in in popolaz. con liv. con liv. con liv. abitaz. abitaz. abitaz. N. di in di di di con liv. con liv. con liv. abitazioni N. COMUNE abitaz. danno danno danno di di di di classe di classe 3 in 4 in 5 in danno danno danno B B classe classe classe 3 in 4 in 5 in B B B classe classe classe B B B 1 Salandra 794 309 36 7 1 93 3 3 2 Tricarico 1.340 640 75 15 2 157 31 4 3 Grassano 795 444 19 2 0 34 4 0 4 Irsina 597 372 16 2 0 26 3 0 Montalbano 5 1.121 453 19 2 0 47 5 0 Jonico

Piano Provinciale di Emergenza 276

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità C, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

popolaz popolaz popolaz abitaz. abitaz. abitaz. in in in popolaz. con liv. con liv. con abitaz. abitaz. abitaz. N. di in di di liv. di con liv. con liv. con liv. abitazioni N. COMUNE abitaz. danno danno danno di di di di classe di classe 3 in 4 in 5 in danno danno danno C C classe classe classe 3 in 4 in 5 in C C C classe classe classe C C C

1 Salandra 1.910 630 20 2 1 61 3 3 2 Tricarico 3.628 1.289 41 4 1 115 11 3 3 Grassano 4.215 795 2 0 0 11 0 0 4 Irsina 4.715 2.158 4 0 0 9 0 0 Montalbano 5 6.481 2.175 4 0 0 12 0 0 Jonico

Determinazione del totale della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

di danno 3 in classe B di danno 3 in classe B di danno 4 in classe B di danno 5 in classe B di danno 3 in classe C di danno 4 in classe C di danno 5 in classe C di danno 3 in classe A di danno 4 in classe A di danno 5 in classe A N. COMUNE totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 3 totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 4 totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 5 popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv.

1 Salandra 166 60 8 93 3 3 61 3 3 320 66 14 2 Tricarico 517 188 28 157 31 4 115 11 3 789 230 35 3 Grassano 124 24 3 34 4 0 11 0 0 169 28 3 4 Irsina 146 28 3 26 3 0 9 0 0 181 31 3 Montalbano 127 5 24 2 47 5 0 12 0 0 186 29 2 Jonico Piano Provinciale di Emergenza 277

Scenario di danni relativo alla popolazione coinvolta

totale totale totale popolaz popolaz popolaz totale totale in abitaz. in abitaz. in abitaz. popolaz N. COMUNE popolaz con liv. con liv. con liv. coinvolta sgomberata di danno di danno di danno in crolli 3 4 5 1 Salandra 320 66 14 194 14 2 Tricarico 789 230 35 546 35 3 Grassano 169 28 3 96 3 4 Irsina 181 31 3 103 3 Montalbano 5 186 29 2 103 2 Jonico TOTALE 1.042 57

EVENTO SISMICO: IRPINIA-BASIUCATA 23.11.1980

Questo ultimo evento considerato è sicuramente quello che tutti ricordano, essendosi verificato in tempi recentissimi. La sua magnitudo, di 6.6 gradi Richter, è però inferiore a quella dell’evento del 1857, ed anche il numero di comuni della provincia di Matera dove l’intensità risentita ha superato la soglia di danno è sensibilmente inferiore. In particolare, in un solo comune (Grassano) si è avuta un’intensità pari al VII grado MCS ed in sette comuni è stata maggiore o uguale al VI grado.

Piano Provinciale di Emergenza 278

Determinazione del numero di abitazioni appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, e della popolazione in esse residenti

popolaz. popolaz. popolaz. N. di N. di N. di in in in N. di abitazioni abitazioni abitazioni N. COMUNE popolaz. abitaz. abitaz. abitaz. abitaz. di classe di classe di classe di classe di classe di classe A B C A B C

1 Grassano 2.660 6.065 614 1.055 444 795 1.601 4.215 2 Grottole 1.404 3.006 431 631 251 445 722 1.930 3 Tricarico 3.106 7.017 1.177 2.049 640 1.340 1.289 3.628 4 Irsina 3.325 6.558 795 1.246 372 597 2.158 4.715 5 Policoro 4.950 14.551 218 567 322 873 4.410 13.110 6 Rotondella 1.548 3.712 542 1.117 467 1.076 539 1.518 7 Valsinni 869 1.965 322 601 249 572 297 792

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità A, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità N. COMUNE abit. di danno danno danno danno danno danno macros. classe A 0 1 2 3 4 5

1 Grassano 7,00 614 39 144 211 155 56 9 2 Grottole 6,50 431 28 101 148 109 40 6 3 Tricarico 6,50 1.177 75 275 405 297 108 16 4 Irsina 6,00 795 149 297 235 93 18 2 5 Policoro 6,00 218 41 81 65 26 5 1 6 Rotondella 6,00 542 102 202 160 63 12 2 7 Valsinni 6,00 322 61 120 95 38 7 1

Piano Provinciale di Emergenza 279

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità B, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità abitazioni N. COMUNE danno danno danno danno danno danno macros. di classe 0 1 2 3 4 5 B 1 Grassano 7,00 444 83 166 131 52 10 1 2 Grottole 6,50 251 47 94 74 29 6 1 3 Tricarico 6,50 640 120 239 189 75 15 2 4 Irsina 6,00 372 134 152 69 16 2 0 5 Policoro 6,00 322 116 131 60 14 2 0 6 Rotondella 6,00 467 168 191 86 20 2 0 7 Valsinni 6,00 249 90 102 46 10 1 0

Determinazione del numero di abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità C, interessate da ciascun livello di danno

N. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di liv. di Intensità N. COMUNE abitazioni danno danno danno danno danno danno macros. di classe C 0 1 2 3 4 5

1 Grassano 7,00 1.601 642 644 258 51 5 2 2 Grottole 6,50 722 290 290 116 23 2 1 3 Tricarico 6,50 1.289 517 518 208 41 4 1 4 Irsina 6,00 2.158 1.543 535 76 4 0 0 5 Policoro 6,00 4.410 3.153 1.094 154 9 0 0 6 Rotondella 6,00 539 385 134 19 1 0 0 7 Valsinni 6,00 297 212 74 10 1 0 0

Piano Provinciale di Emergenza 280

Determinazione del numero complessivo di abitazioni, appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, interessate da ciascun livello di danno

tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. tot. liv. N. COMUNE di danno di danno di danno di danno di danno di danno 0 1 2 3 4 5 1 Grassano 764 954 600 258 71 12 2 Grottole 365 485 338 161 48 8 3 Tricarico 768 832 802 413 127 19 4 Irsina 1.826 984 380 113 20 2 5 Policoro 3.310 1306 279 49 7 1 6 Rotondella 655 527 265 85 14 2 7 Valsinni 363 296 151 49 8 1

Scenario di danni relativo alle abitazioni perc. perc. perc. perc. abitazioni abitazioni abitazioni abitazioni N. COMUNE abit. abit. abit. abit. agibili dannegg. inagibili crollate agibili dann. inag. croll. 1 Grassano 1.718 65% 755 28% 174 7% 12 0 2 Grottole 850 61% 435 31% 112 8% 8 0 3 Tricarico 1.600 52% 1.050 34% 292 9% 19 0 4 Irsina 2.810 85% 448 13% 65 2% 2 0 5 Policoro 4.616 93% 308 6% 27 1% 1 0 6 Rotondella 1.182 76% 316 20% 48 3% 2 0 7 Valsinni 659 76% 180 21% 28 3% 1 0 TOTALE 13.435 75% 2.995 17% 671 4% 45 0%

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità A, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

abitaz. abitaz. abitaz. popolaz popolaz popolaz con liv. con con in in in popolaz. N. di di liv. di liv. di abitaz. abitaz. abitaz. in abitaz. abit. di N. COMUNE danno danno danno con liv. con liv. con liv. di classe classe 3 in 4 in 5 in di danno di danno di danno A A classe classe classe 3 in 4 in 5 in A A A classe A classe A classe A 1 Grassano 1.055 444 155 56 9 368 133 21 2 Grottole 631 251 109 40 6 274 101 15 3 Tricarico 2.049 640 297 108 16 951 346 51 4 Irsina 1.246 372 93 18 2 312 60 7 5 Policoro 567 322 26 5 1 46 9 2 6 Rotondella 1.117 467 63 12 2 151 29 5 7 Valsinni 601 249 38 7 1 92 17 2 Piano Provinciale di Emergenza 281

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità B, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

popolaz popolaz popolaz abitaz. abitaz. abitaz. in in in popolaz. con liv. con liv. con abitaz. abitaz. N. di abitaz. in di di liv. di con liv. con liv. abitazioni con liv. N. COMUNE abitaz. danno danno danno di di di classe di di classe 3 in 4 in 5 in danno danno B danno 4 B classe classe classe 3 in 5 in in classe B B B classe classe B B B 1 Grassano 795 444 52 10 1 93 2 2 2 Grottole 445 251 29 6 1 51 11 2 3 Tricarico 1.340 640 75 15 2 157 31 4 4 Irsina 597 372 16 2 0 26 3 0 5 Policoro 873 322 14 2 0 38 5 0 6 Rotondella 1.076 467 20 2 0 46 5 0 7 Valsinni 572 249 10 1 0 23 2 0

Determinazione della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alla classe di vulnerabilità C, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

popolaz popolaz popolaz abitaz. abitaz. abitaz. in in in popolaz. con con con abitaz. abitaz. N. di abitaz. in liv. di liv. di liv. di con liv. con liv. abitazioni con liv. N. COMUNE abitaz. danno danno danno di di di classe di di classe 3 in 4 in 5 in danno danno C danno 3 C classe classe classe 4 in 5 in in classe C C C classe classe C C C

1 Grassano 4.215 1.601 51 5 2 134 5 5 2 Grottole 1.930 722 23 2 1 61 5 3 3 Tricarico 3.628 1.289 41 4 1 115 11 3 4 Irsina 4.715 2.158 4 0 0 9 0 0 5 Policoro 13.110 4.410 9 0 0 27 0 0 6 Rotondella 1.518 539 1 0 0 3 0 0 7 Valsinni 792 297 1 0 0 3 0 0

Piano Provinciale di Emergenza 282

Determinazione del totale della popolazione residente in abitazioni, appartenenti alle tre classi di vulnerabilità, interessate da livelli di danno compresi tra 3 e 5

di danno 3 in classe B di danno 3 in classe B di danno 4 in classe B di danno 5 in classe B di danno 3 in classe C di danno 4 in classe C di danno 5 in classe C di danno 3 in classe A di danno 4 in classe A di danno 5 in classe A N. COMUNE totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 3 totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 4 totale popolaz in abitaz. con liv. di danno 5 popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv. popolaz in abitaz. con liv.

1 Grassano 368 133 21 93 2 2 134 5 5 595 140 28 2 Grottole 274 101 15 51 11 2 61 5 3 386 117 20 3 Tricarico 951 346 51 157 31 4 115 11 3 1.223 388 58 4 Irsina 312 60 7 26 3 0 9 0 0 347 63 7 5 Policoro 46 9 2 38 5 0 27 0 0 111 14 2 6 Rotondella 151 29 5 46 5 0 3 0 0 200 34 5 7 Valsinni 92 17 2 23 2 0 3 0 0 118 19 2

Scenario di danni relativo alla popolazione coinvolta

totale totale totale popolaz popolaz popolaz totale totale in abitaz. in abitaz. in abitaz. popolaz N. COMUNE popolaz con liv. con liv. con liv. coinvolta sgomberata di danno di danno di danno in crolli 3 4 5 1 Grassano 595 140 28 378 28 2 Grottole 386 117 20 271 20 3 Tricarico 1.223 388 58 877 58 4 Irsina 347 63 7 202 7 5 Policoro 111 14 2 58 2 6 Rotondella 200 34 5 114 5 7 Valsinni 118 29 2 76 2 TOTALE 1.977 122 Piano Provinciale di Emergenza 283

Nel caso di esondazioni dei corsi d'acqua, potrebbero essere interessati, in ordine di attraversamento, i territori ricadenti nell'agro dei sottoelencati Comuni:

Esondazione Esondazione Esondazione Esondazione Esondazione Cavone Agri Sinni Irsina Calciano Accettura Aliano San Giorgio L. Tricarico Garaguso Oliveto Lucano Stigliano Colobraro Grottole Grassano Garaguso Gorgoglione Valsinni Matera Salandra Salandra Cirigliano Rotondella Miglionico Grottole San Mauro F. Montalbano J. Tursi Montescaglioso Ferrandina Ferrandina Tursi Policoro Bernalda Miglionico Stigliano Policoro Pomarico Craco Scanzano J. Montescaglioso Pisticci Pisticci Montalbano J. Bernalda Scanzano J.

Si riportano di seguito alcuni scenari del rischio idraulico. I dati storici utilizzati sono stati ricavati dal catalogo AVI, pubblicato dal GNDCI. I primi due eventi considerati sono stati selezionati tra quelli più significativi per la provincia di Matera, essi hanno comportato danni rilevanti, e sono conseguenza di fenomeni meteo climatici con periodo di ritorno abbastanza lungo. Gli ultimi due eventi, invece sono assai più frequenti, e corrispondono a fenomeni ordinari per il territorio della provincia di Matera, e determinano danni significativi ma non catastrofici.

Evento di piena del 24/11/1959

La durate dell’evento fu di due giorni, le cause innescanti furono legate a eventi meteo-climatici, infatti il 24 novembre 1959 la Basilicata e la Calabria furono investite da estesi e violenti nubifragi. A Policoro ci furono cause innescanti secondarie dovute a ostruzione di ponti per luce inadeguata e ostruzione di ponti da materiale fluitato o sovralluvionamento

Piano Provinciale di Emergenza 284

Il centro di massima precipitazione fu localizzato a Pisticci con 314.6 mm, misurato il 25 e rappresenta il massimo giornaliero del periodo 1921-1970. La massima di 1 ora e più ore successive fu registrata a Nova Siri scalo dove la portata del Sinni risultò 202 mc/s e a Nova Siri di 199.3 mc/s. La massima portata giornaliera stimata del Sinni a Valsinni è di 704 mc/s. Pioggia (valore puntuale): 314 mm in 1 giorno (Pluviometro Pisticci). Pioggia (valore puntuale): 87 mm in 1 ora (Pluviometro Nova Siri Scalo). Pioggia (valore puntuale): 151 mm in 6 ore (Pluviometro Nova Siri Scalo). La portata di piena al colmo per il fiume Basento alla stazione di misura di Menzena è stata di 1420 mc/s, la portata massima giornaliera di 705 mc/s. La portata di piena al colmo per il fiume Bradano alla stazione di misura di Tavole Palatine è stata di 1930 mc/s. Sono stati registrati 80 mm di pioggia in un'ora, (valori puntuali) al pluviometro di Policoro, 87 mm in un'ora al pluviometro di Nova Siri, 399 mm in due giorni a Pisticci. La temperatura massima giornaliera è stata di 16,2 °C a Policoro. A Craco, lungo il versante sud - occidentale del rilievo su cui sorge l'abitato si riattiva un grande movimento franoso composito (scorrimento rotazionale - colamento), con superfici di scorrimento retrogressive multiple. -

Piano Provinciale di Emergenza 285

Comune Località colpite Bacino Danni alle infrastrutture

Centri abitati (Totale-Grave) Bradano (lungo la valle Ponti e viadotti (Totale-Grave) del fiume) Strada statale (Totale-Grave) Strada provinciale (Totale-Grave) Bernalda - Lungo la linea Strada comunale (Totale-Grave) ferroviaria Ferrovia (TotaleGrave) Edifici civili - Nuclei rurali (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Grave) Bernalda Bernalda - Lungo la SS n. Edifici civili - Centri abitati (Lieve) Bradano-Basento 106 Edifici industriali - Estrattivi (Lieve) Edifici industriali - Manifatturieri in genere (Lieve) Bernalda - Lungo la SS n. Beni storici e architettonici (Lieve) 175 Opere di regimazione fluviale (Lieve) Elettrodotto (Grave) Linea di telecomunicazioni Metaponto Acquedotto (Lieve) Fognatura (Lieve) Edifici industriali (Lieve) Strada statale (Lieve) Strada provinciale (Lieve) Garaguso Stazione di Grassano Basento-Cavone Strada comunale (Grave) Ferrovia (Grave) Elettrodotto (Lieve) Linea di telecomunicazioni (Lieve) Strada comunale (Lieve) Ferrovia (Grave) Salandra Salandra (Comune di) Basento-Cavone Elettrodotto (Lieve) Linea di telecomunicazioni (Lieve) Strada comunale (Lieve) Ferrandina - Tra le Ferrovia (Grave) Ferrandina stazioni di Salandra e Basento-Cavone Elettrodotto (Lieve) Ferrandina Linea di telecomunicazioni (Lieve) Cavone (lungo la valle del Centri abitati (Totale-Grave) fiume) Ponti e viadotti (Totale-Grave) Canello Strada statale (Totale-Grave) Pisticci Basento-Cavone Lagarano Strada provinciale (Totale-Grave) Strada comunale (Totale-Grave) San Teodoro Ferrovia (TotaleGrave) Craco Craco (Comune di) Cavone-Agri Strada statale (Grave) Agri (lungo la valle del Centri abitati (Totale-Grave) fiume) Ponti e viadotti (Totale-Grave) Scanzano Jonico - Presso Strada statale (Totale-Grave) la stazione Strada provinciale (Totale-Grave) Strada comunale (Totale-Grave) Ferrovia (TotaleGrave) Scanzano Jonico Edifici industriali - (Lieve) Cavone-Agri Opere di regimazione fluviale (Lieve) Scanzano Jonico (Comune Elettrodotto (Lieve) di) Linea di telecomunicazioni (Lieve) Fognatura (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Grave) Edifici civili - Nuclei rurali (Grave) Edifici pubblici - (Grave)

Piano Provinciale di Emergenza 286

Comune Località colpite Bacino Danni alle infrastrutture

Edifici civili - Case sparse (Lieve) Edifici civili - Centri abitati (Lieve) Aliano Alianello Agri Edifici industriali (Lieve) Strada provinciale (Lieve) Strada comunale (Lieve) Centri abitati (Totale-Grave) Ponti e viadotti (Totale-Grave) Strada statale (Totale-Grave) Tursi Tursi (Comune di) Agri-Sinni Strada provinciale (Totale-Grave) Strada comunale (Totale-Grave) Ferrovia (TotaleGrave) Edifici industriali (Totale) Ponti e viadotti (Totale) Strada comunale (Totale) Strada statale (Lieve) Strada provinciale (Lieve) Ferrovia (Totale) Edifici pubblici (Lieve) Opere di regimazione fluviale (Lieve) Policoro Policoro Agri-Sinni Elettrodotto (Lieve) Linea di telecomunicazioni (Lieve) Fognatura (Lieve) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Edifici civili - Case sparse (Grave) Edifici civili - Nuclei rurali (Grave) Edifici industriali - di produzione elettrica (Grave) Nova Siri - Lungo la linea Centri abitati (Totale-Grave) ferroviaria Ponti e viadotti (Totale-Grave) Strada statale (Totale-Grave) Strada provinciale (Totale-Grave) Strada comunale (Totale-Grave) Nova Siri Sinni Ferrovia (Totale-Grave) Nova Siri (Comune di) Edifici civili - Nuclei rurali (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Lieve) Linea di telecomunicazioni (Lieve) Fognatura (Lieve) Centri abitati (Totale-Grave) Ponti e viadotti (Totale-Grave) Strada statale (Totale-Grave) Strada provinciale (Totale-Grave) Strada comunale (Totale-Grave) Ferrovia (TotaleGrave) Rotondella Rotondella (Comune di) Sinni Edifici civili - Nuclei rurali (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Lieve) Edifici industriali - (Lieve) Elettrodotto (Lieve) Linea di telecomunicazioni (Lieve)

Piano Provinciale di Emergenza 287

Danni alle persone

n. 7 (Esatto) Vittime n. 6 (Esatto) Feriti

n. 450 (Stimato) Sfollati

Senza tetto n. 10 (Stimato)

Effetti indiretti Franamenti Ristagno d'acqua Ulteriori danni Erosione

Evento di piena del 5/11/1976

La durata dell’evento fu di due giorni, le cause innescanti furono legate a eventi meteo-climatici. Il nucleo di maggiore precipitazione fu registrato a San Giorgio Lucano dove il giorno 6 si ebbero 308 mm di pioggia. Anche a Tursi e Nova Siri le precipitazioni risultarono superiori al massimo giornaliero precedente. Pioggia (valore puntuale): 131 mm in 6 ore (Pluviometro Valsinni). Pioggia (valore puntuale): 308 mm in 1 giorno (Pluviometro San Giorgio Lucano). Pioggia (valore puntuale): 158 mm in 1 giorno (Pluviometro Nova Siri). La portata di piena media giornaliera per il fiume Sinni alla stazione di misura di Valsinni è stata di 202 mc/s. Sono stati registrati 134 mm di pioggia in un giorno al pluviometro di Policoro, 158 mm in un giorno al pluviometro di Nova Siri, 308 mm in un giorno a San Giorgio Lucano (valori puntuali). La temperatura massima giornaliera è stata di 13,4 °C a Policoro. A Pisticci il movimento franoso al rione Croci avvenuto la notte tra il 20 ed il 21 novembre 1976 è da considerarsi in stretta relazione alle precipitazione del 5 novembre 1976. -

Piano Provinciale di Emergenza 288

A Colobraro ci fu il terrore della popolazione per il possibile ripetersi di fenomeni franosi del novembre 1944 e 1956. A Nova Siri Marina alcune abitazioni sono state evacuate. Ordinanza di sgombero per 30 famiglie a causa di un movimento franoso che aveva dato segni di ripresa (il movimento si era manifestato nel marzo - aprile 1973) e per i vistosi allagamenti.

Comune Località colpite Bacino Danni alle infrastrutture

Pisticci - Presso la Ferrovia (Totale) stazione Edifici civili - Nuclei rurali (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Lieve) Edifici civili - Centri abitati (Lieve) Pisticci Basento-Cavone Edifici industriali - (Lieve) Pisticci (Comune di) Strada provinciale (Lieve) Strada comunale (Grave) Ferrovia (Grave) Edifici civili - Nuclei rurali (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Lieve) Edifici civili - Centri abitati (Lieve) Edifici industriali - (Lieve) Scanzano Jonico (Comune Scanzano Jonico Cavone- Agri Strada statale (Lieve) di) Strada provinciale (Lieve) Strada comunale (Lieve) Linea di telecomunicazioni (Lieve)

Centri abitati (Grave) Strada statale (Totale) Strada provinciale (Totale) Strada comunale (Totale) Colobraro Colobraro (Comune di) Agri-Sinni Edifici industriali (Lieve) Edifici civili - Nuclei rurali (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Grave) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Centri abitati (Grave) Strada statale (Totale) Tursi Tursi (Comune di) Agri-Sinni Strada provinciale (Totale) Strada comunale (Totale) Edifici industriali (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Lieve) Edifici civili - Centri abitati (Lieve) Policoro Policoro Agri-Sinni Edifici industriali - (Lieve) Strada comunale (Lieve)

Piano Provinciale di Emergenza 289

Comune Località colpite Bacino Danni alle infrastrutture

Centri abitati (Grave) Strada statale (Totale) Nova Siri (Comune di) Strada provinciale (Totale) Strada comunale (Totale) Edifici industriali (Grave) Nova Siri Sinni Edifici civili - Nuclei rurali (Lieve) Edifici civili - Case sparse (Grave) Nova Siri - Lungo la SS n. Edifici civili - Centri abitati (Grave) 106 Edifici industriali - (Lieve) Elettrodotto (Lieve) Centri abitati (Grave) Strada statale (Totale) Rotondella Rotondella (Comune di) Sinni Strada provinciale (Totale) Strada comunale (Totale) Edifici industriali (Lieve) Centri abitati (Grave) Strada statale (Totale) San Giorgio San Giorgio Lucano Sinni Strada provinciale (Totale) Lucano (Comune di) Strada comunale (Totale) Edifici industriali (Lieve)

Alle persone

Sfollati n. 150 (Stimato) Sfollati n. 30 (Stimato)

Effetti indiretti Ristagno d'acqua Erosione Sedimentazione Franamenti

Piano Provinciale di Emergenza 290

Evento di piena del 24/11/1997

mm. di mm. di mm. di Bacino Stazione pioggia caduti pioggia caduti pioggia idrografico il 23/11/1997 il 24/11/1997 cumulati Calciano Basento 21,4 54,7 76,1 Grassano Basento 13,0 29,0 42,0 Grottole Basento 7,1 26,3 33,4 Ferrandina Basento 18,2 5,6 23,8 Pisticci Basento 8,4 33,8 42,2 Torre Accio Basento 34,2 8,8 43,0

Scheda Comune Località Data S4:

Bernalda Bernalda (campagne di) 24/11/1997 10400003

Bernalda Metaponto (campagne di) 24/11/1997 10400003 Grassano Giardini 24/11/1997 10400003 Grassano Grassano (Comune di) 24/11/1997 10400003 Pisticci Pisticci (campagne di) 24/11/1997 10400003

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 10400003

Informazioni amministrative Comune : Bernalda Comune : Pisticci Comune : Grassano Località : Bernalda (campagne di) Località : Giardini Località : Grassano (Comune di) Località : Metaponto (campagne di) Località : Pisticci (campagne di)

Informazioni generali sull'evento Data : 24/11/1997 Ambiente fisiografico : Pianura Località colpite : Bernalda (campagne di) - Giardini - Grassano (Comune di) - Metaponto (campagne di) - Pisticci (campagne di) -

Note Centinaia di ettari di coltivazioni e frutteti allagati. -

Corsi d'acqua: F. Basento - T. - Canali -

Piano Provinciale di Emergenza 291

Informazioni sui danni

Ai beni

Edifici civili - Case sparse (Grave) Edifici civili - Nuclei rurali (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada statale (Grave)

Uso del suolo Coperture vegetali (Seminativo semplice) Insediamenti (Presenti) Infrastrutture (Esistenti)

Evento di piena del 5/2/1998

Scheda Comune Località Data S4: Bernalda Bernalda (campagne di) 04/02/1998 10400005 Bradano (lungo la valle del Bernalda fiume) 05/02/1998 10400005 Craco Craco (campagne di) 05/02/1998 10400005 Ferrandina Vella 05/02/1998 10400005 Montalbano Montalbano Jonico (campagne Jonico di) 05/02/1998 10400005 Basento (lungo il corso del Pisticci fiume) 05/02/1998 10400005 Cavone (lungo il corso del Pisticci torrente) 05/02/1998 10400005 Pisticci Pisticci (campagne di) 05/02/1998 10400005 Torre Accio - Lungo la SP n. Pisticci 154 05/02/1998 10400005

mm. di mm. di mm. di mm. di mm. di mm. di Bacino pioggia pioggia pioggia pioggia pioggia pioggia Stazione idrografico caduti il caduti il caduti il caduti il caduti il cumulati 1/2/1998 2/2/1998 3/2/1998 4/2/1998 5/2/1998 Calciano Basento 15,7 - 2,5 23,7 23,6 65,5 Grassano Basento 15,0 2,8 - 10,4 18,8 47,0 Grottole Basento - 19,4 - 12,2 18,9 50,5 Ferrandina Basento 13,0 10,0 1,0 10,6 12,2 46,8 Pisticci Basento 20,8 5,4 - 8,7 10,8 45,7 Torre Basento 22,0 4,0 1,6 6,8 9,4 43,8 Accio

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 10400005 Piano Provinciale di Emergenza 292

Informazioni amministrative Comune : Bernalda Comune : Genzano di Comune : Craco Comune : Montalbano Jonico Comune : Pisticci Comune : Ferrandina

Località : Basento (lungo il corso del fiume) Località : Bernalda (campagne di) Località : Bradano (lungo la valle del fiume) Località : Cavone (lungo il corso del torrente) Località : Craco (campagne di) Località : Genzano di Lucania - Nei pressi del confine con il comune di Spinazzola Località : Montalbano Jonico (campagne di) Località : Pisticci (campagne di) Località : Torre Accio - Lungo la SP n. 154 Località : Vella

Informazioni generali sull'evento Data : /2/1998 Ambiente fisiografico : Pianura Località colpite : Basento (lungo il corso del fiume) - Bernalda (campagne di) - Bradano (lungo la valle del fiume) - Cavone (lungo il corso del torrente) - Craco (campagne di) - Genzano di Lucania - Nei pressi del confine con il comune di Spinazzola - Montalbano Jonico (campagne di) - Pisticci (campagne di) - Torre Accio - Lungo la SP n. 154 - Vella -

Corsi d'acqua: F. Basento - T. Cavone - F. - F. Bradano -

Informazioni sui danni

Ai beni

Edifici civili - Case sparse (Lieve) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Lieve) Infrastrutture di comunicazione - Strada provinciale (Lieve) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave)

Uso del suolo Insediamenti (Presenti) Infrastrutture (Esistenti)

Piano Provinciale di Emergenza 293

Analogamente a quanto fatto per il rischio idraulico, si riportano di seguito alcuni scenari, relativi ad eventi storici del rischio geomorfologico. I dati storici utilizzati sono stati ricavati dal catalogo AVI, pubblicato dal GNDCI. Gli eventi selezionati si riferiscono ad eventi calamitosi che hanno interessato alcuni centri abitati, e che pertanto essendo caratterizzati da un valore elevato dell’esposizione, determinano altresì un valore elevato del rischio, tali eventi interessano in particolare gli abitati di Pisticci, Grassano, Stigliano, Montalbano Jonico, Pomarico, Bernalda, Aliano e Tricarico. Gli esempi che si riportano non sono esaustivi della casistica verificatasi, basti citare i fenomeni che hanno comportato la necessità del trasferimento di alcuni centri abitati (Craco ad esempio). E’ altresì molto ampia la casistica degli eventi, che pur non avendo interessato direttamente i centri abitati hanno causato gravi danni e comportato notevoli disagi alle popolazioni a causa del danneggiamento di opere ed infrastrutture a rete e di comunicazione in particolare.

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 2400264

Informazioni amministrative Comune : Calciano Località : Calciano - Tra la stazione di Calciano e la stazione di Grassano e la SP n. 209

Informazioni generali sull'evento Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : Si tratta di imponenti fenomeni, classificabili come frane composte per cedimento e per scorrimento, che hanno addirittura trascinato case coloniche della Rifondazione Fondiaria e danneggiate o interrotte in più punti tanto la SP Scalo Grassano-Calciano, che la linea ferroviaria Napoli-Taranto, sviluppatesi entrambi in prossimità del fondo valle. Anche la strada provinciale 209, che attraversa questa zona, nel tratto di Grassano - Garaguso è danneggiata in modo assai grave. Nel secolo scorso un convoglio ferroviario fu investito da una gigantesca colata di fango e si ebbero numerose vittime, anche attualmente colate di fango seppelliscono non di rado la sede stradale del tratto di strada Basentana e la ferrovia, anche qui le rotabili secondarie sono continuamente danneggiate.

Cause innescanti

Erosione Precipitazioni

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Complesso

Piano Provinciale di Emergenza 294

Informazioni sul terreno Roccia Terra

Fattori predisponenti Disboscamenti Litologia Pratiche agricole

Informazioni geologiche

Substrato/Copertura: Litologia: Torbiditi Formazione: Flysch Tipologia: Informazioni Generali Caratteri: I terreni in facies di flysch tra l'abitato di Calciano e lo scalo di Grassano sono soggetti a forme di dissesto di estrema gravità, certamente provocati dal disboscamento e dal dissodamento effettuato in alcune zone, anche di recente, da parte di enti pubblici.

Informazioni sui danni

Ai beni

Infrastrutture di comunicazione - Strada statale (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada provinciale (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Ferrovia (Grave)

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400172

Informazioni amministrative Comune : Cirigliano Località : Cirigliano - Zona compresa tra le fiumare di Gorgoglione e Fossarolo a nord-ovest dell'abitato

Informazioni generali sull'evento Data : /4/1973 Ambiente fisiografico : Valle maggiore Eventi precedenti : Si Note : Tra i grandi movimenti franosi avvenuti in tempi molto remoti si osserva quello a nord ovest di Cirigliano, con un'importante deformazione d'alveo. Successivamente tale grande corpo di frana, con ogni probabilità determinato da un evento sismico, soprattutto nella parte medio bassa è stato ripreso da una serie di movimenti che denotano l'evoluzione in atto del fenomeno. Nell'ambito di questo antico movimento franoso, sul versante sud-occidentale della dorsale asimmetrica di Cirigliano, nei primi giorni di aprile del 1973 a seguito di piogge eccezionali, si è avuta una rimobilitazione generale. Gravissimi sono stati i danni prodotti nell'abitato, molti fabbricati di nuova costruzione e 3 km circa della strada statale n. 103 di Val d'Agri sono stati distrutti. Un altro fenomeno franoso piuttosto generalizzato si era verificato nel 1970, mentre quelli del 1955 sono stati più localizzati. Tale scivolamento sul fianco destro ha compreso e deformato la parte occidentale di località Pantano. Infine, la rimobilizzazione del corpo di frana del 1973 ha prodotto per compressione il corrugamento ed il sollevamento al piede della frana, dello stesso materasso alluvionale della fiumara, formando tre cordoni longitudinali.

Cause innescanti Filtrazione e saturazione Oscillazione falda

Piano Provinciale di Emergenza 295

Precipitazioni

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Colata di detrito Complesso Scorrimento

Informazioni topografiche Quota del fondovalle: 440 Inclinazione del versante: 20 Evidenza: Buona Quota massima: 925 Quota minima: 440 Area: 135

Informazioni sul terreno Roccia Terra

Fattori predisponenti

Acclività Fratturazione Giacitura Litologia

Informazioni geologiche

Substrato/Copertura: Arenarie Litologia: Argille ed arenarie Caratteri: E' stabile la parte del centro storico che poggia sulle potenti bancate arenacee, mentre è stata interessata dalla frana la fascia occidentale della dorsale, costituita dalle alternanze argillitico-arenacee, sulla quale è avvenuta la recente espansione edilizia.

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400203 Informazioni amministrative Comune : Cirigliano Località : Cirigliano

Informazioni generali sull'evento Data : 24/3/1973 Ambiente fisiografico : Collina Note : In seguito ad intense precipitazioni piovose dal 24 al 28 marzo 1973 occorse in tutta la provincia di Matera, a Cirigliano i movimenti franosi ribaltano addirittura alcuni edifici civili. Tale situazione persiste fino al 1986 (scorrimenti planari e rotazionali lambiscono buona parte del lato occidentale, mentre la parte orientale è minacciata da numerose frane per crollo).

Cause innescanti Precipitazioni

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Piano Provinciale di Emergenza 296

Tipo di movimento Crollo Scorrimento

Informazioni sul terreno Roccia

Fattori predisponenti

Giacitura Litologia

Informazioni sui danni

Ai beni

Edifici civili - Centri abitati (Totale) Edifici civili - Centri abitati (Grave)

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400119

Informazioni amministrative Comune : Montalbano Jonico Località : Montalbano Jonico

Informazioni generali sull'evento Data : 30/3/1969 Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : Una frana ha investito una zona periferica del centro abitato di Montalbano Ionico. 70 famiglie hanno abbandonato le proprie abitazioni. Otto strade sono minacciate dal movimento franoso, una parte della circonvallazione è stata chiusa al traffico. Già nel 1959 si erano avute frane nella stessa zona. In seguito ad eventi nevosi e piovosi nel gennaio del 1971 la frana ha ripreso il suo movimento coinvolgendo ancora molte abitazioni. Sono in progetto interventi di drenaggi sub-orizzontali, trincee, briglie, gabbionate. E' inoltre prevista l'installazione di idrometri, pluviometri, inclinometri.

Cause innescanti Cause innescanti Litologia Precipitazioni

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Informazioni topografiche Larghezza massima: 200

Informazioni sul terreno Terra

Fattori predisponesti Informazioni geologiche

Piano Provinciale di Emergenza 297

Litologia: Sabbie ed argille Formazione: Argille Subappennine Caratteri: Montalbano Jonico sorge su sabbie ed argille quaternarie. Lungo il perimetro dell'abitato l'azione demolitrice dell'erosione (calanchi) e delle frane (crolli, scorrimenti rotazionali e rototraslazionali) è particolarmente attiva. Le caratteristiche litotecniche del substrato coinvolto nel movimento sono di rocce sciolte omogenee e stratificate con una moderata alterazione e sovraconsolidata. La frana in oggetto ha interessato in tutto il suo spessore la copertura superficiale costituita da coni di detrito con locale cementazione, moderatamente alterata e con uno spessore compreso tra i 5 e 10 m. Caratteristiche della circolazione idrica nell'accumulo: drenaggio superficiale ad areale libero con permeabilità disomogenea, falda presente e granulometria GW GC. Caratteristiche della circolazione idrica nella nicchia: drenaggio superficiale ad areale libero con permeabilità disomogenea, più falde presenti e sorgenti non localizzate.

Informazioni geotecniche Caratteri: Sono stati effettuati sondaggi meccanici riferiti alla campagna di indagine del 1971.

Informazioni sui danni

Ai beni

Edifici civili - Centri abitati (Lieve) Edifici industriali - Depositi in genere (Lieve) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Lieve) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave)

Alle persone Sfollati n. 200 (Stimato)

Uso del suolo Insediamenti (Presenti) Infrastrutture (Esistenti)

Note sui danni e sui provvedimenti Sistemazione in genere, controllo e sorveglianza, opere d'arte. Legge del 27 marzo 1987 n. 120.

Emergenza Durata dell'emergenza (in giorni):3 Causa:Interruzione traffico

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400136

Informazioni amministrative Piano Provinciale di Emergenza 298

Comune : Montalbano Jonico Località : Montalbano Jonico

Informazioni generali sull'evento Data : 12/8/1976 Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : Un centinaio di persone hanno abbandonato le loro abitazioni minacciate da una frana che sta interessando il centro abitato ai rioni di piazza Cirillo, Orto Rondelli, Pietro Micca, G. Bassi, via Caracciolo e piazza Quaranta. Sono già crollate opere murarie e strade periferiche. Sono in progetto interventi di drenaggi sub-orizzontali, trincee, briglie, gabbionate. E' inoltre prevista l'installazione di idrometri, pluviometri, inclinometri.

Cause innescanti Filtrazione e saturazione Precipitazioni

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Complesso

Informazioni sul terreno Terra

Fattori predisponenti Litologia

Informazioni geologiche Substrato/Copertura: Litologia: Sabbie ed argille Formazione: Argille Subappennine Caratteri: Montalbano Jonico sorge su sabbie ed argille quaternarie. Lungo il perimetro dell'abitato l'azione demolitrice dell'erosione (calanchi) e delle frane (crolli, scorrimenti rotazionali e rototraslazionali) è particolarmente attiva. Le caratteristiche litotecniche del substrato coinvolto nel movimento sono di rocce sciolte omogenee e stratificate con una moderata alterazione e sovraconsolidata. La frana in oggetto ha interessato in tutto il suo spessore la copertura superficiale costituita da coni di detrito con locale cementazione, moderatamente alterata e con uno spessore compreso tra i 5 e 10 m. Caratteristiche della circolazione idrica nell'accumulo: drenaggio superficiale ad areale libero con permeabilità disomogenea, falda presente e granulometria GW GC. Caratteristiche della circolazione idrica nella nicchia: drenaggio superficiale ad areale libero con permeabilità disomogenea, più falde presenti e sorgenti non localizzate.

Informazioni geotecniche Caratteri: Sono stati effettuati sondaggi meccanici riferiti alla campagna di indagine del 1971.

Informazioni sui danni

Ai beni

Piano Provinciale di Emergenza 299

Strutture di interesse pubblico - Altro (Totale) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Totale) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Edifici civili - Case sparse (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave)

Alle persone Sfollati n. 100 (Stimato)

Uso del suolo Insediamenti (Presenti) Infrastrutture (Esistenti)

Note sui danni e sui provvedimenti Sistemazione in genere, controllo e sorveglianza, opere d'arte. Legge del 27 marzo 1987 n. 120.

Emergenza Durata dell'emergenza (in giorni):1 Causa:Interruzione commerciale

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400077 Informazioni amministrative Comune : Montalbano Jonico Località : Montalbano Jonico - Rione Terravecchia

Informazioni generali sull'evento Data : 9/10/1957 Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : Montalbano Jonico sorge su sabbie e argille quaternarie, le quali, in corrispondenza dei lati meridionale e occidentale dell'abitato, sono incise da burroni profondi oltre 100 m, con pareti verticali, sede di continue frane per scorrimenti, che hanno provocato numerosi crolli di abitazioni. Il paese tuttavia sorge su di un tavolato stabile, che si estende verso est, e in questa direzione è già in atto l'ampliamento dell'abitato. In particolare nel rione Terravecchia, nel 1957 il muro di protezione della strada venne in più punti asportato e alcune case crollarono o subirono seri danni. Sono stati interessati dal movimento franoso altri rioni tra cui Pietro Micca, Arnaldo da Brescia e piazza Cirillo. Altri eventi simili sono già successi in precedenza. Sono in progetto interventi di drenaggi sub-orizzontali, trincee, briglie, gabbionate. E' inoltre prevista l'installazione di idrometri, pluviometri, inclinometri.

Cause innescanti Erosione Precipitazioni Filtrazione e saturazione

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Complesso Scorrimento

Piano Provinciale di Emergenza 300

Informazioni sul terreno Terra

Fattori predisponenti

Giacitura Litologia

Informazioni geologiche

Substrato/Copertura: Litologia: Sabbie ed argille Formazione: Argille Subappennine Tipologia: Informazioni Generali Caratteri: Montalbano Jonico sorge su sabbie ed argille quaternarie. Lungo il perimetro dell'abitato l'azione demolitrice dell'erosione (calanchi) e delle frane (crolli, scorrimenti rotazionali e rototraslazionali) è particolarmente attiva. Le caratteristiche litotecniche del substrato coinvolto nel movimento sono di rocce sciolte omogenee e stratificate con una moderata alterazione e sovraconsolidata. La frana in oggetto ha interessato in tutto il suo spessore la copertura superficiale costituita da coni di detrito con locale cementazione, moderatamente alterata e con uno spessore compreso tra i 5 e 10 m. Caratteristiche della circolazione idrica nell'accumulo: drenaggio superficiale ad areale libero con permeabilità disomogenea, falda presente e granulometria GW GC. Caratteristiche della circolazione idrica nella nicchia: drenaggio superficiale ad areale libero con permeabilità disomogenea, più falde presenti e sorgenti non localizzate.

Informazioni geotecniche Tipologia: Informazioni Generali Caratteri: Sono stati effettuati sondaggi meccanici riferiti alla campagna di indagine del 1971.

Informazioni sui danni

Ai beni

Edifici industriali - Depositi in genere (Lieve) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Lieve) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Strutture di interesse pubblico - Altro (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave)

Alle persone Sfollati n. 350 (Stimato)

Uso del suolo Insediamenti (Presenti) Infrastrutture (Esistenti)

Note sui danni e sui provvedimenti Sistemazione in genere, controllo e sorveglianza, opere d'arte. Legge del 27 marzo 1987 n. 120.

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400134

Piano Provinciale di Emergenza 301

Informazioni amministrative Comune : Pisticci Località : Pisticci

Informazioni generali sull'evento Data : 30/3/1973 Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : In seguito ad intense precipitazioni piovose dal 24 al 28 marzo 1973, una frana a Pisticci asporta completamente un rilevato stradale per un tratto di 100 m. Inoltre si è verificato un crollo improvviso che ha interessato alcuni muri di sostegno (antistante la piazza della Cattedrale), i detriti hanno completamente distrutto sei edifici fatti evacuare qualche ora prima al rione Dirupo e Terravecchia. Altri eventi franosi si erano verificati il 19 ottobre 1963, 2 gennaio 1973.

Cause innescanti Precipitazioni

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Complesso Crollo

Informazioni sul terreno Terra

Fattori predisponenti Giacitura Litologia

Informazioni sui danni

Ai beni

Edifici civili - Centri abitati (Totale) Infrastrutture a rete - Elettrodotto (Lieve) Strutture di interesse pubblico - Altro (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave)

Alle persone Sfollati n. 100 (Stimato)

Emergenza Durata dell'emergenza (in giorni):1 Causa:Operazioni di protezione civile

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 2400828

Informazioni amministrative

Piano Provinciale di Emergenza 302

Comune : Pisticci Località : Pisticci

Informazioni generali sull'evento Data : //1975 Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : Nel 1975 movimenti franosi si verificano a Pisticci dove vengono distrutte 20 abitazioni.

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Informazioni sul terreno

Terra

Fattori predisponenti Litologia

Informazioni sui danni

Ai beni

Edifici civili - Centri abitati (Grave)

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400139

Informazioni amministrative Comune : Pisticci Località : Pisticci - Rione Croci

Informazioni generali sull'evento Data : 21/11/1976 Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : Alle ore 2 del mattino del 21 novembre 1976 un movimento franoso (del tipo scorrimento rotazionale, con componente di colata verso valle), già attivo negli anni precedenti (febbraio 1961) provoca il collasso della zona rione Croci (località Patorosso), formando una scarpata, a valle di via Lamarmora, alta 25 m. Ha distrutto tutto, case, strade, muri, rete idrica, fognaria ed elettrica, attrezzi agricoli custoditi nelle stalle e nei garage. Molte persone, oltre un migliaio, hanno per precauzione preferito abbandonare le proprie abitazioni. Il movimento franoso per fortuna non produsse vittime impostava la sua nicchia nel centro urbano e si valutò di circa 3 milioni di metri cubi il materiale coinvolto a cui è da aggiungere il materiale della colata che si incanalava nel sottostante vallone per diverse centinaia di metri. Esiste una interessante testimonianza fotografica. L'abitato di Pisticci è stato sede di un attacco concentrico di violenti fenomeni franosi ed erosivi fin dal lontano 1505. Seguono il 1688, il 1850, il 1890. Il movimento del rione Croci nel 1976 è stato preceduto fin dal settembre del 1952 da una serie di lesioni, poi nel marzo 1973 il crollo del muro di sostegno sotto la Chiesa Madre, costruito al coronamento dell'antica frana del 1688.

Cause innescanti Filtrazione e saturazione Precipitazioni

Piano Provinciale di Emergenza 303

Erosione

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Colata Scorrimento

Informazioni topografiche Evidenza: Buona Cartografabile: SI alla scala 1:25.000 Larghezza massima: 250 Lunghezza: 300 Area: 7.5

Informazioni sul terreno Terra

Fattori predisponenti Carenze di presidio Litologia

Informazioni geologiche Substrato/Copertura: Litologia: Argille Formazione: Argille Subappennine Tipologia: Informazioni Generali Caratteri: Pisticci poggia su terreni sabbioso-arenaceo-conglomeratici, trasgressivi sulle argille calabriane e formanti un lembo di terrazzo. L'orlo di quest'ultimo da tempi lontani arretra inesorabilmente, in quanto aggredito da frane per scorrimento rotazionale (con colate alla base), nonché da una violenta erosione calanchiva caratterizzata da profondi fossi. Le caratteristiche litotecniche del substrato coinvolto nel movimento sono di rocce sciolte omogenee e stratificate (inclinazione di 10° - 15°) con una moderata alterazione e sovraconsolidate. La frana in oggetto ha interessato in tutto il suo spessore la copertura superficiale costituita da coni di detrito, moderatamente alterata e con uno spessore superiore ai 10 m. Caratteristiche della circolazione idrica nell'accumulo: drenaggio superficiale ad areale libero con permeabilità disomogenea, più falde idriche presenti e granulometria GW GC.

Informazioni geotecniche Tipologia: Informazioni Generali Caratteri: Sono stati effettuati indagini in situ: sondaggi meccanici, prelievo campioni, installazione di piezometri ed analisi di laboratorio: prove di identificazione, prove triassiali (tipo UU), prove di taglio diretto, residuo, prove edometriche. (Vedi pubblicazione Guerricchio, Melidoro, 1979).

Informazioni sui danni

Ai beni Edifici civili - Centri abitati (Totale) Edifici civili - Case sparse (Totale) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Totale) Piano Provinciale di Emergenza 304

Infrastrutture a rete - Acquedotto (Totale) Infrastrutture a rete - Fognatura (Totale) Infrastrutture a rete - Elettrodotto (Totale) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Edifici civili - Case sparse (Grave) Edifici industriali - Depositi in genere (Grave) Strutture di interesse pubblico - Altro (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave) Infrastrutture a rete - Acquedotto (Grave) Infrastrutture a rete - Fognatura (Grave) Infrastrutture a rete - Elettrodotto (Grave)

Alle persone Sfollati n. 1000 (Stimato) Senza tetto n. 1200 (Stimato)

Note sui danni e sui provvedimenti Sistemazione in genere, controllo e sorveglianza, opere d'arte. Legge del 27 marzo 1987 n. 120, D.P.R. del 7 ottobre 1960.

Emergenza Durata dell'emergenza (in giorni):1 Causa:Interruzione traffico

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400118

Informazioni amministrative Comune : Pisticci Località : Pisticci - Rione Croci (Via Paisiello)

Informazioni generali sull'evento Data : 12/3/1969 Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : Il movimento franoso, il cui fattore determinante è stata l'azione antropica, si è impostato sul versante meridionale, in sinistra di un vallone in forte pendenza, la cui regione di testata raggiunge il margine dell'abitato all'altezza della via Paisiello. Il 12 marzo 1969 è avvenuto il primo distacco. Successivamente a breve distanza di tempo, e precisamente il 14 dello stesso mese, si è prodotto il secondo movimento per scorrimento coinvolgendo una zona molto più vasta della precedente (rione Croci), fino a raggiungere la periferia dell'abitato. In particolare si sono prodotti smottamenti su via Paisiello. 15 persone hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, un muro eretto dal Genio Civile è crollato. Tutta via Paisiello è stata chiusa al traffico. Tra molti, fattori determinanti sono stati l'approfondimento del vallone operato dalle acque che gli scarichi della rete fognante immettevano in grande quantità e la costruzione (a mezza costa) del campo sportivo. Anche nel 1986 si segnalano riprese di movimenti gravitativi presumibilmente profondi.

Cause innescanti Erosione Scavi Sovraccarico artificiale

Piano Provinciale di Emergenza 305

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Complesso Scorrimento

Informazioni topografiche Evidenza: Buona Cartografabile: SI alla scala 1:25.000 Larghezza massima: 400 Area: 15 Spessore massimo: 30

Informazioni sul terreno Terra

Fattori predisponenti Acclività Carenze di presidio Giacitura Litologia

Informazioni geologiche Litologia: Argille marnose

Informazioni sui danni

Ai beni

Edifici industriali - Depositi in genere (Lieve) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Lieve) Infrastrutture a rete - Fognatura (Lieve) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave)

Alle persone Sfollati n. 15 (Esatto)

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 2400246

Informazioni amministrative Comune : Pisticci Località : Pisticci - Rione Croci Località : Pisticci - Rione Dirupo Località : Pisticci - Rione Torrevecchia

Informazioni generali sull'evento Piano Provinciale di Emergenza 306

Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : L'abitato è particolarmente minacciato dal grave dissesto in atto nei rioni Torravecchia, Dirupo e Croci, quest'ultimo in particolare è stato fatto di recente parzialmente sgomberare dagli abitanti e molte case sono state puntellate, pure gravi sono i dissesti nei dintorni di Pisticci, che investono in modo gravissimo l'abitato e in tutta la zona e più a sud fino al Cavone. In passato in Pisticci si ebbero eventi disastrosi con numerose vittime. Fu proposto di trasferire parte dell'abitato a circa 6 km di distanza verso sud-est.

Cause innescanti Erosione Precipitazioni Filtrazione e saturazione

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Complesso

Informazioni sul terreno Terra

Fattori predisponenti Giacitura Litologia

Informazioni geologiche Caratteri: L'abitato di Pisticci è fondato su sabbie e conglomerati pliocenici.

Informazioni sui danni

Ai beni Edifici civili - Centri abitati (Grave)

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400154

Informazioni amministrative Comune : Tursi Località : Rabatana

Informazioni generali sull'evento Data : 18/1/1985 Ambiente fisiografico : Collina Piano Provinciale di Emergenza 307

Eventi precedenti : Si Note : Nel quartiere Rabatana di Tursi una frana di enormi proporzioni ha reso inagibili 22 abitazioni. Una palazzina è crollata (cento persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni).

Cause innescanti Erosione Precipitazioni

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Informazioni topografiche Evidenza: Buona Larghezza massima: 4000

Informazioni sul terreno Terra Detrito

Fattori predisponenti

Litologia

Informazioni sui danni

Ai beni Edifici civili - Centri abitati (Totale) Edifici civili - Case sparse (Totale) Edifici industriali - Depositi in genere (Totale) Strutture di interesse pubblico - Altro (Totale) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Totale) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Edifici pubblici - Sedi dell'Amministrazione pubblica (Grave) Strutture di interesse pubblico - Altro (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave)

Alle persone Sfollati n. 100 (Esatto)

Note sui danni e sui provvedimenti 68 edifici sono stati dichiarati inagibili, compresi edifici pubblici.

Emergenza Durata dell'emergenza (in giorni):4 Causa:Interruzione servizi

SCHEDA DI CENSIMENTO N. 400090

Informazioni amministrative

Piano Provinciale di Emergenza 308

Comune : Valsinni Località : Valsinni

Informazioni generali sull'evento Data : 7/12/1958 Ambiente fisiografico : Collina Eventi precedenti : Si Note : Una massa di fango sta provocando ingenti danni minacciando da monte il centro abitato di Valsinni. Case diroccate, 200 senza tetto, alcuni rioni nei pressi di via Fontana sono in pericolo. Il movimento franoso che si credeva in regresso ha invece poi travolto la centrale idroelettrica danneggiandola seriamente, per cui molti centri abitati sono rimasti per vari giorni senza energia elettrica. Anche il fosso Caforchio interessato dalla frana è rimasto sbarrato da detriti. Sono stati richiesti gruppi elettrogeni alle forze armate, poiché anche i mulini e gli opifici sono rimasti bloccati.

Cause innescanti Erosione Precipitazioni

Informazioni morfologiche, geologiche e geotecniche

Tipo di movimento Complesso

Informazioni sul terreno Roccia Detrito

Fattori predisponenti Acclività Giacitura Litologia Tettonica

Informazioni sui danni

Ai beni Edifici civili - Centri abitati (Totale) Edifici civili - Case sparse (Totale) Edifici industriali - Di produzione elettrica (Totale) Edifici industriali - Depositi in genere (Totale) Edifici civili - Centri abitati (Grave) Edifici civili - Case sparse (Grave) Edifici industriali - Depositi in genere (Grave) Strutture di interesse pubblico - Dighe (Grave) Infrastrutture di comunicazione - Strada comunale (Grave) Infrastrutture a rete - Elettrodotto (Grave)

Alle persone Sfollati n. 200 (Stimato)

Effetti indiretti Piano Provinciale di Emergenza 309

Ristagno d'acqua Erosione Sedimentazione

Emergenza Durata dell'emergenza (in giorni):12 Causa:Interruzione servizi

Ipotetico collasso di dighe

I serbatoi artificiali di altezza superiore a mt. 15, esistenti in provincia di Matera sono due: San Giuliano, sul fiume Bradano, e Gannano, sul fiume Agri. Peraltro, in provincia di Potenza, nella zona immediatamente a ridosso del territorio materano, vi sono quattro invasi la cui tracimazione o collasso potrebbe, data la acclività del terreno verso il mare, essere causa di calamità in questa provincia. Si tratta, in particolare, degli invasi di Monte Cotugno sul fiume Sinni, del Pertusillo sul fiume Agri, di Ponte Fontanelle sul torrente Camastra e di Serra del Corvo sul torrente Basentello. Di seguito, si riportano nel dettaglio caratteristiche e territori interessati da eventuali incidenti sui predetti invasi artificiali.

Piano Provinciale di Emergenza 310

DIGA DI SAN GIULIANO SUL FIUME BRADANO L'ipotetico collasso della diga interesserebbe prevalentemente terreni agricoli scarsamente abitati, oltre alla frazione di Serramarina ed al centro turistico residenziale di Metaponto. Gli effetti potrebbero essere veramente catastrofici se gli eventi dovessero verificarsi nel periodo estivo, allorchè il centro di Metaponto risulta particolarmente sovraffollato.

DIGA DI GANNANO SUL FIUME AGRI . L'ipotetico collasso della diga interesserebbe: - lungo la valle, prevalentemente terreni agricoli scarsamente abitati; - sulla fascia litoranea, invece, zone con più fitti insediamenti. I centri abitati interessati sono, in particolare, il centro agricolo Heraclea ed i centri turistici residenziali del Lido di Policoro e di Scanzano Jonico. Gli effetti potrebbero essere realmente catastrofici se tale evento avvenisse a causa del cedimento della diga del Pertusillo, che si trova a monte di quella di Gannano. In tal caso, i 155 milioni di metri cubi d'acqua, contenibili nel Pertusillo, si riverserebbero in un invaso, quello di Gannano, che ne contiene poco più di 2,5 milioni di mc..

DIGA DI MONTE COTUGNO SUL FIUME SINNI L'ipotetico collasso della diga interesserebbe anche importanti centri abitati, con conseguenti gravi effetti: si tratta, in particolare, dei centri di Valsinni, Policoro, Lido di Policoro e Nova Siri Scalo.

DIGA DEL PERTUSILLO SUL FIUME AGRI L'ipotetico collasso della diga interesserebbe, fino all'invaso della Diga di Gannano, terreni agricoli scarsamente abitati, nonché la centrale idroelettrica dell'E.N.E.L. e l'impianto di potabilizzazione dell'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese. Peraltro, l'onda di piena, giungendo nell'invaso di Gannano, ne provocherebbe il suo cedimento con gli effetti sopra descritti.

Piano Provinciale di Emergenza 311

DIGA DI PONTE FONTANELLE SUL TORRENTE CAMASTRA L'ipotetico collasso della diga interesserebbe, in un primo tratto, terreni agricoli scarsamente abitati; successivamente, i centri abitati degli Scali di Garaguso, Salandra, Ferrandina e Pisticci.

DIGA DI SERRA DEL CORVO SUL TORRENTE BASENTELLO L'ipotetico collasso della diga interesserebbe prevalentemente terreni agricoli scarsamente abitati. Interessato all'evento, in particolare, risulterebbe il Borgo di Santa Maria d'lrsi. Peraltro, l'onda di piena, giungendo nell'invaso di San Giuliano, ne provocherebbe il suo cedimento con gli effetti sopra descritti.

Grandi mareggiate

Tenuto conto del notevole sviluppo del territorio lungo la fascia costiera jonica che comprende i litorali dei Comuni di Bernalda, Pisticci, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella e Nova 5iri, appare opportuno prendere in considerazione il maremoto e le mareggiate come possibili eventi calamitosi capaci di gravi danni ed interruzioni sulla linea ferroviaria Taranto - Metaponto. Reggio Calabria, sulla s.s. 106 Jonica, ai centri abitati ed agli insediamenti vari esistenti sulla costa.

Nubifragio e trombe d'aria

Quando il maltempo si presenta in forme piuttosto violente, con bufere di pioggia e di vento, possono derivarne danni di varia gravità a persone e cose (allagamenti, rigurgiti di reti fognanti, interruzione dei servizi essenziali, scoperture di tetti, abbattimenti di alberi, grandi antenne od altre strutture pericolanti). Un nubifragio di eccezionale gravità si verificò in provincia il 24 novembre 1959, in concomitanza con analogo fenomeno sul versante jonico della Calabria centro-meridionale. La zona maggiormente colpita fu rappresentata da una fascia che, partendo dal medio bacino del Bradano, si allungò sino al basso corso del Sinni ed alle pendici orientali del rilievo orografico del Monte Pollino.

Piano Provinciale di Emergenza 312

In quella occasione vennero misurate nelle zone più colpite precipitazioni eccezionalmente superiori ad ogni altra sino ad allora registrata. In particolare, nel centro di massimo rovescio, coincidente con l'abitato di Pisticci, vennero misurati alle ore 9 del 25 novembre 1959 mm. 314,6 di pioggia. Altre punte di precipitazioni massime vennero registrate dalle ore 20 alle ore 23 del giorno precedente con mm. 86,8 di pioggia a Nova Siri Scalo e mm. 80,8 di pioggia a Policoro.

Grandi nevicate

Trattasi di evento che, in genere, tocca i Comuni situati a quota superiore a 500 mt. di altezza e che, talvolta, nelle stagioni più inclementi, interessa anche i Comuni a quote inferiori. Il fenomeno, che di per sé provoca disagi notevoli, principalmente nei Comuni della montagna materana (come, ad esempio, Accettura, Stigliano e Gorgoglione), assume dimensioni rilevanti allorché viene a determinarsi l'isolamento di interi centri abitati o di casolari sparsi. Le precipitazioni nevose in provincia possono produrre isolamento di centri abitati o di frazioni e case sparse, interruzione del traffico e/o di linee elettriche e telefoniche, l'inagibilità di acquedotti, crolli di coperture, con danni alle persone.

Incendi boschivi

La notevole boscosità del territorio provinciale, la ventilazione accentuata, i lunghi periodi di siccità estiva ed, in percentuale significativa, il dolo, favoriscono lo sviluppo di incendi, che possono assumere particolare pericolosità in caso di vicinanza del bosco alle zone abitate. I territori comunali a maggior rischio incendi, per la presenza di aree boschive, sono i seguenti: - Fascia Jonica (Metaponto Lido, Pisticci Lido, Scanzano Lido, Policoro Lido, Rotondella Lido, Marina di Nova Siri); - Salandra (località Montagnola); - Stigliano (località Monte Serra);

Piano Provinciale di Emergenza 313

- Tricarico (località Fonti - Tre Cancelli); - Matera (località Timmari, Oasi S. Giuliano, Parco Chiese Rupestri); - Tursi; - Cirigliano; - Accettura; - Oliveto Lucano; - Irsina; - Valsinni; - Gorgoglione; - Pomarico.

Incidente industriale

Quanto ai possibili incendi che possono interessare insediamenti industriali, è da considerare che l'unico vero polo industriale della provincia insiste nella Valle del Basento, nelle località Macchia di Ferrandina e Pisticci Scalo, ove sono concentrati impianti ed attività per lo più appartenenti ai settori chimico e manifatturiero. In località Pisticci Scalo, in particolare, è ubicato l'unico stabilimento della provincia assoggettato alla normativa di cui al D.P.R. nr. 175/88 (c.d. Direttiva Seveso): si tratta dell'impianto Epoxital che ha inserite, nei suoi cicli produttivi, epicloridrina ed altre sostanze tossiche. Per detto stabilimento è operativo uno specifico Piano di Emergenza Esterna. E' da rilevare, infine, che in provincia esistono, per uso commerciale, diversi depositi di oli minerali di limitata capacità che, in caso di incendio, salvo imprevedibili sviluppi, non richiedono interventi di tipo particolare. Nelle zone industriali, gli effetti di un inquinamento atmosferico determinato dalla fuoriuscita di nubi tossiche possono risentirsi anche in un vasto raggio, soprattutto in relazione alle condizioni meteo esistenti, con danni possibili alle persone ed alle colture esistenti in zona.

Incidente nucleare

Piano Provinciale di Emergenza 314

In località Trisaia del Comune di Rotondella è ubicata una Centrale E.N.E.A. che, pur avendo sospeso negli anni '80 i cicli lavorativi sul nucleare, ha tuttora stoccate in deposito sostanze radioattive (uranio e torio). Detto impianto è stato realizzato negli anni ' 60 quale impianto pilota per lo sviluppo delle tecnologie nel campo del ritrattamento del combustibile nucleare irraggiato del ciclo Uranio- Torio. L'impianto ha operato, a partire dal 1975, in regime di prove nucleari ex art. 45 del DPR n. 185/64, portando a termine, nel 1979, una prima campagna di ritrattamento interessante 20 degli 84 elementi di combustibile provenienti dal reattore americano ELK RIVER. Negli anni successivi sono state svolte solo operazioni di manutenzione dei sistemi di impianto e di gestione dei rifiuti radioattivi. Nel 1987 le decisioni governative sull'annullamento del programma energetico nucleare italiano hanno avuto come conseguenza l'annullamento, da parte dell'ENEA, dei programmi relativi alle operazioni di ritrattamento. L'ITREC è attualmente in una condizione di impianto “in carico", cioè in una condizione in cui il materiale nucleare presente è confinato nelle aree previste di deposito e non è sottoposto; ad alcun tipo di lavorazione. Sono, inoltre, presenti sull'impianto rifiuti provenienti dalle operazioni di trattamento in parte condizionati, in parte allo stato liquido.

Incidenti stradali di notevole entità

La carenza strutturale della rete viaria in provincia di Matera, può essere una delle cause di incidenti stradali di notevole entità, specie allorché siano coinvolti mezzi contenenti carichi speciali, infiammabili, tossici, etc..

Disastro aereo

Pur non esistendo in provincia di Matera alcun aeroporto, tuttavia, il cielo della provincia viene solcato con una certa assiduità da aerei militari da e per gli aeroporti di Grottaglie e Gioia del Colle.

Piano Provinciale di Emergenza 315

Lo spazio aereo della provincia - anche se non è attraversato normalmente dalle linee aeree civili - può, tuttavia, interessare anche tale settore, tenuto conto soprattutto della prossimità dell'aeroporto di Bari - Palese.

Disastro ferroviario

La città di Matera è l'unico Capoluogo di provincia d'Italia non servito da Ferrovie dello Stato. Le Ferrovie dello Stato attraversano la provincia, nelle tratte: TARANTO - METAPONTO - REGGIO CALABRIA; POTENZA-FERRANDINA-METAPONTO. Inoltre, le Ferrovie Appulo-Lucane gestiscono tratti di linea a scartamento ridotto, sui seguenti percorsi: MATERA - BARI; POTENZA - IRSINA - AL TAMURA.

Naufragio

In assenza di porti, il traffico navale nelle acque della provincia risulta limitato. Il transito delle grandi navi, infatti, avviene, al largo delle coste, mentre in prossimità delle stesse le acque sono solcate prevalentemente da piccoli pescherecci e da imbarcazioni di diporto.

Inquinamento delle acque potabili, inquinamento fluviale, e marino

L'inquinamento delle acque provocato dalle attività umane assume valori preoccupanti. Il fenomeno è dovuto principalmente agli scarichi industriali e colpisce anche tratti di mare. Alle cause tradizionali, rappresentate da cattive canalizzazioni delle acque reflue e da sbocchi delle fogne in zone inadatte al drenaggio delle acque o troppo vicine alle coste, si aggiunge l'uso su vasta scala delle acque sotterranee e di superficie. Un'altra causa di inquinamento è la concimazione dei terreni agricoli con fertilizzanti chimici; anche in questo caso le acque meteoriche e selvagge si arricchiscono di sostanze nocive asportate dai terreni che attraversano.

Epidemie ed Epizoozie

Piano Provinciale di Emergenza 316

L'ipotesi di rischio è riconducibile prevalentemente a malattie umane trasmissibili attraverso contagio oro-fecale (tifo, epatite, colera, salmonellosi, etc.). Il gran numero di capi di bestiame presente in provincia giustifica, altresì, ipotesi possibili di emergenza causata da malattie infettive degli animali (afta- epizootica, brucellosi, etc.).

Rinvenimento ordigni esplosivi

Avendo costituito la provincia di Matera territorio di occupazione tedesca in occasione della seconda guerra mondiale, non può escludersi, tuttora, la possibilità del rinvenimento di ordigni bellici inesplosi. Nè, d'altro canto, è prudente sbilanciarsi in ipotesi circa la localizzazione dei siti ove può risultare maggiore la possibilità di un rinvenimento.

Rottura di metanodotti e di grosse condotte idriche

In provincia esiste una vastissima rete di condotte metanifere ed idriche. E' da escludere che la rottura di una condotta, sia pure di grosso diametro, con conseguente fuoriuscita di gas o di acqua, possa dar luogo ad effetti catastrofici. L'evento, invece, è da prevedersi catastrofico se, venissero contemporaneamente a spezzarsi diverse condotte in più zone. Potrebbero, in tal caso infatti, determinarsi: - incendi, avvelenamenti, asfissie e fenomeni collegati, in caso di rottura di metanodotti; - grandi allagamenti, in caso di rottura di condotte idriche. In debita considerazione, inoltre, vanno tenute le misure di emergenza da predisporre per assicurare un sufficiente approvigionamento idrico alle popolazioni venutesi a trovare in difficoltà a seguito della rottura delle condotte.

Emergenze sanitarie

Le tematiche sanitarie che devono essere affrontate nella pianificazione e gestione dell'emergenza sono varie e molteplici anche se, abbastanza comunemente, il settore viene limitato alla medicina d'emergenza. Va infatti

Piano Provinciale di Emergenza 317 evidenziato che la gestione quotidiana delle urgenze/emergenze sanitarie, è basata in Basilicata su un’unica centrale operativa del Sistema Sanitario Regionale. 118. Tale Centrale operativa 118 costituisce a livello regionale la struttura di riferimento per tutti gli aspetti legati sia alla gestione ordinaria di urgenze ed emergenze sanitarie, sia alla gestione di problematiche sanitarie più propriamente di protezione civile, da coordinare sul territorio. Pertanto, considerato che eventi particolarmente gravi o catastrofi, richiedono la partecipazione di più componenti preposti all'assistenza sanitaria, risulta opportuno che le componenti suddette seguano, nella gestione dell'emergenza, dei criteri univoci e universalmente condivisi in quanto di provata efficacia. L'intervento sanitario in seguito ad un disastro deve far fronte ad una complessa rete di problemi che si inquadrano nell'ambito della medicina delle catastrofi e che prevedono la programmazione ed il coordinamento di numerose attività tipiche della Funzione 2: "Sanità umana e veterinaria, assistenza sociale" del metodo Augustus, tra le quali: - soccorso immediato ai feriti - assistenza geriatrica e psicologica - aspetti medici connessi al recupero e alla gestione delle salme - controlli sulle acque potabili fino al ripristino della rete degli acquedotti - profilassi delle malattie infettive e parassite - disinfezione e disinfestazioni - controllo degli alimenti e distruzione e smaltimento degli alimenti avariati La vastità di tali compiti presuppone, soprattutto in fase di pianificazione, il coinvolgimento dei referenti dei vari settori interessati tra cui i rappresentanti di: - Aziende sanitarie locali - Laboratori di sanità pubblica del Dipartimento di prevenzione delle AA.SS.LL., dell'Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Basilicata (ARPAB), del1’Istituto Zooprofilattico Sperimentale - Croce Rossa Italiana, Associazioni di volontariato. - Ordini professionali di area sanitaria. La centrale operativa sanitaria 118, con la sua organizzazione funzionale di dimensioni provinciali, si raccorda con le strutture territoriali ed ospedaliere e

Piano Provinciale di Emergenza 318 con le istituzioni pubbliche e private che cooperano nella risposta all'emergenza (Atto d'intesa Stato - Regioni D.M. del 13.2.2001, "Criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi) e costituisce l'interlocutore privilegiato in campo sanitario. Per svolgere correttamente i compiti assegnati alla citata Funzione 2, il referente della funzione, in collaborazione con la Centrale 118, i servizi territoriali delle AA.SS.LL. (Dipartimenti di prevenzione, ecc.) deputati alle emergenze/urgenze sanitarie, dovrà prevedere un'organizzazione sanitaria in grado di fronteggiare gli eventi catastrofici più probabili. I dati ottenuti costituiranno parte integrante del programma provinciale di previsione e prevenzione dei rischi in materia di protezione civile e saranno utilizzati per convalidare un'eventuale richiesta di mezzi, attrezzature e personale all'atto dell'emergenza.

Emergenze immigrative

Connesse, ad esempio, all’accoglienza di profughi e rifugiati di varia natura, al coinvolgimento nell’attuazione del piano di emergenza nazionale sul rischio vulcanico denominato “Piano Vesuvio” il quale prevede l’arrivo in regione Basilicata di circa 20.000 abitanti provenienti dai comuni vesuviani di Trecase e Boscotrecase (NA).

Incidenti connessi ai rischi sociali

Manifestazioni, concerti, raduni che possono sfociare in vere e proprie emergenze.

Quanto sinora riportato risulta evidente essere un elenco incompleto di tutte le potenziali ipotesi calamitose verificabili. Un tentativo di elencazione esaustiva risulterebbe infinitamente lungo e comunque sicuramente ulteriormente implementabile. IL MODELLO D’INTERVENTO

Il Modello di Intervento è l’insieme, ordinato e coordinato, delle procedure da sviluppare al verificarsi dell’evento ed espresso in termini di: - Individuazione delle competenze; - Individuazione delle responsabilità; - Definizione del concorso di Enti, Amministrazioni ed Associazioni di volontariato; Piano Provinciale di Emergenza 319

- Successione logica delle azioni. Da quanto detto in precedenza, si evince un quadro normativo ed istituzionale relativo alle tematiche di Protezione Civile assai complesso che, peraltro, pur caratterizzato da continui modifiche ed aggiornamenti, pare assestarsi su una articolazione funzionate ispirata ai principi dei "sistema" e di "sussidiarietà". Nell'ambito del decentramento di funzioni, risulta comunque evidente che alle Regioni spetta la formulazione di indirizzi di pianificazione da demandare agli enti istituzionalmente e funzionalmente sottoposti, al fine di coordinare ed uniformare le procedure da adottare per fronteggiare situazioni non ordinarie. Pare, inoltre, che l'orientamento del legislatore sia quello di un "Servizio Nazionale di Protezione Civile" nel quale a ciascun componente istituzionale corrispondano successivi livelli di competenza sia normativa che di pianificazione, sia in materia di previsione e prevenzione (stesura di relativi programmi, realizzazione di reti di monitoraggio, gestione del volontariato) che in materia di interventi di emergenza per fronteggiare situazioni di crisi. In ambito regionale la normativa di settore prevede, quale organizzazione coordinata del complesso delle strutture e degli enti operanti sul territorio della Regione il Sistema Regionale di Protezione Civile. Tale sistema comprende appunto le strutture e gli enti amministrativi regionali che operano quotidianamente nel campo delle numerose attività di Protezione Civile. Nell'ambito di tale sistema e alla luce delle recenti normative, il ruolo delle Province risulta di assoluta rilevanza sia per le attività di previsione e prevenzione dai rischi sia per le attività di pianificazione in situazioni di emergenza essendo affidata alle province la predisposizione dei Piani Provinciali di Emergenza. Le competenze territoriali vengono definite con la distinzione della tipologia degli eventi, nell’ambito dell’art. 2 della Legge n° 225/92. Ai fini dell’attività di protezione civile gli eventi si distinguono in: a) Eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria;

Piano Provinciale di Emergenza 320 b) Eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che per loro natura ed estensione, comportano l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria; c) Calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensioni debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari. I livelli dell'emergenza oggi individuabili sono quattro (colmando una lacuna presente nella L.225/1992) in relazione al livello istituzionale in grado di fronteggiare la crisi: a): emergenza di livello comunale. ovvero locale b1) : emergenza di livello intercomunale - Provinciale b2): emergenza di livello regionale c): emergenza di livello nazionale. Per definire il ruolo dei vari soggetti in materia di emergenza, è importante individuare i responsabili delle tre attività fondamentali: 1. Indirizzo normativo: Dipartimento di Protezione Civile a livello nazionale,regionale e locale Regione per il livello regionale e locale. 2. Pianificazione, redazione e predisposizione dei Piani di Emergenza: Dipartimento di Protezione Civile, per i Piani nazionali Amministrazioni Provinciali, per i piani Provinciali Amministrazioni Comunali, per i Piani Comunali Comunità Montane per i Piani intercomunali 3. Gestione delle emergenze e degli interventi di soccorso: Sindaco, per gli eventi di Protezione Civile di cui alla lettera a), comma 1, art. 2, L. 225/92; Prefetto-Presidente della Provincia, per gli eventi di Protezione Civile di cui alla lettera b), comma 1, art. 2, L. 225/92 (b1 della precedente classificazione ampliata); Prefetti-Presidente della Regione, per gli eventi di Protezione Civile di cui alla lettera b), comma 1, art. 2, L. 225/92 (b2 della precedente classificazione ampliata); Dipartimento di Protezione Civile, per gli eventi di Protezione Civile di cui alla lettera c), comma 1, art. 2, L. 225/92;

Piano Provinciale di Emergenza 321

Il tema del ruolo del Prefetto e dei rapporti tra Prefettura ed EE.LL. alla luce del recente riordino delle autonomie locali e del decentramento amministrativo, deriva dalla covigenza, dell'art.14 della L.225/92, in materia di competenza del Prefetto, e dell'art.108 del D.Lgs.112/98, in materia di competenza degli enti locali, entrambi richiamati dall'art. 5 della L.401 /2001. La Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 30 settembre 2002, n° 5114, chiarisce che, ferma restando la più generale azione di coordinamento del Dipartimento della protezione civile, le competenze prefettizie di cui all’art. 14 della legge n. 225/1992 debbono continuare a "convivere” in un contesto di unicità di obiettivi da perseguire in termini di prevalente interesse pubblico, con il sistema di attribuzioni di cui all’art. 108 del decreto legislativo n. 112/1998, sì da realizzare quella fondamentale integrazione ed implementazione di risorse che il legislatore, anche costituzionale, ha ritenuto indispensabile in materia di protezione civile. Quindi, in concreto, una volta verificatosi l’evento, il prefetto, coerentemente con quanto Pianificato in sede locale dai competenti enti territoriali, assicurerà, agli stessi, il concorso dello Stato e delle relative strutture periferiche per l’attuazione degli interventi urgenti di protezione civile, attivando quindi tutti i mezzi ed i poteri di competenza statale, e così realizzando quella insostituibile funzione di "cerniera" con le ulteriori risorse facenti capo agli altri enti pubblici. Nella stessa Circolare è precisato che "il prefetto, anteriormente alla adozione delle ordinanze di protezione civile ex art. 5, comma 2, della legge n. 225/1992, derogatorie della normativa vigente, è l’unico soggetto deputato ad assumere iniziative di carattere straordinario, appunto in quanto rappresentante in loco dello Stato e quindi legittimato, in via esclusiva, a derogare all’ordinamento giuridico vigente. In linea con la succitata autorevole interpretazione della vigente disciplina delle competenze come basata sul principio collaborativo tra le istituzioni coinvolte, ed considerando la necessità di uniformarsi al modello già adottato dalla Provincia di Potenza, necessario al fine di garantire un modello d’intervento omogeneo e congruente nell’intero ambito territoriale regionale, il presente documento prevede che il Prefetto, d'intesa con il Presidente della Provincia, metta in essere, nell'ambito del territorio Provinciale, una serie di azioni per l'attivazione delle fasi operative, per la definizione dei servizi di

Piano Provinciale di Emergenza 322 soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, per il coordinamento delle attività svolte da tutti gli enti e le amministrazioni pubbliche e private e dalle strutture operative provinciali, mentre nel ruolo esclusivo di rappresentante di Governo disponga l'attivazione delle Forze dell'Ordine, delle Forze Armate, attivi i Centri Operativi Misti (COM), garantisca il costante collegamento con il Dipartimento della Protezione Civile. . Questa suddivisione, pur definendo in maniera univoca le competenze ed i soggetti responsabili, lascia inalterato il Principio di sussidiarietà fra i vari livelli di intervento. Alle emergenze deve far fronte in primo luogo il Comune con i mezzi propri. Nel caso in cui la natura e la dimensione dell’evento calamitoso lo esigano, il Sindaco chiede l’intervento del Prefetto, il quale a sua volta, nel caso in cui le dimensioni o le caratteristiche dell’emergenza siano tali da non poter essere affrontate con forze di livello provinciale, il Prefetto richiede l’intervento dello Stato. Come sarà chiarito meglio dai paragrafi successivi, la fase della gestione dell’emergenza, successiva all’arrivo della segnalazione, è molto complessa. Infatti, non è possibile operare una netta separazione delle competenze né degli ambiti territoriali in quanto nella maggior parte dei casi l’evento interessa aree che non coincidono con i confini amministrativi; inoltre le interazioni fra i vari livelli di responsabilità non sono lineari e semplici da descrivere. Si è pertanto proposta una suddivisione di compiti e delle competenze per ambito territoriale, che risulta omogenea e che ricalca la suddivisione indicata nella normativa nazionale (L:225/92). Ambito locale Comune Ambito Provinciale Prefettura e Provincia Ambito Regionale Dipartimento Regionale di Protezione Civile Ambito Nazionale Dipartimento di Protezione Civile

AMBITO LOCALE Comune L’articolo 15 della Legge 225/92 assegna al Comune un ruolo da protagonista in tutte le attività di Protezione Civile (previsione, prevenzione,soccorso e superamento dell’emergenza).

Piano Provinciale di Emergenza 323

Soprattutto nella fase di gestione delle emergenze, il Sindaco è l’autorità responsabile, della gestione dei soccorsi sul territorio di propria giurisdizione, in accordo col Prefetto, e pertanto ha il diritto/dovere di coordinare l’impiego di tutte le forze intervenute. Il Sindaco è autorità comunale di protezione civile. Al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale. Oltre all’obbligo di redigere i piani comunali e/o intercomunali di emergenza, nell’ambito della gestione delle emergenze i Comuni devono provvedere: • All’adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all’emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; • All’attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l’emergenza; • Alla vigilanza sull’attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti; • All’utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali. Il Sindaco in qualità di Autorità comunale di Protezione Civile, al verificarsi dell’emergenza, nell’ambito del territorio comunale, si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita. Come già specificato nel capitolo, il Centro Operativo Comunale sotto la direzione del Sindaco, esplica la gestione delle nove funzioni comunali ognuna delle quali affidata ad un responsabile, dandone immediata comunicazione alla Regione, alla Prefettura e alla Provincia. Nel caso in cui la calamità naturale o l’evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune, il Sindaco chiede l’intervento di altre forze e strutture al prefetto, che adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell’autorità comunale di protezione civile.

Piano Provinciale di Emergenza 324

Il Sindaco o suo delegato, venuto a conoscenza dell’insorgere di una situazione di pericolo o di emergenza, procede nelle operazioni secondo quanto qui di seguito riportato:

Arrivo della segnalazione Le segnalazioni di possibili pericoli o di eventi calamitosi possono pervenire da fonti diverse (Enti istituzionali: Dipartimento della Protezione Civile, Ministeri, Prefetture; Enti pubblici e privati: Regioni, Province, Università, Comunità Montane, Comuni, Aziende; Media; Singoli cittadini), la cui attendibilità deve essere verificata dall’operatore che riceve la segnalazione stessa. L’operatore dovrà prestare particolare attenzione ai dati di riconoscimento di chi segnala l’evento, indicando con chiarezza la località, l’ora, la data, la tipologia dell’evento calamitoso e gli eventuali danni subiti da persone, gruppi o beni coinvolti, nonché riportando ogni e qualsiasi indicazione ricevuta.

Diramazione messaggio di preallarme L’operatore in via precauzionale, dirama a tutto il personale operante nella struttura comunale di protezione civile ed in particolare la Sindaco o suo delegato, il messaggio di STATO DI PREALLARME, comunicando i dati in suo possesso fino a quel momento

Verifica della fonte della segnalazione L’operatore che ha ricevuto la segnalazione dell’evento procede alla verifica dell’informazione, accertando in tal modo la veridicità della fonte. Si procede alla verifica tecnica accertando che l’evento segnalato si sia realmente verificato. Se la segnalazione non proviene da fonte conosciuta, in relazione alla tipologia e alla gravità dell’evento l’operatore contatta i seguenti Organismi competenti: Vigili del fuoco, Carabinieri, Polizia, Servizio sanitario, Comune di competenza, Prefettura di competenza, Volontariato locale ed altri (in funzione dell’evento segnalato).

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Nel caso venga riscontrata l’infondatezza dell’informazione, l’operatore concluderà la procedura registrando nel RAPPORTO DI EMERGENZA l’insussistenza dell’evento, archiviando il rapporto. Se la verifica si rivela positiva, l’operatore procede alla fase di ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. Diramazione messaggio di allarme e attivazione della Sala Operativa Comunale Il Sindaco o suo delegato, sulla base delle informazioni acquisite dall’operatore e valutata la gravità della situazione, dirama il messaggio di ALLARME a tutta la struttura comunale di Protezione Civile, attivando contestualmente (ove esiste) la Sala Operativa Comunale di Protezione Civile. Lo stato di Allarme e l’avvenuta attivazione della sala operativa devono essere comunicati tempestivamente al Prefetto competente del territorio, al Presidente della Giunta Regionale ed al Dipartimento di Protezione Civile motivando e descrivendo la gravità degli eventi e le forze attivate con priorità

Gestione degli interventi In caso di emergenza il Sindaco o suo delegato attua schematicamente i sottoelencati principali provvedimenti con particolare riferimento a • Tipo di rischio • Condizioni locali

1. Si collega con la Prefettura competente. 2. Attiva la struttura comunale di protezione civile, le forze dell’ordine, le strutture sanitarie, i vigili del fuoco, le organizzazioni di volontariato, ecc. in ambito locale. 3. Dispone per una sistematica rilevazione della situazione (danni alle persone, danni materiali), impegnando la struttura comunale di protezione civile. 4. Coordina i primi interventi sulla base della rilevazione della situazione, interessando le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, gli organi sanitari, il gruppo comunale di protezione civile ecc.

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5. Coordina il personale delle forze dell’ordine o dei volontari sugli itinerari di afflusso/deflusso per dirigere il traffico e per indicare eventuali percorsi alternativi. 6. Attiva una specifica funzione denominata “Report stampa” che consenta di raccogliere e gestire tutte le informazioni e le comunicazioni da e per i media (televisioni, stampa, ecc). Il coordinamento degli interventi di emergenza dalla sala operativa comunale, sotto la responsabilità del Sindaco, assessore delegato o che investito del ruolo di responsabile da parte del Sindaco stesso, dovrà assicurare prioritariamente l’attivazione delle nove funzioni di supporto, gli interventi tecnico-operativi del personale comunale operante in attività di protezione civile e di tutte le altre componenti impegnate nell’emergenza. Tutti gli organi coinvolti in emergenza dovranno essere informati e mantenersi tra loro in stretto coordinamento, al fine di poter meglio effettuare le attività di loro competenza.

Fine emergenza Il Sindaco, o suo delegato, verificato che non sussistono più le condizioni che hanno indotto l’attivazione dell’emergenza e la conseguente apertura della Sala Operativa comunale di Protezione Civile e che le condizioni sono tali da prevedere un ritorno alla normalità, comunica a tutte le componenti attivate la CESSAZIONE DELL’EMERGENZA, dando altresì comunicazione della CHIUSURA DELLA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE e del conseguente ritorno alla normalità.

AMBITO PROVINCIALE Nel momento in cui l’evento calamitoso assume proporzioni territoriali superiori rispetto a quelle comunali e quindi non più fronteggiabili in via ordinaria dalle amministrazioni locali, la gestione dello stesso, è affidata alle strutture di Protezione Civile di competenza sovracomunale che sono la Prefettura e la Provincia. Provincia Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n° 112 del 31 marzo 1998, che

Piano Provinciale di Emergenza 327 definisce una diversa distribuzione delle competenze anche in ambito di Protezione Civile, si introduce una sostanziale differenza rispetto alla Legge 225/92. Infatti i compiti di previsione, prevenzione e predisposizione dei piani provinciali affidati prima alla Prefettura passano di competenza alla Provincia, così come la vigilanza sull’attuazione dei servizi urgenti (L 225/92 art. 14 commi 1, 2 lettera d). Come già specificato alla Provincia sono affidati i compiti di previsione e prevenzione, mentre in caso di emergenza le strutture attivate a livello provinciale operano in accordo con quanto deciso dalle strutture operative gestite dal Prefetto.

Prefettura Il Prefetto è il cardine della struttura di comando e coordinamento della Protezione Civile in caso di evento calamitoso per la gestione delle emergenze. Il prefetto gestisce le emergenze in ambito provinciale informando i seguenti organi al verificarsi di un evento di tipo b) o di tipo c). b) Assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare a livello provinciale, coordinandoli con gli interventi dei sindaci dei comuni interessati. c) Adotta tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi. Nel caso in cui si verifichino eventi di cui all’art. 2, comma 1, lettera c) (eventi straordinari), può essere deliberato, ad opera del Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, lo stato di emergenza. In tale circostanza, il Prefetto può operare quale delegato del Presidente del Consiglio dei Ministri. In questa veste gli sono attribuiti, oltre a quanto previsto dagli articoli 12, 13, 14, 15 e 16, anche il compito di provvedere a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente, e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, per sua delega il Ministro per il coordinamento della Protezione Civile, può avvalersi di commissari delegati.

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In questa circostanza il Prefetto continua ad espletare le funzioni previste sotto il coordinamento del Commissario delegato.

AMBITO REGIONALE Nel momento in cui l’evento calamitoso assume proporzioni territoriali superiori rispetto a quella provinciale, la gestione dello stesso, è affidata alle strutture di Protezione Civile di competenza regionale, d’intesa ed in collaborazione con le Prefetture e le Province.

Regione Alla Regione, come alla Provincia, sono attribuiti sostanzialmente compiti di previsione e prevenzione dei rischi sulla base degli indizi nazionali. Ha le funzioni di predisposizione dei programmi regionali e di definire gli indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali di emergenza. In materia di gestione delle emergenze: Attuazione di interventi urgenti in caso di crisi determinata dal verificarsi o dall’imminenza di eventi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera b) della legge n° 225 del 24 febbraio 1992, avvalendosi anche del Corpo nazionale di Vigili del Fuoco. Per tali finalità la regione si avvale di un apposito Comitato Regionale di Protezione Civile. E’ presieduto dal presidente della Giunta Regionale o da un suo delegato ed è composto dai rappresentanti di Province, di Prefetture, di Comuni, del Corpo Forestale dello Stato, del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e delle organizzazioni di volontariato. Il Comitato assicura la compatibilità ed il coordinamento delle iniziative regionali in materia di Protezione Civile, ed il raccordo con il Dipartimento della Protezione Civile. Il Comitato della Regione Basilicata si riunisce periodicamente presso il Dipartimento Infrastrutture e mobilità della Regione e vi fanno parte i seguenti responsabili: Resp. Prefettura di Potenza Resp. Prefettura di Matera Resp. Questura di Potenza Resp. Questura di Potenza

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Resp. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco Potenza Resp. Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco Matera Resp. Provincia di Potenza Resp. Provincia di Matera Resp. UNCEM Resp. Comune di Potenza Resp. Comune di Matera Resp. ANCI Resp. Corpo Forestale dello Stato Resp. Servizio Nazionale Dighe Resp. Ente Irrigazione per la Basilicata Resp. Autorità di Bacino Regione Basilicata Resp. Comando militare Regionale Resp. Comando Regionale dei Carabinieri Basilicata Resp. Comando Regionale della Guardia di finanza di Basilicata Resp. Croce Rossa Italiana Resp. Associazione di Protezione Civile “Torre Ardente” Resp. Associazione di Protezione Civile “Gruppo Lucano” Resp. Associazione di Protezione Civile “Monte Siri” Resp. Dirigente Generale Dipartimento Infrastrutture e Mobilità Resp. Dirigente dell’Ufficio Protezione Civile Resp. Segreteria del Comitato Regionale In caso di evento calamitoso in atto o potenziale, qualora sulla base degli elementi disponibili, si renda necessario un intervento di coordinamento delle attività di soccorso, il Presidente della Giunta Regionale o l’Assessore delegato può istituire una unità di crisi, costituita dalle autorità componenti in tutto o in parte il Comitato Regionale, integrato dai funzionari degli uffici interessati e da consulenti di qualificata e comprovata esperienza. In caso di evento calamitoso il Presidente della Giunta Regionale o l’Assessore delegato può attribuire al dirigente dell’Ufficio di Protezione Civile, limitatamente alla durata della situazione eccezionale, la direzione del personale e strutture regionali. Al verificarsi dell’emergenza, il Presidente della Regione svolge le seguenti attività:

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• Attraverso la sala operativa, si pone immediatamente in contatto con le prefetture interessate e con il centro situazioni del Dipartimento della Protezione Civile; • Attraverso le proprie strutture sul territorio, collabora attivamente con le prefetture interessate mettendo a disposizione personale tecnico per il monitoraggio della situazione, la delimitazione delle aree interessate dall’evento, l’attivazione, per interventi e per il censimento dei danni, nonché le strutture disponibili; • Coordinare, avvalendosi del corpo forestale, gli interventi aerei e terrestri nella lotta agli incendi boschivi. Per l’attivazione della fase di emergenza è necessario distinguere se il rischio è prevedibile (es. alluvione) o non prevedibile (es. incidente industriale o sisma). Nel caso di eventi in qualche modo prevedibili, caratterizzati da precursori inequivocabili, la procedura di intervento prevede la sequenza dei seguenti codici che va dalla fase di attenzione, alla fase della gestione della emergenza vera e propria. • Preallarme (codice 1). • Allarme (codice 2) • Emergenza (codice 3). In tutti i casi in cui l’evento non è prevedibile, è immediatamente attivo il codice 3.

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA

La struttura organizzativa qui proposta per la gestione delle attività di emergenza e per il coordinamento dell'impiego delle risorse disponibili a livello provinciale, si compone di: ► un Centro di Coordinamento Soccorsi (CCS); ► una Sala Operativa Provinciale (SOP); ► della rete di Centri Operativi Misti (COM); ► della rete dei Centri Operativi Comunali (COC); ► della Aree di Emergenza (AE).

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IL CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI (CCS)

Il Centro di Coordinamento Soccorsi (CCS) è il massimo organo di coordinamento delle attività di Protezione Civile a livello provinciale. Sarà composto dai responsabili di tutte le componenti e strutture operative presenti nel territorio provinciale. Dovrà individuare le strategie di intervento per il superamento dell’emergenza razionalizzando le risorse disponibili nella Provincia e al tempo stesso garantire il coordinamento degli interventi del governo regionale o del governo nazionale a seconda della natura dell’evento calamitoso. Manterrà stretti collegamenti con le autorità preposte all’ordine pubblico. Il Centro di Coordinamento Soccorsi (CCS) , sito in Matera c/o la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo in Piazza Vittorio Veneto, o, in caso di inagibilità della stessa a causa di evento calamitoso, presso altri idonei locali della Questura - ha caratteristiche di mobilità ed autonomia in modo da potersi dislocare, se necessario, in località diverse dalle sedi naturali. Il funzionamento è di h. 24 con turni di servizio. Il CCS è attivato dal Prefetto al verificarsi di un'emergenza o, in caso di evento prevedibile, può essere attivato durante lo stato di preallarme. Attraverso l'attivazione del CCS è possibile fornire una risposta di Protezione Civile che, così strutturata, è garanzia dell'impiego delle risorse disponibili sul territorio provinciale nella forma più razionale e consente, inoltre, l'integrazione con le risorse che vengono fatte confluire dall'esterno del territorio provinciale al fine di fornire adeguato supporto qualora se ne presentasse la necessità. AI C.C.S. spetta, in particolare, di: - raccogliere e valutare le informazioni; - preavvertire e porre in stato di allarme le Amministrazioni e gli Enti aventi compiti di intervento; - provvedere nell'ambito della provincia ai servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite, coordinando le attività svolte da tutte le Amministrazioni pubbliche, dagli Enti e dai privati; - valutare l'entità dei mezzi e del personale necessario a fronteggiare gli eventi con efficacia e tempestività, anche ai fini dei rinforzi da richiedere

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(Colonne mobili dei Vigili del Fuoco, Reparti di Pronto Intervento e di Soccorso della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri) e del concorso delle Forze Armate; - smistare agli Enti di competenza, previo giudizio sulla priorità, le richieste di intervento pervenute; - ricevere tutte le comunicazioni delle unità di soccorso per valutare, momento per momento, l'evolversi della situazione; - annotare le varie offerte di cittadini, di mezzi e materiali utili predisponendone il successivo impiego; - promuovere il rapido ripristino dei servizi essenziali. Le informazioni riguardanti i possibili scenari di evento riportate nel presente piano, opportunamente aggiornate presso la Sala Operativa Provinciale al verificarsi dell'emergenza, forniscono il supporto alla definizione della strategia di intervento. Nel CCS confluiscono i rappresentanti delle Amministrazioni dello Stato e degli Enti locali, con il compito di gestire e coordinare tutti gli interventi di Protezione Civile che interessano il territorio della Provincia. Il centro è coordinato dal Prefetto che viene supportato, anche per quanto concerne gli aspetti tecnico scientifici dell'evento, dal Presidente della Provincia. In attesa dell'attuazione di quanto previsto dalla Direttiva PCM del 27.02.2004 "Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile", il Prefetto, che agisce di concerto con il Presidente della Provincia, è il soggetto responsabile a livello provinciale della dichiarazione dei livelli di allerta e della attivazione delle diverse fasi operative, comprese le dichiarazioni di cessato allarme. Il CCS si compone dei responsabili delle strutture operative provinciali, degli enti pubblici e delle aziende private che, a vario titolo operano sul territorio della Provincia di Matera, e vengono convocati dal Prefetto in relazione alla tipologia dell'evento in corso. Del CCS oltre al Prefetto e al Presidente della Provincia fanno parte i responsabili dei seguenti Enti e Amministrazioni: - Regione Basilicata – Ufficio Protezione Civile;

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- Comune Capoluogo o Comune interessato dalla calamità; - A.R.P.A.B.; - Autorità di Bacino Regionale; - Consorzio Industriale ASI; - Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali; - Soprintendenza Regionale per il Patrimonio Storico, Artistico e Demo- etno-antropologico; - Soprintendenza Regionale per i Beni Archeologici; - Il Provveditorato alle OO.PP. per la Basilicata; I responsabili delle seguenti strutture operative provinciali e forze armate; - Vigili del Fuoco; - Polizia di Stato; - Arma dei Carabinieri; - Guardia di Finanza; - Polizia Stradale; - Corpo Forestale dello Stato; - Capitaneria di Porto; - Ufficiale rappresentante delle Forze Armate designato dal C.M.R. "Basilicata" di Potenza; I responsabili delle seguenti strutture appartenenti all'area sanitaria, veterinaria, assistenza sociale: - Azienda U.S.L.; - Croce Rossa Italiana, pubbliche assistenze, Misericordie; I responsabili delle seguenti strutture appartenenti all'area trasporti, circolazione e viabilità: - A.N.A.S.; - Ferrovie (RFI - Trenitalia - F AL); I responsabili delle seguenti appartenenti all'area servizi essenziali: - Aziende erogatrici dei servizi essenziali (Elettricità, Telefonia fissa e mobile, Gas, Acqua); - Poste Italiane S.p.a.; - Consorzi di Bonifica I responsabili delle seguenti strutture appartenenti all'area volontariato-TLC: - Associazione Radioamatori Italiani;

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- Associazioni di Volontariato e Club Alpino Italiano; A seconda della natura e della gravità dell'evento, il Prefetto potrà disporre l'integrazione della composizione del c.c.s. con altri Enti, Uffici ed Ordini Professionali. Allorchè si renda necessario coordinare molteplicità di interventi, i componenti del C.C.S. possono essere raggruppati in relazione ai seguenti obiettivi: - interventi tecnici; - approvigionamenti e rifornimenti; - sanità e veterinaria; - viabilità, collegamenti e ordine pubblico; - sgombero e sistemazione popolazioni; - rilevamenti statistici e censimenti. Di seguito vengono descritte le attività di gestione dell'emergenza svolte da ciascuno dei soggetti che fanno parte del Centro di Coordinamento Soccorsi

Il Prefetto - determina, informando il Presidente della Provincia, l'attivazione delle fasi operative; - definisce la strategia per l'attuazione dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita nell'ambito del territorio provinciale; - coordina le attività svolte da tutti gli Enti e le Amministrazioni pubbliche e private e dalle Strutture Operative Provinciali; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio funzionario presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - dispone l'attuazione, da parte delle Forze dell'Ordine, dei servizi straordinari di vigilanza e tutela richiesta dall'emergenza, coordinando le azioni a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, anche con eventuale richiesta di ulteriori contingenti di forze di Polizia; - chiede, se necessario, il concorso delle Forze Armate; - attiva, ove ritenuto opportuno in funzione della gravità della situazione, uno o più centri operativi misti (COM); - richiede, per il tramite del Centro Coordinamento Soccorsi, agli Enti pubblici ed ai privati, di mettere a disposizione i materiali, le attrezzature, le macchine, gli strumenti, gli automezzi con i relativi

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conducenti, i viveri e quant'altro occorre per soddisfare le esigenze delle zone colpite; - richiede ai Sindaci dei Comuni della provincia di provvedere, con effetto immediato, ove ciò si renda necessario, a rendere disponibili le aree e gli edifici da adibire a temporaneo ricovero delle persone, delle masserizie e del bestiame da sgombrare dalle zone colpite, nonché la sede di magazzini provvisori per accogliere materiale di soccorso e di assistenza; - garantisce il collegamento ed il costante flusso di informazioni tra il CCS, la Sala Operativa Provinciale ed il Centro Situazioni Unificato (Ce.Si.U.) del Dipartimento di Protezione Civile; - interessa i Sindaci perché vengano resi disponibili i luoghi previsti in quel territorio per l'atterraggio degli elicotteri; - dispone l'impiego degli elicotteri dei Vigili del Fuoco e richiede la disponibilità di quelli in forza alla Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Aeronautica e dell'Esercito per l'impiego in missione di ricognizione e di soccorso.

Il Presidente della Provincia - concorre alla definizione della strategia di intervento ed al coordinamento delle attività di soccorso; - provvede all'attivazione della Sala Operativa Provinciale di Protezione Civile; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza dandone comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Regione; - garantisce, attraverso la Sala Operativa Provinciale, l'aggiornamento immediato degli scenari descritti nel presente piano e la raccolta di tutte le informazioni riguardanti l'evoluzione dell'evento in corso al fine di fornire tutti gli elementi tecnico scientifici necessari alla definizione della strategia; - dispone, attraverso la Sala Operativa Provinciale, l'approntamento di un efficace servizio per la rilevazione e la raccolta dei dati e notizie sui danni, per l'accertamento della loro entità e per le successive

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comunicazioni al CCS e al Centro Situazioni Unificato del Dipartimento della Protezione Civile (Ce.Si.V.); - garantisce, attraverso la Sala Operativa Provinciale, l'effettiva disponibilità di impiego delle risorse provinciali; - attiva, attraverso la Sala Operativa Provinciale, le strutture provinciali interessate per lo sbarramento delle strade e la vigilanza dei cancelli; - predispone, attraverso la Sala Operativa Provinciale, l'invio di squadre di tecnici provinciali presso le zone colpite al fine di garantire il rilievo del danno ed il supporto presso i centri operativi attivati; - dispone, attraverso la Sala Operativa Provinciale, l'immediata utilizzazione delle scuole della Provincia da adibire al temporaneo ricovero di persone, informandone le autorità scolastiche; - coordina, attraverso la Sala Operativa Provinciale, l'utilizzo delle aree di ammassamento provinciali e cura l'immediata attivazione delle aree e delle strutture da adibire a ricovero della popolazione; - garantisce il collegamento ed il costante flusso di informazioni tra la Sala Operativa Provinciale, il CCS ed il Ce. Si. V. del Dipartimento della Protezione Civile.

Il Presidente della Regione Basilicata - garantisce la propria presenza o quella di un funzionario delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio funzionario presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - provvede all'attivazione delle Associazioni di Volontariato; - garantisce la presenza di propri funzionari presso le sedi dei COM attivati sul territorio; - predispone l'invio di squadre di tecnici regionali presso le zone colpite al fine di garantire il rilievo del danno ed il supporto presso i centri operativi attivati; - coordina l'impiego dei volontari sul territorio; - provvede all'attivazione delle strutture regionali deputate al monitoraggio ed al controllo del territorio.

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Il Provveditore Regionale alle Opere Pubbliche della Basilicata - Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - garantisce la sua presenza o quella di un funzionario da lui delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio funzionario presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - attiva quanto previsto dalla proprie procedure per la verifica dei danni ed i primi interventi urgenti sul patrimonio edilizio di propria competenza dandone comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia;

Il Soprintendente Regionale per i Beni e le Attività Culturali - Ministero per i Beni e per le Attività Culturali - garantisce la propria presenza o quella di un funzionario delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio funzionario presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - attiva quanto previsto dalla proprie procedure per la verifica dei danni ed i primi interventi urgenti per la tutela dei beni di propria competenza dandone comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia;

Il Soprintendente Regionale per il Patrimonio Storico. Artistico e Demoetnoantronologico - Ministero per i Beni e per le Attività Culturali - garantisce la propria presenza o quella di un funzionario delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio funzionario presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - attiva quanto previsto dalla proprie procedure per la verifica dei danni ed i primi interventi urgenti per la tutela dei beni di propria competenza dandone comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia;

Il Sonrintendente Regionale per i Beni Archeologici - Ministero per i Beni e per le Attività Culturali - garantisce la propria presenza o quella di un funzionario delegato presso la sede del CCS;

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- garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio funzionario presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - attiva quanto previsto dalla proprie procedure per la verifica dei danni ed i primi interventi urgenti per la tutela dei beni di propria competenza dandone comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia;

Il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Alla Sala Operativa del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco affluiscono, in prima battuta, le segnalazioni degli eventi calamitosi. Il Comandante Provinciale, appena ricevuta la segnalazione, dopo aver valutato il prevedibile impatto dell'evento su persone e cose, procede a: - garantire la propria presenza o quella di un funzionario delegato presso la sede del CCS; - garantire, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - garantire la presenza di propri delegati presso le sedi dei COM attivati; - disporre i primi interventi di soccorso di competenza dandone comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dare immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia delle proporzioni e dell'entità dell'evento; - predisporre l'attivazione delle proprie risorse e l'invio in loco di materiali, uomini e mezzi sulla base di quanto stabilito in sede di CCS; - garantire il costante flusso delle informazioni tra la propria sala operativa e la Sala Operativa Provinciale; - assumere la direzione tecnica delle operazioni di soccorso; - assicurare il costante collegamento via radio tra il CCS, la Sala Operativa Provinciale, la propria sala operativa e le squadre operanti nell'area interessata; - informare immediatamente il Ministero dell'Interno - Dipartimento Vigili del Fuoco, nonché il Dipartimento della Protezione Civile; - attuare quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Questore

Piano Provinciale di Emergenza 339

- garantisce la propria presenza o quella di un funzionario delegato presso la sede del CCS; - garantisce la presenza di propri delegati presso le sedi dei COM attivati; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza ed a tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico, dandone comunicazione al Prefetto; - predispone l'invio in loco del personale necessario ad assicurare il mantenimento della sicurezza pubblica nella fase dei primi soccorsi; - garantisce il costante collegamento via radio tra il CCS, la propria sala operative e le squadre in loco; - coordina i collegamenti con l'area colpita, anche con l'ausilio della Polizia Stradale e del Comando Provinciale dei Carabinieri; - attua quanto previsto dalle proprie procedure.

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri - allerta tutte le Compagnie delle zone interessate dall' evento; - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - dispone i primi interventi di soccorso e tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, dandone comunicazione al Prefetto ed al Questore; - predispone l'invio in loco di squadre di pronto intervento per il mantenimento della sicurezza pubblica nella fase dei primi soccorsi; - garantisce la presenza di propri delegati presso le sedi dei COM attivati; - organizza e realizza il collegamento tra le squadre operanti nella zona colpita, la sala operativa del Comando Provinciale ed il CCS; - assicura i collegamenti con l'area colpita; - attua quanto previsto dalle proprie procedure.

Il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce la presenza di propri delegati presso le sedi dei COM attivati; - dispone i primi interventi di soccorso e tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, dandone comunicazione al Prefetto ed al Questore;

Piano Provinciale di Emergenza 340

- predispone l'invio in loco di personale per collaborare con le altre Forze di Polizia al servizio di sicurezza ed ordine pubblico; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Comandante della Sezione della Polizia Stradale - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce la presenza di propri delegati presso le sedi dei COM attivati; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza dandone comunicazione al Prefetto; - predispone l'invio in loco di pattuglie che provvederanno ad assicurare il regolare svolgimento del traffico da e per la zona disastrata per consentire, in primo luogo, il tempestivo afflusso delle squadre e dei mezzi di soccorso; - predispone l'invio di pattuglie nelle Aree di Ammassamento Temporaneo al fine di garantire lo smistamento ed il coordinamento delle colonne mobili di soccorso in arrivo; - collabora con i Vigili del Fuoco e le Forze dell'Ordine per assicurare i collegamenti radio tra la zona colpita, la sede del CCS e la sede della Sala Operativa Provinciale; - assicura pattuglie di scorta alle colonne mobili dei Vigili del Fuoco e agli altri reparti di soccorso pubblico provenienti da altre Province; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Coordinatore Provinciale Corpo Forestale dello Stato - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - garantisce la presenza di propri delegati presso le sedi dei COM attivati; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza dandone comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia;

Piano Provinciale di Emergenza 341

- predispone per l'invio in loco di personale per collaborare con le altre Forze di Polizia al servizio di sicurezza ed ordine pubblico; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Comandante della Regione Militare Basilicata - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - predispone l'attivazione delle proprie risorse e l'invio in loco di materiali, uomini e mezzi sulla base di quanto stabilito in sede di CCS; - assicura il supporto necessario qualora si presenti la esigenza di effettuare trasporti per lo sgombero di persone e l'afflusso di materiali e viveri, la predisposizione di aree per il ricovero della popolazione, adottando tutti i provvedimenti necessari.

Il Comandante della Capitaneria di Porto - garantisce la propria presenza o quella di un funzionario delegato presso la sede del CCS; - assume la direzione ed il coordinamento degli interventi di soccorso in caso di eventi calamitosi in mare o nell'ambito portuale, avvalendosi del proprio personale e dei propri mezzi, secondo la pianificazione esistente; - assicura il supporto necessario qualora si presenti la esigenza di effettuare trasporti via mare per lo sgombero di persone e l'afflusso di materiali e viveri, adottando tutti i provvedimenti necessari a facilitare i trasporti di emergenza via mare; - attua quanto previsto dal proprio piano di emergenza in materia di inquinamento marino; - attiva quanto previsto dalla proprie procedure per la verifica dei danni ed i primi interventi urgenti per la tutela dei beni di propria competenza dandone comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia.

Il Rappresentante provinciale Croce Rossa Italiana - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS;

Piano Provinciale di Emergenza 342

- assicura il flusso delle comunicazioni tra la propria Sala Operativa ed il CCS; - assicura, mediante l'impiego di uomini, materiali e mezzi, il supporto in loco alle attività di assistenza medico-sanitaria alla popolazione colpita.

Il Rappresentante Organizzazioni di Volontariato - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - garantisce la presenza di volontari presso le sedi dei COM e dei COC attivati sul territorio; - dispone, d'intesa con il rappresentante della Regione, per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, di squadre di volontari per il supporto alle attività di soccorso che si svolgono nella zona colpita; - assicura la presenza di personale volontario presso le postazioni radio dei diversi centri operativi attivati (ARI e altra associazione presente in loco).

Il Direttore Generale dell'Azienda U.S.L. interessata - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - assume la direzione del coordinamento dell'assistenza sanitaria e veterinaria e dell'attuazione delle misure di igiene e profilassi relative all' evento; - predispone l'invio in loco delle unità sanitarie per l'assistenza ed il soccorso sulla base di quanto stabilito in sede di CCS; - cura l'invio del materiale sanitario per interventi d'emergenza; - detta gli opportuni indirizzi per l'approntamento di eventuali Presidi Medici Avanzati (PMA); - allerta e coordina i presidi ospedalieri qualora si preveda un numero di feriti elevato; - coordina l'attività di ospedalizzazione di malati con patologie particolari;

Piano Provinciale di Emergenza 343

- attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Direttore zonale Prevenzione Ambiente Basilicata - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - attiva il proprio servizio per seguire l'evoluzione del fenomeno attraverso gli strumenti di monitoraggio e presidio del territorio; - garantisce il costante collegamento e lo scambio di dati ed informazioni sull'evento in corso tra il proprio centro e la Sala Operativa Provinciale; - stima le aree interessate dall'evento; - coordina l'invio del personale tecnico e di unità specializzate ed attrezzate per accertare eventuali episodi di inquinamento dell'ambiente, del suolo e delle acque; - fornisce tutti gli elementi necessari a valutare se gli inquinamenti ambientali possano comportare rischi sanitari per la popolazione; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Segretario Generale Autorità di Bacino di Basilicata - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - attiva la propria struttura al fine di fornire tutte le informazioni tecnico- scientifiche relative all'evento in corso provenienti dalle proprie reti di monitoraggio.

Il Presidente Azienda di Sviluppo Industriale (A.S.I.) - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - attiva quanto previsto dalle proprie procedure in caso di rischio industriale, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia;

Piano Provinciale di Emergenza 344

- garantisce il supporto necessario per gi aspetti connessi alle industrie presenti sul territorio a rischio e/o colpito dall'evento;

Il Responsabile Trasporto Ferroviario RFI-Trenitalia-FAL - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dispone per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, di tecnici e squadre specializzate in loco, per l'accertamento dei danni e per il ripristino degli impianti e delle infrastrutture di propria competenza; - assicura il collegamento ed il flusso delle informazioni tra il CCS, le proprie sale operative e le squadre operanti in loco; - coordina le attività di assistenza all'utenza ed eventuale trasporto alternativo; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Responsabile E.N.E.L. - TERNA - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dispone per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, di tecnici e squadre specializzate in loco, per l'accertamento dei danni e per il ripristino degli impianti e delle infrastrutture di propria competenza; - assicura il collegamento ed il flusso delle informazioni tra il CCS, le proprie sale operative e le squadre operanti in loco; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Responsabile TELECOM Italia e Gestori della Telefonia Mobile - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS;

Piano Provinciale di Emergenza 345

- dispone i primi interventi di soccorso di competenza, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dispone per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, di tecnici e squadre specializzate in loco, per l'accertamento dei danni e per il ripristino degli impianti ed infrastrutture di propria competenza; - assicura il collegamento ed il flusso delle informazioni tra il CCS, le proprie sale operative e le squadre operanti in loco; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Responsabile della rete di distribuzione GAS - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dispone per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, di tecnici e squadre specializzate in loco, per l'accertamento dei danni e per il ripristino degli impianti ed infrastrutture di propria competenza; - assicura il collegamento ed il flusso delle informazioni tra il CCS, le proprie sale operative e le squadre operanti in loco; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Direttore Tecnico di ACOUEDOTTO LUCANO S.p.A. - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dispone per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, di tecnici e squadre specializzate in loco, per l'accertamento dei danni e per il ripristino degli impianti ed infrastrutture di propria competenza;

Piano Provinciale di Emergenza 346

- assicura il collegamento ed il flusso delle informazioni tra il CCS, le proprie sale operative e le squadre operanti in loco; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Direttore Generale di ACQUA S.p.A. - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dispone per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, di tecnici e squadre specializzate in loco, per l'accertamento dei danni e per il ripristino degli impianti ed infrastrutture di propria competenza; - assicura il collegamento ed il flusso delle informazioni tra il CCS, le proprie sale operative e le squadre operanti in loco; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Presidente del Consorzio di Bonifica - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dispone per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, di tecnici e squadre specializzate in loco, per l'accertamento dei danni e per il ripristino degli impianti ed infrastrutture di propria competenza; - assicura il collegamento ed il flusso delle informazioni tra il CCS, le proprie sale operative e le squadre operanti in loco; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Direttore compartimentale dell' ANAS

Piano Provinciale di Emergenza 347

- garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce, laddove richiesto, la presenza di un proprio delegato presso la sede della Sala Operativa Provinciale; - dispone i primi interventi di soccorso di competenza, dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Provincia; - dispone per l'invio immediato, secondo quanto stabilito in sede di CCS, sulle strade di competenza esistenti nella zona colpita di tecnici e squadre di operai per l'accertamento dello stato di sicurezza dei ponti delle strade e degli altri manufatti; - adotta tutti i provvedimenti di urgenza necessari, sia per la sicurezza della circolazione sia per il ripristino della viabilità; - assicura il collegamento ed il flusso delle informazioni tra il CCS, le proprie sale operative e le squadre operanti in loco; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Il Direttore Compartimentale di Poste Italiane SpA - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - assicura, mediante l'attivazione delle proprie strutture periferiche, la continuità del servizio nelle aree colpite dall'evento calamitoso; - attua quanto altro previsto dalle proprie procedure.

Presidente Associazione Radioamatori Italiani AR.I. . - garantisce la propria presenza o quella di un delegato presso la sede del CCS; - garantisce la presenza di un proprio rappresentante presso la Sala Operativa Provinciale; - assicura il collegamento radio, attraverso l'impiego di proprio personale e di propri mezzi, tra i tutti i Centri Operativi (CCS, SOP e COM), le Aree di Emergenza attivate ed i Centri Operativi Comunali attivati.

Piano Provinciale di Emergenza 348

LA SALA OPERATIVA PROVINCIALE (SOP)

La Sala Operativa Provinciale, sita in Matera, c/o la sede dell’Amministrazione Provinciale, si compone di: ƒ una Unità di Crisi (Normale/Allargata); ƒ una Unità Tecnico-Scientifica. La Sala Operativa Provinciale rappresenta lo strumento a servizio dell'Ente Provincia per il coordinamento operativo delle attività di soccorso e l'impiego di risorse provinciali intese in termini di uomini, materiali e mezzi da dislocare sul territorio colpito dall'evento. Attraverso la Sala Operativa Provinciale vengono impiegate le risorse, in termini di materiali uomini mezzi, a disposizione della Provincia al fine di contribuire all'attuazione di quanto stabilito in sede di CCS, costituito presso la Prefettura, nel quale viene definita la strategia generale dell'intervento. La SOP inoltre segue l'evento dal punto di vista tecnico scientifico raccogliendo i dati provenienti dalle reti di monitoraggio, elaborando le informazioni relative all'evento provenienti dal territorio e fornendo una sintesi, anche su supporto cartografico, utile alla gestione dell' emergenza. Essa, infatti, opera in stretto raccordo con il CCS ed è in costante collegamento con le altre sale operative degli enti pubblici e privati e della strutture operative provinciali. Il suo funzionamento in ordinario viene assicurato dal personale appartenente all'Ufficio Protezione Civile della Provincia; in caso di emergenza il funzionamento è garantito h 24. Tutti gli aspetti legati alla raccolta dati riguardanti la popolazione coinvolta ed il territorio interessato, il censimento dei danni e la popolazione assistita, le attività poste in essere dalla macchina dei soccorsi provinciale, vengono collezionati all'interno della Sala Operativa Provinciale che provvede anche a redigere la cartografia relativa alle zone interessate dall'evento e quella contenente tutti i tematismi utili a fornire supporto alle decisioni per una corretta gestione dell'emergenza. In funzione della tipologia dell'evento e delle esigenze organizzative richieste, la SOP potrà anche essere organizzata in base alle 14 funzioni di supporto previste dal Metodo Augustus, previa individuazione dei rappresentanti di ciascuna funzione.

Piano Provinciale di Emergenza 349

Con l’attivazione delle funzioni di supporto tramite i loro singoli responsabili, si raggiungono due distinti obbiettivi: • Si individuano a priori i responsabili delle singole funzioni da impiegare in emergenza e in tempo di pace; • Si garantisce il continuo aggiornamento del piano di emergenza con attività degli stessi responsabili. I responsabili delle 14 funzioni di supporto avranno quindi la possibilità di tenere sempre efficiente il piano di emergenza.

Le 14 funzioni sono così configurate:

1 - TECNICA E DI PIANIFICAZIONE Questa funzione comprende i Gruppi Nazionali di ricerca ed i Servizi Tecnici nazionali e locali. Il referente sarà il rappresentante del Servizio Tecnico del comune o del Genio Civile o del Servizio Tecnico Nazionale, prescelto già in fase di pianificazione; dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche per l’interpretazione fisica del fenomeno e dei dati relativi alle reti di monitoraggio.

2 - SANITÀ’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA Saranno presenti i responsabili del Servizio Sanitario locale, la C.R.I., le Organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario. In linea di massima il referente sarà il rappresentante del Servizio Sanitario Locale.

3 - MASS-MEDIA ED INFORMAZIONE Il responsabile di tale funzione, durante la fase di emergenza agirà in stretto contatto con la Prefettura, la quale provvederà a stabilire il programma e le modalità degli incontri con i giornalisti, nonché il contenuto delle informazioni da divulgare. Per quanto concerne l’informazione al pubblico sarà cura dell’addetto stampa, coordinandosi con il Prefetto o suo delegato, procedere alla divulgazione della notizia per mezzo dei mass-media secondo le modalità concordate.

Piano Provinciale di Emergenza 350

Scopi principali sono: • informare e sensibilizzare la popolazione; • far conoscere le attività; • realizzare spot, creare annunci, fare comunicati; • organizzare tavole rotonde e conferenze stampa Tale funzione, in ordinario, svolgerà compiti di informazione alle popolazione riguardo i rischi ai quali è esposta, di divulgazione delle notizie relative alla pianificazione d’emergenza svolte e ai comportamenti da assumenre in caso di emergenza.

4 – VOLONTARIATO I compiti delle Organizzazioni di volontariato, in emergenza, vengono individuati nei piani di protezione civile in relazione alla tipologia del rischio da affrontare, alla natura ed alla specificità delle attività esplicate dalle Organizzazioni e dai mezzi a loro disposizione. Pertanto, in Sala Operativa, prenderà posto il coordinatore indicato nel piano di protezione civile che avrà il compito di mantenere i rapporti con la consulta provinciale per il volontariato. Il coordinatore provvederà, in «tempo di pace», ad organizzare esercitazioni congiunte con altre forze preposte all’emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle suddette organizzazioni.

5 - MATERIALI E MEZZI La funzione di supporto in questione è essenziale e primaria per fronteggiare una emergenza di qualunque tipo. Questa funzione censisce i materiali ed i mezzi in dotazione alle amministrazioni; sono censimenti che debbono essere aggiornati costantemente per passare così dalla concezione del “censimento” delle risorse alla concezione di “disponibilità” delle risorse. Si tratta di avere un quadro delle risorse suddivise per aree di stoccaggio. Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell’area dell’intervento.

Piano Provinciale di Emergenza 351

Alla gestione di tale funzione concorrono i materiali e mezzi comunque disponibili. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il coordinatore rivolgerà richiesta a livello centrale.

6 - TRASPORTO, CIRCOLAZIONE E VIABILITA’ La funzione riguardante il trasporto è strettamente collegata alla movimentazione dei materiali, al trasferimento dei mezzi, ad ottimizzare i flussi lungo le vie di fuga ed al funzionamento dei cancelli di accesso per regolare il flusso dei soccorritori. Questa funzione di supporto deve necessariamente operare a stretto contatto con il responsabile della funzione 10, “Strutture Operative”. Per quanto concerne la parte relativa all’attività di circolazione e viabilità il coordinatore è normalmente il rappresentante della Polizia stradale o suo sostituto; concorrono per questa attività, oltre alla Polizia Stradale, i Carabinieri ed i Vigili Urbani: i primi due per il duplice aspetto di Polizia giudiziaria e di tutori della legge e gli altri per l’indiscussa idoneità nella gestione della funzione in una emergenza a carattere locale. Si dovranno prevedere esercitazioni congiunte tra le varie forze al fine di verificare ed ottimizzare l’esatto andamento dei flussi lungo le varie direttrici.

7 – TELECOMUNICAZIONI Questa funzione dovrà, di concerto con il responsabile territoriale delle aziende di telecomunicazioni, con il responsabile provinciale P.T. con il rappresentante dell’associazione di radioamatori presente sul territorio, organizzare una rete di telecomunicazione alternativa affidabile anche in caso di evento di notevole gravità. Il responsabile di questa funzione è normalmente un esperto di telecomunicazioni.

8 - SERVIZI ESSENZIALI In questa funzione prenderanno parte i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio coinvolto.

Piano Provinciale di Emergenza 352

Mediante i Compartimenti Territoriali e le corrispondenti sale operative nazionali o regionali deve essere mantenuta costantemente aggiornata la situazione circa l’efficienza e gli interventi sulla rete. L’utilizzazione del personale addetto al ripristino delle linee e/o delle utenze è comunque coordinata dal rappresentante dell’Ente di gestione presente nella funzione.

9 - CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE L’effettuazione del censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell’evento calamitoso per determinare sulla base dei risultati riassunti in schede riepilogative gli interventi d’emergenza. Il responsabile della suddetta funzione, al verificarsi dell’evento calamitoso, dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a: • persone • edifici pubblici • edifici privati • impianti industriali • servizi essenziali • attività produttive • opere di interesse culturale • infrastrutture pubbliche • agricoltura e zootecnia Per il censimento di quanto descritto il coordinatore di questa funzione si avvarrà di funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune o del Genio Civile e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. E’ ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti.

10 - STRUTTURE OPERATIVE S.a.R. Il responsabile della suddetta funzione, dovrà coordinare le varie strutture operative presenti presso il CCS e i COM: • Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Piano Provinciale di Emergenza 353

• Forze Armate • Forze dell’Ordine • Corpo Forestale dello Stato • Servizi Tecnici Nazionali • Gruppi Nazionali di Ricerca Scientifica • Croce Rossa Italiana • Strutture del Servizio sanitario nazionale • Organizzazioni di volontariato • Corpo Nazionale di soccorso alpino

11 - ENTI LOCALI In relazione all’evento il responsabile della funzione dovrà essere in possesso della documentazione riguardante tutti i referenti di ciascun Ente ed Amministrazioni della zona interessata all’evento. Si dovranno anche organizzare gemellaggi fra le Amministrazioni comunali colpite, le “municipalizzate” dei comuni o delle regioni che portano soccorso per il ripristino immediato dei servizi essenziali (riattivazione delle discariche, acquedotto, scuole, servizi vari etc.).

12 - MATERIALI PERICOLOSI Lo stoccaggio di materiali pericolosi, il censimento delle industrie soggette a notifica e a dichiarazione o altre attività pericolose che possono innescare ulteriori danni alla popolazione dopo un evento distruttivo di varia natura, saranno preventivamente censite e per ognuno studiato il potenziale pericolo che può provocare alla popolazione.

13 - ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Per fronteggiare le esigenze della popolazione che a seguito dell’evento calamitoso risultano senza tetto o soggette ad altre difficoltà, si dovranno organizzare in loco delle aree attrezzate per fornire i servizi necessari. Dovrà presiedere questa funzione un funzionario dell’Ente amministrativo locale in possesso di conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi etc.) ed

Piano Provinciale di Emergenza 354 alla ricerca e utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come aree di ricovero della popolazione. Per quanto concerne l’aspetto alimentare si dovrà garantire un costante flusso di derrate alimentari, il loro stoccaggio e la distribuzione alla popolazione assistita. Si dovranno anche censire a livello nazionale e locale le varie aziende di produzione e/o distribuzione alimentare.

14 - COORDINAMENTO CENTRI OPERATIVI Il coordinatore della Sala Operativa che gestisce le 14 funzioni di supporto, sarà anche responsabile di questa funzione in quanto dovrà conoscere le operatività degli altri centri operativi dislocati sul territorio al fine di garantire nell’area dell’emergenza il massimo coordinamento delle operazioni di soccorso razionalizzando risorse di uomini e materiali.

Potrebbe essere opportuno garantire il funzionamento in ordinario delle funzioni (1), (3), (5+6) e (7).

L'Unità di Crisi è composta essenzialmente dai Dirigenti della Provincia che, in considerazione degli specifici compiti e responsabilità, contribuiscono all'attuazione degli interventi di soccorso sul territorio provinciale coordinando l'impiego delle risorse dell'Ente e garantendone l'immediata disponibilità. L'Unità di Crisi potrà essere allargata, laddove richiesto, alle Strutture Operative Provinciali ed ad altri Enti / Amministrazioni pubbliche e/o private direttamente coinvolti nel Sistema di protezione civile provinciale, al fine di poter operare il necessario coordinamento atto a garantire la completezza dell'intervento di soccorso ed il più ampio supporto ai Sindaci dei comuni colpiti. Qualora, infine, per le condizioni dettate dall'evento calamitoso in atto o previsto, il Prefetto decidesse di attivare il CCS presso la Sala Operativa Provinciale, la Unità di Crisi è conseguentemente allargata a tutti i componenti facenti parte del CCS. L'Unità di Crisi garantisce lo svolgimento delle seguenti attività:

Piano Provinciale di Emergenza 355

- predispone le squadre di tecnici per effettuare la ricognizione nei comuni colpiti e rilevare in loco eventuali danni o disagi per la popolazione, di intesa con eventuali squadre di tecnici regionali; - avvia la verifica dello stato dell'arte post-evento delle vie di comunicazione e dell'edilizia scolastica di competenza della Provincia; - contatta le sale operative delle società erogatrici dei servizi essenziali per avere informazioni a riguardo di eventuali interruzioni alle erogazioni; - elabora la cartografia tematica che rappresenti gli elementi essenziali delle attività di soccorso in corso di svolgimento; - garantisce supporto ai Sindaci per fornire l'assistenza necessaria alla popolazione colpita. Il tavolo di coordinamento dell'impiego delle risorse dell'Ente Provincia viene dunque istituito all'interno della suddetta Sala Operativa ed a ciascun Dirigente vengono assegnate delle specifiche attività che riguardano la propria sfera di interesse nell'ambito della Provincia. In particolare:

Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia: - attiva, su richiesta / delega del Presidente della Provincia o di propria iniziativa dandone comunicazione allo stesso, la Sala Operativa Provinciale; - definisce, sulla base della tipologia dell'evento, la composizione dell'Unità di Crisi (Normale/Allargata) e/o dell'Unità Tecnico-Scientifica e ne provvede a convocare i soggetti che le compongono; - coordina l'Unità di Crisi; - coordina l'Unità di Tecnico-Scientifica; - provvede ad aggiornare costantemente il Presidente della Provincia ed il Direttore Generale fornendo tutte le informazioni di carattere tecnico- scientifico utili alla definizione della strategia d'intervento; - richiede, la partecipazione, presso la Sala Operativa Provinciale, di un rappresentante di una o più Strutture Operative Provinciali e/o degli altri Enti/Amministrazioni pubbliche/private direttamente coinvolti nel Sistema di protezione civile provinciale, procedendo all'attivazione dell'Unità di Crisi Allargata;

Piano Provinciale di Emergenza 356

- assicura il supporto alle decisioni del CCS, se attivato, attraverso la condivisione delle informazioni in proprio possesso relative all'evento in corso; - garantisce il flusso costante delle informazioni tra la Sala Operativa Provinciale, le sale delle altre Strutture Operative, il CCS, i COM attivati sul territorio ed i Comuni dell'area interessata dall'evento; - garantisce l'attivazione della propria struttura per gli interventi di messa in sicurezza in caso di evento previsto, ovvero i primi interventi di propria competenza nel caso di evento in corso, sul patrimonio edilizio di propria competenza; - raccoglie tutte le informazioni riguardanti gli immobili ed il patrimonio dell'Ente, presenti sul territorio interessato, in termini di caratteristiche di vulnerabilità, funzionalità ed utilizzo delle stesse al verificarsi dell'evento; - coordina le attività finalizzate alla ricognizione post evento del patrimonio appartenente all'Ente; - garantisce l'immediata disponibilità delle strutture di propria competenza alla macchina dei soccorsi; - garantisce l'attivazione della propria struttura per gli interventi di messa in sicurezza in caso di evento previsto, ovvero i primi interventi di propria competenza nel caso di evento in corso, sul patrimonio edilizio scolastico di propria competenza; - raccoglie tutte le informazioni riguardanti le strutture scolastiche dell'Ente, presenti sul territorio interessato, in termini di caratteristiche di vulnerabilità, funzionalità ed utilizzo delle stesse al verificarsi dell'evento; - coordina le attività di monitoraggio dell'edilizia scolastica operata da tecnici delle amministrazioni comunali, della Provincia e della Regione, - garantisce l'immediata disponibilità delle strutture scolastiche dell'Ente alla macchina dei soccorsi.

Il Dirigente dell'Area Viabilità: - garantisce l'attivazione della propria struttura per gli interventi di messa in sicurezza in caso di evento previsto, ovvero i primi interventi di propria competenza nel caso di evento in corso, sulla viabilità provinciale;

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- garantisce le azioni di ripristino della viabilità provinciale post evento attraverso il coordinamento delle proprie strutture; - promuove e coordina la definizione di un piano di viabilità alternativa in collaborazione con le strutture operative provinciali e gli enti pubblici e privati di settore (ANAS), finalizzato a consentire l'afflusso dei soccorritori verso l'area colpita ed il trasferimento della popolazione coinvolta presso le strutture ospedaliere o di ricovero indicate; - raccoglie tutte le informazioni riguardanti lo stato dell'arte della viabilità nelle zone interessate dall'evento; - fornisce tutte le informazioni in proprio possesso riguardanti l'analisi di vulnerabilità delle infrastrutture viarie nella zona interessata e delle strutture da adibire e centri operativi.

Il Dirigente dell'Area Affari Generali: - fornisce il supporto alla Unità di Crisi relativo alla definizione di tutti gli atti amministrativi e legali connessi alla gestione dell'emergenza; - fornisce il supporto, alle amministrazioni comunali ed ai COM, relativo alla definizione di tutti gli atti amministrativi connessi alla gestione dell'emergenza.

Il Dirigente dell'Area Programmazione Bilancio e Controllo: - coordina l'impiego delle risorse economiche dell'Ente Provincia per fronteggiare le esigenze derivanti dalla gestione dell'emergenza.

Il Comandante della Polizia Provinciale: - coordina gli interventi e l'impiego delle proprie squadre sulla base di quanto stabilito dall'Unità di Crisi ed in collaborazione con le altre Strutture Operative Provinciali; - garantisce il collegamento tra la Sala Operativa Provinciale, i Distretti e le squadre di Polizia Provinciale operanti in loco.

L'Addetto stampa. Mass-media e Informazione Il responsabile di tale funzione, durante la fase di emergenza agirà in stretto contatto con la Prefettura, la quale provvederà a stabilire il programma e le

Piano Provinciale di Emergenza 358 modalità degli incontri con i giornalisti, nonché il contenuto delle informazioni da divulgare. Per quanto concerne l’informazione al pubblico sarà cura dell’addetto stampa, coordinandosi con il Prefetto o suo delegato, procedere alla divulgazione della notizia per mezzo dei mass-media secondo le modalità concordate.

L'Unità di Crisi segue le operazioni di soccorso e di assistenza direttamente attraverso la dislocazione sul territorio di squadre di tecnici che saranno immediatamente presenti sul territorio o nei Centri Operativi Misti, se attivati, al fine di fornire il necessario contributo nell'ambito delle funzioni di supporto che verranno loro assegnate. L'Unità Tecnico Scientifica è attivata allo scopo di monitorare l'evento in corso e disporre gli interventi sul territorio finalizzati all'acquisizione di tutti gli elementi necessari a conoscere le possibili evoluzioni del fenomeno e fornire il supporto necessario alla definizione della strategia di risposta, è composta da: - Esperto/i per il Rischio Sismico; - Esperto/i per il Rischio Idrogeologico; - Esperto/i per gli altri Rischi Territoriali; - Esperto di Cartografia; - Referente Agenzia Regionale Protezione Ambiente di Basilicata; - Referente Acquedotto Lucano SpA; - Referente Registro Italiano Dighe; - Referente ACQUA SpA. Nell'Unità Tecnico Scientifica confluiscono inoltre, sulla base della tipologia dell'evento, rappresentanti degli Enti e delle Amministrazioni pubbliche e private che gestiscono reti di monitoraggio sul territorio provinciale nonché esperti degli Enti di Ricerca, dell'Università, del SSN, dell'INGV, del DPC. L'Unità Tecnico Scientifica garantisce lo svolgimento delle seguenti attività: - provvede all'acquisizione, presso la Sala Operativa Provinciale, dei dati provenienti dalle reti di monitoraggio; - aggiorna gli scenari riportati nel presente Piano o ne definisce di nuovi sulla base delle informazioni provenienti dal territorio colpito; - fornisce le informazioni utili all'unità di crisi derivanti dall'analisi dei dati rilevati dalle reti di monitoraggio.

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L'Unità Tecnico Scientifica viene attivata e coordinata dal Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, sulla base delle specifiche caratteristiche dell'evento. L'Unità Tecnico-Scientifica utilizza, tra i supporti informatizzati, anche il SIT degli Elementi Esposti al Rischio. Di seguito vengono descritte le attività di gestione dell'emergenza svolte da ciascuno dei soggetti che fanno parte dell'Unità Tecnico Scientifica.

Esperto per il rischio sismico - garantisce il collegamento con gli Enti gestori delle reti di monitoraggio sismico; - raccoglie ogni utile informazione relativa all'evento calamitoso fornendone una sintesi, anche su base cartografica all'Unità di Crisi; - contatta i tecnici locali per avere le prime informazioni relative ai danni, anche avvalendosi delle Banche Dati presso gli Ordini professionali; - contatta le squadre di tecnici già presenti sul territorio al fine di raccogliere utili informazioni relative al censimento dei danni; - aggiorna costantemente lo scenario di danno informando l'Unità di Crisi.

Esperto per il rischio idrogeologico - elabora, in caso condizioni meteorologiche avverse, le informazioni provenienti dai modelli meteorologici previsionali attraverso la collaborazione dell'A.R.P.A.B e/o del Centro Funzionale Regionale fornendo ogni utile informazione all'Unità di Crisi, se attivata, o al Dirigente dell'Unità di Direzione Pianificazione ed Ambiente; - garantisce il collegamento con gli Enti gestori delle reti di monitoraggio idrogeologico; - raccoglie ogni utile informazione relativa all'evento calamitoso fornendone una sintesi, anche su base cartografica all'Unità di Crisi; - contatta i tecnici locali per avere le prime informazioni relative ai danni, anche avvalendosi delle banche dati presso gli Ordini professionali; - contatta le squadre di tecnici già presenti sul territorio al fine di raccogliere utili informazioni relative al censimento dei danni; - aggiorna costantemente lo scenario di danno informando l'Unità di Crisi.

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Esperto/per gli altri rischi - elabora, le informazioni sul rischio considerato, anche provenienti dal territorio coinvolto nell'evento, fornendo ogni utile informazione all'Unità di Crisi, se attivata, o al Dirigente dell'Unità di Direzione Pianificazione ed Ambiente; - garantisce il collegamento con gli Enti gestori delle reti di monitoraggio del territorio; - raccoglie ogni utile informazione relativa all'incidente o all'evento calamitoso fornendone una sintesi, anche su base cartografica all'Unità di Crisi; - contatta i tecnici locali per avere le prime informazioni relative ai danni, anche avvalendosi delle banche dati presso gli Ordini professionali; - contatta le strutture Sanitarie e/o di monitoraggio ambientale al fine di avere utili indicazioni sulla gestione dell'evento che coinvolga anche tali aspetti; - aggiorna costantemente lo scenario di danno informando l'Unità di Crisi.

Esperto di cartografia. - fornisce informazioni sulla cartografia del territorio provinciale, alle diverse scale, e sui suoi aggiornamenti al fine di permettere all'Amministrazione Provinciale di provvedere alla disponibilità presso la Sala Operativa Provinciale; - assicura l'implementazione e la gestione della cartografia numerica all'interno del S.I.T. provinciale, anche provvedendo alla digitalizzazione delle carte su supporto cartaceo; - redige la cartografia tematica contenente le informazioni relative alle caratteristiche dell'evento, agli scenari di danno ed a tutte le attività di soccorso poste in essere dalla macchina dei soccorsi, attraverso l'utilizzo del S.I.T. provinciale, del S.I.T. di Monitoraggio degli Elementi Esposti al Rischio sul Territorio e del Data Base delle risorse presenti sul territorio; - provvede all'aggiornamento della cartografia allegata al presente piano.

Funzionario Autorità di Bacino di Basilicata

Piano Provinciale di Emergenza 361

- esegue un raffronto tra l'evento in corso e quanto previsto dal Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico, - assicura il collegamento con le reti di monitoraggio di propria pertinenza, ove esistenti; - collabora all'analisi tecnico-scientifica dell'evento in corso.

Funzionario zonale Protezione Ambiente di Basilicata - assicura il collegamento con la propria struttura, garantendo che le analisi scientifiche dell'evento siano messe a disposizione della Sala Operativa Provinciale; - supporta l'esperto del rischio idrogeologico nell'analisi dei modelli di previsione meteorologici; - garantisce la disponibilità dei dati provenienti dalle proprie reti di monitoraggio.

Funzionario Acquedotto Lucano S.p.A. - contribuisce all'aggiornamento dello scenario in relazione allo stato dell'arte delle infrastrutture dei servizi acquedottistici tramite il collegamento con la propria struttura; - fornisce ogni informazione relativa ad eventuali interventi tecnici urgenti di ripristino delle reti attuati dalla propria struttura immediatamente dopo l'evento; - garantisce l'impiego di propri uomini e mezzi per gli interventi urgenti sulle reti secondo le indicazioni fornite dall'Unità di Crisi.

Funzionario Registro Italiano Dighe - fornisce tutte le informazioni relative allo stato dell'arte degli invasi di pertinenza nazionale e/o regionale ricadenti nell'area interessata dall'evento; - assicura, attraverso la gestione degli invasi di propria competenza, lo svolgimento delle attività di governo delle piene.

CENTRI OPERATIVI MISTI (COM)

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Il COM è una struttura operativa decentrata che dipende dalla Prefettura ed il cui direttore è un funzionario della Prefettura stessa; vi partecipano i rappresentanti dei comuni e delle strutture operative. I compiti del COM sono quelli di favorire il coordinamento dei servizi di emergenza organizzati dal Prefetto con l’intervento dei Sindaci dei comuni appartenenti al COM stesso. L'Organismo viene istituito dal Prefetto, se ritenuto necessario, per il periodo di tempo dell'emergenza, per il raccordo in loco delle azioni di soccorso nel quadro delle decisioni e degli indirizzi generali forniti dal Centro Coordinamento Soccorsi. Il C.O.M., potrà appoggiarsi alle organizzazioni locali e dovrà essere in grado di funzionare h. 24. L'organizzazione dei COM prevede, secondo le direttive del Metodo Augustus, quattordici funzioni di supporto, di seguito elencate. In relazione all'evento, si attiveranno le funzioni di supporto ritenute necessarie per la completa gestione dell'emergenza. Per ciascuna funzione è individuato un responsabile che ha il compito di coordinare, relativamente al proprio settore di competenza, tutti i soggetti che sono impegnati nello svolgimento delle attività di assistenza e soccorso alla popolazione colpita.

Funzione 1: TECNICA E PIANIFICAZIONE La funzione tecnica e di pianificazione interessa tutti gli enti che svolgono attività di ricerca scientifica sul territorio. Il referente presso la sede COM di questa funzione attiva e coordina tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche, cui è richiesta un'analisi conoscitiva del fenomeno ed un'interpretazione dei dati relativi alle reti di monitoraggio. Di tale funzione fanno parte: - Personale tecnico di Regione, Provincia, Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo - A.R.P .A.B. - Autorità di Bacino - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Consorzi di Bonifica

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- Acqua S.p.A. - Sevizio Sismico Nazionale - Università ed altri enti di ricerca

Funzione 2: SANITA, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA La funzione sanità, assistenza sociale e veterinaria pianifica e gestisce tutte le problematiche relative agli esperti socio-sanitari dell'emergenza. Il referente, rappresentante del Servizio Sanitario Locale, ha il compito di coordinare le attività svolte dai responsabili della Sanità locale e delle Organizzazioni di Volontariato che operano nel settore sanitario. Di tale funzione fanno parte: - A.U.S.L. 4 - A.U.S.L. 5 - Regione - 118 Regionale - Croce Rossa Italiana, Misericordie, Pubbliche Assistenze - Ordine Professionale dei Medici/Medici Veterinari della Provincia di Potenza - Ordine Professionale dei Farmacisti della Provincia di Potenza - Ordine Professionale degli Infermieri della Provincia di Potenza - Ordini professionali e/o collegi dell'altro personale della sanità.

Funzione 3: MASS MEDIA E INFORMAZIONE La sala stampa, laddove è possibile, è da realizzare in un locale diverso dalla Sala Operativa del COM. L'addetto stampa, cui è affidata tale funzione, ha il compito di stabilire il programma e le modalità degli incontri con i giornalisti. Per quanto concerne l'informazione al pubblico è cura dell'addetto stampa, coordinandosi con i Sindaci interessati, procedere alla divulgazione della notizia per mezzo dei mass-media. Scopi principali sono: - informare e sensibilizzare la popolazione; - far conoscere le attività; - realizzare spot, creare annunci, fare comunicati; - organizzare tavole rotonde e conferenze stampa.

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Funzione 4: VOLONTARIATO La funzione volontariato ha il compito di fornire uomini, mezzi e materiali a supporto delle operazioni di soccorso ed assistenza coordinata dalle altre funzioni. Il responsabile di tale funzione è individuato tra i componenti delle Organizzazioni di Volontariato più rappresentative sul territorio, e provvede, in ordinario, ad organizzare esercitazioni congiunte con le altre forze preposte all'emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle Organizzazioni. Di tale funzione fanno parte: - le organizzazioni di volontariato comunali, - le organizzazioni di volontariato iscritte all'Albo Regionale delle Associazioni di Volontariato; - le organizzazioni di volontariato iscritte all'Albo Nazionale.

Funzione 5: MATERIALI E MEZZI La funzione materiali e mezzi ha lo scopo di reperire i materiali e mezzi necessari alla gestione dell'emergenza e fornire un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili, attraverso il censimento dei materiali e mezzi presenti sul territorio.

Funzione 6: TRASPORTO, CIRCOLAZIONE E VIABILITÀ La funzione riguardante il trasporto è strettamente collegata alla movimentazione dei materiali, al trasferimento dei mezzi, alla ottimizzazione dei flussi lungo le vie di fuga ed al funzionamento dei cancelli di accesso per regolare il flusso dei soccorritori. Questa funzione di supporto opera a stretto contatto con il responsabile della funzione 10 "Strutture Operative". Per quanto concerne la parte relativa all'attività di circolazione e viabilità, il coordinatore è individuato in un rappresentante della Provincia; concorrono a questa attività anche la Polizia Stradale, i Carabinieri e la Polizia Provinciale per assolvere i compiti di Polizia giudizi aria e di tutori della legge. Di tale funzione fanno parte: - Unità di Direzione Viabilità della Provincia - A.N.A.S.

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- RFI - TRNITALIA - Ferrovie Appulo Lucane - Polizia Stradale - Carabinieri - Polizia Provinciale

Funzione 7: TELECOMUNICAZIONI (TLC) Il referente di questa funzione ha il compito, di concerto con il responsabile territoriale delle aziende di telecomunicazioni, con il responsabile provinciale P.T., con il rappresentante dell'associazione di radioamatori presente sul territorio, di organizzare una rete di telecomunicazione alternativa affidabile anche in caso di evento di notevole gravità. Il responsabile di questa funzione è un esperto di telecomunicazioni. Di tale funzione fanno parte: - A.R.I. (Associazione Radioamatori Italiana) - TELECOM - Gestori della Telefonia Fissa e Mobile

Funzione 8: SERVIZI ESSENZIALI Il responsabile della funzione servizi essenziali ha il compito di coordinare i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio, cui è richiesto di provvedere ad immediati interventi sulla rete per garantirne l'efficienza anche in situazioni di emergenza. Di tale funzione fanno parte: - Acquedotto Lucano S.p.A. - ENEL - TERNA - Gestori delle reti GAS

Funzione 9: CENSIMENTO DANNI PERSONE E COSE L'attività di censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell'evento calamitoso e per stabilire gli interventi d'emergenza. Il responsabile della funzione, al verificarsi dell'evento calamitoso, coordina il censimento dei danni riferito a persone, edifici pubblici, edifici privati,

Piano Provinciale di Emergenza 366 impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, opere di interesse culturale, infrastrutture pubbliche, agricoltura e zootecnia, svolto da funzionari tecnici regionali e provinciali, da esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. E' altresì previsto l'impiego di squadre miste di tecnici dei vari Enti per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti. Sono previsti anche specifici censimenti dei danni subiti dai Beni Architettonici, Artistici e Culturali: in tal caso le squadre saranno composte e/o coordinate da funzionari delle relative Soprintendenze Regionali. Di tale funzione fanno parte: - Personale Tecnico della Regione, Provincia e dei Comuni - Personale Tecnico del Provveditorato alle OO.PP., - Personale Tecnico dell'A.N.A.S., - Personale Tecnico delle Sovrintendenze Regionali, - Ordine Professionale degli Ingegneri della Provincia di Matera - Ordine Professionale degli Architetti della Provincia di Matera - Ordine Professionale dei Geologi della Regione Basilicata - Collegio dei Geometri della Provincia di Matera

Funzione 10: STRUTTURE OPERATIVE S.A.R. (RICERCA E SOCCORSO) Il responsabile della suddetta funzione, individuato in un rappresentate delle strutture operative provinciali, coordina le varie strutture operative presenti presso il COM. Di tale funzione fanno parte: - Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; - Esercito Italiano; - Forze dell'Ordine; - Corpo Forestale dello Stato; - Croce Rossa Italiana; - Corpo Nazionale di Soccorso Alpino.

Funzione 11: ENTI LOCALI

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Il responsabile della funzione redige ed aggiorna, al verificarsi dell'emergenza, la documentazione riguardante tutti i referenti di ciascun Ente ed Amministrazioni della zona interessata all'evento. Egli ha il compito di organizzare gemellaggi fra le Amministrazioni comunali colpite, le "municipalizzate" dei comuni o delle regioni che portano soccorso per il ripristino immediato dei servizi essenziali (riattivazione delle discariche, acquedotto, scuole, servizi vari etc.). Di tale funzione fanno parte: - A.N.C.I. - U.N.C.E.M.

Funzione 12: MATERIALI PERICOLOSI I materiali pericolosi da stoccare, le industrie soggette a notifica e a dichiarazione o altre attività pericolose che possono innescare ulteriori danni alla popolazione dopo un evento distruttivo di varia natura, qualora non già fatto, saranno preventivamente censiti dal responsabile di questa funzione, scelto tra i funzionari dei VV.F., e per ogni materiale, industria o attività pericolosa sarà valutato il potenziale pericolo per la popolazione, per la raccolta di ogni utile informazione disponibile al verificarsi di un'emergenza.

Funzione 13: ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Il responsabile di tale funzione, al fine di fronteggiare le esigenze della popolazione che a seguito dell'evento calamitoso risulta senza tetto o soggetta ad altre difficoltà, ha il compito di organizzare l'allestimento delle aree preventivamente individuate da ciascun Comune, per il ricovero della popolazione. Questa funzione è affidata ad un funzionario del Comune sede COM in possesso di conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi etc.) ed alla ricerca e utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come ulteriori aree di ricovero della popolazione.

Funzione 14: COORDINAMENTO CENTRI OPERATIVI

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Il coordinatore del COM è anche responsabile di questa funzione in quanto dovrà conoscere le operatività degli altri centri operativi dislocati sul territorio al fine di garantire nell'area dell'emergenza il massimo coordinamento delle operazioni di soccorso razionalizzando risorse di uomini e materiali.

Sul territorio della Provincia di Matera sono stati individuati n. 5 COM, come di seguito specificato:

COM n° l - Matera Ubicazione: Scuola Elementare Lucrezio 2° Circolo – Piano terra - Via Lucrezio n° 1 - Matera Comuni Afferenti: Matera Popolazione Afferente: 56.387 (Fonte: ISTAT 2001)

COM n° 2 - Bernalda Ubicazione: Scuola Elementare Matine Angeliche - Via Carlo A. Dalla Chiesa - Bernalda Comuni Afferenti: Bernalda Miglionico Montescaglioso Pisticci Pomarico Popolazione Afferente: 47.436 (Fonte: ISTAT 2001)

COM n° 3 - Grassano Ubicazione: Istituito Tecnico Commerciale “A. Loperfido” Piano terra - Via Capitano Vignola - Grassano Comuni Afferenti: Calciano Ferrandina Garaguso Grassano Grottole Irsina Salandra Tricarico. Popolazione Afferente: 36.293 (Fonte: ISTAT 2001)

COM n° 4 - Policoro Ubicazione: Scuola Materna Monterosa 2° Circolo - Via Monterosa n° 9 - Policoro Comuni Afferenti: Colobraro Montalbano Jonico Nova Siri Policoro Rotondella Scanzano Jonico Tursi San Giorgio Lucano Valsinni. Popolazione Afferente: 51.124 (Fonte: ISTAT 2001)

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COM n° 5 - Stigliano Ubicazione: Centro Sociale (CGIL, CISL, UIL) Piano terra - Via Cilento, n° 2 - Stigliano Comuni Afferenti: Accettura Aliano Cirigliano Craco Gorgoglione Oliveto Lucano San Mauro Forte Stigliano. Popolazione Afferente: 16.071 (Fonte: ISTAT 2001).

CENTRI OPERATIVI COMUNALI (COC)

Sono ubicati in ciascun Comune e sono organizzati secondo le 9 funzioni di supporto comunali: Funzione tecnica e di pianificazione; Funzione sanità, assistenza sociale e veterinaria; Funzione volontariato; • Funzione materiali e mezzi; • Funzione servizi essenziali ed attività scolastica; • Funzione censimento danni a persone e cose; • Funzione Strutture Operative Locali, viabilità; • Funzione telecomunicazioni; • Funzione assistenza alla popolazione.

Il COC è composto dai rappresentanti delle Componenti e Strutture Operative del Servizio di Protezione Civile che partecipano alla gestione dell'emergenza: dall'evento. • Comune; • Provincia; • Regione; • Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo; • VV.F.; • Forze di Polizia; • Polizie Locali; • Forze Armate;

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• Sanità; • Società/ Aziende erogatrici dei Servizi Essenziali; • Organizzazioni di Volontariato. Si rimanda ai piani Comunali la descrizione degli stessi e la relativa composizione che viene stabilita e convocata dal Sindaco del Comune interessato.

AREE DI AMMASSAMENTO DEI SOCCORRITORI E DELLE RISORSE

Le Aree di Ammassamento dei soccorritori e delle risorse garantiscono un razionale impiego dei soccorritori e delle risorse nelle zone di intervento. Sono situate in prossimità dei nodi viari principali e, pertanto, sono facilmente raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni. Le aree individuate per l'ammassamento soccorritori e risorse sono utilizzate in ordinario per usi alternativi compatibili quali attività fieristiche, concertistiche, circensi, sportive etc. Le aree di ammassamento comprensoriali ricadenti nella provincia di Matera, individuate con deliberazione del Consiglio Regionale di Basilicata n. 788 del 10 marzo 1998 (B.U.R. n. 22 del 22/4/1998) , e disciplinate dalle direttive ed istruzioni tecniche approvate con deliberazione della Giunta Regionale n. 1613 del 25 maggio 1998 (B.U.R. n. 34 del 16/6/1998) sono le seguenti: - Area di Ferrandina – di estensione pari a mq. 14.000 circa, sita nella zona industriale di Ferrandina in loc. Isca del Ponte, in prossimità della s.s. 407 Basentana, riportata in catasto al foglio 72, part. 13, di proprietà ex E.S.A.B.; - Area di Matera – di estensione pari a mq. 39.731, sita in loc. Borgo Venusto, in prossimità della s.s. 99 Matera-Altamura, riportata in catasto al foglio 14 partt. 272 e 363 in parte, di proprietà demaniale (ubicazione modificata con deliberazione della Giunta Regionale n. 3043 del 6 dicembre 1999; - Area di Policoro – di estensione pari a mq. 15.000 circa, sita in via Puglia (ex foro boario), in prossimità della s.s. 106 Ionica,

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riportata in catasto al foglio 10/a, part. 453, di proprietà ex E.S.A.B.; - Area di Tricarico – di estensione pari a mq. 8.000 circa, sita in loc. Tre Cancelli, in prossimità della s.s. 7 Appia, riportata in catasto al foglio 42, part. 6, di proprietà del Comune di Tricarico.

PREVISIONI SPECIFICHE ED INTERVENTI DI SOCCORSO PER TIPO DI CALAMITÀ

Le seguenti procedure sono relative alla fase di gestione degli eventi calamitosi di successive al momento in cui l’evento calamitoso assume proporzioni

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territoriali superiori rispetto a quelle comunali e quindi non più fronteggiabili in via ordinaria dalle amministrazioni locali. Vengono distinte le procedure operative interne all’Amministrazione Provinciale da quelle generali che coinvolgono altri Enti ed Amministrazioni.

EVENTO SISMICO

Procedure interne

Il sisma non è prevedi bile; non esiste quindi in condizioni normali una soglia di preallarme, come per gli eventi idrogeologici. Sulla scorta degli studi di pericolosità sismica locale, sono stati ipotizzati due livelli di allarme ai quali corrispondono due procedure di attivazione della Sala Operativa Provinciale: - Il primo livello, che consiste nell'aspettativa, al massimo, di danni lievi. Questo non richiede l'attivazione completa della struttura di protezione civile ma solo delle strutture tecniche per le verifiche degli eventuali danni. Tale livello può venire individuato nel superamento del V grado MCS o del IV - V EMS-98. - Il secondo livello che necessita l'attivazione dell'intera struttura di Protezione Civile con un coinvolgimento crescente di risorse umane con il crescere della gravità del danno. Un sisma che provochi effetti del VI grado MCS o del V EMS- 98 o superiori attiva il secondo livello di allarme. Viene dichiarato allarme di primo livello quando si verifica almeno una delle seguenti condizioni: - La PGA in almeno una stazione accelerometrica superiore a 0.08 ms-2 ed inferiore a 0.2 ms-2. - La stima di Intensità EMS-98 al sito di una delle stazioni accelerometriche è incerta fra il 4°-5°. Viene dichiarato allarme di secondo livello quando si verifica almeno una delle seguenti condizioni: - La PGA in almeno una stazione accelerometrica superiore a 0.2 ms-2. - La stima di Intensità EMS-98 al sito di una delle stazioni accelerometriche è del 5° o supenore. In caso di dubbio il Responsabile di Sala sceglierà il livello superiore.

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Al verificarsi di un evento, il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e/o l'INGV comunica alla Sala Operativa Provinciale la localizzazione dell'evento ed una stima della Magnitudo; Immediatamente dopo l'Operatore di Sala inizia a raffinare lo scenario di pericolosità , confronta lo scenario o gli scenari sintetici con gli eventuali scenari di eventi storici simili. Provvede, sulla base della propria esperienza, a modificare lo scenario sintetico tenendo conto di: - differenze fra il piano quotato storico e quello sintetico; - conoscenze di situazioni di sicura amplificazione di sito; - conoscenze di effetti dovuti a sorgente; - informazioni provenienti direttamente dal territorio. Terminata la costruzione dello scenario di pericolosità questo viene utilizzato per la costruzione dello scenario di danno.

PROCEDURE OPERATIVE PER ALLARME DI PRIMO LIVELLO Al verificarsi di un evento sismico con le caratteristiche ricadenti nella precedente classificazione, la notizia perviene alla Sala Operativa della Provincia da una o più delle seguenti fonti : - Sala Operativa del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; - Sala Operativa Regionale; - Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo; - Agenzie di stampa; - Comuni interessati. Nel primo e nel secondo caso il Responsabile di Sala riceve già informazioni riguardanti l'esatta localizzazione ed intensità dell'evento e informa il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato); procede al suo continuo aggiornamento con le informazioni reperite presso gli altri Enti territoriali competenti (la Prefettura, i Carabinieri, la Sala Operativa Regionale, i Comuni interessati) ed il territorio colpito. Negli altri casi, ossia quando:

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- l'evento è comunicato dalle Strutture Operative Specializzate e/o è stato osservato autonomamente in SOP (mediante l'uso della strumentazione provinciale), ma non è stato avvertito dalla popolazione; - l'evento è stato avvertito dalla popolazione; il Responsabile di Sala: contatta: - la Sala Operativa del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, al fine di ricevere notizie circa l'esatta localizzazione ed intensità; - le Stazioni dei Carabinieri dei Comuni colpiti, al fine di ricevere informazioni circa eventuali danni; - la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo, al fine di ricevere o fornire ulteriori informazioni sull'evento; - la Sala Operativa Regionale, al fine di ricevere o fornire ulteriori informazioni sull'evento; informa: Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato); procede alla predisposizione dello scenario simulato dell'evento, così come descritto al punto precedente, ed al suo continuo aggiornamento.

EVENTO COMUNICATO DALLE STRUTTURE OPERATIVE SPECIALIZZATE E/O OSSERVATO AUTONOMAMENTE IN SOP (NON AVVERTITO DALLA POPOLAZIONE) Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): informa ed allerta: - I Dirigenti delle seguenti Aree: Viabilità; Affari Generali; Programmazione Bilancio e Controllo; - il Comandante della Polizia Provinciale; - l'Addetto stampa della Provincia. informa: - Il Direttore Generale; Il Direttore Generale informa: - il Presidente della Provincia,

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Se l'Unità di Crisi non è stata convocata, i Dirigenti ciascuno per le proprie competenze, provvederà a: predisporre: - le squadre di tecnici per effettuare la ricognizione nei comuni colpiti e rilevare in loco eventuali danni o disagi per la popolazione; contattare: - le società erogatrici dei servizi essenziali per avere informazioni a riguardo di eventuali interruzioni alle erogazioni; avviare: - la verifica dello stato dell'arte delle vie di comunicazione, del patrimonio provinciale e dell'edilizia scolastica; aggiornare: - il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato). Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): mantiene costanti contatti con: - la Sala Operativa del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; - la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo; - le Stazioni dei Carabinieri dei Comuni colpiti; - la Sala Operativa Regionale; - Sindaci dei comuni colpiti; aggiorna: - il Direttore Generale; - i Dirigenti delle Aree allertate.

EVENTO AVVERTITO DALLA POPOLAZIONE Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): informa ed allerta: - I Dirigenti delle seguenti Aree: Viabilità; Affari Generali; Programmazione Bilancio e Controllo; - il Comandante della Polizia Provinciale - l'Addetto stampa della Provincia.

Piano Provinciale di Emergenza 376 e/ o, a ragion veduta, convoca: - l'Unità di Crisi (normale o allargata a seconda della gravità dell'evento. L'UC può essere integrata anche in fasi successive, sempre a seconda dell'evolversi dello scenario effettivo di danno). informa: - Il Direttore Generale; - il Presidente della Provincia; - la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo. L'Unità di Crisi, se convocata, provvederà a svolgere le seguenti principali attività: predisporre: - le squadre di tecnici per effettuare la ricognizione nei comuni colpiti e rilevare in loco eventuali danni o disagi per la popolazione; contattare: - le società erogatrici dei servizi essenziali per avere informazioni a riguardo di eventuali interruzioni alle erogazioni; avviare: - la verifica dello stato dell'arte delle vie di comunicazione, del patrimonio provinciale e dell'edilizia scolastica; garantire: - supporto ai Sindaci per fornire l'assistenza necessaria alla popolazione colpita; - ogni utile supporto tecnico-scientifico al CCS, se attivato; aggiornare: - il Direttore Generale; - il Presidente della Provincia. Se l'Unità di Crisi non è stata convocata, i Dirigenti ciascuno per le proprie competenze, provvederà a: predisporre: - le squadre di tecnici per effettuare la ricognizione nei comuni colpiti e rilevare in loco eventuali danni o disagi per la popolazione; contattare: - le società erogatrici dei servizi essenziali per avere informazioni a riguardo di eventuali interruzioni alle erogazioni; avviare:

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- la verifica dello stato dell'arte delle vie di comunicazione, del patrimonio provinciale e dell'edilizia scolastica; aggiornare: - il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato); Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): mantiene costanti contatti con: - la Sala Operativa del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; - la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo; - le Stazioni dei Carabinieri dei Comuni colpiti; - la Sala Operativa Regionale; - Sindaci dei comuni colpiti; garantisce: - ogni supporto ai Sindaci per fornire l'assistenza necessaria alla popolazione colpita; aggiorna: - il Direttore Generale; - il Presidente della Provincia.

PROCEDURE OPERATIVE PER ALLARME DI SECONDO LIVELLO Al verificarsi di un evento sismico con le caratteristiche di secondo livello, ricadenti nella classificazione precedentemente riportata, la notizia perviene alla Sala Operativa della Provincia da una o più delle seguenti fonti : - Sala operativa del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; - Sala Operativa Regionale; - La Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo; - Agenzie di stampa; - Comuni interessati. Nel primo e secondo caso, il Responsabile di Sala riceve già informazioni riguardanti l'esatta localizzazione ed intensità dell'evento. In tal caso: informa: - il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia. procede, attraverso l'Operatore di Sala:

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- alla costruzione dello scenario simulato dell'evento, utilizzando la strumentazione tecnico- informatica presente presso la Sala Operativa, attuando la seguente procedura: - al verificarsi di un evento, il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile o l'INGV comunica alla Sala Operativa Provinciale la localizzazione dell'evento ed una stima della Magnitudo; l'Operatore di Sala procede: - al suo continuo aggiornamento con le informazioni reperite presso gli altri Enti territoriali competenti (la Prefettura, i Carabinieri, la Sala Operativa Regionale, i Comuni interessati). procede successivamente: - l'operatore verifica l'esistenza di piani quotati relativi a terremoti storici di caratteristiche simili al sisma appena avvenuto; - l'operatore compara il risultato dello scenario sintetico con quello dei dati storici e lo modifica sulla base delle conoscenze relative ad effetti di attenuazione, di sorgente e di sito; Negli altri casi, o quando l'evento è stato osservato autonomamente in SOP (mediante l'uso della strumentazione provinciale), il Responsabile di Sala: contatta: - la Sala Operativa del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, al fine di ricevere notizie circa l'esatta localizzazione ed intensità; - le Stazioni dei Carabinieri dei Comuni colpiti, al fine di ricevere informazioni circa eventuali danni; - la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo, al fine di ricevere o fornire ulteriori informazioni sull'evento; - la Sala Operativa Regionale, al fine di ricevere o fornire ulteriori informazioni sull'evento; - i Comuni interessati; informa: - il dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato). procede: - alla predisposizione dello scenario simulato dell'evento, così come descritto al punto precedente;

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Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, (o il Responsabile Tecruco di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): convoca: - l'Unità di Crisi (normale o allargata a seconda della gravità dell'evento. L'UC può essere integrata anche in fasi successive, sempre a seconda dell'evolversi dello scenario effettivo di danno). L'Unità di Crisi provvederà a svolgere le seguenti principali attività: predisporre: - le squadre di tecnici per effettuare la ricognizione nei comuni colpiti e rilevare in loco eventuali danni o disagi per la popolazione; contattare: - le società erogatrici dei servizi essenziali per avere informazioni a riguardo di eventuali interruzioni alle erogazioni; avviare: - la verifica dello stato dell'arte delle vie di comunicazione, del patrimonio provinciale e dell'edilizia scolastica; garantire: - supporto ai Sindaci per fornire l'assistenza necessaria alla popolazione colpita; - ogni utile supporto tecnico-scientifico al CCS, se attivato; aggiornare: - il Direttore Generale; - il Presidente della Provincia mantenere costanti contatti con: - la Sala Operativa del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; - la Prefettura e/o il CCS, se attivato; - le stazioni dei Carabinieri dei comuni colpiti; - la Sala Operativa Regionale; - I Sindaci dei comuni colpiti.

Le procedure di seguito descritte sono relative alla gestione della situazione emergenziale da parte della Prefettura e delle altre componenti del sistema regionale di protezione civile.

Ai fini di una prima valutazione, anche se approssimativa dell'evento, il Prefetto, avuta notizia di una scossa tellurica, prende immediatamente contatti con l'Istituto Nazionale di Geofisica e l'Osservatorio Vesuviano. AI Piano Provinciale di Emergenza 380 contempo, dispone una verifica nei Comuni ove dovranno essere subito effettuate, a cura di squadre operative attivate dal Sindaco, attente ricognizioni per acclarare la staticità delle strutture urbane, in particolare di quelle vetuste, dei servizi, delle opere d'arte e delle reti viarie, oltrechè ovviamente, la situazione della incolumità delle persone. Dei risultati dovrà essere subito informata la Prefettura che, nel frattempo, avrà dichiarato lo stato di preallarme, allertando i Vigili del Fuoco del Comando Provinciale.

Procedure esterne

Dichiarazione dello stato di allarme

Qualora giunga notizia di scosse che abbiano distrutto case o sconvolto villaggi e quartieri, la Prefettura, d’intesa con la Provincia, farà scattare con immediatezza il Piano di Emergenza, con dichiarazione di allarme ed insediamento del Centro Coordinamento Soccorsi. In particolare, quest'ultimo disporrà:

- la generale mobilitazione delle forze locali (volontari e personale degli Enti Locali dei Comuni colpiti e delle zone limitrofe);

- l'invio immediato nella zona colpita delle forze di soccorso e dei mezzi disponibili (Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana, ambulanze delle pubbliche assistenze, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato), richiedendo l'invio di elicotteri per un più approfondito esame della situazione;

- la mobilitazione dei vari Enti interessati alla soluzione dei problemi sanitari, assistenziali e tecnici. Con precedenza, saranno attivati i tecnici dell'Ufficio Territorio e dei Beni Ambientali della Regione Basilicata, del Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche e delle Soprintendenze, che concorreranno alle prime ricognizioni sulla zona disastrata. Analogamente, a supporto dei primi, verrà richiesta la partecipazione del personale tecnico degli Ordini Professionali della provincia.

Provenendo, con le prime segnalazioni, dalle zone colpite dall'evento notizie della presenza di un consistente numero di feriti, il C.C.S. porrà in stato di

Piano Provinciale di Emergenza 381 allarme gli Ospedali della provincia e delle zone limitrofe, dando disposizioni affinché, tramite le Aziende Sanitarie Locali degli stessi nosocomi, siano approntati consistenti quantitativi di plasma e di sangue. Del pari, il C.C.S. provvederà, tramite i Presidenti degli Ordini Professionali, a richiedere la partecipazione volontaria del personale sanitario e, se necessario, alla relativa precettazione.

Darà, altresì, disposizioni per la costituzione immediata delle Unità Assistenziali di Emergenza.

Richiedendolo la situazione, il C.C.S. chiederà al Comando Militare della Regione Meridionale di Napoli l'afflusso di reparti delle Forze Armate, già orientati ad intervenire nel territorio della provincia.

Inoltre, se le scosse avranno colpito l'intera provincia o più zone di essa, ai fini di un intervento coordinato dei soccorsi, il territorio sarà diviso in cinque zone, con eventuale insediamento dei Centri Operativi Misti, rispettivamente nei Comuni di Matera, Bernalda, Policoro e Grassano e Stigliano.

L'opera dei soccorritori, coordinata dal Comandante dei Vigili del Fuoco, dovrà tendere:

- al soccorso dei feriti ed al loro ricovero;

- alla ricerca delle persone e degli animali ancora in vita sotto le macerie;

- ai collegamenti e comunicazioni radio di emergenza;

- alla sistemazione ed all'assistenza dei senzatetto;

- alla ricerca ed al recupero di salme;

- al recupero ed alla sistemazione del bestiame.

La Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza dovranno, in particolare, provvedere:

- alla disciplina del traffico, con costituzione di posti di blocco, affinchè non siano ostacolate le operazioni di afflusso dei soccorritori;

- all'attenta, discreta sorveglianza atta a prevenire e reprimere eventuali fenomeni di sciacallaggio;

Piano Provinciale di Emergenza 382

- allo sgombero ordinato delle popolazioni e del bestiame in zone di raccolta;

- alla prima assistenza delle popolazioni colpite;

- alla costituzione di un centro identificazione salme, in collaborazione con il competente Ufficio Comunale.

Il Corpo Forestale dello Stato concorrerà, in particolare, agli interventi in favore dei sinistrati ritiratisi nelle campagne.

Le Autorità Locali dovranno:

- coordinare le prime azioni di soccorso, sino all'arrivo dei Vigili del Fuoco;

- censire le persone abbisognevoli di assistenza;

- provvedere, in collaborazione con le Forze dell'Ordine, alle operazioni di identificazione delle salme;

- offrire, per quanto possibile, la prima assistenza alle popolazioni.

A cura delle Aziende Sanitarie Locali, delle Forze Armate e della Croce Rossa Italiana, si dovrà provvedere:

- all'igiene e profilassi pubblica;

- alla eliminazione di eventuali sostanze tossiche o infette;

- al rifornimento viveri, acqua, medicinali e vestiario.

Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche, Soprintendenze, Ufficio Territorio e Beni Ambientali della Regione Basilicata e Vigili del Fuoco provvederanno, infine, alle necessarie, prime operazioni di puntellamento delle strutture pericolanti e, eventualmente, alla loro demolizione.

Con l'arrivo dei contingenti di rinforzo e delle attrezzature idonee, si darà inizio all'attuazione dei lavori più consistenti per:

- la installazione di tendopoli e l'insediamento di roulottes;

- l'organizzazione di centri di distribuzione viveri e medicinali;

- lo sgombero delle macerie, con l'individuazione dei luoghi più convenienti per la discarica;

- la valutazione dei danni;

Piano Provinciale di Emergenza 383

- la classificazione degli stabili;

- l'illuminazione notturna di emergenza;

- la riattivazione delle strade, ferrovie, servizi telefonici, telegrafici e postali;

- l'allestimento di provvisorie installazioni per gli uffici e per le necessità di giustizia;

- il recupero, la custodia ed il governo degli animali, sia da stalla che da cortile, in attesa che possano essere consegnati agli aventi diritto;

- il reperimento e l'interramento degli animali deceduti, in uno con la bonifica sanitaria della zona colpita;

- il riassetto degli Organi Locali per preparare il ritorno alle condizioni normali della vita civile.

Le misure assistenziali, sempre coordinate dal C.C.S., saranno in loco curate dalle Unità Assistenziali di Emergenza, eventualmente costituite.

Alluvioni e dissesto idraulico

Procedure interne Piano Provinciale di Emergenza 384

Le procedure di seguito descritte sono relative alla gestione all'Unità di Crisi Provinciale. Essa, in qualità di strumento di supporto tecnico scientifico alle attività di gestione dell'emergenza svolte dal CCS, viene attivata in maniera autonoma dal Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, sentito il Presidente della Provincia, anche nel caso in cui il Centro di Coordinamento Soccorsi non sia stato ancora attivato, dandone immediata comunicazione al Prefetto. In caso di evento prevedibile, quale quello idrogeologico, le procedure da attuare si sviluppano in tre distinte fasi che sono: preallarme, allarme, emergenza . Il passaggio da una fase all'altra presuppone la definizione di soglie, sulla scorta della combinazione delle informazioni relative alle precipitazioni con quelle relative alle caratteristiche del territorio. Ad oggi, la carenza di tali informazioni demandate - secondo quanto previsto dalla Direttiva PCM del 27.02.2004 "Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile” - alla Regione, costringe all'attivazione delle varie fasi sulla base di informazioni provenienti alla Sala Operativa dagli avvisi di condizioni meteo avverse, dal territorio interessato o dalle squadre di tecnici appositamente inviate sul territorio ai fini della ricognizione. Sempre in attesa dell'attuazione di quanto previsto dalla citata Direttiva PCM, nel presente Piano è previsto che l'attivazione delle suddette fasi venga stabilita dal Prefetto, d'intesa con il Presidente della Provincia, in considerazione dell'evolversi dell'evento previsto o in corso. L'avviso di condizioni meteo avverse perviene da parte del Centro Funzionale Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile. Un servizio previsionale meteorologico alquanto avanzato su base locale è invece fornito dal Servizio di Pronta Disponibilità dell' ARPAB per le Emergenze Idrometeopluviometriche (1'ARPAB è sede del futuro Centro Funzionale della Basilicata, di cui alla L. 267/98).

Piano Provinciale di Emergenza 385

Le stazioni di misura (centraline idropluviometriche) dell'ARPAB, radiocollegate con la Centrale ARPA di Potenza, permettono di acquisire ed elaborare in pochi minuti un dato misurato fornendo un supporto conoscitivo sul territorio cruciale, ad esempio preannunciando eventi alluvionali sulla base della sola altezza di precipitazione meteorica. Dalla sala operativa dell'ARPAB di Potenza è attualmente possibile interrogare le centraline pluviometriche e termometriche, georiferite, aggregando in simultanea i dati su finestre temporali mobili di 20 minuti, 1,2,3,6, 12 e 24 ore. Per ogni aggregazione temporale è indicato il Tempo di Ritorno "T" corrispondente, primo elemento per individuare dei valori-soglia sui quali modulare le varie fasi di allerta. Il Sistema Informativo è pertanto in grado di valutare la pericolosità degli eventi idrometeorologici in corso e/o previsti, e di segnalarla tempestivamente alla Sala Operativa Provinciale che adotterà le procedure di seguito descritte.

FASE DI PREALLARME La fase di preallarme si raggiunge automaticamente alla ricezione dell'avviso di condizioni meteo avverse da parte del Centro Funzionale Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile o dall'ARPA Basilicata (Centro Funzionale Regionale, quando attivo), presso la sede della Sala Operativa. Il Responsabile di Sala: allerta e provvede ad inviare l'avviso condizioni meteo avverse a: - - Dirigenti delle seguenti Aree: - - Viabilità; - - Comandante della Polizia Provinciale. informa: - Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato). Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): interpella ed allerta: - il referente del rischio idrogeologico dell'area tecnico scientifica della Sala Operativa Provinciale.

Piano Provinciale di Emergenza 386

- contatta: - l'ARPA Basilicata; - gli Enti e le Amministrazioni che gestiscono reti di monitoraggio sul territorio provinciale e che effettuano previsioni meteo al fine di seguire l'evolversi dell' evento e definire il quadro della situazione nelle ore che seguono l'emissione dell'avviso meteo; s'informa periodicamente sulla situazione nelle zone interessate dall'Avviso Meteo contattando: - - Comuni. - - Prefettura. - - Centro Operativo provinciale dei VV.F. - - Sale Operative delle strutture provinciali.

FASE DI ALLARME Al peggiorare della situazione, o al ricevimento di una segnalazione di criticità da parte dei comuni o di Enti legittimati (Consorzio di Bonifica, Comunità Montana, Corpo Forestale, etc.) o altre Strutture Operative su territorio provinciale, anche in assenza di avviso meteo, il Dirigente dell’Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente) ne dà immediata comunicazione al Presidente della Provincia ed al Prefetto il quale, qualora non avesse già provveduto, attiva la fase di preallarme. Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio Edilizia, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): informa: - Il Direttore Generale; convoca, presso la Sede della Sala Operativa Provinciale,: - I Dirigenti delle seguenti Aree: - Viabilità; - il Comandante della Polizia Provinciale; - l'Addetto stampa della Provincia; convoca, a ragion veduta: - il referente del rischio idrogeologico dell'Unità Tecnico- Scientifica della Sala Operativa Provinciale.

Piano Provinciale di Emergenza 387

Sulla base degli scenari riportati nel presente piano, o costruiti appositamente sulla scorta delle informazioni disponibili sull'evento e sul territorio, o di quanto appreso dal referente dell'Unità Tecnico-Scientifica, se presente in Sala Operativa Provinciale, o più semplicemente sulla base delle segnalazioni ricevute sul territorio: contatta: - i Sindaci dei comuni ritenuti più a rischio, al fine di vigilare sull'attuazione delle misure più idonee per la salvaguardia della popolazione a livello comunale e fornire il supporto necessario ai Sindaci qualora richiesto. contatta: - le Sale Operative delle Strutture Provinciali. - i centri operativi attivati sul territorio (CCS, COM, COC). - assicura: - il collegamento con le squadre inviate in loco per seguire l'evolversi della situazione. In tale fase i Dirigenti della Provincia componenti l'Unità di Crisi avvieranno tutte le attività di propria competenza per la predisposizione dei mezzi e delle risorse provinciali, controllando la loro efficienza, la disponibilità nei magazzini di sufficienti scorte del materiale utile agli interventi in caso di emergenza. Sul territorio già interessato da situazioni particolarmente critiche saranno inviate delle squadre di tecnici per intensificare l'attività di vigilanza e monitoraggio del territorio (tratti di strade particolarmente critici, tratti di alvei a rischio di esondazione, etc.). Saranno inoltre diramati sul territorio provinciale dei comunicati stampa per l'informazione alla popolazione residente nelle aree maggiormente esposte e garantita l'informazione attraverso gli organi di stampa e televisivi locali.

FASE DI EMERGENZA Al verificarsi di una situazione che richieda l'intervento e l'impiego sul territorio di mezzi e risorse provinciali il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo

Piano Provinciale di Emergenza 388 delegato, sentito il Dirigente) informa il Presidente della Provincia ed il Prefetto il quale, qualora non avesse già provveduto, attiva la fase di allarme convocando il CCS . Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): informa: - Il Direttore Generale. - Il CCS presso la Prefettura - Ufficio Territoriale di Governo. - Il Ce.Si.U. del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. convoca, presso la Sede della Sala Operativa ProVinciale, l'Unità di Crisi (normale o allargata a seconda della gravità dell'evento; l'UC può essere integrata anche in fasi successive, sempre a seconda dell'evolversi dello scenario effettivo di danno): i Dirigenti delle seguenti Areea: - Affari Generali . - Programmazione Bilancio e Controllo. - ogni altro rappresentante degli Enti/Amministrazioni pubbliche/private, componenti l'Unità di Crisi, che si rendessero necessari in funzione dell'evento in corso; convoca, qualora non lo avesse già fatto: - il referente del rischio idrogeologico dell'Unità Tecnico- Scientifica della Sala Operativa Provinciale. assIcura: - il coordinamento dell'impiego dei mezzi e delle risorse provinciali attraverso le attività svolte dai dirigenti delle diverse Aree presenti in Sala Operativa, nonché tutte le attività poste in essere dalla Provincia al fine di garantire la risposta di Protezione Civile; - la costruzione e l'aggiornamento degli scenari previsti nel presente piano e la redazione di mappe tematiche relative alle zone interessate dall'evento; - la raccolta di tutte le informazioni relative all'evento in corso ed alle eventuali misure di salvaguardia già poste in essere nelle zone colpite.

Piano Provinciale di Emergenza 389

Procedure esterne

Le procedure di seguito descritte sono relative alla gestione della situazione emergenziale da parte della Prefettura e delle altre componenti del sistema regionale di protezione civile. Alla ricezione dell'avviso di condizioni meteo avverse da parte del Centro Funzionale Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile o dall'ARPA Basilicata (Centro Funzionale Regionale, quando attivo), il Prefetto procederà, sentito il Presidente della Provincia, alla dichiarazione dello stato di preallarme, allorchè i dati pluviometrici ed idrometrici possano far prevedere pericoli di esondazione o cedimento di argini. Dichiarato lo stato di preallarme, il Prefetto adotta, sulla base delle indicazioni fornite dall'Unità di Crisi Provinciale, le iniziative possibili tendenti ad impedire esondazioni o rotture improvvise di argini, richiedendo eventualmente anche il concorso di personale e materiali degli Enti locali, necessari per far fronte alle esigenze. Nei casi più gravi, qualora si abbiano valide ragioni, in relazione agli elementi forniti dall'Ufficio Regionale di Protezione Civile di Potenza e dall'Ufficio Territorio di Matera, di prevedere allagamenti che possono colpire insediamenti abitati, il Prefetto interesserà i Sindaci per l'adozione delle misure di sicurezza necessarie, quali l'abbandono dei piani bassi degli edifici e di tutte le zone sommergibili, da parte di persone, bestiame e valori asportabili. In caso di esondazioni o di cedimento di argini non fronteggiabili con le misure della fase precedente, la Prefettura, d’intesa con il Presidente della Provincia, farà scattare automaticamente il Piano di Emergenza, con dichiarazione di allarme ed insediamento del Centro Coordinamento Soccorsi. In particolare, quest'ultimo: - ordinerà l'invio in zona dei Reparti degli Organi esecutivi quali: Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Croce Rossa Italiana; - mobiliterà, secondo un ordine di priorità, i vari Enti interessati alla soluzione dei problemi sanitari, assistenziali e tecnici che si sono creati;

Piano Provinciale di Emergenza 390

- attiverà le Società concessionarie e, se necessario, farà confluire sul posto automezzi per l'evacuazione delle persone e per il trasporto di animali. Allorchè dalle segnalazioni provenienti dalle zone colpite emerge la presenza di un numero elevato di feriti, il C.C.S.: - porrà subito in stato di allarme gli ospedali e darà disposizioni affinchè, tramite gli stessi nosocomi e le Azienda Sanitarie Locali, siano approntati grandi quantitativi di plasma e di sangue; - provvederà, tramite i Presidenti degli Organi professionali, a richiedere la partecipazione volontaria del personale sanitario necessario o ne disporrà la precettazione; - darà disposizioni per la costituzione immediata delle Unità Assistenziali di Emergenza. Particolare importanza assumono le notizie fornite dai Sindaci dei Comuni colpiti e quelle rese a seguito di ricognizioni effettuate con immediatezza, oltre che dagli Uffici Tecnici del Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche, dell'Ufficio Territorio di Matera e dell'Amministrazione Provinciale, anche dai Vigili del Fuoco; dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza, dal Corpo Forestale dello Stato e dalla stessa Aeronautica. L'opera dei soccorritori, coordinata dal Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, dovrà tendere: - al soccorso dei feriti ed alloro ricovero; - alla ricerca delle persone in vita; - ai collegamenti e comunicazioni in genere; - alla eliminazione, se possibile, delle strutture pericolanti; - alla ricerca e al recupero salme; - alla sistemazione delle persone e del bestiame evacuati dalla zona colpita; - al recupero ed alla custodia dei beni o valori importanti; - all'igiene e profilassi pubblica; - all'eliminazione di eventuali sostanze tossiche od infette; - al rifornimento di viveri, acqua, medicinali e vestiario. Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza dovranno, in particolare, provvedere: - alla disciplina del traffico, perchè non siano ostacolate le operazioni di soccorso;

Piano Provinciale di Emergenza 391

- all'attenta sorveglianza atta a prevenire e reprimere eventuali fenomeni di sciacallaggio; - allo sgombero ordinato delle persone e del bestiame in zone di raccolta; - alla costituzione di un centro di identificazione salme, in collaborazione con l'Ufficio comunale competente. Gli interventi in favore di sinistrati situati nelle campagne saranno predisposti dal Corpo Forestale dello Stato. Le Autorità locali dovranno: - coordinare le prime azioni di soccorso, sino all'arrivo dei Vigili del Fuoco; - censire le persone abbisognevoli di assistenza; - provvedere alla identificazione delle salme; - offrire, per quanto possibile, la prima assistenza alle popolazioni. Con il graduale riflusso delle acque e l'arrivo dei contingenti di rinforzo e di attrezzature idonee, si darà inizio all'attuazione degli interventi per: - lo sgombero delle macerie con individuazione dei luoghi .idonei per discarica; - la valutazione dei danni; - l'illuminazione notturna di emergenza; - la riattivazione di strade, ferrovie, servizi telefonici, telegrafici e postali; - la costruzione di tendopoli; - l'organizzazione dei centri di distribuzione viveri e medicinali; - l'allestimento di provvisorie installazioni per uffici e per necessità di giustizia; - il reperimento e l'interramento di animali deceduti, nonchè la bonifica sanitaria della zona colpita; - il riassetto degli Organi locali, per preparare il ritorno alle condizioni normali della vita civile. Contemporaneamente, il C.C.S. disporrà per la parte assistenziale delle popolazioni colpite rimaste senza tetto, prevedendo, se necessario, attraverso le Unità Assistenziali di Emergenza, il loro trasferimento in altre località fornite di infrastrutture idonee per la sistemazione.

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Frane e dissesto geologico

Al contrario di quanto verificato per le calamità idrauliche per cui le elevate caratteristiche di ripetitività fanno ritenere che un'aliquota consistente degli eventi dannosi futuri si riproporrà con analoghe caratteristiche spaziali e tipologiche, per le calamità geologiche non è rigorosamente valido il concetto che ciò che è già stato vulnerato in passato sia da ritenersi nuovamente vulnerabile. . Gli elementi riportati anche nelle previsioni specifiche vanno, quindi, concepiti e trattati come indicatori di condizioni pregresse, per le quali sono da ipotizzare diversi approcci in merito alle strategie di azione per la mitigazione del rischio. Allorché si verificano le condizioni - a volte suggerite anche da segnali premonitori - per la dichiarazione dello stato di preallarme, a cura dei Comuni interessati dal fenomeno calamitoso dovranno immediatamente essere adottate tutte le possibili iniziative tendenti ad eliminare situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità. AI contempo, il Prefetto, venuto a conoscenza di fenomeni che lasciano prevedere movimenti di masse franose tali da costituire incombente pericolo per zone abitate, consultati gli organi tecnici competenti, darà direttive al Sindaco perchè provveda alla tempestiva evacuazione delle zone che potrebbero essere coinvolte. In caso di un vasto movimento franoso abbattutosi su un centro abitato, sarà data attuazione all'intero Piano di Emergenza, diramando gli ordini di intervento a tutti i reparti ordinari di soccorso ed attivando con immediatezza il Centro Coordinamento Soccorsi. Il soccorso e le modalità di intervento sono assimilabili a quelli previsti per alluvioni e dissesto idraulico. L'opera dei soccorritori sarà rivolta, in particolare, alla ricerca di persone ed animali ancora in vita. Successivamente, i Vigili del Fuoco, il personale specializzato inviato sul posto e le squadre organizzate dei volontari, nonché i Reparti delle Forze Armate eventualmente intervenuti ad integrazione, provvederanno alla rimozione del materiale di ingombro, compatibilmente con le condizioni di sicurezza.

Piano Provinciale di Emergenza 393

Gli Enti preposti alla gestione dei vari servizi ne verificheranno l'efficienza; ove riscontrino interruzioni, provvederanno in proprio o mediante impiego di ditte appaltatrici al ripristino dei servizi essenziali di competenza (acquedotti, linee elettriche e telefoniche, gas, strade, ponti, ferrovie, etc.). Sarà, altresì, data attuazione alla parte del Piano per interventi assistenziali per fornire, tramite l'Amministrazione locale, le Aziende Sanitarie Locali, la Croce Rossa Italiana e le Unità Assistenziali di Emergenza, una adeguata sistemazione alle persone ed agli animali evacuati.

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Ipotetico collasso di dighe

Ai fini della sicurezza è assolutamente necessario agire in via preventiva, attraverso l'adozione preliminare da parte degli Enti che gestiscono gli invasi - Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto ed Ente Irrigazione di Puglia e Basilicata - di tutte le cautele atte ad evitare incidenti di sorta, con la sorveglianza continua delle condizioni di stabilità dei manufatti e delle pendici circostanti l'invaso ed eventuali tempestivi interventi sulle saracinesche, quando il verificarsi di situazioni anomale impongano l'alleggerimento immediato della pressione idrostatica e l'abbassamento del livello dell'acqua a quote di sicurezza. A tale scopo, si tiene conto, in particolare, dei principi sanciti, da ultimo, dalla legge 21 ottobre 1994 n° 584, recante misure urgenti in materia di dighe e delle disposizioni attuative ed integrative in materia di dighe, contenute nelle circolari del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali nr. DSTN/2/22806 e nr. DSTN/2/7019, rispettivamente in data 13 dicembre 1995 e 19 marzo 1996. Per le dighe che superano i 15 metri di altezza o che determinano un volume di invaso superiore ad un milione di metri cubi, il sopra citato quadro normativo di riferimento ha definito il passaggio di competenze, in materia di vigilanza, dai Provveditorati Regionali alle Opere Pubbliche al Servizio Nazionale Dighe (per il territorio di questa provincia, l'Ufficio Periferico di Napoli). Ai predetti fini, l'altezza della diga è data dalla differenza tra la quota del piano di coronamento e quella del punto più depresso dei paramenti da individuare su una delle due linee di intersezione tra paramenti e piano di campagna. Per volume d'invaso si intende la capacità del serbatoio compresa tra la quota più elevata delle soglie sfioranti degli scarichi e la quota del punto più depresso del paramento di monte da individuare sulla linea di intersezione tra detto paramento e piano di campagna.

Procedure per la dichiarazione di preallarme e di allarme Restando ferme le procedure operative fissate per ogni invaso dai singoli Piani di Emergenza, elaborati sulla base degli studi sugli effetti delle piene artificiali connesse alle manovre degli organi di scarico e degli studi teorici tendenti ad individuare il profilo dell'onda di piena e le aree soggette ad allagamento in

Piano Provinciale di Emergenza 395 conseguenza di ipotetico collasso della struttura, si tracciano di seguito i principi ispiratori dell'attività di protezione civile nell'ambito dei bacini in cui siano presenti dighe. Detti principi tengono conto, in particolare, delle disposizioni fissate dal "Documento di Protezione Civile" previsto dal Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali con circolare nr. DSTN/2/7019 del19 marzo 1996.

Vigilanza rinforzata Le condizioni della fase di allerta a) (vigilanza rinforzata) si verificano nei casi in cui le osservazioni a vista o strumentali sull'impianto di ritenuta rilevino l'insorgere di significativi anomali comportamenti strutturali o di fenomeni di instabilità delle sponde o, comunque, per ragioni previste nel piano dell'organizzazione della difesa militare, ovvero, al fine di non superare le condizioni estreme di carico assunte in progetto per l'esercizio delle strutture di ritenuta, in occasione di apporti idrici che facciano temere: I - nei serbatoi in esercizio normale, il superamento della quota di massimo invaso, quale indicata nel progetto approvato; Il - nei serbatoi in invaso limitato, il superamento della quota riconosciuta come massima raggiungibile unicamente in occasione di eventi eccezionali. Ove tale quota non sia stata individuata, essa è da intendersi coincidente con quella massima autorizzata; III - nei serbatoi in invaso sperimentale, il superamento della quota riconosciuta come massima raggiungibile unicamente in occasione di eventi eccezionali o, in ogni caso, della quota massima di regolazione. In particolare, verificandosi le condizioni della fase di allerta a) (vigilanza rinforzata), previste dalla precitata circolare, l'Ente gestore avvisa tempestivamente il Prefetto e l'Ufficio Periferico del Servizio Nazionale Dighe dell'attivazione della stessa fase di allerta e della natura dei fenomeni in atto e, ove possibile, della loro prevedibile evoluzione. Da questo momento, il Gestore ha l'obbligo di: - garantire la presenza dell'Ingegnere Responsabile o dell'Ingegnere suo sostituto;

Piano Provinciale di Emergenza 396

- assicurare la sorveglianza delle opere con presenza continua e permanente in loco di personale tecnico qualificato, la cui attività è coordinata dall'Ingegnere Responsabile; - aprire gli scarichi quando necessario per non superare le quote indicate nella precitata circolare dei Servizi Tecnici Nazionali; - comunicare al Prefetto ed all'Ufficio periferico del Servizio Nazionale Dighe il cessare delle condizioni che hanno determinato la fase di allerta. Il Prefetto, d’intesa con il Presidente della Provincia, sentito l'Ufficio periferico del Servizio Nazionale Dighe, informa i Sindaci dei territori di valle potenzialmente interessati dalla prevista onda di piena nonchè l'Autorità di Bacino presso la Regione Basilicata, quale amministrazione competente per il "servizio di piena". Il Prefetto provvederà, inoltre, ad allertare: - l'Ufficio Territorio di Matera, - la Questura, - il Comando Provinciale dei Carabinieri, - il Comando Gruppo Guardia di Finanza, - la Sezione di Polizia Stradale, - il Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, - il Comando Militare Regionale "Basilicata" di Potenza, - il Compartimento A.N.A.S., - le Ferrovie dello Stato, - l'Amministrazione Provinciale, - i Sindaci interessati, affinchè attivino il proprio personale ed approntino presso le proprie sedi i mezzi di eventuale impiego, che saranno all'uopo coordinati dalla Prefettura.

Pericolo - Allarme tipo 1 Le condizioni della fase di allerta b) (pericolo - allarme di tipo 1) si verificano allorquando il livello d'acqua nel serbatoio supera le quote indicate alla precedente lettera a) - punti I, Il, III oppure in caso di filtrazioni o di movimenti franosi sui versanti incombenti sull'impianto di ritenuta o di ogni altra manifestazione interessante l'opera di sbarramento che facciano temere la

Piano Provinciale di Emergenza 397 compromissione della stabilità dell'opera stessa, ovvero preludano a formazioni di onde con repentini notevoli innalzamenti del livello d'invaso. AI verificarsi delle condizioni previste dalla fase di allerta di cui alla lettera b) della precitata circolare del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali (pericolo - allarme di tipo 1), l'Ente gestore, fermi restando gli obblighi di cui alla fase precedente, mantiene costantemente informati il Prefetto e l'Ufficio periferico del Servizio Nazionale Dighe dell'evolversi della situazione e delle relative possibili conseguenze, adottando tutti i provvedimenti necessari per contenere gli effetti del fenomeno in atto. Egli ha altresì l'obbligo di garantire l'intervento in loco dell'Ingegnere Responsabile o dell'Ingegnere suo sostituto. Il Prefetto provvederà ad allertare: - l'Ufficio Territorio di Matera, - la Questura, - il Comando Provinciale dei Carabinieri, - il Comando Gruppo Guardia di Finanza, - la Sezione di Polizia Stradale, - il Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, - il Comando Militare Regionale "Basilicata" di Potenza, - il Compartimento A.N.A.S., - le Ferrovie dello Stato, - l'Amministrazione Provinciale, - i Sindaci interessati, affinchè approntino presso le proprie sedi oltre i mezzi di eventuale impiego, anche il personale precedentemente allertato. Ove necessario, convocherà il Centro Coordinamento Soccorsi.

Collasso - Allarme tipo 2 Le condizioni della fase di allerta c) (collasso - allarme di tipo 2) si verificano all'apparire di fenomeni di collasso dell'opera di ritenuta o comunque al verificarsi di fenomeni che inducano ragionevolmente ad ipotizzare l'imminenza di un evento catastrofico. Verificandosi le condizioni previste dalla fase di allerta di cui alla lettera c) (collasso - allarme di tipo 2), l'Ente gestore, fermi restando gli obblighi di cui alle precedenti fasi, provvede direttamente ed immediatamente ad informare il

Piano Provinciale di Emergenza 398

Prefetto competente per territorio nell'ambito del quale ricade la diga per l'applicazione del Piano di Emergenza. Il Prefetto attuerà le procedure previste per questa fase dal Piano di Emergenza provvedendo immediatamente a portare a conoscenza della situazione le Forze di Polizia più vicine all'impianto, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, i Sindaci dei Comuni che possono essere coinvolti dall'evento e l'Ufficio periferico di Napoli del Servizio Nazionale Dighe. In particolare, il Prefetto: attiverà l'Ufficio Territorio di Matera, la Questura, il Comando Provinciale dei Carabinieri, il Comando Gruppo Guardia di Finanza, la Sezione di Polizia Stradale, il Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, il Comando Militare Regionale "Basilicata" di Potenza, il Compartimento A.N.A.S., le Ferrovie dello Stato, l'Amministrazione Provinciale, i Sindaci interessati, affinchè approntino presso le proprie sedi oltre i mezzi di eventuale impiego, anche il personale precedentemente allertato; - dichiarerà lo stato di intervento; - convocherà il Centro Coordinamento Soccorsi; - ordinerà, ove necessario, la costituzione dei C.O.M.; - definirà la circoscrizione territoriale che è stata interessata dall'evento, gli effetti che l'evento ha avuto sulla popolazione e sulle comunicazioni (viarie, ferroviarie e via cavo) e le unità di intervento necessarie, in relazione alla entità ed alle caratteristiche dell'evento; - informerà il Ministero dell'Interno Direzione Generale della Protezione Civile - Servizio Antincendi; - il Dipartimento di Protezione Civile. Interverrà, quindi, in relazione al grado di necessità per: - l'invio sul posto delle Unità di Soccorso più idonee in relazione alle esigenze appalesatesi; - la diffusione con ogni mezzo possibile delle notizie del caso; - la richiesta, se necessario, al Ministero dell'Interno, della immediata utilizzazione di mezzi, attrezzature e materiale in possesso del Centro Assistenziale di Pronto Intervento (C.A.P.I.) di Potenza ed, eventualmente, di quelli limitrofi;

Piano Provinciale di Emergenza 399

- la richiesta al Comando Regione Militare Meridionale di Napoli per l'intervento di Unità delle Forze Armate; - l'attivazione e l'invio sul posto di Corpi Volontari di Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana. Il Centro Coordinamento Soccorsi, insediatosi, ordinerà le misure di soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite dall'evento. Come indirizzo di massima, inoltre, si terrà conto degli schemi operativi di intervento previsti e pianificati per l'ipotesi di alluvione e dissesto idraulico. Si riportano di seguito, per ciascun invaso, le principali linee di comunicazione interessate da un eventuale fenomeno di allagamento e le deviazioni di traffico ipotizzate.

DIGA DI SAN GIULIANO SUL FIUME BRADANO Comuni interessati: - Matera - Miglionico - Montescaglioso - Bernalda Principali linee di comunicazione interessate: - Sp. a scorrimento veloce: dal bv. per la Diga S. Giuliano al bv. per la SS. 380; - SS. 380; - SS.175: dal Km. 16 al bv. SS.106; - SS.106: dal Km. 476 al Km. 486 (bv. 5. Basilio); - SS.407: dal bv. Bernalda al bv. SS.106; - Sp. Bernalda - Ginosa; - Linea ferroviaria TA-RC e TA-PZ. Tempi di percorrenza dell'onda di piena: - dalla diga al ponte della F.A.L. in località 5. Lucia: 8’ - dalla diga alla Masseria 5alinari: 30’ - dalla diga alla Sp. per Ginosa: 50’ - dalla diga alla Foce: 80’

Piano Provinciale di Emergenza 400

N. Forze Tipo e luogo del servizio Deviazioni del traffico patt. impiegate 1) Posto di blocco Sp. a scorr. veloce bv. Per Sp. Ginosa – SS. 7 Matera-Grassano

2) Posto di blocco SS 7 bv. SS. 175 Scorr. Vel. – Sp. Grassano 4 Polstrada 3) Posto di blocco SS. 106 bv. Sp. Anno Santo – SS. 407 – bv. Pisticci - Ginosa SS. 176- SS. 598 SS. 106 SS. 7 – SS. 7 raccordo SS. 407 – SS. 106 4) Posto di blocco SS. 106 bv. SS. 598 1) Posto di blocco SS. 407 bv. Grassano 3 Carabinieri 2) Posto di blocco Sp. a scorr. vel. bv. Miglionico 3) Posto di blocco SS. 407 bv. Pisticci

DIGA DI GANNANO SUL FIUME AGRI Comuni interessati: - Montalbano Jonico - Tursi - Policoro - Scanzano Jonico Principali linee di comunicazione interessate: - SS.598: dal bv. di Tursi (ponte Frascarossa) al bv. della 55.106; - SS.106: dal Km. 458 al Km. 462; - Sp. Montalbano- Tursi: (in corrispondenza del ponte Frascarossa); - Linea ferroviaria TA-RC:(in corrispondenza della Stazione Ferroviaria di Policoro). Tempi di percorrenza dell'onda di piena: - dalla diga al ponte Frascarossa: 30’ - dalla diga alla Masseria Masone di Sotto: 65’ - dalla diga alla Zona Rivolta: 145’ - dalla diga al ponte sulla SS.106: 210’

Piano Provinciale di Emergenza 401

N. Forze Tipo e luogo del servizio Deviazioni del traffico patt. impiegate 1) Posto di blocco SS. 106 bv. SS. 407 Per SS. 407 – bv. Pisticci - SS. 176 – bivio Craco – SS. 103 – Sp. Gannano del

Monte – SS. 598 – bv. S. Arcangelo

3 Polstrada 2) Posto di blocco SS. 598 bv. SS. 92 bv. Valsinni – SS. 104 – SS. 106 Gannano del Monte

3) Posto di blocco SS. 106 bv. SS. 104 1) Posto di blocco SS. 407 bv. Pisticci 3 Carabinieri 2) Posto di blocco SS 176 bv. SS. 103 3) Posto di blocco SS. 598 bv. Valsinni

DIGA DI MONTE COTUGNO SUL FIUME SINNI Comuni interessati: - San Giorgio Lucano - Colobraro - Valsinni - Rotondella - Tursi - Policoro - Scanzano Jonico - Nova Siri Principali linee di comunicazione interessate: - SS.104; - SS. 106; - SS. 598. Tempi di percorrenza dell'onda di piena: - fino al mare: 60°

Piano Provinciale di Emergenza 402

N. Forze Tipo e luogo del servizio Deviazioni del traffico patt. impiegate 1) Posto di blocco SS. 106 bv. SS. 481 SS. 481 – Cersosomo - Noepoli – Senise – Castronuovo - S. Arcangelo - SS. 598 –

bv. Craco – SS. 176 –SS. 407 – SS. 106

3 Polstrada 2) Posto di blocco SS. 598 bv. S. Arcangelo

3) Posto di blocco SS. 106 bv. SS. 407 1) Posto di blocco SS. 92 a Senise SS. 481 – Cersosimo – Noepoli – SS. 92 SS. 104 – Sp Giardini di Tursi – SS. 598 – Sp. Per Montalbano – bv. Andriace – SS. 106 3 Carabinieri

2) Posto di blocco SS 598 bv. Craco 3) Posto di blocco SS. 407 bv. SS. 176 (bv. Pisticci)

DIGA DEL PERTUSILLO SUL FIUME AGRI Comuni interessati: - Aliano - Craco - Tursi - Policoro - 5canzano Jonico Principali linee di comunicazione interessate: - SS. 598; - Sp. Armento-S. Martino; - SS. 92; - Sp. Roccanova - Alianello - S. Arcangelo; - Sp. Tursi; - Sp. Gannano del Monte - Caprarico. Tempi di percorrenza dell'onda di piena: - fino alla Diga di Gannano: 60’

Piano Provinciale di Emergenza 403

N. Forze Tipo e luogo del servizio Deviazioni del traffico patt. impiegate 1) Posto di blocco SS. 106 bv. SS. 407 Per SS. 106 – SS. 407 – bv. Pisticci SS. 176 – bv. Craco - SS. 103 – Craco – 2) Posto di blocco SS. 103 bv. Gannano Stigliano – Cirigliano - Gorgoglione

3 Polstrada

3) Posto di blocco SS. 106 bv. SS. 104 Corleto – Montemurro – Moliterno A3

1) Posto di blocco SS. 598 bv. Moliterno

4 Carabinieri 2) Posto di blocco SS 407 bv. Pisticci 3) Posto di blocco SS. 176 bv. SS. 103 4) Posto di blocco SS. 104 bv. SS. 92

DIGA DI PONTE FONTANELLE SUL TORRENTE CAMASTRA Comuni interessati: - Tricarico - Garaguso - Calandra - Ferrandina - Pisticci - Bernalda Principali linee di comunicazione interessate: - SS.407. Tempi di percorrenza dell'onda di piena: - fino al fiume Basento: 15’. N. Forze Tipo e luogo del servizio Deviazioni del traffico patt. impiegate 1) Posto di blocco SS. 407 bv. Trivigno Per SS. 407 – bv. Tricarico - SS. 7 – Albano di Lucania - 2 Polstrada 2) Posto di blocco SS. 407 bv. Tricarico SS. 407

1) Posto di blocco SS. 7 bv. Albano di Lucania 4 Carabinieri 2) Posto di blocco Sp bv. 3) Posto di blocco Sp. Pietrapertosa - 4) Posto di blocco Sp. Oliveto Lucano - Campomaggiore

Piano Provinciale di Emergenza 404

DIGA DI SERRA DEL CORVO SUL TORRENTE BASENTELLO Comuni interessati: - Irsina - Grassano - Grottole - Matera Principali linee di comunicazione interessate: - SS. 96; - SS.96 bis; - Sp. Matera - Santa Maria d'lrsi; - Sp. Matera - Grassano. Tempi di percorrenza dell'onda di piena: - fino al fiume Bradano: 15’

N. Forze Tipo e luogo del servizio Deviazioni del traffico patt. impiegate 1) Posto di blocco SS. 96 loc. Pellicciari Per SS. 97 – SS. 169

2) Posto di blocco Sp. Matera - Grassano SS. 96 bis Sp. Irsina – Tricarico – SS. 7 4 Polstrada 3) Posto di blocco Sp. Matera – Grassano Scorr. Veloce bv. Diga San Giuliano 4) Posto di blocco Sp. Gravina – Irsina – loc. Santa Maria d’Irsi 1) Posto di blocco SS. 96 bis staz. Santa Maria d’Irsi 3 Carabinieri 2) Posto di blocco SS. 96 bv. Santa Maria d’Irsi 3) Posto di blocco Sp. Irsina – Tricarico bv. Matera

Piano Provinciale di Emergenza 405

Grandi mareggiate

Quando a causa dell'eccezionale moto ondoso, un tratto di costa venga investito con particolare violenza e ne derivino consistenti danni alle strutture ed alle persone del litorale, il Prefetto, d’intesa con il Presidente della Provincia, a seguito delle segnalazioni pervenute dalle Autorità locali, valuterà l'opportunità di una applicazione parziale o totale del Piano di Emergenza a tutela della sicurezza pubblica ed a difesa dei beni minacciati da allagamenti, crolli, ostruzioni ed interazioni in genere. Va considerato, in particolare, che la mareggiata ha la caratteristica di non essere fenomeno improvviso, per cui i danni di norma sono riferiti alle strutture ed all'eventuale naviglio all'ormeggio, mentre le persone avranno avuto il tempo di mettersi in salvo.

Dichiarazione dello stato di allertamento o preallarme Alla notizia dell'evento, saranno immediatamente impiegate le forze ordinarie del soccorso (Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato), con il compito di: - seguire l'andamento dell'evento; - provvedere al soccorso delle popolazioni; - provvedere, con il concorso delle Autorità locali, alla eventuale evacuazione delle persone e del bestiame dalle zone pericolose; - tenere informata la Sala Stampa della Prefettura per le informazioni alla popolazione.

Dichiarazione dello stato di allarme In relazione alla gravità dell'evento, il Centro Coordinamento Soccorsi, insediato in Prefettura, valuterà l'opportunità di chiedere il concorso delle Forze Armate e di altre unità di soccorso. Se dall'evento sono interessate strade e linee ferrate, Polizia Stradale e Polizia Ferroviaria, unitamente ai Compartimenti Ferroviari competenti, provvederanno al dirottamento del traffico. Per eventuali ricerche e recupero in acqua di persone, verranno utilizzati gli elicotteri ed i Nuclei Sommozzatori dei Vigili del Fuoco, dell'Arma dei Carabinieri, della Marina Militare e dell'Aeronautica Militare. Piano Provinciale di Emergenza 406

Ultimate le operazioni di soccorso e con il ritiro delle acque, si procederà con urgenza al ripristino dei servizi pubblici danneggiati, richiedendo l'intervento diretto degli Enti gestori (E.N.E.L., Telecom, Snam, A.N.A.S., FF.SS.). Per i danni subiti dal naviglio all'ormeggio, dalle strutture balneari e da quant'altro situato sul demanio marittimo, la Prefettura chiederà la collaborazione e la consulenza della Capitaneria di Porto di Taranto. Per la eduzione di acque da locali seminterrati allagati, si potrà far uso, oltre che delle autopompe dei Vigili del Fuoco, anche di altre attrezzature, quali autospurgatrici e idrovore, in dotazione ai Comuni o di proprietà privata. Le verifiche sulla stabilità dei manufatti e delle strutture litoranee saranno effettuate, in relazione alla natura dell'opera, da personale del Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche, della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici, dell'Ufficio Territorio e del Comune. Il personale eventualmente evacuato per ragioni di sicurezza sarà sistemato in locali idonei a cura del Comune di appartenenza.

Piano Provinciale di Emergenza 407

Nubifragio e trombe d'aria

Quando il maltempo si presenta in forme piuttosto violente, con bufere di pioggia e di vento, possono derivarne danni di varia gravità a persone e cose (allagamenti, rigurgiti di reti fognanti, interruzione dei servizi essenziali, scoperture di tetti, abbattimenti di alberi, grandi antenne od altre strutture pericolanti). Qualora la Prefettura venga informata di eventi del genere, disporrà l'invio immediato di unità dei Vigili del Fuoco, sempre con il duplice scopo di prestare i primi soccorsi ad eventuali feriti e di fornire informazioni sull'esatta entità dei danni prodotti. A seguito, poi, delle notizie, deciderà sull'invio o meno di altre forze di soccorso. Nei casi meno gravi sarà sufficiente l'entrata in azione dei Vigili del Fuoco, eventualmente rinforzati da squadre provenienti da province limitrofe, su disposizione dell'Ispettorato competente, nonché dalle squadre comunali di volontari. In tali ipotesi, pertanto, non si renderà necessaria l'attuazione del Piano di Emergenza. Qualora, invece, l'entità o l'estensione dei danni presentino connotazioni eccezionali, la Prefettura, d’intesa con la Provincia, disporrà l'attuazione, anche graduale, del Piano di Emergenza, al fine di potenziare e coordinare i soccorsi, individuando anzitutto i vari stati di necessità e disponendo quindi l'impiego delle risorse. In tal caso, si terrà conto delle misure di emergenza previste per l'ipotesi di alluvione.

Piano Provinciale di Emergenza 408

Grandi nevicate

Il territorio provinciale, per la sua posizione geografica e per la sua confonnazione planoaltimetrica, durante la stagione invernale è soggetto a frequenti nevicate con conseguenti gelate notturne.

Procedure interne

Di seguito si descrivono le procedure operative che saranno attivate durante le fasi di attenzione, preallanne ed allarme. Le procedure di seguito descritte sono relative alla gestione all'Unità di Crisi Provinciale.

FASE DI ATTENZIONE La fase di attenzione si raggiunge automaticamente alla ricezione dell'avviso di condizioni meteo avverse, che prevedano precipitazioni di carattere nevoso, da parte del Centro Funzionale Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile o dall'ARPA Basilicata (Centro Funzionale Regionale, quando attivo), presso la sede della Sala Operativa Provinciale. Il Responsabile di Sala: allerta e provvede ad inviare l'avviso condizioni meteo avverse a: - Dirigente dell’Area Viabilità; - Comandante della Polizia Provinciale, - Centro Operativo presso l'Autoparco Provinciale, il quale, sulla scorta del Piano Neve, predisporrà autonomamente gli uomini ed i mezzi per fronteggiare l'incipiente evento; informa: - Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente). Il Dirigente dell' dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): interpella ed allerta: - il referente del rischio idrogeologico dell'area tecnico scientifica della Sala Operativa Provinciale. Contatta: Piano Provinciale di Emergenza 409

- l'ARPA Basilicata; - gli Enti e le Amministrazioni che gestiscono reti di monitoraggio sul territorio provinciale e che effettuano previsioni meteo al fine di seguire l'evolversi dell'evento e definire il quadro della situazione nelle ore che seguono l'emissione dell'avviso meteo; s'informa periodicamente sulla situazione nelle zone interessate dall'Avviso Meteo contattando: - Comuni; - Prefettura; - Centro Operativo provinciale dei VV.F; - Sale Operative delle strutture provinciali.

FASE DI PREALLARME Al peggiorare della situazione, o al ricevimento di una segnalazione di criticità da parte dei comuni o di Enti legittimati (Consorzio di Bonifica, Comunità Montana, Corpo Forestale, etc.) o altre Strutture Operative su territorio provinciale, anche in assenza di avviso meteo, il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente) ne dà immediata comunicazione al Presidente della Provincia ed al Prefetto il quale, qualora non avesse già provveduto, attiva la fase di preallarme. Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio, (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente): informa: - Il Direttore Generale convoca, presso la Sede della Sala Operativa Provinciale: - Il Dirigente dell’Area Viabilità, che assicurerà il collegamento tra la SOP e il Centro Operativo istituito presso l'Autoparco Provinciale; - il Comandante della Polizia Provinciale; - l'Addetto stampa della Provincia; convoca, a ragion veduta: - il referente del rischio idrogeologico dell'Unità Tecnico-Scientifica della Sala Operativa Provinciale.

Piano Provinciale di Emergenza 410

Sulla base degli scenari riportati nel presente piano, o costruiti appositamente sulla scorta delle informazioni disponibili sull'evento e sul territorio, o di quanto appreso dal referente dell'Unità Tecnico-Scientifica presente in Sala Operativa Provinciale o, più semplicemente, sulla base delle segnalazioni ricevute sul territorio: contatta: - i Sindaci dei comuni ritenuti più a rischio, al fine di vigilare sull'attuazione delle misure più idonee per la salvaguardia della popolazione a livello comunale e fornire il supporto necessario ai Sindaci qualora richiesto. contatta: - le Sale Operative delle Strutture Provinciali; - i centri operativi sul territorio (CCS, COM, COC), se attivati. assIcura: - il collegamento con le squadre inviate in loco per seguire l'evolversi della situazione. In tale fase i Dirigenti della Provincia componenti l'Unità di Crisi avvieranno tutte le attività di propria competenza per la predisposizione dei mezzi e delle risorse provinciali, controllando la loro efficienza, la disponibilità nei magazzini di sufficienti scorte del materiale utile agli interventi in caso di emergenza. Saranno inoltre diramati sul territorio provinciale dei comunicati stampa per l'infonnazione alla popolazione residente nelle aree maggionnente esposte e garantita l'informazione attraverso gli organi di stampa e televisivi locali.

FASE DI ALLARME Al verificarsi di una situazione che richieda l'intervento e l'impiego sul territorio di mezzi e risorse provinciali, il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente) informa il Presidente della Provincia ed il Prefetto il quale, qualora non avesse già provveduto, attiva la fase di allarme convocando il CCS. Il Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio (o il Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato, sentito il Dirigente):

Piano Provinciale di Emergenza 411 informa: - Il Direttore Generale; - Il CCS presso la Prefettura; - Ufficio Territoriale di Governo; - Il Ce.Si.U. del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. convoca, presso la Sede della Sala Operativa Provinciale, l'Unità di Crisi (normale o allargata a seconda della gravità dell'evento; l'UC può essere integrata anche in fasi successive, sempre a seconda dell'evolversi dello scenario effettivo di danno): - i Dirigenti delle seguenti aree: Affari Generali , Programmazione Bilancio e Controllo; - ogni altro rappresentante degli Enti/Amministrazioni pubbliche/private, componenti l'Unità di Crisi, che si rendessero necessari in funzione dell'evento in corso; convoca, qualora non lo avesse già fatto: - il referente del rischio idrogeologico dell'Unità Tecnico-Scientifica della Sala Operativa assicura: - il coordinamento dell'impiego dei mezzi e delle risorse provinciali attraverso le attività svolte dai dirigenti delle diverse Unità di Direzione presenti in Sala Operativa, nonché tutte le attività poste in essere dalla Provincia al fine di garantire la risposta di Protezione Civile; - la costruzione e l'aggiornamento degli scenari di evento e la redazione di mappe tematiche relative alle zone interessate dall'evento; - la raccolta di tutte le informazioni relative all'evento in corso ed alle eventuali misure di salvaguardia già poste in essere nelle zone colpite.

Procedure esterne

Le procedure di seguito descritte sono relative alla gestione della situazione emergenziale da parte della Prefettura e delle altre componenti del sistema regionale di protezione civile.

Piano Provinciale di Emergenza 412

Dichiarato lo stato di preallarme, a cura dei Comuni interessati dovranno essere adottate tutte le iniziative possibili, tendenti ad impedire la paralisi del traffico e l'interruzione dei servizi, richiedendo eventualmente al Centro Coordinamento Soccorsi il concorso di persone e materiali per far fronte alle esigenze, in caso di assoluta indisponibilità di risorse locali.

In ogni caso, ciascun Comune delle zone collinari e montane dovrà accantonare, all'inizio di ogni stagione invernale, un adeguato quantitativo di sale per ogni evenienza.

In particolare, i Sindaci disporranno la convocazione immediata del personale comunale e dei volontari di protezione civile, coordinandone l'azione. Faranno, altresì, intervenire, ove le dotazioni comunali si rilevassero insufficienti, mezzi privati idonei per l'esecuzione degli interventi richiesti (spalatura neve, spargimento di sale, raggiungimento di casolari rimasti isolati).

Vigili del Fuoco, A.N.A.S. ed Amministrazione Provinciale interverranno, per quanto di competenza, direttamente o su sollecitazione del Centro Coordinamento Soccorsi.

Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza attueranno servizi generali di informazione, con unità di ricognizione terrestri. Il Corpo Forestale dello Stato interverrà, in particolare, nelle campagne.

In caso di precipitazioni non fronteggiabili con le misure previste nella fase precedente, la Prefettura farà scattare il Piano di Emergenza dichiarando lo stato di allarme.

In tal caso, il Centro Coordinamento Soccorsi disporrà immediatamente l'invio dei Reparti e delle Forze previste nella Seconda e Terza Aliquota. Tali Forze saranno organizzate in squadre ed opereranno con automezzi in grado di raggiungere le zone isolate per l'invio di viveri, medicinali, indumenti, foraggi e soccorsi in genere. Dette squadre saranno costituite da un:

- Nucleo di Soccorso, composto da 8 unità, con 1 medico ed 1 infermiere e dotato di 2 automezzi fuoristrada, muniti di gomme antineve e catene al seguito, oltre che di medicinali, viveri e mangimi, materiali ed attrezzi per facilitare il movimento;

Piano Provinciale di Emergenza 413

- Nucleo Supporto di Base, composto da 8 unità, con 2 infermieri e dotato di 3 autovetture ed 1 ambulanza, munite di gomme antineve e catene al seguito, oltre che di medicinali, viveri e mangimi, materiali ed attrezzi per facilitare il movimento.

I due Nuclei muoveranno insieme sino a raggiungere un campo base scelto razionalmente in relazione all'altezza del manto nevoso e, quindi, alla possibilità di facile movimento delle autovetture. Dal campo base, il Nucleo di Soccorso muoverà da solo sino a raggiungere lo scopo, comunicando le necessità al Nucleo di Supporto che provvederà a comunicarle al C.C.S., recuperando eventualmente esso stesso quanto richiesto.

Il Nucleo di Supporto, se richiesto dal Nucleo di Soccorso, solleciterà l'invio di idonei mezzi sgombraneve. Per le località inaccessibili ai mezzi fuoristrada, compatibilmente con le condizioni atmosferiche, il Nucleo di Soccorso sarà sostituito dagli elicotteri.

Nella peggiore delle ipotesi, il C.C.S. potrà far ricorso a Reparti Sciatori del Soccorso Alpino, previa richiesta al Comando Regione Militare Meridionale di Napoli.

Il Centro Coordinamento Soccorsi, insediato in Prefettura, curerà il coordinamento dell'impiego dei mezzi dei Vigili del Fuoco, dell'A.N.A.S. e della Provincia con quelli dei Comuni e, eventualmente, con quelli disponibili nei Compartimenti A.N.A.S. di Bari e Catanzaro.

Ogni macchina operatrice sarà, comunque, seguita da un automezzo munito di apparato ricetrasmittente dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato o dell'Esercito Italiano, per garantire assistenza e collegamento.

Il C.C.S. disporrà, per la parte assistenziale delle popolazioni colpite rimaste senza tetto, provvedendo, se necessario, attraverso le Unità Assistenziali di Emergenza, al loro trasferimento in altre località fornite di infrastrutture idonee alla sistemazione.

Piano Provinciale di Emergenza 414

Incendi boschivi

II D.Lgs. 112/98, all'art.118, conferisce alle Regioni le competenze in materia di spegnimento incendi boschivi, fatte salve le competenze mantenute dalla Stato in merito al soccorso tecnico urgente, la prevenzione e lo spegnimento degli incendi e lo spegnimento con mezzi aerei.

Alla luce della predetta normativa, l'Ufficio Foreste e Tutela del Territorio del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata predispone annualmente il Programma per la Salvaguardia e la Valorizzazione Ambientale e Forestale che, al suo interno, contiene il Piano Antincendio redatto ai sensi della Legge n.353/2000.

Nel 2003, la Regione Basilicata, previo protocollo di intesa con il CFS e la SMA Basilicata S.p.A., ha organizzato il servizio antincendio sul territorio regionale prevedendo l'utilizzo della forza lavoro, dei mezzi e delle attrezzature, ad integrazione della struttura già esistente, per le attività di prevenzione e spegnimento degli incendi.

In tutti i casi, qualora la gravità dell'evento veda l'attivazione del CCS, il Responsabile della SOP metterà la struttura di protezione civile a disposizione della Prefettura per tutte le attività di supporto, dandone preventiva informazione al Dirigente dell'Area Pianificazione Assetto del Territorio, (o al Responsabile Tecnico di Protezione Civile, suo delegato).

L'avvistamento, e la circoscrizione degli incendi boschivi sono, in prima istanza, compito degli Organi locali competenti e, precisamente, delle Stazioni Forestali, delle Stazioni dei Carabinieri e dei Comuni.

Essi sono congiuntamente tenuti:

- a dare immediata comunicazione dell'incendio al Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato;

- alla utilizzazione, a seconda delle zone, del personale addetto ai lavori forestali dell'Amministrazione Provinciale, delle Comunità Montane e del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto;

- alla mobilitazione delle squadre di volontari previamente organizzate ed addestrate;

Piano Provinciale di Emergenza 415

- alla razionale utilizzazione delle opere e delle misure predisposte.

Dichiarazione dello stato di allertamento o preallarme

Il Capo del Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Matera:

- informerà subito il Centro Operativo Regionale di Potenza e, valutata la situazione, la locale Prefettura ed il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;

- curerà, altresì, l'immediato invio di altre squadre. Ove l'incendio abbia assunto o rischi di assumere proporzioni tali da non poter essere circoscritto con le sole forze a disposizione del Corpo Forestale dello Stato, lo stesso Capo del Coordinamento Provinciale chiederà l'intervento collaborativo dei Vigili del Fuoco, del Centro Operativo Antincendi Boschivi con sede in Potenza, dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e, tramite la Prefettura, delle Forze Armate.

La direzione ed il coordinamento degli interventi di attacco al fuoco saranno assunti dal più elevato in grado presente in zona del Corpo Forestale dello Stato, il quale coordinerà tutto il Personale intervenuto sulla zona interessata dalle operazioni.

Il Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato ed il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, durante le operazioni di intervento, si manterranno in costante reciproco collegamento per lo scambio delle informazioni affluenti dalla zona di intervento e per una valutazione delle misure da adottare.

Nel caso in cui l'incendio non possa essere efficacemente circoscritto con interventi condotti esclusivamente da terra, il Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato contatterà tempestivamente gli Organi Centrali, per l'invio di mezzi aerei idonei per le specifiche operazioni di spegnimento. Ove poi la zona di intervento sia attraversata da linee ad alta tensione, il Centro Ripartizione Compartimentale E.N.E.L. di Napoli, previamente

Piano Provinciale di Emergenza 416 informato, invierà alla Prefettura richiesta di conferma per la disattivazione delle linee.

Dichiarazione dello stato di allarme

Allorchè, per le dimensioni assunte e per il possibile coinvolgimento di vite umane, l'incendio non possa essere circoscritto con ordinari mezzi di intervento, il Prefetto darà attuazione al presente Piano di Emergenza. In tal caso, il coordinamento e la direzione delle operazioni saranno assicurati attraverso il Centro Coordinamento Soccorsi, nel frattempo insediato nella Sala Operativa della Prefettura.

Il C.C.S., sulla base delle informazioni acquisite, concorderà l'invio e la distribuzione delle unità di intervento. In particolare, l'intervento del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco sarà svolto in primo grado al salvataggio di vite umane ed allo sgombero immediato delle zone ritenute pericolose o isolate dal fuoco. In un secondo tempo, dovrà tendere a limitare i danni, per quanto possibile, alla zo(la interessata.

Per dare maggiore incisività alle operazioni di intervento sono indispensabili le seguenti direttive:

- ogni squadra dovrà essere dotata di radio portatile, in modo da essere costantemente in contatto con i Centri Operativi dei propri Comandi, nonchè con le altre squadre e munite di attrezzi idonei per le attività da svolgere;

- nessuna squadra dovrà appiccare controfuochi se non autorizzata dall'Ufficiale che dirige e coordina sul posto le operazioni di spegnimento.

Qualora la zona sia povera o manchi d'acqua, potranno essere utilizzate, in aggiunta alle autobotti dei Comuni interessati, del Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco, anche autocisterne private, nonchè autobotti delle Forze Armate che potranno essere richieste, dal Centro Coordinamento Soccorsi, direttamente al Comando Regione Militare Meridionale di Napoli.

Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, oltre a concorrere, se necessario, alle operazioni di soccorso, provvederanno in particolare a:

Piano Provinciale di Emergenza 417

- istituire servizi di sorveglianza nelle zone interessate, anche ai fini delle necessarie deviazioni del traffico;

- sgomberare le popolazioni minacciate dall'incendio, con l'utilizzo di tutti gli automezzi necessari fatti affluire in zona;

- assicurare il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica.

INTERVENTI PER GRANDI INCENDI INTERESSANTI CENTRI ABITATI ED INDUSTRIE A RISCHIO

Questo tipo di sinistro è di norma fronteggiato direttamente dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco che, in caso di necessità, potrà richiedere rinforzi alle province vicine, tramite l'Ispettorato Interregionale territorialmente competente.

Dichiarazione dello stato di allarme

Solo in casi particolarmente gravi, qualora si siano verificati crolli per effetto di esplosioni e si tema che sotto le macerie possano esservi feriti, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco richiederà al Prefetto l'invio sul posto di altre componenti operative della Protezione Civile per un'azione di supporto e di soccorso immediato. In tal caso, dichiarato direttamente lo stato di allarme, il Centro Coordinamento Soccorsi, nel frattempo insediato nella Sala Operativa della Prefettura, disporrà l'invio di:

- Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza ed, eventualmente, Reparti delle Forze Armate per lo sgombero delle macerie, il soccorso ai feriti e la ricerca di salme, nonchè per un opportuno cordone di sicurezza per la disciplina del traffico e per le indagini di competenza;

- personale sanitario ed ambulanze per le prime cure e per il trasporto dei feriti negli ospedali più vicini;

Piano Provinciale di Emergenza 418

- tecnici delle società fornitrici dei servizi pubblici (gas, luce, etc.) per la verifica delle reti di distribuzione e l'eventuale ripristino della funzionalità delle stesse.

Per le particolari condizioni di rischio, tutto il personale intervenuto sulla zona delle operazioni dovrà muoversi sotto la direzione esclusiva del Funzionario più alto in grado del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

Portate a termine le predette operazioni di soccorso, il Centro Coordinamento Soccorsi disporrà l'attuazione delle misure assistenziali in favore delle persone evacuate.

Le stesse misure di intervento considerate per grandi incendi interessanti centri abitati, infine, saranno adottate nel caso in cui l'incendio abbia ad interessare insediamenti industriali. Peraltro, restano salve le procedure operative di intervento previste per ipotesi di incidente allo stabilimento Epoxital di Pisticci Scalo, configurate dallo specifico Piano provvisorio di Emergenza Esterna.

Piano Provinciale di Emergenza 419

Incidente industriale

Facendo salve le procedure di intervento previste per l'ipotesi di rilascio di nubi tossiche dallo stabilimento DOW ITALIA, per il quale esiste, ai sensi del D.Lgs. n° 344/99, specifico Piano di Emergenza, quando dovessero verificarsi sostanziosi rilasci nell'atmosfera con formazione di nubi tossiche, la direzione dello stabilimento interessato è tenuta a darne immediata notizia alla Prefettura ed al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, con l'indicazione della natura chimica del gas, vapore o polveri fuggite, della consistenza del rilascio, della direzione di propagazione della nube e dei provvedimenti presi nello stabilimento per la eliminazione, la riduzione o la neutralizzazione del fenomeno.

Alla notizia dell'evento, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco disporrà l'immediato invio sul posto di personale equipaggiato con tute protettive, maschere a filtro ed autorespiratori per gli interventi tecnici di propria competenza.

Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, inoltre, terrà informati la Prefettura ed il Sindaco nel cui ambito territoriale si è verificato l'incidente, indicando, appena possibile, le misure di sicurezza necessarie a tutela della pubblica incolumità e suggerendo eventualmente il ricorso ad un ordinato sgombero delle popolazioni dai settori sottovento, rispetto alla sorgente di emanazione.

Dichiarazione dello stato di allertamento o preallarme

In relazione alla segnalazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, il Prefetto, d’intesa con il presidente della Provincia, valuterà la necessità di una eventuale dichiarazione dello stato di preallarme. In tale fase, per la unicità degli indirizzi e delle iniziative, il coordinamento e la direzione delle operazioni saranno assunti dal Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, al quale le notizie perverranno via radio direttamente dalla zona ove operano le squadre dei Vigili del Fuoco.

Piano Provinciale di Emergenza 420

Dichiarazione dello stato di allarme

Verificandosi situazioni di eccezionale gravità, si procederà alla dichiarazione dello stato di allarme con l'attivazione immediata della Sala Operativa e la convocazione del Centro Coordinamento Soccorsi.

Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, appena possibile, indicherà al C.C.S. le zone considerate pericolose, in modo da consentire la delimitazione dell'area interessata ai cui margini sarà disposto un cordone sanitario.

Lo stesso Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, provvederà a:

- arrestare la fuoriuscita di ulteriori nubi tossiche, se non già provveduto dalle squadre interne di pronto intervento dello stabilimento;

- portare i primi soccorsi al personale eventualmente colpito dalla nube tossica, predisponendo il trasferimento nei più vicini ospedali;

- allontanare tutto il personale della fabbrica, indicando loro i centri di raccolta organizzati da raggiungere.

Il C.C.S. provvederà a:

- far informare la popolazione circa le reali condizioni di pericolo, con l'indicazione dei centri di raduno e di raccolta da raggiungere nel più breve tempo possibile;

- promuovere e verificare l'attuazione, da parte delle Forze dell'Ordine, della disciplina del traffico, secondo itinerari di deflusso concordati anche con il Comandante dei Vigili del Fuoco e tali da non ostacolare l'afflusso ai mezzi di soccorso;

- disporre l'immediato invio, presso i centri di raccolta e di raduno, di tutti gli autobus disponibili e, se necessario, di camions per il trasporto delle persone da allontanare; - disporre l'evacuazione della popolazione minacciata dall'evento.

Il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale competente provvederà a:

- inviare immediatamente sulla zona del sinistro ambulanze per l'eventuale trasporto di feriti o colpiti dalla nube tossica; Piano Provinciale di Emergenza 421

- allertare gli ospedali del distretto e quelli comunque più vicini, qualora si tema che il numero dei colpiti sia piuttosto elevato;

- allertare il laboratorio di analisi di igiene e profilassi, che provvederà ad inviare sul luogo dell'incidente proprio personale per gli adempimenti di competenza.

Su richiesta del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, il C.C.S. potrà convocare consulenti tecnici o scientifici particolarmente esperti.

Portate a termine le prime operazioni di soccorso elencate, si disporrà per la fase assistenziale in favore delle popolazioni evacuate.

Piano Provinciale di Emergenza 422

Incidente nucleare

Restano, in ogni caso, salve le procedure operative di intervento previste per ipotesi di incidente all'impianto SOGIN del Centro E.N.E.A. della Trisaia di Rotondella, configurate dal Piano di Emergenza Esterna SOGIN.

Dichiarazione dello stato di allertamento o preallarme

In caso di incidente nucleare, la Prefettura, ricevuta la notizia, contatterà immediatamente il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco per l'invio sul posto delle unità disponibili per la rilevazione dei livelli di esposizione e di contaminazione, allo scopo di avere un primo quadro della situazione e di circoscrivere, per quanto possibile, la zona pericolosa.

Dell'accaduto la Prefettura informerà il Dipartimento di Protezione Civile ed il Ministero dell'Interno - Direzione Generale della Protezione Civile e SS.AA., per l'invio sul posto di specialisti muniti di attrezzature adeguate.

Dichiarazione dello stato di allarme

Qualora l'incidente assuma caratteristiche tali da far temere il coinvolgimento di intere popolazioni, verrà dichiarato lo stato di allarme, con l'insediamento immediato del Centro Coordinamento Soccorsi.

Su segnalazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e previa consultazione con il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente, verrà disposta l'evacuazione dell'area considerata pericolosa.

Nell'azione di primo intervento, i Vigili del Fuoco, adeguatamente supportati dalle Forze dell'Ordine, provvederanno a portare alle persone eventualmente colpite i primi soccorsi, allontanandole dalle zone contaminate ed avviandole presso le previste zone di decontaminazione.

Effettueranno, inoltre, di concerto con personale tecnico del Presidio Multizonale di Igiene e Prevenzione dell'Azienda Sanitaria Locale nr. 4 di Matera, i necessari rilievi al fine di stabilire zone interessate ed intensità della Piano Provinciale di Emergenza 423 radiazione, procedendo ai prelievi di viveri, acqua, vegetali e terreno da inviare in recipienti schermati presso i laboratori di analisi radiologica, ai fini di una più esatta valutazione del pericolo. Non appena possibile, si procederà alla compilazione di carte di isointensità.

A cura di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, saranno istituiti posti di blocco per il controllo ed il dirottamento del traffico e servizi specifici per il mantenimento dell'ordine pubblico. La Sala Stampa allestita presso la Prefettura, d'intesa con le Amministrazioni comunali e con i mass-media, attuerà un'attenta azione informativa alle popolazioni, sul pericolo e sui comportamenti da tenere per evitare danni.

Il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, provvederà alla costituzione di posti di medicazione ed assistenza sanitaria ai margini della zona pericolosa, attraverso i quali devono transitare tutte le persone provenienti dalle zone contaminate. Provvederà, altresì, alla istituzione di docce campali e centri di decontaminazione esterna delle persone (cambi di indumenti, dosimetria, lavaggi ripetuti, tagli capelli, etc.).

Qualora i mezzi di soccorso disponibili fossero inadeguati, il Centro Coordinamento Soccorsi farà richiesta al Comando Regione Militare Meridionale di Napoli per l'impiego di Nuclei mobili N.B.C., attrezzati per la difesa nucleare e la decontaminazione radiologica.

Portata a compimento l'operazione relativa al primo soccorso, si procederà agli interventi di carattere assistenziale per tutto il personale evacuato, secondo le procedure operative contenute nel Piano di Emergenza esterno predisposto dal Gestore ed approvato dalle autorità competenti.

Alle operazioni di bonifica della zona contaminata, infine, si procederà avvalendosi di squadre specializzate del Comando Regione Militare Meridionale di Napoli.

Piano Provinciale di Emergenza 424

Incidenti stradali di notevole entità

AI verificarsi dell'incidente, si rende necessario circoscrivere con immediatezza la zona, con unità delle Forze dell'Ordine presenti sul posto. Informata dell'incidente, la Prefettura disporrà l'impiego delle unità di soccorso ritenute indispensabili a fronteggiare la situazione. Prioritario, al riguardo, è l'allertamento e l'impiego, oltre alle Forze dell'Ordine, di:

- personale e mezzi dei Vigili del Fuoco;

- autoambulanze e personale sanitario;

- artificieri delle unità dell'Esercito, allorchè il sinistro abbia coinvolto trasporti militari con carichi di materiale esplosivo o di manufatti affini;

- personale del Compartimento A.N.A.S. territorialmente competente.

Polizia Stradale ed Arma dei Carabinieri, con il concorso della Guardia di Finanza, provvederanno ad effettuare:

- posti di blocco sulle arterie adducenti alla zona del sinistro, al duplice scopo di impedire l'accesso a persone e veicoli non autorizzati e di deviare il traffico lungo itinerari alternativi;

- servizi di scorta alle componenti del soccorso.

L'apporto di volontari, in possesso di requisiti specifici, sarà strettamente commisurato alla natura dell'emergenza e, comunque, espressamente autorizzata dalla Prefettura.

Il materiale di ingombro sarà rimosso, su disposizione della Magistratura e previa autorizzazione, qualora prevista, della Commissione d'inchiesta, dai Vigili del Fuoco e dal personale della Società proprietaria dei mezzi incidentati.

Qualora il sinistro sia occorso a personale e mezzi dell'Amministrazione militare, i materiali di ingombro, come gli stessi mezzi incidentati, saranno presidiati dall'Arma dei Carabinieri e rimossi a cura dell'Autorità militare, solo a seguito di autorizzazione della Magistratura e della Commissione d'inchiesta. Piano Provinciale di Emergenza 425

Disastro aereo

Qualora la Prefettura venga informata di un grave disastro aereo, nel territorio della provincia, di proporzioni tali da far supporre un numero elevato di morti e feriti, darà immediata attuazione, anche se parziale, al Piano di Emergenza. All'uopo, il Centro Coordinamento Soccorsi diramerà con immediatezza l'ordine per l'invio sul posto della forza di soccorso necessaria.

In particolare, se l'evento calamitoso è avvenuto in mare, saranno subito avvertiti, per gli interventi di competenza, Maridipart di Taranto e Centro Soccorso Aereo di Martina Franca che assumerà la direzione dei soccorsi in mare. AI contempo, il C.C.S., insediato in Prefettura, organizzerà il servizio di assistenza con l'invio, se necessario, di ambulanze e personale sanitario per il trasporto e la cura dei feriti o degli assiderati, nonchè di mezzi di trasporto per le persone non abbisognevoli di cure.

Se l'evento è avvenuto in terra, la direzione tecnica sarà sempre assunta dal Centro Soccorso Aereo di Martina Franca e il C.C.S. disporrà l'impiego delle forze di soccorso necessarie, con particolare riguardo ad ambulanze e personale sanitario, a mezzi e personale dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell'Ordine.

Quando si abbia ragione di temere che il numero dei feriti sia elevato, il C.C.S. provvederà a porre subito in stato di allarme gli ospedali ed i luoghi di cura più vicini ed a reperire, tramite gli stessi nosocomi e le due Aziende Sanitarie Locali del materano, forti quantitativi di plasma e sangue. In casi eccezionali, richiederà ai Presidenti degli Ordini professionali la partecipazione volontaria o disporrà la precettazione del personale sanitario necessario.

Polizia Stradale ed Arma dei Carabinieri provvederanno ad effettuare, oltre che servizi di scorta ai veicoli di soccorso, posti di blocco sulle arterie adducenti la zona del disastro:

- per deviazione del traffico;

- per impedire atti di sciacallaggio;

- per impedire l'accesso a veicoli non autorizzati, onde evitare ostacoli ai soccorsi.

Piano Provinciale di Emergenza 426

D'intesa con la Magistratura, nel frattempo informata dell'accaduto dalla Prefettura, e con la collaborazione dell'Ufficio Comunale competente, la Questura provvederà alla costituzione nella località più vicina di un centro di identificazione delle salme.

A cura delle Autorità locali si dovrà provvedere, altresì, alla sistemazione logistica dei familiari delle vittime ed a tutte le pratiche relative alle salme nei luoghi di origine.

I rottami di aerei civili saranno rimossi, su disposizioni della Magistratura e previa autorizzazione della Commissione d'inchiesta, dai Vigili del Fuoco e dal personale della Compagnia Aerea interessata. I rottami di aerei militari saranno, invece, presidiati dall'Arma dei Carabinieri e rimossi da personale militare, dopo autorizzazione della Magistratura e della Commissione d'inchiesta.

Piano Provinciale di Emergenza 427

Disastro ferroviario

Nei disastri ferroviari, le difficoltà maggiori che i soccorritori possono incontrare sono rappresentate dalla impossibilità di raggiungere le zone del disastro con normali mezzi ruotati. In tal caso, i soccorsi e lo sgombero dei feriti potranno avvenire attraverso la stessa linea ferroviaria utilizzando carrozze, messi a disposizione dal Compartimento delle FF.SS. di Reggio Calabria o di Bari e dalla Gestione delle F.A.L..

Qualora l'ambiente circostante si presti all'atterraggio di elicotteri, sarà fatto largo uso degli stessi per il trasporto dei feriti più gravi. Il Compartimento delle FF.SS. di Reggio Calabria o di Bari e la Gestione delle F.A.L. dovranno provvedere al dirottamento dei treni sino a quando non sarà ripristinata la linea a cura dei propri organi tecnici.

In ogni caso, allorchè la Prefettura venga informata di un grave disastro ferroviario verificatosi in territorio provinciale, in proporzioni tali da far supporre un numero elevato di morti e feriti, sarà data immediata attuazione, anche se parziale, al Piano di Emergenza, secondo gli schemi operativi di intervento per disastro aereo.

Piano Provinciale di Emergenza 428

Naufragio

La Prefettura, avuta notizia della minaccia di un naufragio o di un disastro marittimo già verificatosi che richieda, quindi, l'invio immediato di soccorsi, prenderà subito contatto con Maridipart, allertando il Centro Soccorso Aereo di Martina Franca.

Gli schemi operativi di intervento sono quelli configurati per ipotesi di disastro aereo avvenuto in mare, che si intendono qui interamente richiamati.

Piano Provinciale di Emergenza 429

Inquinamento delle acque potabili, inquinamento fluviale o marino

Allorchè si prospetti il pericolo di inquinamento di acque interne o marine, la Prefettura allerterà immediatamente, in relazione pure alla gravità dell'evento:

- Comuni interessati;

- Forze dell'Ordine;

- Vigili del Fuoco;

- Corpo Forestale dello Stato;

- Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente;

- Ufficio Territorio;

- Acquedotto Lucano;

- Capitaneria di Porto e Maridipart di Taranto per ipotesi di inquinamento marino.

In particolare, i Vigili del Fuoco, in collaborazione con tecnici dell'Acquedotto Lucano, del Comune, dell'Ufficio Territorio e, se l'evento è avvenuto in mare, sotto la direzione di Maridipart, dovranno provvedere:

- al contenimento, assorbimento, recupero e smaltimento, ove possibile, dell'elemento inquinante;

- alla messa in opera di panne galleggianti o altre forme di sbarramento;

- all'impiego di motopompe, idrovore o elettropompe per l'aspirazione ed il travaso degli strati superficiali quando si tratti di liquidi non miscibili in acqua e più leggeri di essa, come nel caso di prodotti petroliferi;

- alla bonifica delle spiagge mediante asportazione degli strati inquinanti da trasferire a discarica.

Il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente dovrà provvedere:

- al prelevamento di campioni idrici da sottoporre ad analisi;

Piano Provinciale di Emergenza 430

- alla identificazione della natura chimica della sostanza liquida dispersa ed alla sua neutralizzazione, ove possibile;

- a disporre interventi igienico-sanitari per la tutela della salute pubblica.

Su indicazione del competente servizio dell'Azienda Sanitaria Locale, i tecnici deII'Acquedotto Lucano e del Comune cureranno la sospensione dell'erogazione idrica potabile. Il trasporto e la distribuzione, in via sostitutiva, di acqua potabile saranno effettuati a mezzo di auto botti di Vigili del Fuoco e Corpo Forestale dello Stato.

Restano salve, infine, le disposizioni operative previste da specifica pianificazione della Marina Militare per ipotesi di inquinamento marino.

Piano Provinciale di Emergenza 431

Emergenze sanitarie

In caso di epidemie, ogni misura di emergenza sarà adottata, su proposta dell'Azienda Sanitaria Locale, dal Sindaco, qualora il fenomeno interessa solo un ambito locale, o direttamente dal Prefetto, d’intesa con il Presidente della Provincia, in caso di emergenza di più vaste dimensioni.

Per accertata necessità, si procederà alla requisizione dei locali necessari ed all'isolamento dei contatti sani, per i quali saranno adottati tempi diversi di isolamento, a seconda del periodo di incubazione delle varie malattie.

Interventi di disinfezione e disinfestazione saranno assicurati dal Servizio Igiene Ambientale dell'Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente, che indicherà le misure atte a contenere l'epidemia. Ogni informazione alla popolazione sarà filtrata dalla Sala Stampa allestita presso la Prefettura.

In caso di epizoozie, le operazioni di disinfezione e disinfestazione, in particolare di stalle e terreni adiacenti, saranno assicurate dal Servizio Veterinario, in collaborazione con il Servizio Igiene Ambientale dell'Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente. Anche in questo caso, operatori economici e popolazione saranno tempestivamente informati dell'insorgenza dell'epizoozia e delle misure atte a contenerla attraverso la Sala Stampa della Prefettura.

Quando i fenomeni assumano proporzioni tali da richiedere il ricorso a misure straordinarie, si darà attuazione al Piano di Emergenza. In tal caso, il Centro Coordinamento Soccorsi provvederà immediatamente:

- ad attivare, tramite le Aziende Sanitarie Locali, strutture ospedaliere, laboratori di igiene e profilassi ed altre strutture con competenze specifiche in materia;

- ad individuare strutture recettizie per il ricovero di persone;

- a reperire i mezzi di trasporto necessari per il trasferimento delle popolazioni;

- ad attuare i servizi necessari, a cura delle Forze dell'Ordine, per l'isolamento delle zone contaminate, per la disciplina del traffico e per il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica. Piano Provinciale di Emergenza 432

Rinvenimento ordigni esplosivi

AI ritrovamento dell'ordigno, si rende necessario circoscrivere con immediatezza la zona, con unità delle Forze dell'Ordine presenti sul posto. Informata del rinvenimento, la Prefettura disporrà l'impiego delle unità ritenute indispensabili a fronteggiare la situazione.

Prioritario, al riguardo, è l'allertamento e l'impiego, oltre alle Forze dell'Ordine in loco, di:

- artificieri dell'Esercito, contattati presso il X° Centro Rifornimenti Mantenimento - Sezione Esplosivi di Napoli;

- personale e mezzi dei Vigili del Fuoco;

- personale tecnico comunale.

Proprio dall'Ente locale dovranno essere attinti i rilievi cartografici ed i primi necessari elementi informativi, riferiti all'eventuale attraversamento, nelle zone del ritrovamento, di reti di erogazione di gas, acqua ed elettricità, di cui può rendersi necessaria la sospensione. Qualora, per la zona del rinvenimento e le dimensioni dell'ordigno, si renda necessario procedere anche allo sgombero di edifici ed all'interruzione dei percorsi viari, verrà tempestivamente insediato presso la Sala Operativa della Prefettura, il Centro Coordinamento Soccorsi per la pianificazione delle operazioni di disinnesco.

In attesa di dette operazioni, la zona interessata dal rinvenimento rimarrà attentamente vigilata.

Piano Provinciale di Emergenza 433

Rottura di metanodotti e di grosse condotte idriche

INTERVENTI PER ROTTURA DI METANODOTTI

La provincia è attraversata dal metanodotto gestito dalla SNAM, con allacciamenti sulla rete principale per consentire la metanizzazione dei centri abitati.

Di ogni rottura che possa determinare situazione di pericolo per la popolazione, la SNAM e il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco sono tenuti ad informare immediatamente la Prefettura. Agli stessi adempimenti dovranno provvedere gli Enti gestori delle singole derivazioni ed i Comuni, nel caso di rotture delle reti interne di distribuzione.

Dichiarazione dello stato di allertamento o preallarme

In caso di fuoriuscita incontrollata di gas, sarà immediatamente disposto il presidio a largo raggio del punto di emergenza e si raccoglieranno le informazioni e gli elementi utili per i primi interventi (ubicazione topografica del punto di emergenza; presenza di abitazioni, strade, ferrovie, linee elettriche; individuazione delle cause dell'incidente e prime valutazioni degli impatti).

Dichiarazione dello stato di allarme

Nel caso di rotture che possono determinare situazioni di più grave pericolo per la popolazione, il Prefetto, sulla base dei pareri dei responsabili della SNAM, degli Enti gestori e del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, potrà disporre l'attuazione del Piano di Emergenza, con la convocazione del Centro Coordinamento Soccorsi. In tal caso, si provvederà:

- all'invio nella zona minacciata di reparti dei Vigili del Fuoco per gli interventi di competenza, anche in collaborazione con i tecnici degli Enti gestori;

Piano Provinciale di Emergenza 434

- all'invio di reparti della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con il compito di assicurare il mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica, di collaborare all'assistenza della popolazione minacciata, di cooperare, in particolare, alle eventuali operazioni di evacuazione, di istituire un cordone attorno alla zona minacciata e di attuare un accurato servizio lungo le strade interessate per favorire l'accesso dei mezzi di soccorso ed il deflusso delle persone da evacuare;

- ad interessare l'E.N.E.L. per le necessarie misure di competenza, come interruzione nell'erogazione dell'energia elettrica.

Si provvederà, infine, all'attuazione delle misure assistenziali in favore della popolazione interessata, secondo la programmazione predisposta.

INTERVENTI PER ROTTURE DI CONDOTTE IDRICHE

Le rotture delle condotte idriche possono determinare interruzione totale o semplice riduzione del flusso. Nel primo caso, dovendo far ricorso a misure di emergenza, potrà determinarsi la necessità di applicazione del Piano di Emergenza; nel secondo caso, la situazione dovrà essere esaminata in concreto in relazione all'entità delle riduzioni, onde decidere se fare ricorso a misure integrative realizzabili con strumenti ordinari o se decretare l'attuazione del Piano di Emergenza.

Dichiarazione dello stato di allertamento o preallarme

L'interruzione totale del flusso idrico o la sua riduzione possono verificarsi per fatti riferiti alla fonte od al tratto iniziale delle condutture o, ancora, a tratti intermedi del percorso di adduzione. In ogni caso, occorrerà prevedere interventi di emergenza per approvigionare anzitutto le popolazioni e, in secondo luogo, soddisfare altre esigenze.

La prima misura potrà essere rappresentata dall'utilizzo, per le zone prive di acqua, delle riserve del medesimo acquedotto e dei flussi provenienti da altri acquedotti. Piano Provinciale di Emergenza 435

La seconda misura terrà conto della possibilità di prelevare, a mezzo di autobotti, alle "bocche di rifornimento" dello stesso acquedotto colpito o degli acquedotti più vicini, congrui quantitativi d'acqua da distribuire alle popolazioni. Per tale esigenza potranno essere utilizzate le auto botti disponibili in provincia, idonee per il trasporto d'acqua potabile, nonchè autobotti da reperire sollecitamente nelle province limitrofe.

Il terzo intervento mirerà alla utilizzazione, come extrema ratio, delle acque dei pozzi esistenti in provincia, con la distinzione tra pozzi di acqua potabile e pozzi di acqua non potabile.

Un concreto ausilio potrà, infine, essere fornito dal Centro di Trattamento Acque del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del materano, sito in frazione Macchia di Ferrandina.

Dichiarazione dello stato di allarme

Nei casi più gravi, il Centro Coordinamento Soccorsi, nel frattempo convocato in Prefettura, disporrà:

- immediati interventi da parte dell'Ente gestore, per l'accertamento delle cause dell'evento e della sua portata (tipo dei lavori da eseguire per il ripristino dell'erogazione, durata dei lavori, Comuni e frazioni interessati dall'interruzione o riduzione del flusso, determinazione delle quantità d'acqua che possono essere fornite in via sostitutiva);

- l'acquisizione della disponibilità dei mezzi (autobotti, etc.) per far fronte all'emergenza;

- la mobilitazione delle Forze dell'Ordine, sia per assicurare il deflusso del traffico di autobotti, sia per garantire l'ordine pubblico;

- la mobilitazione del personale sanitario necessario, con particolare riguardo a quello addetto ai laboratori di igiene e profilassi e di analisi, per i controlli sulle condizioni di potabilità dell'acqua e per la tutela della situazione igienico-sanitaria;

- l'informazione, con i mezzi più idonei, alle popolazioni circa il comportamento da tenere; Piano Provinciale di Emergenza 436

- la costituzione, ove necessario, di Centri Operativi Misti;

- la costituzione, ove necessario, di Unità Assistenziali di Emergenza.

Piano Provinciale di Emergenza 437

Interventi assistenziali

Come si è avuto modo di illustrare in precedenza, le operazioni di soccorso, nella fase di perdurante calamità ed immediatamente dopo, vengono integrate mediante assistenza alle popolazioni colpite da parte dei reparti di soccorso pubblico dei Vigili del Fuoco, delle Forze dell'Ordine e delle Forze Armate.

L'attività di tali reparti si concretizza, infatti, oltre che nell'azione di soccorso, anche nella prestazione delle prime misure assistenziali. Esse consisteranno, soprattutto:

- nella istituzione di posti di ristoro e cucine da campo per la distribuzione di generi di conforto e di alimenti alla popolazione;

- nella istituzione di posti di distribuzione di acqua potabile a mezzo di autobotti e di autocarri-cisterna;

- nella distribuzione di effetti letterecci e nella installazione di impianti di attendamento, dando la precedenza agli ammalati, agli anziani, ai bambini.

Tale primo intervento assistenziale potrà raggiungere l'auspicata efficacia attraverso una opportuna armonizzazione con l'azione affidata ad Autorità ed Enti locali assistenziali ed, in particolar modo, al Sindaco del Comune della località colpita, alle Aziende Sanitarie Locali, ai rappresentanti della Sezione locale della Croce Rossa Italiana, chiamati tutti a fornire i primi più urgenti interventi assistenziali.

Su segnalazione della Prefettura della natura dell'evento verificatosi, della presumibile entità del danno, della effettiva necessità di interventi assistenziali adeguati al caso e del materiale occorrente, il Ministero dell'Interno impartirà le opportune disposizioni al "Centro Assistenziale di pronto intervento" di Potenza e, se necessario, a quello di Bari ed ai Centri dislocati in altre regioni.

L'intervento del Centro Assistenziale permetterà l'attuazione di più ampie misure ed asssicurerà alle stesse un carattere di organica continuità, in piena sintonia con le iniziative prese dagli Organi locali.

Piano Provinciale di Emergenza 438

L'attività assistenziale della Prefettura e degli Organi locali precede gli interventi del "C.A.P.I.", dovendo far fronte ai primi immediati bisogni della popolazione e, al contempo, continua a svolgersi dopo l'intervento dello stesso Centro, in coordinamento con l'azione da esso posto in atto.

Se l'intervento del Centro assicura, infatti, grazie all'attrezzatura specializzata di cui è dotato, la possibilità di porre immediatamente in atto misure adeguate ed efficaci di assistenza, è del pari necessario che, contemporaneamente ed in sintonia con l'azione svolta dal C.A.P.I., si sviluppino altre iniziative assistenziali di integrazione e completamento. AI riguardo, quando saranno evidenziate nella loro entità le necessità delle popolazioni colpite, la Prefettura impartirà precise direttive agli Organi locali per attuare tempestivamente le provvidenze programmate, quali la sistemazione in ricoveri provvisori dei sinistrati rimasti privi di abitazione, la istituzione di mense gratuite con somministrazione di pasti caldi, la diretta distribuzione di viveri in natura ovvero di buoni per il prelevamento degli stessi presso gli esercenti locali.

L'attuazione di tali provvidenze sarà curata in ciascun Comune, d'intesa fra l'Amministrazione Comunale e gli Organismi di Protezione Civile già operanti in loco.

Il Volontariato è una risorsa preziosa per la gestione delle varie potenziali emergenze derivanti da eventi calamitosi.

E' stato da sempre sostenuto che il coinvolgimento della popolazione e delle Organizzazioni di volontariato in particolare, a fianco delle competenze peculiarmente spettanti alle strutture statali e degli Enti locali, costituisce una condizione irrinunciabile affinché il complesso sistema di protezione civile possa esprimersi al massimo delle sue potenzialità.

Il volontariato per la protezione civile non può però essere costituito da un insieme di singoli individui, ma deve avvalersi di organizzazioni volontarie precostituite, iscritte all'albo regionale e, preferibilmente, a quello nazionale, addestrate ed autosufficienti.

Tra i settori più rilevanti per l'impiego delle associazioni di volontariato nel settore della protezione civile si individuano i seguenti:

- Attività di supporto al servizio antincendio regionale;

Piano Provinciale di Emergenza 439

- Attività subacquea;

- Attività di supporto ed assistenza sanitaria e veterinaria;

- Attività di radiocomunicazioni;

- Attività di soccorso alpino e speleologico;

- Attività di supporto ed assistenza logistica;

- Attività di supporto nella ricerca dei dispersi con unità cinofile.

La Regione Basilicata, in particolare, ha già avviato un'attività di censimento comprendente, per ciascuna di esse, la valutazione delle potenzialità, delle risorse e della disponibilità di intervento, nonché specifiche attività per favorire la costituzione di forum provinciali per facilitare il colloquio e l'utilizzo in emergenza.

La Prefettura, per garantire una migliore assistenza nei casi più gravi e comunque ove ritenuto necessario, provvederà alla costituzione di particolari "Unità Assistenziali di Emergenza", con il compito di prestare ogni forma di soccorso in favore delle popolazioni sinistrate. In particolare, dette Unità Assistenziali provvederanno a:

- fornire ogni utile informazione agli Organi di Protezione Civile ed al Centro Coordinamento Soccorsi;

- assicurare, a seconda della necessità, la distribuzione dei soccorsi e l'assegnazione dei ricoveri sotto tende o in baraccamenti ed ogni altro intervento assistenziale in favore dei sinistrati;

- provvedere al rilascio di contrassegni ed autorizzazioni per le persone abilitate a circolare nelle zone colpite ed al censimento della popolazione sinistrata.

Tali Unità Assistenziali sono dirette da funzionari dei ruoli dell'Amministrazione Civile dell'Interno. Ad esse è addetto personale specializzato nei servizi di assistenza sociale per l'assistenza dei minori, degli anziani e dei minorati. A tali Unità Assistenziali sarà aggregato un reparto per l'assistenza sanitaria al quale la Croce Rossa Italiana concorrerà ed assicurerà attrezzature e personale avvalendosi, in particolare, delle infermiere volontarie

Piano Provinciale di Emergenza 440 non inquadrate in formazioni sanitarie organiche e dei volontari della propria organizzazione.

All'atto della costituzione delle predette Unità, il Prefetto chiederà l'assegnazione anche di personale femminile della Polizia di Stato, in relazione alle specifiche attribuzioni, con particolare riguardo alla tutela sociale e morale di persone in stato di abbandono.

Qualora, per la natura e la gravità dell'evento, si rendessero necessari il temporaneo trasferimento degli abitanti dai luoghi colpiti e la sistemazione alloggiativa degli stessi in altri Comuni, la Prefettura dovrà provvedere ad avviare, con adeguati mezzi di trasporto, i sinistrati nei luoghi di ricovero disponibili, riservando particolari attenzioni agli infermi, agli anziani ed ai minori.

Le Autorità locali, per consentire l'attuazione degli interventi a carattere assistenziale, dovranno provvedere, secondo le indicazioni emergenti dalla pianificazione comunale:

- alla ricognizione sommaria dei servizi disponibili;

- alla costituzione di centri per l'informazione e lo smistamento della popolazione;

- alla collaborazione per la sistemazione della popolazione nei centri di raccolta;

- al censimento delle necessità e reperimento dei relativi mezzi;

- alla programmazione degli interventi in base alla priorità risultante dal censimento delle necessità;

- all'organizzazione dei servizi assistenziali ed igienico-sanitari più urgenti, con particolare riguardo ai servizi per i bambini e per gli anziani e per la prevenzione delle malattie infettive;

- alla collaborazione per il funzionamento dei Centri di raccolta.

Comunque, l'intervento degli Organi locali (Amministratori degli Enti, personale dipendente e volontari) dovrà essere immediato al verificarsi dell'emergenza e conforme a criteri di automatismo. Occorre che, mentre viene data agli Organi provinciali notizia dell'evento, si sviluppi in

Piano Provinciale di Emergenza 441 contemporanea l'azione degli Enti locali che sarà quindi coordinata ed integrata dagli interventi degli Organi provinciali.

La raccolta e la distribuzione del materiale assistenziale ed, in particolare, di indumenti, masserizie e derrate che i privati cittadini, le Associazioni ed i Comitati intendono offrire in occasione di eventi calamitosi, sarà affidata di massima, su disposizione del Prefetto, alla Croce Rossa Italiana.

Per l'approvigionamento dei materiali di assistenza, verranno utilizzati magazzini messi a disposizione da Enti locali ovvero opportunamente requisiti.

La Guardia di Finanza dovrà provvedere per la relativa vigilanza e custodia anche in ore notturne.

Qualora particolari esigenze d'istituto non dovessero consentire alla Guardia di Finanza, in tutto o in parte, l'assolvimento dei compiti di cui sopra, sono chiamati a sopperire i Carabinieri e la Polizia di Stato con il concorso, se necessario, del Corpo Forestale e dei Vigili Urbani delle località interessate.

AI verificarsi del sinistro, avente dimensioni di pubblica calamità, i Sindaci dei Comuni colpiti, dovranno istituire appositi magazzini in locali possibilmente situati presso la sede comunale e presso altri idonei immobili già preventivamente indivuati, per farvi affluire, sulla base dei criteri e degli ordini di smistamento stabiliti dal C.C.S., sia i materiali che perverranno direttamente alle Autorità Comunali da parte di Organismi locali, sia quelli che perverranno tramite la Prefettura.

Tutte le iniziative assistenziali in denaro, assunte da Enti, Associazioni, Istituti o singoli cittadini, dovranno far capo alla Prefettura.

Negli allegati sono indicati, distintamente per Comune, gli alberghi, le pensioni, le locande, gli istituti e le scuole ove potranno essere sistemate le persone evacuate dalla zona sinistrata. Per il concorso nella distribuzione di generi alimentari si richiama l'allegato 46 in cui sono indicati depositi e magazzini.

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Interventi di carattere igienico-sanitario

Per quelli sanitari si è ritenuto opportuno suddividere in tre fasi l'ordine degli interventi.

Agli effetti dell'organizzazione dei ricoveri e delle cure ospedaliere, si è altresì suddiviso il territorio della provincia in cinque zone, coincidenti con la dislocazione dei C.O.M., in modo da consentire un avviamento più spedito e razionale dei bisognosi di cure dal luogo della calamità all'ospedale più vicino, dotato di idonea attrezzatura e di personale sanitario in grado di apprestare le cure stesse.

I - Prima fase

Fino a quando la direzione ed il coordinamento dei servizi sanitari nella zona colpita non siano assunti dagli Organi dello Stato, i primi urgenti soccorsi sanitari, veterinari ed attinenti all'igiene pubblica verranno effettuati dagli Organi dell'Azienda Sanitaria Locale, in stretta collaborazione con il Sindaco della zona colpita che dirige le operazioni di soccorso.

Allo scopo potranno essere utilizzati gli ambulatori esistenti in ogni Comune, quanto meno per i feriti meno gravi, nonchè gli ambulatori dei Distretti Sanitari operanti nei Comuni stessi, semprechè non siano stati distrutti dall'evento.

Comunque, nella zona disastrata, dovranno essere subito istituiti, d'intesa con il Comune, l'Azienda Sanitaria Locale e Basilicata Soccorso, posti di medicazione, dotati di autoambulanze, barelle e personale qualificato allo scopo di prestare i soccorsi d'urgenza. Tali mezzi, se la zona interessata ne è sprovvista, saranno fatti affluire dai centri viciniori.

Per i medicinali si provvederà a mezzo delle farmacie locali.

II - Seconda fase

L'assistenza sanitaria di emergenza prevista nella prima fase non può ovviamente sopperire alle esigenze degli assistibili, in questa fase, dovrà

Piano Provinciale di Emergenza 443 svilupparsi l'assistenza sanitaria concertata, attraverso l'intervento coordinato degli Organi istituzionalmente preposti al servizio sanitario.

Quando le località colpite sono dotate di un ospedale, i servizi di smistamento e di trasporto agli ospedali stessi degli assisti bili non presenterà eccessive difficoltà, mentre queste ultime saranno ovviamente maggiori ove la località non sia dotata di servizio ospedaliero ed occorra provvedere al trasporto dei feriti e degli infermi in ospedali situati in altre località.

L'avvio agli ospedali, se gli stessi si trovano nella località colpita, sarà effettuato utilizzando le ambulanze esistenti in loco ed a cura del Coordinatore sanitario che sovrintende al servizio sanitario di emergenza.

Lo stesso Coordinatore sanitario provvederà ad informare tempestivamente il Sindaco ed il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale competente sulle necessità sanitarie, quali emergono dalle circostanze, e sul numero dei feriti ed infermi che debbono eventualmente essere trasportati fuori zona, qualora la stessa non fosse dotata di ospedali o quelli esistenti non fossero sufficienti alle esigenze.

A tal fine, il C.C.S. disporrà l'invio sul posto di autoambulanze, in numero adeguato, in dotazione agli Enti ospedalieri, alla Croce Rossa Italiana, ai Vigili del Fuoco, alle Forze Armate e ad altri Enti.

Il servizio di smistamento e di trasporto dei feriti ed infermi dovrà essere diretto e coordinato dal Direttore Generale o dal Coordinatore sanitario dell'Azienda Sanitaria Locale, che provvederà previe intese con il Centro Coordinamento Soccorsi.

Analoghe intese dovranno essere prese dal Direttore Generale della A.S.L., con il C.C.S. ed il Prefetto, per la richiesta del servizio di soccorso aereo del Ministero della Difesa, ai fini del trasporto di ammalati e traumatizzati, qualora le attrezzature sanitarie esistenti in provincia si rivelassero insufficienti o qualora fosse impossibile effettuare il trasporto con normali mezzi.

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III - Terza fase

Si concretizzano in questa fase i vari interventi specifici, coordinati dal Prefetto, attraverso l'indicazione dei Distretti Sanitari competenti, del Direttore Generale dell'A.S.L. o del Coordinatore sanitario.

Avuta conoscenza della natura, entità ed evoluzione dell'evento, si provvederà:

- all'eventuale istituzione di ambulatori di emergenza nei luoghi più opportuni, utilizzando personale e mezzi a disposizione in ciascuna zona. Il personale sanitario può essere fornito, in via eccezionale, anche dagli ospedali nei limiti di sicurezza per il funzionamento dei servizi di istituto;

- alla fornitura dei medicinali necessari. Oltre alla utilizzazione della scorta dell'A.S.L., si provvederà al relativo prelevamento dai depositi e dalle farmacie e al conseguente invio alle farmacie o agli Uffici sanitari dei Comuni della zona colpita;

- all'eventuale sgombero dall'ospedale nel caso in cui sia stato danneggiato dall'evento;

- alla profilassi mediante controllo degli acquedotti e fornitura di acqua, in via di emergenza, con le autobotti, controllo delle fognature, disinfezione generale da parte dell'Ufficio dell'Azienda Sanitaria Locale competente, vaccinazione presso gli ambulatori comunali, con materiale fornito dall'Ufficio dell'Azienda Sanitaria Locale competente, vigilanza e controllo generale degli alimenti, bevande e locali pubblici.

Le operazioni saranno dirette dal Coordinatore sanitario della zona con l'eventuale collaborazione dei medici dirigenti del Distretto di zona. I concreti interventi saranno attuati dal personale sanitario comunale. Nel caso di recupero di salme verranno istituiti gruppi di Vigili del Fuoco, militari ed anche volontari, forniti di guanti e maschere, sotto la vigilanza e la direzione di un operatore sanitario per eventuale disinfezione.

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Interventi veterinari

Saranno diretti dal Capo Servizio Veterinario deII'A.S.L. territorialmente competente.

Il servizio sarà diretto preminentemente all'assistenza, profilassi dei capi di bestiame (alloggiamento, nutrizione, abbeveraggi, trasferimenti, etc.) ed al sotterramento o distruzione dei capi deceduti, nel più breve tempo possibile.

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L'INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

Gli interventi di soccorso, attuati a seguito di un'emergenza di protezione civile, sono condizionati, in forma determinante, dalla collaborazione della popolazione colpita.

Soprattutto per quanto riguarda le diverse tipologie di rischio che interessano il territorio e le eventuali misure di contrasto è fondamentale quindi, un coinvolgimento della popolazione attraverso una capillare divulgazione del piano di protezione civile e la diffusione, in tempo reale, delle infonnazioni riguardanti gli interventi in corso e l'evoluzione dell'evento calamitoso.

L'Educazione al comportamento, da promuovere in fase di prevenzione, deve costituire un impegno primario della Protezione civile della Provincia di Matera, che si pone l'obiettivo, innanzi tutto, della formazione di una cultura della protezione civile.

Importanza strategica per il conseguimento di risultati a medio e lungo periodo sarà un'intensa attività divulgativa presso le scuole fin dalle scuole inferiori.

Solo la conoscenza delle situazioni di rischio da parte della popolazione consentirà la possibilità di attivare comportamenti che conducano ad un'efficace autodifesa.

Perché l'informazione sia efficace, venga ricordata, porti a comportamenti corretti ed assunti spontaneamente dai cittadini, deve essere fornita in modo adeguato e costante sia in ordinario che in emergenza.

L'attività informativa sarà suddivisa in tre fondamentali tipologie:

- la comunicazione propedeutica;

- la comunicazione preventiva;

- la comunicazione in emergenza.

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LA COMUNICAZIONE PROPEDEUllCA

La comunicazione propedeutica mira a far conoscere l'organizzazione di Protezione Civile e dei corretti comportamenti da tenere nei vari casi di possibili emergenze.

Piano Provinciale di Emergenza 447

In particolare l'infonnazione dovrà far sì che i cittadini sappiano come è stato costituto ed articolato il Sistema di Gestione delle Emergenze e sappiano individuare, con altrettanta chiarezza, le autorità ed i referenti responsabili a livello locale nonché i modi con cui gli stessi sono, all'occorrenza rintraccia bili.

In tal senso, la Provincia, con il supporto degli Enti di ricerca scientifica, attiverà campagne di comunicazione attraverso i seguenti strumenti diretti:

- Spot informativi;

- Partecipazione a trasmissioni TV locali;

- Articoli su quotidiani, periodici, ecc.;

- Specifici supporti di comunicazione da diffondere presso le famiglie;

- Programmi informativi scolastici.

LA COMUNICAZIONE PREVENTIVA

La comunicazione preventiva finalizzata alla conoscenza dei rischi che insistono sul territorio, delle modalità con cui essi possono generare un'emergenza e delle norme di comportamento da parte della popolazione colpita, serve a promuovere una cultura molto utile, se non indispensabile in concomitanza con un evento di crisi. Occorre, in tal senso, predisporre un piano di comunicazione più generalista ma costante nel tempo che preveda l'utilizzo dei seguenti strumenti:

- una costante attività di diffusione attraverso gli organi di informazione;

- dibattiti e tavole rotonde;

- incontri seminariali con i giornalisti per la corretta diffusione della notizia in caso di calamità;

- acquistare spazi sui giornali per pubblicare alcuni testi, in maniera semplice e diretta, su chi è e cosa fa la Protezione Civile;

- la diffusione capillare di opuscoli, scientificamente corretti ma a carattere fortemente divulgativo, per ognuna delle tipologie di rischio considerate nel Piano di emergenza;

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- approntamento di un sito WEB;

- programmi formativi scolastici;

- una costante attività di sensibilizzazione anche presso tutte le associazioni di categoria (ingegneri, architetti, geometri, geologi, ecc.);

- invio messaggi SMS sui cellulari di tutte le persone, che ne facciano richiesta (a seguito di opportuna e capillare campagna informativa sull'esistenza di tale servizio).

LA COMUNICAZIONE IN EMERGENZA

La comunicazione in stato di crisi sarà sviluppata rispetto a due differenti tipologie:

- Comunicazione interna intesa come costante informazione circolare fra tutti gli uffici preposti all'intervento;

- Comunicazione esterna, diretta alla popolazione sulla situazione di crisi, gli interventi di soccorso in atto e le misure di autoprotezione da adottare.

Gli strumenti della comunicazione, che dovranno avere le seguenti caratteristiche:

- Comunicare quello che si sa subito;

- Comunicare con un linguaggio chiaro e facile da comprendere, sono i seguenti:

- Comunicato stampa;

- Messaggio audio (megafono, sirene, campane);

- Volantini (stile telegrafico ed essenziale);

- Manifesti;

- Internet;

- Televideo;

- Istituire un numero unico per le emergenze;

- Invio messaggi SMS; Piano Provinciale di Emergenza 449

- Utilizzo di altoparlanti;

- Rete di Radioamatori.

Per un'efficace comunicazione in stato di emergenza si predisporrà una mailing list di tutti i media locali e dei principali media nazionali, dei giornalisti e dei referenti chiave sul territorio.

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