Federico Barocci “…Accordando Questa Musica”
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Federico Barocci “…accordando questa musica” In occasione del quarto centenario della sua morte (1612 - 2012) A cura dell’ Associazione Musicale Bella Gerit - Urbino (Italy) Breve premessa Il presente progetto è l’inedito lavoro di ricerca storico/culturale e di produzione musicale/artistica legata al periodo rinascimentale di Urbino a cura dell’ensemble Bella Gerit. Esso fa seguito alla pubblicazione e divulgazione di opere musicali inedite (provenienti principalmente dai fondi urbinati) già realizzate nei tre Cd: “La Dolce Vista - musica al tempo di Federico da Montefeltro (Codex Urbinate Latino 1411)” “Nuptiae Factae Sunt - musica al tempo di Raffaello (Medici Codex 1518)” “De Divina Proportione” (Codex Urbinate Latino 1419). Il progetto Il progetto (musicale e non solo, come si spiegherà in seguito*) vuole celebrare il grande pittore urbinate Federico Barocci nell’anno di questa importante ricorrenza. L’intento è quello di rielaborare e di riproporre, attraverso la ricostruzione di eventi artistici coevi, il delicato contesto storico/culturale dell’epoca entro il quale il pittore dovette vivere e lavorare; sono difatti gli anni del Concilio di Trento (conclusosi nel 1563), con il quale la Chiesa poneva di fatto le basi per dettare le regole ed avere il controllo anche in campo artistico (musicale e pittorico in specie). In questo clima, i massimi esponenti delle arti che gravitavano intorno ai due duchi di Urbino che si successero in quegli anni (Guidobaldo II Della Rovere e, dal 1574, il figlio Francesco Maria II Della Rovere), furono costretti ad “adattarsi” e a “conformarsi” ai dettami delle nuove disposizioni ecclesiastiche, rivelando tratti comuni pur nelle diverse discipline. Appare cosi naturale accostare il fluido e depurato linguaggio musicale di Costanzo Porta (1529 - 1601), vero ambasciatore dei Della Rovere tramite il componimento encomiastico, alla sinfonia di colori che sprigionano le tele del Barocci e che avvolgono l’osservatore come una straordinaria e magica melodia. Si, perché per Federico Barocci pittura e musica si equivalgono: il pittore è come un musicista, accosta i toni come il musicista esegue gli accordi, e dal momento che l’udito trae diletto ascoltando una bella melodia, così anche la vista deve trarre piacere dall’armonia dei colori e dei lineamenti. Giovan Pietro Bellori (1613 - 1696), primo importante biografo di Barocci, racconta che un giorno, mentre dipingeva, gli si accostò il suo mecenate Guidobaldo II Della Rovere, duca di Urbino, e gli chiese cosa stesse facendo. E facendogli vedere il quadro, Federico rispose: “sto accordando questa musica”. Come si evince dalle sue biografie, il legame tra il pittore e la sua Regione fu molto profondo. Egli era continuamente ispirato dalla sua terra e soprattutto dalla sua città (Urbino), che amava moltissimo e dalla quale, dopo il ritorno da Roma (1563), non volle più separarsi; per questo, pensò di inserirla spesso nelle sue opere, raffigurando specialmente il profilo del Palazzo Ducale (si veda la gallery fotografica) in una sorta di perpetuo elogio alla patria, quasi fosse la rappresentazione stessa della sua intima visione di Città Ideale, ovvero quel "castillo interior" che, secondo un concetto prettamente francescano (ordine, peraltro, al quale egli aderì), è il luogo sacro ove vanno i sentimenti e abitano i ricordi più cari, raggiungibile solo col ritorno ai modelli della perfezione antica illuminata di spiritualità cristiana. Il progetto, che sarà dislocato principalmente nelle varie città della regione Marche e in parte dell’Umbria (all’epoca territorio del Ducato di Urbino sotto l’egemonia dei Della Rovere), vuole comunque espatriare da tali confini e raggiungere anche tutte le altre città d’Italia (e d’Europa) che possiedono e custodiscono i capolavori del Barocci. * L’aspetto musicale sarà comunque il trait d’union tra tutti gli eventi proposti, visto che Federico Barocci “chiamava la pittura musica e diceva che sì come la melodia delle voci diletta l’udito, così ancora la vista si ricrea dalla consonanza de’ colori accompagnata dall’armonia de’ lineamenti” . [Giovan Pietro Bellori] Gli Eventi e le Produzioni inerenti il progetto Serie di eventi che prevedano produzioni musicali, letterarie, teatrali, artistiche inerenti al periodo compreso tra il 1563 (anno in cui Federico Barocci ritorna definitivamente ad Urbino) e il 1612 (anno della sua morte). Tra i programmi auspicabili, si propongono: 1. di tipo teatrale/musicale MESSA IN SCENA DE “L’AMINTA” DI TORQUATO TASSO INTRAMEZZATA (COME CONSUETUDINE DELL’EPOCA) DA INTERVENTI MUSICALI TRATTI DALLE “NOVELLETTE A SEI VOCI” DI SIMONE BALSAMINO. 1574: “L’anno stesso della morte del Duca Guidobaldo II, tornò a Pesaro Torquato Tasso, invitato dalla principessa Lucrezia d’Este per attendere alla messa in scena dell’Aminta, il 25 febbraio, che nonostante qualche difetto della rappresentazione, fu grandemente apprezzata, compresa la novità del coro fra ciascuno atto, che rendeva maestà mirabile e recava con piacevolissimi concetti infinito diletto agli spettatori et ascoltatori. Detta rappresentazione è molto probabile comprendesse brani musicali per le parti liriche e per i cori, rintracciabili nelle Novellette a sei voci dell’urbinate Simone Balsamino”. Di questo periodo, si ricorda il “Ritratto di fanciulla” (1570 - 1575) che, con buone probabilità (e come si evincerebbe da quanto scrive Bellori), ritrae Lavinia Della Rovere (1558 - 1632), sorella di Francesco Maria II. 2. di tipo conviviale/musicale (+ danza rinascimentale) RICOSTRUZIONE DEL BANCHETTO A CORTE CON ANIMAZIONE MUSICALE TRATTA DAL “PRIMO LIBRO DE MADRIGALI A CINQUE” (1571) di LUZZASCO LUZZASCHI 1571: “A gennaio, furono celebrate a Pesaro sontuose feste in occasione dell’ingresso di Lucrezia d’Este, maritatasi (indesideratamente) fin dall’anno precedente a Ferrara col giovine principe Francesco Maria II. Si diede un gran festino a corte, nel corso del quale su di un palco eminente diversi musici, finchè duro detta cena, sempre fecero musica cantando e sonando istrumenti di diverse sorti”. In quegl’anni (1570 - 1573), Barocci portava a termine la “Madonna delle ciliegie” (noto anche come il “Riposo durante la fuga in Egitto”), un dipinto che deriva da un originale che l’artista realizzò per il Duca Guidobaldo II; quest’ultimo, con ogni probabilità, lo donò alla nuora Lucrezia d’Este in occasione del matrimonio con Francesco Maria II. 3. di tipo squisitamente musicale (SERIE DI CONCERTI NEI LUOGHI OVE SONO ESPOSTI I DIPINTI DEL BAROCCI; sono inoltre previste delle conferenze prima dei concerti) CONCERTO: “PRIMO LIBRO DE MADRIGALI A CINQUE VOCI” di LEONARDO MELDERT (1578) dedicato a Giulio Della Rovere, cardinale di Ravenna. 1580 - 1583 dipinge il“Martirio di San Vitale” (Ravenna, Chiesa di San Vitale: ora a Milano - Brera, Pinacoteca) “Per la Chiesa di San Vitale de’ Monaci Olivetani di Ravenna fece il quadro col Martirio del Santo precipitato nel pozzo che è una figura veduta avanti in iscorto; e si arresta dietro il ministro dopo avergli dato la spinta, scendendo l’Angelo con la corona e con la palma. […] Non si può dire con quanta grazia il Barocci appropriasse alle volte nelle sue opere simili piacevolezze; ed usò a questo tempo, per denotare con la ciriega la stagione di primavera, celebrandosi il martirio di questo Santo il giorno 28 di aprile”. (G.P. Bellori, “Le vite de’ pittori, scultori e architetti moderni” - 1672) Il dipinto, come altre tele del Barocci, fu coinvolto nelle spoliazioni napoleoniche ma non andò in Francia: si fermò a Milano a Brera, dove è conservata ancora oggi. CONCERTO: “I MADRIGALI ENCOMIASTICI DI COSTANZO PORTA” (1529 - 1601) 1590 - 1599 dipinge l”Ultima cena” (Urbino, Cattedrale) “Il capolavoro, uno dei più noti di Federico Barocci, fu realizzato per la Cappella del Santissimo Sacramento all’interno della Cattedrale di Urbino. Con questo importante dipinto l’artista ha voluto omaggiare il Duca Francesco Maria II Della Rovere, che finanziò la cappella del Santissimo Sacramento, ambientando la scena in un palazzo i cui interni ricordano quelli del Palazzo Ducale di Urbino e inserendo anche un motivo con foglie di Rovere sul recipiente che il servo sulla destra tiene in mano, oltre a un ragazzino, sempre sulla destra, che si avvicina al camino trasportando un fascio di legna di quercia. CONCERTO: “SECONDO LIBRO DE MADRIGALI A CINQUE” (1581) di LUCA MARENZIO, dedicato a Lucrezia d’Este Della Rovere. 1579 - 1582 dipinge la “Sepoltura di Cristo” (Senigallia, Chiesa della Croce) “A detta di molti studiosi, Federico Barocci è uno dei più grandi interpreti del programma iconografico della Controriforma. Diversi suoi dipinti sembrerebbero testimoniare l’influenza diretta che i temi del Concilio di Trento, del decreto sulle immagini sacre e dei trattati sull’iconografia religiosa esercitano sul pittore: questo appare se si osserva ad esempio La Sepoltura di Cristo (realizzata tra il 1579 e il 1582) per la Chiesa della Confraternita del Santissimo Sacramento e Croce di Senigallia”. CONCERTO: “CANZONI DE INTAVOLATURA D’ORGANO” (1599) di VINCENZO PELLEGRINI, dedicate a Livia Della Rovere Principessa di Urbino. 1599 - 1603 dipinge la “Crocefissione” (Urbino, Oratorio della Morte) “Questa crocefissione fu commissionata a Barocci sul finire del secolo dalla Confraternita della Morte per il proprio Oratorio di Urbino; è vista quasi come una tappa intermedia tra la Crocefissione Senarega della Cattedrale di Genova e il Cristo crocefisso conservato al Prado”. CONCERTO: “QUINTO LIBRO DE MOTETTI” di PIETRO PACE (organista