I Basili Di Urbino Una Saga Familiare Lunga Sette Secoli Ricostruita Attraverso Documenti D’Archivio

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I Basili Di Urbino Una Saga Familiare Lunga Sette Secoli Ricostruita Attraverso Documenti D’Archivio Paolo Basilici I BASILI DI URBINO UNA SAGA FAMILIARE LUNGA SETTE SECOLI RICOSTRUITA ATTRAVERSO DOCUMENTI D’ARCHIVIO QUARTA edizione: aggiornata a marzo 2020 1 2 Quando ravvivi nel pensiero i morti non scordare che vissero anche loro pieni di sogni e di speranze proprio come i vivi ora Dalla stessa strada che percorri essi passarono e andando non pensavano alla tomba Erano pochi come oggi a meditarla I più credevano loro scopo la vita né mai riuscirono a pensare che solo il passato è esistenza Alekos Panagulis febbraio 1971 3 4 INDICE: 1. PERCHÉ QUESTA STORIA (Una specie di premessa) 2. IPOTESI SULLE ORIGINI DELLA FAMIGLIA BASILI DI URBINO 3. LE GENERAZIONI PIÙ ANTICHE 4. MASTRO BASILIO 5. MASTRO BASILIO, DONNA GENTILE E LA LORO DISCENDENZA 6. GIOVANBATTISTA BASILI E LA SUA DISCENDENZA 7. CRISTOFORO BASILI E LA SUA DISCENDENZA 8. LODOVICA 9. ARCANGELA 10. ORAZIO 11. PIER ANTONIO 12. GENTILE 13. DIONISIO 14. GIULIO 15. GUIDO BAZOLINI/BASILI 16. IL CAPITANO FRANCESCO BASILI 17. PIER ANTONIO l’altro 18. LA DISCENDENZA DI STEFANO BASILI 19. LA DISCENDENZA DI CRISTOFORO BASILI DA VAL ZANGONA 20. LA DISCENDENZA DI GUIDO UBALDO E DI FRANCESCO BASILI 21. RAMI MINORI DEI BASILI 22. I BASILI DI PRIMICILIO 23. I BASILI DI CANAVACCIO (Quelli esistenti in loco) 24. I BASILI DI CANAVACCIO (Quelli dispersi) 25. I BASILI DEL CAFFÈ BASILI 26. LE CASE DEI BASILI AD URBINO 27. I VOCABOLI 28. LA GENEALOGIA E LA STATISTICA (Una specie di conclusione) 29. BIBLIOGRAFIA 5 6 1 PERCHÉ QUESTA STORIA (Una specie di premessa) L’avevo detto nella storia di famiglia “LO STRANO CASO DEL MIO CO- GNOME”, edita nel dicembre 2010. Volendo ricercare sui “BASILICI”, biso- gna continuamente rapportarsi anche ai “BASILI”. […] Inevitabilmente le cose si complicano perché esce fuori che i Basilici, anche i primi, altro non sono che B a s i l i. L’ho anche ripetuto nell’EDITORIALE 2013, all’interno del sito www.basilici.info. […] Il cognome più simile e più diffuso è però “Basili”, diffuso in tutta l’Italia centrale, dentro e fuori l’area tipica dei Basilici. I ceppi principali sono nel pesa- rese, nel fermano e in Umbria. Con i Basili si devono fare necessariamente i conti. Già escono fuori commistioni, rivalità e cambiamenti di cognome. Basili sono i primi Basilici di Monte Porzio. Basili è il mio cognome all’origine, Basili sono i musicisti e i pittori umbri che a loro volta si sono sparsi per tutto il centro Italia. Basili, Basilio, Basilico. Questi sono i “cognomi di famiglia” che trovo scritti nelle carte più antiche; chiamiamoli pure così, anche se nel 1300-1400 i cogno- mi come oggi li concepiamo non esistevano ancora. Avevo anche scritto: Abbiamo per ora un capostipite comune. Potrebbe essere il medesimo per diver- se linee genealogiche. Nasce ad Urbino verso il 1390. Si chiama Benedetto; Basili o Basilio fa lo stesso. Da questo, che posso individuare come il ceppo più antico, del quale si ha per ora vaghissima conoscenza, deve provenire un altro Benedetto Basilio, barbi- tonsore, nipote del primo, nato ad Urbino nel 1430. Da lui si stacca una linea genealogica che s’installa a Montefano (MC) con Francesco *1450, il figlio Domenico *1482, il figlio Ciccone *1530 ecc., della quale linea ho diffusamen- te narrato nella storia “Cum Sit” edita nel 2009.1 Da mie precedenti ricerche condotte ad Urbino ed Urbania ho avuto anche indi- viduato una famiglia Basilischi residente alla fine del ‘400 ad Urbania, l’antica Casteldurante, anch’essa forse proveniente da Urbino. Il filone genealogico ini- zia da un capostipite (*circa 1445), attraverso i figli Don Giovanni Basilisco (*circa1470) e uno sconosciuto (*circa1472). Seguendo questo filone si arriva ad Orazio (*1565), monsignore, che è stato vescovo di Minori, sulla costiera 1 Si veda al sito www.basilici.info “Cum sit … Appunti di ricerca per la ricostruzione di una possibile storia delle prime famiglie Basilici nelle Marche” nella sezione Storie di famiglia. I testi in viola sono citazioni testuali. 7 amalfitana, per soli 13 giorni ed è morto il 29 luglio 1596. La famiglia Basili- schi ad Urbania annovera altri interessanti personaggi, alcuni dei quali sono co- nosciuti e studiati nella cronaca locale. 2 Dal medesimo ceppo di Urbino ritengo possa provenire la linea genealogica che ho rintracciato negli antichi documenti di Visso, incontrata attraverso lo splen- dido affresco dello Spagna, oggi collocato nella Collegiata di S. Maria di quella città. La racconto nella storia che ho chiamato “I Basilici di Visso - Una storia per poco”, pubblicata originariamente insieme a questa di Urbino nel dicembre 2013, poi aggiornata e presentata alla comunità di Visso il 6 agosto 2015. Un’ultima linea genealogica deve essersi spostata a Canemorto, oggi Orvinio (RI), attraverso Biasio Basilico *1420, poi il figlio Cola *1445, il figlio Felice *1473, il figlio Giovanni *1500, i figli Latino ecc.; tutta la linea, cioè, che ho descritto nella storia de “I Basilici di Orvinio”, edita nel 2007, la quale prose- gue poi in quella dei Basilici di Roma. 3 Eccoci dunque arrivati al vero perché della presenza di questa storia all’interno del sito dei Basilici: i Basili sono da ritenersi a pieno titolo Basilici, anzi i Basilici più antichi. 2 Sulla famiglia Basilischi ho pronto del materiale che intendo organizzare meglio prima di pubblicarlo. 3 Si veda al sito www.basilici.info. 8 2 IPOTESI SULLE ORIGINI DELLA FAMIGLIA BASILI DI URBINO Un’ipotesi credibile circa la genesi della dinastia urbinate dei Basili, oggetto di questo scritto, può essere la derivazione dai Basilici d’Oriente i quali migrano con altre famiglie macedoni a Ravenna, capitale dell’Impero Romano d’Occidente, ben prima dell’anno mille (la dinastia armeno-macedone degli im- peratori di Costantinopoli inizia dall’anno 867 con Basilio 1°). San Basilio Magno (329 –1º gennaio 379) è considerato una delle co- lonne della Chiesa Orientale, ma venerato anche in quella occidentale, il cui influsso è vivo ancora oggi. Confessore e Dottore della Chiesa, ha scritto 1700 anni fa la regola che ancora oggi ispira la vita dei Monaci Basiliani. 4 Basileios, cioè "re", è il titolo che veniva usato dagli imperatori bizanti- ni. Basilio I detto il Macedone (in greco: Βασίλειος Α΄ο Μακεδών, Basi- leios I o Makedhon) (811 circa – 9 agosto 886) fu il primo imperatore bizantino della dinastia macedone sul trono di Bisanzio, Basileus dei Romei dal 867 alla sua morte. V’è poi da notare che il “Cognome” Basili, in questo caso come in diverse altre circostanze spazio-temporali, ha una chiara derivazione proprio dal nome per- sonale Basilio, usato in Italia nella costa medio-adriatica in onore di San Basilio Magno, ma già in età romana nella forma Basiliscus e Basilius.5 Una prima affermazione che mi sento subito di fare è quindi che il nome per- sonale Basilio sia da ritenersi una sorta di “memoria latente”, un segno di- stintivo e ricorrente che accompagna la migrazione delle famiglie macedoni in Italia. Ravenna è il punto di approdo in Occidente di tale migrazione, capitale prima dell'Impero Romano d'Occidente (402 - 476), poi del Regno degli Ostrogoti (493 - 553) e infine dell'Esarcato bizantino (568 - 751). Da Ravenna, fin dall’anno 570, partiva quello che gli storici chiamano il “Cor- ridoio Bizantino” direttrice di traffico che, attraversando le regioni delle Mar- 4 Le famiglie Basili di Urbino erano molto devote a San Basilio. Il nome del santo ritor- na spesso ed in ogni secolo all’interno del ricco nominario familiare. Ancora nel 1653, in occasione della stipula di un atto notarile, si invoca il nome del Santo e si fa notare che quel giorno 14 giugno è la festa di S. Basilio. Prima del Concilio Vaticano II infatti la sua festa era celebrata il 14 giugno, giorno in cui venne ordinato vescovo. 5 La radice nominale Basilia è documentata pure da Plinio il Vecchio che nel libro IV della sua “Naturalis Historia” cita al n. 88 la popolazione dei Basilidi, stanziata all’interno del Bosforo:[…] A Taphris per continentem introrsus tenent Auchetae, apud quos Hypanis oritur, Neuroe, apud quos Borysthenes, Geloni, Thyssagetae, Budini, Ba- silidae et careuleo capillo Agathyrsi, e al n. 95 un’isola d'immensa grandezza chiamata da Pitea Basilia, a tre giorni di navigazione dal litorale degli Sciti: […] a litore Scy- tharum tridui navigatione insulam esse inmensae magnitudinis Balciam tradit, eandem Pytheas Basiliam nominat. 9 che, Umbria e Lazio, permetteva il collegamento e le comunicazioni tra Raven- na, sede del governo bizantino in Italia, e Roma, sede del potere spirituale e del papa. Il Corridoio Bizantino, se lo percorriamo partendo da Roma, seguiva dapprima il corso della Via Cassia, poi, in territorio veiente all'altezza della Mansio ad Vacanas, si distaccava da questa e passava per i centri di Nepi, Falerii Novii, Amelia e poi su fino a Todi e Perugia. Superata Perugia, raggiungeva Gubbio, oltrepassava il Passo della Scheggia ed a Luceoli (nei pressi dell'odierna Cantia- no) si congiungeva con la via Flaminia. Dal caposaldo di Luceoli la via Flami- nia era in mano ai Bizantini e il percorso conduceva, attraverso le gole del Bu- rano e del Furlo, negli altri luoghi della Pentapoli: Cagli, Fossombrone, fino a Fano. Pervenuti a Fano, nella Pentapoli marittima, dalla vicina Pesaro, si raggiungeva Rimini. Qui terminava la via Flaminia ed iniziava la via Popilia che, costeg- giando il litorale, conduceva finalmente a Ravenna. Il corridoio viario così costituito metteva quindi in diretto collegamento i posse- dimenti bizantini tirrenici con quelli adriatici nell'ambito dell'Esarcato d'Italia, confinando ad ovest col Ducato di Tuscia e ad est col Ducato di Spoleto, en- trambi Longobardi.
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