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DONATELLA CAPORUSSO

NUOVI SCAVI ARCHEOLOGICI IN CORSO DI A MILANO

Dal mese di settembre 1982 la Soprintendenza Archeo­ In particolare i problemi si ponevano per le aree di: logica della Lombardia è impegnata in una vasta campagna via Croce Rossa (scavo di mq 950) nelle adiacenze della di scavi archeologici nel centro storico di Milano, in oc­ cinta urbica romana lungo il cardo massimo; piazza Duo­ casione della costruzione della nuova linea 3 della metro­ mo (scavo di mq 2000), centro della città antica, vicino politana, che congiungerà la Stazione Centrale con il alla cattedrale paleocristiana di Santa T e da e al Foro; quartiere extraurbano di (fig. 1) . corso di Porta Romana (mq 1200), area extraurbana lungo Si è ritenuto infatti indispensabile effettuare scavi il decumano massimo in corrispondenza alla via porticata preventivi nelle aree del centro storico prescelte per la e all'arco di trionfo. Altri saggi di minore estensione erano costruzione di stazioni e pozzi per l'aerazione della metro­ previsti per la costruzione di otto pozzi di aerazione. 'J politana. Per il resto del percorso, invece, scavato a foro Gli scavi più importanti sono stati completati nel 1985 cieco alla profondità di 18/24 metri rispetto al livello e attualmente è in corso lo studio dei reperti e l'organiz­ stradale, non si ponevano problemi per la conservazione zazione della documentazione di scavo ai fini di una pub­ dei depositi archeologici, che a Milano raggiungono uno blicazione dettagliata e di una mostra previste per il 1988. spessore massimo di sei metri. In questa sede si è ritenuto opportuno offrire una prima

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I - PLANIMETRIA DI MILANO ROMANA La linea più scu ra indica il percorso della linea 3 della metropolitana, la freccia indica l'area di scavo. ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

2 -PIANTA DI MILANO PUBBLICATA DA A. LAFRERY (IS73) La freccia indica l'area di San N azaro. relazione degli scavi di corso di Porta Romana e alcune lanciare pietre contro la porta urbica, che si trovava all'at­ osservazioni in merito, in attesa della edizione definitiva. 2 > tuale incrocio con via Sforza e via Santa Sofia. Dopo Sia le fonti storiche che i rinvenimenti archeologici l'assedio del u62 l'arco fu distrutto, non sappiamo se da fecero ipotizzare nel passato l'esistenza, in Corso di Porta Federico o dai Milanesi stessi, per scongiurare la possi­ Romana, di una via porticata e di un arco di trionfo di età bilità che esso servisse ancora in futuro da piazzaforte per romana, alla confluenza della strada proveniente da Roma i nemici. Dalle fonti antiche risulta che era sostenuto da con quella proveniente da . 3) quattro pilastri e costruito con tecnica molto accurata in Effettivamente il bivio tra corso di Porta Romana e pietre squadrate (secondo alcuni autori in marmo), ma pur­ corso di Porta Vigentina è caratterizzato dalla persistenza troppo nessuna notizia viene fornita circa le dimensioni 6 nel tempo del medesimo impianto stradale, verificabile precise del monumento. > anche nella cartografia più antica, a partire dal XVI se­ Negli anni quaranta di questo secolo fu effettuato da A. colo (fig. 2). In mappe più tarde compaiono anche alcuni De Capitani d'Arzago un vasto lavoro di esplorazione delle significativi toponimi come "casa del pilastrello" proprio cantine delle case di Corso di Porta Romana, 7l che permise al bivio (dove pilastrello potrebbe alludere a un miliario di identificare le fondazioni di quattro muri paralleli tra romano) e "borgo dritto" che indica il tratto tra l'attuale loro, costruite in ciottoli e malta, dello spessore medio di piazza Missori e via Sforza. 4l m r,5o. I muri iniziavano sotto il palazzo Cicogna Mozzoni Nel medioevo proprio nei pressi dell'arco, secondo le al numero civico 6 all'esterno dell'alveo del canale Sevese, in fonti storiche, avvennero gli episodi più salienti degli uso ancora fino a pochi decenni fa e ben conservato nelle assedi di Federico Barbarossa: nel II 58 infatti l'arco cantine secentesche del palazzo. I due muri del lato destro venne fortificato con una torre, dove trovavano posto del corso distavano tra loro m 6.45 e si disponevano in quaranta armati con letti, viveri e armi; 5l ma Federico esatta corrispondenza con i due muri del lato sinistro, lo espugnò ugualmente e vi installò una catapulta con cui a una distanza di m g,2o. I resti di tali muri, caratterizzati ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

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CORSO DI PORTA ROMANA

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3 - PLANIMETRIA DEGLI SCAVI I984-85 IN CORSO DI PORTA ROMANA A MILANO

da un rigido allineamento, corrispondente a quello del mento (m I0,85 X I8) con una proposta di datazione al corso di Porta Romana, e da uno spessore costante, fu­ terzo venticinquennio del IV secolo. 11> Vennero altresì rono scoperti in molte cantine 8> per una lunghezza di individuate le caratteristiche di urbanizzazione dell'area oltre m 370. Uno scavo effettuato in piazza San Nazaro nella fase precedente (dalla fine del I secolo a.C.) con permise di ritrovare, oltre alle fondazioni, anche parte qualche edificio extraurbano signorile e un grande basa­ dell'alzato in mattoni, spesso m 0,90. L'esistenza di una mento forse funerario lungo la strada per Pavia. Lo scavo struttura lunga almeno m 370 e costituita da due coppie ha permesso di individuare tre periodi di occupazione del­ di muri distanti tra loro m 9,20, fece ipotizzare al De l'area (fig. 3). Capitani una via porticata monumentale, a cui del resto anche le fonti storiche sembrano alludere. 9) Alcuni rilievi di fognature effettuati dall'ufficio tecnico Periodo l (fine I secolo a.C. - metà I secolo d.C.) del di Milano nel I907 permisero inoltre al De Capitani di identificare, oltre ai resti della strada romana, Sul suolo sterile sabbioso (alla profondità di m I,70/2 anche i ruderi di un grande monumento, lungo almeno rispetto al piano stradale che è a quota II5 s.l.m.) si tro­ m II, a una profondità di circa m I,5o rispetto al piano vava uno strato di limo sabbioso giallo {spesso m oao/ stradale, in corrispondenza dell'attuale teatro Carcano, o,5o), con funzione forse di livellamento della zona. Nel collocato sulla direttrice delle coppie di muri di cui sopra saggio 3 questo strato era tagliato da una piattaforma a circa seicento metri dalle mura della città. Le dimensioni rettangolare (fig. 4), costituita da ciottoli e frammenti del monumento e la sua collocazione topografica si accor­ di laterizi legati da malta (m 2,6o X almeno 7.30), posta davano perfettamente con la tradizione storica che assi­ su palificazioni (di cui rimanevano solo le impronte dei curava che in quel preciso luogo sorgeva un arco romano, pali) conservata solo per l'altezza di m oao. La struttura, tradizione confermata anche da riferimenti toponomastici orientata come l'attuale corso di Porta Vigentina, prose­ locali, come quello dell'Ospedale di San Lazaro dei mal­ guiva, ad Est, oltre l'area di scavo, sotto l'attuale corso sani "all'arco romano ". Sulla base di queste e altre con­ di Porta Romana. Questa struttura, con probabile funzione siderazioni il De Capitani ipotizzava quindi un arco ro­ di basamento a sé stante, non molto alto, databile al pe­ mano quadrifronte a lati dissimili di m I I X I3 circa. riodo tra la fine del I secolo a.C. e la prima metà del I Nel I983, in occasione dei lavori della metropolitana, secolo d.C., potrebbe essere un grande basamento fune­ l'arco venne identificato topograficamente con un saggio rario, forse in collegamento ad adiacenti edifici residenziali di scavo. 10> Nel I984 venne definito il perimetro del basa- extraurbani della cui distruzione si hanno tracce. 65 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

4 - MILANO, CORSO DI PORTA ROMANA BASAMENTO DEL PERIODO l

5 -MILANO, CORSO DI PORTA ROMANA 6- STATUETTA FITTILE DI GLADIATORE FONDAZIONE DELL' ARCO DI TRIONFO DEL PERIODO Il DA CORSO DI PORTA ROMANA

Periodo 2 (IV secolo d.C.) Periodo 3 (età moderna e contemporanea)

La struttura sopra descritta fu demolita fino alle fon­ Quattro pavimentazioni in ciottoli si sovrapposero alla dazioni e la trincea di asportazione venne riempita con pavimentazione romana. Nel saggio 4 si identificò anche limo scuro contenente reperti datanti l'operazione alla una grande fognatura ottocentesca che interferì notevol­ seconda metà del IV secolo, in particolare al terzo venti­ mente nella stratigrafia precedente. cinquennio. Il termine ante quem non è individuato da Lo scavo ha permesso di precisare la datazione dell'arco materiale numismatico. L'area venne pavimentata con di trionfo, da collegare molto probabilmente anche alla un acciottolato nei saggi 2, 3 e 4 (quote s.l.m. II3,40/ edificazione della via porticata. A tal proposito non si II3,77) in connessione con una coeva grande piattaforma possono ignorare alcune significative indicazioni di tipo identificata come fondazione dell'a·rco del trionfo (fig. 5) storico che coincidono con i dati archeologici. Nel noto (saggi I e 2). Se ne conosce il perimetro rettangolare epigramma di Ausonio (Ordo Nobilium Urbium, 35-45) (m 10,85 X r8) e lo spessore, variabile da m 2,30 a 2,6o. sono enumerati i più importanti monumenti di Milano, La fondazione, costruita con tecnica a sacco, con ciottoli ma non sono citati né l'arco né la via porticata che quindi fluviali affogati in malta biancastra molto compatta, do­ si può supporre non esistessero ancora quando il poeta veva sostenere un arco dalle dimensioni approssimative visitò Milano, secondo la tradizione all'epoca di Valenti­ di m 8 x 15 di base e dell'altezza di circa m 12, 12) rivesti­ niano I e Graziano (364-375). Quando invece il vescovo to, secondo le fonti, di pietre squadrate. Ambrogio iniziò a edificare nel 382 la Basilica dei Santi 66 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

7 - PIANTA DI MILANO PUBBLICATA DA A. LAFRERY (1573) - PARTICOLARE DELL'AREA DI SAN NAZARO È evidente la struttura a emiciclo costituita dalle case.

8- PIANTA DI MILANO DI J. BLEAU (1704) - PARTICOLARE DELL'AREA DJ SAN NAZARO ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

A tal proposito, se si esamina la ~ianta di Milano, del 1573 pubblicata dal Lafrery (fig. 2) ' l si può notare che le case antistanti alla piazza di San Nazaro sono disposte con un andamento molto evidente a semicerchio (fig. 7) , quasi a ricalcare il perimetro di un precedente edificio semicircolare e anche le mura del XII secolo, esterne alla struttura, in quest'area si allargano come se avessero tro­ vato un ostacolo. La stessa struttura semicircolare si nota nella cartografia successiva: ad esempio nella pianta pro­ spettica disegnata da M . Antonio Baratieri nel 1629 r g) è molto evidente l'andamento curvilineo delle strade anti­ stanti San Nazaro, ben visibile ancora nella pianta di J. 2 0 Bleau del 1704 (fig. 8). ) Esaminando la pianta del Ludus 9- PLANIMETRIA DEL LUDUS MAGNUS A ROMA g), la più importante Caserma dei gladiatori (da F. CoARELLI, Guida archeologica di Roma, Roma 1974) magnus (fig. di Roma, 2 ') si nota che il complesso era costituito da un corpo di fabbrica rettangolare con al centro un grande cortile, su cui affacciavano una serie di celle destinate ad Apostoli e Nazaro, la via porticata doveva essere g1a m alloggiare i gladiatori; il cortile era occupato da un anfi­ fase di realizzazione, dal momento che la basilica è collo­ teatro destinato all'allenamento dei gladiatori. Si può cata esattamente a metà della lunghezza della via, con quindi forse ipotizzare che la grande struttura semicirco­ l'asse perpendicolare a essa (fig. 10). Esistono quindi dei lare antistante San Nazaro, che ritorna ripetutamente nella precisi termini cronologici all'interno dei quali può essere cartografia dal Cinquecento al Settecento, sia identificabile fissata la monumentalizzazione dell'area, all'incirca alla proprio con l'arena della Caserma dei gladiatori di Milano, fine del terzo venticinquennio del IV secolo. sopra cui sorse la basilica (iniziata nel 382 e inaugurata nel Si può, in conclusione, ipotizzare con il De Capitani r3) 386), come ci informa Galvano Fiamma, proprio nel luogo che l'area, extraurbana e non facilmente difendibile, doveva destinato a serraglio delle bestie feroci e dove molti cristia­ aver avuto in origine una funzione cimiteriale, come atte­ ni sarebbero stati condannati ad bestias. Del resto, con gli stato da rinvenimenti di tombe di epoca gallo-romana, editti degli imperatori cristiani, da Costantino in poi, i mantenuta ancora nel IV secolo e oltre intorno alle basi­ giochi gladiatori e le venationes divennero sempre più liche paleocristiane di San Nazaro e San Calimero, a cui rari, fino a cessare del tutto i giochi gladiatori nel 404 forse si doveva essere affiancata una urbanizzazione rada con l'editto dell'imperatore Onorio, mentre le venationes (case suburbane e presumibilmente insediamenti arti­ erano ancora documentate a Costantinopoli verso la metà 22 gianali-mercantili). del VI secolo. ) Anche Valentiniano II, tra il 382 e il 385 Ma, a questo proposito, molto significativo sembra essere promulgò disposizioni contro le venationes e dato che il ritrovamento, nel saggio 4, in strati purtroppo manomessi proprio a questi anni risale la costruzione della basilica ma contenenti omogeneamente ceramica databile tra la di San Nazaro al posto del cosiddetto Ergasterium, si può fine del I secolo a.C. e la fine del I secolo d.C., di una pensare che i due fatti siano in correlazione e che il ser­ statuetta fittile raffigurante un gladiatore (fig. 6) e di una raglio degli animali e la Caserma gladiatoria siano stati lucernetta recante sul disco una scena di lotta gladiatoria, demoliti in tale occasione: proprio in quegli anni infatti che danno adito a nuove ipotesi. Se si considera che da Valentiniano II risiede a Milano e più forte appare l'in­ corso di Porta Romana e in particolare dall'area dell'at­ fluenza del vescovo Ambrogio sopra di lui (si ricordi che tuale Policlinico proviene una epigrafe funeraria dedicata sono proprio questi gli anni della grande controversia con al gladiatore Urbico, r4) non si può non prendere in con­ il mondo pagano, di cui Simmaco è il più illustre rappre­ siderazione questa singolare coincidenza di rinvenimenti sentante). A tal proposito anche le argomentazioni di A. collegati all'arte gladiatoria, tutti provenienti da corso Calderini 2 3) che presupporrebbero l'esistenza dell'anfi­ di Porta Romana, che non trovano confronto in nessuna teatro milanese ancora alla fine del IV secolo, non sem­ altra zona della città. brano in contrasto con lo smantellamento contemporaneo Va allora ricordata la notizia di Galvano Fiamma nel della Caserma gladiatoria: l'episodio del criminale Cre­ XIV secolo, riportata da De Capitani: rsl "Ergasterium sconio, condannato da Onorio (che risiede a Milano tra Urbis Mediolani. In loco ubi nunc est Ecclesia sci Nazari 395 e 402) alle fiere nell'anfiteatro, citato dal Diacono erat quondam hedifitium dictum Ergasterium, quod erat Paolino nella Vita di Ambrogio, 24) indica infatti sempli­ carcer bestiarum... Ibi includebatur tauri indomiti, leo­ cemente che nell'arena, a quell'epoca, si giustiziavano i nes, ursi tygrides et leopardi. Et certis diebus tyrones criminali con le fiere, ma non costituisce una prova che fortissimi nostre civitatis cernente universo populo ad vi si svolgessero ancora giochi gladiatori. Così pure il pugnandum cum bestiis supra dictis ... In isto loco poneban­ verso di Claudio Claudiano, che nel 399 auspicava giochi tur martires ut lacerarentur et interficerentur, sed gratia gladiatori nell'anfiteatro per festeggiare il nuovo con­ Christi Jesus a bestiis adorabantur et protegebantur... ". sole, 25) può essere indicativo non di una realtà di fatto La stessa notizia è riportata da altri storici posteriori, ma di un desiderio nostalgico. Viceversa si può pensare come il Torre, il Puricelli, il Lattuada. r 6l che anche l'arena, scaduta in questo periodo a usi minori Il termine Ergasterium è sicuramente improprio, in (come l'esecuzione di criminali), piuttosto che utilizzata quanto il vocabolo indicherebbe, specie nei secoli III, per giochi gladiatori e venationes, non graditi all'autorità IV e V, tabernae e officinae, I?l tuttavia dalle descrizioni di imperiale, fosse stata parzialmente smantellata nella cinta questi storici è ben riconoscibile un edificio destinato a esterna allo scopo di recuperare materiale edilizio per la serraglio di bestie feroci e collegabile a venationes e giochi costruzione della Basilica di San Lorenzo: del resto, gladiatori, forse identificabile quindi con la "Caserma dei come nota M . Mirabella Roberti, 26l un anfiteatro senza gladiatori, sita in posizione extraurbana per la presenza di la cinta esterna può funzionare senza problemi, come è animali feroci e a non molta distanza dall'arena. il caso di Verona. 68 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

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IO- RICOSTRUZIONE DELLA VIA PORTICATA NEL IV SECOLO I I - RICOSTRUZIONE DELL' ARCO DI TRIONFO IN CORSO DI PORTA ROMANA TRASFORMATO IN TORRE NEL XII SECOLO

Si può quindi ipotizzare che all'epoca di Valentiniano di qualche grado rispetto al tracciato dei decumani mi­ II fattori economici, religiosi, sociali abbiano determinato nori. 3') Le motivazioni di questa anomalia sfuggono al lo smantellamento totale o parziale di edifici collegati Mirabella ed effettivamente gli elementi a disposizione all'arte gladiatoria e alle venationes. per chiarire il problema di una eventuale rettifica del In corso di Porta Romana, nell'area di San Nazaro, decumanus maximus fuori le mura e in quale rapporto inoltre, molti altri indizi spingono a individuare la pre­ con l'impianto urbano sono veramente troppo scarsi. senza di un grosso edificio demolito: la basilica stessa di Sarebbe quindi molto importante la prosecuzione dello San Nazaro mostra " strutture lapidee nei quattro pilastri scavo in corso di Porta Romana, nella zona della '' Cro­ della crociera, fatti di conci di granito, ricchi di tacche cetta ", per definire la posizione del basamento rispetto e di fori per le grappe, slabbrati, palesemente di riporto alla strada anteriormente al IV secolo. Inoltre uno scavo e adattati ". 27> Inoltre, durante saggi di scavo effettuati nel cortile adiacente San Nazaro, dal lato della sacrestia, nella basilica e nelle adiacenze, si è rivelata la presenza, in corrispondenza del " brolo " medioevale, unica por­ sotto l'attuale sacrestia, di strutture precedenti la costru­ zione della zona rimasta ancora non edificata, sarebbe zione della chiesa e con un orientamento diverso. 28> veramente fondamentale per accertare la presenza o meno Dall'archivio della Soprintendenza si ha inoltre notizia del supposto anfiteatro, apportando elementi finalmente di blocchi di pietra squadrati e di frammenti architettonici risolutivi per il problema. provenienti da scavi nella basilica o incorporati nei muri della via porticata (come rocchi e basi di colonne scanalate, frammenti di un fregio curvo, a triplice fascia, larga cor­ Ringrazio vivamente l'amico Ermanno Arslan, Direttore delle Civiche 2 Raccolte Archeologiche e Numismatiche di Milano, con cui ho avuto nice con dentelli, frammenti di statue). 9) la possibilità di discutere a lungo e a cui devo utilissimi suggerimenti. Rimane tuttavia da esaminare il problema della collo­ Lo scavo, effettuato, sotto la direzione della scrivente e con la collabo­ cazione di questa ipotetica Caserma gladiatoria, la cui razione della dott.ssa Stefania ]orio e del geom. Umberto Valdata della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, dal personale della arena risulterebbe dalla cartografia antica collocata pro­ Cooperativa Archeologica Lombarda, è stato finanziato interamente prio sopra il decumanus maximus, in una posizione poco dalla Metropolitana Milanese. consona all'impianto urbanistico. Si può pensare a tal Le ricostruzioni grafiche della via porticata in età romana e dell'arco proposito che nel IV secolo, con la grande ristrutturazione fortificato nel medioevo sono opera di Andrea Perin. dell'area di corso di Porta Romana, si sia proceduto anche a una rettifica del tracciato stradale. Ci sono infatti al­ r) Per ognuna delle aree in questione la Soprintendenza preparò meno tre rinvenimenti archeologici che fanno ipotizzare un preventivo relativo alla durata degli scavi archeologici e al costo. un precedente e differente andamento della strada: I) La Direzione della Metropolitana, da parte sua, si impegnò a finan­ ziare tutti gli scavi archeologici, fornendo inoltre l'assistenza delle le strutture sotto la sacrestia di San Nazaro già citate imprese edilizie per ogni necessità. Su indicazione della Soprin­ prima, che hanno orientamento diverso rispetto a quello tendenza venne inoltre stipulato un contratto tra la Metropolitana della via porticata; 2) un locale rettangolare, con pavi­ Milanese e la Cooperativa Archeologica Lombarda, formata da mento in cocciopesto, datato ad età augustea, rinvenuto operatori archeologici specializzati che, sotto la direzione della Soprintendenza, hanno effettuato tutti gli scavi. Il programma di in via Lentasio, 3o) anch'esso con orientamento diverso; intervento, messo a punto tra Soprintendenza e Metropolitana, è 3) il recente rinvenimento del grande basamento, all'in­ stato così rigorosamente rispettato nei costi e nei tempi. Delle cifre crocio con corso di Porta Vigentina, di cui in questo stesso spese per scavi e sistemazione dei reperti nei magazzini è stato tenuto dalla Soprintendenza un dettagliato rendiconto giornaliero, trasmesso articolo, che sembra proseguire verso il centro dell'attuale mensilmente alla Metropolitana Milanese. corso di Porta Romana, e quindi proprio in mezzo alla 2) Per una prima notizia sugli scavi in questione si veda : D. strada romana. Del resto già M. Mirabella Roberti aveva CAPORUsso, Milano - la città antica alla luce delle recenti scoperte, rilevato che il decumanus maximus (documentato per altro in Archeologia urbana e centro antico di Napoli, Taranto 1984, p. 86 solo in via Santa Maria Fulcorina e ricostruito in base e ss.; EADEM, Milano: scavi archeologici in occasione della costruzione della linea 3 della Metropolitana, in Notiziario Soprintendenza Archeo­ all'attuale tracciato di corso di Porta Romana}, non è logica della Lombardia, 1982, p. 61 e ss.; 1983, p. 88 e ss.; 1984, ortogonale rispetto al cardo maximus e ha una deviazione p. 94 e ss.; 1985, p. I22 e ss.; D . ANDREWS, D . PERRING, in No- 6g ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

tiziario Soprintendenza Archeologica della Lombardia, I982, p. 63 ; APPENDICE I983, p. gi ; D. PERRING, in Notiziario Soprintendenza Archeologica della Lombardia, I983, p. 92; I984, p. 99 · 3) A. DE CAPITANI D'ARZAGO, La zona di Porta Romana, Milano È parso opportuno presentare, in aggiunta a quanto sopra 1942· esposto, due ricostruzioni grafiche relative alla via porticata 4) Vedi Archivio di Stato, Mappe arrotolate Periodo Teresiano del IV secolo d.C. e al complesso difensivo esistente nel e post Teresiano, n. I I 77 (Corpi Santi di Porta Romana): Mappe II 58. Le brevi note che seguono illustrano gli elementi che Carlo VI, secolo XVIII, n. 3338 (Corpi Santi di Porta Romana), sono stati tenuti presente nella elaborazione di queste rico­ datata I 722 . struzioni. 5) DE CAPITANI, op. cit., p. 94 e ss. 6) Tutte le fonti storiche sono riportate in DE CAPITANI , op. cit .• p. 83 e ss. ; in particolare GuNTHERUS LIGURINUS, in Veteres Scrip­ Ricostruzione grafica ipotetica della via porticata nel IV tores, a Justo Reubero ed., Francofurti ad Moenum, lib. viii, vv. secolo d.C. (fig. IO) . 23-34; GALVANO FIAMMA, Chronicon Majus, c. 87o ; TRISTANO CALCO , Hist. Patr. , lib. IX, p. I84 C (ed. 1644). Il complesso extraurbano è attribuibile alla seconda metà 7) DE CAPITANI, op. cit., passim. del IV secolo e comprendeva un arco di trionfo probabil­ 8) In particolare ai numeri civici I8, 22, 40, 42, 46 e g, I 1, I3, mente a tre fornici che introduceva a una via porticata, lunga 15, 17, Ig, 2I, 23, 25 e n. 5 di Via Osti. quasi seicento metri, in cui, circa a metà, si inseriva la Basilica g) GAL VANO FIAMMA, op. cit., c. 264, f. 109 r e C. I45, f. go r. dei Santi Apostoli e Nazaro. La via porticata terminava da­ Io) D. CAPORUSSO, in Notiziario Soprintendenza Archeologica vanti alle mura urbiche, esternamente alle quali probabil­ della Lombardia, I983, p. 88 e ss. mente scorreva un corso d'acqua. Si può ipotizzare una urba­ I I) D. CAPORUSSO, in Notiziario Soprintendenza Archeologica nizzazione rada, maggiormente concentrata a Sud-Ovest della Lombardia, I984, p. 94 e ss. per una descrizione più dettagliata rispetto alla via porticata, in vicinanza delle mura: le aree a dello scavo. Sud-Est e a Nord erano infatti adibite a necropoli. I2) EAA, vol. I, s.v. Arco Onorario, p. 599, tav. 783 con schemi Si è supposta inoltre l'esistenza di strade che interseca­ documentati e ipotetici di archi onorari. vano l'asse viario interrompendo la cortina laterizia a inter­ I 3) DE CAPITANI , op. cit., p. 48 e SS . valli regolari. La mancanza di dati storici e di resti lapidei I4) CIL, V, 5933· in zona ha portato all'ipotesi che la via porticata fosse edi­ I5) GALVANO FIAMMA , op. cit ., cc. 225-256, f. 108r; DE CAPI ­ ficata in laterizio (del resto anche dagli scavi di De Capitani TANI, op. cit., p. I2I : "Ergasterium della città di Milano. Nel luogo erano emersi resti di muri in laterizio). Infatti l'uso di pietre dove ora sorge la Chiesa di S. Nazaro, via era un tempo un edificio pregiate, scarsamente reperibili in zona, oltre a comportare detto Ergasterium che era il serraglio ... qui erano chiusi tori indo­ mati, leoni, orsi, tigri e leopardi. E in certi giorni Turoni [popola­ un onere notevolissimo, avrebbe lasciato tracce evidenti zione della Gallia Lugdunense, rinomata per questi combattimenti, (come ad esempio per i portici di via Santa Maria Fulcori­ nota del traduttore] fortissimi, sotto lo sguardo di tutta la popola­ na). 1l Si è perciò optato per una ricostruzione che preve­ zione della nostra città ... a combattere con le bestie sopra dette ... desse una struttura semplice, con funzioni presumibilmente In questo luogo venivano portati i martiri per essere smembrati e mercantili; la parte che si affacciava sulla strada era composta uccisi, ma per grazia di Gesù Cristo venivano adorati e protetti di un portico con pilastri e archi a tutto sesto, la zona retro­ dalle bestie " . stante da una cortina edilizia. I6) C. ToRRE, Ritratto di Milano, Milano I626, pp. 26 e 27 ; Per la ricostruzione della basilica di San N az aro si è G.P. PURICELLI, Dissertatio Historica Nazariana Medio/ani, I656, tenuto presente il recente lavoro di M. David, 2) mentre c. XXXVII, n. 5 e ss.; S. LATTUADA, Descrizione di Milano ornata con molti disegni in rame delle fabbriche più cospicue che si trovano in per la porta urbica si è fatto riferimento all'analoga struttura questa metropoli, Milano I737-38, vol. II, n. 47, pp. I92· Cfr. anche esistente al Carrobbio e alla Porta Praetoria di Como. 3) DE CAPITANI, op . cit., p. I2!. Per quanto concerne la presenza del corso d'acqua, è stato I7) DE CAPITANI, op. cit., p. I22· ripreso il tracciato del canale Sevese, ancora visibile nelle cantine di corso di Porta Romana n. I8) Milano, Castello Sforzesco, raccolta Bertarelli, edizione A. 6. LAFRERY, I573· Ig) M.A. BARATIERI, La gran città di Milano, I62g, Archivio Sto­ rico Civico, Milano. Ricostruzione grafica ipotetica del complesso difensivo all'epoca 20) J. BLEAU, edito in P. MoRTIER, Noveau théàtre d'Italie ou del primo assedio di Federico Barbarossa (1158) (fig. u). description exàcte des ses villes, Amsterdam 1704. 2I) F. CoARELLI , Guida Archeologica di Roma, Roma 1974, pp. La cinta all'epoca doveva essere costituita da un potente I75 e I76. terrapieno, protetto da un fossato. Le porte, in legno, erano 22) DAREMBERG-SAGLIO, s. v. Venatio, p. 709 e s.v. Gladia­ probabilmente difese da torri in legno, del tipo di quelle tor, p. I 599· raffigurate su un bassorilievo del Duomo di Modena (Porta 23) A. CALDERINI , La Basilica di S. Lorenzo Maggiore in Milano, della Pescheria), del XII secolo. 4) L 'arco romano, fortificato Milano 195I, p. 45· e trasformato in torre d'avvistamento, poteva contenere più 24) DIACONUS PAOLINUS, Vita Ambros., 34· di quaranta armati con letti, viveri e armi. 5) Non cono­ 25) CLAUDIUS CLAUDIANUS, De Fl. Mal/i Theodori Consul., v. sciamo purtroppo nulla della situazione topografica tra l'arco 292: non aspernata rogantem Amphitheatrali faveat Latonia pompae e le mura. (trad. :. .. e a quelli che domandano ludi circensi, sia favorevole (a concedere) i non disprezzati giochi di Latona). DONATELLA CAPORUSSO - ANDREA PERIN 26) M. MIRABELLA RoBERTI, Milano romana, Milano 1984, p. 153· 27) M. MIRABELLA RoBERTI, Edilizia e architettura ambrosiana a Milano, in Atti e Memorie Società Istriana di Archeologia e Storia Patria, I979-8o, p. 528. 28) M. DAVID, Scavi e ricerche nella Basilica dei Santi Apostoli I) Cfr. Bollettino della Con sulta Museo Archeologico di Milano, e Nazaro Maggiore, in Rivista Archeologica della antica provincia II, I975• III, pp. 4-6. e diocesi di Como, 1983, 165, p. 277 e ss. 2) Vedi nota n. 28 del testo. 29) Archivio Topografico della Soprintendenza Archeologica, Mila­ 3) A. CERESA MoRI, Largo Carrobbio, scheda 4, Indagini sul centro no (A.T .S.), s.v. Milano, piazza San Nazaro, cartella III, segnalazio­ storico di Milano, in Milano ritrovata : l'asse di via Torino, Milano ne del 1955 e corso di Porta Romana, c. 18, segnalazione del 1968. 1986, pp. I 13, 237 e SS. 30) Cfr. A.T.S., s.v. Milano, via Lentasio, c. 59, segnalazione 4) G. GruLINI, Memorie spettanti alla storia della città di Milano, ~1~~ • Milano 1760, IV, lib. XLIV; P. MEZZANOTTE, G. BASCAPÉ, Milano 31) M. MIRABELLA ROBERTI, Due piani regolatori nella Milano nell'arte e nella storia, Milano 1968, p. XVII. romana, in Atti e Memorie Società Istriana di Archeologia e Storia Patria, 1979-80, pp. 406 e 407. 5) DE CAPITANI, op. cit., p. 91.