Quaderni Musicali Marchigiani 9 / 2002
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QUADERNI MUSICALI MARCHIGIANI 9 / 2002 a cura di Concetta Assenza Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo del MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI (L. 534/1996) ASSOCIAZIONE MARCHIGIANA PER LA RICERCA E VALORIZZAZIONE DELLE FONTI MUSICALI (A.Ri.M.-onlus) piazza del Plebiscito, 33 – 60121 Ancona tel. 071/52674; 3288095096 www.arimonlus.it e-mail: [email protected] QUADERNI MUSICALI MARCHIGIANI Comitato di redazione Concetta Assenza, Graziano Ballerini, Lucia Fava, Gabriele Moroni Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Vincenzo Caporaletti, Ugo Gironacci, Domenico Tampieri. Quota associativa annuale / 1 numero: Euro 15.50, da versare sul c/c postale n. 11899630 o c/c bancario n. 947026 del Monte dei Paschi di Siena, Ancona ASSOCIAZIONE MARCHIGIANA PER LA RICERCA E VALORIZZAZIONE DELLE FONTI MUSICALI (A.Ri.M.-onlus) QUADERNI MUSICALI MARCHIGIANI Volume 9 a cura di Concetta Assenza 2004 In copertina: Particolare dall’«Intavolatura di Ancona», ms. 41 presso la Biblioteca Comuna- le «L. Benincasa» di Ancona. La redazione del volume è stata chiusa il 16 giugno 2004 ISBN 88-392-0695-7 Copyright © 2004 by A.Ri.M.-onlus Edizioni QuattroVenti Snc, Cas. Post. 156, Urbino Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i Paesi. Sommario Renato Meucci Una spinetta di Donatus Undeus (1594) da Gaspare Spontini, a Regi- naldo Galeazzi, a Pietro Mascagni 7 Con un contributo di John Henry van der Meer Luca Ortelli L’ultima produzione teatrale di Mezio Agostini (1875-1944) 17 Mauro Ferrante Regesto del carteggio Paci di Ascoli Piceno 95 Recensioni Libri: Censimento delle fonti musicali in Abruzzo, a cura di Gianfranco Mi- scia, Roma, Ismez, 2001, (Mauro Amato); PAOLO FABBRI, Rossini nelle raccolte Piancastelli di Forlì, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2001; Rossini a Bolo- gna. Note documentarie in occasione della mostra ‘Rossini a Bologna’, a cura di Luigi Verdi, Bologna, Pàtron Editore, 2000; SAVERIO LAMACCHIA, La “Zelmi- ra” di Gioachino Rossini, Taranto, Edizioni Palese, 2002 (Marco Beghelli); Le Muse. Storia del Teatro di Ancona, a cura di Marco Salvarani, Ancona, Il lavo- ro editoriale, 2002 (Giorgio Gualerzi); PAOLO MALAIGIA (con la collaborazione di Ivana Gabrielli), Una banda, un paese. Storia del Premiato Corpo Bandi- stico Città di Monte Urano, Comune di Monte Urano – Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, 2002 (Marino Anesa). Dischi: Fernando MENCHERINI (1949-1997), Playtime; Liviabella suona Livia- bella. Registrazioni inedite (Paola Ciarlantini); Lauro ROSSI, Il Domino nero (Italo Vescovo) 225 Indice dei nomi e dei luoghi 247 Libri ricevuti 255 Statuto dell’A.Ri.M. - O.N.L.U.S. 257 Pubblicazioni A.Ri.M. 265 5 Una spinetta di Donatus Undeus (1594) da Gaspare Spontini, a Regi- naldo Galeazzi, a Pietro Mascagni di Renato Meucci Con un contributo di John Henry van der Meer I percorsi della ricerca seguono a volte strade tortuose, a volte sentieri accidentati, altre ancora itinerari del tutto fortuiti. È questo il caso di una serie di circostanze che mi hanno portato a conoscenza di una spinetta cinquecente- sca, della sua storia recente e delle vicissitudini tramite le quali essa è giunta nel museo dedicato a Pietro Mascagni dalla sua città natale, Livorno. Nel visitare più di dieci anni fa tale raccolta, la mia attenzione fu attratta da questo strumento, costruito da Donatus Undeus (de Undeis) nel 1594 e recante inoltre una scritta graffita con il nome di Gaspare Spontini e la data 1788. L’interesse per l’antico esemplare, ignoto fino ad allora ai repertori di cembalaria, il nome del suo celebre costruttore e il fatto che esso potesse essere in qualche modo in relazione con Spontini, rappresentavano già di per sé un motivo sufficiente a divulgare nel settore specialistico la notizia di tale rinvenimento. Ciò che feci segnalandolo all’amico John Henry van der Meer e recandomi insieme con lui a visitare di nuovo il museo per rilevarne i dati tecnici (i quali appaiono a sua firma in appendice a questo saggio). Entrambi ci domandammo quale circostanza potesse aver fatto giungere Ma- scagni in possesso di un simile reperto, ma all’epoca della nostra visita non fummo in grado di raccogliere informazioni utili al riguardo, né tali motiva- zioni erano note al personale allora operante nel museo. La portata del ritrovamento sembrava dunque potersi concludere, a quel punto, con la significativa aggiunta di un ulteriore prezioso strumento musi- cale ai tanti già conosciuti conservati nei musei italiani. 1 Qualche anno più tardi, tuttavia, trovandomi ad Ascoli Piceno per alcune ricerche biografiche sul musicista e matematico settecentesco Francesco Ga- leazzi (1758-1819), nonché sui numerosi discendenti musicisti e liutai di tale famiglia ascolana, 2 venni casualmente a conoscenza di un documento illu- minante, che racconta in dettaglio le vicende recenti della stessa spinetta, 1 L’esistenza di questa spinetta fu infatti prontamente segnalata da van der Meer al cura- tore della nuova edizione del dizionario biografico Boalch, Charles Mould, ed è quindi stata censita in tale repertorio (cfr. Donald H. BOALCH, Makers of the Harpsichord and Clavi- chord, 1440-1840, 3a ed. a cura di Charles Mould, Oxford, Clarendon Press, 1995, p. 667). 2 Si veda al riguardo il mio articolo, Le opinioni di Francesco Galeazzi (1791) sulla costruzione del violino, con notizie sui liutai della famiglia Galeazzi, «Liuteria Musica e Cul- tura», 1995, pp. 9-19. 7 Renato Meucci episodi di una storia tutta marchigiana che ne giustifica appieno la presenta- zione in questo periodico. Nel maggio del 1964 lo storico ascolano don Giuseppe Fabiani aveva dato notizia su un quotidiano locale 3 della donazione, da parte di un discen- dente di Galeazzi, alla Biblioteca Comunale di Ascoli di una raccolta di te- stimonianze relative a Mascagni e ai suoi rapporti con Ascoli, testimonianze riguardanti in particolare un allestimento dell’Amico Fritz al Teatro «Ventidio Basso» nel 1896, nonché l’amichevole relazione tra il compositore livornese e il direttore d’orchestra ascolano Giuseppe Galeazzo Galeazzi (1846-1918). Nello stesso articolo don Fabiani ricordava che Mascagni aveva soggior- nato una prima volta ad Ascoli nel 1886, in un momento a lui particolar- mente sfavorevole per lo scioglimento della compagnia in cui lavorava, e che in seguito, complici proprio i buoni rapporti con il direttore Giuseppe Galeazzo Galeazzi, egli vi era ritornato con accoglienze esaltanti nel 1896 (c’era stato di mezzo il trionfo di Cavalleria), dirigendovi in prima persona la citata recita di Amico Fritz. Nel suo articolo Fabiani menzionava ancora un altro esponente della fa- miglia Galeazzi, Reginaldo (1866-1948), violinista e direttore di vaglia, fra- tello minore di Giuseppe Galeazzo e padre dello scrittore e drammaturgo Antonio Galeazzo (1891-1970), quest’ultimo donatore alla biblioteca ascola- na della suddetta raccolta di ricordi mascagnani. Fu forse la menzione del padre, forse i particolari biografici sui rapporti tra i Galeazzi e Mascagni, che spinsero Antonio Galeazzo Galeazzi ad invia- re allo stesso don Fabiani una lettera di ringraziamento, datata 1o giugno 1964, nella quale egli ritornava sull’argomento precisando che anche suo pa- dre, come il fratello maggiore, aveva avuto con Mascagni rapporti molto amichevoli, e che era stato proprio Reginaldo a donare a quest’ultimo la spinetta di cui abbiamo promesso di occuparci. 4 Stando a quanto egli racconta, l’amicizia tra Reginaldo Galeazzi e Ma- scagni era nata prima del 1886, all’epoca in cui il compositore livornese era direttore della compagnia Scognamiglio, un complesso itinerante che si de- dicava in prevalenza alla rappresentazione di operette, mentre Reginaldo ne era primo violino e la futura signora Mascagni, Lina, vi lavorava come cori- sta. Allorché questa compagnia venne sciolta e Mascagni si trovò in serie difficoltà economiche, fu il violinista ad invitare il maestro a ritirarsi con lui per qualche giorno presso l’abitazione dei Galeazzi in Ascoli. L’amichevole relazione tra i due fu in seguito più volte ravvivata, in par- ticolare dopo l’episodio non certo esaltante, per un Mascagni oramai divenu- to celebre ed acclamato, dell’insuccesso delle Maschere (1901), l’opera mes- sa in scena in sei teatri simultaneamente e che ebbe esito disastroso in ben 3 «Il Nuovo Piceno», 23 maggio 1964, pag. 7. 4 La lettera in oggetto è conservata nella Biblioteca Comunale «Giulio Gabrielli» di Ascoli Piceno (Fondo Autografi, no. 91). Desidero ringraziare lo studioso ascolano Tito Bene- detto Marini, che con molta disponibilità e cortesia mi additò questa e altre testimonianze relative ai Galeazzi, fornendomi inizialmente anche una copia del documento in esame. 8 Una spinetta di Donatus Undeus (1594) da Gaspare Spontini, a Reginaldo Galeazzi, a Pietro Mascagni cinque di essi (ma non in dodici, come si sostiene iperbolicamente nella lettera). Fu proprio in quella circostanza, dunque nel 1901, che Reginaldo Ga- leazzi – secondo il racconto del figlio – regalò al maestro la spinetta appar- tenuta in precedenza a Gaspare Spontini, e giunta in possesso del violinista grazie a un dono fattogli da «un tale prof. Stefanucci di Maiolati, erede del Grande Maestro». Ma ecco la trascrizione dello scritto cui si è lungamente accennato. Roma, 1o giugno 1964. Rev. Mons. Fabiani, l’amico dott. Vettori, l’attore di questo mio ringraziamento a Lei, gli conferirà tutto il significato. Ma poichè il Suo articolo mi dà anche il fortunato appiglio per intrattenermi qualche minuto con Lei, ne approfitto, lusingandomi che Ella non debba rammaricarsi del breve tempo che Le ruberò. Ella, nell’articolo, ricorda il crollo della compagnia Scognamiglio, della cui or- chestra Pietro Mascagni era direttore. Non so se Ella sappia, ma forse sì, che la futura signora Lina Mascagni ne era una corista e che mio padre Reginaldo ne era – ma forse Lei questo non sa – il primo violino. E che fu appunto mio padre, il quale cercò, dopo quel crollo, temporaneo rifugio presso la casa del padre Francesco, in Ascoli, a trarvi con lui l’amico in distretta, Pietro Masca- gni, approfittando della..