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Silvio Piola, il più grande goleador italiano in Alto, puntuto abiti borghesi; festeggia oggi il suo compleanno. Dagli esordi sotto, i giocatore con nella Pro Vercelli alle ultime partite col Novara la maglia del un acrobata Novara, sua Due volte campione del mondo e 395 reti segnate ultima società del pallone

FOLCO PORTINARI •i Cazzo'Ma se oggi celebro gli 80 anni di Silvio Piola, facendo ricorso unicamente alla mia memoria, questo vuol dire che anch'io sono vecchio abbastanza. Cosi avrebbe in­ cominciato la sua elegia se... Ma Paolo Rossi è giovane, non può ricordare e di lui resta, qui, solo l'intercalare!, uscito dal­ I mìei primi le viscere, come di uno che si veda improvvi­ samente allo specchio con un segno parti­ colare cui non aveva fatto caso fino a quel IH Oggi mercoledì, 29 settembre, Silvio Piola, momento. il possente, inimitabile 'goleador» piemontese Tanti augun, dunque. Silvio Piola, auguri della Pro Vercelli, della Lazio, del Torino, della che salgono assieme dal cuore e da! cervel­ Juventus, del Novara e della Nazionale «azzur­ lo, dagli affetti e dalla ragione cioè, in questo ra» due volte campione del mondo (1934 e mondo (quello sportivo e calcistico in parti­ 1938) di , compie gli 80 anni es­ colare) cosi privo e progressivamente priva­ sendo nato a Robbio Lomellina il 29 settembre 80 anni to del suo senso storico e perciò della sua 1913. Durante la sua lunga carriera segnò 395 storia, delle sue radici, in nome del circense goal: 290 in ; 16 in ; 30 nella Na­ immediato, dello spettacolo, dell'«affare» e zionale A; 11 con la Nazionale B, inoltre 3 con la •• Auguri caro Silvio, grande campione del tre nella Nazionale «B», su 7 presenze, ha mes­ del profitto, dell'indotto ideologico ed eco- rappresentativa del Piemonte: 6 in , calcio che fu per i tuoi 80 anni. Nato a Robbio so a segno 6 gol. Soltanto Riva ha regalato più momico, cosa intendo o sottintendo? Che ie­ 11 nella con la Lazio, infine 28 in Lomellina (PV) il 29 settembre 1913, è stato, gioie ai tifosi azzurri: una rete in più. Detiene il ri ho detto a mio nipote, anni 15, tifoso mila­ un torneo di guerra allestito nel 1944. Silvio Pio- insieme a , il giocatore sim­ record di marcature realizzate nella stessa nista: «Sai, domani Piola compie 80 anni». E la, con la maglia della Lazio, primeggiò due vol­ bolo dell'Italia che dominò la scena intema­ partita, ben 6 in Pro Vercelli-Fiorentina del lui, che mi aveva appena raccontato vita te nella classifica dei «cannonieri, con 21 goal: zionale nel decennio 1930-40. Centravanti di 28/10/1933. È stato due volte re dei cannonie­ morte e miracoli di Nava, mi ha guardato un nel 1936-37 quando vinse il e nel 1941 - grandissima qualità, è il record man assoluto ri con 21 gol nel 1936/37 e 1941 /42. Ha indos­ po' sperduto e interrogativo come ha do­ 42: allora, di sorpresa, trionfò la Roma di Maset- della storia del calcio italiano: in partite uffi­ sato le maglie di Pro Vercelli, Lazio, Torino, mandarmi manzonianamente: «Chi era co­ ti, Momese, Amadci, dell'albanese Krieziu e ciali ha realizzato 395 reti (290 in serie A, 16 in Juventus e Novara. La sua ultima apparizione stui? d'accordo, ci fu uno che si chiamava dell'argentino Pantò guidata dall'austrìaco Al­ serie B, 28 nel torneo di guerra del 1944, 6 in in Nazionale (allenatore Giuseppe Meazza), Piola, l'ho sentito nominare, ma chi era?». fred Schaffer. .-;•,. . Coppa Italia e 11 nella Mitropa Cup). 566 le il 18/5/1952 a Firenze contro l'Inghilterra 1-1, Virtualmente la carriera di Piola si concluse a Le bianche casacche... La pnma partita di partite disputate nella massima serie (debutto fu onorata dalla fascia di capitano. L'ultimo calcio di sene A che vidi fu appunto una Ju­ Firenze (18 maggio 1952) contro l'Inghilterra il 16/2/1930 in Pro Vercelli-Bologna). In Na­ gol in maglia azzurra fu realizzato da Piola ili ° del portiere Merrick, del famoso Rnney Broadis ventus-Pro Vercelli, ai tempi del quinquen­ zionale maggiore ha esordito il 24/3/1935, ha dicembre del 1946, al 64' di Italia-Austria, poi nio. Quella volta Piola, però, non c'era con i che segnò il goal per i britannici al nostro biz­ totalizzato 30 presenze firmando 34 reti men­ terminata 3-1 pergliuominidi Pozzo. zarro portiere Giuseppe Moro, goal pareggiato vercellesi. Sarebbe esploso poco tempo do­ da che allora taceva parte del po, per trasferirsi nella capitale, nella Lazio Napoli. Silvio Piola che aveva quasi 39 anni ed di Vittorio Mussolini. Noi allora guardammo Ir era alla sua 34' partita in azzurro, fu per la nona a quel cambio di colori quasi come ad un volta il capitano della Nazionale selezionata da tradimento, tanto era ancora vivo il senti­ Beretta e allenata da Peppino Meazza. Quella squadra inedita, Vittorio Pozzo affrontò la temu­ ala sinistra del calcio italiano pareggiò. Il picco­ mento d'appartenenza al pagus, pagani in­ partita, disputata nello stadio comunale fioren­ ta Austria di Hugo Meis nel Prater di da­ lo guizzante Orsi, oltre che calciatore straordi­ somma, gelosi dei propri lari. Fu cosi che mi vanti a 60mila spettatori e il debuttante Silvio nario (13 goal in Nazionale), era anche un ec­ toccò di vedere per la prima volta Piola in tino davanti a circa 90mila spettatori e sotto i cellente violinista, insomma un personaggio. nostri occhi, era attesa con emozione data la Piola sistemò la faccenda infilando due violen- • maglia azzurro-laziale a Torino e sempre tissimi palloni nella rete difesa da Plattenzer, il Emozione dopo emozione, nello stadio romano contro la Juve. I* partecipazione dell'anziano ed ormai leggen­ bravo portiere che aveva sostituito il grande Hi- del Pnf (oggi Flaminio) si arrivò al 95' minuto dario Silvio Piola. che pur non segnando goal si den emigrato in Francia. dei tempi supplementari quando Schiavio che Era ile ottobre del '35. Fini 2-1 per i bian­ fece onore in quella sfida d'addio per la solita Hugo Meis era il «padre» del Wonder Team, giocava affiancato da Meazza e da Giovanni coneri. Confesso che la nostra conoscenza I grinta, il vigore degli scontri con gli avversari e Ferrari fece partire una bomba che Planicka dei grandi campioni non indigeni, bianco­ con tiri violenti che impegnarono il portiere in­ cioè la squadra meravigliosa dell'Austria di Sin- gler la carta velina viennese: non aveva nulla in portiere capitano della Cecoslovacchia neppu­ neri o granata cioè era del tutto immaginati­ glese Merrick. Nella nazionale azzurra Silvio comune con l'Estonia la squadretta che tenne re vide arrivare tanto quel pallone, che valeva la va, affidata alla voce di Nicolò Carosio. nei Piola era entrato quasi per caso e per fiuto del in ansia, anzi mise paura a Sacchi l'attuale et Coppa Rimet, era rabbiosamente veloce e vio­ casi migliori («Piola caracolla, scarta...»), o Commissario unico Vittorio Pozzo. Domenica - della nostra Nazionale: vien da ridere. Ebbene lento. Intanto Silvio Piola giocava e segnava nel­ alle cronache della Gazzella rosa. Oppure, 24 marzo 1935 l'Italia era attesa nel Wiener Sta- Hugo Meis dopo l'inattesa sconfitta e i goal del­ la Lazio. Aveva debuttato, il ragazzo vercellese, per noi ragazzi che giocavamo a sottomuro, dium del Prater per una partita valida per la in Serie A il 16 febbraio 1930 contro il Bologna: dabili difenson, inoltre Pitto, Ferraris IV, Pìzzio- tò. Quindi di nuovo a Marsiglia l'Italia ottenne alle figurine. Per il resto ncoslmivamo sup­ lo «sconosciuto» (per lui) Silvio Piola, sportiva­ un sudato 2-1 contro il Brasile con goal di Co­ Coppa Intemazionale. Pozzo si trovava nei guai. mente andò a stnngere la mano a Vittorio Pozzo Silvio aveva 17 anni scarsi. Un giorno capitò a lo, Bertolini.Olmi. Parola, Locatelli, Greizer, Pie- plendo con la fantasia all'assenza di docu­ Angiolino Schiavio, del Bologna, si era ormai ri­ Vercelli il Napoli di Attila Sallustio, l'idolo dei rantoni mediani di ferro ed attaccanti come Ga- laussi e Meazza su rigore. Piola, a sua 17» partita menti o di esperienza. 11 movimento delle che rispose con una smorfia di soddisfazione. in azzurro, rimase a secco. Fu invece Peppino £ tirato, mentre lo juventuno Borei II a Pozzo sem­ Era contento il taciturno giornalista torinese partenopei, con in porta zio betto, Borei II, , Colautti, Valen­ azioni raccontate lo davano i disegnini co­ brava troppo leggero e fragile per affrontare i di Piola. Fu una giornata tragica per il portiere tino Mazzola, Biavati, Pasinati, Schiavio, Costan­ Meazza a meravigliare il pubblico quando tirò il me segni di necropoli egizie, di Silva sul Cal­ perché, come sempre, aveva deciso solo lui per rigore verso il portiere carioca Walter. Il milane­ •duri» dell'Austria.E niente Meazza perché il la squadra infischiandosene dei consigli (che piemontese morto nel 1975, a 71 anni. Cavanna tino (il reuccio di Bari), Reguzzoni, Magnozzi, cio illustrato. ÈII che che apprendemmo che Peppino dell'Ambrosiana si era infortunato, raccontava spesso e magari con intimo orgoglio Amadei, Sallustro e non vogliamo'dimenticare j se mentre aspettava una mossa di Walter per in­ erano ordini) di alcuni gerarchi fascisti che si filarlo, si rese conto che si era rotto l'elastico Piola non segnava mai gol in maniera facile. L'Austria calcistica era la «bestia nera» degli az- ' credevano grandi intenditori del calcio nazio­ che non si aspettava il «tradimento» del nipote. , il portiere dell'Italia Campione del Era un acrobata e lo si vedeva per lo più ac­ zurri. Dal 1912 le due nazionali si erano affron­ Diceva: «A Silvio ho insegnato tante cose del mondo a Parigi (1938). Dei sudamericani, i co­ delle sue mutandine. Impassibile, Peppino so­ nale ed intemazionale. siddetti italo-americani, erano gli argentini Lui- stenne le mutande con le due mani e fulminò il chiappare il pallone in volo nell'aria, là dovL tate 14 volte e l'Italia era stata sconfitta otto vol­ gioco e lui, ingrato, mi ha ripagato con cinque gli altri segnavano di testa. Non so se fu lui a te. Dunque niente Schiavio, niente Borei 11, nien­ Silvio Piola, detiene il record italiano in latto di palloni finiti nella mia rete. Penso che il ragazzo, sito Monti la Montagna, Raimondo Orsi, il Dia­ portiere. Persino i francesi, che odiavano gli ita­ goal segnati in partite ufficiali, deve molto a suo voletto, il bizzarro Cesarini (nato però in Italia), liani, per via del saluto fascista all'entrata in inventare quello stile di gioco, gambe da fe­ »'-. te Meazza: il taciturno, pensieroso arcigno Vitto­ un giorno, diventerà un campione: ha fegato, nicotteri, statura alta, gomiti puntuti, uno sti­ zio Giuseppe Cavanna, un atletico portiere pri­ intelligenza e ha dinamite nei due piedi». Il sag­ Guaita, Attilio De Mana, Scoppelll, Pantò. Inve­ campo, applaudirono intensamente Meazza rio Pozzo di professione giornalista presso «La ma della Pro Vercelli quindi del Napoli e per sei ce dall' arrivarono Emesto Mascheroni, per la sua singolare prodezza. La finale del le che diede memorabili esemplari, Gabetto, Stampa» di Torino. Per Vienna su Silvio Piola co­ gio zio Cavanna ottimo portiere, non sbagliava. Cappello, Mossi (sono i primi nomi che mi volte della Nazionale B. Cavanna sfiorò la Na­ Durante gli anni Trenta in Italia giocavano molti Puricelli, Sansone, Fedullo, Faccio e Michele ' campionato del mondo si disputò nello stadio me centro attacco. Il «vercellese, 22 anni, da po­ zionale A alla vigilia del mondiale 1934.11 titola­ Andreolo il pilastro centrale del Bologna e della del Stade De Colombes di Parigi, domenica 19 vengono in mente), sempre in acrobazia, a co giocava nella Lazio e veniva considerato un straordinari calciatori nostri e parecchi arrivati re Giampiero Combi, della Juventus, sembrava dal Sudamerica. Oltre a Silvio Piola basta ricor­ Nazionale Campione del mondo (1938). Dal giugno 1938, contro la fortissima Ungheria che smentire le leggi della gravità. Una razza che •fighter» un combattente data l'atletica struttura in forma scadente a causa di un infortunio in Brasile giunsero Anfilogino Guarisi (detto Filò) " poteva contare soprattutto sul grande Giorgio mi sembra estinta. fisica e soprattutto un «goleador». Come mezza­ dare Giuseppe Meazza e , Gio­ campionato: Vittorio Pozzo pensò di sostituirlo vanni Ferrari e Giampiero Combi, Calligans e ed Ottavio Fantoni 11 entrambi della Lazio e pre­ Sarosi il primo, morto di recente che ricordiamo Qui mi fermo per domandarmi se sono la. Pozzo gli affiancò Attilio De Maria, l'italo-ar- con Carlo Cerasoli dell'Ambrosiana-Inter però il si in considerazione da Pozzo per la maglia az­ come un fuonclasse. Vinse l'Italia (4-2) : segna­ gcntino interista, e il «grande» Giovanni Ferrari Virgilio Rosetta, Monzelio, Alemandi che gioca­ proprio sicuro che siano esistiti davvero. giovane promettente bergamasco si ruppe un va sempre con i guanti, Rava e Foni lutti formi­ zurra. „ ' • • rono Colaussi 2 volte, imitato da Piola al 35' e Certo, ci sono le fotografie e persino qualche cervellone della Juventus, all'ala destra Pozzo > braccio in allenamento. Pozzo aveva scarsa fi­ all'82' minuto. Gli esterrefatti francesi non fi­ schierò Gualca e all'estrema sinistra Raimondo Erano tutti «giganti» se paragonati ai pigmei risicato fotogramma, ma ci sono anche le ducia nel romanista Masetti ed era perplesso odierni che in compenso guadagnano miliardi schiarono gli italiani, la partita era stata troppo statue di Giove e di Apollo, ciò non pertan­ Orsi, giunto alla sua trentacinquesima partita in ' nei riguardi di Cavanna, quindi ripiegò sull'e­ come Lentini, Giannini. Vialli, e bella e i vincitori meritevoli del titolo. Vittorio azzurro. In porta c'era il bergamasco Cerasoli to... Mi va bene lo stesso: Piola, un'invenzio­ sperienza di Combi che aveva già disputato 42 tanti altri che non sono affatto'dei campioni Pozzo, altro leggendario, selezionò Piola anche ne della nostra capacità immaginativa, una dell'Ambrosiana-Inter difeso dai terzini Monze- partite in azzurro. E non sbagliò. In cinque «mat­ malgrado le facili lodi della stampa. Oggi, quale - contro gli inglesi a Milano (13maggio 1939).La glio (Bologna) e da Mascheroni l'uruguaiano ch» (.tra Stati Uniti, Spagna due volte, Austria e partita si chiuse alla pari (2-2) grazie ad un goal leggenda tramandata, come le grandi stone, ingaggio menterebbe Silvio Piola? Senza dubbio per via orale.... i conti tornano, la retorica dell'Ambrosiana-Inter. Nella mediana Pozzo Cecoslovacchia) lo juventino rimase battuto tre almeno 50 miliardi e non le scarse lire di allora. segnato da Piola con un pugno. Anni dopo Sil­ schierò audacemente l'altro uruguaiano Ricar­ volte. L'Italia vinse la finale (due a uno) valida vio confessò la sua marachella. Per chiudere: non c'entra, la questione attiene alla meto­ Basta pensare che dopo il trionfo mondiale a dologia storica, alle fonti, o all'antropologia do Faccio, un guerriero, al posto di Luisito Mon­ per il titolo mondiale contro la Cecoslovacchia Parigi (1938) nella terza Coppa Rimet i giornali­ nel 1933 quando giocava ancora nella Pro Ver­ ti infortunatosi e Corsi del Bologna: entrambi dopo i tempi supplementari. ! boemi erano for­ celli, in un match contro la Fiorentina Piola spe­ culturale, se è vero che siamo qui a celebra­ sti britannici scrissero: «Piola the best» ossia Pio- re come un avvenimento questi 80 anni. erano debuttanti, nella nazionale, al pari di Sil­ tissimi nel portiere Planicka e negli attaccanti la il migliore. A Marsiglia il vercellese mise a se­ di sei palloni nella rete del portiere avversario vio Piola. L'undicesimo azzurro. Alfredo Pitto, Svoboda e Puc, ala sinistra che segnò il primo gno un pallone nella rete norvegese (2-1) men­ Ballanti, un romano assai bravo. Altrettanto fe­ Non lo nego, c'è una punta di paradossa­ ennesimo interista, mediano destro era un asso goal dopo 71 minuti di gioco virile. Dieci minuti tre a Parigi con la Francia (3-1 per gli azzurri) ce, tanti e tanti anni dopo, Omar Sivori, contro i lità in questo mio discoiso, poiché so, sap­ come pochi altri prima e dopo. Con questa dopo Raimondo Orsi, la più brillante e insidiosa Silvio batté due volte il brillante portiere di Lor- ragazzi dell'Inter, con l'aiuto di un ngore. piamo, che quegli undici giocatori attorno a Pozzo nel '38 a Parigi non sono fantasmi ma i campioni del mondo. E Piola è tra loro. E il l JK , ,,,w i , t?»«fjt _, 1 ll*-«'ij «f*«'f''' i ir! 3tJB ;3*tó£i¥s*wStó«*ì(V.t~w5£rf..^£t"t' una restituzione di Piola alla terra di origine, seppure per me impropnamente in bianco­ nero. Cosi le occasioni di verderlo. essendo io torinese, aumentarono, benché fosse or­ Con la Lazio L'ultimo gettone mai verso il declino della camera (lo ricordo Anche la sua mano Nel mondiale del '38 al velodromo di corso Casale, quando gli al­ tri stadi erano inagibili per la guerra...). ha scritto la storia è la «belva» per due volte in maglia azzurra Declino? Quando incominciò il declino? Alla Juve. al Novara? Tagliato fuori dal gran­ del calcio italiano che ci fa vincere è il re dei bomber contro ringhilterra de Torino? Andiamo a guardare le date: Poz­ zo lo chiama in Nazionale, non più centra­ vanti di sfondamento, è ovvio, ancora dopo •• Avremmo, avrei voluto intervistarlo. M Delle sei società in cui ha giocato Silvio M 11 18maggiode! 1952, Silvio Piola fu richia­ Superga. È nel '52, contro l'Inghilterra, 1-1, si •i L'Italia calcistica pur bicampione del •I Su un punto sono concordi i critici: la fanno in fretta i calcoli, aveva 39 anni. Sicco­ Mondo fu afflitta per tutti gli anni Trenta da squadra dei mondiali parigini era una nazio­ Per dare corpo, sostanza, immagine ad Piola, la Lazio merita un capitolo a parte, il mato in Nazionale, al capezzale di una squadra un vago senso di inferiorità e di vittoria in­ una figura che la generazione che danza più rappresentativo. Alla maglia biancoceie- che, dalla tragedia del , aveva me aveva esordito da par suo a Vienna bat­ nale in declino, formata da una generazione tendo, lui, l'Austna 2 a 0, nel '35, ci sono in completa: la Coppa Rimet, conquistata a di calciatori che aveva speso tutto o quasi. sul (ilo dei quarant'anni ha associato ad ste Piola ha legato le sue fortune (e sfortu­ smarrito la sua identità. Il campione ha 38 anni, ne) , con quella maglia ha raggiunto notorie­ sette mesi e qualche giorno. È il suo addio: de­ mezzo diciassette anni in nazionale, 34 pre­ Roma ed a Parigi, era stata disertata dall'In­ Le rimaneva «intonso» il solo Piola. Vittorio un altro grande attaccante: Gigi Riva, alias ghilterra. La nazione faro e culla del football «Rombo di tuono», come amava chiamar­ tà e gloria calcistiche, disputando una deci­ stino vuole che lo festeggi contro i bianchi nvali senze e 30 reti. Per dire, insomma, che i miti moderno rimase infatti per anni in uno stato Pozzo fu lesto a capirlo dalla panchina, ca­ lo Giovanni Arpino. Fu Riva a riawicinare na di campionati e centrando due volte il d'Inghilterra, beffata nel lontano '39. hanno pursempre un fondamento. di snobistico isolamento. Il 13 maggio del pitan Peppino Meazza dal campo e fu un ' tutti noi a Piola, ormai lontano, nelle bru­ primato di miglior cannoniere, nel 36-37 «... Allora Beretta (il selezionatore azzurro, Per concludere vorrei tirar giù dalla me­ 1939 l'Italia affronta i «maestri» inglesi. Fu un trionfo: Piola rifilò all'Ungheria due dei quat­ me della leggenda. A ricordare di quel re­ con 21 goal e nel 42-43 (a pari merito col ndr) ripescò il vecchio Piola e lo mise al centro moria un paio di ricordi. Un Novara-Tonno, 2-2 faticoso e fortunato, conquistato in virtù tro goal nella finale vinta il 19 giugno 1938.11 cord - il maggior numero di reti in nazio­ genoano Trevisan) con Io stesso bottino di dell'attacco, a "marcare" il centrosostegno av­ per primo, visto sedendo accanto a Vittorio di un peccato veniale di Piola che segnò con fascismo trionfava, in Francia i fratelli Ros­ nale, 34 - che anni di vacche magre e di reti. La Lazio è stata dunque e soprattutto versario Froggatt, una ex ala di grande tempera­ Pozzo. C'era Piola in campo. 1 granata vinse­ la mano la rete del pareggio. selli erano stati uccisi, il generale Franco con magre figure internazionali aveva reso Piola. raramente viceversa, salvo qualche in­ mento», , «Storia dei mondiali di ro, se ricordo bene si vide parare un rigore, «Piola... ebbe a confessare il misfatto, che inossidabile. Poi arrivò Riva, cinque gol in terludio dell'argentino Flamini, da Rosario, calcio». un signore dietro noi ebbe un infarto e se ne i suoi complici stava per annientare le ulti­ classe 1917 - per metà genio, per metà sre­ doveva rimanere proverbiale negli annali me speranze della Repubblica spagnola. due partite con gli azzurri nel '67, e qual­ «... salutato e seguito dalla immensa folla con andò da San Pietro con Silvio negli occhi. Lo calcistici sotto la curiosa locuzione di "ma­ golatezza - definito «il tessitore per eccellen­ rividi di li a un po'. Lui aveva appena smesso «Sul gioco della nostra squadra è meglio evi­ cuno pensò che si poteva modellare un sentimento supenore ad ogni fredda constata­ nina alla Piola"», da «L'uomo-gol» di Emilio altro mito, senza distruggere l'altro, di­ za della squadra laziale». Ecco il «binomio» zione tecnica, ha manovrato con l'acume ben di giocare quando mi mandarono a Vercelli, Violanti. tare ogni giudizio. Quando si è detto che tre nel commento di alcuni noti giornalisti del­ a insegnare a un liceo. Qualche volta anzi­ soli uomini si sono salvati e cioè Olivieri, Ra- stante, elegante nella sua riservatezza. Era l'epoca: noto, con l'esperienza che tutti gli riconoscono. «... Al 20' Piola s'addossa a Male per rove­ scritto negli astri: Riva segnò la sua 34esi- Egli ha però suggerito, non ha concluso. E quel ché tornare a casa la notte mi fermavo tra le sciare un centro di Colaussi. Il nostro centra­ va e Piola, si è detto tutto». (Italia-Norvegia), ma rete in nazionale proprio nel sessante­ •Piola, il gran "vigilato speciale" della La­ che ci si poteva aspettare da lui, generosamente nsaie e le mondine, andando a dormire nel­ vanti si sbilancia nel cadere, tanto da tocca­ Ettore Berrà, «Gazzetta del Popolo» del 6- simo compleanno del grande campione, zio trovò in Rosetta il furbone di tre cotte ca­ Piola ha dato alla squadra. Quello che si aspet­ l'albergo di Ferrans II (che gli 80 anni li ha re di testa e sfiora invece la palla con un pu­ 6-1938. il 29 settembre del 1973, Esattamente ven- pace di fermarlo. ...Rosetta fu la sua ombra e tavano (forse) da lui i tecnici, cioè una maggio­ compinti l'anno scorso). E dopo l'una. finite gno. Woodley è battuto», Luigi Cavaliere Piola non riuscì mai a libersene» (Juventus- le lezioni, mi trasfenvo in un caffè di piazza «Piola 6 stato l'atleta più prestigioso della t'anni fa. Vcnt'anni dopo avremmo voluto Lazio 2-1), Luigi Cavaliere «La Stampa» re prontezza nel concludere è regolarmente ri­ •LaStampa»del 14-5-1939. • gara. Quanti uomini gli ha dedicato la squa­ ripercorrere con il grande campione le masto allo stato di desiderio. Nessuna indulgen­ Cavour, a mangiarmi un toast. Il mitico Piola «...L'arbitro (il tedesco Bauwens n.d.r.) ha del 7-10-1935. dra francese per neutralizzarlo?» (Italia- sue gesta. Non ha voluto. Rispettiamo la za polemica in questo rilievo. Semplicemente finalmente li, potevo toccarlo, potevo parlar­ aggiunto che l'azione del secondo gol az­ «Ed eccoci al punto laziale, al 39' su azio­ gli, commentare le partite della domenica, Francia 3-1 ), Renato Casalbore, «Gazzetta sua scelta. Nasce di qui l'idea di questa ne di contrattacco, Amoretti esce di porta una constatazione logica. Il calcio italiano, anzi zurro è stata regolare, cosi come regolare è carrellata «antologica» - (é proprio tra vir­ gli sportivi italiani, hanno tributato ad uno dei umano come me, domestico. Però come po­ stato l'episodio risolutivo e, d'altronde, an­ del Popolo» del 13-6-1938. per ostacolare Busani, l'azzurro rimette in­ teva illudermi che fosse davvero lo stesso che il guardalinee, da lui interpellato, glie lo «Nel secondo tempo la musica cambiò. Al golette) di passi scritti su di luì da grandi dietro a Piola che, rapido, senza perdere più grandi atleti il nconoscimento che egli meri­ firme del giornalismo che speriamo pos­ tava; lo hanno onorato chiamandolo, .. a gui­ che da ragazzo ammiravo, nella vittoriosa ha confermato», «La Stampa» del 14-5-39. 10' su un lungo traversone, Piola furibondo tempo, con perfetta rovesciata spedisce la rovesciata, nei disegni di Silva, il dio di Rbb- In piena guerra, l'episodio aveva tutti i cri­ sano comporre il mosaico di una splendi­ palla nella rete incustodita» (Lazio-Juventus dare la squadra nel più difficile incontro dell'an­ per essere stato fino allora beffato dai difen­ da carriera. no, nel più fortunoso ancora, nel più probante bio Lomellina? Se è proprio lei, signor Piola, smi della notorietà e si prestava anche a sori si avventò come una belva. Di fronte a 1-0), Filippo Muzi, «La Stampa» del 2-11- 36. ... sotto l'aspetto agonistico e morale.... E Piola si è esca, la prego, andiamo in piazza, mi ripeta commenti ironici, come in una didascalia su lui c'era Domingos: colpi il pallone, e Piola il miracolo, voli dove nessuno amva e segni Lazio-Atalanta 3-2: «Uscita di Lanfranco su «...Insomma una Lazio abbastanza in ve­ prodigato sino a rasentare l'abnegazione. Ha colpi lui. La palla rotolò sui piedi di Colaussi na... Il solito Piola intrattenibile al comando fatto il possibile; è solo mancato nelle fasi in cui un ultimo gol. per il bambino che sta in fon­ Piola. Resta da stabilire chi dei due ha az­ do a tutti noi. zeccato la palla: forse Piola con la "mani­ che arrivava di corsa: un guizzo e fu gol» della prima linea» (Lazio- 4-2), Pietro era prevedibile mancasse. Non è stato il peggio­ na"», «» del 28-4- (Italia-Brasile 2-1), Gianni Brera, «1 mon­ A cura di Garinei, «La Gazzetta dello Sport» del 29-3- re», Gianni Brera, «La Gazzetta dello Sport» del 1943. diali di calcio». MICHELE RUGGIERO 43. 19-5-52.