L'acqua a Mediolanum. Controllo E Gestione Delle Risorse Idriche in Età Romana

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L'acqua a Mediolanum. Controllo E Gestione Delle Risorse Idriche in Età Romana UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Studi Umanistici Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali Dottorato di Ricerca in Scienze del Patrimonio letterario, artistico e ambientale XXIX Ciclo L'ACQUA A MEDIOLANUM. CONTROLLO E GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE IN ETÀ ROMANA S.S.D. L-ANT/07 Tesi di Dottorato di: Ilaria FRONTORI Matr. R10600 Tutor: Chiar.mo Prof. Fabrizio SLAVAZZI Coordinatore: Chiar.mo Prof. Alberto Valerio CADIOLI Anno Accademico 2015 – 2016 Indice - Introduzione p. 1 1. Contesto idrogeologico e ambientale: acque in superficie e nel sottosuolo 1.1 La situazione attuale p. 4 1.2 Il panorama antico p. 9 2. Studi pregressi e nuove prospettive di indagine p. 11 3. I fossati di Mediolanum: 3.1 Il Seveso, il Nirone e l’alimentazione del fossato p. 17 3.2 Il fossato di età tardorepubblicana - Via del Lauro p. 27 - Piazza Fontana p. 30 - Via Larga e aree adiacenti p. 38 - Via Disciplini e via del Don p. 47 - Via Cardinal Caprara p. 50 - Via Cusani, via Ponte Vetero p. 53 - Via Brisa, via Vigna, via Morigi p. 56 - Largo Carrobbio p. 63 3.3 Il fossato di età massimianea p. 66 - Via Croce Rossa p. 68 - Via Montenapoleone p. 74 - Via Borgogna p. 80 - Via Verziere p. 84 - Corso Magenta, via Ansperto p. 86 3.4 La Vepra, la Vettabbia e il deflusso del fossato p. 90 3.5 La Vepra p. 91 - Via S. Vincenzo, via S. Calocero p. 93 - Piazza Resistenza Partigiana p. 97 - Piazza Vetra, ex via dei Vetraschi p. 100 3.6 La Vettabbia p. 106 - Via Vettabbia p. 108 - Via Calatafimi, via Santa Croce p. 109 3.7 La dismissione e l’interro del fossato p. 127 4. Il reticolo idrico interno e i corsi d’acqua lungo le direttrici viarie 4.1 Dall’insediamento golasecchiano alla romanizzazione - Via Moneta p. 143 - Via Santa Radegonda e via Santa Margherita p. 147 - Via Santa Maria Podone p. 149 - Via Lupetta, via Torino e adiacenze p. 150 - Via Cesare Correnti e Chiostri di S. Eustorgio p. 154 4.2 Tra l’età augustea e la prima età imperiale - Piazza Meda, corso Matteotti p. 161 - Via F.lli Gabba p. 165 - Corso di Porta Romana, piazza Erculea, via Rugabella p. 173 - Via de Amicis, via Arena, via Conca del Naviglio: l’area dell’Anfiteatro p. 191 4.3 L’età di Massimiano - Corso Vittorio Emanuele, l’Acqualunga p. 199 - Via Senato p. 203 5. Il sistema idraulico: approvvigionamento, distribuzione e deflusso 5.1 I pozzi p. 209 5.2 L’acquedotto: evidenze archeologiche e fonti antiche p. 224 5.3 Lo smaltimento delle acque p. 240 - Il sistema di smaltimento dell’anfiteatro p. 251 - Il sistema di smaltimento del cardo e del decumano p. 255 - Osservazioni conclusive p. 262 - Catalogo delle evidenze p. 272 - Bibliografia p. 321 Introduzione L’interesse per l’idrografia antica di Mediolanum, già oggetto di sporadici studi nel corso dei decenni passati, ha subito negli ultimi anni un rilevante incremento, per via dei continui rinvenimenti di corsi d’acqua, canalizzazioni e infrastrutture idriche disseminate nel tessuto urbano. Contestualmente, un notevole impulso è stato fornito dalle recenti politiche urbanistiche della città contemporanea e dai numerosi progetti legati alla ripresa dell’idrografia storica del territorio. Grazie al progressivo intensificarsi delle indagini archeologiche e all’applicazione di metodologie sempre più accurate, per l’età romana si sta delineando un quadro idrografico fitto e articolato, che suggerisce un’immagine della città molto distante dall’attuale ma non così diversa da quella mantenuta fino agli inizi del secolo scorso. Come è noto ai suoi abitanti, infatti, fino ai primi decenni del Novecento Milano doveva avere sembianze piuttosto diverse proprio per via del suo stretto legame con l’acqua, garantito da un complesso reticolo di canali artificiali e da un apparato idrico alimentato da acque sorgive. L’articolato sistema di canali, che fungeva da preziosa risorsa irrigua per le campagne e da raccordo delle vie di comunicazione fluviali tra Lago Maggiore, Lago di Como e Po, iniziò a dissolversi con la metà dell’Ottocento per scomparire del tutto con il fascismo, attraverso il laborioso processo di ammodernamento che ha irreversibilmente trasformato la città. L’origine dell’intero sistema va ricondotta agli iniziali processi di romanizzazione del territorio e ai primi interventi di pianificazione urbana, direttamente connessi ad ampie opere di regimazione idrica. L’intensa sovrapposizione edilizia che ha interessato Milano dall’età post-medievale ai giorni nostri ha cancellato, con scarse possibilità di recupero, buona parte del vasto apparato idrografico e delle principali opere idrauliche di età romana: ciò nonostante, i frequentissimi rinvenimenti di evidenze legate all’acqua hanno portato a riaprire il dibattito sul reale aspetto della città antica, rivalutando l’importanza di questo elemento nella definizione della sua corretta fisionomia, ben prima dell’imponente realizzazione dei navigli. Da questo scenario è emersa l’esigenza di raccogliere e sistematizzare le tracce di una realtà frammentata e quasi completamente perduta, impossibile da comprendere senza una visione d’insieme: questo è l’intento alla base del seguente studio, che attraverso la raccolta e l’analisi del dato archeologico, della parola delle fonti e del confronto con realtà parallele ha tentato di ricomporre il panorama idrografico milanese di età romana nella speranza di recuperare nuovi elementi utili a integrare o correggere la forma urbis attualmente nota. Nel dettaglio, lo studio si è sviluppato su tre livelli di ricerca distinti, ma del tutto complementari tra loro: una prima fase ha previsto la raccolta e la sistematizzazione dei principali dati archeologici, storici e cartografici utili alla ricostruzione dell’idrografia della città romana, dalle fasi finali della romanizzazione fino all’età tardoantica; la seconda fase ha comportato la georeferenziazione delle singole evidenze attraverso un sistema GIS, per mappare l’esistente e ricomporne il quadro globale, anche in rapporto 1 con la realtà attuale; la terza fase ha infine approfondito lo studio delle singole situazioni inquadrandole nel panorama storico milanese e confrontandole con altri contesti urbani, norditalici o extra peninsulari. Raccolta e sistematizzazione dei dati. Nella fase di raccolta dei dati si sono presi in considerazione tutti i siti milanesi di età romana che hanno restituito evidenze riguardanti corsi d’acqua naturali, canali artificiali, strutture e infrastrutture idriche di diversa natura. Alcuni contesti risultavano già editi o parzialmente presentati in resoconti preliminari, ma in molti altri casi la ricerca ha interessato situazioni del tutto inedite, talvolta assenti anche dai notiziari di scavo perché di recentissima realizzazione. In questi casi si è potuto accedere alla documentazione di scavo conservata presso gli Archivi della Soprintendenza Archeologia della Lombardia, oggi Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano1. Le singole evidenze sono state catalogate e archiviate in un database, per permettere un più efficace confronto dei dati e una più rapida fruizione. Georeferenziazione. La sistematizzazione grafica dei singoli siti ha invece presupposto la creazione di un Sistema informativo territoriale, meglio noto come GIS, Geographic information systems, attraverso il quale è stato possibile posizionare le evidenze in rapporto all’assetto urbano antico e attuale. Il progetto è stato supportato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per una futura confluenza dei dati raccolti nel webGIS RAPTOR, un geodatabase recentemente sviluppato, condiviso a livello interregionale per la tutela del territorio2. L’applicazione di un GIS allo studio dell’idrografia antica e dell’impianto idraulico di Mediolanum ha consentito di raccogliere, incrociare e georeferenziare un’enorme quantità di dati di natura eterogenea (planimetrie di indagini recenti, schizzi di vecchi rinvenimenti, informazioni desunte da fonti storiche e cartografiche), amplificandone il potenziale descrittivo e fornendo nuovi dati sull’assetto urbanistico antico. L’interazione su un’unica piattaforma di carte idrografiche, altimetriche e archeologiche ha chiarito le relazioni tra evidenze, background geomorfologico e principali elementi del tessuto urbano, con un livello di precisione mai raggiunto in precedenza. Il prodotto ottenuto sembra poter essere altrettanto utile nell’ottica della tutela del paesaggio antico, perché permette di elaborare cartografie di rischio e aumentare la capacità di controllo del territorio a fini preventivi. Ricostruzione e confronto. Censite, georeferenziate e messe a sistema le evidenze, si è proceduto a inquadrarle all’interno del panorama storico e archeologico milanese, rapportandole ai principali stadi di sviluppo urbano. In questa fase si è inoltre tentato di ampliare l’areale di indagine per isolare situazioni geograficamente e cronologicamente affini che potessero offrire spunti significativi, volgendo lo sguardo specialmente verso l’area padana, occupata da contesti geomorfologicamente più vicini. 1 Per la possibilità di accedere all’Archivio Storico e all’Archivio Scavi della Soprintendenza Archeologia della Lombardia, fondamentale per la completezza della trattazione, si ringrazia la dott.ssa A.M. Fedeli, Funzionario responsabile per la Città metropolitana di Milano. 2 A questo proposito si ringrazia la dott.ssa S. De Francesco, Funzionario unico responsabile della tutela della provincia di Lodi; per i dettagli sul progetto RAPTOR si veda FRASSINE, DE FRANCESCO 2014. 2 I risultati della ricerca sono
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