Marino Faliero

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Marino Faliero www.ferragamo.com VENEZIA Calle Larga XXII Marzo, 2093 FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA Paolo Costa presidente Cesare De Michelis Pierdomenico Gallo Achille Rosario Grasso Mario Rigo Valter Varotto Giampaolo Vianello consiglieri Giampaolo Vianello sovrintendente Sergio Segalini direttore artistico Marcello Viotti direttore musicale Angelo Di Mico presidente Luigi Braga Adriano Olivetti Maurizia Zuanich Fischer SOCIETÀ DI REVISIONE PricewaterhouseCoopers S.p.A. Marino Faliero La Fenice prima dell’Opera 2002-2003 8 FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA Marino Faliero azione tragica in tre atti libretto di Giovanni Emanuele Bidera musica di Gaetano Donizetti Teatro Malibran venerdì 20 giugno 2003 ore 20.00 turni A-Q domenica 22 giugno 2003 ore 15.30 turno B martedì 24 giugno 2003 ore 20.00 turni D-R venerdì 27 giugno 2003 ore 20.00 turni E-H domenica 29 giugno 2003 ore 15.30 turni C-I-V Gaetano Donizetti all’epoca di Zoraida di Granata (Roma, Teatro Argentina, 1822). Miniatura su avorio. Sommario 7 La locandina 9 «È traditor chi è vinto / E tal son io» di Michele Girardi 11 Marino Faliero: libretto e guida all’opera a cura di Giorgio Pagannone 63 Marino Faliero in breve a cura di Gianni Ruffin 65 Argomento – Argument – Synopsis – Handlung 73 Paolo Fabbri «Fosca notte, notte orrenda» 89 Francesco Bellotto L’immaginario scenico del Marino Faliero 103 Guido Paduano L’individuo e lo stato. Byron, Delavigne, Donizetti 128 Il contratto del Marino Faliero 133 Emanuele Bidera Marino Faliero, libretto della prima versione, a cura di Maria Chiara Bertieri 151 Francesco Bellotto Bibliografia 157 Online: Marin Faliero «dux VeNETiarum» a cura di Roberto Campanella 165 Gaetano Donizetti a cura di Mirko Schipilliti Il frontespizio del libretto pubblicato per la prima italiana (Firenze, 1836). Marino Faliero azione tragica in tre atti libretto di Giovanni Emanuele Bidera musica di Gaetano Donizetti Revisione e ricostruzione moderna della partitura dal manoscritto originale di Aurelio Maggioni Editore Casa Ricordi, Milano personaggi ed interpreti Marino Faliero Michele Pertusi Israele Bertucci Roberto Servile Fernando Rockwell Blake Steno Enrico Giuseppe Iori Leoni Massimiliano Tonsini Elena Mariella Devia Irene Elisabetta Martorana Vincenzo Enrico Masiero Un gondoliere Christian Ricci Beltrame Cosimo Diano Pietro Franco Boscolo Strozzi Roberto De Biasio Luca Favaron I figli di Israele Roberto Menegazzo Massimiliano Liva Un sacerdote Antonio Casagrande maestro concertatore e direttore Bruno Campanella regia Daniele Abbado regista collaboratore Boris Stetka scene Gianni Carluccio costumi Carla Teti coreografia Giovanni Di Cicco light designer Guido Levi Orchestra e Coro del Teatro La Fenice direttore del Coro Piero Monti Coro dell’Ater allestimento del Teatro Regio di Parma 8 LA LOCANDINA Corpo di ballo Elisabetta Acella, Luca Alberti, Arianna Bolzonella, Elia Bonin, Manuela Bonora, Cristiano Fabbri, Davide Frangioni, Laura Magro, Simone Magnani, Alessandro Mathis, Stefano Pagin, Roberto Pierantoni, Aniko Pusztai, Francesca Zaccaria direttore musicale di palcoscenico Giuseppe Marotta direttore di palcoscenico Paolo Cucchi responsabile allestimenti scenici Massimo Checchetto maestro di sala Stefano Gibellato altro maestro di sala Roberta Ferrari aiuto maestro del coro Ulisse Trabacchin altro direttore di palcoscenico Lorenzo Zanoni assistente scenografo Walter Carreri maestri di palcoscenico Silvano Zabeo, Maria Cristina Vavolo, Ilaria Maccacaro, Jung Hun Yoo maestro rammentatore Pierpaolo Gastaldello maestro alle luci Gabriella Zen capo macchinista Vitaliano Bonicelli capo elettricista Vilmo Furian capo attrezzista Roberto Fiori capo sarta Rosalba Filieri responsabile della falegnameria Adamo Padovan coordinatore figuranti Claudio Colombini costumi Teatro Regio di Parma, Sartoria Nori (Roma), Sartoria Farani (Roma) calzature CTC Pedrazzoli (Milano), Sartoria Nori (Roma) parrucche Mario Audello (Torino) gioielli Newdel (Milano) sopratitoli Studio GR (Venezia) «È traditor chi è vinto / E tal son io» In chiusura di stagione La Fenice offre al pubblico un cupo scorcio di storia venezia- na: nel 1355 il Doge Marino Faliero, che premeva perché la Repubblica si annettes- se l’Impero bizantino, congiura con il popolo per ristabilire il potere personale con- tro l’oligarchia aristocratica, ma viene scoperto e messo a morte. In copertina, ritratto in veste nera da Francesco Hayez, Faliero è pronto ad ap- poggiare il capo sul ceppo posto sulla Scala dei Giganti; il suo atteggiamento è rasse- gnato, ma fiero al tempo stesso. Il pittore, che gli prestò il suo stesso volto, vibra con lui, così come Donizetti, che nell’opera, pur rilevandone l’utopia nel finale, gli rese intera la dignità dell’eroe idealista, intento a combattere il sopruso. Francesco Bel- lotto offre una lettura originale di questo e di altri due dipinti (uno sempre di Hayez, l’altro di Delacroix), intrecciandoli con la drammaturgia musicale dell’opera: Il pittore, allo stesso modo di Donizetti, non sceglie come «ultimo momento» il morire del Doge, ma la sua svestizione, assieme alle storie individuali raccontate dalle espressioni de- gli ‘attori’: si notino ad esempio i commenti e i diversi atteggiamenti dei tre personaggi che sorreggono il vestito accuratamente piegato. Insomma, credo non sia un errore collocare il dipinto nel medesimo ambiente estetico del melodramma (p. 98). Anch’io credo che l’ipotesi non sia affatto un errore, e neppure il nostro grafico Mar- co Riccucci che, in copertina, mette a fuoco i protagonisti del dramma individuale: il Doge, il boia, l’accusatore implacabile (chi potrebbe dubitare che sia Leoni mentre gli legge la sentenza?), la moglie Elena disperata sulla sommità, che «ha l’atteggiamento intenso e drammatico tipico di molte Madonne ai piedi della croce» (ibid.). Chiudiamo la serie 2002-2003 de «La Fenice prima dell’opera» con un volume dalla struttura simmetrica rispetto al primo (dedicato a Thaïs): tre saggi anziché due sono giustificati dalla rarità di questi titoli sulle nostre scene. Apre le danze Giorgio Pagannone, che cura l’edizione del primo libretto, corredandola di un ampio appa- rato in cui dà conto delle varianti in partitura e delle differenze testuali fra le diffe- renti versioni, ma soprattutto redige una guida all’ascolto che penetra a fondo la drammaturgia musicale del capolavoro di Donizetti. Arricchiscono la pubblicazione due bozzetti di Domenico Ferri per la prima rap- presentazione del Marino Faliero, reperiti da Maria Ida Biggi, che ringrazio, anche per il sostegno costante alle nostre ricerche. Le sorprese continuano nella cospicua se- zione di documenti inediti, a cominciare dal libretto originale concepito da Bidera, noto sinora in una riproduzione olografa, ma qui trascritto e pazientemente curato da Maria Chiara Bertieri. Esso è preceduto dal facsimile del contratto per Marino Fa- liero tra Donizetti e il Théâtre Italien: se possiamo leggerlo in queste pagine lo dob- biamo alla cortesia della Fondazione Donizetti di Bergamo, che ne è proprietaria. Es- 10 MICHELE GIRARDI sa garantisce la qualità degli studi sul compositore ed è qui rappresentata, oltre che da Francesco Bellotto, dal suo direttore scientifico Paolo Fabbri che, nel saggio ini- ziale, illustra la genesi dell’opera e la sua drammaturgia, ponendone a confronto le differenti stesure (Napoli, Parigi, Firenze). Guido Paduano, infine, mette a paragone la fonte principale del lavoro dei librettisti, la pièce di Delavigne, con il dramma di Byron, antecedente, e l’opera di Donizetti, in un’analisi serrata e ricca di prospettive critiche nuove. Nota infine il nostro Caronte informatico, Roberto Campanella, che Il melodramma romantico del primo Ottocento, dunque, si appropria del mito negativo di Venezia, come testimonia anche Il Bravo di Mercadante (1839), un altro torbido dram- mone, fatto di intrighi e colpi di scena, che si svolge sotto il cielo della Serenissima, con la segreta complicità del famigerato Consiglio dei Dieci. […] La situazione, nella realtà storica, era alquanto diversa: infatti, al di là delle forzature pre- senti nel dramma, fu proprio grazie alle istituzioni oligarchiche, se la Serenissima riuscì, nel bene e nel male, ad impedire per secoli ogni forma di assolutismo (p. 159). Ma l’arte ha le sue regole, e la scelta drammatica di Donizetti rivela quel pessimismo di fondo che anticipa, ancora una volta, la visione ‘politica’ di Giuseppe Verdi: nella dichiarazione di Faliero a Leoni, «È traditor chi è vinto / E tal son io», l’Autore non condivide certo né la prospettiva tra chi giudica né di chi, giudicato, constata ama- ramente il proprio fallimento. Michele Girardi DonizettiGAETANO Marino Faliero Libretto di Giovanni Emmanuele Bidera (1835), con aggiunte di Agostino Ruffini Edizione a cura di Giorgio Pagannone, con guida musicale all’opera 1 2 1. Thomas Phillips (1770-1735), George Gordon, VI barone Byron (1788-1824). Londra, The National Portrait Gallery. Il suo Marino Faliero (Drury Lane, 1821) è tra le fonti del libretto di Bidera. Da un al- tro dramma di Byron (The Two Foscari, Covent Garden, 1828) Piave trasse per Verdi il libretto dei Due Foscari. 2. Casimir Delavigne (1793-1843). Bruxelles, Collezione Fulvio Lo Presti. La sua tragedia Marino Falie- ro è la fonte diretta del libretto di Bidera. Anche il libretto del Paria è basato su una tragedia di Delavigne. Marino Faliero, libretto e guida all’opera a cura di Giorgio Pagannone La presente edizione si basa sul libretto stampato in occasione della prima
Recommended publications
  • Donizetti Operas and Revisions
    GAETANO DONIZETTI LIST OF OPERAS AND REVISIONS • Il Pigmalione (1816), libretto adapted from A. S. Sografi First performed: Believed not to have been performed until October 13, 1960 at Teatro Donizetti, Bergamo. • L'ira d'Achille (1817), scenes from a libretto, possibly by Romani, originally done for an opera by Nicolini. First performed: Possibly at Bologna where he was studying. First modern performance in Bergamo, 1998. • Enrico di Borgogna (1818), libretto by Bartolomeo Merelli First performed: November 14, 1818 at Teatro San Luca, Venice. • Una follia (1818), libretto by Bartolomeo Merelli First performed: December 15, 1818 at Teatro San Luca,Venice. • Le nozze in villa (1819), libretto by Bartolomeo Merelli First performed: During Carnival 1820-21 at Teatro Vecchio, Mantua. • Il falegname di Livonia (also known as Pietro, il grande, tsar delle Russie) (1819), libretto by Gherardo Bevilacqua-Aldobrandini First performed: December 26, 1819 at the Teatro San Samuele, Venice. • Zoraida di Granata (1822), libretto by Bartolomeo Merelli First performed: January 28, 1822 at the Teatro Argentina, Rome. • La zingara (1822), libretto by Andrea Tottola First performed: May 12, 1822 at the Teatro Nuovo, Naples. • La lettera anonima (1822), libretto by Giulio Genoino First performed: June 29, 1822 at the Teatro del Fondo, Naples. • Chiara e Serafina (also known as I pirati) (1822), libretto by Felice Romani First performed: October 26, 1822 at La Scala, Milan. • Alfredo il grande (1823), libretto by Andrea Tottola First performed: July 2, 1823 at the Teatro San Carlo, Naples. • Il fortunate inganno (1823), libretto by Andrea Tottola First performed: September 3, 1823 at the Teatro Nuovo, Naples.
    [Show full text]
  • Lucia Di Lammermoor
    LUCIA DI LAMMERMOOR An in-depth guide by Stu Lewis INTRODUCTION In Gustave Flaubert’s Madame Bovary (1857), Western literature’s prototypical “Desperate Housewives” narrative, Charles and Emma Bovary travel to Rouen to attend the opera, and they attend a performance of Lucia di Lammermoor. Perhaps Flaubert chose this opera because it would appeal to Emma’s romantic nature, suggesting parallels between her life and that of the heroine: both women forced into unhappy marriages. But the reason could have been simpler—that given the popularity of this opera, someone who dropped in at the opera house on a given night would be likely to see Lucia. If there is one work that could be said to represent opera with a capital O, it is Lucia di Lammermoor. Lucia is a story of forbidden love, deceit, treachery, violence, family hatred, and suicide, culminating in the mother of all mad scenes. It features a heroic yet tragic tenor, villainous baritones and basses, a soprano with plenty of opportunity to show off her brilliant high notes and trills and every other trick she learned in the conservatory, and, to top it off, a mysterious ghost haunting the Scottish Highlands. This is not to say that Donizetti employed clichés, but rather that what was fresh and original in Donizetti's hands became clichés in the works of lesser composers. As Emma Bovary watched the opera, “She filled her heart with the melodious laments as they slowly floated up to her accompanied by the strains of the double basses, like the cries of a castaway in the tumult of a storm.
    [Show full text]
  • Europa E Italia. Studi in Onore Di Giorgio Chittolini
    21 CORE VENICE AND THE VENETO Metadata, citation and similar papers at core.ac.uk Provided by Reti Medievali Open Archive DURING THE RENAISSANCE THE LEGACY OF BENJAMIN KOHL Edited by Michael Knapton, John E. Law, Alison A. Smith thE LEgAcy of BEnJAMin KohL BEnJAMin of LEgAcy thE rEnAiSSAncE thE during VEnEto thE And VEnicE Smith A. Alison Law, E. John Knapton, Michael by Edited Benjamin G. Kohl (1938-2010) taught at Vassar College from 1966 till his retirement as Andrew W. Mellon Professor of the Humanities in 2001. His doctoral research at The Johns Hopkins University was directed by VEnicE And thE VEnEto Frederic C. Lane, and his principal historical interests focused on northern Italy during the Renaissance, especially on Padua and Venice. during thE rEnAiSSAncE His scholarly production includes the volumes Padua under the Carrara, 1318-1405 (1998), and Culture and Politics in Early Renaissance Padua thE LEgAcy of BEnJAMin KohL (2001), and the online database The Rulers of Venice, 1332-1524 (2009). The database is eloquent testimony of his priority attention to historical sources and to their accessibility, and also of his enthusiasm for collaboration and sharing among scholars. Michael Knapton teaches history at Udine University. Starting from Padua in the fifteenth century, his research interests have expanded towards more general coverage of Venetian history c. 1300-1797, though focusing primarily on the Terraferma state. John E. Law teaches history at Swansea University, and has also long served the Society for Renaissance Studies. Research on fifteenth- century Verona was the first step towards broad scholarly investigation of Renaissance Italy, including its historiography.
    [Show full text]
  • Songs by Donizefti Composed for the Ferretti Family; There Are Numerous Mistakes
    TUTTO FERRETTI? During a recent visit to Italy I was pleased to find a handsome volume on Jacopo Fenetli. It is a series of papers resulting fiom a conference held 1996 by' Accqdemia Nozionale di Sanla Cecilia, Rome, and published last year. The contents are useful and include transcriptions of three hitherto uncatalogued songs by Donizefti composed for the Ferretti family; there are numerous mistakes. Are these Donizetti"s or the editor's? I was surprised to find that the deep sense of huniour shared by composer and librettist is not explored or the oiginality of Ferretti's own thought, as may be noted, for example, in the text of La cenerentolq . The last contribution is by Gianni Legger and is a listing of Ferretti's works entitled Tuno Ferreal? This is a fascinating list but ignores the cantata w tten by Ferretti and set to music by Donizetti and listed in my 1991 Donizetti, f,mbet A149, Qual.fremito soave. Sinoe lhe cantata throws light on the lost cafiala Il /ato (which is cataloeged), the following may be of interest to readers. Owners of the a/ll may safely add Al49 to Legger's list. When Ian Caddy and I were writing to libraries enquiring whether they had an).thing of inter€st by Mayr in their cataloques, we received a kind letter dated 3:9:86 ftom Prof Piero Meldini, director of lhe Biblioteca Civica Gambalungo, Rimini. No, he had no Malr ol interest, but perhaps the enclosed text of a Donizetti,/Ferretti cantata would be. If only all libraries were so caring over serious enquiriesl I am now glad to make available the full text I wrote in 1986 which was later reduced for my book, see pages 36 and 37.
    [Show full text]
  • Marino Faliero
    MARINO FALIERO Tragedia lirica. testi di Giovanni Emanuele Bidera musiche di Gaetano Donizetti Prima esecuzione: 12 marzo 1835, Parigi. www.librettidopera.it 1 / 44 Informazioni Marino Faliero Cara lettrice, caro lettore, il sito internet www.librettidopera.it è dedicato ai libretti d©opera in lingua italiana. Non c©è un intento filologico, troppo complesso per essere trattato con le mie risorse: vi è invece un intento divulgativo, la volontà di far conoscere i vari aspetti di una parte della nostra cultura. Motivazioni per scrivere note di ringraziamento non mancano. Contributi e suggerimenti sono giunti da ogni dove, vien da dire «dagli Appennini alle Ande». Tutto questo aiuto mi ha dato e mi sta dando entusiasmo per continuare a migliorare e ampliare gli orizzonti di quest©impresa. Ringrazio quindi: chi mi ha dato consigli su grafica e impostazione del sito, chi ha svolto le operazioni di aggiornamento sul portale, tutti coloro che mettono a disposizione testi e materiali che riguardano la lirica, chi ha donato tempo, chi mi ha prestato hardware, chi mette a disposizione software di qualità a prezzi più che contenuti. Infine ringrazio la mia famiglia, per il tempo rubatole e dedicato a questa attività. I titoli vengono scelti in base a una serie di criteri: disponibilità del materiale, data della prima rappresentazione, autori di testi e musiche, importanza del testo nella storia della lirica, difficoltà di reperimento. A questo punto viene ampliata la varietà del materiale, e la sua affidabilità, tramite acquisti, ricerche in biblioteca, su internet, donazione di materiali da parte di appassionati. Il materiale raccolto viene analizzato e messo a confronto: viene eseguita una trascrizione in formato elettronico.
    [Show full text]
  • Kenneth E. Querns Langley Doctor of Philosophy
    Reconstructing the Tenor ‘Pharyngeal Voice’: a Historical and Practical Investigation Kenneth E. Querns Langley Submitted in partial fulfilment of Doctor of Philosophy in Music 31 October 2019 Page | ii Abstract One of the defining moments of operatic history occurred in April 1837 when upon returning to Paris from study in Italy, Gilbert Duprez (1806–1896) performed the first ‘do di petto’, or high c′′ ‘from the chest’, in Rossini’s Guillaume Tell. However, according to the great pedagogue Manuel Garcia (jr.) (1805–1906) tenors like Giovanni Battista Rubini (1794–1854) and Garcia’s own father, tenor Manuel Garcia (sr.) (1775–1832), had been singing the ‘do di petto’ for some time. A great deal of research has already been done to quantify this great ‘moment’, but I wanted to see if it is possible to define the vocal qualities of the tenor voices other than Duprez’, and to see if perhaps there is a general misunderstanding of their vocal qualities. That investigation led me to the ‘pharyngeal voice’ concept, what the Italians call falsettone. I then wondered if I could not only discover the techniques which allowed them to have such wide ranges, fioritura, pianissimi, superb legato, and what seemed like a ‘do di petto’, but also to reconstruct what amounts to a ‘lost technique’. To accomplish this, I bring my lifelong training as a bel canto tenor and eighteen years of experience as a classical singing teacher to bear in a partially autoethnographic study in which I analyse the most important vocal treatises from Pier Francesco Tosi’s (c.
    [Show full text]
  • Grand Finals Concert
    NATIONAL COUNCIL AUDITIONS grand finals concert conductor Metropolitan Opera Carlo Rizzi National Council Auditions host Grand Finals Concert Anthony Roth Costanzo Sunday, March 31, 2019 3:00 PM guest artist Christian Van Horn Metropolitan Opera Orchestra The Metropolitan Opera National Council is grateful to the Charles H. Dyson Endowment Fund for underwriting the Council’s Auditions Program. general manager Peter Gelb jeanette lerman-neubauer music director Yannick Nézet-Séguin 2018–19 SEASON NATIONAL COUNCIL AUDITIONS grand finals concert conductor Carlo Rizzi host Anthony Roth Costanzo guest artist Christian Van Horn “Dich, teure Halle” from Tannhäuser (Wagner) Meghan Kasanders, Soprano “Fra poco a me ricovero … Tu che a Dio spiegasti l’ali” from Lucia di Lammermoor (Donizetti) Dashuai Chen, Tenor “Oh! quante volte, oh! quante” from I Capuleti e i Montecchi (Bellini) Elena Villalón, Soprano “Kuda, kuda, kuda vy udalilis” (Lenski’s Aria) from Today’s concert is Eugene Onegin (Tchaikovsky) being recorded for Miles Mykkanen, Tenor future broadcast “Addio, addio, o miei sospiri” from Orfeo ed Euridice (Gluck) over many public Michaela Wolz, Mezzo-Soprano radio stations. Please check “Seul sur la terre” from Dom Sébastien (Donizetti) local listings. Piotr Buszewski, Tenor Sunday, March 31, 2019, 3:00PM “Captain Ahab? I must speak with you” from Moby Dick (Jake Heggie) Thomas Glass, Baritone “Don Ottavio, son morta! ... Or sai chi l’onore” from Don Giovanni (Mozart) Alaysha Fox, Soprano “Sorge infausta una procella” from Orlando (Handel)
    [Show full text]
  • Sacred Scripture / Sacred Space
    Sacred Scripture / Sacred Space Unauthenticated Download Date | 2/4/19 9:22 AM Materiale Textkulturen Schriftenreihe des Sonderforschungsbereichs 933 Herausgegeben von Ludger Lieb Wissenschaftlicher Beirat: Jan Christian Gertz, Markus Hilgert, Hanna Liss, Bernd Schneidmüller, Melanie Trede und Christian Witschel Band 23 Unauthenticated Download Date | 2/4/19 9:22 AM Sacred Scripture / Sacred Space The Interlacing of Real Places and Conceptual Spaces in Medieval Art and Architecture Edited by Tobias Frese, Wilfried E. Keil and Kristina Krüger Unauthenticated Download Date | 2/4/19 9:22 AM ISBN 978-3-11-062913-2 e-ISBN (PDF) 978-3-11-062915-6 e-ISBN (EPUB) 978-3-11-063347-4 ISSN 2198-6932 This work is licensed under the Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 License. For details go to http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/. Library of Congress Control Number: 2018964345 Bibliographic information published by the Deutsche Nationalbibliothek The Deutsche Nationalbibliothek lists this publication in the Deutsche Nationalbibliografie; detailed bibliographic data are available on the Internet at http://dnb.dnb.de. © 2019 Frese et al., published by Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Boston This book is published in open access at www.degruyter.com. Cover Images: Florenz, San Pancrazio, Capella Rucellai, facade. Photo: Miguel Hermoso Cuesta, Wikimedia Commons (CC BY-SA 4.0). Typesetting: Sonderforschungsbereich 933 (Nicolai Schmitt), Heidelberg Printing and binding: Hubert & Co. GmbH & Co. KG, Göttingen www.degruyter.com Unauthenticated Download Date | 2/4/19 9:22 AM Contents Acknowledgements V Tobias Frese, Kristina Krüger Sacred Scripture / Sacred Space The Interlacing of Real Places and Conceptual Spaces in Medieval Art and Architecture.
    [Show full text]
  • I Puritani a Londra: Rassegna Stampa (Maggio - Ottobre 1835) Alice Bellini - Daniela Macchione*
    i, 2015 issn 2283-8716 I Puritani a Londra: rassegna stampa (maggio - ottobre 1835) Alice Bellini - Daniela Macchione* Si pubblica qui di seguito una raccolta di recensioni relative alla prima stagione dei Puritani1 di Vincenzo Bellini al King’s Theatre di Londra (21 maggio-15 agosto 1835). Le fonti utilizzate comprendono un’ampia varietà di periodici, senza tuttavia alcuna pretesa di completezza. I due omaggi alla memoria di Bellini aggiunti alla fine della rassegna, espressione di due differenti correnti critiche, sono stati scelti tra i vari articoli pubblicati a Londra alla notizia della morte del compositore; essi riassumono i primi sei anni di presenza belliniana sulle scene inglesi e illustrano la controversa recezione critica dell’opera italiana a Londra. I documenti sono presentati in ordine alfabetico per testata e cronologico per data di pubblicazione. L’ordine cronologico qui adottato ha il vantaggio di mettere in evidenza la particolarità delle somiglianze tra articoli pubblicati in diverse testate, dovute plausibilmente soprattutto all’autoimprestito, una pratica comune nella pubblicistica musicale londinese del tempo, così spiegata da Leanne Langley: Music journalists were obliged to be neither thorough nor objective; literary recycling and self-borrowing (often without acknowledgment) were common practices; most London music journalists, then as now, were freelancers working for more than one periodical, often anonymously and perhaps shading the tone and content of their writing to suit a given journal’s market profile;
    [Show full text]
  • Gianni Di Calais
    GAETANO DONIZETTI GIANNI DI CALAIS Melodramma semiserio in tre atti Prima rappresentazione: Napoli, Teatro del Fondo, 2 VIII 1828 Il 1828 fu un anno felice per Gaetano Donizetti: la collaborazione con Domenico Gilardoni procedeva proficuamente e L'esule di Roma gli aveva procurato il maggior successo della sua carriera napoletana. Con Barbaja aveva sottoscritto un nuovo contratto più redditizio e meno oneroso ed il debutto genovese di Alina, regina di Golconda (12 maggio) aveva ottenuto un "felicissimo esito" (a Mayr, 15 maggio 1828). Ma soprattutto il compositore aveva potuto sposare, il primo giugno, l'amata Virginia Vasselli. Gianni di Calais, composto in quell'estate, sembra risentire di un clima particolarmente sereno e propizio. In un tono allegro e favolistico, la vicenda si svolge secondo avvenimenti regolarmente anticipati dai protagonisti, togliendo attesa ed imprevedibilità alla successione dei fatti. Tra i protagonisti spicca la figura di Rustano, paladino del migliore sentimento di amicizia. La sua parte fu scritta per il celebre buffo Antonio Tamburini, acclamato per le sue eccezionali doti di vocalista. L'esordio ("Una barchetta in mar solcando va") è una divertente barcarola: l'amenità e l'arguzia del personaggio si svelano per mezzo di una canzone popolare napoletana, che suscitò l'entusiasmo del pubblico partenopeo. È affidata a Rustano anche la lieta conclusione ("Non vi è bene senza pene"), un rondò fedele alle consuetudini del tempo. Altro interprete di rango il tenore Giovanni Battista Rubini, nel ruolo di Gianni, la cui aria d'esordio ("Feste, pompe, omaggi, onori") verrà utilizzata da Donizetti nella versione italiana della Fille du reggiment (aria di Tonio).
    [Show full text]
  • FIORI DEL PARNASO Ritratti Di Artisti Della Scena Reggiana (Archivio Vivi)
    Testi: dott. Paola Meschini dott. Luciana Bonilauri Ufficio Stampa: dott. Rita Pansa Realizzazione: Liliana Corvo Annunziata Di Somma Silvia Lo Rillo Laura Vacondio Fotografie: Giuliano Ferrari Stampa: Grafitalia Ministero per i Beni e le Attività culturali ARCHIVIO DI STATO DI REGGIO EMILIA Inventari e cataloghi collana diretta da Paola Meschini FIORI DEL PARNASO Ritratti di artisti della scena reggiana (Archivio Vivi) Reggio Emilia, 2010 I TEATRI Le prime notizie dell’esistenza di un luogo deputa- to alle rappresentazioni teatrali a Reggio Emilia risalgono alla seconda metà del ‘500, quando fu adibita a “luogo teatrale” la sala delle adunanze del Pubblico Consiglio nel vecchio palazzo comunale, ormai non più sede degli uffici del Comune; questo si era trasferito nel nuovo edi- ficio antistante al vecchio, nella parte meridionale della attuale piazza Prampolini. Funzionava, contemporaneamente alla “stanza delle Commedie”, e con analoga destinazione a luogo teatrale, un altro sito della Comunità: la vicina costru- zione delle vecchie beccherie, andata da poco in disuso. Essa ospitava, a differenza della “stanza delle Comme- die” (destinata al teatro serio, “ufficiale”), le recite degli istrioni, ovvero degli attori del teatro dell’Arte. In quel periodo, l’élite dirigente dell’aristocrazia di corte e della borghesia frequentava il colto teatro “ufficiale”, mentre il ceto degli artigiani e dei bottegai preferiva il semplice e popolare teatro dell’Arte. La “sala delle Commedie” fu poi, nel corso del secolo XVII, ampliata e adattata a vero e proprio teatro in sen- so moderno, con palcoscenico e palchi. Nel 1740 un in- cendio la distrusse completamente e, con l’occasione, il locale fu venduto al Santo Monte di Pietà, che già occu- pava il palazzo.
    [Show full text]
  • The Musical Journal (1840) Copyright © 2005 RIPM Consortium Ltd Répertoire International De La Presse Musicale ( the Musical Journal (1840)
    Introduction to: Richard Kitson, The Musical Journal (1840) Copyright © 2005 RIPM Consortium Ltd Répertoire international de la presse musicale (www.ripm.org) The Musical Journal (1840) The Musical Journal, a magazine of information, on all subjects connected with the science [MUJ] was issued weekly in London on Tuesdays between 7 January and 29 December 1840, under the proprietorship of W. Mitchell and Son at 39 Charing Cross, and printed by J. Limbird at 143, Strand. In all only forty-five issues were distributed, for by Volume II, no. 43, 27 October 1840 the editor became aware of the need for termination owing to the general decline in provincial concerts (the festivals) and professional concerts and operas in London.1 Thus no issues were published in November, and only three biweekly issues appeared in December. Each issue contains sixteen pages with the exception of Volume II, no. 28, which has only fourteen. Volume I contains issue numbers 1 through 26 (7 January to 30 June, 1840), while Volume II contains numbers 27 through 46, (7 July to 29 December, 1840).2 The journal’s 730 pages are printed in single-column format, and the pages are numbered consecutively in each volume. Indices for both volumes are given at the outset of each half-year in the New York Public Library microfilm copy of the journal used for this RIPM publication.3 The names of the editors are not given in the journal, and all texts relating to it, which might be attributed to an editor, are unsigned. In fact, signatures (names, initials and pseudonyms) are given only for those who contributed letters to the editor, and texts borrowed from other publications.
    [Show full text]