Studia Austriaca IV

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Studia Austriaca IV In collaboration with the Austrian Cultural Forum in Milan _____________________________________________________ Studia austriaca IV Hugo von Hofmannsthal • Rainer Maria Rilke • Arthur Schnitzler Peter Altenberg • Joseph Roth • Felix Salten • Hermann Broch Julian Schutting • Jörg Mauthe • Thomas Bernhard Ulrich Becher • Peter Preses • Hans Raimund edidit Fausto Cercignani Studia austriaca An international journal devoted to the study of Austrian culture and literature Published annually in the spring ISSN 1593-2508 Editor: Fausto Cercignani Electronic Edition (2012) of Vol. IV (1996) Studia austriaca Founded in 1992 Published in print between 1992 and 2011 (vols. I-XIX) On line since 2012 under http://riviste.unimi.it Online volumes are licensed under a Creative Commons Attribution- NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License. The background image of the cover is elaborated from the first page of a manuscript by Peter Handke entitled “Der Donnerblues von Brazzano in Friaul” (Robert Musil-Institut der Universität Klagenfurt / Kärntner Literaturarchiv – Bestand Edizioni Braitan). _| |_ Istituto Austriaco di Cultura di Milano ___________________________________________ Istituto di Germanistica dell’Università degli Studi di Milano Studia austriaca IV Hugo von Hofmannsthal • Rainer Maria Rilke • Arthur Schnitzler Peter Altenberg • Joseph Roth • Felix Salten • Hermann Broch Julian Schutting • Jörg Mauthe • Thomas Bernhard Ulrich Becher • Peter Preses • Hans Raimund edidit Fausto Cercignani _ _ | | _| |_ Proprietà letteraria originaria dell’Università degli Studi di Milano Istituto di Germanistica _ _ | | _| |_ Premessa Grazie all’accordo concluso con il Console Mario Erschen nel 1994, anche il quarto volume di Studia austriaca esce per iniziativa congiunta dell’Istituto Austriaco di Cultura e dell’Istituto di Germanistica dell’Università degli Studi di Milano. I compiti redazionali sono stati svolti con l’aiuto di Gabriella Rovagnati, che desidero qui ringraziare per la fattiva e paziente collaborazione. F. C. _ _ | | _| |_ Indice dei saggi Elena Agazzi - Romanticismo, anarchia e realismo come registro epocale della crisi dei valori. Sulla filosofia della storia di Hermann Broch p. 9 Regina Binder - Todes- und Liebeserfahrung. Aspekte der Be- ziehung zwischen Mensch und Tier in Werken Julian Schut- tings p. 23 Simona Bartoli Kucher - Il ruolo del denaro e il problema del tempo nella novella moderna: «Fräulein Else» e «La veste lunga» p. 45 Leopold R. G. Decloedt - Jörg Mauthe (1924-1986). Der unbe- kannte österreichische Poetenpolitiker p. 69 Fausto Cercignani - Spigolando tra Hofmannsthal e Rilke p. 77 Fritz Hackert - Kaffeehaus, Feuilleton und Kabarett in Wien um 1900 p. 91 Riccardo Morello - Alcune osservazioni sulla lirica di Thomas Bernhard p 121 Wolfgang Nehring - Visionen von Macht und Ohnmacht, Gewalt und Autorität beim späten Hofmannsthal p. 137 Moira Paleari - «Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge». Stesure di inizio e fine a confronto p. 151 Johanna W. Roden - Ulrich Bechers und Peter Preses «Der Bockerer». Volksstück und Lehrstück p. 181 Klaus Zelewitz - Thomas Bernhard fehl am (Helden-)Platz. «In Oxford bin ich genauso wenig zuhause wie in Wien». Eine Polemik p. 189 Gabriella Rovagnati - L’enigmatica stabilità dell’incertezza. «Strophen einer Ehe» di Hans Raimund p. 199 _ _ | | _| |_ Sezione curata dall’Istituto Austriaco di Cultura di Milano L’Istituto Austriaco di Cultura di Milano p. 213 Brita Steinwendtner - Julian Schutting. Einleitung zu einer Le- sung des Dichters im Salzburger Literaturhaus am 23.5.95 p. 215 Manifestazioni varie organizzate dall’Istituto Austriaco di Cul- tura di Milano nel 1995 p. 217 _ _ | | _| |_ Elena Agazzi (Bergamo) Romanticismo, anarchia e realismo come registro epocale della crisi dei valori Sulla filosofia della storia di Hermann Broch Il concetto di logos, così come viene introdotto nell’opera di Hermann Broch Die Schlafwandler [I Sonnambuli] (1930-32), costituisce uno dei punti cruciali della prospettiva storico-filosofica dell’epoca e contribuisce alla fondazione della moderna Weltpoetik1. È quanto rileva Claudio Magris nella postfazione all’edizione italiana, all’interno del saggio Poesia e sonnambulismo: «La reli- giosità di Broch è il severo servizio del Logos, la consapevolezza di ciò che tra- scende il finito e gli conferisce senso e valore e che non può essere dimostrato né razionalmente né eliminato come irrilevante o inesistente, ma soprattutto non può essere confuso con la pappa del cuore»2. Nella trilogia di Broch emergono, in effetti, diverse concezioni del logos per interpretare le quali è importante servirsi delle riflessioni espresse dall’autore a proposito del Wertzerfall (di- sgregazione dei valori): «Obwohl Broch sich die Beispiele zur Erklärung seiner Thesen meist aus den Künsten, vor allem der Literatur holt,» - osserva Erne- stine Schlant - «darf man trotzdem im Hinblick auf sein Postulat des Denkstils, der alle Tätigkeiten einer Epoche prägt, von der Gesamtfassung der Epoche sprechen. In den Romanen präsentiert er den Denkstil zum großen Teil mime- tisch, während er in den Essays analytisch vorgeht»3. Huguenau o il Realismo, il terzo libro della trilogia, fu redatto da Broch prima degli altri e contiene le riflessioni più interessanti circa i movimenti cultu- rali del XX secolo. Ciò non deve essere inteso in modo generico, ma come espressione, invece, del tentativo anche politico di contrastare le diffuse spinte 1 Nelle Schriften zur Literatur dell’autore troviamo molti elementi che ci aiutano a rico- struire una chiara immagine della concezione della Weltpoetik. Si veda ad esempio il saggio «Das Weltbild des Romans», in: Schriften zur Literatur 2. Theorie, hrsg. von Paul Michael Lützeler, Suhrkamp, Frankfurt a/M. 1975, pp. 89-118. 2 Claudio Magris, «Poesia e sonnambulismo», in: Hermann Broch, I Sonnambuli. Huguenau o il realismo, Einaudi, Torino 1960, p. 341. 3 Ernestine Schlant, Die Philosophie Hermann Brochs, Francke, Bern 1971, p. 43. _ _ | | _| |_ 10 Elena Agazzi in senso nazionalistico con una linea europeista che aveva avuto come massimi promotori Aristide Briand a Parigi, Gustav Stresemann a Berlino e Ignaz Seipel a Vienna4. Molti scrittori di chiara fama si fecero portavoce di questa volontà democratica; basti citare tra questi André Gide, Paul Valéry e Georges Duhamel per la Francia, Heinrich e Thomas Mann, Annette Kolb e René Schickele per la Germania, Hugo von Hofmannstahl e Stefan Zweig per l’Austria. Prima ancora che fossero pubblicati Die Schlafwandler, erano apparsi due romanzi di Iwan Goll che recavano i titoli eloquenti di Die Eurokokke [Il bacillo europeo], del 1927 e Der Mitropäer [abbreviazione di «Mitteleuropäer»] del 19285. Iwan Goll era profondamente convinto che in Europa si stesse attuando un vero e proprio processo di autodistruzione culturale a causa dell’ormai irre- versibile decadenza di tutti i valori e sollecitava anche i suoi colleghi scrittori a ribellarsi all’illusorio ottimismo di chi credeva che di lì a poco l’Europa sarebbe rinata dalle proprie ceneri. Broch, da parte sua, aveva abbandonato l’attività di industriale e si accingeva a dedicarsi completamente alla trilogia, che avrebbe dovuto abbracciare tre generazioni di Tedeschi (1888-1903-1918). Nelle sue lettere, Broch descrive questa svolta come una sorta di necessità, come una spinta insopprimibile a dedicarsi alla «vita letteraria». A prescindere dall’orien- tamento democratico del suo pensiero politico, che fece di lui un difensore dei diritti umani e che lo indusse a prendere posizione a favore degli operai, la sua religiosità laica e il pensiero razionalista lo allontanarono sempre di più dalle giustificazioni di potere del mondo capitalista. L’intolleranza nei confronti delle disumane leggi della produttività, nei con- fronti dell’insopportabile tensione tra la condizione di pace e quella di guerra che si percepiva alla fine degli anni ’20, indusse Broch alla formulazione di una teoria sulla «crisi», o per meglio dire, sulla «disgregazione» dei valori, che fu innanzitutto espressa in un’opera autonoma e poi inserita nel libro di Hugue- nau. A confronto di questo, gli altri due libri sono forse meno problematici, perché non si confrontano in modo diretto con questioni sociali, ma rimangono ripiegati su se stessi. Descrivono due mondi, quello romantico fin de siècle e quello anarchico del primo Novecento, che si configurano come le necessarie premesse del terzo, quello moderno dell’industrializzazione. Nel romanzo dedicato a Huguenau si trovano due livelli di enunciazione della «disgregazione dei valori». Il primo livello concerne l’estetica del ro- manzo, che mostra la predilezione di Broch per il dibattito sulla Sachlichkeit, vale a dire per la cultura «non-ornamentale» che caratterizza il suo tempo. Il 4 Cfr. Paul Michael Lützeler, «Hermann Broch und Spenglers Untergang des Abendlandes: Die Schlafwandler zwischen Moderne und Postmoderne», in: Hermann Broch. Modernismus, Kulturkrise und Hitlerzeit. Londoner Symposion 1991, hrsg. von Adrian Stevens, Fred Wagner und Sigurd Paul Scheichl, Innsbruck 1994, p. 19. 5 Ivi, p. 22. _ _ | | _| |_ Sulla filosofia della storia di Hermann Broch 11 terzo romanzo celebra infatti la parziale liberazione da un’epoca del Kitsch che coinvolge sia la prima che la seconda generazione di Tedeschi. Il Romanticismo e l’Anarchia sono simboli negativi: il primo perché difende una concezione ormai antiquata di «bello assoluto», la seconda perché manda in mille pezzi i valori politici e sociali. Protagonisti di una società che
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