Dalla Bassa, Riaffiora Il Lago Gerundo
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L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 11 NOVEMBRE 2016 51 CulturaeSpettacoli [email protected] www.ecodibergamo.it Dalla Bassa, riaffiora il lago Gerundo Oltre la leggenda. Domenica alla libreria Ibs+Libraccio di via XX Settembre Fabio Conti presenta il suo libro Dallo studio dei documenti all’indagine sul territorio, un’ampia ricostruzione tra storia e letteratura CARLO DIGNOLA ca restano racconti credibili. Per Ma è mai esistito il leg- Conti, il Gerundo si estendeva una gendario lago Gerundo? Certa- trentina di chilometri dalla con- mente sì, dice la storiografia più fluenza tra Adda e Brembo a Nord recente, a differenza di quella di (Brembate/Vaprio d’Adda) fino qualche decennio fa che preferiva quasi alla confluenza con il Po confinare lo specchio d’acqua pa- (dunque ben oltre la Bergamasca dano tra le leggende che i contadi- attuale, nel Milanese, nel Cremo- ni della Bassa amavano racconta- nese e nel Lodigiano). Era in realtà re ai pargoli durante le lunghe sere un grande acquitrino, profondo al ante-televisive, passate attorno al massimo 25 metri, ma più spesso fuoco e ai resti di polenta. 5 o 10, incubatore per secoli dei Esso «doveva apparire, nelle sta- malanni endemici nella zona, in- gioni meno calde, come una vasta fatti malvolentieri popolata per distesa di acqua, a tratti stagnante, lunghi tratti del Medioevo. Tenta- con l’orizzonte che andava a mesco- rono di bonificarlo già i Romani, larsi in una spettrale nebbia». ma furono gli straordinari monaci Fabio Conti, nostro collega al- - benedettini, poi cluniacensi e ci- l’«Eco di Bergamo», cronista scru- Un acquitrino della Bassa che dà un’idea dell’aspetto delle le zone più paludose del lago Gerundo, che in molti punti era profondo solo 5/10 metri stercensi - al tramonto del Medio- poloso, ha raccolto in un volume evo a ridurlo a qualche sparsa pa- («Lago Gerundo tra storia e leg- lude di cui v’è ancora traccia in genda», Edizioni Meravigli, pagi- documenti moderni. Fu a lungo ne 160, euro 17) che è già un buon zona di caccia, più che di pesca. successo in libreria tra le pubbli- In alcuni paesi come Pontirolo, cazioni locali, una mole davvero Treviglio, Casirate e Arzago - ha notevole di informazioni e anche notato Conti battendo, appunto, di osservazioni di prima mano che la Bassa palmo a palmo, come solo tracciano finalmente un quadro chi ci vive sa fare -, osservando ampio e piuttosto credibile di que- piccole alture e improvvise scar- sto oggetto geografico, che a ben pate, si può ancora immaginare la vedere modifica completamente sponda del lago che fu. la percezione che un bergamasco Nel libro si parla spesso anche può avere della sua provincia. Per- del Tarantasio, il mostro - un bi- ché il lago Gerundo rompe l’idea scione più che il drago a volte im- di una continuità indistinta della maginato - che avrebbe abitato il nostra Bassa, propone uno spec- Gerundo, già citato da Dante: chio d’acqua piuttosto vasto non Conti racconta le leggende sulla scavato - come il Maggiore o il La- sua uccisione, la più nota delle rio e il Sebino - tra le Alpi ma steso quali è quella (del XI secolo) per come un grosso e tiepido acquitri- Il Tarantasio, mitico biscione Il lago nella sua massima espansione Una piroga monossile, usata per solcare il Gerundo mano del capostipite dei Visconti, no tra Adda, Serio e Po, esposto Uberto, che poi inserì nello stem- alle esondazioni dell’Adda e del territorio con occhio attento, di far come quella custodita nell’abbazia zi anche gli anelli di attracco delle ancora oggi si chiama l’«Adda ma della casata il biscione, poi di- Serio. emergere nelle sue ricerche; trop- di Abbadia Cerreto, nel Crema- barche sparsi in molte località di morta», nei pressi del Po. ventato un vero simbolo milane- Che il Gerundo abbia fatto par- pi i documenti antichi che vi ac- sco) la presenza di ampi specchi pianura (e negli ultimi decenni Restano - e forse questo è anche se: compare ancora, infatti, nello te della nostra storia è difficile ne- cennano, da Strabone e Plinio il navigabili nel pieno della nostra purtroppo scomparsi), fontanili il vero fascino del Gerundo - alcu- stemma di molti Comuni lombar- garlo: troppi i riferimenti nella to- Vecchio alle cronache e alle map- pianura. Chiara è anche l’indica- e canali che da sempre solcano ni misteri: l’esatta origine del suo di, nei marchi dell’Inter, dell’Alfa ponomastica, sparsa ancora oggi pe rinascimentali; certa la presen- zione di una vasta toponomastica questa terra. Un altro segnale im- nome (che varia tra Girondo e Ge- Romeo, della Fininvest. Il libro, per i nostri paesi (si contano a de- za preistorica - 25 mila anni fa - di caratterizzata dal termine «géra», portante è l’esistenza del Tormo, roso), e soprattutto la collocazio- disponibile in tutte le librerie della cine le vie Lago Gerundo, o Geron- acque (in questo caso salmastre, glarea, che significa greto, sabbia l’unico fiume italiano che nasce in ne temporale in cui possiamo im- Lombardia, sarà presentato do- do, oppure via Fulcheria, come marine) lungo tutto il corso della grossa, ghiaia, letto prosciugato di pianura, ad Arzago, e che - con Ad- maginarlo: Conti colloca la sua menica a Bergamo, alla libreria l’isola che emergeva dalla sue ac- Padanìa, piana derivata appunto un bacino d’acqua che per le latitu- da, Brembo, Serio e Molgora - po- «epoca d’oro» tra il 5.000 e il 3.000 Ibs+Libraccio di via XX Settem- que), che Conti si è preso la briga, dal loro ritiro; probabile (lo mo- dini a cui ricompare non può esse- trebbe essere stato uno degli af- a.C., e il suo terminus ante quem è bre, alle 18, presente l’autore. da giornalista abituato a battere il strano le tante piroghe ritrovate, re semplicemente un fiume. Indi- fluenti del Gerundo. E quella che il 774 d.C.: ma anche in epoca stori- ©RIPRODUZIONE RISERVATA fede e la vita? Come può Dio en- un suo bellissimo saggio, “Spie. trare nei gesti che compiamo, Radici di un paradigma indizia- Un laico e un sacerdote portando nella nostra esistenza rio”, che in esergo riporta la un senso che non riusciamo a battuta di Flaubert: “Dio è nel trovare da soli, una luce che ri- particolare”». sull’estetica della fede schiara senza mai abbagliare? «Il cristianesimo – ricorda Io capisco che c’è un messaggio, Facchinetti -, muovendo dal un insegnamento che non pas- principio dell’incarnazione di Dialoghi con la Fuci e con il Centro Uni- Adriano Bernareggi, si con- sa solo per ciò che comprendo o Dio, ha indubbiamente sancito Al via oggi alle 18 versitario Sant’Andrea; come fronteranno sul tema del- che ho l’illusione di poter pos- la dignità delle rappresentazio- in Città Alta, nella chiesa nelle precedenti edizioni ogni l’«estetica della fede», pren- sedere. Questo messaggio pas- ni sensibili e, dunque, anche secondo venerdì del mese, fino dendo spunto dal brano evan- sa dalla pelle, da mano a mano, delle arti figurative. Tuttavia, di Sant’Andrea, il ciclo «Sulla al prossimo 12 maggio, un prete gelico di Luca (21, 5-19) in cui dal suono delle parole, dalle nel corso dell’epoca moderna il Soglia. Scrittura e risonanze» e un laico saranno invitati a Gesù annuncia la distruzione emozioni. Qui ritrovo il sentire rapporto tra la dimensione reli- portare delle testimonianze, del Tempio di Gerusalemme e di Dio, che si incontra con il giosa e quella artistica sembra Inizierà oggi alle 18 in collegandosi alle letture liturgi- l’inizio di un tempo di persecu- mio». essersi allentato: oggi si pone, Città Alta, nella chiesa di San- che della domenica successiva. zioni. «Spesso, riflettendo sulle Simone Facchinetti insisterà appunto, la questione della t’Andrea (in via Porta Dipinta, Nell’incontro di oggi don nostre esperienze personali o sul significato e le implicazioni possibilità/necessità di ristabi- 39), un nuovo ciclo di «Sulla So- Cristiano Re, direttore dell’uf- sulle vicende delle persone che della storia dell’arte, «anche lire su nuove basi una relazione glia. Scrittura e risonanze», ficio diocesano per la Pastorale ci stanno accanto – spiega don per quanto riguarda l’indagine vitale tra i due ambiti». promosso dalla Cappella Uni- del lavoro, e Simone Facchinet- Cristiano Re -, sorgono le do- filologica sulle opere, come Giulio Brotti versitaria in collaborazione ti, conservatore del Museo mande: che rapporto c’è tra la Don Cristiano Re FOTO FRAU suggerisce Carlo Ginzburg in ©RIPRODUZIONE RISERVATA efJfznfTvwHhPp1GXV42weKFV+YHrRi2xpvrmx2oH3w=.