Edited by Dino S. Cervigni and Anne Tordi As of the 2008 Issue, Book Reviews Are Published Exclusively Online

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Edited by Dino S. Cervigni and Anne Tordi As of the 2008 Issue, Book Reviews Are Published Exclusively Online ITALIAN BOOKSHELF Edited by Dino S. Cervigni and Anne Tordi As of the 2008 issue, book reviews are published exclusively online. Please visit the journal’s website for the complete text: www.ibiblio.org/annali GENERAL & MISCELLANEOUS STUDIES Giuliana Adamo. L’inizio e la fine. I confini del romanzo nel canone occidentale. Ravenna: Longo, 2013. Pp. 384. Il libro di Giuliana Adamo è ambizioso e, nella sua formulazione programmatica, predisposto a squadernare la tradizione narrativa occidentale di due millenni attraverso due luoghi, inizio e fine, cruciali sotto diversi punti di vista. Il tema del volume è, infatti, “l’ostinata resistenza dei modelli di inizio e fine del racconto dall’antichità fino ad oggi” (11), tema e insieme ipotesi di lavoro che portano con sé corollari altrettanto fondamentali, di cui l’autrice cerca di dare conto a partire dall’Introduzione. In prima battuta, la questione sul genere che, avendo in dote una cospicua bibliografia, viene riassunta e incentrata sui cardinali romanzo, romance, novel. La prospettiva, qui come del resto in tutto il libro, è prepotentemente diacronica, quasi teleologica, e come velocemente si avvicina al Novecento, altrettanto velocemente deve lasciare al bordo della strada l’arsenale critico che ognuno potrà trovare nelle generose e utilissime note. L’impresa di Adamo comporta, d’altronde, un vaglio di testi notevole: dalla Poetica aristotelica alle scuole critiche del Novecento, passando per i principali capisaldi della trattazione su retorica, poetica e generi letterari degli ultimi due millenni, c’è qualcosa di vertiginosamente (e pericolosamente) enciclopedico in L’inizio e la fine. La studiosa ha scelto per la sua analisi “classici con cui tutti gli scrittori successivi si sono confrontati direttamente o indirettamente, in modo aperto o dissimulato, con continuità e/o scarti, rifiuti, rotture” (15). Opere-modello, dunque, per lettori, critica e scrittori; e se si volesse trovare l’escluso d’eccezione non si farebbe fatica, ma non si raggiungerebbe, di fatto, un punto critico più avanzato. Lo schema interpretativo generale adottato dall’autrice si basa su cinque livelli — retorico, linguistico, semantico, stilistico e narratologico — che riguardano sia gli inizi che le fini. Il volume è organizzato con l’ordine che una così vasta materia richiede, cronologicamente e con delle sezioni dalla struttura ricorsiva, in modo da fare orientare il lettore e disciplinare i contenuti. La Parte prima contiene un iniziale, denso quadro teorico della codificazione antica su incipit ed explicit di un testo, e affronta poi i poemi omerici e l’Eneide. Adamo non tralascia quindi il passaggio dall’epica al “romanzo” ellenistico e latino (Caritone e Longo Sofista da una parte, Petronio e Apuleio dall’altra). Così si viene traghettati nel Medio Evo romanzo, del quale vengono ricostruiti gli schemi retorici di cui ci informano i trattati di Ars dictaminis e Ars 530 Annali d’italianistica. Volume 32 (2014). Italian Bookshelf praedicandi e le Poetrie. Il contraltare italiano alla tradizione francese è qui la Commedia dantesca, il cui incipit in medias res si iscrive, per Adamo, in una tradizione millenaria, destinata a durare fino ad oggi, e il cui tipo di fine si ritroverebbe in molte altre conclusioni di romanzi successivi. Al Cinquecento cavalleresco, picaresco e rabelaisiano è dedicato il terzo capitolo: con l’affermarsi della codificazione dei generi letterari, gli incipit diventano sempre di più “protocolli di lettura” (177), come giustamente rileva Adamo. La seconda parte del volume si apre con una rassegna di tre secoli di romanzo occidentale, dal Chisciotte ai Malavoglia, dodici romanzi per cento pagine molto fitte che vedono nascere, fiorire e avviarsi a un punto di non ritorno il romanzo moderno. Importante è l’emergere dello statuto del narratore, sempre sulla soglia iniziale dell’opera, a presidiarla e ad affidarle nuovamente un “manifesto del testo a venire” (271). Adamo qui sottolinea come i limina testuali rimangono riconoscibili oltre le differenze, come elementi ineliminabili del patto di lettura. Queste conclusioni varrebbero anche per il corpus di romanzi novecenteschi che, pur nella loro a volte radicale diversità, mantengono la forza dell’iniziatività e della terminatività (349). Le analisi condotte e conducibili ancora su incipit e explicit del testo sono ricche, ramificate, stratificate, e ogni diverso approccio critico apporta qualcosa di più alla comprensione delle soglie (Genette). Ogni livello di lettura ha poi a che fare con la vertigine della produzione romanzesca degli ultimi secoli: che non è fatta solo di canone, ma anzi soprattutto di scarti. Questi sarebbe interessante interrogare, quantomeno per avere la controprova dei risultati raggiunti in studi come quelli di Adamo. I “capolavori”, veri e propri apax, sono stati codificati come tali perché gli si tributa (anche) una certa dose di rivoluzione rispetto agli schemi; allora chi rimane fuori potrebbe essere depositario di uno schema molto più comune e diffuso, paradossalmente anche più rilevante. Se da una parte i modelli influenzano gli altri, dall’altra la loro stra-ordinarietà esonda dai pattern stessi. Questo non è l’unico dei nodi che emergono dalla lettura del volume. Sarebbe interessante, ad esempio, ma nella quasi totalità dei casi impossibile, conoscere le fasi di stesura di inizi e fini rispetto al resto del testo, per comprendere il loro ruolo anche rispetto a questo e al suo sviluppo nel tempo (il prodotto finito, con inizio-centro-fine, inscena una finzione anche rispetto all’atto di scrittura, che non è mai invece così sequenziale). Considerata la mole di materiale interessante da analizzare, forse sarebbe stato più fruttuoso considerare una singola tradizione all’interno di quella occidentale, per almeno due motivi: poter individuare con maggior chiarezza una dipendenza delle modalità di inizio e fine rispetto a uno schema o uso o influenza; poter esercitare i numerosi strumenti critici in maniera più elastica, stratificando l’analisi su un corpus più gestibile. C’è il rischio, forse, di perdere di vista il forte vincolo imposto sia dalle tradizioni “nazionali” sia — ancora più intensamente — dai singoli generi letterari. 531 Annali d’italianistica. Volume 32 (2014). Italian Bookshelf L’analisi arriva al Calvino di Se una notte e — se vogliamo pure ammetterne la significatività per questo volume e la distanza storiografica necessaria — pure bisogna riconoscere che forse qualcosa oltre il 1979 è già entrato nel nostro canone, e sarebbe interessante indagare oltre, più vicino a noi, magari anche nella letteratura di genere. Ma il volume di Giuliana Adamo coordina una tale messe di informazioni che sarebbe ingeneroso vederne solo i margini di perfettibilità; mentre esso offre, invece, spunti per ulteriori analisi, forse più circoscritte, più concentrate, ma di cui rimane eventualmente non solo un ottimo punto di partenza ma addirittura un necessario punto di riferimento. Stefano Nicosia, Università di Palermo Marco Arnaudo Dante barocco. L’influenza della Divina commedia su letteratura e cultura del Seicento italiano. Ravenna: Longo Editore 2013. Pp. 275. L’adozione della prospettiva diacronica nello studio delle opere letterarie rivela notevole interesse specie se scardina idee stabilizzate nel tempo come quella del Seicento, definito secolo senza Dante per il controverso rapporto tra gli autori del periodo ed i loro antecedenti. Infatti, nonostante molti scrittori nel Seicento si ispirassero ai capolavori del passato, non esitavano a tacciare di rozzezza nel gusto e nell’espressione gli autori dei primi secoli della letteratura italiana. Tuttavia lo stile della Commedia e quello degli autori secenteschi erano comparabili nella capacità di destare meraviglia nel lettore, nella copiosità metaforica, tematica e lessicale, nell’evidenza delle immagini, nella libertà espressiva, nell’uso di un linguaggio mimetico della natura multiforme del reale. Inoltre la Commedia dispiega una molteplicità di oggetti, creature, passioni, storie, luoghi entro una struttura gerarchica in cui ogni cosa instaura un vincolo necessario con il tutto. Quella rigorosa organizzazione interna osteggiava il relativismo che l’incontenibile varietà del reale secentesco racchiudeva. Piuttosto, le critiche mosse a Dante tra Cinque e Seicento riguardavano il piano morale. La Monarchia, per le posizioni politiche espresse, era stata messa all’Indice sin dalla prima edizione del 1564; la Commedia era sconveniente per la cultura cattolica ufficiale: i pontefici sono puniti nell’Inferno, Dante viaggia nell’oltretomba con corpo mortale, elementi della cultura pagana coesistono con luoghi e figure della teologia cristiana. Pertanto fattori quali la rarità di edizioni e studi critici su Dante, intesi come sintomo di avversione letteraria, possono essere dovuti, sostiene Arnaudo, al clima di diffidenza verso la Divina commedia che la Controriforma andava suscitando. Dunque, per risolvere la questione relativa alla controversa presenza di Dante nel Seicento, l’autore cerca testimonianze del vivo culto della Commedia nella fattura delle opere e nel tessuto dei rimandi intertestuali ad esse soggiacente (59). Così citazioni e reminiscenze dantesche affiorano in Galileo e 532 Annali d’italianistica. Volume 32 (2014). Italian Bookshelf Francesco Redi. Galileo ravvisava in Dante non solo schegge intertestuali che arricchivano il proprio discorso e la godibilità della forma ma un precursore ideale della sua missione di asservire la propria opera
Recommended publications
  • 50 Anni Di Friuli a Roma
    Prima di copertina (dal basso in alto): Carnelutti, Desio, Moselli, Rubbia, Afro, Mirko, Angeli, Pasolini, Turoldo, Astaldi. Retro di copertina (dall’alto in basso): Tondo, Tessitori, Valerio, Toros, Leicht, Sartogo, Galanti, Zucchet, Girolami, Degano. Mostra Cinquant’anni di Friuli a Roma Una presenza dal 1945 Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed il Patrocinio di: Senato della Repubblica Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Regione Lazio Comune di Roma Galleria “L’Agostiniana” Roma, piazza del Popolo, 12 11 aprile - 5 maggio 2002 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Fogolâr Furlàn di Roma Friuli nel Mondo Realizzazione e stampa Arti Grafiche Friulane SpA Tavagnacco, Udine Regione Friuli Venezia Giulia Regione Lazio Comune di Roma Astaldi S.p.A. - Roma Generali - Assicurazioni Generali Banca Intesa - Milano Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura - Udine Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone (CRUP) Faber S.p.A. - Cividale del Friuli Dal Fari - azienda agricola - Cividale del Friuli Telit Mobile Terminals S.p.A. - Trieste Consorzio Latterie Friulane Prosciutto di San Daniele Mostra “Cinquant’anni di Friuli a Roma” Comitato scientifico: Giovan Battista Altan, storico; Ugo Bari, generale; Giuseppe Bergamini, dir. Civici Musei Udine; Ferruccio Clavora, dir. Friuli nel Mondo; Antonio Clemente, giornalista; Fausto Corrubolo, maestro; Damiano Damiani, regista; Licio Damiani, critico; Ermes Disint, giornalista; Piero Fortuna, giornalista; Rodolfo Grasso, architetto; Luciano Pettoello Mantovani, docente; Bruno Martinis, Accademico dei Lincei; Carlo Mattiussi, ingegnere; Franco Mistretta, ministro; Carlo Mittoni, generale; Giuliana Morandini, scrittrice; Stanislao Nievo, scrittore; Piero Nigris, magistrato; Mario Padovan, critico; Leonardo Pascoletti, architetto; Gian Luigi Pezza, avvocato; Alberto Picotti, scrittore; Gianfranco Plenizio, maestro; Claudio Pighin, docente; Francesco Pittoni, ingegnere; Mario Quargnolo, critico; Isabella Reale, dir.
    [Show full text]
  • The RUTGERS LIBRETTO Newsletter of the Italian Department IV N
    RUTGERS DEPARTMENT OF ITALIAN SPRING 2015 The RUTGERS LIBRETTO Newsletter of the Italian Department IV n. 1 Letter from the Chair TABLE OF CONTENTS am delighted to report that the Italian front cover I FROM THE CHAIR Department at Rutgers is in excellent shape, Paola Gambarota in spite of the recent ups and downs of the 2 HIGHLIGHTS Humanities in the US. We just celebrated the Sheri La Macchia & graduation of 21 seniors, out of 46 majors, during Carmela Scala a joyful evening attended by 74 people. Three 4 UNDERGRADUATE NEWS ABOVE: Paola Gambarota among our seniors completed an honors thesis. & ITALIAN NIGHT We were very impressed when students attending Prof. Rhiannon Welch’s senior 6 LECTURES & IGS seminar organized a two-day conference on the topic of “New and Old Italian 8 RUTGERS DAY Identities,” demonstrating a strong commitment to explore timely issues of 10 GRADUATE NEWS citizenship and immigration. One of these students, Nicoletta Romano, continued to study these questions with the support of the Lloyd Gardner Fellowship Program 12 ALUMNI REUNION & NEWS in Leadership and Social Policy, under the guidance of Professor Welch. Another 16 FACULTY NEWS Italian major, Mihaela Sanderson, was selected as the author of the “Best Poster” for back cover the Humanities portion of the Aresty Symposium, the result of a research project DEPARTMENT INITIATIVES developed with the support of her mentor Prof. Andrea Baldi. This is the second consecutive time that a student majoring in Italian is recognized in this way. There have been some changes in our department, and we miss our former friends and colleagues, our beloved Carol Feinberg, our kindhearted Robin Rogers, and our former language coordinator Daniele de Feo.
    [Show full text]
  • Il Premio Viareggio
    Il Premio Viareggio Se il Bagutta è il decano dei premi letterari italiani, il secondo per longevità è il Premio Viareggio, fondato nel 1929 da Leonida Rèpaci, con il contributo di Alberto Colantuoni e Carlo Salsa. Come lo Strega, anche il Viareggio è stato contestato (nel 1968 Italo Calvino lo rifiutò con un telegramma in cui sosteneva di ritenere ormai conclusa l’epoca dei premi letterari) ma nonostante ciò oggi appare ancora ben vitale. L’obiettivo, come scrisse il fondatore, era quello di creare una manifestazione di più vasto respiro rispetto al Bagutta, nato pochi anni prima, attirando “le simpatie di coloro che la dittatura stava isolando”. Tale obiettivo non sfuggì al regime, che presto mise sotto controllo l’istituzione; la presenza di un personaggio come Rèpaci, giornalista notoriamente antifascista, era di per sé sospetta. Interrotto allo scoppio della seconda guerra mondiale, il Premio rinacque nel dopoguerra per volontà del suo fondatore che ne rimase presidente fino alla morte, nel 1985. Gli successero Natalino Sapegno e Cesare Garboli. Dopo un periodo di presidenza di Rosanna Bettarini, ora a guidare il Premio è Simona Costa. La giuria è attualmente costituita da un gruppo stabile di una ventina di addetti/e ai lavori (accademici e accademiche, scrittori, scrittrici, giornalisti /e ecc.). L’analisi dei risultati del Premio non è semplicissima, dal momento che, fin dall’inizio, le giurie hanno distribuito i riconoscimenti senza attenersi a una norma prestabilita, creando con molta libertà una grande quantità di segnalazioni, medaglie, targhe diverse ed estemporanee, cosa che ha dato adito a qualche critica. Tenendo conto solo delle opere di narrativa, poesia e saggistica (e non dei premi minori, delle opere prime o dei “premi del presidente”) su 247 premi calcolati complessivamente per le tre sezioni, 213 sono stati consegnati a uomini, solo 34 a donne: una percentuale che non arriva al 14%.
    [Show full text]
  • Annual Report 1973
    Annual Report 1973 National Gallery of Art 1973 ANNUAL REPORT National Gallery of Art Library of Congress Catalog Card Number 70-173826. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced without the written permission of the National Gallery of Art, Washington, D.C. 20565. Cover photograph by Barbara Leckie; photographs on pages 14, 68, 69, 82, 88, inside back cover by Edward Lehmann; photograph on 87 by Stewart Bros; all other photographs by the photographic staff of the National Gallery of Art, Henry B. Seville, Chief. Nude Woman, Pablo Picasso, Ailsa Mellon Bruce Fund Woman Ironing, Edgar Degas, Gift of Mr. and Mrs. Paul Mellon CONTENTS 9 ORGANIZATION 11 DIRECTOR'S REVIEW OF THE YEAR 25 APPROPRIATIONS 26 CURATORIAL ACTIVITIES 26 Acquisitions and Gifts of Works of Art 50 Lenders 52 Reports of Professional Departments 7 5 ADVANCED STUDY AND RESEARCH 77 NATIONAL PROGRAMS 79 REPORT OF THE ADMINISTRATOR 79 Employees of the National Gallery of Art 82 Attendance 82 Building Maintenance and Security 83 MUSIC AT THE GALLERY 87 THE EAST BUILDING THE BOARD OF TRUSTEES OF THE NATIONAL GALLERY OF ART The Chief Justice, The Secretary of State, The Secretary of the Warren E. Burger William P. Rogers Treasury, George P. Shultz The Secretary of the Paul Mellon, President John Hay Whitney. Smithsonian Institution, Vice-President S. Dillon Ripley Lessing J. Rosenwald Franklin D. Murphy ORGANIZATION The 36th annual report of the National Gallery of Art reflects another year of continuing growth and change. Although technically established by Congress as a bureau of the Smithsonian Institution, the National Gallery is an autonomous and separately administered organization and is governed by its own Board of Trustees.
    [Show full text]
  • AATI@Cagliari June 20 – 25, 2018 Accepted Sessions
    AATI@Cagliari June 20 – 25, 2018 Accepted Sessions Session 57: I percorsi e i risultati della filologia deleddiana: verso una edizione nazionale dell’opera omnia. Organizzatore: Dino Manca (Università degli Studi di Sassari), ([email protected]). OBIETTIVI: La sessione proposta vuole essere un omaggio alla personalità e all’opera di Grazia Deledda. Tramite l’operazione artistica della scrittrice nuorese, culminata col premio Nobel (prima donna in Italia e seconda al mondo), la Sardegna è entrata, infatti, a far parte dell’immaginario europeo. Oggi gli studiosi hanno a loro disposizione una buona bibliografia che, soprattutto negli ultimi anni, ha – grazie agli apporti della filologia, della linguistica e dell’antropologia – aggiornato, se non riveduto e corretto, una vecchia vulgata critica che non di rado ha relegato la sua figura in ambiti esclusivamente nazionali se non addirittura regionali. Finalmente si può parlare, alla luce delle ultime ricerche, di una grande scrittrice europea di respiro universale. I nuovi studi, infatti, dimostrano (attraverso le inedite indagini sulla produzione, restituzione, circolazione e fruizione del testo) come e quanto la sua opera abbia nel Novecento rivestito un ruolo importante in un contesto internazionale, grazie alla sua capacità di suscitare nel lettore europeo (e non solo italiano) un bisogno di autenticità, grazie all’appassionata rappresentazione dell’«automodello» sardo e alla proiezione simbolica del suo universale concreto. Tuttavia, lo stato dell’arte evidenzia ancora importanti lacune nelle ricerche. Finora, ad esempio, si è dedicata scarsa attenzione alle relazioni tra la produzione precoce e i romanzi della maturità. Ci si dovrà sempre più applicare sulle questioni filologiche e linguistiche che, misurando l’impatto della variazione sulle diverse redazioni della medesima opera a distanza di decenni, potrebbero aiutarci a ricostruire porzioni importanti del quadro movimentato della stagione durante la quale la lingua degli italiani si andava assestando.
    [Show full text]
  • Society for Italian Studies Biennial Conference 2019
    Society for Italian Studies Biennial Conference 2019 University of Edinburgh 26-28 June 2019 Programme Welcome Benvenute! Benvenuti! Italian Studies at the University of Edinburgh are truly delighted to welcome you all to the 2019 Biennial Conference of the Society for Italian Studies. We are celebrating the Centenary of Italian at the University of Edinburgh (1919-2019), and we are proud to be hosting this major conference with nearly 300 delegates, including some of the most distinguished keynote speakers, leading academics, and inspiring students from Europe, Australia, North America and beyond. Thank you for your participation. Enjoy the Conference! The Edinburgh Team Edinburgh Team The Edinburgh team consists of staf and students of the University of Edinburgh. Lead Organisers Davide Messina Federica G Pedriali Co-Organisers Nicolò Maldina Carlo Pirozzi Information Desk Marco Palone Daniela Sannino Marialaura Aghelu Helpers Simone Calabrò Daniele Falcioni Niamh Keenan Alessandra Pellegrini De Luca Marco Ruggieri University of Ediburgh School of Literatures, Languages and Cultures Department of European Languages & Cultures 50 George Square Edinburgh EH8 9LH www.llc.ed.ac.uk/delc/italian/sis-2019 For further information, please email the Lead Organisers Davide Messina ([email protected]) and Federica G. Pedriali ([email protected]) Keynote Lectures On Ulysses: in Praise The Changing Fortunes Speaking in Cultures of Literature of Translations Wednesday 26 June Wednesday 26 June Wednesday 26 June 11:00-12:00, Room G.03 1:00-2:00, Room G.03 6:15-6:50, Scottish Parliament Lino Pertile is Carl A. Susan Bassnett is Professor Jhumpa Lahiri is Professor Pescosolido Research of Comparative Literature at of Creative Writing at the Professor of Romance the University of Glasgow, Lewis Center for the Arts, Languages and Literatures, and Professor Emerita of Princeton.
    [Show full text]
  • WRAP THESIS Shilliam 1986.Pdf
    University of Warwick institutional repository: http://go.warwick.ac.uk/wrap A Thesis Submitted for the Degree of PhD at the University of Warwick http://go.warwick.ac.uk/wrap/34806 This thesis is made available online and is protected by original copyright. Please scroll down to view the document itself. Please refer to the repository record for this item for information to help you to cite it. Our policy information is available from the repository home page. FOREIGN INFLUENCES ON AND INNOVATION IN ENGLISH TOMB SCULPTURE IN THE FIRST HALF OF THE SIXTEENTH CENTURY by Nicola Jane Shilliam B.A. (Warwick) Ph.D. dissertation Warwick University History of Art September 1986 SUMMARY This study is an investigation of stylistic and iconographic innovation in English tomb sculpture from the accession of King Henry VIII through the first half of the sixteenth century, a period during which Tudor society and Tudor art were in transition as a result of greater interaction with continental Europe. The form of the tomb was moulded by contemporary cultural, temporal and spiritual innovations, as well as by the force of artistic personalities and the directives of patrons. Conversely, tomb sculpture is an inherently conservative art, and old traditions and practices were resistant to innovation. The early chapters examine different means of change as illustrated by a particular group of tombs. The most direct innovations were introduced by the royal tombs by Pietro Torrigiano in Westminster Abbey. The function of Italian merchants in England as intermediaries between Italian artists and English patrons is considered. Italian artists also introduced terracotta to England.
    [Show full text]
  • Agazzoni, Debora (2017) Syntax and Style in Alberto Arbasino's Early Works (1957-1963)
    Agazzoni, Debora (2017) Syntax and style in Alberto Arbasino's early works (1957-1963). PhD thesis. http://theses.gla.ac.uk/8122/ Copyright and moral rights for this work are retained by the author A copy can be downloaded for personal non-commercial research or study, without prior permission or charge This work cannot be reproduced or quoted extensively from without first obtaining permission in writing from the author The content must not be changed in any way or sold commercially in any format or medium without the formal permission of the author When referring to this work, full bibliographic details including the author, title, awarding institution and date of the thesis must be given Enlighten:Theses http://theses.gla.ac.uk/ [email protected] Syntax and Style in Alberto Arbasino’s Early Works (1957-1963) Debora Agazzoni Submitted in fulfilment of the requirements for the Degree of PhD School of Modern Languages and Cultures College of Arts University of Glasgow January 2017 3 Abstract This thesis examines the syntax of the sentence and the style of three of Alberto Arbasino’s early works: Le piccole vacanze (1957), Il ragazzo perduto (1959) and Fratelli d’Italia (1963). The period in which these works were written and published was one of great linguistic changes, with Italian starting to become the language spoken by the majority of the population and the consequent formation of a new variety, the italiano dell’uso medio. This social evolution has also consequences for the language of narrative: whereas some authors embrace the lingua media and a clear, communicative style (stile semplice), others reject it and opt for linguistic experimentation.
    [Show full text]
  • «Si Risponde Lavorando». Lettere 1941-1992
    BIBLIOTECA DI STUDI DI FILOLOGIA MODERNA ISSN 2420-8361 (ONLINE) – 47 – DIPARTIMENTO DI FORMAZIONE, LINGUE, INTERCULTURA, PSICOLOGIA Università degli Studi di Firenze Coordinamento editoriale Gianfranco Bandini, Andrea Guazzini, Emiliano Macinai Ilaria Moschini, Donatella Pallotti, Beatrice Töttössy BIBLIOTECA DI STUDI DI FILOLOGIA MODERNA Collana Open Access fondata nel 2004 dal Dipartimento di Filologia Moderna dell’Università degli Studi di Firenze Direttore Beatrice Töttössy Comitato scientifico internazionale (http://www.fupress.com/comitatoscientifico/biblioteca-di-studi-di-filologia-moderna/23) Enza Biagini (Professore Emerito), Nicholas Brownlees, Martha Canfield, Richard Allen Cave (Emeritus Professor, Royal Holloway, University of London), Piero Ceccucci, Massimo Ciaravolo (Università Ca’ Foscari Venezia), John Denton, Anna Dolfi (Professore Emerito), Mario Domenichelli (Professore Emerito), Maria Teresa Fancelli (Professore Emerito), Massimo Fanfani, Paul Geyer (Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn), Ingrid Hennemann, Sergej Akimovich Kibal’nik (Institute of Russian Literature [the Pushkin House], Russian Academy of Sciences; Saint-Petersburg State University), Ferenc Kiefer (Research Institute for Linguistics of the Hungarian Academy of Sciences; Academia Europaea), Michela Landi, Murathan Mungan (scrittore), Stefania Pavan, Peter Por (CNRS Parigi), Gaetano Prampolini, Paola Pugliatti, Miguel Rojas Mix (Centro Extremeño de Estudios y Cooperación Iberoamericanos), Giampaolo Salvi (Eötvös Loránd University, Budapest;
    [Show full text]
  • Terracotta Tableau Sculpture in Italy, 1450-1530
    PALPABLE POLITICS AND EMBODIED PASSIONS: TERRACOTTA TABLEAU SCULPTURE IN ITALY, 1450-1530 by Betsy Bennett Purvis A thesis submitted in conformity with the requirements for the degree of Doctorate of Philosophy Department of Art University of Toronto ©Copyright by Betsy Bennett Purvis 2012 Palpable Politics and Embodied Passions: Terracotta Tableau Sculpture in Italy, 1450-1530 Doctorate of Philosophy 2012 Betsy Bennett Purvis Department of Art University of Toronto ABSTRACT Polychrome terracotta tableau sculpture is one of the most unique genres of 15th- century Italian Renaissance sculpture. In particular, Lamentation tableaux by Niccolò dell’Arca and Guido Mazzoni, with their intense sense of realism and expressive pathos, are among the most potent representatives of the Renaissance fascination with life-like imagery and its use as a powerful means of conveying psychologically and emotionally moving narratives. This dissertation examines the versatility of terracotta within the artistic economy of Italian Renaissance sculpture as well as its distinct mimetic qualities and expressive capacities. It casts new light on the historical conditions surrounding the development of the Lamentation tableau and repositions this particular genre of sculpture as a significant form of figurative sculpture, rather than simply an artifact of popular culture. In terms of historical context, this dissertation explores overlooked links between the theme of the Lamentation, the Holy Sepulcher in Jerusalem, codes of chivalric honor and piety, and resurgent crusade rhetoric spurred by the fall of Constantinople in 1453. Reconnected to its religious and political history rooted in medieval forms of Sepulchre devotion, the terracotta Lamentation tableau emerges as a key monument that both ii reflected and directed the cultural and political tensions surrounding East-West relations in later 15th-century Italy.
    [Show full text]
  • Quaderni D'italianistica : Revue Officielle De La Société Canadienne
    Recensioni L'Europa che comincia efinisce: la Sicilia, a cura di Dagmar Reichardt. Italien in Geschichte und Gegenwart, 25. Frankfurt am Main: Peter Lang, 2006. Pp. 446, illus. ISBN 978-3-631-54941-4. €60.70, £42.50, US $72.95 Alla Sicilia come oggetto di studio non mancano pubblicazioni di tipo svariatissi- mo: teorici, storici, letterari, sociologici, e via dicendo. Il libro qui recensito pre- senta alcune diversità rispetto ai lavori già pubblicati. Prima di tutto, è frutto di collaborazione di 33 studiosi e studiose di 12 paesi diversi che scrivono in italiano, in inglese o in tedesco; secondariamente, il contenuto accosta alla critica letteraria la medicina, la politologia, la sociologia, la didattica disciplinare, la storia e le scienze dell'informazione, del teatro e della cultura. Inoltre, come scrive la cura- trice nella Premessa, "Con la presente raccolta di saggi s'intende promuovere una visione della Sicilia come un terzo spazio trasnazionale..." e si vuole contribuire alla realizzazione di "un progetto di una mappa mentale della sicilianità (9). Il volume viene suddiviso in cinque sezioni tematiche; ogni saggio è seguito da una bibliografìa e da un riassunto nelle tre lingue. La prima sezione {Storia-Società-Scrittura) conta sei saggi. Michael Bernsen apporta ulteriori dimostrazioni al fatto che i poeti siciliani, con il sonetto, non can- tano la donna ma analizzano il sentimento dell'amore ("Die Entstehung des lyrischen Subjekts in der Dichtung Giacomo da Lentinis", 15-24). Pasquale Hamel suggerisce alcune caratteristiche fìlosofìche, morali e politiche che com- promettono la creatività dei poeti siciliani appunto perché condizionati dagli atteggiamenti centralizzanti dell'imperatore ("Federico II e la Scuola Poetica Siciliana come progetto politico", 25-29).
    [Show full text]
  • Langues, Accents, Prénoms & Noms De Famille
    Les Secrets de la Septième Mer LLaanngguueess,, aacccceennttss,, pprréénnoommss && nnoommss ddee ffaammiillllee Il y a dans les Secrets de la Septième Mer une grande quantité de langues et encore plus d’accents. Paru dans divers supplément et sur le site d’AEG (pour les accents avaloniens), je vous les regroupe ici en une aide de jeu complète. D’ailleurs, à mon avis, il convient de les traiter à part des avantages, car ces langues peuvent être apprises après la création du personnage en dépensant des XP contrairement aux autres avantages. TTaabbllee ddeess mmaattiièèrreess Les différentes langues 3 Yilan-baraji 5 Les langues antiques 3 Les langues du Cathay 5 Théan 3 Han hua 5 Acragan 3 Khimal 5 Alto-Oguz 3 Koryo 6 Cymrique 3 Lanna 6 Haut Eisenör 3 Tashil 6 Teodoran 3 Tiakhar 6 Vieux Fidheli 3 Xian Bei 6 Les langues de Théah 4 Les langues de l’Archipel de Minuit 6 Avalonien 4 Erego 6 Castillian 4 Kanu 6 Eisenör 4 My’ar’pa 6 Montaginois 4 Taran 6 Ussuran 4 Urub 6 Vendelar 4 Les langues des autres continents 6 Vodacci 4 Les langages et codes secrets des différentes Les langues orphelines ussuranes 4 organisations de Théah 7 Fidheli 4 Alphabet des Croix Noires 7 Kosar 4 Assertions 7 Les langues de l’Empire du Croissant 5 Lieux 7 Aldiz-baraji 5 Heures 7 Atlar-baraji 5 Ponctuation et modificateurs 7 Jadur-baraji 5 Le code des pierres 7 Kurta-baraji 5 Le langage des paupières 7 Ruzgar-baraji 5 Le langage des “i“ 8 Tikaret-baraji 5 Le code de la Rose 8 Tikat-baraji 5 Le code 8 Tirala-baraji 5 Les Poignées de mains 8 1 Langues, accents, noms
    [Show full text]