La Pallavolo Dallo Sport Allo Spettacolo
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA” FACOLTÀ' DI SOCIOLOGIA CATTEDRA DI SOCIOLOGIA (CORSO AVANZATO) LA PALLAVOLO DALLO SPORT ALLO SPETTACOLO CANDIDATO Giuseppe Ingrati RELATORE CORRELATORE Chiar.mo Prof. De Nardis Chiar.mo Prof. Mussino A.A. 1998/199 INDICE INTRODUZIONE p. 6 PARTE PRIMA SPORT E SOCIETÀ CAPITOLO PRIMO FENOMENO SPORTIVO E SCIENZE SOCIALI. INTERPRETAZIONI E PROSPETTIVE D'ANALISI p. 14 1.1. I PRINCIPALI APPORTI TEORICI. DA HUIZINGA AI CONTEMPORANEI p. 14 1.2. LE CARATTERISTICHE DEGLI SPORT MODERNI p. 19 1.3. IL FENOMENO SPORTIVO E IL PROCESSO DI COMMERCIALIZZAZIONE E SPETTACOLARIZZAZIONE p. 23 1.4. ALCUNE NOTE SULLA PRATICA SPORTIVA E SULL'ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SPORTIVO ITALIANO p. 28 PARTE SECONDA IL CASO DELLA PALLAVOLO CAPITOLO SECONDO LA PALLAVOLO DALLE ORIGINI AI SUCCESSI DELLA NAZIONALE ITALIANA NEGLI ANNI NOVANTA p. 33 2.1. LE ORIGINI p. 33 2 2.2. IL PROCESSO DI ISTITUZIONALIZZAZIONE p. 47 2.3. GLI ANNI '90. L'ERA DELLE VITTORIE p. 57 CAPITOLO TERZO LA PALLAVOLO IN UNA SOCIETÀ CHE CAMBIA. FENOMENOLOGIA DI UNO SPORT LEADER p. 64 3.1. INTRODUZIONE p. 64 3.2. I "NUMERI" DELLA PALLAVOLO. UNO SPORT IN CRESCITA COSTANTE p. 67 3.3. LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E ISTITUZIONALE. LA "FEDERAZIONE" E LA "LEGA" p. 74 CAPITOLO QUARTO LA PALLAVOLO COME METAFORA DEL CAMBIAMENTO SOCIALE. DALLO SPORT ALLO SPETTACOLO p. 84 4.1. LA COSTRUZIONE DELLA VITTORIA p. 84 4.2. L'INGRESSO DEGLI SPONSOR E IL PROCESSO DI COMMERCIALIZZAZIONE p. 91 4.3. CAMBIAMENTO DELLE REGOLE, SPETTACOLARIZZAZIONE E FENOMENO MEDIATICO p. 99 CONCLUSIONI IL FUTURO DELLA PALLAVOLO TRA PRATICA SPORTIVA E SPETTACOLARIZZAZIONE p. 112 BIBLIOGRAFIA p. 118 APPENDICE 3 ALLEGATI ALLEGATO A - LO SVILUPPO DELLE REGOLE DELLA PALLAVOLO ALLEGATO B - SCHEDE DEGLI INTERVISTATI ALLEGATO C - INTERVISTE ALLEGATO D - DECRETO LEGISLATIVO 23 LUGLIO 1999, N. 242 4 LA PALLAVOLO DALLO SPORT ALLO SPETTACOLO 5 INTRODUZIONE L'interesse delle scienze sociali per il fenomeno sportivo è relativamente recente. La sociologia si avvicina cautamente a questo campo di analisi intorno agli anni Cinquanta inserendo lo studio dello sport in una più vasta area di indagine sugli usi ricreativi del tempo libero nelle società industriali. Il ritardo e la scarsa attenzione delle scienze sociali è tanto meno giustificabile se si considera che già più di un secolo fa erano apparsi studi su alcuni aspetti sociali dello sport [cfr. Jahn 1810, Spencer 1882]. E' intorno alla metà degli anni Trenta che vedono la luce due testi importanti per la sociologia dello sport: Techniques du corps di Marcell Mauss1 pubblicato nel 1934 e Homo Ludens di Johannes Huizinga 2 (1938) vera pietra miliare in questo campo di studi perché in esso, per primo, si rivendica la centralità culturale del gioco sportivo: quest'ultimo non è più un aspetto meramente marginale della vita sociale ma uno dei suoi fondamenti principali. Proseguendo, insieme con Alberto Madella3, in questa ricostruzione storica arriviamo nel dopoguerra in cui l'interesse teorico e la ricerca sul campo si moltiplicano: tra i lavori più interessanti c'è un saggio di Popplow, pubblicato nel 1951, intitolato "Per una sociologia dello sport" e alcuni lavori di Roger Caillois (continuatore dell'opera di Huizinga) di cui il più importante è sicuramente Les jeux et les hommes (1958)4. Più tardi G.Magnane5 e altri cercarono di analizzare criticamente l'impatto e il significato che assumono le attività sportive impiegate nel tempo libero (loisir). 1 Cfr. Mauss, M., Techniques du corps, Parigi,1934. 2 Cfr. Huizinga, J., Homo ludens, Il Saggiatore, Milano, 1964 (ed. orig. 1938). 3 Madella, A., "La ricerca sociologica nello sport, argomenti e sviluppo", in SDS Rivista di Cultura Sportiva, n.20, ott.-dic. 1990. 4 Caillois, R., I giochi e gli uomini, Bompiani, Milano, 1981 (ed.orig. 1958). 6 E' ormai tempo che la Sociologia dello Sport si istituzionalizzi, e così nel 1964, sotto l'egida dell'ICSSPE (International Council of Sport Science and Phisical Education), si costituisce l'ICSS (International Committee for Sociology of Sport); la ICSS aderì quasi immediatamente (1965) alla massima organizzazione mondiale dei sociologi, l'ISA (International Sociological Association). Sono questi anni di intensa produzione scientifica; vengono fondate riviste (International Review for the Sociology of Sport, 1966), organizzate conferenze, pubblicati volumi collettanei dedicati all'argomento. L'interesse per il fenomeno sportivo è da allora cresciuto costantemente. Ricerche e studi evidenziano sempre più la rilevanza sociale dello sport e, contemporaneamente, il suo stretto legame con il sistema economico e culturale. In molti paesi (USA, Francia, Inghilterra, Belgio, Ungheria, Finlandia, Giappone, Spagna, Paesi socialisti) vengono istituite cattedre di Sociologia dello Sport e viene data la possibilità di ottenere un dottorato specifico sull'argomento. In Italia non è avvenuto nulla di tutto ciò e il ritardo accademico è evidente. Ancora oggi la Sociologia dello Sport è insegnata sotto forma di seminario; viene ritagliato cioè un piccolo spazio per una disciplina che, per lo stretto legame con i vari aspetti del sociale (politica, economia, antropologia, organizzazione, statistica sociale, sociologia), dovrebbe ricoprire, a nostro parere, un ciclo almeno annuale di lezioni se non proprio un indirizzo di studio specifico. Gli ultimi vent'anni hanno comunque visto crescere l'attività di ricerca in campo sportivo in corrispondenza dell'aumento di interesse per lo sport nelle società occidentali: la maggiore disponibilità di tempo libero, l'ingresso sul palcoscenico sportivo di soggetti di fatto precedentemente esclusi (classi disagiate, universo femminile e popolazione anziana), la valorizzazione della corporeità, le spinte ecologiste, il forte interessamento dei mass media, sono alcuni tra i principali fattori che hanno influito sullo sviluppo di studi sociali sull'argomento. 5 Magnane, G., Sociologia dello sport. Il 'loisir' sportivo nella cultura contemporanea, La scuola, Brescia, 1972 (ed. orig. 1964). 7 La crescita continua del numero di praticanti (a livello sia agonistico che amatoriale) è dunque strettamente legata all'apertura dello sport ad una forte partecipazione femminile, allo sviluppo delle attività sportive per la terza età, ad un diverso impiego del tempo libero (la cui disponibilità aumenta anche in relazione a fenomeni quali l'aumento del reddito, la riduzione dell'orario lavorativo, una sempre più protratta inoccupazione giovanile, la precoce uscita dal mondo lavorativo di "anziani" sempre più giovani). In questo quadro, Klaus Heinemann6 definisce lo sport contemporaneo come un sistema aperto, cioè una realtà in continua trasformazione e, quindi, anche se dotato di elementi di identificazione, sempre più difficile da definire [cfr. Puig e Heinemann 1996]. Lo sport moderno è caratterizzato da un processo di differenziazione crescente, nel senso che non sembra esistere più un unico modello che riunisce in sé le sue principale caratteristiche. Se si prendono in considerazione, come dimensioni costituenti, la maniera in cui si organizzano le attività sportive, il modo in cui si legittimano, le motivazioni dei partecipanti e gli effetti che producono, è possibile individuare - secondo Heinemann - quattro modelli (da considerare come costruzioni "idealtipiche") dello sport contemporaneo: competitivo, espressivo, strumentale e spettacolare. 1) Il modello competitivo dello sport è il diretto erede dello sport tradizionale. Mantiene, quindi, una regolazione rigida ed universale per tutti i partecipanti, una uniformità del sistema dei valori (fair play, ecc.) ed una struttura organizzativa basata sui clubs e l'attività di volontariato. È legittimato proprio dagli obiettivi conseguiti o che si intendono conseguire: una vittoria, l'integrazione sociale degli emarginati, l'educazione dei giovani. 2) Il modello espressivo è un prodotto del mutamento culturale in atto nelle società occidentali; comprende attività poco organizzate e soggette a continui processi di innovazione e diversificazione. Il modello comprende attività molto diverse tra loro 6 Heinemann, K., The future of sports. Challenge for the science of sport, in "International Review for the Sociology of Sport", n.4, 1992. 8 (dal windsurf al trekking), si fonda sul piacere del momento ed in molti casi si manifesta come strumento per compensare l'eccessiva prevedibilità della vita quotidiana. Di conseguenza non si legittima tanto per i risultati raggiunti, quanto per l'intima gratificazione che ciascuno ottiene svolgendo questo tipo di attività. Questo modello è ben esemplificato dai cosiddetti "Sport Californiani"7 fondati su tecnologie dolci di sfruttamento dell'ambiente e tendenzialmente non competitivi. 3) Il modello strumentale è tipico delle società "post-industriali" ed è associato generalmente alle palestre commerciali dotate di macchine sofisticate (le body- machines) che permettono la cultura fisica. È strettamente legato alla preoccupazione per la condizione fisica e per l'esibizione del proprio corpo. In alcuni casi il corpo stesso è ritenuto l'unico mezzo per ricercare un'identità. 4) Il modello dello sport spettacolo, nonostante non sia una novità nella società contemporanea (è riconducibile ai "circenses"8 dell'antica Roma), ha conosciuto un'espansione senza precedenti nell'epoca attuale, in stretta relazione ai circuiti di mercato e alla centralità assunta dai mass media. Sul piano della pratica agonistica, lo sport spettacolo esige una regolazione severa (norme tecniche uniformi, una