Quaderni Musicali Marchigiani 10 / 2003
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QUADERNI MUSICALI MARCHIGIANI 10 / 2003 a cura di Elisabetta Pasquini Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo di ARENA SFERISTERIO PROVINCIA DI MACERATA. ASSESSORATO ALLA CULTURA e del MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI (L. 534/1996) ASSOCIAZIONE MARCHIGIANA PER LA RICERCA E VALORIZZAZIONE DELLE FONTI MUSICALI (A.Ri.M.-onlus) piazza del Plebiscito, 33 – 60121 Ancona tel. 071/52674; 3288095096 www.arimonlus.it e-mail: [email protected] QUADERNI MUSICALI MARCHIGIANI Comitato di redazione Concetta Assenza, Graziano Ballerini, Lucia Fava, Gabriele Moroni Quota associativa annuale / 1 numero: Euro 20, da versare sul c/c postale n. 11899630 o c/c bancario n. 947026 del Monte dei Paschi di Siena, Ancona ASSOCIAZIONE MARCHIGIANA PER LA RICERCA E VALORIZZAZIONE DELLE FONTI MUSICALI (A.Ri.M.-onlus) QUADERNI MUSICALI MARCHIGIANI Volume 10 a cura di Elisabetta Pasquini In copertina: Spartito di «O dolce concento» di Wolfgang Amadé Mozart con le variazioni di Angelica Catalani, inserite nell’opera di Giacomo Gotifredo Ferrari Le virtuose in puntiglio (London, Lavenu, 1808?). La redazione del volume è stata chiusa il 18 aprile 2005 ISBN 88-392-0742-2 Copyright © 2005 by A.Ri.M.-onlus Edizioni QuattroVenti S.r.l., Urbino www.edizioniquattroventi.it [email protected] Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i Paesi. Sommario Convegno “Cantante di Marca” (Macerata, Teatro “Lauro Rossi”, 12-14 novembre 1999) Claudio Orazi Presentazione 7 Giorgio Gualerzi Perché questo convegno 9 Gabriele Moroni Natura e arte, virtuosità contro espressione, melodia italiana e canto tedesco. Angelica Catalani negli articoli dell’«Allgemeine musikalische Zeitung» 11 Marco Beghelli Marche, terra di castrati 23 Giorgio Appolonia Angelica Catalani, ovvero “della poetica della meraviglia” 37 Paola Ciarlantini Il percorso biografico-artistico di Clorinda Corradi Pantanelli, “musa” di Carlo Leopardi 73 Marisa Cianconi Vitali Spunti di cronaca e di costume da un carteggio ritrovato, ovvero del- l’interesse per il passato remoto 87 Gianni Gualdoni Percorsi didattici di una scuola di canto marchigiana 93 Marta Mancini Esperienze didattiche vocali del ’900. La scuola di canto a Pesaro – Arturo Melocchi 141 Fernando Battaglia Il giovane Gigli, tenore “di grazia”, nelle incisioni acustiche (1918-24) 163 Piero Mioli «O cieli azzurri»: il contributo di Renata Tebaldi e Anita Cerquetti alla vocalità del soprano ottocentesco 167 5 Sommario Andrea Foresi La fantasia sorridente. Pensando a Sesto Bruscantini 179 Giancarlo Landini Continuità e contaminazione nella vocalità di Franco Corelli 185 Robleto Merolla Il “metodo forte” di Arturo Melocchi, ovvero l’identità di un grande maestro 239 Roberto Servile Testimonianza sul “metodo Melocchi” 243 Indice dei nomi e dei luoghi 247 Statuto dell’A.Ri.M. – O.N.L.U.S. 267 Pubblicazioni A.Ri.M. 275 6 Presentazione L’Associazione Sferisterio – MacerataOpera ha inteso promuovere un convegno di studi sul tema dei grandi cantanti marchigiani affidan- done il coordinamento al prof. Giorgio Gualerzi, con la presenza di pre- stigiosi relatori. Si è trattato di una ulteriore occasione per confermare il ruolo di una istituzione musicale che ha saputo accreditarsi a livello nazionale ed internazionale grazie ad una variegata e sempre stimolante proget- tualità artistica: il grande repertorio operistico all’Arena Sferisterio, le commissioni d’opera contemporanea e le rarità musicali al Teatro “Lauro Rossi”, la ricerca di rare fonti musicali conservate nelle biblioteche ed archivi storici delle Marche eseguite nelle chiese e luoghi d’arte della Provincia di Macerata. Un moderno laboratorio musicale che affonda le proprie radici in un patrimonio d’arte e di cultura che, anche attraverso l’impareggiabile testimonianza dei grandi cantanti marchigiani, illustra la nostra Regione nel mondo. Claudio Orazi 7 Perché questo convegno di Giorgio Gualerzi Debbo iniziare col precisare cosa abbia da spartire un non-marchigiano, un torinese addirittura, con una manifestazione organizzata a Macerata, nel cuore delle Marche. Null’altro se non la radicata convinzione che, nel rap- porto Italia/musica, le Marche rappresentino un’oasi privilegiata. Non esiste infatti un’altra regione italiana che abbia dato i natali a un tal numero di operisti (Pergolesi Spontini Rossini sono soltanto le punte emergenti), di cantanti, di luoghi di spettacolo (un centinaio di teatri sette-ottocenteschi fra piccoli medi grandi), e persino di impresari (dal grande Alessandro Lanari al mitico Ciro Ragazzini di Macerata Feltria che, nel 50o della scompar- sa, occorso nel maggio 1999, avrebbe meritato qualcosa di più che spora- diche menzioni). Fu proprio questo preciso convincimento che nel 1990 e ’91 mi spinse – in quel di Fermo, e c’è chi ben lo ricorda – a gettare le basi per una manife- stazione come questa. Furono però tentativi resi sostanzialmente vani da in- trighi e rivalse che, se non sminuiscono il mio interesse per le Marche come terra musicale, mi costrinsero tuttavia a prendere le distanze da municipali- smi e localismi, ancora oggi tutt’altro che debellati. Ci sono voluti il 1999 e la particolare occasione, doppiamente celebrati- va – il 150o anniversario della scomparsa della mitica Angelica Catalani e l’80o genetliaco di un cantante “storico” come Sesto Bruscantini – per in- durmi a rinnovare la proposta di un articolato Convegno da dedicare ai can- tanti. Un Convegno sostenuto dall’Associazione Sferisterio – MacerataOpera, che offriva tutte le garanzie per un felice svolgimento, sottraendolo a condi- zionamenti di qualsiasi genere. Eccoci dunque pronti a inaugurare questa manifestazione – la prima di tal genere in Italia, e destinata forse a proliferare (gli spunti non manche- ranno davvero) –, dove contributi di ordine squisitamente musicologico con- vivono con relazioni affrontate con tutti gli strumenti offerti da una collau- data scientificità, da emeriti studiosi della vocalità e dei suoi complessi pro- blemi. Anzi, è proprio sotto quest’ultimo profilo che, al di là dello specifico legame con le Marche, va còlto il significato profondo di questa manife- stazione. Ultimo del secolo che se ne va, il Convegno porta con sé tutto un patrimonio di storia del teatro in musica costruita e vissuta grazie al fonda- mentale contributo di cantanti che nelle Marche annoverano ineludibili punti di riferimento. È un patrimonio però deliberatamente trascurato, quando non vilipeso, dalla palese insofferenza, direi addirittura dall’arroganza, dei ge- stori del presente operistico. La sfida tecnologica, sempre più incalzante nel- 9 Perché questo convegno la sua apparente inarrestabilità, sta provocando l’inquinamento della materia prima, anticamera del disastro ecologico destinato ad alterare equilibri con- solidati da secoli, a livellare meriti veri o presunti, a stravolgere gerarchie di valori. Non a caso questo Convegno – che si propone di riscoprire e far rivive- re momenti di storia recente e passata della vocalità attraverso i suoi prota- gonisti marchigiani – può essere inteso come un’ultima spiaggia dalla quale sarebbe forse il caso di rilanciare il famoso precetto verdiano «Torniamo al- l’antico, e sarà meglio per tutti». A cominciare dal fosco avvenire che si prepara al canto e ai suoi messaggeri. 10 Natura e arte, virtuosità contro espressione, melodia italiana e canto tedesco. Angelica Catalani negli articoli dell’«Allgemeine musikalische Zeitung» di Gabriele Moroni Il presente intervento nasce dal desiderio di avvicinarsi in maniera più approfondita e scevra da sedimentati luoghi comuni a una delle più grandi cantanti della nostra storia, che suscitò entusiasmi forse senza precedenti ma anche critiche talora aspre e pungenti. Come avviene di frequente quando ci si riferisce a grandi personalità, su questa singolare figura di artista si è pro- dotta una ricca aneddotica (probabilmente stimolata da lei stessa), e risulta difficile valutare appieno la veridicità dell’enorme mole di testimonianze (solo per accennare all’impressione suscitata nei contemporanei, ricordiamo che su di lei si espressero Chopin Goethe Leopardi Paganini Spohr Sten- dhal). L’«Allgemeine musikalische Zeitung» è la rivista specialistica che più se n’è interessata, riservandole un centinaio di pagine; inoltre, negli articoli che la riguardano mancano riferimenti di tipo aneddotico: al di là dei ricchi dati biografici che se ne ricavano, essi sono dunque utili per definire quale fosse il giudizio della critica coeva. 1 Ricordiamo, in estrema sintesi, le tappe principali della vita artistica del- la Catalani. 2 Nell’autunno 1797 esordisce sulle scene di Venezia, e ottiene un successo tale da aprirle la strada a una carriera che si rivelerà trionfale. Nel 1801 viene ingaggiata dall’Opera Italiana di Lisbona per una serie di recite, con il compenso allora favoloso di 24 000 scudi. Nel 1806 dà con- certi a Parigi (anche alla presenza di Napoleone Bonaparte), e nel dicembre dello stesso anno abbandona la capitale francese per recarsi a Londra. Ri- marrà in Inghilterra fino al ’13: quasi sette anni che costituiranno il periodo più felice della sua attività. Nel ’14 ritorna a Parigi e ottiene la direzione del Théâtre Italien, che conduce fino al ’18 con esiti fallimentari. Chiusa l’e- sperienza parigina, inizia una serie di viaggi che la porteranno a esibirsi in concerto nelle principali corti e capitali europee, osannata ma talvolta anche criticata. Conclusa la carriera nel ’32, si stabilisce a Firenze; nel ’49 si