(2006) Tharros Felix 2. Roma, Carocci Editore. 271 P.: Ill

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(2006) Tharros Felix 2. Roma, Carocci Editore. 271 P.: Ill Mastino, Attilio; Spanu, Pier Giorgio Ignazio; Zucca, Raimondo a cura di (2006) Tharros Felix 2. Roma, Carocci editore. 271 p.: ill. (Collana del Dipartimento di storia dell'Università degli studi di Sassari, 30; Tharros Felix, 2). ISBN 88-430-3830-3. http://eprints.uniss.it/7112/ Documento digitalizzato dallo Staff di UnissResearch Collana del Dipartimento di Storia dell'Università degli Studi di Sassari 3° ~ ~ Università degli Studi di Sassari Promozione Studi Universitari Oristano Tharros Felix / 2 La collana di studi «Tharros Felix», istituita dall'Università degli Studi di Sassari-Dipar­ timento di Storia e dal Consorzio Uno per la promozione degli studi universitari della se­ de gemmata di Oristano, prende il nome dalla iscrizione presente sullo scafo di una na­ ve oneraria graffita su una parete della stanza 7 della Domus Tibenana: Tha"os Felix et tu (V. VAANANEN, Graffiti del Palatino, II, Domus Tiben'ana, a cura di p, Castrén, H. Lilius, Helsinki 1970, pp. 109-10 n. 2). La collana ospita monografie e contributi miscellanei sui beni culturali e, in particolare, sul patrimonio culturale sommerso mediterraneo. Comitato scientifico Azedine Beschaouch (UNESco-Paris), Piero Alfredo Gianfrotta (Università della Tu­ scia), Julhin Gonzruez (Universidad de Sevilla), Olivier Jehasse (Université de Corte), Attilio Mastino (Università di Sassari), Marc Mayer (Universitat de Barcelona), Xavier Nieto (Centre d'Arqueologia Subaquàtica de Catalunya) Direttore della collana Raimondo Zucca (Università di Sassari) Per il servizio di cambio dei volumi della Collana: Consorzio Uno per la promozione degli studi universitari Chiostro del Carmine, Vz'a Carmine, 09170 Oristano Fax: 0783 778005/6 e-mail: [email protected] I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore via Sardegna 50, 00187 Roma, telefono 06 42 81 8417, fax 06 42 74 79 31 Visitateci sul nostro sito Internet: http://www.carocci.it Tharros Felix 2 A cura di Attilio Mastino, Pier Giorgio Spanu, Raimondo Zucca Caro cci editore In copertina: graffito parietale con navis oneraria e iscrizione Tharros Felix et tu, fine I sec. d.C. (Roma, Palatino, Domus Tiberiana). la edizione, luglio 2006 © copyright 2006 by Carocci editore S.p.A., Roma Realizzazione editoriale: Omnibook, Bari Finito di stampare nel luglio 2006 dalla Litografia Varo (Pisa) Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico. Premessa La collana «Tharros Felix», con il suo secondo numero, dà conto positivamen­ te dei risultati delle indagini connesse con l'azione formativa di studenti uni­ versitari, programmata e svoltasi sul campo e in acqua, nel settembre 2005, per raggiungere due obiettivi: «la ricerca, il rilevamento e la mappatura dei giaci­ menti presenti nell' area marina che contorna il Capo Mannu, comprendente le località di Cala Mandriola, l'isolotto della Tonnara e Cala Su Pallosu, e la veri­ fica di apprestamenti portuali nella Cala Su Pallosu, eventualmente riconduci­ bili al Korakodes portus tolemaico» (cfr. infra, CAP. 6 di E. Solinas e L Sanna). I responsabili scientifici dell'indagine, e del connesso curriculum di inse­ gnamento di Archeologia subacquea della classe 13 (laurea in Scienze dei Beni Culturali) dell'Università di Sassari (sede gemmata di Oristano), sono il profes­ sor Raimondo Zucca e il professor Pier Giorgio Spanu. li comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Fabio Morera, ha stipulato una convenzione con il rettore Alessandro Maida, per assicurare la collaborazione tecnica eventualmente necessaria. Previa presentazione dell'idea progettuale di scavo congiunto da parte del­ l'Università di Sassari, cui ha fatto seguito la concordanza di una reciproca in­ tesa bilaterale, fra Soprintendenza di Cagliari e Università di Sassari, nel se­ condo semestre del 2005, si è dato il via alle indagini intorno al Capo Mannu di San Vero Milis. li responsabile della Sezione Subacquea, dottoressa Donatella Salvi, e il tec­ nico subacqueo della Soprintendenza per i Beni Archeologici, Ignazio Sanna, hanno assicurato la piena partecipazione dell'Ufficio periferico preposto alla tu­ tela dei beni archeologici. Ignazio Sanna, insieme alla dottoressa Emanuela So­ linas, archeologa subacquea, hanno svolto una brillante funzione di docenza, ac­ canto ai responsabili scientifici, visto l'approccio metodologico adottato nella elaborazione del giuoco di squadra da parte degli allievi. Ho letto con vivo piacere e interesse i diversi contributi degli autori, che ho tutti apprezzati per l'impegno e il distacco dalla materia, talvolta con la giusta partecipazione personale, anche emotiva, che non privano i lavori della loro scientificità. Sono sensibilmente soddisfatto della partecipazione degli studiosi della So­ printendenza, che collaborano affinché il progetto universitario prenda corpo e si consolidi, man mano che si procede nelle indagini (C. Tronchetti, D. Salvi, P. Bernardini, L Sanna). 8 PREMESSA Se mi è consentito esprimere una valutazione, strettamente personale, in quanto riferita all' ambito preistorico e protostorico di specializzazione, riterrei di particolare interesse il contributo del professor Alfonso Stiglitz, oltre che per la organicità nel suo insieme, anche, e soprattutto, per l'analisi delle componenti for­ mative del Bronzo finale di area oristanese. Secondo 1'autore: «la fine dell' epoca delle torri e la nuova temperie della società nuragica dell' età del Bronzo finale (XII-X secolo a.C.) vedono fiorire gli insediamenti sulla costa» (Su Pallosu; Sa Roc­ ca tunda) che «si inseriscono in un complesso di strutture cultuali del Bronzo fi­ nale collocate sulla costa oristanese» (Cuccuru is Arrius, Cabras; Orri, Arborea). «Si tratta di luoghi di veicolazione di beni di prestigio che ritroviamo anche al­ l'interno, connessi con insediamenti nuragici, all'epoca caratterizzati da impor­ tanti santuari, come s'Uraki di San Vero Milis, Mitza Pidighi di Solarussa, Santa Cristina di Paulilatino e Su Monte di Sorradile» (cfr. infra, CAP. 3 di A. Stiglitz). Per quanto riguarda le altre analisi di studio, su cui non posso soffermarmi, anche per ragioni di spazio, sono grato a tutti gli autori (R Zucca, P. Falchi, A. Sti­ glitz, B. Sanna, P. G. Spanu, E. Solinas, I. Sanna, D. Salvi, E. Sechi, P. Bernardini, C. Tronchetti), come studioso, oltre che come soprintendente, per il loro prezio­ so contributo, dono personale, e generoso, per tutta la Comunità scientifica. VINCENZO SANTONI Soprintendente per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano Parte prima Ricerche sul Korakodes portus I Le fonti sul Korakodes portus di Raimondo Zucca 1.1 n Korakodes portus nella Geographia di Tolomeo li Korakodes portus, nella forma greca Kop(n:ffioT\ç A,tJlllV è documentato esclu­ sivamente nella Geographia di Tolomeo, lungo la costa occidentale della Sarde­ gna, a sud delle TEJlOU 1to'taJlou ÈK:poA,ai (foci del fiume Temo, presso Bosa) e a nord di Tappat 1tOA,tçJ. li toponimo presenta una formazione in -roOT\ç, suffisso denotante qualità, documentato «nei poemi [omericiJ solo allo stato di hapax, mentre gode di am­ pia diffusione nella prosa ionico-attica» 2. Nella toponomastica sarda antica il suffisso -roOT\ç, oltreché in KopaKroOT\ç, è attestato esclusivamente nei nesonimi MOA,lPffiOT\ç 3 (Plumbaria insula = isola di SaneAntioco) e KaA,A,rooT\ç, attestata quest'ultima nella traslitterazione latina Callode 4 e Gallode s e identificabile, presumibilmente, con una delle isolette del quadrante nord-orientale della Sardegna 6. Tutte le attestazioni toponomastiche sarde sembrerebbero derivare piutto­ sto che da calchi dotti di Tolomeo o delle fonti di Plinio il Vecchio da fonti geo­ grafiche greche che avevano rideterminato o sostituito altri toponimi indigeni o di differente origine, secondo un procedimento inerente la pluralità delle deno­ minazioni dei siti geografici cospicui 7. Appare certamente rilevante la produttività toponomastica di Kopaç, in quanto, oltre al KopaKroOT\ç A,lJlllV annoveriamo una KopaKovvT\<JOç in Libye at­ testata da 'AA,Éçavopoç 'tpi'tT\-AtPUK&V8. I. PrOL. III, 3, 2. 2. P. CHANTRAINE, La formation de noms en grec ancien, Paris 1979, pp. 430 ss. Cfr., relativa­ mente all'utilizzo di tale suffisso in Korakodes, A. MASTINO, Cornus nella storia degli studi, Ca­ gliari 1983, p. 80. 3. PrOL. III, 3, 8. 4. PUN. nato III, 6, 85. 5. MART. CAP. 6, 645. 6. R. ZUCCA, Insulae Sardiniae et Corsicae. Le isole minori della Sardegna e della Corsica nel­ l'antichità, Roma 2003, pp. 84, 178. 7. P. POCETTI, Aspetti linguistici e toponomastici della storia manltima dell'Italia antica, in F. FRON­ TERA (a cura di), La Magna Grecia e il mare. Studi di storia marittima, Taranto 1996, p. 54, nota 95. 8. ALEXANDROS POLYHISTOR, in FGrHist, III, 41 = ST. BYZ. 373, 1-2 Meineke. 12 RAIMONDO ZUCCA Resta aperta la questione semantica, poiché KOpa.ç (o KOpa.1COç) può defini­ re sia il pesce corvo (Corvina nigra) sia il cormoran09 • Una preferenza alla pri­ ll ma ipotesi IO potrebbe venire dalla notizia di Xenocrate circa l'utilizzo in Egit­ to del pesce KOpa.KOç per la produzione di salsamenta detti KOpa.KtÒla.. Purtroppo sono ancora limitatissimi i dati relativi alla produzione di salsa­ menta in Sardegna, benché la presenza delle ampie saline potrebbe consentire di sostenerla 12. 1.2 Geografia storica sul Korakodes portus La localizzazione del KOpa.KroÒT\ç ÀIJlf}V è posta a partire da Gian Francesco Fara (1580) nelle rade di S'Archittu-Santa Caterina di Pittinuri in rapporto a Cornus l3• Nel secolo XVII l'autorità di Philippus Clauverius impose l'ubicazione del KOpa.KroÒT\ç ÀIJlf}V nella baia di Alghero 14, in base alla presunta correlazione tra il Korakodes portus e i popoli KopaKllvcrl0l, collocati da Tolomeo nella Sarde­ gna settentrionalel5• Con la ripresa degli studi di geografia storica in Sardegna, la localizzazione del Korakodes portus si attestò presso Cornus, in base all'autorità del Fara e ad accostamenti paretimologici con i toponimi Corchinas e Cagaragas dell' area cor­ nuense 16.
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