Ministero Dell'economia E Delle Finanze Biblioteca Storica
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Ministero dell’Economia e delle Finanze Biblioteca Storica 1915 - 1918 L'ITALIA NELLA GRANDE GUERRA" Libri in mostra per il centenario della Prima Guerra Mondiale "1915 - 1918 L'ITALIA NELLA GRANDE GUERRA" Libri in mostra nel centenario della Prima Guerra Mondiale Biblioteca Storica del Ministero dell'Economia e delle Finanze La mostra, inserita nel Programma di iniziative per la memoria e la conoscenza della Grande Guerra della Presidenza del Consiglio dei Ministri, espone circa 150 libri, gran parte di quelli presenti nella Biblioteca Storica sul tema della Prima Guerra Mondiale. Un vasto e vario patrimonio bibliografico che comprende testi di ricostruzione storiografica, di analisi economica, di memorialistica, di documentazione militare, espressioni di pensiero e di arte, e altro ancora, per soddisfare le esigenze di studio e di ricerca o semplice interesse o curiosità sull'argomento. Alcuni spazi della mostra sono dedicati alle immagini: su tre pannelli sono esposte le foto più significative tra quelle contenute nei libri in mostra, a documentare le trincee e gli assalti, gli armamenti e i caduti in battaglia. Su un grande schermo scorrono le riproduzioni digitali dei disegni del pittore-soldato Pietro Morando, raccolti nel libro "l GIGANTI". Si tratta di numerosi schizzi, rapidi ed essenziali, che colgono dal vivo gli aspetti, anche i più crudi, del conflitto: l'attesa estenuante, la morte fulminea, la prigionia alienante... Il percorso della mostra segue lo svolgimento degli eventi, a partire dall'entrata in guerra dell'Italia fino alla stipula dei trattati di pace, attraversando i principali campi di battaglia sul fronte italiano, per dedicare poi spazio agli aspetti economici della guerra e del dopoguerra, ampiamente rappresentati data l'appartenenza istituzionale della Biblioteca Storica. La sofferenza patita dalla popolazione italiana durante il primo conflitto mondiale, nonché l’impatto sul sistema economico e sociale nazionale, trova riscontro in un ampio catalogo di analisi, testimonianze e documenti in possesso del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il 1° novembre 1917, pochi giorni dopo la tragica disfatta di Caporetto, venne istituito il Ministero dell’Assistenza Militare e delle Pensioni di Guerra, guidato da Leonida Bissolati. La struttura, che si occupava dell’erogazione delle pensioni di guerra, fu soppressa il 25 settembre 1919, prima per essere trasformata in Sottosegretariato, poi per essere affidata all’allora Ministero del Tesoro, con l’istituzione della Direzione Generale delle Pensioni di Guerra. Per decenni le storie dei caduti, dei loro genitori e delle loro famiglie, vedove e orfani, sono state classificate in quei fascicoli. A 100 anni dall’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra teniamo vive quelle storie attraverso le pagine dei libri protagonisti della mostra, testimonianza di uno spaccato di storia vissuta da un intero popolo e dalla nascente opinione pubblica nazionale. Per questo il percorso espositivo, attraverso una selezione di 150 volumi, affianca la memorialistica d’epoca alla saggistica sugli aspetti militari come su quelli economici, ripercorrendo nei locali della Biblioteca Storica le tappe del conflitto. Dai libri custoditi negli scaffali è stata tratta una grande quantità di materiale iconografico e bibliografico su tutti gli aspetti del Primo Conflitto Mondiale sul fronte italiano, secondo un filo logico e cronologico. Tra gli scritti in mostra quelli di Napoleone Colajanni, che già nel 1917 analizzava "Le responsabilità e le cause della guerra" e le "Pagine sulla guerra" che Benedetto Croce dava alle stampe nel 1919, e ancora gli studi di Giorgio Mortara che, prima di rimanere vittima delle leggi razziali, contribuì alla nascita del servizio studi della Banca d'Italia e fu attivissimo nella produzione scientifica. Non mancano i volumi che ricordano il confronto internazionale che scaturì dalle conseguenze della guerra da John Maynard Keynes con The economic consequences of the peace a William Robert Scott (Economic problems of peace after war). Nell’ultima sala il visitatore troverà riprodotte alcune tavole illustrate sulle conseguenze della guerra, sulla spesa pubblica, la tassazione, i flussi di import export, tratte dal volume collettaneo del 1925 Italy’s capacity to pay edito dal Provveditorato generale dello Stato con saggi di economisti, statistici, demografi tra cui Corrado Gini, Lanfranco Maroi, Livio Livi, Rodolfo Benini, Franco Rodolfo Savorgnàn, Gino Borgatta, Gaetano Zingali. Tavole che, a ben vedere, sono tra le prime infografiche italiane e che tornano così alla luce, a disposizione dei visitatori della mostra e di questo catalogo virtuale, a 90 anni dalla loro ideazione. Un modo per far emergere gli aspetti più conosciuti così come quelli meno noti di una guerra che coinvolse l’intera società italiana, e per ricordarci come la Pubblica Amministrazione rappresenti da decenni un fulcro di studio, analisi, proposte, al servizio dello Stato e dei cittadini. Luigi Ferrara Alle origini della guerra La Prima Guerra Mondiale fu combattuta in quasi tutta Europa e vide contrapposti due gruppi di potenze: da un lato, i cosiddetti imperi centrali rappresentati da Germania, Austria-Ungheria e Impero Ottomano; dall’altro la “Triplice Intesa” costituita da Francia, Inghilterra e Russia, a cui aderì nel 1915 anche l’Italia, con la stipula del “Patto di Londra”. La genesi del conflitto risale all’episodio scatenante del 28 giugno 1914 quando a Sarajevo un indipendentista serbo, Gavrilo Princip, uccise in un attentato l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono austroungarico, e sua moglie Sofia. Fu solo la scintilla che fece esplodere il conflitto, non la causa della guerra che va ricercata, invece, nella particolare situazione socio-politico-economica dell’Europa dei primi anni del ‘900. Sono gli anni della costruzione e del consolidamento coloniale, dei contrasti tra le potenze europee alla ricerca di uno sbocco imperialistico, della cosiddetta “corsa agli armamenti” e della affermazione della propria supremazia politica che doveva portare inevitabilmente allo scontro armato. La conquista dei mercati internazionali e per l’egemonia mondiale appare perciò la prima e fondamentale causa del conflitto, anche se ad essa si aggiungono o si intrecciano, a seconda dei casi, la tradizionale rivalità austro- russa nei Balcani, gli antagonismi di carattere nazionalistico e le inquietudini di alcuni nuclei irredentisti. Lo scoppio della guerra L’Austria-Ungheria, ad un mese esatto dall’attentato, invase la Serbia. Il conflitto divampò in tutta Europa e i due blocchi contrapposti si trovarono in guerra. La “Triplice Intesa” si mobilitò immediatamente e Francia, Inghilterra e Russia intervennero nel conflitto nel luglio 1914. L’unica tra le maggiori potenze a non scendere in campo rimase l’Italia che il 2 agosto proclamò la sua neutralità, sottraendosi agli obblighi della “Triplice Alleanza”, dal momento che non era stata preventivamente avvisata dell’iniziativa austriaca nei Balcani. Neutralità che fu interrotta il 26 aprile 1915 quando, sottoscrivendo il Patto di Londra, l’Italia si impegnò ad entrare in guerra a fianco delle potenze dell’Intesa: Francia, Inghilterra e Russia. In caso di vittoria, le sarebbero stati concessi tutti i territori ancora sotto sovranità austriaca compresi all’interno dello spartiacque delle Alpi, confine naturale della penisola. In più l’Istria, la Dalmazia sotto sovranità austriaca, il protettorato sull’Albania e una serie di territori minori. La fine della guerra L’intervento americano nell’aprile del 1917 segnò la svolta decisiva del conflitto. L’apporto delle risorse statunitensi in termini di crediti, mezzi e uomini alle potenze dell’Intesa, si rivelò decisivo per le sorti della guerra che vide concludere le ostilità nel novembre 1918 con la caduta degli imperi centrali. Fu caro il prezzo pagato dai paesi coinvolti: al termine del conflitto la Russia contava quasi 2 milioni di caduti, la Germania un milione e 800.000, la Francia un milione e 400.000, l’Austria-Ungheria un milione e 350.000, l’Inghilterra 950.000, l’Italia 600.000, la Serbia 350.000, per un totale di circa 10 milioni di vittime. Cronologia della guerra Sono qui raccolte le date dei combattimenti e degli eventi più significativi della Grande Guerra, con particolare attenzione a quelli che videro coinvolta l’Italia in prima linea. 1914 28 GIUGNO: assassinio a Sarajevo dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono e di sua moglie Sofia 28 LUGLIO: l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia 1 AGOSTO: la Germania dichiara guerra alla Russia 2 AGOSTO: dichiarazione di neutralità dell’Italia 3 AGOSTO: la Germania dichiara guerra alla Francia e invade il Belgio, in attuazione del piano Schlieffen 4 AGOSTO: l’Inghilterra dichiara guerra alla Germania 5 AGOSTO: l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Russia, il Montenegro all’Austria- Ungheria 6 AGOSTO: la Serbia dichiara guerra alla Germania 12 AGOSTO: l’Inghilterra e la Francia dichiarano guerra all’impero Austro-Ungarico 23 AGOSTO: il Giappone entra in guerra al fianco dell’Intesa 1915 22 APRILE: a Ypres, sul fronte occidentale, i tedeschi utilizzano, per la prima volta, i gas asfissianti 26 APRILE: la delegazione italiana firma il patto di Londra, che prevede riconoscimenti territoriali e l’entrata in guerra dell’Italia regia al fianco dell’Intesa. 7 MAGGIO: i sottomarini tedeschi affondano il transatlantico inglese Lusitania. La Germania sospende l’indiscriminata guerra sottomarina temendo l’ingresso in guerra