La Teoria Del Piacere Di Leopardi Un Percorso Intellettuale Nello Zibaldone Tra Poesia E Filosofia
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Corso di Laurea in Filologia e letteratura italiana Prova finale di Laurea La teoria del piacere di Leopardi Un percorso intellettuale nello Zibaldone tra poesia e filosofia Relatore Prof. Alberto Zava Correlatori Prof.ssa Michela Rusi Prof. Rolando Damiani Laureando Sara Vignati Matricola 837936 Anno Accademico 2012/2013 1 Ai miei nonni In particolare a nonna Elda che ha sempre creduto in me 2 INDICE INTRODUZIONE 5 CAPITOLO PRIMO CONTESTO STORICO-POLITICO DI LEOPARDI 7 I. 1. Leopardi e l’Italia Risorgimentale 7 I. 2. Recanati tra nostalgia e desiderio di fuga 13 CAPITOLO SECONDO POESIA E FILOSOFIA NEL PENSIERO DI LEOPARDI 19 II. 1. Leopardi tra Neoclassicismo e Romanticismo 19 II. 2. L’itinerario poetico leopardiano 40 II. 3. Il «sistema» filosofico di Leopardi 45 II. 3.1. Lo «Stato di natura»: Leopardi e Rousseau 61 II. 4. Il pessimismo 64 CAPITOLO TERZO LO ZIBALDONE: TESTAMENTO INTELLETTUALE DI UNA VITA 77 III. 1. Zibaldone di pensieri: il fedele registro culturale di Leopardi 77 3 CAPITOLO QUARTO LA TEORIA DEL PIACERE 89 IV. 1. Il piacere: desiderio infinito dell’uomo 89 IV. 2. L’Infinito espressione della poetica del vago e dell’indefinito 132 IV. 3. La quiete dopo la tempesta: rappresentazione del piacere negativo 147 BIBLIOGRAFIA 152 BIBLIOGRAFIA IN VOLUME 153 BIBLIOGRAFIA IN RIVISTA 157 4 INTRODUZIONE Nel panorama letterario italiano dell’Ottocento tra i maggiori poeti un posto di rilievo è occupato da Giacomo Leopardi, figura importante nello scenario culturale d'Italia dal momento che non fu solo un poeta ma anche un filosofo e un filologo. I numerosi suoi interessi fanno di lui il modello dell’intellettuale moderno. Tale definizione è avvalorata se pensiamo alla complessità del suo pensiero che ancora oggi, come in passato, è oggetto di studi che offrono sempre nuove prospettive e spunti per interpretazioni diverse. Leopardi, nuovo volto della modernità in quanto tra i primi ad aver colto i nuovi aspetti caratterizzanti dell’epoca moderna, ha messo in evidenza la reale e definitiva frattura tra mondo antico e mondo moderno. Una consapevolezza così forte si coglie costantemente nelle opere che sono il riflesso del suo pensiero. L’importanza maggiore attribuita al poeta recanatese riguarda principalmente la particolarità delle sue riflessioni. Esse fanno parte di un’ideologia in costante movimento e di uno sguardo acuto che ha saputo cogliere le contraddizioni di un’epoca, quella moderna, con i suoi progressi e le sue chiusure alla luce di un’epoca passata guardata dall’intellettuale con grande nostalgia. All’interno del sentiero tortuoso qual è il pensiero intellettuale leopardiano ho scelto di analizzare uno dei temi centrali: la teoria del piacere di cui la maggior parte della teorizzazione viene elaborata ed è contenuta nell’opera in prosa più importante, lo Zibaldone. Prima di considerare e spiegare la teoria nello specifico ho ritenuto utile ripercorrere in un quadro generale il pensiero leopardiano, prendendo in considerazione i molteplici elementi di cui si compone quali le vicende biografiche, la poetica e la filosofia. L’insieme di questi aspetti, infatti, costituisce lo punto da cui si sviluppa non solo il pensiero, nella sua totalità, del poeta di Recanati ma anche, nello specifico, della teoria del piacere. Punto di partenza della riflessione è 5 l’esistenza e la condizione dell’uomo. Considerazioni del genere non sarebbero maturate se non grazie alla testimonianza diretta dell’autore mediante la sua stessa complicata e travagliata, seppur breve, vita. Ho suddiviso il lavoro in due parti: la prima generale nella quale tento di inquadrare la figura di Giacomo Leopardi; nella seconda analizzo invece nel dettaglio la teoria del piacere nello Zibaldone. Mi è sembrato opportuno trattare il pensiero leopardiano nei suoi concetti chiave prima di concentrarmi su un unico aspetto perché, durante le fasi di lettura e analisi dei testi sull’argomento, ho potuto notare il legame che unisce tutti i ragionamenti espressi dall’autore in quella che è stata definita la sua filosofia. Il pensiero leopardiano, oltre ad essere in costante evoluzione, non procede quasi mai per blocchi separati quindi è impossibile pensare di sviluppare e spiegare un singolo concetto, o in questo caso una teoria, in maniera a sé stante rispetto all’ideologia nella sua complessità. Nei primi due capitoli che corrispondono alla parte iniziale ho cercato di contestualizzare Leopardi da un punto di vista storico-politico con uno sguardo particolare rivolto verso l’esistenza condotta dal poeta tenendo presente soprattutto l’ambiente in cui visse. L’analisi è proseguita verso un punto di vista strettamente culturale volgendo l’attenzione alla poetica che oscilla tra Neoclassicismo e Romanticismo e alla filosofia, analizzandone quelli che all’unanimità sono stati individuati come i punti cardine. Infine, nei restanti capitoli, dopo una breve presentazione per introdurre un’opera complessa quale lo Zibaldone, ho affrontato la teoria del piacere, approfondita anche da un punto di vista poetico perché tra i tanti componimenti alcuni contengono riferimenti evidenti al piacere. Tra i testi funzionali all’analisi predisposta la preferenza è ricaduta su tre idilli: l’Infinito, La quiete dopo la tempesta e Il sabato del villaggio. Esaminando la teoria del piacere sia da un punto di vista filosofico sia da un punto di vista poetico ho potuto comprendere che si tratta di un pensiero articolato inserito in una riflessione più vasta e complessa sull’esistenza umana con la quale Leopardi ha svelato la vera condizione dell’uomo moderno. 6 CAPITOLO PRIMO CONTESTO STORICO-POLITICO DI LEOPARDI I. 1. Leopardi e l’Italia Risorgimentale Giacomo Leopardi (Recanati 1798-Napoli 1837), il cui nome per esteso «Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi», 1 è considerato fra i maggiori poeti italiani dell’Ottocento, primogenito di dieci figli appartenente ad una nobile famiglia. Gli anni della sua breve vita sono caratterizzati da una serie di avvenimenti, politici e culturali, che portarono importanti novità nel panorama storico-politico-culturale europeo. Per quanto riguarda il punto di vista politico, gli anni tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento sono animati dalle vittorie di Napoleone i cui risultati non si protrarranno nel tempo poiché con la fine dell’Impero napoleonico e il ripristino dei governi restaurati, verranno definitivamente distrutte tutte le speranze e i nuovi ideali promossi dalla rivoluzione. Le maggiori potenze europee vincitrici, dopo aver sconfitto il generale Bonaparte e ripristinato il loro potere, procedettero sia all’abolizione delle libertà e dei diritti conquistati in precedenza sia alla repressione, attraverso l’uso della violenza, dei moti rivoluzionari guidati dalla borghesia e dall’aristocrazia impregnate delle idee prodotte e diffuse dall’Illuminismo. In questo scenario politico, «mentre la veloce macchina della storia andava ricamando il 1 PIETRO CITATI, Leopardi, Milano, Mondadori, 2010, p. 9. 7 suo disegno»,2 l’Italia, rispetto le altre maggiori potenze europee, che avevano già raggiunto da tempo l’unità nazionale, era sottomessa alla dominazione austriaca. Inoltre, i primi decenni dell’Ottocento sono caratterizzati per la nostra penisola da una serie di lotte che solo anni dopo porteranno alla proclamazione del Regno italiano nel 1861. Leopardi, nonostante trascorse la maggior parte della sua vita nel ristretto ambiente di Recanati, esprime un giudizio negativo sul periodo storico in cui visse: gli anni della Restaurazione3 e soprattutto il Risorgimento italiano.4 In questo periodo storico, così travagliato, dal punto di vista strettamente politico, l’affermarsi della Restaurazione prima e il ripristino delle monarchie assolute poi avevano negato e cancellato gli ideali rivoluzionari diffusi durante l’epoca napoleonica mentre il Risorgimento, almeno nei primi anni, aveva mostrato un’immagine dell’Italia decaduta rispetto il passato rivelando l’incapacità del suo popolo di ribellarsi alla dominazione straniera perché ancora privo di un forte spirito patriottico. Questo è il contesto storico-politico in cui visse Giacomo Leopardi. Nell’anno della sua nascita nel 1798, infatti, l’esercito napoleonico aveva da poco tempo invaso lo Stato Pontificio occupando la marca anconitana. Tra gli innumerevoli studi compiuti sul poeta di Recanati un aspetto forse poco considerato e spesso trascurato è proprio quello politico in quanto Leopardi è 2 Ivi, p. 10. 3 Per Restaurazione, sul piano storico-politico, si fa riferimento al processo di ristabilimento del potere dei sovrani assoluti in Europa, a seguito della sconfitta di Napoleone. La Restaurazione ha inizio nel 1814 con il Congresso di Vienna, convocato dalle grandi potenze europee per ridisegnare i confini europei e può considerarsi conclusa con i moti del 1830-1831. Dopo la sconfitta di Napoleone e la caduta del suo Impero, le potenze vincitrici si trovarono di fronte al problema di ricostruire l’Europa di prima. In un primo momento l’obiettivo era quello di ritornare all’Ancien Régime cercando un compromesso fra il vecchio e il nuovo sistema di governo. La Restaurazione, in questo senso, si identifica con la volontà unanime del Congresso anche se successivamente all’interno di questo circolo privato nazionale si creeranno delle discordie. L’errore principale commesso dai monarchi del XIX secolo consiste nel non aver saputo conciliare le nuove ideologie presenti con quelle passate, imponendosi prepotentemente sui governi europei in modo assolutistico senza