La Chiesa Di San Giorgio in Velabro a Roma

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La Chiesa Di San Giorgio in Velabro a Roma ©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte MARIA COSTANZA PI ERDOMTNIC I LA CHIESA E IL CONVENTO DI SAN GIORGIO IN VELABRO. NOTE STORICHE .Loccasione del restauro dell a ch iesa di San Giorgio stituenti le murature ed i rivestimenti, con particolare in Velabro è stata determinata da uno di quegli avve­ riguardo per i leganti ed i componenti costruttivi ori­ nimenti infausti che purtroppo, come gli eventi bellici ginari che hanno permesso la cooperazione struttura­ e i terremoti, costituiscono una delle maggiori cause le fra elementi di diverso materiale. di perdita totale o di irreversibil e danneggiamento del .Lindividuazione delle tecniche costruttive e dei ma­ patrimonio monumentale. Infatti è indubbio che ben­ teriali ha consentito di distinguere le fasi disomogenee ché si sia recuperata un'immagine architettonica pie­ nelle murature e, attraverso una classificazione compa­ namente soddisfacente, con la paziente e puntigliosa rativa, di definire le fas i storiche dell'edificio; l'esame ricostruzione degli elementi architettonici disgregati infine dei materiali di rivestimento ha contribuito al dall'esplosione, si è tuttavia perduta l'integrità della CO l!lpletamento del progetto di restauro dell'opera. testimonianza storica. E importante sottolineare come lo studio approfon­ Si può osservare che l' evento negativo, causa di dan­ dito del monumento sia stato finalizzato all a definizio­ ni ingentissimi, è stato anche occasione per dar corso ne di tecniche d'inten,ento che escludessero a priori ad un iter restaurativo quanto mai complesso e caratte­ solu zioni meramente di ripristino che potevano appa­ rizzato da un insieme di interventi organici e coerenti rire una scelta facilmente praticabile considerando lo atti a ricostituire un'immagine complessiva della fab­ stato di alcune parti dell'edificio. Quindi, lo studio del brica nel rispetto di tutti i caratteri originali e delle monumento e la comparazione degli elementi hanno sue fasi storiche. consentito di definire particolari tecniche di restauro Lo stato in cui versava l' edificio, compromesso a li­ atte a restituire un organismo in tegro ma coerente con ve ll o statico, ha stimola to ed imposto una approfon­ le epoche storiche rappresentate e, nel contempo, a dita analisi strutturale condotta senza dover ricorrere ricostituire, senza forzature, la coerenza dell ' immagi~ a saggi distruttivi peraltro dannosi e mai completa­ ne architettonica storicizzata. mente esaustivi. Si sono così potuti approfondire, sia Tale scelta progettuale s'inserisce all'interno del vi­ a livello architettonico sia a livello costruttivo, ogni vace dibattito animato da esperti e uomini di cultura elemento e le sue relative fasi storiche di evolu zione e impegnati nel dare una soluzione all'importante pro­ modificazione. blema di restauro sollevato dall'attentato terroristico Si sono quindi delineate le condizioni migliori per che ha in gran parte devastato l'edificio. A tale propo­ applicare coerentemente le metodologie di restauro, sito, sono state date differenziate interpretazioni e so­ peraltro supportate da considerazioni analitiche. ~rye luzioni, seguendo le impostazioni teoriche che al mo­ hanno permesso di definire un quadro conosc~' O mento distinguono il dibattito su l restauro. Le risposte completo ed ideale, quanto mai vicino ai principi teo­ sono state molteplici, dal ripristino à l'identique alla ri­ rici a cui ogni restauro deve conformarsi, ma che è costruzione <<dov'era, com'era••, per finire con l'atteg­ sempre difficile conseguire integralmente proprio per giamento <<critico» e la linea dell'assoluto rigore con­ l'impossibilità di verificare e completare tale momento servativo.'> speculativo . Già Renato Bonelli, nel 1959, sottolineava in un Pertanto, si è operato con lo scopo di arrivare ad una saggio proprio tale nodo concettuale del restauro ar­ esauriente conoscenza dell'organismo edili zio conside­ chitettonico, ossia di fronte ad un monumento distrut­ rato nelle sue componenti statiche, architettoniche, to << il critico e l'artista ne rimpiangono la bellezza storiche e stilistiche. scomparsa che vorrebbero tornare a contemplare, lo .Lanalisi statica già citata ha permesso di rapportare studioso desidera che quel documento <<Storico» non la struttura originaria ai dissesti in atto al fine di ela­ vada perduto, la persona colta spera di ritrovare nel­ bOt·are le opportune metodologie di consolidamento l'edificio restituito il ricordo nostalgico e animatore nella ricerca di quelle che consentissero lo sfruttamen­ delle cose passate. Ma tutto ciò è soltanto desiderio, to delle attuali potenzialità tecniche; si è così potuto aspirazione, volontà mossa da sentimento, dove non si definire un sistema statico attraverso la riproposizione guarda al risultato che è possibile conseguire. Ma rico­ delle tecniche costruttive originarie. Importantissima struendo, torneremo a possedere quello che abbiamo è risultata l'analisi e la classificazione dei materiali co- perduto?».2> 15 ©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte La definizio ne progettuale ope ra ta ha volu to ri­ Gli studiosi individua no le prime testimoni anze del­ sponde re a ll 'esigenza <<rime mora ti va >>"1 dell a coll e tti­ l'esistenza di un edificio di culto in quel sito chi amato vità che pre te nde di dime nticare la ferita inferta al nell 'antichità VelabTII 'IIì dove ha simbo li camente ini zio pa trimonio a rchite ttoni co, si è scelto infa tti di resti­ la storia di Roma con il sa lva taggio di Romolo e Remo tuire alla città l'immagine, orma i consolida ta nel da parte dell a <<lupa», ossia di Acca Larentia (fig. l). corso dei secoli , di un monumento ri cco di memori e Es istono anche altre interpretazioni che, seppur prive storiche. di un cara ttere stori co e di rigorosa attendibilità, rive­ A tale fin e si è operata una vera e propria << ricostru­ stono un qualche interesse se non altro in quanto ri­ zione archeologica» ossia quella operazione che in specchi ano antiche credenze popolari . Germania è definita an;haologis!te wiedeanfbau e che at­ Gli eruditi del Rinascimento ad esempio, riteneva­ tualmente è alla base della riedificazione dell a no che in Velabro sorgesse la basilica Semproni ana;"1 Frauenkirche a Dresda, chi esa distrutta durante i bom­ un altro sostenitore di questa ipotesi è padre Federico bardamenti bellici del l 945.''1 I due monumenti, infatti di San Pi etro, studioso del XV III secolo, che ha dedi­ possono essere messi a conti·onto per questo stesso ca to un'ampia monografi a alla chiesa.71 progetto di <<Scavo archeologico» delle macerie; in en­ Le prime no ti zie riferite all'antico edificio di culto si trambi gli interventi questa tecnica è stata predisposta ritrovano nel Liber Pontificalis dura nte il pontificato di non solo per avere particolari informazioni sulle vicen­ papa Leone II (682-683), il quale viene indicato come de storiche del monumento quanto per arrivare ad fondatore del tempio originari amente dedicato a San una esatta identificazione dell'originaria posizione di Sebastiano e a San Giorgio. ogni frammento recuperato. Heinrich Magirius studio­ on ha sicuro fondamento invece l'ipotesi dell 'esi­ so interessato all a ri edificazione dell a Frauenkirche, ha stenza dell a chiesa eli San Giorgio sulla fin e del V se­ chiarito la definizione di <<ricostruzione archeologica» colo, tratta da una notiss ima epigrafe prove niente dal­ ricorrendo a questa operazione di anastil osi non <<nel le ca tacombe di San Callisto, oggi al Museo Cristiano senso inteso dall 'archeologia cl assica» ma come <<atto Lateranense, e ritrovata sul sepolcro di un Augusto, teso a salvare la materi a originaria in un non più origi­ lettore del Ve l a b ro, ~ 1 sepolto intorno agli anni 46 1 o nario ma nuovo totale, nel quale però ( ... ) sia conserva­ 482. Secondo G.B. De Ross i01 le iscrizioni , benché nel­ ta l'essenziale qualità monumentale, anche per la parte la stessa lapide, sarebbero di epoca diversa; Duche­ della sua clistruzione >>. '1 sne 101in vece, anche ammesso che il titolo di lettore sia Cintervento progettuale ha richiesto una prelimina­ un ufficio ecclesias ti co e possa essere messo in relazio­ re indagine storica, necessaria per la comprensione ne ad una chiesa, non è sicuro che l'epigrafe possa ri­ del sito e delle fasi costruttive della fabbrica; indagin e ferirsi a San Giorgio potendo questa essere attribuita questa che, supportata dall a costa nte verifica dello sta­ anche alla vicina chiesa di Sa nta Anastasia. to dei luoghi, ha permesso di esplicitare dubbi e per­ La regione in cui sorge la chiesa era in origine una plessità emerse durante la fa se del rilievo. Tutte le no­ piana bassa e acquitrinosa compresa tra Campidoglio, tizie relative al luogo, al primo insediamento dell'edi­ Palatino e l èvere; con la costruzione della Cloaca ficio di culto e alle sue preesistenze, peraltro ampia­ Massima che passa proprio attraverso il Velabro, le mente studiate, rappresentano un'elaborazione dell a malsane condizioni migliorarono, la zona si popolò e bibliografia sull'argomento alla quale si rimanda. divenne luogo destinato al commercio, centro di traf­ fi ci e residenza dell'aristocrazia, degli ufficiali , dei fun zionari dello Stato, un luogo dove si celebravano feste solenni."1S econdo A Fea't1 due erano le aree de­ finite Velabro, esse si riferivano a luoghi dove erano localizzate le sorgenti dell'acqua di San Giorgio: una sul Celio nei pressi della chiesa di Santo Stefano Ro­ tondo e l'altra, nell 'area dove sorge la basili ca, nelle vi cinanze dell a chiesa di San Teodoro. (jìgg . 2-3) . Con il tempo il nome Velabro venne riferito alla sola zona delimitata a Nord dal Campidoglio, ad Ovest dal Foro Olitorio, a Sud dal Foro Boario e ad Es t dal Foro Ro­ mano; mentre il llicus 7ìtscus segnava il limite meridio­ nale dell a zona, il llicus IugaTius ne delimitava quell o settentrionale (fig.
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