PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA 3. AMBIENTI ACQUATICI E FAUNA ITTICA DELLA PROVINCIA DI VARESE

Nell’anno 2001 è stata redatta la Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese, che contiene la caratterizzazione ambientale e la vocazionalità ittica sia delle acque correnti che di quelle lacustri, nonché le schede descrittive delle diverse specie ittiche. Per una trattazione di maggiore dettaglio relativa a detti argomenti si rimanda pertanto a tale documento, mentre di seguito si riporta il quadro finale emerso al termine del lavoro e le informazioni sintetiche relative alle principali specie ittiche di maggior interesse faunistico e gestionale.

3.1 Le vocazioni ittiche

Per quanto riguarda le acque correnti, è possibile distinguere fondamentalmente due gruppi di corsi d'acqua caratterizzati da diversa vocazione ittica: i numerosi piccoli torrenti e rogge prealpini e collinari vocazionali per la trota fario e alcune specie di accompagnamento, quali vairone, sanguinerola, scazzone, cobite comune, lampreda padana; i fiumi e i canali di dimensioni più rilevanti, comprendenti ad esempio il , il , il Bardello, con vocazione ittica mista, prevalentemente a Ciprinidi reofili, comprendenti barbo comune, cavedano, savetta, lasca, pigo, barbo canino, in parte a Salmonidi, e in parte a Ciprinidi limnofili. Questi ambienti ospitano comunità ittiche molto diversificate ed in relazione alla loro stretta connessione con i laghi esprimono popolamenti ittici variamente composti, che migrano dal fiume al lago e viceversa anche in relazione alle stagioni ed ai periodi riproduttivi. Per quanto riguarda i Salmonidi di maggior interesse faunistico, le uniche zone vocazionali per la trota marmorata sono rappresentate dal Ticino e relativi canali, e il Lago Maggiore per i suoi collegamenti con Ticino immissario e ; le zone vocazionali per il temolo sono rappresentate dal Ticino, dal tratto medio e inferiore del Torrente .

7 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA

Per quanto riguarda i laghi, essi comprendono ambienti molto diversi per caratteristiche geomorfologiche e per stato trofico, che comportano importanti differenze nella composizione specifica delle diverse comunità ittiche lacustri e, quindi, nella vocazionalità ittica reale. Si osserva pertanto che: il Lago Maggiore, grande lago profondo oligotrofo, esprime vocazione prevalente a Salmonidi, accompagnati da Percidi, Ecocidi, Ciprinidi, Clupeidi (Agone); il Lago di Lugano, grande lago profondo eutrofo, esprime vocazione prevalente a Ciprinidi, accompagnati da abbondanti Percidi e Centrarchidi, e da pochi Salmonidi; il Lago di Varese e il Lago di Comabbio, piccoli laghi "piatti" eutrofi, esprimono vocazione dominante a Ciprinidi, accompagnati da Percidi, Esodi e Centrarchidi; ciò in attesa che l’intervento di risanamento del Lago di Varese renda più evidenti i suoi frutti; il Lago di Monate, piccolo lago oligotrofo, esprime vocazione prevalente a Salmonidi, accompagnati da Percidi, Esocidi, Centrarchidi e, in misura minore, Ciprinidi; il Lago di Ghirla, piccolo lago prealpino mesotrofo, esprime vocazione prevalente a Ciprinidi, con abbondanti Percidi ed Esocidi, accompagnati da scarsi Salmonidi; il Lago Delio, piccolo lago alpino ampliato artificialmente e ricaricato con acqua del Lago Maggiore, è vocazionale a Coregoni, accompagnati da Percidi e Ciprinidi, immessi con l'acqua del Verbano.

Nel complesso, il quadro che si delinea delle vocazioni ittiche delle acque provinciali è articolato e molto diversificato, soprattutto nell'ambito dei numerosi e importanti laghi provinciali.

3.2 Schede delle principali specie ittiche

Nei seguenti paragrafi, per ciascuna delle principali specie ittiche di maggior rilievo dal punto di vista gestionale e alieutico, saranno descritte, in sintesi, le caratteristiche ecologiche e la distribuzione sul territorio provinciale.

8 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA

3.2.1 Agone (Alosa fallax lacustris) L’agone è una specie autoctona, appartenente alla famiglia dei Clupeidi, di taglia media che raramente raggiunge i 40 cm di lunghezza. Si tratta di una specie fortemente gregaria, in grado di formare branchi anche di migliaia di individui, spesso della stessa età. Durante la stagione fredda l’agone staziona in zone profonde, compiendo periodiche risalite verso la superficie e le rive alla ricerca di cibo, prevalentemente costituito da plancton; gli esemplari di maggiori dimensioni predano anche piccoli pesci. Per le sue abitudini alimentari, lo spettro trofico dell’agone si sovrappone a quello di altri pesci tipicamente planctofagi con cui condivide l’areale di distribuzione, in particolare l’alborella e soprattutto il coregone. Al giungere della stagione primaverile gli agoni si spostano verso la zona litorale per raggiungere le aree di deposizione. L’attività riproduttiva si svolge in giugno. La deposizione delle uova ha luogo durante le ore serali e notturne, su fondali pietrosi, sabbiosi o limosi, a pochi centimetri di profondità. Ogni femmina può produrre una quantità di uova variabile tra le 15.000 e le 20.000 unità. La maturità sessuale è raggiunta a circa 2 anni di età. La specie, che a livello provinciale sta attraversando in questi anni una fase di netta espansione, è presente con popolazioni significative nel Lago Maggiore e nel Ceresio.

3.2.2 Alborella (Alburnus alburnus alborella)

Specie autoctona, l’alborella è un Ciprinide di piccola taglia che raggiunge la lunghezza massima di circa 15 cm. Si può adattare a diversi tipi di ambienti acquatici di pianura ed è pertanto una delle specie ittiche maggiormente diffuse e abbondanti. Predilige le acque a corso lento o a moderata corrente. I popolamenti più abbondanti sono riscontrabili nei corsi d’acqua di maggiori portate e nei grandi laghi prealpini.

9 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA

Tra le specie ittiche con cui più frequentemente si trova associata vi sono sia specie limnofile, come il triotto, la scardola, la tinca, sia specie moderatamente reofile quali la lasca, il barbo, il ghiozzo padano e il cobite. L’alborella è una specie fortemente gregaria e nei grandi laghi può formare enormi gruppi costituiti da un numero ragguardevole di individui. La dieta è onnivora, essendo costituita prevalentemente da organismi planctonici e in misura minore da piccoli organismi bentonici oltre che da alghe. Il periodo riproduttivo si colloca tra fine maggio e luglio, con un picco dell’attività osservabile in genere nel mese di giugno. Durante questa fase del ciclo vitale, le alborelle si spostano dalla zona pelagica verso la riva, dove avviene la deposizione a più riprese su substrati ghiaiosi. Ogni femmina produce 1.000 – 2.500 uova adesive. La maturità sessuale viene raggiunta, in entrambi i sessi, al 2° anno di vita. In Provincia di Varese popolazioni di alborella sono presenti nel Fiume Tresa e nel Ticino, nel tratto in Comune di Vizzola Ticino; nel Lago Maggiore, dove era quasi scomparsa alcuni anni addietro, la specie è attualmente in fase di ripresa. L’alborella è oggetto di interventi di reintroduzione nel Lago di Varese, nel Lago di Lugano e nel Lago di Monate; viene allevata negli incubatoi del Tinella e di Brusimpiano.

3.2.3 Anguilla (Anguilla anguilla)

Specie autoctona di taglia medio-grande, le femmine di anguilla possono raggiungere il metro circa di lunghezza e quasi 2 kg di peso, mentre i maschi generalmente non superano i 50 cm e i 200 g. L’anguilla dimostra ampia adattabilità a diverse condizioni ecologiche, distribuendosi, durante la fase trofica nelle acque interne, dalle zone salmastre

10 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA fino ai fiumi pedemontani e colonizzando ogni tipo di ecosistema acquatico. Durante la risalita è spesso in grado di superare gli eventuali ostacoli, entro certi limiti, a volte uscendo dall’acqua e raggirandoli. Tollera piuttosto bene le basse concentrazioni di ossigeno; in condizioni estreme può uscire dall’acqua e sopravvivere a lungo, in ambienti sufficientemente umidi, sfruttando le sue possibilità di svolgere una respirazione cutanea grazie ad un’ampia vascolarizzazione della pelle. L’anguilla è una specie legata al fondo, che preferisce substrati molli nei quali infossarsi durante i periodi freddi, ma che si adatta anche a fondi duri, nei quali siano presenti anfratti e nascondigli. In assenza di rifugi, l’anguilla si scava caratteristiche buche nelle quali ripararsi. L’alimentazione avviene prevalentemente nelle ore crepuscolari e notturne ed è basata su una notevole varietà di forme macrobentoniche e di pesci di piccola taglia. La specie si riproduce nel Mare dei Sargassi; dalla schiusa delle uova si sviluppa la larva marina dalla tipica forma a foglia di salice (“leptocefalo”) che viene trasportata passivamente dalle correnti superficiali marine per un periodo di 3-4 anni fino alle coste europee. Qui il leptocefalo subisce una metamorfosi graduale fino allo stadio di “cieca”, avente lunghezza totale variabile da 65 a 80 mm; in questa fase inizia la migrazione nelle acque interne, che in quelle italiane si svolge da ottobre e febbraio, acquisendo gradualmente le caratteristiche definitive, già evidenti nelle giovani anguille note come “ragani”. Gli individui adulti intraprendono la migrazione riproduttiva in mare dopo 4-9 anni per i maschi e dopo 4-14 anni per le femmine a partire dalla metamorfosi. In Provincia di Varese l’anguilla risulta presente nelle maggiori acque lacustri e fluviali provinciali, sebbene sia in calo a causa degli sbarramenti che ne impediscono la risalita dal mare, per questo motivo è oggetto di ripopolamento.

3.2.4 Barbo comune (Barbus plebejus)

11 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA

Specie autoctona di taglia medio-grande, il barbo può raggiungere una lunghezza di oltre 60 cm e un peso di circa 2 kg. È un ciprinide reofilo caratteristico del tratto medio- superiore dei fiumi planiziali, legato alle acque limpide, ossigenate, a corrente vivace e fondo ghiaioso e sabbioso. A valle si può rinvenire anche in acque moderatamente torbide purché ben ossigenate. Conduce vita gregaria e rimane in piccoli gruppi in prossimità delle buche o nei tratti più profondi. Si nutre essenzialmente di macroinvertebrati bentonici, soprattutto larve di insetti e crostacei. Solitamente si trova associato ad altri ciprinidi reofili, in particolare lasca e cavedano; spesso occupa parte della zona del temolo e della trota. Localmente può trovarsi associato a molte altre specie ittiche quali alborella, savetta, vairone, sanguinerola, cobite e ghiozzo padano. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni dai maschi e 3-4 anni dalle femmine. Nel periodo riproduttivo, che va da metà maggio a metà luglio, spesso i barbi risalgono i corsi d’acqua riunendosi nei tratti a fondo ciottoloso o ghiaioso e con media profondità, che sono quelli più idonei alla deposizione delle uova. Ogni femmina depone da 5.000 a 10.000 uova, che risultano tossiche per l’uomo e possono provocare disturbi gastrointestinali. Nelle acque provinciali il barbo comune è presente con popolazioni significative in particolare nel Fiume Tresa, nel Torrente Margorabbia e nel Fiume Ticino. La specie non è interessata da ripopolamenti.

12 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA

3.2.5 Barbo canino (Barbus meridionalis)

Specie autoctona di taglia medio-piccola che generalmente non supera i 25-30 cm di lunghezza totale e i 100-150 g, il barbo canino è un ciprinide reofilo presente nel tratto medio-superiore dei fiumi e dei torrenti, parzialmente sovrapposto ai Salmonidi. Rispetto al barbo comune, con il quale può convivere, è in genere dislocato più a monte e risulta più frequente nei corpi d’acqua di minore portata. Predilige le acque molto ossigenate dei tratti a corrente moderata e con fondo coperto di pietre e massi, dove può trovare rifugio. La specie ha abitudini gregarie e vive in gruppi sparsi tendendo a localizzarsi in tratti relativamente limitati; in genere condivide il proprio habitat con trota, sanguinerola, vairone e scazzone. La sua dieta è prettamente carnivora, basata sui macroinvertebrati che cattura sul fondo, spostando le piccole pietre con il muso. La maturità sessuale viene raggiunta a 3 anni dai maschi e a 4 dalle femmine. La stagione riproduttiva, come per il barbo comune, va da metà maggio a tutto giugno e le uova, alcune centinaia per femmina, sono deposte in acque basse su fondali ciottolosi. Le popolazioni di barbo canino sembrano attualmente in fase di forte riduzione, verosimilmente a causa del degrado delle condizioni ambientali che negli ultimi anni ha interessato molti dei corsi d’acqua che costituiscono il suo habitat tipico. A livello provinciale la specie, rinvenuta nel Fiume Ticino, in località Maddalena (Somma Lombardo), e in corsi d’acqua minori, si presenta in forte contrazione. Questa specie di particolare pregio naturalistico non è oggetto di pesca specifica.

13 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA

3.2.6 Bottatrice (Lota lota)

Specie autoctona di taglia medio-grande, che può raggiungere eccezionalmente il 60 – 70 cm di lunghezza totale e oltre 3 - 4 kg di peso, la bottatrice predilige le acque limpide, fresche e profonde dei principali laghi prealpini, ma occasionalmente la si può ritrovare anche in ambienti lotici, soprattutto negli immissari ed emissari dei laghi dove risiede. È una specie tipicamente bentonica che durante le ore diurne si rifugia tra le rocce o negli anfratti del fondo, aumentando l’attività durante le ore notturne. La dieta è costituita prevalentemente da invertebrati, pesci; osservazioni compiute nel Lago Maggiore confermano l’abitudine di predare uova di salmonidi. La riproduzione avviene nel periodo invernale, tra novembre e marzo, e la maturità sessuale è raggiunta a 3-4 anni d’età a lunghezze comprese tra 25 e 45 cm. La deposizione delle uova (fino a 3 milioni per femmina), ha luogo su fondali sabbiosi e ghiaiosi, ma non essendo adesive queste ultime rimangono libere, flottando in prossimità del fondo. In Provincia di Varese la bottatrice è presente con una buona consistenza nei laghi Maggiore e Lugano, mentre risulta piuttosto scarsa nel Lago di Monate, nei torrenti Giona e Margorabbia e nel Fiume Tresa.

3.2.7 Cagnetta (Salaria fluviatilis)

14 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA

Specie autoctona di piccola taglia, la cui lunghezza totale normalmente si aggira attorno a 10-12 cm, eccezionalmente raggiunge i 15 cm. I maschi adulti, facilmente riconoscibili per la presenza di una cresta occipitale, hanno taglie maggiori rispetto a quelle delle femmine. La cagnetta popola le acque limpide di laghi, fiumi e ruscelli, occupando sia fondali a pietre e ciottoli, sia fondali melmosi ricchi di vegetazione acquatica. È una specie tipicamente territoriale, che si rifugia in cavità, in genere sotto ad un sasso o a un qualsiasi altro elemento sommerso, mantenuta pulita con colpi di coda e trasportando all’esterno con la bocca piccole pietre e frammenti di vegetali; inoltre la cagnetta mostra uno specifico comportamento finalizzato ad estromettere le proprie feci dal rifugio, muovendo le pinne pettorali in modo da creare una corrente d’acqua che le trasporti all’esterno. La dieta della cagnetta è rappresentata da piccoli invertebrati bentonici. La cagnetta si riproduce in primavera e all’inizio della stagione estiva. Le uova, deposte nel rifugio, sono provviste di filamenti adesivi. Di norma una femmina depone 200-300 uova per volta. Il maschio esercita cure parentali fino alla schiusa delle uova. Sul territorio provinciale la specie è ben rappresentata nei fiumi Tresa e Ticino; risulta inoltre presente nel Fiume Bardello e nel Torrente Bolletta. La cagnetta non riveste notevole interesse dal punto di vista commerciale o alieutico e non è oggetto di ripopolamenti.

3.2.8 Carassio (Carassius carassius)

Specie alloctona di media taglia, in buone condizioni trofiche può raggiungere la lunghezza massima di circa 45 cm. Il dimorfismo sessuale è presente solo durante il

15 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA periodo riproduttivo, quando i maschi si ricoprono di tubercoli nuziali, soprattutto sugli opercoli. Il carassio ama le acque profonde a lento decorso e ricche di vegetazione dei fiumi e dei canali, o quelle dei laghi e degli stagni di pianura. Si rinviene spesso in acque molto torbide e può spingersi anche in acque salmastre. Dotato di ampia valenza ecologica ed estremamente resistente, riesce a sopravvivere meglio di altri ciprinidi in carenza di ossigeno disciolto, tollerando ampi range di temperatura e un elevato grado di inquinamento. La sua dieta è onnivora e comprende sia invertebrati acquatici, ricercati prevalentemente sul fondo, sia una notevole quantità di piante acquatiche e detriti organici. La maturità sessuale è raggiunta a 3-4 anni di età e la riproduzione ha luogo tra maggio e giugno, con la deposizione delle uova sulla vegetazione acquatica. Ogni femmina depone diverse decine di migliaia di uova. Il carassio è una specie quasi certamente introdotta in Italia, che negli ultimi anni ha incrementato notevolmente la sua diffusione, comportando verosimilmente effetti negativi a carico delle comunità ittiche preesistenti. Nelle acque provinciali la specie è presente nei laghi Maggiore e Ceresio, dove risulta stazionaria; abbondanti sono le popolazioni presenti nei laghi di Varese e di Comabbio, dove lo stato di eutrofia favorisce la proliferazione delle specie più resistenti e tolleranti agli stress ambientali; il carassio è stato inoltre rinvenuto nel Fiume Tresa e nel Lago di Ghirla. Data la cattiva qualità delle carni, la specie non ha nessun pregio ai fini alimentari ed è di scarsissimo interesse per la pesca professionale e sportiva.

3.2.9 Carpa (Cyprinus carpio)

16 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE

PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAA DDDIII VVVAAARRREEESSSEEE SSSEEETTTTTTOOORRREEE PPPOOOLLLIIITTTIIICCCHHHEEE PPPEEERRR LLL’’’AAAGGGRRRIIICCCOOOLLLTTTUUURRRAAA EEE GGGEEESSSTTTIIIOOONNNEEE FFFAAAUUUNNNIIISSSTTTIIICCCAAA

La carpa, introdotta in Italia durante il periodo dell’Impero Romano e ampiamente acclimatata nelle acque stagnanti e nei fiumi di pianura a lento decorso, è una specie di grande taglia, che può raggiungere una lunghezza totale massima di 130 cm e un peso superiore a 30 kg. Il dimorfismo sessuale è presente solo durante il periodo riproduttivo, quando i maschi si ricoprono di piccoli tubercoli nuziali sul capo e sulle pinne pettorali. L’habitat tipico di questo ciprinide è rappresentato dalle acque a lento corso o stagnanti del tratto inferiore dei corsi d’acqua, dai canali, dai laghi, dagli stagni, dalle risaie. Predilige acque calde (15-25 °C), profonde e fangose in zone ricche di vegetazione acquatica, sebbene sia in grado di vivere anche in acque relativamente fredde. Nello stadio giovanile mostra abitudini gregarie, che tendono a ridursi nell’età adulta. Si muove prevalentemente sul fondo, dove durante la stagione invernale suole infossarsi nel fango. La dieta è onnivora e comprende larve di insetti, crostacei, molluschi, anellidi e altri invertebrati bentonici, nonché piante acquatiche e detriti vegetali. La maturità sessuale viene raggiunta a 2-4 anni di età, nei maschi solitamente un anno prima rispetto alle femmine. Il periodo riproduttivo va da metà maggio a fine giugno, e talvolta si protrae fino a luglio. La riproduzione avviene in prossimità delle rive, in acque poco profonde, dove le uova deposte vengono attaccate ai tappeti di vegetazione sommersa. Si tratta di una specie molto feconda, tanto che ogni femmina depone da 10.000 a 20.000 uova per kg di peso di corporeo. Popolazioni ben strutturate di carpe sono difficilmente rinvenibili nelle acque italiane, a causa delle immissioni di esemplari di vari dimensioni e dell’introduzione di ceppi e varietà selezionate negli allevamenti, che contribuiscono a creare popolazioni miste con elevato grado di variabilità. A livello provinciale la carpa è presente in tutti i corpi lacustri e nel Fiume Ticino, con popolazioni abbondanti nei laghi di Varese e di Ghirla.

17 PPPIIIAAANNNOOO IIITTTTTTIIICCCOOO PPPRRROOOVVVIIINNNCCCIIIAAALLLEEE