SOMMARIO:

1. PREMESSA ...... 1 2. CONTENUTI DELLA VARIANTE OGGETTO DI VERIFICA PREVENTIVA DI ASSOGGETTABILITA’ A V.A.S...... 2 3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE: SINTESI GENERALE ...... 4 3.1. Inquadramento territoriale per vegetazione e fauna ...... 4 3.1.1. Vegetazione ...... 5 3.1.2. Fauna ...... 6 3.1.3. Criticità del territorio comunale ...... 13 3.1.4. Ecosistemi ...... 13 3.2. Inquadramento territoriale per il sistema insediativo ...... 14 3.2.1. Consumo di suolo ...... 14 3.2.2. Mobilita’ ed emissioni atmosferiche e acustiche ...... 16 3.2.3. Popolazione e sviluppo economico ...... 17 3.2.4. Patrimonio insediativo, paesaggio urbano ed extraurbano ...... 18 4. COERENZA CON OBIETTIVI E CONTENUTI DI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATI ...... 20 4.1. Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) ...... 20 4.2. Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) ...... 22 4.3. Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.) ...... 23 5. PROBLEMI AMBIENTALI PERTINENTI ALLA VARIANTE ...... 25 6. ANALISI E VALUTAZIONE PREVENTIVA DEI POTENZIALI EFFETTI AMBIENTALI DELLA VARIANTE (secondo quanto elencato al precedente paragrafo 5) ...... 28 6.1. Modificazioni alle aree destinate a usi pubblici con destinazione a parco per il gioco e lo sport ...... 28 6.1.1. Contenuto della variante...... 28 6.1.2. Effetti attesi della variante ...... 28 6.1.3. Valutazione degli effetti attesi ...... 29 6.1.4. Previsioni di mitigazione / compensazione ...... 30 6.2. Riduzione della CIR (Capacità Insediativa Residenziale) ...... 30 6.2.1. Contenuto della variante...... 30 6.2.2. Effetti attesi della variante ...... 31 6.2.3. Valutazione degli effetti attesi ...... 32 6.2.4. Previsioni di mitigazione / compensazione ...... 33 A L L E G A T I ...... 43

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1. PREMESSA

Il di è dotato di P.R.G. approvato con D.G.R. n. 31- 13215 del 08.02.2010.

Il P.R.G. è stato oggetto di tre precedenti varianti parziali definitivamente approvate.

La variante parziale n° 4 è predisposta sugli elaborati grafici e testuali aggiornati in base alle precedenti approvazioni.

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2. CONTENUTI DELLA VARIANTE OGGETTO DI VERIFICA PREVENTIVA DI ASSOGGETTABILITA’ A V.A.S.

La variante ha per oggetto i seguenti contenuti:

• integrazioni al testo di alcuni articoli delle NTA relative ad aspetti procedurali di attuazione delle previsioni di P.R.G., senza effetti su localizzazione e dimensionamento dei contenuti di piano per quanto riguarda la trasformazione del suolo;

• adeguamenti cartografici relativi alla correzione dell’incoerente perimetrazione (non coincidente con la superficie “retinata”) di un’area di tipo A.P.R. (aree con insediamenti preesistenti assoggettate a interventi di riuso per destinazioni terziarie e residenziali) e alla classificazione di un’area boscata, da riportare secondo la delimitazione della tavola P2 in scala 1:10.000 come approvata con D.C.R. n. 31- 13215 del 08.02.2010 ed erroneamente indicata nella precedente variante parziale n° 3 per errore materiale;

• limitate variazioni delle aree destinate a usi pubblici (standard) con adeguamento delle relative superfici, in particolare:

− vengono modificati i perimetri di aree per l’istruzione e per le attrezzature di interesse comune, con un “bilancio” complessivo di una riduzione di 32 m² di standard;

− si procede a una riduzione di m² 1.717 di area classificata come parco, per il gioco e lo sport;

− si modificano aree con destinazione d’uso a parcheggio con un “bilancio” complessivo di riduzione degli standard di m² 146;

• riduzione della capacità insediativa residenziale del P.R.G. vigente per la cancellazione della destinazione di un’area di completamento residenziale di superficie di m² 862;

• nuova classificazione di aree destinate ad insediamento di attività economiche:

− per m² 3.819 con destinazione ad attività florovivaistiche di un’area inclusa tra insediamenti produttivi lungo la S.S. 33 (Feriolo);

− per m² 1.032 con destinazione ad impianti per la produzione di beni e servizi, in ampliamento di un’area avente la stessa funzione nel P.R.G. vigente;

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• ridelimitazione di tre aree di pertinenza di insediamenti residenziali esistenti quali “aree edificate” per una superficie complessiva di 6.223 m²;

• adeguamento dell’estensione delle fasce di rispetto delle captazioni idriche, introdotto a seguito del completamento della procedura prevista dalla Regione Piemonte con regolamento 15/R/2006 per la salvaguardia delle risorse idropotabili.

Il presente testo contiene le valutazioni per la verifica preventiva di assoggettabilità a V.A.S. della variante, in relazione alle caratteristiche e alle dimensioni dei contenuti e agli effetti attendibili sull’ambiente.

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3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE: SINTESI GENERALE

3.1. Inquadramento territoriale per vegetazione e fauna

Il territorio comunale di Baveno, si sviluppa lungo la sponda occidentale del lago Maggiore, interessa i versanti orientale e settentrionale del Monte e una porzione della parte terminale della pianura alluvionale del Fiume . In un breve arco territoriale copre quindi un discreto gradiente altimetrico, partendo dai 205 m s.l.m in prossimità del lago Maggiore fino a raggiungere i 998 m s.l.m. di Monte Crocino. Una porzione del territorio comunale in località Feriolo, collocata in sponda destra del fiume Toce, è all’interno del sito di Rete Natura 2000, denominato Fondo-Toce (SIC e ZPS IT 1140001). Il territorio comunale è caratterizzato da un indice di boscosità pari al 59,90 %, dato in linea con la media provinciale (55 %). La copertura boschiva interessa in modo pressoché uniforme il territorio a monte dell’, oltre la cima del Monte Camoscio (890 m s.l.m.) fino al rio Frassina, il monte Crocino e l’alpe Plaghe.

Sempre a monte dell’Autostrada A26 vi è un estesa area estrattiva, collocata a est del monte Camoscio, mentre un’altra area estrattiva è alla base del versante nord del monte Camoscio rivolto verso la piana del Toce.

A valle dell’Autostrada A26, verso lago, si concentra l’area urbanizzata di maggiori dimensioni. La cospicua superficie territoriale occupata dalle acque è costituita principalmente dalla porzione di lago Maggiore che si estende, dalla frazione di Feriolo a nord fino ai confini con il Comune di a sud.

Di seguito si riporta l’uso in atto del suolo del Comune di Baveno (fonte IPLA Piano Territoriale Forestale area 21):

Uso del suolo Superficie in Ha % Acque 723.85 41.25 Superficie forestale 586.69 33.43 Aree urbanizzate infrastrutture 348.91 19.88 Aree estrattive 77.47 4.41 Aree verdi urbane 17.66 1.01 Praterie 0.42 0.02 TOTALE 1755.00 100.00

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In realtà la rilevanza quantitativa delle coperture forestali va valutata al netto delle superfici interessate dalle acque, relative a quanto il Comune di Baveno comprende di lago Maggiore; al netto delle porzioni formate da acqua la superficie forestale è pari al 56,90% del territorio comunale.

La suddivisione dell’uso del suolo al netto delle superfici d’acqua è riportata nella seguente tabella

Uso del suolo Superficie in Ha % Superficie forestale 586.69 56.90 Aree urbanizzate, infrastrutture 348.91 33.84 Aree estrattive 77.47 7.51 Aree verdi urbane 17.66 1.71 Praterie 0.42 0.04 TOTALE 1031.15 100.00

3.1.1. Vegetazione

La copertura forestale riveste il maggiore interesse ambientale, è di fatto l’habitat terrestre rappresentato in modo più consistente nel comune di Baveno. I tipi forestali presenti sono di seguito riportati (fonte IPLA Piano Territoriale Forestale area 21):

Superfici boscate Superficie in Ha % Acero-tiglio-frassineti 55.48 9.46 Boscaglie pioniere di invasione 16.56 2.82 Castagneti 489.65 83.46 Faggete 20.13 3.43 Praterie 3.26 0.56 Cespuglieti 1.61 0.27 TOTALI 586.69 100.00

La copertura preponderante nel territorio comunale è il castagneto nelle sue varianti: mesoneutrofica a Salvia glutinosa con latifoglie mesofile (CA20B), acidofilo a Teucrium scorodonia (CA30X), acidofilo a Teucrium scorodonia variante faggio (CA30F); le faggete sono localizzate esclusivamente lungo una porzione del versante a nord della valle del rio Frassina, mentre gli acero tiglio frassineti, nelle varianti d’invasione (AF50X) e con castagno (AF50E), sono localizzati a valle dell’Autostrada A26, a ridosso della porzione urbanizzata del territorio, dove

è vietata l’utilizzazione e la riproduzione, anche parziale, 5 di questo documento senza autorizzazione frequentemente sono frammisti a coperture di recente formazione di robinia. Quest’ultima specie costituisce la copertura preponderante, non cartografata da IPLA, nell’immediato interno delle aree urbanizzate e negli spazi liberi non gestiti.

I dati di IPLA non considerano le ridotte aree di frangia ancora interessate da coltivazioni prative, che comunque in assenza di gestione agricola, stanno evolvendo verso copertura boscata, costituite da specie pioniere quali robinia, pioppo tremulo, frassino maggiore e ontano nero, in funzione delle condizioni stazionali.

3.1.2. Fauna

Le caratteristiche generali del territorio, elevata superficie boscosa e presenza del lago, contribuiscono a mantenere una fauna ben diversificata, in particolare dove la vegetazione boschiva è intervallata da radure e zone arbustive e nell’ambiente naturale residuale rimasto in riva al lago. Inoltre la presenza del lago porta ad avere situazioni microclimatiche ottimali idonee a mantenere elementi faunistici pregiati e di origine anche sub-mediterranea che arricchiscono la biodiversità.

L’importanza naturalistica è confermata anche dalla presenza di un sito di Rete Natura 2000, in località Feriolo, denominato Fondo-Toce (SIC e ZPS IT 1140001).

Il Sito Natura, la cui superficie totale è di 360 ettari, e interessa il Comune di Baveno per circa 10 ha, è rappresentato dalla Foce del fiume Toce e dall’ansa del Lago Maggiore, in parte ricoperta da canneto a Phragmites australis . Il canneto perilacustre, elemento di carattere relittuale e per questo di interesse specifico nel sito, ospita specie ornitologiche a distribuzione limitata nella regione. In particolare è importante per le specie ornitiche migratorie fra le quali spicca, sotto il profilo quantitativo, la rondine (Hirundo rustica). Altre specie di passo rilevanti sono: la nitticora (Nycticorax nycticorax), la garzetta (Egretta garzetta), l’airone bianco maggiore (Egretta alba) , l’airone rosso (Ardea purpurea), la cicogna nera (Ciconia nigra), la cicogna (Ciconia ciconia), il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), il nibbio reale (Milvus milvus), il falco di palude (Circus aeruginosus), l’albanella minore (Circus pygargus), il falco pescatore (Pandion haliaetus), il falco cuculo (Falco vespertinus), il falco pellegrino (Falco peregrinus), il voltolino (Porzana porzana), la schiribilla (Porzana parva), il piviere dorato (Pluvialis apricaria), il combattente (Philomachus pugnax), il piro-piro boschereccio (Tringa glareola), il falaropo beccosottile (Phalaropus lobatus), il gabbianello (Larus minutus), la sterna comune (Sterna hirundo), il gufo reale (Bubo bubo), il succiacapre (Caprimulgus europaeus), il martin pescatore (Alcedo atthis), il calandro (Anthus campestris), il pagliarolo (Acrocephalus paludicola), il pettazzurro (Luscinia svecica), la balia dal collare (Ficedula albicollis) e l’ortolano (Emberiza hortulana). Fra gli svernanti si segnalano invece la stolaga minore (Gavia stellata), la strolaga mezzana (Gavia arctica), lo

è vietata l’utilizzazione e la riproduzione, anche parziale, 6 di questo documento senza autorizzazione svaso cornuto (Podiceps auritus) , il tarabuso (Botaurus stellaris) , l’albanella reale (Circus cyaneus) e il gufo di paleude (Asio flammeus).

Dal punto di vista entomologico vi sono specie presenti in Piemonte solo in questo sito (es: Baudia anomala e Chlaenius tristis ) o in poche altre località ( Acupalpus notatus e Agonum lugens ).

Fra i mammiferi troviamo ben 9 specie di chirotteri: Myotis blythii, Myotis myotis, Myotis capaccinii - All. II e IV Direttiva Habitat; Myotis daubetonii, Nyctalus leisleri, Hypsugo savii, Pipistrellus kuhlii, Plecotus auritus, , Tadarida teniotis - All. IV; mentre fra i rettili è classificata la Testuggine palustre (Emys orbicularis - All. II).

Le pressioni sul Sito Natura sono rappresentate da: turismo massivo, inquinamento delle acque, sistemazioni idrauliche che non tengono conto degli aspetti naturalistici, floricoltura intensiva, casuale abbandono e dispersione di rifiuti, espansione delle attività industriali ai margini dell’area protetta e, in generale, forte antropizzazione già storicamente consolidata.

In una visione più ampia le pressioni qui elencate determinano la separazione ecologica fra la sponda lacuale ed il versante montano. La zona più pianeggiante ed i primi pendii sono infatti antropizzati, con conseguente scomparsa di alcuni ambienti fra i quali la quasi totalità delle zone umide in riva al lago (ad eccezione, del canneto presente nel SIC – ZPS).

Nelle tabelle seguenti sono individuate le specie vertebrate potenzialmente presenti nel territorio comunale.

L’individuazione delle specie è stata effettuata consultando la bibliografia disponibile, per cui gli elenchi che seguono hanno un carattere indicativo al fine comprendere il valore faunistico dell’intero territorio comunale, includendo quindi anche le aree in cui non sono previste modifiche ovvero, quelle a maggiore valenza faunistica. Per ogni specie indicata in tabella verranno specificate alcune note di carattere ecologico e il livello di protezione, in Italia ed in Europa, a cui sono soggette. Le sigle utilizzate nelle tabelle sono specificate nell’allegato 6. In grassetto sono evidenziate le specie presenti probabilmente solo nel SIC – ZPS (in quanto indicate sul formulario standard), considerate le elevate esigenze ecologiche.

Ittiofauna In riferimento all’ ittiofauna , non essendo i corpi idrici coinvolti nel progetto di variante, non si ritiene necessaria un’analisi dettagliata. In linea di massima, tuttavia, il torrente principale, il Selvaspessa, ha le tipiche caratteristiche delle acque a vocazione salmonicola dove vivono la trota fario (Salmo trutta) , lo scazzone (Cottus gobio) ed il vairone (Leuciscus

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souffia) . Un altro rio da segnalare è la , lungo la quale scorre il confine con il comune di e che raccoglie le acque di rii minori.

La comunità ittica del Lago Maggiore è caratterizzata dalla presenza di molte specie, tra le quali assume un significato particolare il popolamento di coregoni (Coregonus sp.), che rappresenta la componente più abbondante di biomassa ittica del lago. Le altre specie pregiate comprendono: la Trota lacustre (Salmo trutta trutta), la Trota fario (Salmo trutta), e la Trota mormorata (Salmo trutta marmoratus). Ancora nell’ambito dei Salmonidi si osserva la presenza di una popolazione di Salmerino alpino (Salvelinus alpinus), di consistenza piuttosto scarsa. Tra le altre specie di particolare rilievo, è abbondante la popolazione di pesce persico (Perca fluviatilis), Luccio (Esox lucius), Agone (Alosa fallax lacustis), Bottatrice (Lota lota) e Luccioperca (Stizostedium lucioperca), che pare in espansione, l’Anguilla (Anguilla anguilla), invece, è in calo. Tra i Ciprinidi si segnala la presenza dell’Alborella (Alburnus alburnus alborella), del Cavedano (Leuciscus cephalus), del Pigo (Rutilus pigo), della Savetta (Chondrostoma soetta), della Tinca (Tinca tinca) e della Scardola (Scardinius erythrophtalmus) e di una specie esotica proveniente dal Ceresio, il gardon, che viene costantemente pescato in tutto il lago e che sta già colonizzando anche il emissario. La scheda del SIC- ZPS evidenzia inoltre la presenza delle seguenti specie: Lampreda padana (Lethenteron zanandreai), Barbo canino (Barbus meridionalis), Barbo padano (Barbus plebejus), Vairone (Leuciscus souffia) e Scazzone (Cottus gobio) .

Erpetofauna La presenza del reticolo idrografico e del canneto contribuiscono e a sostenere la comunità anfibia, che conta 8 specie su 20 presenti in Piemonte ovvero il 40%. Fra le specie di particolare rilievo si evidenzia la raganella, endemica italiana.

I rettili sono invece rappresentati da una comunità più esigua, composta da specie abbastanza generaliste, tipiche delle aree boscate o dei loro margini, ad esclusione della natrice tassellata, più esigente dal punto di vista ecologico, e della testuggine palustre segnalata nella scheda del SIC.

Specie individuate Azioni di Class e Ambienti frequentati Nome italiano Nome scientifico protezione Boschi latifoglie freschi o in prossimità di Salamandra pezzata Salamandra salamandra BE (III) corsi d’acqua Tritone punteggiato Triturus vulgaris Pozze temporanee e piccoli stagni BE (III), LR (DD) Rospo comune Bufo bufo Boschi latifoglie o misti BE (III)

Anfibi Anfibi Boschi latifoglie freschi o in prossimità di UE (D), LR (DD), Raganella Hyla intermedia corsi d’acqua BE (III) Rana dalmatina Rana dalmatina Boschi latifoglie BE (II)

Rana temporaria Rana temporaria Praterie alpine, arbusteti, boschi e prati UE (E), BE (III),

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Specie individuate Azioni di Class e Ambienti frequentati Nome italiano Nome scientifico protezione vicino ambienti umidi (laghi, rii, torbiere) LC Rana dei fossi Rana lessonae Corsi d’acqua / stagni UE (D), BE (III) Rana verde minore Rana kl esculenta Corsi d’acqua / stagni BE (III) Ramarro Lacerta viridis (bilineata) Boschi aperti, coltivi, arbusti UE (D), BE (II) Boschi di latifoglie, radure con pietraie, Lucertola muraiola Podarcis muralis UE (D), BE (II) zone urbane Biacco Hierophis viridiflavus Boschi misti UE (D), BE (III) Boschi di latifoglie, in prossimità di corsi Natrice dal collare Natrix natrix BE (III)

Rettili Rettili d’acqua Natrice tassellata Natrice tessellata Fiumi, torrenti e laghi UE (D), BE (II) Acque tranquille, dolci o salmastre, con Testuggine palustre Emys orbicularis fondale fangoso e ricca vegetazione. UE (B), BE (I), LC Stagni, paludi, fiumi.

Avifauna Lo studio delle ornitocenosi è di particolare interesse in quanto gli Uccelli sono tra gli organismi che meglio si prestano ad essere utilizzati come indicatori del grado di complessità o di degradazione degli ecosistemi terrestri, mostrando una notevole sensibilità alle variazioni degli ambienti in cui vivono.

Per quanto riguarda gli Uccelli sono state considerate le sole specie nidificanti, delle quali segue l’elenco delle specie potenzialmente presenti.

Specie nidificanti individuate Azioni di protezione Nome italiano Nome scientifico UE LN BE BO SPEC LR Tuffetto Thachybaptus ruficollis Acqua dolce ferma o P I corrente con vegetazione emergente Svasso maggiore Podiceps cristatus Acqua dolce ferma o P III corrente con vegetazione emergente Tarabusino Ixobrychus minutus Ambienti umidi e allagati con I PP II 3 canneto denso e presenza di salici - ontani Cigno reale Cygnus olor Zone umide poco profonde PP III II con vegetazione Germano reale Anas platyrhynchos Vari habitat umidi Nibbio bruno Milvus migrans Boschi latifoglie I PP III II 3 VU Sparviere Accipiter nisus Boschi misti / conifere PP III II VU Poiana Buteo buteo Boschi latifoglie / misti PP III II VU Gheppio Falco tinnunculus Pareti rocciose, aree PP II II 3 urbanizzate

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Specie nidificanti individuate Azioni di protezione Nome italiano Nome scientifico UE LN BE BO SPEC LR Porciglione Rallus acquaticus Zone umide acqua ferma o III lenta ricche di vegetazione Gallinella d’acqua Gallinula chloropus Ambiente eutrofico d’acqua III dolce con vegetazione Folaga Fulica atra Zone umide con vegetazione III II e fondali ricchi di flora sommersa Piccione torraiolo Columba livia (dom.) Ambienti antropici Colombaccio Columba palumbus Boschi latifoglie, parchi 4 urbani Tortora dal collare Streptopelia decaocto Urbanizzato estensivo P III orientale Tortora Streptopelia turtur Margini boschi latifoglie III 3 Cuculo Cuculus canorus Boschi latifoglie / misti, zone P III arbustive, paludi, aree urbane Allocco Strix aluco Boschi latifoglie / misti PP II 4 Rondone Apus apus Aree urbane P III Rondone Apus melba Pareti rocciose, Aree urbane P II LC maggiore Martin pescatore Alcedo atthis I P II 3 Torcicollo Jynx torquilla Boschi latifoglie PP II 3 Picchio verde Picus viridis Boschi latifoglie / misti PP II 2 LC Picchio rosso Picoides major Boschi latifoglie / misti PP II LC maggiore Rondine montana Ptyonoprogne rupestris Pareti rocciose, Aree urbane P II 3 estensive Rondine Hir undo rustica Aree urbane estensive P II 3 Balestruccio Delichon urbica Aree urbanizzate P II 3 Ballerina gialla Motacilla cinerea Corsi d’acqua P II Ballerina bianca Motacilla alba Prati-pascoli, corsi d’acqua, P II zone urbanizzate estensive Scricciolo Troglodytes troglodytes Boschi latifoglie / misti umidi, P II aree arbustate Pettirosso Erithacus rubecula Boschi latifoglie / misti P II 4 freschi Usignolo Luscinia megarhynchos P II Codirosso Phoenicurus ochruros Pietraie, zone urbanizzate P II spazzacamino Codirosso Phoenicurus Margini boschi latifoglie, P II 2 phoenicurus zone urbanizzate estensive Passero solitario Monticola solitarius P II Merlo Turdus merula Boschi latifoglie / misti, zone III 4 urbanizzate Tordo bottaccio Turdus philomelos Boschi latifoglie / misti III 4

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Specie nidificanti individuate Azioni di protezione Nome italiano Nome scientifico UE LN BE BO SPEC LR Usignolo di fiume Cettia cetti Fitta vegetazione ripariale P II Cannaiola Acrocephalus palustris Vegtazione densa su terreni P II verdognola umidi vicino all’acqua Cannaiola Acrocephalus Canneti P II comune scirpaceus Cannareccione Acrocephalus Canneti P II arundinaceus Capinera Sylvia atricapilla Boschi latifoglie, zone P II 4 urbanizzate estensive Luì bianco Phylloscopus bonelli Margine boschi latifoglie P II 4 Luì piccolo Phylloscopus collybita Margine boschi latifoglie / P II misti Fiorrancino Regulus ignicapilla P II 4 Pigliamosche Musc icapa striata Zone urbanizzate estensive, P II II 3 margine boschi latifoglie Codibugnolo Aegithalos caudatus Boschi latifoglie P III Cincia bigia Parus palustris Boschi latifoglie P II 3 Cincia mora Parus ater Boschi conifere / misti P II Cinciarella Parus caeruleus Boschi latifoglie / misti P II 4 Cinciallegra Parus major Boschi latifoglie / misti P II Picchio muratore Sitta europaea Boschi latifoglie P II Rampichino Certhia brachydactyla Boschi latifoglie P II 4 Rigogolo Oriolus oriolus Boschi latifoglie freschi P II Averla piccola Lanius collurio Radure, zone arbustive P III 3 aperte Ghiandaia Gar rulus glandarius Boschi latifoglie Gazza Pica pica Ambienti vari, anche antropizzati Cornacchia Corvus corone cornix Zone urbanizzate estensive, zone coltivate Corvo imperiale Corvus corax Pareti rocciose P III LC Storno Sturnus vulgaris Zone urbanizzate estensive, P 3 zone coltivate Passera d’Italia Passer italiae Zone urbanizzate P III Passera mattugia Passer montanus Zone arbustative, zone P III 3 coltivate Fringuello Fringilla coelebs Margini boschi latifoglie / P III 4 misti Verzellino Serinus serinus Zone urbanizzate estensive P II 4 ben esposte Verdone Carduelis chloris Margini boschi latifoglie P II 4 Cardellino Carduelis carduelis Margini boschi latifoglie P II Migliarino di Emberiza schoeniclus Zone umide, canneti P II palude

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Teriofauna La maggior parte dei mammiferi presenti sono specie localizzate in aree boschive, l’ambiente naturale più diffuso. Altre specie presenti sono invece più generaliste ed adattate anche agli ambienti antropici. Le specie legate ai coltivi, come la lepre (Lepus europaeus), sono in diminuzione. L’individuazione degli insettivori, così come dei roditori più piccoli è difficoltosa a causa della carenza di dati; per i chirotteri si fa riferimento a quelli indicati nel SIC – ZPS, la zona è infatti segnalata fra le aree piemontesi interessate dalle principali colonie di chirotteri.

Specie individuate Ambiente Azioni di Ambiente frequentato Nome italiano Nome scientifico protezione Margini boschi latifoglie, Zone Riccio europeo Erinaceus europaeus LN (P), BE (III) coltivate, zone urbanizzate estensive Talpa europea Talpa europaea Prati, boschi decidui, brughiere Toporagno comune Sorex aranues Margini boschivi BE (III) UE (D), LR (VU), Vespertilio maggiore Myotis myotis Zone boscose con poco sottobosco LN (P), BE (II) UE (D), LR (VU), Vespertilio di Blhth Myotis blythii Grotte e spazi aperti LN (P), BE (II) Falesie, grotte, grandi spazi aperti UE (D), LR (VU), Molosso di cestoni Tadarida teniotis sull’acqua LN (P), BE (II) Zone boscose e grotte, in genere UE (D), LR (VU), Vespertilio di Daubenton Myotis daubentoni vicino a corsi e bacini d’acqua LN (P), BE (II) UE (D), LR (EN), Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii Vicino all’acqua e grotte LN (P), BE (II) Boschi, coltivi, brughiere, vicino UE (D), LR (LC), Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhli all’acqua LN (P), BE (II) Pipistrellus (Hypsugo) Boschi, coltivi, brughiere, vicino UE (D), LR (LC), Pipistrello di Savi savii all’acqua LN (P), BE (II) UE (D), LR (LC), Orecchione bruno Plecotus auritus Boschi aperti LN (P), BE (II) Zone boscose, presente durante le UE (D), LR (VU), Nottola di Leisler Nyctalus leisleri migrazioni LN (P), BE (II) LR (VU), LN (P), Scoiattolo rosso Sciurus vulgaris Boschi conifere / misti / latifoglie BE (III), LR (VU) Ghiro Myoxus glis Boschi latifoglie / misti LN (P), BE (III) Muscardinus LR (VU), LN (P), Moscardino Boschi latifoglie avellanarius BE (III) Surmolotto Rattus norvegicus Edifici, coltivi Topo selvatico Apodemus sylvaticus Boschi latifoglie Topolino delle case Mus domesticus Coltivi, edifici, boschi Lepre comune Lepus europaeus Coltivi, boschi misti aperti BE (III) Habitat più svariati - principalmente Volpe Vulpes vulpes boschi, ma anche in brughiere aperte c oltivi. Faina Martes foina Boschi latifoglie LN (P), BE (III)

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Specie individuate Ambiente Azioni di Ambiente frequentato Nome italiano Nome scientifico protezione Tasso Meles meles Boschi latifoglie LN (P), BE (III) Cinghiale Sus scrofa Coltivi, boschi misti aperti

3.1.3. Criticità del territorio comunale

I versanti orientali del massiccio del Mottarone, dove si sviluppa in parte il territorio comunale, sono interessati da cave. I depositi di cava si trovano a valle dei settori utilizzati per la coltivazione. L’estrazione, a motivo delle modalità di estrazione utilizzate, determina la produzione di un abbondante detrito deposto, in tempi successivi, in discariche disposte sui versanti.

È inoltre presente il tracciato e lo svincolo della A26 Genova – , autostrada che attraversa l’intero territorio comunale.

3.1.4. Ecosistemi

Dal punto di vista ecosistematico le componenti principali esistenti sono:

• l’ecosistema forestale pari al 56,90% della superficie territoriale del Comune, precedentemente descritto, che caratterizza fortemente il territorio soprattutto nella porzione a monte dell’Autostrada A26 ; si tratta della porzione di territorio di maggior valore dal punto di vista ambientale, poiché costituisce l’habitat naturale della fauna selvatica.

• l’agroecosistema che è costituito da prati a sfalcio; si tratta di un elemento ormai residuale; i seminativi sono assenti così come le coltivazioni orto frutticole o rivestono comunque solo un interesse di tipo famigliare..La superficie agricola utilizzata complessivamente interessa lo 0,56 % del territorio.

• l’ecosistema acquatico, che è costituito dal lago Maggiore e dai corsi d’acqua, con particolare importanza per il torrente Selvaspessa e per il rio Stronetta.

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3.2. Inquadramento territoriale per il sistema insediativo

Il sistema insediativo di Baveno interessa principalmente la fascia di territorio comunale più prossima alla sponda occidentale del lago Maggiore.

Lo sviluppo insediativo nel corso del tempo ha riguardato essenzialmente il settore compreso tra il lago e l’autostrada A26, con un’estensione oltre il nucleo di Feriolo in direzione di Gravellona Toce.

Gli insediamenti si sono estesi progressivamente a partire dai nuclei del capoluogo, di Oltrefiume, di Feriolo e delle frazioni alte.

In una prima fase l’estensione insediativa ha riguardato alcune ville signorili (con i relativi parchi) e alcune strutture turistico-ricettive.

Successivamente si sono insediate attività produttive, dapprima a monte della linea ferroviaria, in prossimità del capoluogo, e successivamente lungo la S.S. 33 in direzione di Gravellona Toce e, più recentemente, presso lo svincolo della A26.

La residenza si è sviluppata in modo significativo, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, in molti settori di territorio compresi tra i nuclei originari, principalmente con forme di insediamento lineari, da principio lungo la rete stradale e, successivamente, con il completamento di aree libere residue, interposte tra la rete stradale.

Le strutture ricettive alberghiere si sono rinnovate e ampliate e, sia presso le sponde del lago che in aree interne, si sono insediate strutture extralberghiere, in particolare con lo sviluppo dei campeggi a Feriolo, localizzati sulla riva del lago.

L’autostrada A26 rappresenta un elemento territoriale di delimitazione delle aree urbane, mentre la linea ferroviaria che attraversa il centro abitato non rappresenta allo stato attuale un elemento rilevante di separazione funzionale tra le parti del territorio, pur condizionandone parzialmente l’accessibilità.

3.2.1. Consumo di suolo

In base alle previsioni del P.R.G. vigente, si considera una dimensione del suolo già usato per gli insediamenti esistenti e un potenziale incremento del consumo di suolo, nel corso del decennio di validità dello strumento urbanistico e in base alle previsioni in esso contenute, così stimato 1

- superficie aree già utilizzate allo stato di fatto (ante P.R.G.): • N.A.F. m² 109.213

1 dati da: relazione illustrativa e schede statistiche regionali del P.R.G. vigente

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• aree edificate residenziali m² 1.221.426

• aree per attività economiche 2: - produttive m² 273.906 - terziarie m² 61.613 - alberghiere m² 101.000 - extralberghiere m² 118.971 - florovivaistiche m² 7.006 ------totale m² 1.893.135 3 - superficie aree edificabili in attuazione delle previsioni di P.R.G. vigente: m² 136.135

In base allo studio sul consumo di suolo in Lombardia e nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, realizzato da Fondazione Cariplo in collaborazione con il Politecnico di Milano, nel periodo 1999-2007 sono stati rilevati nel territorio di Baveno i seguenti dati:

• superfici “antropizzate” al 1999 = Ha 161,6 pari al 3,21% del territorio • superfici “antropizzate” al 2007 = Ha 177,4 pari al 3,53% del territorio 4

L’incremento di 15,8 Ha di territorio “antropizzato” (che comprende le aree utilizzate per le costruzioni e quelle adibite a funzioni antropiche anche se non edificate) avvenuto nel periodo 1999-2007, ha rappresentato un aumento di suolo “consumato” rispetto al preesistente del 9,77%, ovvero mediamente di circa l’1% annuo.

Il P.R.G. vigente prevede possibilità insediative principalmente volte a riuso e completamento di insediamenti esistenti, salvo effettive estensioni di suolo consumato essenzialmente per la funzione residenziale (+ 136.135 m²) e, più limitatamente per le aree standard, con prevalenza tuttavia fra queste di aree libere verdi.

Mettendo a confronto i dati di P.R.G. risulta che il consumo di suolo previsto per le funzioni residenziali (+ 136.135 m²) rappresenta un incremento dell’esistente territorio già utilizzato per tale categoria di funzioni del 7,19%, da attuare nel corso di validità decennale del piano vigente.

2 escluse aree per attività di escavazione 3 il calcolo non comprende aree utilizzate come standard 4 il dato risulta inferiore a quello di 189,3 Ha contenuto nel P.R.G.; considerando tuttavia le diverse scale e la metodologia di rilevamento e di classificazione si può considerare attendibile la differenza risultante

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3.2.2. Mobilita’ ed emissioni atmosferiche e acustiche

Le principali componenti del sistema della mobilità che interessa il territorio di Baveno sono rappresentate da:

• linea ferroviaria Milano-Sempione • autostrada A26 (con svincolo a 3 direzioni tra Baveno e Feriolo) • S.S. 33 del Sempione e “bretella” per la S.S. 34 che costeggiano il lago • rete stradale locale “minore” • collegamenti per vie d’acqua.

Le caratteristiche del traffico veicolare sono in generale diverse per le tre tipologie di strade indicate sopra:

• l’autostrada A26 ospita principalmente traffico di transito di media e lunga percorrenza, solo per una parte con origine / destinazione sul territorio di Baveno; l’elemento di connessione con la rete è rappresentato dallo svincolo esistente, attualmente privo dell’ingresso in direzione nord (anche se in previsione di realizzazione da lungo tempo); il collegamento con la sede storica della S.S. 33 è costituita da un tratto stradale appositamente realizzato che soddisfa largamente i flussi di traffico presenti;

• la sede storica della S.S. 33 (con la tratta della “bretella” verso la S.S. 34 Feriolo-Fondotoce) costituisce il principale collegamento per le relazioni intercomunali di limitata estensione (inferiore a 20 km); tali collegamenti sono significativi in quanto supportano tutte le relazioni con il sistema insediativo sulla sponda occidentale del lago Maggiore e con quello dell’area urbana -Verbania; essa rappresenta inoltre l’elemento “portante” della viabilità comunale attraverso uno schema “a pettine” da cui si dipartono ortogonalmente dal tracciato della S.S. 33 tutti i collegamenti locali dal lago verso l’interno; la S.S. 33 è la strada interessata da maggiori volumi di traffico all’interno del territorio di Baveno; il P.U.T. del 1998 (contenente l’unico rilevamento specifico disponibile) individua mediamente in circa 1150 veicoli / ora (relativamente alle ore di punta) la dimensione complessiva dei flussi di traffico all’intersezione tra S.S. 33 e raccordo per la A26 5;

5 Il rilevamento è stato effettuato nei giorni 4 (feriale) e 6 (festivo) settembre 1998. Si tratta di un periodo in cui è presente l’influenza della mobilità turistica, anche se non si tratta del picco stagionale. I valori rilevati sul percorso nord/sud della S.S. 33 risultano per l’esattezza così indicati nel P.U.T.

ora di punta 7.30 / 8.30 ora di punta 17.00 / 18.00 4 settembre 1.076 1.378 ora di punta 10.00 / 11.00 ora di punta 17.00 / 18.00 6 settembre 913 1.259

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• la rete stradale locale è dedicata alla mobilità connessa con il collegamento diretto tra le funzioni presenti nel territorio urbano, principalmente la residenza e i servizi turistici e (solo in alcuni punti marginali) le attività produttive; si tratta della rete storica che originariamente connetteva alcuni punti di concentrazione degli insediamenti sul territorio e, successivamente, ha rappresentato il reticolo lungo cui è avvenuto lo sviluppo del sistema urbano; la rete locale non supporta flussi di traffico significativi; gli interventi messi in atto nel corso del tempo hanno migliorato la geometria e la funzionalità di molte tratte; nell’ultimo periodo, in attuazione delle indicazioni del P.U.T., gli interventi realizzati sono stati finalizzati a un ulteriore miglioramento della rete: intersezioni a rotatoria, percorsi ciclabili, provvedimenti per la sicurezza e la moderazione del traffico.

Dal punto di vista degli effetti indotti dal traffico, con particolare riferimento alle emissioni acustiche e atmosferiche si evidenzia che:

• l’autostrada A26 e la connessione con la S.S. 33 sono collocate in aree marginali rispetto alle aree urbane principali; ciò fa sì che le emissioni prodotte dal traffico veicolare abbiano una relativa incidenza sugli insediamenti; l’apertura della A26 ha certamente consentito di convogliare su di essa la quota principale del traffico di attraversamento del territorio di Baveno, precedentemente gravitante sulla S.S. 33, con effetti positivi per le parti più densamente urbanizzate dell’area urbana centrale;

• la S.S. 33 è interessata dalla quota di traffico più rilevante che grava sul territorio di Baveno e, in particolare sull’area urbana centrale; gli insediamenti preesistenti non consentono di prevedere una riduzione del traffico (e della correlata domanda di sosta); alcuni provvedimenti (anche indicati dal P.U.T.) possono contribuire a migliorare le condizioni di sicurezza e a ridurre le emissioni (per esempio attraverso l’imposizione di bassa velocità e interventi per la “fluidificazione” del traffico);

• la rete locale non è interessata da flussi significativi di traffico; la sua distribuzione sul territorio è capillare e interessa la globalità degli insediamenti; tuttavia la bassa densità insediativa genera un traffico limitato, con conseguenti emissioni modeste.

3.2.3. Popolazione e sviluppo economico

La popolazione risulta stabilizzata da tre decenni su valori compresi tra 4.000 ÷ 4.500 residenti.

Nel periodo estivo e in coincidenza con vacanze ricadenti in particolari festività, alla popolazione residente si somma quella turistica e stagionale, con una consistente quota straniera.

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La produzione di reddito e di occupazione è generata principalmente da attività di carattere industriale e artigianale (tendenzialmente in calo di addetti) e da attività di servizio, in particolare nel settore turistico (tendenzialmente in crescita di occupazione, anche se attualmente “congelata” all’interno della generale congiuntura di crisi).

Il P.R.G. vigente ha sostanzialmente confermato le aree destinate alle attività economiche preesistenti, salvo limitati completamenti, senza considerare teorici scenari espansivi.

L’attuale fase di crisi economica generale, probabilmente strutturale e non temporanea, apre scenari incerti e preoccupanti che il P.R.G. vigente non ha potuto considerare nella fase di formazione che è stata portata avanti in epoca antecedente il 2009.

Le più recenti ipotesi tendenziali sembrano confermare alcune opportunità di sviluppo offerte dal settore turistico, più di quanto ci si possa invece ragionevolmente attendere per quello manifatturiero.

3.2.4. Patrimonio insediativo, paesaggio urbano ed extraurbano

Le componenti significative del patrimonio insediativo e del paesaggio urbano sono individuate e classificate dal P.R.G. vigente nelle seguenti categorie:

• nuclei di antica formazione;

• ville e parchi storici;

• spazi pubblici attrezzati lungo la sponda del lago.

Nel paesaggio extraurbano le componenti significative sono rappresentate da:

• contesto del lago e delle sponde lacuali;

• aree boscate dei versanti collinari e montani.

Il P.R.G. vigente contiene indicazioni e prescrizioni relative al patrimonio insediativo di valore storico-culturale; si tratta soprattutto di obiettivi e di azioni di valorizzazione degli elementi qualitativi che rappresentano i caratteri propri di tale patrimonio:

• definizione delle categorie di intervento ammesse per ciascun edificio presente nei N.A.F., attribuite in funzione delle caratteristiche originarie e della loro conservazione / alterazione;

• norme di intervento qualitative per gli interventi sul patrimonio edilizio storico-documentario;

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• conservazione dell’impianto micro-urbanistico dei N.A.F.;

• norme per governare la tutela e la valorizzazione dei caratteri architettonici delle ville storiche e per la manutenzione e/o la progettazione di interventi nei parchi di corredo delle ville storiche;

• interventi di qualificazione delle sponde del lago con la finalità di sviluppare dove possibile la continuità territoriale di funzioni pubbliche, turistiche e di servizio e di migliorare le relazioni con il contesto, soprattutto per gli effetti sul paesaggio;

• vincoli di tutela delle aree boscate e del territorio extraurbano.

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4. COERENZA CON OBIETTIVI E CONTENUTI DI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATI

I limitati interventi di modifiche e integrazioni della Variante di P.R.G. non interferiscono con obiettivi e contenuti degli strumenti di pianificazione di livello sovraordinato, operanti a scala superiore, secondo quanto risulta dalla ricognizione esposta di seguito.

4.1. Piano Territoriale Regionale (P.T.R.)

Il P.T.R. della Regione Piemonte costituisce il quadro di riferimento per tutte le politiche che interagiscono con il territorio, soprattutto per i piani di scala provinciale. Individua e norma gli aspetti socioeconomici,territoriali e paesistici e definisce gli indirizzi di governo per le trasformazioni dell'attuale sistema territoriale regionale.

Il P.T.R. suddivide il territorio piemontese in ambiti di integrazione territoriale (A.I.T.), unità territoriali a scala locale di dimensione intermedia tra il Comune e la Provincia, e successivamente in Quadranti, aggregati territoriali di area vasta; essi costituiscono gli elementi di base per l’analisi e la programmazione delle strategie di sviluppo.

Nel caso di varianti di contenuto limitato, come per la presente, la verifica di coerenza può essere presa in considerazione esclusivamente per aspetti generali.

Il Comune di Baveno è compreso nel QUADRANTE NORD/EST (comprensivo delle Province del Verbano Cusio Ossola, Novara, Vercelli, Biella) e nell’AIT. 2 denominata “Verbania Laghi” (allegato 1).

Le Norme Tecniche del PTR definiscono 5 strategie da attuarsi secondo indirizzi e direttive; per ciascun AIT sono inoltre individuati precisi indirizzi di sviluppo. Le strategie generali individuate dal P.T.R. sono:

1. riqualificazione territoriale, tutela e valorizzazione del paesaggio;

2. sostenibilità ambientale, efficienza energetica;

3. integrazione territoriale delle infrastrutture di mobilità, comunicazione, logistica;

4. ricerca innovazione e transizione produttiva;

5. valorizzazione delle risorse umane e delle capacità istituzionali.

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La verifica di coerenza / incoerenza della variante con gli obiettivi del P.T.R. è stata effettuata sulla base degli indirizzi specifici definiti per l’AIT.2 VERBANIA LAGHI, contenuti all’interno delle Norme Tecniche e qui di seguito riportate con riferimento alle indicazioni grafiche del P.T.P.

I contenuti della Variante non hanno effetti sugli indirizzi previsti dal P.T.R. per l’A.I.T. 2:

• non risultano previsioni di qualità e quantità tale da incidere sui temi relativi alla “valorizzazione del territorio”;

• la previsione di Variante di inserimento di un’area da destinare alle attività floro-vivaistiche coincide con l’indirizzo dato dal P.T.R. per le risorse e le produzioni primarie;

• i contenuti della Variante non riguardano i temi di ricerca, tecnologia, produzioni industriali;

• la Variante non riguarda il potenziamento ferroviario indicato dal P.T.R. per trasporti e logistica;

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• il tema del turismo, pur rappresentativo nel caso di Baveno, non è interessato dalle previsioni della Variante.

In relazione agli obiettivi del P.T.R. per l’A.I.T. 2 si evidenzia l’assenza di contenuti della Variante che possono interferire con essi, salvo il caso, per quanto limitato, di ampliamento delle aree destinate ad attività florovivaistiche, che risulta coerente con gli obiettivi e le indicazioni del piano regionale.

4.2. Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.)

Il Piano Paesaggistico Regionale, disciplina la pianificazione del paesaggio.

Il P.P.R. ha come obiettivo la tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico, e determina modalità e regole di gestione del territorio ispirate ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, contenimento di consumo di suolo, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e promozione dei valori paesaggistici.

Ai fini dello svolgimento di valutazioni, analisi e definizione degli obiettivi del PPR, il territorio regionale è stato suddiviso in 76 ambiti di paesaggio, individuati sulla base della ricorsività e unitarietà delle matrici ambientali e culturali (aspetti geomorfologici, presenza di ecosistemi naturali, sistemi insediativi storici, diffusione consolidata di modelli colturali e culturali). A loro volta gli ambiti sono suddivisi in UP, unità di paesaggio omogenee. Le strategie generali del P.P.R., sono declinate e approfondite per ciascun ambito di paesaggio.

Il Comune di Baveno rientra nell’Ambito di Paesaggio 12, fascia costiera Nord del Lago Maggiore.

In riferimento agli “ Indirizzi e orientamenti strategici” riportati nella scheda d’ambito 12 (allegato 3), la Variante può essere valutata coerente con le azioni previste per l’ambito, soprattutto in considerazione dei limitati contenuti delle modifiche di P.R.G., rispetto alla scala di indicazioni del P.P.R.

Sulla tavola grafica che sintetizza le indicazioni del P.P.R. si evidenzia quanto segue:

• il riconoscimento di Baveno quale meta di fruizione di interesse naturale/culturale;

• la presenza di un punto panoramico (in località Feriolo);

• l’attraversamento di una rotta migratoria sul territorio comunale;

• il tracciato di una connessione ecologica da mantenere (in quota);

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• l’evidenza di un tracciato della rete sentieristica (dal lago al Mottarone);

• l’indicazione di un tracciato di greenway regionale (lungo la sponda del lago Maggiore);

• la presenza di un’infrastruttura da mitigare (A26);

• la localizzazione di un varco ambientale (a sud dell’area urbana di Baveno).

I contenuti della Variante non interferiscono con alcuno degli elementi elencati.

4.3. Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.)

Un ulteriore livello di pianificazione sovraordinato rispetto al P.R.G. è rappresentato dal Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.) adottato dalla Provincia del V.C.O.

Il P.T.P. adottato non risulta attualmente efficace non essendo intervenuta la sua approvazione definitiva ed essendo scaduti i termini di “salvaguardia”. Nonostante ciò vengono presi in esame i documenti del P.T.P. per una comparazione di eventuale incoerenza della Variante rispetto a obiettivi e contenuti significativi per l’ambiente, individuati dal piano provinciale.

“Il P.T.P. si caratterizza come strumento da utilizzare nell’azione di governo del territorio, unitamente alla costruzione delle relazioni strategiche del processo di governance, alla definizione delle politiche di spesa e di investimento, alle attività di sviluppo degli strumenti per la competitività del territorio, alle azioni di tutela e valorizzazione delle componenti ambientali e socio-culturali.”

Il P.T.P. è strutturato al fine di perseguire obiettivi quali:

• prevenire la progressiva marginalizzazione del territorio montano;

• valorizzare le componenti di valore ambientale e storico / culturale integrate in un sistema territoriale di dimensione transregionale e transfrontaliera, che può caratterizzare l’offerta turistica in condizioni di sostenibilità;

• rafforzare le reti e le infrastrutture per migliorare le relazioni per l’accesso ai servizi e per i collegamenti tra luoghi di residenza e luoghi di lavoro;

• sostenere lo sviluppo di attività economiche basate sulle opportunità offerte dal territorio.

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A questo fine il P.T.P. identifica una serie di azioni quali:

• la creazione di una serie di riferimenti e strumenti per il supporto della matrice naturale e ambientale presente sul territorio;

• l’identificazione di una rete ecologica a livello provinciale;

• l’identificazione di aree di valore paesaggistico che caratterizzano il territorio a livello provinciale in modo da promuovere la valorizzazione del contesto ambientale;

• la dotazione di aree destinate allo sviluppo di attività economiche (come riorganizzazione di attività locali esistenti e nuove e come capacità attrattiva di attività esterne), basate soprattutto sul recupero, la rifunzionalizzazione e la riqualificazione;

• la riorganizzazione e riqualificazione del sistema insediativo esistente;

• il consolidamento e la riqualificazione degli insediamenti per attività di settore (turismo, agri-zootecnia e florovivaismo).

Al fine di verificare i principali riferimenti contenuti nel P.T.P. per quanto riguarda obiettivi di tutela del territorio, si allegano i seguenti estratti cartografici:

• assetto della tutela naturalistica – estratto tav. AP.1. (allegato 4)

• quadro di riferimento strutturale della REP per gli assi vallivi dei fiumi Toce e Strona – estratto tav. P1.2. (allegato 5).

Relativamente all’assetto della tutela naturalistica, il territorio di Baveno risulta interessato nell’estrema parte settentrionale (Feriolo) dalla presenza dell’area protetta regionale del Fondotoce e dalla ZPS del Toce.

Per il quadro di riferimento strutturale della REP (Rete Ecologica Provinciale) vengono individuati:

• l’area delle cave (a monte del territorio urbano);

• i corridoi ecologici fluviali secondari all’interno e a nord-ovest del territorio urbano) del torrente Selvaspessa e del torrente Stronetta;

• un ambito periurbano di ricostruzione ecologica diffusa (a ovest di Feriolo).

Le previsioni contenute nella Variante non interferiscono con le classificazioni elencate sopra.

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5. PROBLEMI AMBIENTALI PERTINENTI ALLA VARIANTE

La variante di P.R.G. presenta contenuti circoscritti a quanto elencato al precedente paragrafo 2.

Si tratta di modifiche limitate a modeste puntualizzazioni, variazioni e/o estensioni di funzioni, tali da non indurre in alcun caso effetti significativi sull’ambiente.

In modo analitico si può rappresentare il seguente inquadramento delle relazioni e degli effetti ipotizzati tra contenuti della variante e componenti ambientali potenzialmente interessate:

Contenuti della variante Componenti potenzialmente interessate • integrazioni al testo di alcuni • le integrazioni non modificano le articoli delle NTA relative a previsioni di P.R.G. relative a procedure di attuazione dimensionamento e localizzazione; il contenuto della variante non modifica gli effetti sulle componenti ambientali; • adeguamenti cartografici per • gli adeguamenti riguardano correzioni di indicazioni correzioni di errori e incongruenze riportate sulle tavole senza incidere sulle previsioni di P.R.G. e senza effetti ambientali di variante; • limitate modificazioni alle • i valori quantitativi delle variazioni aree destinate a usi pubblici apportate sono modesti; esse comportano: a) una modificazione di tre aree (2 per l’istruzione e 1 per le attrezzature di interesse comune) con un bilancio complessivo in riduzione di 32 m²; b) una modificazione di superficie per 4 aree a parcheggio con una riduzione complessiva di 146 m²; c) una riduzione di aree a parco per il gioco e lo sport di 1.717 m² per l’eliminazione parziale di un’area così classificata dal P.R.G. vigente; • si ritiene trascurabile la misurazione degli effetti potenziali delle categorie a) e b); per la categoria c) si

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prendono in considerazione le seguenti componenti: − biodiversità; − consumo di suolo; − popolazione; • riduzione della capacità • la variante determina potenziali insediativa residenziale per la effetti positivi per l’ambiente; si cancellazione della prendono in considerazione le previsione di area di seguenti componenti: completamento residenziale − vegetazione e biodiversità; (A.C.R.) di m² 862 − consumo di suolo; − ambiente idrico; − emissioni atmosferiche; − rifiuti; • nuova classificazione di aree • si considerano scarsamente influenti destinate all’insediamento di le variazioni sia per la dimensione attività economiche: che per la localizzazione delle aree − inserimento di area per interessate; attività florovivaistiche per • si procede in via cautelativa alla m² 3.819; verifica dei potenziali effetti sulle − ampliamento di area con seguenti componenti: destinazione a impianti − vegetazione e biodiversità; per la produzione di beni e − consumo di suolo; servizi per m² 1.032 − ambiente idrico; − emissioni atmosferiche; − rifiuti; − popolazione e attività economiche; − efficienza energetica; • ridelimitazione di aree di • l’estensione di aree A.E.R. non pertinenza di insediamenti determina nuove opportunità residenziali esistenti (A.E.R.) insediative, ma esclusivamente per m² 6.223 l’adeguamento di insediamenti esistenti; • si procede in via cautelativa alla verifica dei potenziali effetti sulle seguenti componenti: − fauna e biodiversità; − ambiente idrico; − consumo di suolo

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• adeguamento dell’estensione • si tratta di una variante in delle fasce di rispetto delle adeguamento delle specifiche captazioni idriche procedure finalizzate alla tutela delle risorse idropotabili; • si considera positiva la valutazione degli effetti sulla tutela dell’ambiente idrico.

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6. ANALISI E VALUTAZIONE PREVENTIVA DEI POTENZIALI EFFETTI AMBIENTALI DELLA VARIANTE (secondo quanto elencato al precedente paragrafo 5)

6.1. Modificazioni alle aree destinate a usi pubblici con destinazione a parco per il gioco e lo sport

6.1.1. Contenuto della variante

La variante ha per oggetto la riduzione di un’area vincolata ad uso pubblico dal P.R.G. vigente, sostituita dalla classificazione di A.E.R., secondo la segnalazione dello stato di fatto da parte degli aventi titolo.

L’area è localizzata a monte del cimitero del capoluogo, a margine di un ampio contesto vincolato a destinazione d’uso pubblica, ed ha una superficie di 1.717 m².

6.1.2. Effetti attesi della variante

La variante si concretizza nella cancellazione della previsione del piano vigente di utilizzazione per realizzare una porzione di una più ampia area verde attrezzata per il gioco e lo sport.

In linea di principio ciò può determinare potenziali effetti ambientali sulle seguenti componenti:

• biodiversità: − l’area sottratta alla previsione di verde pubblico, viene riclassificata come pertinenza di un’area edificata residenziale; − una riduzione di superficie verde pubblica in favore di una qualificazione quale superficie privata può rendere l’area in oggetto potenzialmente inaccessibile ad alcune specie, sia per la recinzione, sia per il disturbo provocato dalla presenza continuativa di persone; l’analisi della collocazione dell’area tuttavia rileva che essa risulta non qualificabile come habitat naturalizzato. In base ai dati disponibili ed a quelli forniti da ARPA Piemonte, l’area in analisi risulta avere valenza nulla in termini di connettività ambientale, e non si qualifica come parte della rete ecologica né come “stepping stone” per il passaggio di avifauna.

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• consumo di suolo: − la variazione di destinazione d’uso dell’area considerata non costituisce nuovo consumo reale di suolo, in quanto già definita quale pertinenza di un insediamento residenziale; da un punto di vista statistico delle classificazioni d’uso del P.R.G. essa rappresenta comunque un aumento del territorio “consumato” da insediamenti residenziali esistenti;

• popolazione: − la previsione di sottrazione di un’area con destinazione d’uso pubblica per riclassificarla con destinazione d’uso privata rappresenta una parziale perdita di aree potenzialmente destinate alla fruizione da parte della comunità locale.

6.1.3. Valutazione degli effetti attesi

• biodiversità: − l’area sottratta alla previsione di verde pubblico ha un’estensione di 1.717 m²; lo stato di fatto del suolo censito da IPLA indica la presenza sul territorio di Baveno di 176.600 m² di “aree verdi urbane”; si tratta quindi di una riduzione di spazi liberi in territorio urbano dello 0,97%; il passaggio dell’area in oggetto da verde pubblico a verde privato, attinente ad una previsione residenziale, non prevede impatti sulla componente: la natura antropizzata ed artificiale dell’area verde non determina variazioni della presenza di specie vegetali. − l’area oggetto di variante risulta avulsa dalla rete ecologica e dai corridoi principali e secondari di movimento della fauna; l’area non si qualifica inoltre nemmeno come parte di habitat semi-antropizzati utili alla movimentazione della fauna né come punto di passaggio per le specie presenti sul territorio. L’impatto determinato sulla biodiversità faunistica risulta quindi a sua volta sostanzialmente nullo.

• consumo di suolo: − l’incremento di 1.717 m² di superficie di suolo “consumato” a fini insediativi residenziali rappresenta lo 0,14% delle aree già

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classificate come A.E.R. dal P.R.G. vigente; tale valore risulta di impatto estremamente limitato nel calcolo dell’incremento di consumo di suolo; − il riconoscimento della classificazione di A.E.R. non determina consumo di suolo libero in quanto si tratta di pertinenza di insediamento già in essere.

• popolazione: − la riduzione di 1.717 m² di aree di uso pubblico a verde per il gioco e lo sport, rappresenta lo 0,35% delle aree esistenti e previste per tale categoria di standard dal P.R.G. vigente, ammontanti complessivamente, tra esistenti e previsti, a 487.370 m²; − si tratta di un valore non significativo rispetto alla totalità di aree individuate dal P.R.G. vigente, tanto più che il piano prevede una dotazione complessiva di 487.370 m² a fronte di un fabbisogno minimo calcolato ai sensi di legge di 291.700 m², con un margine positivo di 195.670 m², che vengono ridotti a 193.953 m² dalla sottrazione di 1.717 m² della variante.

6.1.4. Previsioni di mitigazione / compensazione

In considerazione dei limitati effetti attesi dai contenuti della variante, non si prevedono interventi mitigativi.

6.2. Riduzione della CIR (Capacità Insediativa Residenziale)

6.2.1. Contenuto della variante

La Variante ha per oggetto la cancellazione della prevista destinazione d’uso di A.C.R. (area residenziale di completamento) e la riclassificazione quale A.E.R. di una superficie all’interno del territorio urbano.

La superficie dell’area interessata è di 862 m².

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6.2.2. Effetti attesi della variante

Caratteristica essenziale della Variante è l’eliminazione della possibilità di realizzare un nuovo insediamento residenziale (sebbene di limitate dimensioni) sull’area di completamento.

L’eliminazione della previsione è dovuta a una specifica richiesta.

Tale previsione determina una riduzione della potenziale “pressione” sull’ambiente a fini insediativi.

Ciò viene a determinare effetti potenziali sostanzialmente positivi rispetto alle componenti considerate:

• vegetazione e − la cancellazione della potenzialità insediativa biodiversità: di carattere residenziale non comporta variazioni del grado di antropizzazione del territorio che influiscano sulla sua rilevanza in termini di habitat o di biodiversità. Non si prevedono dunque variazioni di nota ai fini di questo indicatore; − la nuova previsione non altera la condizione della vegetazione esistente sul territorio interessato.

• consumo di suolo: − la Variante determina una riduzione di consumo di suolo, conseguente al mantenimento dello stato preesistente del territorio.

• ambiente idrico: − l’esclusione della possibilità di edificazione evita potenziali alterazioni del sottosuolo con coinvolgimento della falda presente.

• emissione − la nuova previsione non altera la destinazione atmosferiche: funzionale residenziale della superficie interessata ai fini delle emissioni atmosferiche da essa prodotte. La modificazione in variante annulla invece la potenziale edificabilità, determinando una diminuzione del volume edificabile e di conseguenza delle emissioni ad esso collegate. Per quanto la variazione non risulti significativa a livello comunale, l’intervento si qualifica dunque qualitativamente come migliorativo.

è vietata l’utilizzazione e la riproduzione, anche parziale, 31 di questo documento senza autorizzazione

• rifiuti: − la riduzione della capacità insediativa dell’area lascia invariata la funzione residenziale, confermando le preesistenze, cancellando previsioni di nuovi insediamenti; conseguentemente si prevede una seppure ridotta diminuzione della produzione di rifiuti solidi; la tipologia di rifiuti prodotti rimane inalterata.

6.2.3. Valutazione degli effetti attesi

• vegetazione e − l’area che viene esclusa da previsioni biodiversità: insediative residenziali misura 862 m²; il P.R.G. vigente prevede complessivamente una capacità insediativa residenziale derivante dalle aree edificabili per: - m² 70.925 in A.C.R. 6 - m² 65.210 in A.N.R. 7 - m² 136.135 totali − la Variante comporta una riduzione delle aree edificabili previste dal P.R.G. vigente pari allo 0,63%; si ritiene tale riduzione, benché minima, sia di vantaggio per il mantenimento della presenza di vegetazione; − l’effetto previsto in termini di alterazioni della biodiversità esistente risulta pressoché nullo.

• consumo di suolo: − il suolo “consumato”, sulla base di precedenti trasformazioni, risulta nel Comune di Baveno pari a: - nuclei di antica formazione m² 109.213 - aree edificate residenziali m² 1.221.426 - aree edificabili residenziali m² 136.135 - aree per attività economiche m² 562.496 - aree destinate a usi pubblici m² 587.700 - totale m² 2.618.970 − la previsione di eliminare 862 m² di A.C.R. corrisponde a una riduzione dello 0,03% del suolo “consumato” o di previsto “consumo”; si

6 A.C.R. = aree di completamento residenziali 7 A.N.R. = aree di nuovo insediamento residenziale

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tratta di un valore positivo anche se di limitata portata, che non determina sostanziali condizioni di impatto.

• ambiente idrico: − la previsione di cancellazione di un’area A.C.R. determina la non alterazione della falda acquifera sotterranea teoricamente possibile nel caso di una nuova costruzione; − contemporaneamente si provoca una riduzione della capacità insediativa a cui corrisponderebbe un’esclusione di nuova domanda aggiuntiva di disporre di risorse idropotabili.

• emissioni − l’analisi dei dati disponibili sulle emissioni in atmosferiche: atmosfera da fonte I.R.E.A permette di valutare l’impatto complessivo delle attività di tipo agricolo sul territorio comunale come compreso tra lo 0,01% e lo 0,79% per tutti gli indicatori del sistema CORINAIR, la riclassificazione dell’area in oggetto, che comporta il mantenimento di area inedificata, costituisce di conseguenza un elemento di impatto minimo, a fronte di una corrispondente riduzione delle emissioni di tipo residenziale; si prevede che l’intervento determini di conseguenza una riduzione, benché non rilevante, delle emissioni totali, e vada quindi considerato come migliorativo per quanto riguarda questo fattore.

• rifiuti: − l’analisi dei dati comunali sulla produzione di rifiuti solidi permette di valutare l’impatto della riclassificazione in oggetto come nullo.

6.2.4. Previsioni di mitigazione / compensazione

In considerazione dei limitati effetti, essenzialmente positivi, attesi dalla eliminazione di un’area edificabile prevista in P.R.G., non si ritengono necessari interventi mitigativi specifici.

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6.3. Nuova classificazione di aree destinate all’insediamento di attività economiche

6.3.1. Contenuto della variante

La variante riguarda due modifiche di destinazione d’uso:

• l’inserimento di un’area destinata ad ospitare impianti florovivaistici di m² 3.819 di superficie, situata all’interno di un contesto produttivo esistente, disposto linearmente lungo la S.S. 33;

• l’ampliamento di un’area per la produzione di beni e servizi esistente e monte della ferrovia, nel capoluogo, per una superficie di m² 1.032.

6.3.2. Effetti attesi della variante

Le caratteristiche fondamentali della variante sono rappresentate da:

• la prossima trasformazione di un’area attualmente incolta in superficie destinata a impianti florovivaistici;

• l’utilizzazione per l’ampliamento di strutture produttive su di un’area precedentemente a verde privato.

Ciò determina gli effetti potenziali descritti di seguito su alcune specifiche componenti:

• vegetazione e − entrambe le nuove previsioni in oggetto sono biodiversità: collocate in prossimità di aree produttive esistenti e sono qualificate in base ai dati disponibili e da fonte ARPA Piemonte, come superfici di valore nullo in termini di connettività ecologica, che non rivestono ruolo alcuno come habitat di rilevo o come stepping stones per il passaggio della fauna; l’area di m 2 3819 collocata lungo la SS 33 confina tuttavia con aree di maggiore interesse per la biodiversità faunistica; la seconda area in oggetto risulta invece collocata al centro di una più vasta area antropizzata e lontana da possibile aree di interesse.

• consumo di suolo: − la variante determina il consumo di suolo “libero” per la messa a dimora di prodotti florovivaistici a pieno campo e per la costruzione di impianti e strutture necessarie

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alla coltivazione in ambiente controllato; − la variante produce nuovo consumo di suolo libero (verde privato) per l’ampliamento di strutture destinate ad attività di produzione.

• ambiente idrico: − l’impianto di attività florovivaistiche può produrre effetti potenziali sulla falda dovuti ai trattamenti delle coltivazioni e al consumo di risorse idriche per l’irrigazione; − l’ampliamento di strutture produttive determina una riduzione della permeabilità del suolo per le superfici coperte dalle costruzioni, dai piazzali e dai manufatti.

• emissioni − l’insieme delle due nuove previsioni produttive atmosferiche: configura in un caso un incremento di emissioni dovute alla climatizzazione eventuale degli impianti florovivaistici e un potenziale limitato aumento di emissioni di tipo industriale nell’ampliamento dell’area produttiva. La variazione prevista risulta nel complesso incrementare le emissioni sul territorio comunale, benché non in modo significativo rispetto al contesto, e configura dunque una valutazione di effetti quasi trascurabili delle emissioni potenzialmente dannose.

• rifiuti: − la nuova previsione per attività florovivaistiche non comporta rispetto alla precedente destinazione d’uso agricola generica una produzione di rifiuti solidi parzialmente alterata, dato che ci si attende che la componente organica e vegetale biodegradabile aumenti in percentuale rispetto al totale.

• popolazione e − la realizzazione di impianti (sia agricoli che attività economiche: industriali o commerciali) destinati ad ospitare nuove attività economiche o l’ampliamento di quelle esistenti, determina effetti positivi sulle possibilità di produrre reddito e occupazione per la popolazione.

• efficienza − la gestione di impianti florovivaistici genera energetica: significativi consumi di energia nel caso di

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strutture climatizzate, mentre non risultano rilevanti nel caso di coltivazioni a pieno campo; − le attività di produzione di beni e servizi determinano un consumo di energia su uno spettro molto ampio in funzione del tipo di attività e del metodo di lavorazione utilizzato.

6.3.3. Valutazione degli effetti attesi

• vegetazione e − in termini di biodiversità e sviluppo di biodiversità: vegetazione, si ritiene che l’impatto generato dal primo intervento (impianto florovivaistico) risulti, in base a quanto precedentemente segnalato, pressochè nullo, data la presenza nell’intorno di attività produttive. La natura fortemente antropizzata delle attività di floricoltura non rende tuttavia la nuova previsione utile alla creazione di nuovi habitat o corridoi di movimento faunistico. L’impatto generato dal secondo intervento (ampliamento di area produttiva) risulta nullo, in quanto inserito in contesto fortemente antropizzato e di nessuna valenza ai fini della biodiversità.

• consumo di suolo: − il suolo “consumato” nel Comune di Baveno, in base alla rilevazione e alla classificazione contenuta nel P.R.G. vigente interessa una superficie di 2.618.970 m²; − il contenuto della variante relativo alle attività economiche interessa un incremento di consumo di suolo di m² 3.819 per impianti florovivaistici e m² 1.032 per impianti di produzione di beni e servizi, per un totale di m² 4.851; − tale valore rappresenta un incremento di consumo di suolo pari allo 0,18% del territorio già “consumato”; si tratta di un valore modesto, comunque finalizzato ad attività economiche.

• ambiente idrico: − la sottrazione potenziale di superficie permeabile può essere stimata in circa 2/3 della superficie totale interessata dalla variante (rapporto tra superficie libera ed

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edificata), pari a m² 3.234; − in considerazione della dimensione territoriale del Comune di Baveno di circa 17,25 km², della dimensione dei corpi idrici e della collocazione delle captazioni idriche situate a monte del territorio urbano, non si ritiene significativa la sottrazione potenziale di suolo permeabile che rappresenta lo 0,018% del territorio; − per quanto riguarda rischi di inquinamento della falda per effetto di attività di coltivazioni florovivaistiche, occorre mettere in atto provvedimenti di controllo.

• emissioni − l’effetto previsto dalle due previsioni di tipo atmosferiche: produttivo in oggetto non risulta significativo nel contesto comunale; l’effetto previsto non determina variazioni quantitativamente sufficienti a modificare in modo sensibile le emissioni complessive del territorio comunale.

• rifiuti: − la destinazione di area precedentemente “neutra” a destinazione agricola, configura un incremento della produzione di rifiuti solidi nell’area; le particolari categorie di rifiuti prodotti da attività florovivaistiche richiede di attivare smaltimenti differenti e controllati; l’inserimento della nuova area in ampliamento di un contesto produttivo di maggiori dimensioni esistente costituisce una misura di mitigazione intrinseca, in quanto la nuova produzione potrà essere smaltita contestualmente ai prodotti delle attività già presenti senza sensibili incrementi quantitativi. Si prevede che l’impatto determinato dalla previsione in oggetto risulti inoltre ridotto rispetto al contesto comunale attuale (variazione della produzione di rifiuti stimata inferiore ad un punto percentuale).

• popolazione e − gli effetti attesi sono positivi in merito attività economiche: all’opportunità di generare condizioni favorevoli per la produzione di reddito e occupazione; − in fase di pianificazione urbanistica non è possibile un calcolo economico e finanziario

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di tali effetti.

• efficienza − l’insediamento di attività economiche energetica: (florovivaistiche e produttive) può generare consumi energetici variabili in dipendenza della loro dimensione e della tipologia; − in sede di pianificazione urbanistica si può indicare la necessità di provvedimenti di controllo e mitigazione dei consumi energetici, nel rispetto delle norme di settore vigenti.

6.3.4. Previsione di mitigazione / compensazione

Per quanto riguarda biodiversità, produzione di rifiuti ed emissioni in atmosfera non si prevedono alterazioni tali da richiedere specifici interventi di mitigazione.

La disciplina normativa vigente, di carattere ambientale e sanitario, che dovrà essere applicata in sede di autorizzazione e realizzazione degli interventi, costituisce il principale elemento di garanzia di mitigazione degli effetti potenzialmente prodotti dalla variante.

La presenza sul territorio in oggetto di attività di raccolta differenziata dei rifiuti solidi inoltre costituisce in sé elemento di mitigazione pre-esistente per quanto riguarda questa singola componente.

6.4. Ridelimitazione di aree di pertinenza di insediamenti residenziali esistenti

6.4.1. Contenuto della variante

La variante contiene le modifiche di tre aree per le quali è prevista un’estensione della superficie considerata “edificata” (consumata) in quanto attinente a insediamenti residenziali esistenti (A.E.R.)

Le superfici complessivamente riclassificate come A.E.R. assommano a m² 6.223.

6.4.2. Effetti attesi della variante

La classificazione di area “edificata” consente l’utilizzazione delle superfici interessate per l’ampliamento contingentato della superficie utile lorda

è vietata l’utilizzazione e la riproduzione, anche parziale, 38 di questo documento senza autorizzazione preesistente, generalmente utilizzata per il miglioramento funzionale delle unità abitative esistenti, senza produrre incremento effettivo di capacità insediativa.

Si considerano quali componenti potenzialmente interessate dalla variante di incremento delle superfici classificate come A.E.R. le seguenti:

• fauna e biodiversità: − l’inserimento delle nuove previsioni avviene come ampliamento di aree edificate a prevalente uso residenziale pre-esistenti, all’interno di zone avulse dalla rete di connettività ambientale, precedentemente antropizzate e che non costituiscono area di interesse ai fini di habitat faunistici; non sono presenti sulle superfici interessate aree di specifico interesse ai fini della biodiversità vegetale o faunistica.

• consumo di suolo: − la previsione della variante determina il riconoscimento della classificazione di “area edificata” per aree aventi nel P.R.G. vigente diversa destinazione d’uso, ma per le quali è stata segnalata la pertinenza con insediamenti esistenti; di fatto quindi tali aree risultano già “consumate” allo stato attuale in ragione delle loro condizioni funzionali; se si considera il P.R.G. vigente, le aree già allo stato di fatto definite come A.E.R. assommano a 1.221.426 m²; la previsione di variante di estendere tale destinazione d’uso a ulteriori m² 6.223, rappresenta un incremento di A.E.R. dello 0,50%.

• ambiente idrico: − l’incremento della superficie di A.E.R. può potenzialmente produrre una maggiore impermeabilizzazione di suolo per la costruzione di edifici e/o di superfici pavimentate; − in tale circostanza si verifica una potenziale interferenza con la possibilità di alimentazione della falda acquifera.

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6.4.3. Valutazione degli effetti attesi

• fauna e biodiversità: − non si prevedono impatti rilevanti sulla componente in oggetto. La posizione delle nuove previsioni di ampliamento nel contesto di aree fortemente urbanizzate esistenti esclude l’impatto sulla biodiversità o la creazione di ostacoli alla movimentazione della fauna attribuibili alle limitate superfici riclassificate come A.E.R.

• consumo di suolo: − gli effetti attesi per il consumo di suolo rappresentano, come detto sopra, un aspetto di limitata entità quantitativa nel calcolo delle funzioni attribuite dal P.R.G.; dal punto di vista sostanziale le aree per le quali si prevede la classificazione di A.E.R. sono indicate come pertinenze attuali di insediamenti residenziali; da questo punto di vista si tratta quindi di suolo già di fatto “consumato”.

• ambiente idrico: − l’inclusione della superficie complessiva di m² 6.223 tra le aree “edificate” consente di realizzare su di esse: • superfici in ampliamento di edifici esistenti; • superfici consistenti in edifici “accessori” di limitate dimensioni; • superfici pavimentate per l’uso degli spazi esterni; − tali possibilità sono “potenziali” e non risulta possibile determinarne preventivamente l’effettiva concretizzazione, oppure il loro uso come aree “verdi” di corredo degli insediamenti esistenti; a tal fine si può presumere che si possa dare corso alla “impermeabilizzazione” di parte delle superfici per entità prossime al 50% delle superfici in variante, pari a circa 3.000 m².

6.4.4. Previsioni di mitigazione / compensazione

In considerazione della limitata estensione delle superfici oggetto di variante, si considerano sufficienti, come misure di mitigazione,

è vietata l’utilizzazione e la riproduzione, anche parziale, 40 di questo documento senza autorizzazione accorgimenti progettuali di scarsa occupazione del suolo “libero” inedificato.

Tali accorgimenti potranno essere richiesti in sede di rilascio dei titoli abilitativi per eventuali interventi.

Per le aree verdi che possano costituire ambiente di caccia per le numerose specie di chirotteri presenti sul territorio comunale, è consigliabile prevedere l’impiego di lampade a bassa intensità per l’eventuale istallazione di nuove sorgenti di illuminazione. Questa misura riduce i potenziali effetti di disturbo su queste specie animali tutelate.

6.5. Adeguamento dell’estensione delle fasce di rispetto delle captazioni idriche

6.5.1. Contenuto della variante

La variante recepisce i perimetri delle fasce di rispetto delle captazioni idriche, individuate attraverso la specifica procedura prevista dal regolamento 15/R/2006 della Regione Piemonte e definitivamente approvate.

6.5.2. Effetti attesi della variante

L’introduzione delle fasce di rispetto delle captazioni idriche, definite attraverso l’analisi delle caratteristiche del sottosuolo, della falda acquifera e della configurazione morfologica del suolo, sostituisce le precedenti perimetrazioni, basate su definizioni generali, determinate dal quadro normativo indifferentemente per ogni condizione di territorio.

6.5.3. Valutazione degli effetti attesi

L’individuazione delle fasce di rispetto delle captazioni idriche, secondo la procedura analitica prevista dal regolamento 15/R/2006 della Regione Piemonte, garantisce una salvaguardia effettiva della risorsa idropotabile, grazie alla precisa valutazione di potenziali effetti sulla fonte ricavate dallo studio del sottosuolo e della morfologia, con particolare riferimento all’andamento dei versanti.

6.5.4. Previsioni di mitigazione / compensazione

L’introduzione delle fasce di salvaguardia delle risorse idriche, basata su valutazione scientifica, in sostituzione di quelle definite attraverso la norma, risulta di per sé migliorativa delle condizioni di tutela.

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6.6. Verifica di compatibilità con le ulteriori fattori di impatto ambientale

A seguito di accurata valutazione delle ulteriori componenti ambientali costituite dalle emissioni acustiche e dalla presenza di fonti di emissioni elettromagnetiche (radiazioni non ionizzanti), si è provveduto ad appurare che la variante in oggetto non preveda alterazioni che modifichino queste componenti.

Per quanto attinente alle emissioni acustiche, le nuove previsioni sono inserite in classi di emissione compatibili con la zonizzazione acustica vigente. Non sono previsti impatti significativi su questa componente, né riduzione delle fasce cuscinetto previste allo stato attuale.

Nessuna delle nuove previsioni ricade in aree influenzate da emissioni elettromagnetiche di rilievo in base ai dati disponibili da fonte ARPA Piemonte. Non sono inoltre previste nuove fonti emissive di sorta. Non si determinano dunque elementi di rischio per quanto riguarda questa componente ambientale, che rimane inalterata rispetto alla condizione precedente.

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A L L E G A T I

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ALLEGATO 1 – Piano Territoriale Regionale (P.T.R.)

Sistema policentrico regionale (estratti)

ALLEGATO 2 – Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.)

Rete ecologica (estratto)

Rete di fruizione (estratto)

ALLEGATO 3 – Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.)

Ambito 12 – Fascia costiera nord del lago Maggiore

Ambito Fascia costiera Nord del Lago Maggiore 12

DESCRIZIONE AMBITO Ambito di dimensioni modeste che si disegna lungo la sponda piemontese del Lago Maggiore, delimitato a nord ovest dai crinali che costituiscono la linea spartiacque con la , con la Val Grande, dalla porzione di pianura del Fondo Toce e dai crinali che separano il Lago d‘Orta. A sud si protende fino oltre Stresa ove confina con l‘ambito 15 (relativo alla costa meridionale del lago) con il quale mostra marcate analogie. La fascia costiera del Lago Maggiore è caratterizzata, a eccezione della limitata area pianeggiante di fondo Toce, da un immediato rapporto con le zone collinari e pedemontane che arriva a presupporre zone di cerniera su linee di crinale o punti di notevole importanza panoramica, quali, ad esempio, la vetta del Mottarone, stazione sciistica di pregio, strettamente legata al lungo-costa da funivia. Assume importanza sopranazionale, essendo il lembo settentrionale del bacino in territorio svizzero, ed essendo le comunicazioni stradali e ferroviarie, soprattutto da fine Ottocento, notevolmente sviluppate con la via che da Verbania si dirige a , mentre da Feriolo si punta verso il passo del Sempione (sviluppo che ha notevolmente favorito la vocazione turistica dell‘area, insieme all‘introduzione dei battelli sul lago). La cerniera con la sponda lombarda è invece attualmente garantita con la connessione diretta data dalla presenza del battello Intra-Laveno.

CARATTERISTICHE NATURALI (ASPETTI FISICI ED ECOSISTEMICI) Il lago Maggiore, di evidente origine glaciale è contornato da una stretta linea di spiaggia che subito si eleva dalle sponde, su versanti debolmente pendenti modellati dall‘azione glaciale, caratterizzati da un profilo irregolare con aree subpianeggianti che si alternano a altre a maggiore inclinazione. Si tratta di morene laterali e frontali modellate dall‘erosione operata dal 57 movimento dell‘antico ghiacciaio. Le litologie sono silicatiche con gneiss, micascisti ricoperti con materiali morenici e colluviali. La fascia costiera e le retrostanti zone pseudopianeggianti ospitano le rinomate località di Stresa, Baveno e Verbania, e si trova un uso del suolo sostanzialmente alternato tra boschi e prati, con poche aree agricole. I boschi si caratterizzano per la presenza di castagneti in purezza, sia a ceduo sia da frutto, e per acero-frassineti di invasione delle aree agricole abbandonate; a questi si associano, soprattutto nelle zone pianeggianti e con ristagno d‘acqua, alneti di ontano nero. L‘area perilacuale è disseminata di splendide ville, circondate da parchi con piante secolari sia spontanee sia esotiche, che arricchiscono la bellezza naturale delle sue sponde. La porzione più settentrionale dell‘ambito il paesaggio è tendenzialmente aspro e selvatico. Dalla stretta fascia costiera, lungo cui corre l‘unica via di collegamento con la Svizzera, si ergono pendii montani con incisioni poco profonde, che mostrano una uniforme copertura boscata, caratterizzata per la presenza, oltre che di castagno e faggio, di boscaglie rupestri, ove il substrato e le pendenze permettono la costituzione di piccole tasche di suolo. La piana alluvionale del Toce costituisce un elemento di discontinuità morfologica rilevante. Questa superficie pianeggiante, formata dai sedimenti ricchi di limi e sabbie fini, presenta una falda sottosuperficiale che favorisce l‘agricoltura in rotazione e la localizzazione di numerosi vivai. Residuali porzioni, ora protette, ospitano, nascosta tra i canneti e formazioni riparie a salici e pioppi, una variegata avifauna. L‘erosione fluviale ha risparmiato nella porzione più settentrionale il Monte Orfano, dietro il quale si cela il ridotto specchio d‘acqua del Lago di . A sud il rilievo si eleva rapidamente per raggiungere l‘alto rilievo del Mottarone (1491 m s.l.m.) da cui, salendo con la cabinovia, si può godere di una splendida veduta; l‘area presenta caratteristiche particolari, per la presenza di estese superfici forestali di invasione di ex praterie, alternate a rimboschimenti a prevalenza di abete rosso.

EMERGENZE FISICO-NATURALISTICHE L‘ambito si caratterizza per la presenza di alcune aree tutelate di elevato interesse; − la Riserva Naturale speciale di Fondo Toce, (SIC e ZPS) è un importante canneto perilacustre a Phragmites australis che ospita specie ornitologiche a distribuzione limitata, nella regione, e specie entomologiche presenti in Piemonte solo in questo Sito o in poche altre località; è inoltre un ambiente di primaria importanza per le specie ornitiche migratorie. Nell‘area sono presenti relitti di bosco ripario a prevalenza di Salix alba e soprattutto una Stazione di Alnus alla minima altitudine in Piemonte. Nel complesso si apprezza per essere un prezioso mosaico di vegetazioni acquatiche e palustri di interesse comunitario distribuite lungo i corsi d‘acqua, le rispettive foci e il litorale lacustre. Risalendo lungo il fiume l‘area è inclusa nella ZPS —Fiume Toce“ che si caratterizza per formazioni di greto alluvionale ciottoloso a saliceto, con isoloni in alveo e formazioni boschive riparie di salice bianco e pioppo nero e presenza di ambienti arbustivi termofili e prati da sfalcio planiziali, importanti per l‘avifauna migrante e nidificante. Nei pressi dell‘area è presente la ZPS —Lago di Mergozzo e Monte Orfano“ che include sia ambienti ripari simili a quelli delle aree del Toce, sia boschi di latifoglie dominati da castagno e, nei versanti esposti al sud specie caratteristiche xerofile. Notevole importanza inoltre assumono gli ecosistemi rupestri, con una morfologia aspra a balze rocciose, che determinano condizioni ideali di nidificazione per rapaci; − la Riserva Naturale del Sacro Monte della Santissima Trinità di , pressoché interamente ricoperta da boschi, si caratterizza per la prevalenza di castagneto ceduo, testimonianza della pesante influenza antropica che storicamente ha caratterizzato questa zona. Sul versante a sud est sono presenti rimboschimenti a conifere e a latifoglie esotiche. In particolare a pino strobo, a cedro deodara e a quercia rossa. Sul versante opposto caratterizzato da un pendio più dolce, il ceduo di castagno è spesso interrotto da una boscaglie d‘invasione degli antichi pascoli e coltivi, prevalentemente a betulla, pioppo tremolo, frassino, acero e in particolare di farnia. L‘agrifoglio e il tasso, specie ecologicamente di pregio, sono piuttosto diffusi. Nelle aree umide si presentano specie igrofile quali ontano nero e bianco; − le pendici più alte dei versanti di , Intragna e , sono incluse nel Parco Nazionale della Val Grande, caratterizzato per essere la più grande area wilderness di ritorno di tutto l‘arco alpino. In tali ambienti, l‘abbandono da più di un secolo, ha portato

58 la natura a ricostituire formazioni arboree, arbustive ed erbacee molto simili alle formazioni naturali, non toccate dall‘uomo.

CARATTERISTICHE STORICO-CULTURALI L‘ambito (come la fascia costiera meridionale, ambito 15) è storicamente connesso alla sponda lombarda del Lago Maggiore soprattutto in virtù del controllo attuato dalla famiglia Borromeo. Gli insediamenti della fascia costiera lungo la via che costeggia il perimetro lacustre si configurano in una struttura lineare chiusa tra lago e versante collinare-pedemontano, con sviluppo a monte ed esposizione con affaccio verso lago. Discorso a parte per Verbania: comune costituito nel 1939 dall‘aggregazione di una serie di centri, di cui Intra e Pallanza i principali, e connotato quindi da una singolare varietà di aspetti urbanistici, specchio delle forti identità originarie, dovute alle differenze sia delle sorti storiche che del contesto orografico di sviluppo. L‘insieme dei comuni rivieraschi costituisce sistema per la puntuale presenza di edifici religiosi, medievali come di stampo controriformista, culminanti nei Sacri Monti, tra cui il caso emblematico di Ghiffa, per la forte emergenza di strutture storicizzate per il loisir e di ville e giardini storici. La presenza di questi ultimi definisce un paesaggio antropizzato con connotazione arborea tradizionale e di essenze importate in periodo otto-novecentesco (aspetto che pone l‘ambito in stretta connessione con la fascia costiera sud del Lago Maggiore) e segnala come la floricoltura sia sviluppata soprattutto a centro lago, anche in area collinare, mentre a più alta quota si segnala una cultura vivaistica (Alpinia). Notevole la presenza di cave di materiale lapideo anche negli ambiti limitrofi di cerniera (Granito rosa di Baveno, Granito bianco del Montorfano, marmo di Candoglia ), connotante per un diffuso utilizzo locale, a iniziare dal XVI secolo e non (Duomo di Milano, San Paolo fuori le mura) e di conseguenza per la formazione di maestranze specializzate. Entro questo quadro generale si distinguono per il loro ruolo le diverse componenti:

FATTORI STRUTTURANTI − Sistema delle ville e dei parchi storici (da sottoporre a puntuale individuazione a scala edilizia, nel quadro di livelli di pianificazione comunale o intercomunale); si segnalano, per la rilevanza panoramica: Villa Poss a Intra, Villa Palazzola e Villa Castelli a Stresa, ruderi dell‘ ex Hotel Eden sulla punta Castagnola a Pallanza, Terme di Baveno; − strada napoleonica del Sempione con relativi manufatti e opere d'arte (parapetti e punti di sosta e affaccio); − linea ferroviaria del Sempione con manufatti di pertinenza.

FATTORI CARATTERIZZANTI − Sistema degli edifici romanici afferenti al sistema pievano medievale, in relazione anche con le pievi attualmente in territorio svizzero (in prima analisi si possono segnalare, per la rilevanza, gli edifici romanici di Baveno, Pallanza, Suna, Montorfano e Mergozzo); − sistema dei cordoni morenici glaciali dell‘alpe Sincina.

FATTORI QUALIFICANTI − Sistema dei percorsi porticati in numerosi tratti di lungo-lago urbani; − sistema di case da pascolo di bassa quota; − lacerti di aree condotte a prato e/o pascolo, in aree di rilevanza panoramica: sistema di alpeggi tra Stresa e Baveno (alpe Airaga, alpe Piaghe, proprietà Borromeo nel comune di ), aree tra Calogna e Magognino, alpe Vidabbia; − aree delle cave (Baveno, Montorfano e Candoglia); − tratto strada Gignese-Levo con filare di olmi e faggi e punti panoramici; − torbiera dell'Alpe Scoccia; − sistema dei porti lacustri. Oltre alla puntuale individuazione e perimetrazione degli elementi dei sistemi di beni sopra elencati e delle relative pertinenze storiche e percettive, si segnalano per la stratificazione storica e per il valore paesaggistico: − area del ; − ;

59 − area della Riserva naturale speciale Fondo Toce e collegamento al lago di Mergozzo; − Golfo Borromeo e Isole Borromee; − fascia degli alpeggi tra Stresa e Baveno; − Mottarone, area montana di cerniera tra lago Maggiore e Orta. Si segnala inoltre la presenza di numerosi punti panoramici, sovente di matrice storica, cui sono collegate viste consolidate o storicizzate: belvedere, di all‘oratorio di San Giovanni, della torre di Monte Castello a Feriolo di Baveno, di Montorfano, , della Madonna del Carmine a Cannero, Mottarone.

DINAMICHE IN ATTO L‘ambito vede un prevalente mantenimento complessivo della destinazione territoriale per il loisir con tutte le strutture a esso legate, con numerose iniziative diffuse o puntuali che hanno assunto un ruolo negli ultimi anni: − l‘affermazione degli interventi di —case di villeggiatura“, basati sul recupero dei casali abbandonati a seguito della forte decrescita dell‘uso dei boschi. Ciò avviene come parziale alternativa al fenomeno dell'espansione di seconde case che ha alterato negli scorsi 50 anni il rapporto costa-collina; − la valorizzazione dei giardini storici a fronte di una mantenuta tradizione di floricultura e vivaistica; − le iniziative di recupero di borgate di mezza costa e di restauro di molti edifici con la creazione di molte strutture ricettive e una crescente valorizzazione dei centri abitati esistenti; − la valorizzazione delle potenzialità agrituristiche ed escursionistiche; − la valorizzazione dei collegamenti con le vallate dell‘Ossola; − l‘istituzione dell‘ Ecomuseo del Lago d‘Orta e Mottarone; − i tentativi di riqualificazione (creazione di nuove passeggiate, nuovi porti) dei lungo lago; − il potenziamento dei percorsi lacustri, anche in funzione dei collegamenti ferroviari; A fronte delle dinamiche turistiche si riscontra un processo di abbandono delle attività agroforestali con: − sostanziale abbandono, nella zona meridionale, dell‘attività produttive del bosco; − abbandono delle superfici agricole sia con rinaturalizzazione spontanea ed invasione di specie forestali arboree ed arbustive, sia autoctone sia, soprattutto nella zona più prossima al lago, di specie esotiche presenti nei parchi delle ville.

CONDIZIONI Il paesaggio insubrico ha un alto carattere di unicità e di rarità. Esso è la testimonianza dell‘imponente azione dei ghiacciai alpini e rappresenta una realtà naturale che si avvantaggia di caratteristiche climatiche particolarmente favorevoli allo sviluppo della vegetazione. L‘ecosistema lacustre è particolarmente sensibile alle modificazioni di origine antropica che possono produrre impatti notevoli ed avere effetti molto dannosi; perciò è necessario un continuo monitoraggio per intervenire rapidamente, in caso di necessità, con misure che permettano al sistema di mantenere una elevata resilienza. La stabilità degli ambienti nella piana alluvionale del Toce è da considerarsi bassa. Si tratta di un paesaggio oggetto di rappresentazioni artistiche e letterarie, meta privilegiata del —Gran Tour“, che conserva un fascino unico dato dalla complessità e dalla mutevolezza dei quadri panoramici, e una rara stratificazione di elementi botanici ed architettonici di assoluto valore. Dopo la realizzazione delle infrastrutture storiche (strada e ferrovia del Sempione) e il massiccio intervento in chiave turistica e ricettiva, alcune parti del paesaggio lacustre sono state irrimediabilmente alterate, soprattutto con edificazioni fuori scala per volumetria e tipologia costruttiva delle quali si pone il difficile tema della riqualificazione. Ciò nonostante, il sistema insediativo e culturale storico ha buona leggibilità, manifesta buone possibilità di valorizzazione integrata, necessitando del riconoscimento di sistemi non sempre adeguatamente valorizzati. Nella piana di Fondo Toce, pur con la creazione dell‘area della Riserva naturale, il rapporto con la criticità della presenza industriale e di fabbricati fuori-scala appare ancora difficilmente gestibile. In generale, nonostante le invasive espansioni urbane della seconda metà del Novecento, il sistema insediativo e culturale storico ha buona leggibilità, manifesta buone possibilità di valorizzazione integrata, necessitando del riconoscimento di sistemi non sempre

60 adeguatamente valorizzati. Il rischio più elevato è rappresentato dalla possibilità di un‘inadeguata riconversione del patrimonio rurale in turistico, legato alla pressione trasformativa per le seconde case. Ciò comporta una progressiva perdita di leggibilità del patrimonio edilizio storico soprattutto in concomitanza con le aree di elevate espansioni turistiche. Oltre al quadro generale hanno rilievo specifiche situazioni di criticità. Per gli aspetti storico-culturali: − soprattutto in determinati periodi dell‘anno, la forte pressione turistica, in particolare sulle isole Borromee, innesca processi deterrenti rispetto ai fattori dell‘identità originaria ad esempio l‘; − nonostante la buona continuità d‘uso delle grandi strutture per il loisir, con una commistione con strutture più recenti, mai troppo invasiva, il riallestimento dei lungo lago ha spesso abusato nell‘uso di discutibili elementi contemporanei in stile; − la fascia costiera, soprattutto nel tratto tra Stresa e Verbania, è stata invasivamente colpita dall‘ammodernamento stradale e dai collegamenti con l‘autostrada A26 (svincolo di Baveno); Per gli aspetti naturalistici ed ambientali: − le cave di Baveno, da cui si ricava il noto granito rosa di Baveno, risaltano paesaggisticamente come ferite aperte sul fianco del monte Mottarone; − è in corso un preoccupante aumento dell‘eutrofizzazione delle acque del Lago di Mergozzo, che si caratterizza sino ad ora per essere uno dei pochi laghi subalpini oligotrofici, con bassa concentrazione di fosforo, ottima trasparenza delle acque, minima percentuale di saturazione dell'ossigeno delle acque profonde; − le utilizzazioni irrazionali provocano degrado della qualità paesaggistica ed ecologica del bosco, come il taglio a scelta commerciale con prelievo indiscriminato dei grandi alberi nei boschi, con uso di personale non specializzato; − è diffuso il degrado di castagneti per fattori diversi, quali incendio, collasso colturale o più semplicemente per abbandono.

STRUMENTI DI SALVAGUARDIA PAESAGGISTICO - AMBIENTALE − Sacro Monte di Ghiffa (riserva naturale speciale e WHL Unesco); − Castelli di Cannero; − Riserva naturale speciale Fondo Toce e collegamento al lago di Mergozzo.

INDIRIZZI NORMATIVI E ORIENTAMENTI STRATEGICI La strategia fondamentale dell‘ambito deve essere indirizzata ad una prospettiva di tutela attiva, che salvaguardi i valori straordinari presenti (sia storico-culturali che naturalistici) pur nella continuità degli utilizzi turistici ormai consolidati. In riferimento alle risorse disponibili le azioni strategiche e le linee normative devono indirizzarsi a: − la conservazione integrata del patrimonio edilizio storico delle borgate e dei nuclei isolati anche con funzione di residenza per villeggiatura, contenendo il nuovo consumo di suolo; − conservazione del patrimonio delle ville storiche, anche novecentesche, con i relativi giardini e parchi, evitando la frammentazione o separazione del rapporto villa-giardino e promuovendo la fruizione pubblica dei luoghi; controllo delle trasformazioni d‘uso turistico ricettive dei complessi villa-giardino, verificando la compatibilità in rapporto alla conservazione degli elementi caratterizzanti dei luoghi (parcheggi, impianti tecnologici, attrezzature di servizio); − la valorizzazione culturale con il miglioramento dell‘accessibilità e dell‘offerta fruitiva delle attività caratterizzanti i primi rilievi collinari; − la valorizzazione della peculiarità dei porti lacustri storici e dei collegamenti via lago; − una ulteriore valorizzazione dei luoghi del Loisir storicamente consolidati e riconosciuti per fama, promuovendo in particolare le valenze storiche dei luoghi; sistemazione della fascia lacustre curando la continuità dei percorsi ciclabili e pedonali; − il contenimento degli interventi di potenziamento infrastrutturale non strettamente connessi ad esigenze di sicurezza;

61 − la attenzione alle aree estrattive rispettando le esigenze di percezione del paesaggio e valorizzandone il sapere consolidato e legato alle attività e ai mestieri tradizionali dei luoghi; − la valorizzazione e potenziamento del rapporto lago - montagna, anche in al ottica di alleggerimento della pressione turistica sulle sponde del lago, indirizzando ad una fruizione più ampia del territorio. con la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili di facile accessibilità lungo le medie pendici dalle quali si può godere di visuali ad alto valore paesaggistico; − nella piana alluvionale del Toce, è necessario intervenire con azioni che correggano l‘elevato impatto visuale degli insediamenti industriali esistenti ed integrino il più possibile l‘insorgenza di nuove infrastrutture ed insediamenti industriali e commerciali, in un‘ottica di salvaguardia e di recupero del contesto paesaggistico. Per gli aspetti naturalistici le riserve speciali, già presenti, andrebbero ampliate nei confini e portate ad una loro più spinta caratterizzazione, intervenendo per migliorare la struttura e composizione del bosco. Per le superfici forestali deve essere incentivata la gestione attiva, multifunzionale e sostenibile, in particolare: − nella gestione selvicolturale delle superfici forestali evitare tagli di maturità/rinnovazione su superfici continue accorpate maggiori di 5 ettari, da ridurre a 2-3 ettari su aree più sensibili e protette, per fini paesaggistici e di tutela della biodiversità; − incentivare la conversione attiva a fustaia dei popolamenti cedui a prevalenza di faggio, con priorità per i popolamenti invecchiati e delle stazioni più stabili; − negli interventi selvicolturali di qualsiasi tipo (tagli intercalari, di maturità/rinnovazione) valorizzare le specie spontanee rare, sporadiche o localmente poco frequenti conservandone i portaseme e mettendone in luce il novellame, per il loro ruolo di diversificazione del paesaggio e dell‘ecosistema; − negli interventi selvicolturali di qualsiasi tipo (tagli intercalari, di maturità/rinnovazione) prevenire l‘ulteriore diffusione di robinia e altre specie esotiche; in particolare nei boschi a prevalenza di specie spontanee la gestione deve contenere la robinia e tendere ad eliminare gli altri elementi esotici (ailanto, quercia rossa, conifere ecc.), soprattutto se diffusivi, o le specie comunque inserite fuori areale; − valorizzare gli alberi monumentali o comunque a portamento maestoso all‘interno del bosco, oltre al mantenimento di una quantità sufficiente di alberi maturi, deperenti e morti in piedi ed al suolo, in misura adeguata per la tutela della biodiversità. Per gli aspetti insediativi è importante: − consolidare e riorganizzare il tessuto di carattere suburbano ad ovest del centro di , con particolare attenzione al ruolo strutturante dell‘ansa del torrente e della linea di pedemonte; − evitare la saldatura dei centri di lungolago, tra Cannero, Ghiffa e Verbania; − contenere la crescita a carattere dispersivo e salvaguardare le pause del costruito sul lungolago del Golfo Borromeo e sul lungolago nord del lago di Mergozzo; − arrestare la crescita insediativa a carattere dispersivo sul lungolago tra i centri di Baveno e Stresa e a sud di Stresa.

62 Componenti storico-culturali Centri storici per rango 1 Verbania Centri storici per rango 3 , Baveno, Cannero, Cannobio, Mergozzo, Stresa, Direttrici romane e medievali via Briga-Novara (romana); via Briga-Vercelli (medievale) Strade al 1860 Novara-Sempione, Premosello-Cannobio Rete ferroviaria storica Intra-Premeno, Arona-, Novara-Domodossola, Funivia Stresa-Alpino-Mottarone Insed. con strutture signorili Ghiffa: Castello di Frino Mergozzo: castello Isola Bella, Castelli isolati Chiese isolate Verbania (Pallanza) Chiese isolate Mergozzo (fraz. Mont‘Orfano) San Remigio San Giovanni Sacri monti e santuari Santuario della Santissima Pietà Cannobio Sacro monte della SS. Trinità Ghiffa Sistemi insediativi sparsi di natura produttiva: nuclei alpini Poli della paleoindustria e sistemi della produzione otto-novecenteschi Villeggiature di lago Lesa Stresa Baveno VERBANIA Stazioni idrominerali Baveno

Componenti percettivo-identitarie Rilievi isolati e isole Mont'Orfano, Isola S. Giovanni, Castelli di Cannero, Isola dei Pescatori, Isola Bella, Isola Madre, Mottarone Fulcri visivi Mergozzo Baveno Arizzano (VB) Cannero Riviera Insed. strutt. religiose Insed. strutt. religiose Insed. strutt. signorili/militari Castelli di Cannero Cannobio Ghiffa Verbania (Pallanza) Mergozzo Santuario della SS. Pietà SS. Trinità San Remigio San Giovanni

Punti di vista panoramici Sagrato dell'Oratorio di San Salvatore Isola Madre Premeno Verbania Isola dei Pescatori Isola Bella Stresa Stresa Affaccio panoramico Stresa, lungolago Cannobio Stresa Belvedere del giardino Alpinia Torre di Monte Castello a Feriolo Gignese Baveno Percorsi panoramici SS33: lungo il Lago Maggiore; SS34: lungo il Lago Maggiore; SP39: tratto da Sovazza a Gignese; SP39, SP38: tratto tra Vezzo e Stresa; SP41: tratto verso Mottarone, attraverso Armeno, Cheggino, Madonna di Luciago; SP54a: via Leonardo da Vinci, Mergozzo - via Leonardo da Vinci, Mergozzo; SP64, SP92: strada da Cannero Riviera, Trarego verso M Spalaveta; strada provinciale della Valle Intrasca da Piancavalloverso Miazzina; tratto interno a Verbania (Corso Nazione Unite, Corso Europa); tratto tra Località Alpino, Gignese, Vezzo e Stresa -collegamento con SP 39- (Stresa - Gignese); tratto tra SP41 e Gignese; tratto tra SP41 e Gignese; via Sempione, via Pallanza

Componenti naturalistico-ambientali Praterie estese alle unità 1203-1205 Prati stabili estesi alle unità 1203-1204-1206 Boschi estesi all'intero ambito Cime Ghenti D'almaine, Pian Cavallone, Pizzo Pernice, Monte Spalavera, Cima Di Morissolo, M. Morissolino, Morissolo

Paesaggio agrario Cap. d'uso del suolo di classe II estesa alle sole unità 1203-1204

Elenco delle Unità di Paesaggio comprese nell‘Ambito in esame e relativi tipi normativi

Cod Unità di paesaggio Tipologia normativa (art.11 NdA) 1201 Stresa Baveno e le Isole Borromee IV Naturale/rurale o rurale alterato da insediamenti 1202 Il Vergante Verbano VII Naturale/rurale e rurale a media rilevanza e integrità 1203 Mergozzo e il Montorfano IV Naturale/rurale o rurale alterato da insediamenti 1204 Verbania e la Fascia Lacustre V Urbano rilevante alterato 1205 Nuclei rurali dell‘alto Verbano VI Naturale/rurale o rurale a media rilevanza e buona integrità Cannero, Cannobio e l‘alta riviera del lago 1206 IV Naturale/rurale o rurale alterato da insediamenti Maggiore

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Aree e beni paesaggistici vincolati

Galassino Val Grande e Val Pogallo Galassino Il Mottarone e Alpe Vidabbia Albero monumentale Il Cedro di Stresa in Comune di Stresa Albero monumentale Il Tasso di Cavandone in Comune di Verbania ex lege 1497/1939 Parco Villa D'Azeglio in Comune di Cannero Riviera ex lege 1497/1939 Orrido di Sant'Anna in Comune di Cannobio ex lege 1497/1939 Masso Erratico Sasso Papale in Comune di Gignese ex lege 1497/1939 Tornicco e San Salvatore in Comune di Premeno ex lege 1497/1939 Parco del Grand Hotel in Comune di Stresa ex lege 1497/1939 Terreno sulla strada Pallanza-Intra in Comune di Verbania ex lege 1497/1939 Zona costiera del Lago Maggiore ex lege 1497/1939 Terreno Monferrini ex lege 1497/1939 Zona costiera ex lege 1497/1939 Parco e Villa Bonomelli ex lege 1497/1939 Centro abitato e dintorni ex lege 1497/1939 Zona del comune ex lege 1497/1939 Isole Borromee ex lege 1497/1939 Vetta del Mottarone ex lege 1497/1939 Zona denominata "L'Alpino" ex lege 1497/1939 Suna -Terreni nel comune ex lege 1497/1939 Terreni a Pallanza ex lege 1497/1939 Intra - Colle della Castagnola ex lege 1497/1939 Terreni antistanti la Chiesa Madonna di Campagna

Tipologie architettoniche rurali, tecniche e materiali costruttivi caratterizzanti Unità di paesaggio Descrizione Localizzazione Pietra da cantoni, cornice paramento, 1204 Diffusa nell'UP pavimentazione Decorazioni e pitture: Meridiane, 1204 Diffuse nell'UP immagini devozionali, trompe l'oeil

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ALLEGATO 4 – Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.)

Assetto della tutela naturalistica

ALLEGATO 5 – Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.)

Quadro di riferimento strutturale della REP

ALLEGATO 6 – Legenda azioni di protezione

La seguente legenda specifica, in modo sintetico, le sigle utilizzate nelle tabelle degli elenchi faunistici relative i livelli di protezione, sia a livello italiano che comunitario, cui sono soggette le specie.

Direttiva del Consiglio CEE del 2 aprile 1979, n. 409 , e ss.mm., concernente la UE conservazione degli uccelli selvatici. Specie comprese devono essere soggette a misure speciali di conservazione All. I riguardanti il loro habitat per assicurarne sopravvivenza e riproduzione nel loro areale.

Allegati I e II della Convenzione di Bonn del 23 giugno 1979 e s.m.i. (ratificata con BO L. 42/1983) relativa la “Conservazione delle specie migratrici di fauna selvatica” Specie minacciate per le quali gli Stati contraenti si impegnano a conservare e, dove All. I possibile e appropriati, ripristinare l’ habitat Specie migratorie il cui stato di conservazione è insoddisfacente e per le quali gli All. II Stati contraenti si impegnano a stipulare accordi internazionali atti a migliorarne le condizioni

Allegati II o III della Convenzione dia Berna del 19 settembre 1979 e s.m.i. (ratificata con L. 503/1981) relativa la “Conservazione della Vita Selvatica e BE dell’Ambiente Naturale in Europa”. Impone agli stati aderenti l'attuazione di norme che garantiscano la tutela di determinate specie animali e vegetali. Specie animali strettamente protette (protezione dell' habitat )

All. II Include le specie per cui sono vietate la cattura, la detenzione, l’uccisione, il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione o riposo, molestarle intenzionalmente, la distruzione o la raccolta e detenzione di uova e la detenzione e il commercio di animali vivi o morti, imbalsamati nonché parti e prodotti derivati. Specie protette

Include le specie per cui devono essere adottate leggi e regolamenti per non All. III comprometterne la sopravvivenza. Tali norme legislative dovranno comprendere periodi di chiusura e divieto temporaneo o locale della caccia, la regolamentazione per la vendita, detenzione, trasporto o commercializzazione di animali selvatici vivi o morti.

Legge nazionale dell’ 11 febbraio 1992, n. 157 , intitolata “Norme per la protezione LN della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. PP Specie particolarmente protette P Specie protette

Direttiva “ Habitat “ 92/43/CEE del 21 maggio 1992, relativa alla co nservazione UE degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatica. Specie animali e vegetali d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la All. B designazione di Zone Speciali di Conservazione. Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione All. D rigorosa. Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui All. E sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione.

Le categorie SPEC (Species of European Conservation Concern ) si hanno solo SPEC per gli Uccelli e rappresentano il livello di importanza conservazionistica europea secondo Papazoglou, Kreiser, Waliczky, Burfield (2004). Specie di interesse conservazionistico globale, cioè classificate come globalmente 1 minacciate, dipendenti da programmi di conservazione o di cui mancano dati.

Le categorie SPEC (Species of European Conservation Concern ) si hanno solo SPEC per gli Uccelli e rappresentano il livello di importanza conservazionistica europea secondo Papazoglou, Kreiser, Waliczky, Burfield (2004). 2 Specie concentrate in Europa e con uno Status di conservazione non favorevole. Specie non concentrate in Europa ma con uno Status di conservazione non 3 favorevole. 4 Specie concentrate in Europa e con uno Status di conservazione favorevole.

Lista Rossa LR Il Libro Rosso è un rapporto che evidenzia per ogni specie animale o vegetale il rischio di estinzione. Periodicamente l'Unione Mondiale per la Conservazione (IUCN - The World Conservation Union ) redige un rapporto a livello mondiale. EX (Extinct): Estinto - Una specie è estinta quando non vi è alcun ragionevole dubbio che l’ultimo individuo sia morto. (Extinct in the Wild): Es tinto in Natura - una specie è estinta in natura quando EW sopravvivono solo individui in cattività o in popolazioni e/o naturalizzate e al di fuori dell’areale storico. (Critically Endangered): Gravemente minacciata - una specie è “in pericolo in CR modo critico” quando è di fronte a un altissimo rischio di estinzione in natura nell’immediato futuro. (Endangered): Minacciata - una specie è “in pericolo” quando non è “in pericolo in EN modo critico”, ma è di fronte a un altissimo rischio di estinzione in natura nel prossimo futuro. (Vulnerable): Vulnerabile - una specie è vulnerabile quando non è “in pericolo in VU modo critico” o “in pericolo”, ma è di fronte a un alto rischio di estinzione in natura nel futuro a medio termine. NT (Near Threatened): Quasi a rischio - una specie è “quasi a rischio” quando non è “in pericolo in modo critico”, “in pericolo” o “vulnerabile”, ma potrà esserlo nel prossimo futuro. LC (Least Concern): A rischio minimo - una specie è “a basso rischio” quando non si qualifica per alcuna delle categorie di minaccia sopra elencate. (Data Deficient): Dati insufficienti - una specie è a “carenza di informazioni” DD quando sono inadeguate le informazioni per effettuare direttamente o indirettamente una valutazione sul suo rischio di estinzione, basato sulla distribuzione e/o sullo status della popolazione. (Not Evalued): Non valutata - una specie è “non valutata” quando non è stato NE possibile effettuare valutazioni rispetto alla sua possibile categoria nella Lista Rossa. Sono quelle specie che si trovano in uno stato particolarmente dinamico per le quali non si è ritenuto opportuno, allo stato attuale, fornire una valutazione.

ALLEGATO 7 – Individuazione di aree sensibili del quadro ecologico