Giornali Di Scavo, Anno 1873-1935
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Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Giornale degli Scavi che si eseguiscono negli anni 1873-1935 a cura dell’Archivio Storico a Palazzo Altemps in Roma Presentazione di Mariarosaria Barbera Con contributi di: Fedora Filippi, Introduzione. Una questione di metodo Luigia Attilia, I Giornali degli Scavi. La nascita della serie archivistica Barbara Porcari, L’indice topografico Ebook realizzato da: Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. via Ajaccio 41-43, 00198 Roma (Italia) http://www.edizioniquasar.it/ ISBN 978-88-7140-501-8 Il presente lavoro, scaricabile gratuitamente alla pagina: www.archeoroma.beniculturali.it/ada/index.html, può essere consultato e riprodotto su sup- porto cartaceo o elettronico con la riserva che l’uso sia strettamente personale, sia scientifico che didattico, escludendo qualsiasi uso di tipo commerciale. Qualsiasi altro tipo di riproduzione è vietato, salvo accordi preliminari con la Soprintendenza. SSBAR Il volume andrà citato: Giornale degli Scavi, faldone, (anno), p. Archivio storico a Palazzo Altemps, 3, prima edizione 2012, Soprintendenza Speciale per i Beni Storico Archeologici di Roma – [email protected] ada www.archeoroma.beniculturali.it/ada Archivio © II L’Archivio Storico conservato a Palazzo Altemps, in una delle sedi del Museo Nazionale Romano, costituisce un’articolazione fondamentale della Soprintendenza, funzionale “in primis” all’attività di tutela istituzionale. Esso conserva e offre da sempre alla consulta- zione scientifica, il proprio patrimonio di documenti che testimoniano la storia dell’archeo- logia postunitaria di Roma. “Il Giornale degli Scavi…”, avviato nel 1873 all’indomani della istituzione della Soprintendenza, costituisce il primo strumento di registrazione dei ritrovamenti che ogni giorno avvenivano, allora come oggi, nella città di Roma. Con l’iniziativa della sua pubblicazione integrale on-line si intende rispondere a un’esi- genza di pubblicità e di gratuità dei beni comuni culturali che si intuisce sempre più forte anche nel settore della ricerca scientifica. D’altra parte la consistenza dei volumi di circa diecimila pagine e immagini non avrebbe comunque permesso, anche in termini economici, un’edizione cartacea. “Il Giornale degli Scavi…” è il documento in assoluto più richiesto per la consulta- zione dagli studiosi della topografia antica di Roma, crediamo dunque con questa iniziativa di agevolarne una diffusione capillare e nello stesso tempo di salvaguardare meglio il patri- monio originale dell’ Archivio. Mariarosaria Barbera Soprintendente per i Beni Archeologici di Roma SSBAR Storico Archivio © Introduzione: una questione di metodo di Fedora Filippi Il Giornale degli scavi che si eseguiscono a Roma…sotto forma di ebook entra nella III rete come documento d’archivio. È stata una scelta a lungo meditata nel corso del lavoro che ha condotto prima alla digitalizzazione dei volumi – 4270 pagine e 5606 immagini – poi alla composizione degli indici topografici che alla fine è risultato costituito da circa 1900 lemmi. Da una parte si tratta, per l’Archivio storico della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, e in termini generali, dello sviluppo di una concezione ori- ginale del web culturale pubblico, che diede luogo nel 2005 all’apertura del sito dell’Ar- chivio Storico http://archeoroma.beniculturali.it/ada, nato come prototipo nell’ambito del Progetto Minerva (http://minervaeurope.org/), da allora arricchito e frequentato da studenti e studiosi. D’altra parte, per entrare nel vivo della questione, il mezzo scelto risponde, meglio di altri, alla nostra volontà di facilitare la conoscenza e l’utilizzazione ad ampio raggio di queste particolari fonti documentarie dell’archeologia romana. E si tratta, qui, di una questione di metodo. Il Giornale degli scavi costituisce una fonte primaria per la ricerca scientifica e come tale deve essere disponibile a tutti, nel mondo. Per usare una parafrasi, non è fuori luogo riferirsi al tema, oggi dibattuto in ambito filosofico, del rapporto tra la realtà e i media e sulla necessità di tornare a leggere con ingenuità i “classici”. Ecco, questa ci sembra anche la nostra esigenza, una questione di metodo che diventa essenziale nello studio partico- larmente complesso dell’ archeologia e della topografia di Roma antica. Con la pubbli- cazione di questo documento, ci auguriamo possa avviarsi una riflessione sul metodo, e in particolare anche sulla spinosa questione dei WebGIS, che appaiono come raccolta di fonti documentarie, ma che sono “edizioni critiche”, dunque fonti secondarie, in quanto lette, elaborate e restituite. Abbiamo ragionato a lungo sulla possibilità di presentare un’edizione critica de “Il Giornale degli scavi …”, ma più ci addentravamo nella conoscenza del documento, SSBAR più ci allontanavamo dall’idea, avendo chiara la percezione della sicura inadeguatezza del risultato e dell’impoverimento delle potenzialità del suo contenuto. Meglio offrire Storico uno strumento di consultazione con gli indici topografici e lasciar sfogliare le pagine con la libertà di mille letture e ricerche diverse. Si saldano qui strettamente, crediamo, i due media – la fonte documentaria e il web – in quell’ambito della formazione finora solo in Archivio © parte compresa nelle sue potenzialità che si usa definire dell’intelligenza collettiva. Gli aspetti principali che ci hanno fatto scegliere la forma dell’ebook, a distribu- zione gratuita, rispetto ad altre possibili opzioni, riguardano la necessità di proteggere un documento archivistico di rilevante importanza e di proprietà pubblica da possibili sfruttamenti commerciali e l’opportunità, offerta dal mezzo, di essere corretto e aggior- nato nel tempo. Ci piacerebbe, infatti, che questa edizione, alla luce anche dell’analisi storico-ar- chivistica offerta dal saggio di Luigia Attilia, potesse alimentare un ragionamento sullo strumento dei Giornali di Scavo nella storia dell’Archeologia, quali furono e quali sono diventati. E d’altra parte che potesse suggerire la “messa in rete” dei tanti Giornali degli Scavi storici che certamente si trovano negli Archivi delle Soprintendenze italiane. IV A tal proposito, se ci fermiamo a guardarli per quello che furono, ci accorgiamo di quanto riflettano uno Stato appena costituito che si dà forme unitarie di registrazione dei dati dei ritrovamenti, per finalità burocratico/patrimoniali e scientifiche, dalle quali emerge un’ essenzialità esaustiva del registro e del racconto, caratteri che appartengono anche alla prima lunga serie delle edizioni delle Notizie degli Scavi. Vale la pena interro- garsi su come e perché si siano trasformati i nostri Giornali degli Scavi, in una perdita sicura di essenzialità esaustiva del registro e del racconto. Corre qui l’obbligo di ricordare che il recupero di questi Giornali degli scavi ro- mani (1872-1935), che formano un vero e proprio diario dei ritrovamenti nei grandi cantieri della Roma postunitaria, si deve a Emanuele Gatti, il quale, dopo averli ritro- vati in un locale delle Terme di Diocleziano, provvide alla numerazione delle pagine e alla redazione di un primo indice provvisorio. La loro digitalizzazione e organizzazione indicizzata, avvenuta a cura della Soprintendenza, si deve al coordinamento tecnico di Claudio Friuli. Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza la competenza e la determinazione di Luigia Attilia, archeologa e topografa della Roma antica, allieva di Ferdinando Casta- gnoli, oltre che, in un fortunato connubio disciplinare, Archivista diplomata presso la Scuola specialistica dell’Archivio di Stato di Roma, sostenuta nell’opera dalla costanza metodologica di Barbara Porcari, anch’essa Archeologa di scuola romana. SSBAR Storico Archivio © I “Giornali degli scavi” di Luigia Attilia I “Giornali degli scavi” conservati in seno all’Archivio Storico della Soprintendenza V Speciale per i Beni Archeologici di Roma, costituiscono un’importante serie archivisti- ca, pervenuta integra, nell’ambito del patrimonio documentario, formatosi nel corso dell’intensa attività istituzionale svolta nel tempo dalla Soprintendenza stessa. In qualità di vera e propria “serie archivistica”, essa è connotata dalle caratteristiche di tale defi- nizione: un “raggruppamento di documenti, eseguito dall'ente stesso, caratterizzato da omogeneità di forma, di oggetto e di materia in relazione alla funzione dell’ente”1. La serie dei “Giornali degli scavi” è costituita da otto faldoni, rilegati in cartoncino rigido, contenenti all’interno fascicoli contrassegnati dall’anno di pertinenza, che rac- colgono in ordine cronologico dal 1873 al 1935 i rapporti dei guardiani e degli assistenti addetti alla sorveglianza di scavi e cantieri nel territorio di Roma e suburbio. Ciascun faldone reca sul dorso l’indicazione originale a inchiostro del gruppo di anni relativi ai rapporti contenuti. Nella sistemazione pervenuta è stata purtroppo riscontrata l’assen- za di alcune annate. L’intera serie risulta quindi costituita da complessive 4270 pagine, numerate successivamente, comprensive di numerosi calchi su velina di iscrizioni e di schizzi misurati delle strutture rinvenute. La compilazione del “Giornale degli Scavi” ha origine con la nascita della Soprain- tendenza per gli Scavi di antichità e per la custodia dei monumenti della provincia di Roma, istituita come organo periferico del Ministero della Pubblica Istruzione con Regio Decreto del 26 marzo 1871, all’indomani dell’ingresso di Roma e del Lazio nel Regno d’Italia.