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La Città – La Squadra – Gli Eventi numero 10 del 26 maggio 2019

LE STORIE

RENZO ULIVIERI

DONNACHIARA

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COPERTINA di Giovanni Gaudiano foto di Ciro De Luca Ancelotti il nostro numer1o

Oggi a Bologna termina di fatto all'obiettivo del fotografo, Ciro la prima stagione di Carlo De Luca, e di tutti quelli che con Ancelotti sulla panchina del il cellulare hanno voluto Napoli. Nella sua recente visita immortalare il momento. alla redazione del quotidiano N e l p i c c o l o r i n f r e s c o “Roma”, ospite del direttore organizzato ha assaggiato un Antonio Sasso, il tecnico dolce, ha evitato il fritto, poi si è emiliano ha ripercorso l'intera soffer mato a guardare la stagione del Napoli ma ha anche collezione di prime pagine parlato della città, del suo disposte sulle mura della rapporto con i napoletani senza redazione, ascoltando con dimenticare le sue origini. attenzione il racconto del Ancelotti ha stretto con calore le direttore Sasso sulla nascita del mani di tutti i presenti, ha più antico quotidiano di Napoli e ascoltato brevi storie con sulla ragione del suo nome. interesse, ha dispensato il suo Il tutto con una semplicità e franco sorriso a chiunque lo con una disponibilità che ha abbia avvicinato e si è prestato riproposto durante il fuoco 3 incrociato delle domande rivoltegli dai redattori del “Roma”. «Mi ripeto, Napoli è una città eccezionale. Abito in alto e dormo con le tapparelle alzate perché ho il privilegio di assopirmi con lo spettacolo delle luci del golfo e svegliarmi con il primo sole che illumina questa splendida città». Qualcuno prova a chiedergli cosa pensa che proverà quando lascerà la nostra città, è una domanda alla quale Ancelotti si capisce non vorrebbe rispondere ma non la elude. «Non ci penso, vorrei restare il più a lungo predecessore e non è neanche il modo per possibile per portare a compimento un progetto contare su un giusto contratto. Il tecnico è vincente. Non sono venuto a pettinare le credibile quando esprime il suo piacere bambole, cosa che ho detto anche a Dimaro lo nell'essere alla guida di questa squadra. scorso anno, anche se qualcuno ha pensato che E quando qualcuno gli chiede che idea si è volessi alludere all'impegno di vincere lo fatto dei napoletani, ecco la conferma. scudetto sin da subito». «Sono persone pronte ad aiutarti, qualche Il tecnico ancora una volta esprime con volta magari eccedono nella disponibilità ma chiarezza i suoi pensieri. Napoli per Carlo mi ricordano tanto la vita e le consuetudini dei Ancelotti, nelle sue intenzioni, non è una contadini della mia terra, quella dove darsi una stazione di transito, non è un trampolino di mano a vicenda era la regola spontanea che lancio come lo è stato per qualche suo non aveva bisogno di nessuna richiesta. Sono emiliano, sono nato e cresciuto in una famiglia con queste caratteristiche ed oggi mi piace stare con chi mi riconosce, mi sorride, mi apre la propria porta invitandomi a prendere un caffè anche se poi in qualche caso si eccede in confidenza. Finisco per comprenderlo, ne capisco le motivazioni che sono da cercare nelle caratteristiche proprie del popolo napoletano e sorrido perché in fondo è giusto così». Poi la conversazione si sposta anche sugli affetti, sulla famiglia. Qual è il rapporto con i suoi figli, che padre pensa di essere stato? «Sono stato sempre presente, anche se la mia attività mi ha portato a viaggiare molto ed essere lontano da casa. Non ho mai cercato di imporre ai miei figli le mie idee. Li ho seguiti, ho favorito per quanto possibile la realizzazione dei loro 5 COPERTINA

progetti. A Davide, che da un po' di tempo lavora con me, ho sempre detto che bisogna studiare di continuo, prepararsi, migliorarsi senza considerarsi mai arrivati». Tornando al Napoli, che rapporto esiste tra Ancelotti e De Laurentiis? «È una domanda che mi viene rivolta spesso. Con il presidente non c'è mai stata una discussione. Abbiamo idee e visione del calcio molto simili. Poi ha saputo portare in questi anni il Napoli ad un livello importante e credo che lavorando insieme si possa fare ancora tanto». Allora ci sarà un mercato importante con l'arrivo di qualche fuoriclasse per puntare allo scudetto, all'Europa? «Il Napoli è una società sana, amministrata con criterio ed equilibrio e non sarò certo io se venire a Napoli per problemi di natura quello che modificherà quella che ritengo essere personale. Infine sento dire che ci sarebbe chi una virtù. Si fanno i nomi di tanti giocatori in voglia cambiare maglia ma ad oggi nessuno mi entrata, alcuni però non sono alla nostra portata ha chiesto di andar via. Stiamo seguendo (ad esempio Barella, ndr) e quindi non è vero che comunque molti profili, giovani interessanti e li seguiamo. Poi ci sono quelli che sono indecisi già pronti, cercheremo di scegliere quelli più adatti al Napoli, alla società ed alla città». Si parla molto della fascia di capitano affidata dopo la partenza di Hamsik ad Insigne. Lo stesso presidente ha dichiarato che forse non è il profilo più giusto per questo particolare onere ed onore allo stesso tempo. «Penso che in campo e fuori i capitani debbano essere tanti. La personalità non ha il suo peso solo nello spogliatoio o nei rapporti in campo con l'arbitro. Gente come Mertens, Callejon sono dei trascinatori in campo come in panchina, durante gli allenamenti e poi anche nella riservatezza dello spogliatoio, dove le parole hanno il loro peso e gli esempi sono di un'importanza capitale». 6 Che valore dà alla sua prima stagione in azzurro? «Credo che abbiamo fatto abbastanza bene. Essere secondi con largo anticipo, aver disputato un buon girone di Champions e poi essere arrivati ai quarti in Europa League ritengo che non possa essere valutato con un segno negativo. Il Napoli è una società con le idee chiare. Faremo tutto il possibile per rinforzare la squadra e per giocare in uno stadio pieno che serve sempre, come ha dimostrato il ritorno di Champions della sfida Liverpool – Barcellona. Il Napoli non può prescindere dai suoi tifosi». Terminate le domande, è arrivato il tempo della conversazione libera da microfoni, registratori. Poi i saluti e la consapevolezza che davvero la città gli sia entrata nel cuore. Ancelotti ha le idee chiare, ha l'esperienza e la storia professionale dalla sua parte. Ora tocca alla città capire che la capacità professionale, non deve dimostrare nulla. E tocca anche ai l'educazione, l'equilibrio e la comprensione media evitare di soffermarsi su particolari di sono valori incommensurabili e che Ancelotti dubbio gusto e di poca importanza. Il tecnico ha spiegato con chiarezza il suo pensiero, arrivando addirittura a parlare del suo contratto pur di tentare di evitare inutili polemiche. Se qualcuno ha pensato di metterlo in discussione, probabilmente ha dimenticato non solo la storia professionale di ma soprattutto la sua capacità di essere un uomo, un “leader calmo” capace di far prevalere sempre la lealtà nei suoi discorsi. Bisogna attendere, pazientare, sostenere la squadra, circondarla di quel calore che per decenni è stato proverbiale per la maglia azzurra e lasciarlo lavorare in tranquillità, come fece il Milan di Berlusconi nell'anno in cui partì malissimo e poi seppe riprendersi ed andare a vincere. 7

IN QUESTO NUMERO

Numero 10 del 26/05/19 In copertina: Carlo Ancelotti pronto a rilanciarsi nella mischia per portare il suo Napoli al vertice. Foto di Ciro De Luca Ilaria Petitto con Riccardo Cotarella ‘‘Donnachiara’’ pag.47

LA SQUADRA LE OPINIONI LE STORIE GLI EVENTI

Vs

13 Quella domenica di 28 - 47 “Donnachiara” 70 Ranieri - Lioniello gloria e baldoria a Il Toscanaccio di Giovanni Gaudiano e la Red Velvet Bologna Incatenato 58 Pizzeria di Lorenzo Gaudiano di Mimmo Carratelli di Pier Paolo Cattozzi “Da Michele” di 74 Corto Maltese: Un 17 Daniele Portanova 35 Di Fusco: Portiere, Bruno Marchionibus viaggio straordinario Tifo per entrambe preparatore e ... di Marco Boscia di Salvatore Caiazza attaccante di LA CITTÀ 81 Sergio Brancato 20 La sfida Bruno Marchionibus L'emozione della Ruiz vs Dzemaili 38 Karim Zedadka sorpresa di Marco Boscia Esterno o di Marina Topa 23 Profili - Callejon e la centrocampista? sua maglia azzurra di Gianluca Mosca di Lorenzo Gaudiano 41 Montervino 26 Bologna - Napoli Capitano azzurro Ultimo atto della per sempre stagione di di Marco Boscia Bruno Marchionibus 44 Quanto vale il 53 MAV - Ercolano secondo posto del di Lorenzo Gaudiano Napoli? 63 Castel Sant’Elmo di Francesco di Domenico Sepe Marchionibus 67 Fantasmi al castello di Paola Parisi 78 La famiglia L'inserto speciale su “Napoli Teatro Festival Italia” di Ciro Chiaro è stato realizzato da Giovanni Gaudiano 9 La Città – La Squadra – Gli Eventi n.10 del 26 maggio 2019 AUT. TRIBUNALE DI NAPOLI N. 50 DEL 8/11/2018

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TESTIMONE DEL TEMPO di Mimmo Carratelli Quella domenica di gloria e baldoria a Bologna per il secondo scudetto incitavano: “Campioni! Campioni!”. Era la penultima giornata, in testa Napoli e Milan a pari punti (47). Il Napoli giocò a Bologna e la squadra emiliana non aveva alcun problema di classifica. Il Milan di Sacchi e dei tre olandesi giocò a Verona e i veneti penultimi lottavano per la salvezza, allenatore Bagnoli che, cinque anni prima, col Verona aveva vinto lo scudetto. Mentre a Bologna fu una Careca e Maradona festa, a Verona fu un dramma. Al Milan era opo un quarto d'ora era 3- già accaduto di perdere a Verona lo scudetto del 1973 a vantaggio 0 per il Napoli. Domenica della Juventus. La storia si ripeté e se ne avvantaggiò il Napoli di Di n d i m e n t i c a b i l e a Maradona. Col Napoli sul 3-0 a Bologna, il Milan rimaneva Bologna, il giorno della svolta per il inchiodato sullo 0-0 a Verona. Poco dopo la mezz'ora, i rossoneri secondo scudetto, 22 aprile 1990. a n d a r o n o i n Po m e r i g g i o d i s o l e , t u t t a v a n t a g g i o c o n napoletana la curva San Luca dello Marco Simone. stadio bolognese. E proprio nella Tornò la parità in porta sottostante quella curva il c l a s s i f i c a c o l Napoli maramaldeggiò con un N a p o l i . M o l t o inizio fulminante. Tre minuti ed era nervoso Sacchi da già gol. Sul cross di Corradini, bordo-campo. Il Careca sgusciò in area fra due M i l a n a v e v a difensori bolognesi e insaccò con un giocato quattro formidabile destro. Sei minuti dopo, gior ni prima a sulla rimessa laterale di Crippa, Monaco di Baviera Maradona se ne andò sul centro- p e r d e n d o c o l destra e di sinistro, dal limite, infilò Bayern 1-2 nella i l p a l l o n e d e l r a d d o p p i o s e m i f i n a l e d i nell'angolino basso più lontano. Al r i t o r n o d e l l a 15' un colpo di tacco di Careca C o p p a d e i lanciò in gol Francini. I bolognesi ci C a m p i o n i . L a Francini 13 TESTIMONE DEL TEMPO

sconfitta non pregiudicò il passaggio dei rossoneri alla finale perché il Milan aveva vinto a San Siro 1- 0. La squadra di Sacchi era comunque stanca per la trasferta europea. A Verona, Gullit entrò solo dopo un'ora al posto di Simone. Ancelotti non giocò. A Verona il Milan fu stanco e nervoso nel duello a distanza col Napoli. Il peggio accadde nella ripresa quando il Verona prima pareggiò con Sotomayor (63'), poi andò al sorpasso con Pellegrini (89'), mentre a Bologna il Napoli trionfava 4-2 e i bolognesi Alemao i n t o n a v a n o a g l i a z z u r r i : “Vincerete, vincerete il tricolor”. A Verona, arbitro Rosario Lo Bello, al Milan saltarono i nervi dopo avere protestato per due falli su Massaro e Van Basten in area veronese. Il primo intervento era da rigore, ma Lo Bello lo ignorò. Van Basten e Rijkaard furono i più violenti nelle p r o t e s t e c o n t r o l ' a r b i t r o siracusano. Furono espulsi entrambi dopo il pareggio del Verona. Lo Bello mandò fuori anche Sacchi e Costacurta dopo il Alberto Bigon vantaggio veronese. Un putiferio. A Bologna, De

Napoli 1989-90 Campione d'Italia 14 Marchi e Iliev per i rossoblù e Alemao per gli azzurri completarono il 4-2 finale del Napoli. Il Napoli balzò a 49 punti, il Milan rimase a 47. Scudetto agli azzurri. Nell'ultima giornata, il Napoli batté la Lazio al San Paolo 1-0 (7' Baroni) e il Milan vinse contro il Bari a San Siro 4-0. Non cambiò nulla, Napoli campione d'Italia. Il Verona, dopo la vittoria sul Milan, perse a Cesena e retrocesse. Il Napoli, allenato da Alberto Bigon, giocò a Bologna con: Giuliani, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Baroni, Corradini, De Napoli, Careca (88' Zola), Maradona, Carnevale. Il Milan vinse poi la Coppa dei Campioni battendo il Benfica nella finale di Vienna (1-0, gol di Rijkaard). Diciassette anni prima, all'ultima giornata, il Milan era in testa con un punto di vantaggio sulla Juventus. Naufragò a Verona (3-5) mentre la Juve vincendo in trasferta sulla Roma (2-1) sorpassò i rossoneri e conquistò lo scudetto: Juventus 45 punti, Milan 44. Era il Milan di Rocco (espulso a Verona come poi capitò a Sacchi) con Rivera e Chiarugi. L'allenatore di quel Verona era Cadè.

15 www.mtaeronautica.com L'INTERVISTA Daniele Portanova: Tifo per entrambe

Legato a tutte le squadre dove ha giocato il difensore romano a casa può tifare solo Napoli. I due figli Manolo e Denis vogliono seguire le orme del padre di Salvatore Caiazza Il Napoli nel cuore. Ma anche il Bologna e tutte presupposti per poter puntare al massimo. Non le squadre dove ha giocato. Non a caso si è a caso nel 2004, una volta conquistata la tatuato addosso tutte le maglie che ha indossato. permanenza tra i cadetti, quella società fallì. Daniele Portanova ha concluso la sua carriera Portanova aspettò fino all'ultimo giorno utile, nel Siena in serie C ma nella stagione 2003-2004 sperando di poter rimanere anche con la nuova si tolse la soddisfazione di giocare con i colori gestione. Ma poi accettò la richiesta del Siena azzurri, quelli della squadra del cuore di sua dove si espresse a grandissimi livelli. Nel 2009 moglie Tonia. Fu una gioia unica quando al fu acquistato dal Bologna dove ci restò fino al Messina arrivò la richiesta per questo gigante 2013. È stata una grande esperienza anche con i biondo di Fiumicino che grazie alla sua voglia di felsinei dove, come sempre, ha dato tutto. Ma giocare al calcio riuscì a raggiungere il mondo ogni qualvolta che doveva affrontare il Napoli professionistico e uno dei club più ambiti in era un pugno nello stomaco. Anche perché Italia. All'epoca non era il Napoli di oggi. Si aveva tutta la famiglia contro a livello di tifo. La navigava a vista in e non c'erano i squadra di Ancelotti chiude questo torneo 17 L'INTERVISTA

proprio al Dall'Ara dove l'ex difensore romano ha vissuto grandi emozioni. Con il Bologna e contro il Napoli. Che sfida è per lei Bologna-Napoli? «Beh, è sempre qualcosa di speciale. Lo era da giocatore, lo è da spettatore. Ho vissuto solo un anno in azzurro ma è come se fossero dieci per l'intensità. Avendo una moglie napoletana, si può capire come fu accolta la notizia del mio trasferimento al Napoli. Fu una sensazione unica passare dal Messina al club partenopeo. Non ci pensai su due volte e subito accettai lasciando, però, una parte del mio cuore in Sicilia. Devo tanto al Messina perché mi ha fatto conoscere a certi livelli. Con il Bologna sono cresciuto molto, addirittura ho indossato la fascia di capitano». Quindi per chi fa il tifo? «Per entrambe. Ma è così con tutte le mie ex squadre che si affrontano. Certo il Napoli è sempre presente perché a casa mia si parla napoletano. Da mia moglie ai suoi parenti ma anche i miei figli. Se vado a Bologna, però, ancora mi fermano per strada e mi fanno i complimenti per ciò che ho dato». Infatti lei non si è mai tirato indietro nelle battaglie in mezzo al campo … «Sono partito dal basso, so che cosa significa soffrire e una volta arrivato a certi livelli non ho perso l'umiltà che avevo. A Napoli, poi, rischi di perdere il controllo visto e considerato che ti fanno sentire un dio. Se sei un calciatore azzurro ed esci per strada vieni subito riconosciuto. E vi assicuro che è bello. Non capisco come qualcuno si possa lamentare di questa notorietà. Poi quando finisci di giocare al calcio ti manca qualcosa». Che stagione è stata per il Napoli? «Il secondo posto è un grande obiettivo. Averlo conquistato un mese prima poi fa capire il grande lavoro che è stato fatto. Ancelotti ha portato tanta esperienza ma quest'anno la Juventus era difficile da combattere. Quando compri il calciatore più forte al mondo, in Italia poi non ce ne è per nessuno. In Europa i bianconeri hanno mostrato dei limiti ma nel nostro campionato è tutto diverso». Peccato non essere riusciti a vincere un trofeo … 18 «Abbiamo visto anche a livello europeo che cosa significa la Premier. Quattro squadre inglesi nelle finali di Champions ed Europa League. Il Napoli è calato, da gennaio in poi non è stato più lo stesso. C'è stato un crollo che è stato determinante contro l'Arsenal. Un peccato». Il Bologna, invece, si è salvato dopo un periodo dove ha rischiato ... «Mihajlovic ha portato la sua determinazione dentro lo spogliatoio. Ha fatto capire ai calciatori come si deve andare in campo a prescindere dalla tattica. E si è salvato». Lei ha quattro figli di cui due sono nel settore giovanile di grandi club della stessa città. Manolo alla Juventus e Denis al Torino. Figli d'arte crescono … «Sono cresciuti con il pallone e ho cercato di inculcargli la mentalità sportiva. Poi hanno fatto tutto loro. Dopo aver smesso di giocare, cerco di seguirli da vicino sperando che possano diventare dei grandi calciatori senza, però, mai perdere l'umiltà. È fondamentale in questo sport altrimenti si perde di vista tutto». Tornando al Napoli, cosa serve per poter essere più competitivi? «Ancelotti ha detto che non ci saranno calciatori che guadagneranno dieci milioni di euro a stagione. Ed è giusto così. Io ho vissuto il fallimento del Napoli e vi assicuro che non è una bella sensazione. Quindi va bene il fair play finanziario. Naturalmente i big fanno la differenza. Ma Ancelotti è così forte e conosce così bene il calcio che sa chi prendere per migliorare ancora di più una squadra che giocherà per il quarto anno consecutivo la Champions. E non è da tutti». 19 LA SFIDA di Marco Boscia RUIZ vs Presente contro passato: il giovane

FABIAN RUIZ: LA PROMESSA DEL CALCIO SPAGNOLO

ato a Villafranca nel 1996, è considerato uno dei maggiori Nprospetti del calcio spagnolo tanto che, dopo aver giocato sia per l'Under 19 che per l'Under 21, è riuscito a guadagnarsi la prima convocazione in nazionale maggiore due mesi fa, costretto poi a lasciare il ritiro per un'influenza. Prima di approdare al Napoli, di cui è diventato uno degli acquisti più cari dell'era De Laurentiis, ha militato nella Liga spagnola indossando solo la maglia del Real Betis e, per un periodo semestrale nel 2017, quella dell'Elche. È in grado di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo: è stato schierato da Carlo Ancelotti nel suo 4-4-2 nel corso di questa stagione inizialmente sull'esterno sinistro, salvo poi essere spostato centralmente dopo l'addio dell'ormai ex capitano azzurro Hamsik. Grazie alla sua fisicità riesce spesso a strappare palla agli avversari e a far ripartire i suoi verticalizzando subito il gioco. È di piede mancino e possiede un ottimo tiro dalla distanza, anche col destro.

CURIOSITÁ: ha segnato il primo gol in maglia azzurra il 20 ottobre 2018 nella vittoriosa trasferta degli a z z u r r i p e r 0 - 3 s u l c a m p o 182014 dell'Udinese. DZEMAILI spagnolo contro l'esperto svizzero

BLERIM DZEMAILI: LO SVIZZERO AFFEZIONATO AL NOSTRO PAESE

entrocampista centrale bravo in f a s e d i i n t e r d i z i o n e, s i f a Capprezzare anche in fase offensiva perché dotato di un ottimo tiro. Nasce nel 1986 a Tetovo, in Macedonia, da famiglia albanese, ma trascorre i primi anni della sua vita a Zurigo, in Svizzera, con cui esordisce a 17 anni e dove resta per quattro stagioni prima di trasferirsi in Inghilterra al Bolton; qui incorre in un infortunio ai legamenti che non gli permette di scendere mai in campo. Prima il Torino e poi il Parma credono in lui: con i granata disputa una stagione ma retrocede in B, mentre con i ducali sigla la sua prima rete in A. Dopo due anni con i gialloblù, viene acquistato nel 2011 dal Napoli e vince la nel maggio 2012, disputando da titolare la finale contro la Juventus. Dopo l'esperienza in azzurro durata tre stagioni, non riesce più a trovare la sua dimensione e cambia quattro maglie in quattro stagioni: Galatasaray, Genoa, Bologna e Montreal. Nel 2017 fa ritorno al Bologna, di cui è l'attuale capitano.

CURIOSITÁ: vanta una tripletta in siglata il 30 marzo 2013 nel match vinto dal Napoli 3-5 a Torino 35211915 contro i granata.

PROFILI

Corre, s'impegna, cambia ruolo e posizione, gioca per la squadra e suda la maglia. È difficile oggi pensare al Napoli orfano dello spagnolo Callejon e la sua maglia azzurra di Lorenzo Gaudiano

giocatori che hanno fatto la storia del “Qual è il mio segreto? Lavoro sempre al calcio con la maglia numero 7 sono tanti: 100%, il calcio è la mia passione. Fino all'ultimo giorno mi allenerò e giocherò IGar rincha con il suo dribbling al massimo. Io ho avuto nella mia carriera la ubriacante; George Best con la sua vulcanicità; fortuna di giocare con tutti gli allenatori” Bruno Conti e Luis Figo con la loro agilità e tecnica; Cristiano Ronaldo con i suoi muscoli e In un paese vicino Granada di circa 60.000 la sua determinazione. Anche con la maglia del abitanti, Motril, José ha mosso i primi passi nel Napoli ce ne sarebbero tanti da ricordare: mondo del calcio. I suoi genitori José Maria ed Careca nella stagione '87/'88, Lavezzi al suo Encami gestiscono un banco di frutta al mercato, la arrivo in Italia e Cavani, che ha legato a quel sorella maggiore Vanesa per lui è una seconda numero il suo infinito bottino di gol messo a madre e il gemello Juanmi condivide con lui la segno con la casacca partenopea. Al suo addio il passione per il calcio. Un'origine quindi umile e 7 passò a José Maria Callejon, che dal punto di ricca di valori, a partire dall'importanza della vista tecnico probabilmente nemmeno si famiglia fino ad arrivare alla massima dedizione a v v i c i n a a l l a g r a n d e z z a d e i n o m i per il proprio lavoro. Ed è questa la ragione per cui precedentemente citati. La sua importanza si Callejon in campo non tira mai la gamba, non estende a qualcosa di diverso: alla sua duttilità, risparmia mai il fiato e continua a correre, alla sua umiltà, al suo spirito di abnegazione e al nonostante la stanchezza, per sopperire alle suo rispetto verso il prossimo. mancanze dei compagni. L'approdo al settore giovanile del Real Madrid gli ha cambiato la vita, trasformando un sogno in una meravigliosa realtà. Prima il Castilla, poi l'Espanyol ed infine il Real Madrid, alle dipendenze di Mourinho, che lo preferiva ad una folta massa di campioni a disposizione.

23 PROFILI

“Napoli è stupenda. Mi hanno colpito la gente, il pubblico e le persone ti aprono persino le porte di casa. C'è una passione forte come in Spagna e poi il mare ed il clima, che sono meravigliosi”

Nel 2013 Callejon, la moglie Marta e la piccola Paula, figlia di lei ma a cui il calciatore spagnolo tiene moltissimo, si trasferiscono a Napoli grazie alle rassicurazioni del tecnico Benitez. La città inizialmente si presenta agli occhi dei tre spagnoli non proprio con tutto il suo splendore e i primi mesi sono difficili. Poi il rapporto cambia: Callejon con i suoi gol conquista immediatamente la tifoseria e la piazza partenopea comincia a sprigionare il suo fascino, ammaliando i nuovi arrivati. José comincia a mettere radici. Durante la sua permanenza arrivano anche due bellissime bambine, India e Aria, che Napoli ha accolto e Sono passati sei anni dal suo arrivo e pensare ad coccola attualmente come figlie proprie. un Napoli senza Callejon è davvero difficile. Mai una parola fuori posto, grande disponibilità verso tutti gli allenatori, un'intelligenza tattica fuori dal comune e un amore reciproco per la città e la sua tifoseria, a cui entrambi non vorrebbero mettere la parola fine.

“Ho ancora un anno di contratto e vorrei restare. Sono molto felice qui e lo è anche la mia famiglia. La gente mi vuole bene, dovrò parlare con il presidente e vedremo se riusciremo a trovare un accordo” 24 Dicono di lui Manda (suo allenatore al Castilla): “José è un ribelle del calcio. Ribelle nel senso buono, perché cerca sempre di superare i suoi limiti e non si arrende mai” Mourinho: “Mi è sempre piaciuta la sua duttilità in campo. A Madrid ho conosciuto un ragazzo con una personalità forte. Sa rendere prezioso ogni minuto in cui è in campo, è un esempio per tutti” Benitez: “Non è solo un grande calciatore. Lavora, ascolta e vuole imparare. Esterni migliori di lui ce ne sono davvero pochi” Candela: “È un giocatore chiave per gli azzurri, sa sempre cosa fare in campo. Se dovesse mancare lui, allora sì che per il Napoli sarebbe un dramma” Biazzo: “Dal 2014 ad oggi è il calciatore col più alto rendimento di tutta Europa. È un ragazzo serio, non un simulatore, ha sempre dato tutto per il Napoli”

25 LA PRESENTAZIONE Bologna – Napoli: Ultimo atto della stagione Gli azzurri chiudono la prima stagione con Ancelotti alla guida. Al Dall'Ara saranno ospiti della squadra felsinea rigenerata e portata alla salvezza da Sinisa Mihajlovic di Bruno Marchionibus

Da gennaio un Bologna diverso

Si concluderà a Bologna il primo campionato del Napoli targato Carlo Ancelotti, di scena per l'ultima giornata di Serie A contro i rossoblù di Sinisa Mihajlovic, il tecnico serbo che dal suo avvento sulla panchina felsinea a fine gennaio è riuscito a dare una svolta decisiva alla stagione degli emiliani, fino ad allora avara di gioie.Il mister ex Toro, infatti, all'inizio del girone di ritorno ha ereditato da Inzaghi una squadra tre punti sotto la zona salvezza e con gravi problematiche tanto offensive che difensive. Mihajlovic, tuttavia, è stato in grado di dare ai suoi ragazzi, anche grazie all'innesto di elementi prelevati durante il mercato di riparazione, quali ad esempio Sansone e Soriano, una convinzione ed un'identità tali che hanno permesso al Bologna di tirarsi fuori dalle sabbie mobili e, di conseguenza, di riportare i propri tifosi allo stadio. Ci si aspetta dunque un Dall'Ara con pochi posti vuoti sugli spalti, anche a causa della sempre nutrita presenza di tifosi azzurri, data l'alta percentuale di napoletani residenti in zona desiderosi di salutare i propri beniamini per l'ultimo atto di quest'annata.

Tanti gli uomini in grado di risolvere la gara

Tra le scelte vincenti operate dall'allenatore dei bolognesi c'è stata quella di giocare spesso con un attacco meno “pesante” rispetto alla prima parte di campionato, dando spazio all'imprevedibilità di Sansone e Palacio ed alla tecnica di Orsolini, giocatori in grado di non dare punti di riferimento stabili ai difensori avversari. Sarà questa una delle insidie per la retroguardia partenopea, così come massima attenzione dovranno avere Koulibaly e compagni sulle palle inattive, che tanto misero in difficoltà il Napoli nel match d'andata. D'altro canto, anche gli azzurri avranno la possibilità di sfruttare la velocità e la fantasia dei propri elementi più tecnici, che sicuramente potranno rivelarsi armi importanti contro la fisica difesa dei padroni di 26 casa. Occhio anche, per quanto riguarda le frecce all'arco dei felsinei, ai tiri da fuori di Dzemaili, che a Napoli ben conoscono avendo lo svizzero militato all'ombra del Vesuvio dal 2011 al 2014.

All'andata gol e capovolgimenti di fronte

Il 29 dicembre, nella gara di andata disputata al San Paolo prima della sosta invernale, un Napoli lontano dalla sua forma ottimale prevalse su uno dei migliori Bologna di Inzaghi al termine di un incontro caratterizzato da numerosi capovolgimenti di fronte. I rossoblù, infatti, nell'occasione riuscirono a pareggiare le due reti di Milik prima con Santander ed in seguito con Danilo, per poi capitolare solamente nel finale al gol di Dries Mertens. Anche nello scorso torneo i partenopei ebbero la meglio sugli emiliani in partite ricche di gol: 3 a 0 per gli uomini di Sarri a Bologna; 3 a 1, sempre per la banda azzurra, a Fuorigrotta.

BOLOGNA - NAPOLI CAMPIONATO SERIE A NAPOLI GIRONE DI RITORNO BOLOGNA ALLENATORE ANCELOTTI 19^ GIORNATA ALLENATORE MIHAJLOVIC

GHOULAM YOUNES KARNEZIS LUPERTO

FABIAN RUIZ MERTENS ALBIOL

ORSOLINI ZIELINSKI MALCUIT PALACIO ST SORIANO MBAYE ADIO RENA MILIK DZEMAILI DANILO SANSONE PULGAR LYANCO TO DALL SKORUPSKI DIJKS 4-2-3-1 ’ARA

BOLOGNA

STADIO RENATO DALL’ARA - 26 MAGGIO 2019 - ORE 20.30 27 IL PERSONAGGIO Il Toscanaccio "Incatenato" Ieri come oggi avanti con gli schemi, ma è la rapidità che f a l a d i f f e r e n z a . D e Laurentiis promosso: ha s a p u t o s c e g l i e r e g l i allenatori, quindi anche i giocatori. Vivere a Napoli da allenatore: non puoi chiedere di più dalla vita! Solo mia la colpa del flop nel 1999 alla guida degli azzurri

di Pier Paolo Cattozzi ualcuno a un certo punto lo chiamò Calcio, lo sport più amato nel nostro Belpaese. RENZACCIO. Colpa di quel suo Ero al seguito del Bologna, sprofondato in serie Qcarattere che, complici le sue ferme C a metà degli anni novanta, nel ritiro estivo di convinzioni, lo costringeva a difendere con Sestola quando per la prima volta ascoltai il fermezza tanto loro quanto se stesso. Volendo Toscanaccio chiedere ai suoi di fare la differenza ricorrere ad un esempio, resterei in un campo attraverso la rapidità nel palleggio in ogni parte che, come quello del calcio, meglio ho del campo. Forse una coincidenza, ma da conosciuto e frequentato. Dico e confermo che quell'estate in poi e per un entusiasmante l'ULIVIERI del giornalismo per me è sempre quinquennio il Bologna scalò classifiche e stato INDRO MONTANELLI: entrambi categorie fino ad arrivare gloriosamente in serie “toscanacci” di Fucecchio e dintor ni. A. Cominciarono a chiamarlo RENZACCIO e Montanelli giornalista e scrittore e poi c'era persino chi arrivò a confidare nel beneficio Direttore: una carriera inarrestabile, discussa, scaramantico di un “cappotto d'antan”, ma mai discutibile. Ulivieri calciatore, indossato in panchina a dispetto delle stagioni, allenatore e Presidente nazionale degli dell'eleganza e degli avversari. allenatori: una carriera inarrestabile, discussa - Rapidità vo cercando ... sempre valido ma mai discutibile. Frasi come “Tappiamoci il l'imperativo renziano? naso, ma andiamo a votare DC” sono scolpite A voglia, altroché... Oggi il giocatore lento non nella memoria storica del nostro Belpaese. Frasi può più giocare a calcio. come “È la rapidità che fa la vera differenza - Vuoi dire che i neo tatticismi strombazzati di Categoria” hanno segnato la storia del in cronaca non pagano. 28 Non dico questo. È giusto studiare e percorrere nuove vie. Ci sono giovani in gamba che si applicano e fanno bene a farlo. Sia ben chiaro che quella rapidità cui fai riferimento non solo non la si sostituisce, ma premia ancora molto, in casa e fuori, in Italia come all'estero. - Certo andava meglio quando nelle finali europee qualche italiana c'era sempre. Questo è un discorso da approfondire. All'estero gli allenatori italiani hanno fatto bene, anche molto bene. Quel che voglio dire è che una volta si diceva questo è il passo del centrocampista, e oggi col passo del centrocampista è difficile giocare a pallone. Passo da centrocampista vuol dire passo uniforme: oggi c'è da cambiare marcia. Non mi si parli dei mitici numeri 10 che potevano trotterellare in mezzo al campo. Nessun rimpianto, oggi quei giocatori starebbero in panchina. La differenza la può fare invece il giocatore che sposta la palla, salta l'avversario e si mette a disposizione dei compagni, accelerando piuttosto che rallentando il gioco. - Scusa, ma mi fai ricordare che fosti proprio tu a litigare con un certo Roberto Baggio che stava rilanciando la sua carriera ripartendo dal Bologna. Innanzitutto non fui io a litigare con Baggio, ma fu lui a prendersela con me perché non gli feci giocare un Bologna- Juventus al quale teneva molto. La mia scelta fu molto semplice: giocavamo con la Juve e si doveva costruire dalla difesa all'attacco e si doveva costruire alto, almeno nel primo tempo poi si sarebbe visto. Se giochi a terra e giochi più a pallone, se lasci fuori Baggio sei un coglione. Non era questo il caso. Se mi chiedi se lo rifarei, ti rispondo di sì. Tutto qui. - Parola di Mister Ulivieri, che da calciatore ha giocato solo nelle giovanili della Fiorentina, ma a 22 anni si laureò all'ISEF scegliendo subito di allenare. Oggi mi chiedo e ti chiedo perché non ti hanno mai chiamato dottore. In effetti mi chiamavano Professore perché al mio paese è più che dottore. Tant'è che un giorno in paese si presentò uno che cercava il Professore di Educazione fisica Renzo Ulivieri. Con grande serenità e pacatezza, narrano i miei concittadini che l'interpellato rispose: “Professore di fisica può darsi, ma di Educazione di certo non è la persona che Lei cerca”. - Inevitabile rispolverare quel RENZACCIO che ti affibbiò certa stampa e che, sicuramente, non ho mai approvato. Per me sei sempre stato un democratico, certo polemico, ma mai arrogante. In fondo lo riconobbe anche Roberto Baggio. Questa espressione l'ha coniata Claudio Beneforti (giornalista bolognese del Corriere della Sera e del Corriere dello Sport ndr) ma non era un'espressione cattiva. Anzi era piuttosto bonaria. Via, molto bonaria. Qualche volta poteva scappare la battuta che ho sempre curato non fosse mai offensiva. Credo, comunque, di aver sempre tenuto buoni rapporti. 29 IL PERSONAGGIO

- Hai allenato la bellezza di sedici s q u a d r e i n quarant'anni. Un bel primato, non c'è che dire. Attenzione: io alleno ancora. Sono passato al calcio femminile e alleno il Pontedera da quattro anni. Quindi. Non sono quaranta ma cinquanta. - Come ti trovi col Calcio femminile. Bene, bene! C'è voglia di dimostrare e andare a v a n t i . I n q u e s t o m o m e n t o d i r e i addirittura più che nel calcio maschile. Queste nostre ragazze stanno costruendo la Storia del calcio femminile in Domenico Messina, Renzo Ulivieri, Andrea Abodi e Damiano Tommasi I t a l i a . C i s t a n n o riuscendo. Abbiamo la Nazionale che va ai Mondiali, ma c'è tutto un movimento che si sta muovendo bene e con determinazione. Mi trovo bene, certo che sì. - Tornando al campionato maschile: tutto merito della Juventus il suo strapotere o gli avversari sono un poco “latitanti”. Nooo, merito della Juve che è un grande club e lo sta dimostrando negli anni. Che nella nostra serie A ci sia qualcosa da rivedere, questo sì! E quello da rivedere credo non sia l'organizzazione di un Campionato europeo che non farebbe altro che ridurre i Campionati nazionali ridotti a nulla. Il vero problema ritengo sia quello di una diversa suddivisione delle risorse. Se la differenza di risorse economiche resta questa, è chiaro che la si ritrova in campo e nelle classifiche. - Niente super campionato europeo quindi? No, per l'amor di Dio. Dovrebbero responsabilmente opporsi tutti a questa idea. - Intuisco che saresti disposto ad incatenarti un'altra volta davanti ai cancelli della FIGC. Sì, sì, sì, sii. - Come andò l'ultima volta? Volevano togliere l'obbligo degli allenatori patentati. Una sortita molto strana. Poi fortunatamente siamo arrivati ad estendere l'obbligo a tutte le Categorie. La motivazione era ed è molto semplice: per lavorare con i bambini bisogna studiare, prepararsi, prendere una licenza. Stare con i bambini è un lavoro talmente delicato per cui la preparazione è indispensabile, quindi giustamente obbligatoria. - Inevitabile, a questo punto, parlare della tua carriera politica. No, carriera politica no. Impegno politico sì. Quand'ero ragazzo allenavo a Savignano, insegnavo a Savignano, vivevo a Savignano e ho fatto l'assessore a Savignano. Allora avevamo maggioranze bulgare. C'era il PCI e c'era la 30 DC. C'erano anche i socialisti che se ci stavano o non - Possiamo concludere che sei contento ci stavano era uguale lo stesso. della carriera che hai fatto. - Sempre comunque da quella parte: la Sì! Perché mi sono divertito, sono stato in un sinistra. mondo che mi garbava. Ho sofferto, perché non sono Certo. È una scelta anche di sentimenti, via. Uno si sempre rose e fiori. Comunque allenare tutti i giorni e porta dietro tante cose: la storia familiare, la storia fare esami ogni settimana, non ti addormenti. È da ragazzi. bello, via. - Vedo che hai allenato tante squadre nobili, - Una squadra che ricordi più delle altre e un ma mai una grande, ad eccezione del Napoli giocatore che ti ha più convinto. in serie B. Non è che le idee politiche ti Direi tutte, anche se in Emilia è dove sono stato di abbiano tarpato un po' le ali. più: Bologna, Modena, Parma, ma anche Vicenza e Nooo. No, nel modo più assoluto, nel modo più la Sampdoria. Giocatori ne ho avuti tanti, ma ho assoluto. Non sono arrivato a grandi squadre, a sempre detto che il più grande che ho avuto, tanti non parte il Parma, solo per caratteristiche mie. Io ero e lo conoscono, è stato Alviero Chiorri. Lo avevo nella sono uno che vuole insegnare e, allora, insegni meglio Sampdoria e con lui avevo Marchini, Trevor nelle squadre medie piuttosto che nei grandi club con Francis, ma il più grande giocatore che io ho avuto, giocatori già fatti. Quando hai a che fare con questi ripeto, è stato Alviero Chiorri. giocatori ti metti a insegnare e gli rompi i coglioni, è - Inutile dire che ricordo Trevor Francis, ma chiaro. No. Io ho assecondato le mie caratteristiche e non Alviero. Mi scuso, ma vorrei parlare ho fatto la carriera che dovevo fare. della tua panchina del Napoli e della tua 31 IL PERSONAGGIO

massimo fosse San Siro, ma salire le scale del San Paolo è tanta roba. - Come si sta quando si allena il Napoli? Io sono stato bene. Vivere a Napoli in una posizione di privilegio come quella dell'allenatore è un gran vivere. Sono stato bene in un anno difficile calcisticamente il che, poi, vuol dire vivere dentro la città e addossarsi tutte le critiche del momento. Questo, a dir il vero, non fu facile, ma comprensibile. - A questo punto mi devi dire cosa pensi della scelta di Ancelotti. È una scelta che a tutti poteva sembrare azzardata perché arrivare dopo Sarri si poteva rischiare grosso. Io invece, conoscendo il suo carattere, ho visto una scelta molto razionale (è la razionalità una parte del suo carattere ndr) e soprattutto la voglia di andarsi a cimentare in un ambiente difficile. E io questo lo capisco e lo applaudo. - Che giudizio dai di questa sua prima annata? Napoli. Si parla di un allenatore di altissimo livello. Il Io andai a Napoli con entusiasmo, mi garbò l'idea, giudizio non può essere che positivo. Non bisogna venivo da Bologna. Se Baggio fosse rimasto - è dimenticare i giocatori che sono andati via. È una strana la vita! - io sarei rimasto a Bologna. Se rosa da rilanciare: il secondo posto ha il sapore Baggio andava via tutti avrebbero pensato che se ne dell'impresa. Contrastare la Juventus oggi è quasi sarebbe andato per colpa mia. Io a Bologna non impossibile, quindi Ancelotti ha fatto sicuramente un avevo mai avuto problemi e non volevo crearne. buon lavoro . Baggio se ne andò e andai via anch'io. Scelsi Napoli. - Cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo Ero contento. Conobbi Juliano, una grande persona, campionato.? e mi trovai subito bene. Mi aveva richiesto anche il Questo dipende dalla voglia della Società di fare Fenerbahce tant'è che a un certo punto i turchi investimenti e di sostenere le scelte di Ancelotti. Si volevano venire a parlare con Bassolino, ma tratta però di un discorso economico che diventa ovviamente gli dissi che Bassolino non c'entrava difficile valutare dal di fuori. nulla. Poi però l'annata si fece difficile, perché - Tornerà lo Scudetto sotto il Vesuvio? eravamo in B. Scelsi diversi giocatori e ne sbagliai Chiaro che non dipenderà solo dal Napoli, ma anche tanti, io. Quindi la colpa dell'annata storta fu solo dalle altre. Il Napoli oggi è un grande Club. È mia. ritornato dal medioevo calcistico. È risalito e ha - Possibile? traguardato a ripetizione secondo e terzo posto. Non Sì. Perché io allora non sapevo una cosa: salire le male nemmeno il percorso in Europa, soprattutto di scale per entrare in campo al San Paolo è un'impresa questi tempi. che non si verifica da nessun'altra parte e non tutti - Quindi promosso anche De Laurentiis? reggevano quest'emozione. Parlo di giocatori Ha riportato la squadra dalla C alla A e ha importanti, ci vuole carattere. Pensavo che il conquistato la partecipazione in Champions. Direi 32 che meglio era difficile fare. Ha scelto bene anche gli IL PROFESSORE allenatori: Mazzarri, Sarri. Promosso a pieni voti. - Diciamo che con De Laurentiis andresti RENZO ULIVIERI è nato a Pontedera il 2 d'accordo anche tu. febbraio 1941. Calciatore, allenatore di Questo non lo so. Diciamo che sono andato calcio, politico. Laureato ISEF. Gioca nelle d'accordo con quasi tutti. Non con tutti, via, ma con giovanili della Fiorentina e del Cuoiopelli. quasi tutti. A 22 anni esordisce come allenatore nella - Qualche consiglio per Carletto. società del San Miniato. Nel 1974 allena per Penso proprio non ne abbia bisogno e non mi far la prima volta una squadra di C1, l'Empoli. fare scelte per altri. Mi pare che ci sia qualcuno che Per due stagioni è il Responsabile delle vorrebbe cambiare aria: sono certo che tutto è sotto giovanili della Fiorentina prima di controllo. approdare in Serie B sulle panchine di - Intervistare il Professore Renzo Ulivieri è Ternana e Lanerossi Vicenza. Il suo primo addirittura piacevole. incarico in serie A è al Perugia dove resta Abbiamo parlato di tutto: calcio, geografia, una stagione. L'anno successivo passa alla politica, educazione fisica ma non abbiamo parlato Sampdoria che guida per tre stagioni fino a di…donne !!! conquistare la promozione in serie A. Dopo Ma neanche di Mancini (secondo il prof Cagliari, Modena e nuovamente Vicenza, partito col piede giusto) e nemmeno del arriva a Bologna nel 1994 e in quattro divorzio di Allegri, della crisi del Milan e di stagioni riporta la Società rossoblù dalla quella della Sinistra non solo italiana che a serie C alla serie A fino ad arrivare alla Lui stanno tanto a cuore. Sarà per la qualificazione all'Intertoto. Nella stagione prossima volta, quando i suoi tifosi 1998/99 è a Napoli in serie B quando viene napoletani ritorneranno a sentire odore di esonerato a tre giornate dal termine del scudetto. Grazie Dr. Professor Renzo campionato. Dopo una stagione al Cagliari Ulivieri, alla prossima. accetta di guidare il Parma al posto di Arrigo Sacchi, dimissionario, e traguarda la prima qualificazione ai preliminari di Champions League. Dopo Parma passa al Torino, al Padova, ancora al Bologna e alla Reggina nel 2008. Dal 2014 dirige la squadra femminile della Scalese per poi passare l'anno successivo al Pontedera femminile in veste di Dirigente e allenatore incarico che mantiene tuttora. Ha preso il posto di alla Presidenza dell'Associazione Allenatori di calcio, incarico nel quale è stato riconfermato nel 2012. Nel 2011 si è incatenato davanti alla sede nazionale della FIGC per protesta (vinta!) contro la proposta di abolizione del Patentino per gli allenatori delle squadre giovanili di calcio. 33

L'ANALISI

Raffaele Di Fusco: portiere, preparatore e … attaccante! L'ex estremo difensore azzurro parla di Meret, Ospina e di quanto sia cambiato il ruolo del portiere nel corso degli ultimi anni e del suo “deviatore di traiettoria” di Bruno Marchionibus na vita nel calcio, prima da giocatore e «La cosa che più mi ha impressionato del poi da allenatore e preparatore dei numero uno partenopeo è la tranquillità, il Upor tieri nonché una recente modo in cui grazie alla sua tecnica di braccia fa esperienza come coordinatore regionale del apparire facili anche le parate difficili, qualità settore giovanile e scolastico della FIGC importantissima per un portiere. L'ex spallino è Campania. Raffaele Di Fusco è un pezzo di uno tra i migliori prospetti italiani; è logico che storia del Napoli, secondo portiere alle spalle di come tutti i giovani presenti ancora un margine Garella e Giuliani negli anni degli scudetti, ed di miglioramento notevole, e starà ai tecnici anche uno dei pochissimi estremi difensori ad riuscire a tirare fuori dal giocatore tutte le sue aver disputato uno spezzone di partita in potenzialità». attacco, subentrando a Careca nel corso di Sotto quali aspetti crede che possa crescere Ascoli-Napoli nel 1989. ulteriormente? Meret, Ospina, Karnezis. Il reparto portieri «Credo che il ragazzo al momento, ad del Napoli può essere considerato il più esempio, a volte tenda a stare un metro più completo della Serie A? indietro rispetto alla posizione che dovrebbe «Sicuramente. Meret è attualmente uno dei acquisire sulle palle laterali; questo è un migliori giovani nel ruolo, Ospina ha esperienza qualcosa su cui potrà crescere tramite una inter nazionale e Kar nezis garantisce costruzione fisica che gli permetta però di affidabilità». mantenere le grandi doti elastiche che già Parlando nello specifico di Meret, si può possiede. Può migliorare ancora, inoltre, nella dire che le sue prestazioni siano andate oltre tecnica di gambe e nel gioco con i piedi». le aspettative? Crede, quindi, che il portiere azzurro possa 35 L'ANALISI

il ruolo dell'estremo difensore rispetto a quando giocava? «Tantissimo. Oggi ogni squadra ha tre portieri in organico e tutti hanno nel corso della stagione occasione di scendere in campo, mentre ai miei tempi eravamo in due ed il secondo giocava solo in casi di emergenza; una volta si cercava il portiere di trent'anni, già esperto, a differenza del calcio attuale in cui ci si affida spesso ai giovani. Ci sono stati, poi, cambiamenti tecnici, dati dalla modifica di alcune regole; all'epoca io ero bravo con i piedi, ma questo era un fondamentale non così richiesto, dato che si potevano bloccare i retropassaggi con le mani. Ed è cambiato tanto anche dal punto di vista del posizionamento e della preparazione, in quanto attualmente rappresentare il futuro oltre che del Napoli anche della Nazionale? «Assolutamente sì. Ribadisco che ritengo Meret un ragazzo di grandissima prospettiva, e credo che lui e Donnarumma saranno i portieri dell'Italia per i prossimi dieci anni». Aprendo una parentesi su Ospina, pensa che il Napoli dovrebbe riscattare il colombiano? «Come dicevo Ospina porta in dote esperienza ed affidabilità. Tra i fattori “interni” da tenere in considerazione ai fini della riconferma, la società valuterà certamente qual è il rapporto che si è instaurato tra lui ed il portiere scuola Udinese, per la cui crescita il sudamericano potrebbe svolgere un ruolo da “chioccia”; è chiaro che, in tal caso, sarà compito dell'allenatore mantenere gli equilibri tra i due. Io sono convinto che Meret debba giocare il più possibile, per acquisire quanto prima l'esperienza che, inevitabilmente, ancora gli manca; anche il gol subito a Napoli contro l'Arsenal rappresenta una tappa di crescita, perché è anche da episodi così che un portiere ha la possibilità di maturare». Terminata la carriera da calciatore, lei è stato per anni preparatore dei portieri in diverse società. Quanto, ad oggi, è cambiato 36 esistono tecniche di allenamento molto più evolute». E poi ci sono i nuovi palloni, che per i portieri hanno complicato non poco le cose come capita in tante partite ... «È vero; all'epoca non si conosceva il lavoro sulla propriocettività degli arti superiori. Oggi, invece, i palloni leggeri che cambiano facilmente traiettoria hanno portato a rendere fondamentale lo sviluppo di allenamenti specifici in questo campo. I palloni di una volta erano notevolmente più pesanti; ti rompevano le dita (ride, ndr), ma andavano dritti». A proposito di ciò, lei qualche anno fa ha brevettato il “deviatore di traiettoria”, uno strumento che molte squadre hanno adottato negli allenamenti degli estremi difensori. «Sì, il “deviatore di traiettoria” lavora sulla propriocettività e sui tempi di reazione e si è ri ve l ato u n otti m o str u m e n to n e l l a preparazione dei portieri. La prima società che lo acquistò fu la Juventus ai tempi in cui Buffon era infortunato alla spalla, poiché durante un convegno in materia ad Assisi fu certificato come questo attrezzo fosse quello che più rispecchiava la realtà del campo e quindi fosse anche estremamente adatto alla rieducazione dopo un problema fisico come quello subito dal portiere della Nazionale».

37 I CAMPIONI DEL DOMANI

Karim Zedadka: esterno offensivo o centrocampista? Il giovane talento franco- algerino scovato in Francia da Gianluca Grava può occupare varie posizioni in campo, anche se il tecnico Baronio lo ha schierato spesso come esterno di sinistra. Convocato già nell'Under 17 francese è un calciatore duttile con grandi potenzialità di Gianluca Mosca

ato a Pertuis in Francia il 9 giugno lo svincola. Sul franco-algerino si fionda subito del 2000, Karim Zedadka è un il Leicester che ha forti interessi nei confronti Ncalciatore francese di origini del giovane e vuole portarlo in Premier League. algerine. L'amore per il gioco del calcio è una Ma il Napoli riesce a battere la forte passione che condivide con il fratello maggiore concorrenza dei “Foxes” ed evitare così il Akim, terzino destro classe 1993 del Marignane trasferimento in Inghilterra grazie al lavoro di Gignac FC (club di terza divisione francese). Gianluca Grava e del suo staff. Il calciatore sta Karim Zedadka cresce calcisticamente nelle facendo bene nella primavera di mister Roberto giovanili del Nizza. È proprio nelle giovanili del Baronio, nella stagione ha totalizzato più di 20 club francese che arriva a debuttare nel presenze nel campionato Primavera con 3 assist campionato “National 2” (equivalente della e 4 presenze in Youth League con un goal quarta divisione francese). Viene anche contro il Paris Saint-Germain. Karim ha un convocato per la Nazionale francese Under 17. fisico longilineo, è alto 1.82 m, ma al tempo Ciononostante la scorsa estate il club rossonero stesso è rapido e veloce, ha una buona visione di 38 gioco, è bravo negli inserimenti ed ha un buon piede destro con cui riesce a battere ottime punizioni. Velocità, forza e resistenza sono i suoi punti di forza. Altre sue caratteristiche principali sono la duttilità ed il sapersi adattare in molte zone del campo: sebbene Zedadka sia nato come interno di centrocampo e prediliga il piede destro, mister Baronio lo ha fatto giocare principalmente come esterno sinistro di centrocampo, adoperandolo a volte anche come interno e come esterno di destra. Grazie ai consigli del tecnico, Karim Zedadka è cresciuto molto ed ha imparato ad adoperarsi in entrambe le fasi, sebbene prediliga quella difensiva rispetto a quella offensiva. Contento di lui anche Gianluca Grava: “Zedadka è un ragazzo che aveva il desiderio di venire a giocare al Napoli e questo è stato molto bello: bisogna condividere la volontà di far parte di questa famiglia. Lo sta dimostrando coi fatti. Parliamo di un ragazzo per bene, che ha in evidenza ampi margini di crescita. Le sue grande qualità e che sta facendo grandi prestazioni. caratteristiche non sono passate inosservate a Sono contento per lui e tanti altri ragazzi che stanno Mister Ancelotti, che più volte ha chiamato il crescendo”. Il giovane franco-algerino ha giovane talento in prima squadra. Convocazioni dimostrato di essere attento a migliorarsi che sicuramente saranno un punto di partenza seguendo i consigli dell'allenatore e mettendo per un futuro pieno di soddisfazioni calcistiche.

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www.cennamoarredamenti.com IL PARERE Francesco Montervino: capitano azzurro per sempre di Marco Boscia Da Taranto ad Ancona fino al Napoli: la parabola di un calciatore che oggi è diventato direttore sportivo. Occhio ai giovani azzurri impegnati nei prossimi Europei Under 21 e ...

rancesco Montervino ha conservato, motivo d'orgoglio aver indossato la casacca come mostrato in campo, il suo spirito azzurra. Poi essere l'unico assieme a Fbattagliero e, con dedizione e duro Montesanto ad aver “segnato” il passaggio dal lavoro, dopo aver deciso di appendere le vecchio al nuovo Napoli mi ha permesso di scarpette al chiodo nel 2014, ha conseguito capire cosa significa l'attaccamento alla maglia l'esame di direttore sportivo. da parte della tifoseria. La mia esperienza si è “Il capitano” non dimentica il suo passato coronata diventando il capitano degli azzurri e perché è anche grazie all'amore della gente rappresentando uno dei beniamini della gente, di Napoli, oltre che alla sua perseveranza, non tanto come calciatore ma in qualità di che è diventato ciò che è oggi. simbolo ed esempio da seguire». «Arrivare da una città importante come Tolti i pantaloncini sei diventato direttore Ancona ma che è una piccola realtà calcistica, ed sportivo oltre che opinionista TV. Cosa ti essere catapultato nel mondo Napoli ti cambia affascina di più di questi nuovi ruoli? totalmente la carriera e la vita. Per me è stato «Principalmente, essendomi abilitato alla 41

IL PARERE

professione, sono un direttore sportivo. Oggi in stanno dimostrando di assoluto valore». questo mondo c'è tanta concorrenza ma voglio A proposito di giovani, Meret e Luperto a cercare di dimostrare in questa nuova veste di giugno vestiranno quasi certamente la essere una persona capace e di livello. Nel maglia dell'Under 21 per i campionati frattempo mi diverto e cerco di fare al meglio europei. Cosa pensi della loro stagione col anche l'opinionista in TV, dando il mio Napoli? contributo e mettendo a disposizione della «Con Meret il Napoli si è assicurato un gente che guarda da casa la mia esperienza di portiere che può garantire ai partenopei almeno campo». dieci anni di ottimo operato. Il suo avvio è stato Ritieni possibile in futuro un Napoli condizionato da qualche infortunio ma ha tutte composto da napoletani e cosa consigli per le carte in regola per dimostrare di essere un migliorare il settore giovanile? grande portiere. Luperto sta facendo un «Sono fermamente convinto che dal settore percorso diverso; non è facile per lui imporsi in giovanile possano venir fuori profili importanti una squadra che ha come centrali di difesa per la prima squadra. L'augurio che faccio a chi Koulibaly ed Albiol o Maksimovic e Chiriches, oggi opera nel settore è di riuscire a convincere quindi deve provare a ritagliarsi più spazio il presidente ad investire ancora di più. Napoli e possibile per crescere nel migliore dei modi». la Campania possono offrire tanto al futuro Delle nazionali che arriveranno in Italia della squadra azzurra ed in questo Gianluca consiglieresti qualche giocatore al Napoli? Grava sta facendo un lavoro eccezionale. Con «Il Napoli è sempre molto attento a visionare particolare attenzione nel giro di qualche anno i giovani. Da parte mia ci sarà particolare si può pensare di allestire una squadra con tanti attenzione per scoprire eventuali campioni del giocatori napoletani, visto che già alcuni si futuro».

43 L’APPROFONDIMENTO di Francesco Marchionibus Quanto vale il secondo posto del Napoli? Posizione finale in classifica, quota tifosi, risultati degli ultimi cinque campionati e la storia del club: questi i parametri che formano i diritti televisivi ad appannaggio delle società di calcio

a stagione calcistica oramai in chiusura “solo” il secondo posto. Ma oltre alla ha visto il Napoli confermarsi soddisfazione per aver raggiunto un risultato Lagevolmente come seconda forza del sportivo che nella realtà è di assoluto prestigio, c a m p i o n at o c o n i l r a g g i u n g i m e n t o quanto vale per il Napoli la seconda piazza del dell'aritmetica certezza della piazza d'onore, torneo? Innanzitutto arrivare secondi vuol dire mantenuta praticamente per tutta la stagione, ottenere una quota maggiore dei diritti TV, con tre giornate di anticipo. Nella sua storia considerando che da quest'anno la quota quasi centenaria la squadra azzurra ha distribuita alle società di serie A in base ai conquistato per otto volte il secondo posto, di risultati raggiunti in campionato è salita dal 5% cui quattro negli ultimi sette anni e addirittura al 15%. In particolare la torta dei diritti viene tre negli ultimi quattro. Ciò vuol dire che la suddivisa per il 50% in parti uguali, per il 20% in dimensione raggiunta dalla società partenopea base alla quota tifosi (TV e stadio), per il 10% in è oramai di tutto rilievo, anche in rapporto alle base ai risultati degli ultimi cinque campionati, sue potenzialità economiche e la stessa per il 5% considerando la storia dei clubs e per il freddezza con cui parte della tifoseria ha accolto 15% in base al piazzamento in classifica. Ciò il risultato di quest'anno in fondo è un'ulteriore significa che la società azzurra per il torneo testimonianza del livello raggiunto dal Napoli, 2018/2019 otterrà ricavi complessivi per circa addirittura criticato da alcuni per aver ottenuto 77 milioni, di cui 15,6 milioni grazie al 44 raggiungimento della seconda piazza. Ma c'è un altro vantaggio che il sodalizio partenopeo può trarre dal secondo posto in campionato, o meglio dal mantenimento del secondo posto e dunque del ruolo di principale, se non unica, avversaria della corazzata Juventus: la crescita dell'appeal nei confronti dei tifosi, delle tv e degli sponsor. Il Napoli infatti, confermandosi anche quest'anno ai vertici del calcio italiano e rafforzando la propria credibilità anche al di fuori dei confini nazionali, è passato nella considerazione generale da squadra oramai a fine ciclo (basti pensare alle famose “griglie di partenza” della scorsa estate) a realtà consolidata a prescindere dall'avvicendarsi di calciatori e allenatori. Tutto ciò può determinare l'avvio di un circolo virtuoso: aumento del numero dei tifosi (pensiamo a quelli sparsi in tutta Italia e in tutto il mondo e non solo a quelli “residenti”), incremento di visibilità e appetibilità per tv e mezzi di comunicazione e dunque possibilità di sviluppare le politiche di marketing e merchandising della società, strumenti fondamentali nel calcio di oggi per accrescere i ricavi. Inoltre, e questo forse è il risultato più importante, il raggiungimento del secondo posto come conferma dei risultati ottenuti negli ultimi anni può migliorare anche l'attrattiva esercitata dalla squadra azzurra nei confronti di sponsor di primo livello, indispensabili perché la società possa compiere attraverso un aumento strutturale del fatturato quell'ulteriore passo in avanti chiesto a gran voce dalla tifoseria.

RIPARTIZIONE DIRITTI TELEVISIVI (aggiornata alla 36^ giornata)

Parti Tifosi Storia 5 anni Campionato Totale uguali precedenti 2018/2019 50% 20% 5% 10% 15% 100% Juventus 28,8 23,7 5,5 11,0 16,4 85,4 Napoli 28,8 19,5 3,3 9,9 15,6 77,1 Inter 28,8 25,9 4,9 9,3 14,8 83,7 Atalanta 28,8 9,0 2,7 6,6 14,0 61,1 Milan 28,8 22,6 5,2 7,7 13,1 77,4 Roma 28,8 18,6 4,7 10,4 12,3 74,8 Torino 28,8 8,9 3,6 7,1 11,5 59,9 Lazio 28,8 13,5 3,8 8,2 10,7 65,0 Sampdoria 28,8 9,3 4,1 6,0 9,9 58,1 Sassuolo 28,8 5,9 0,5 5,5 9,0 49,7 Spal 28,8 5,4 1,4 1,1 8,2 44,9 Cagliari 28,8 7,3 1,9 3,3 7,4 48,7 Bologna 28,8 9,5 3,0 2,7 6,6 50,6 Fiorentina 28,8 11,8 4,4 8,8 5,8 59,6 Parma 28,8 6,1 1,6 1,6 4,9 43,0 Udinese 28,8 7,7 2,2 3,8 4,1 46,6 Genoa 28,8 9,6 2,5 4,9 3,3 49,1 Empoli 28,8 4,8 1,1 2,2 2,5 39,4 Frosinone 28,8 5,2 0,3 0,5 1,6 36,4 Chievo 28,8 5,6 0,8 4,4 0,8 40,4

TOTALE 575,0 230,0 57,5 115,0 172,5 1.150,0

45 LIQUORE APERITIVO - TONICO

Spiritelli 1965 srl s Via D. Beneventano, 32 - 80044 Ottaviano NA [email protected] LE STORIE

“Donnachiara”

ancora continua e che oggi più che mai Ilaria Petitto racconta la storia pare avere un futuro ben delineato. della sua famiglia. Parla di “Donnachiara” ti aspetta proprio là Montefalcione, dei suoi vini, alla fine di un breve rettilineo, all'inizio della passione per il suo lavoro e di una curva con la sua entrata che non dell'evoluzione arrivata con il lascia intravedere l'interno. Poi si apre Professore Riccardo Cotarella il cancello automatico e appare una suggestiva discesa alberata, lo di Giovanni Gaudiano splendido casale ed il meraviglioso ualche curva in salita, la collina scalata in vigneto che si apre alla vista del macchina che offre al passeggero la possibilità di visitatore. Qguardare lo splendido paesaggio: gli alberi, le case coloniche, le ville e poi le vigne, i filari ordinati che nei loro sali scendi creano un disegno armonico, stupendamente ordinato. La meta è Montefalcione, un po' più di 500 metri sopra il livello del mare, è un paese circondato da un meraviglioso paesaggio dove la serenità, l'equilibrio ti invitano a dare un valore diverso alla vita di tutti i giorni. Ed è in questo posto che una nobildonna venuta da lontano, da un paesaggio completamente diverso come quello di Maiori sulla Costiera Amalfitana, seppe oltre un secolo fa dedicarsi alla campagna, per iniziare un'avventura che 47 48 LE STORIE

Ad attendere Ilaria Petitto e suo marito Francesco per mostrare i luoghi del loro lavoro e per parlare di un'attività che oramai è legata indissolubilmente alla famiglia che Antonio Petitto, nobile e medico del posto, ha saputo costruire con la prima Donnachiara, Chiara Mazzarelli venuta dal mare. «Partiamo dal nome – racconta Ilaria Petitto – per chiarire che Chiara è mia madre e la Donnachiara del nostro marchio era la nonna di mia madre che le era legatissima. Mia madre parla molto spesso di sua nonna descrivendola come una donna moderna, capace di occuparsi delle attività di famiglia che erano legate ai possedimenti della casata del nonno di mamma che si era trasferito da Roma, dove si era laureato in agraria, ad Avellino dove aveva queste proprietà. Mia madre andava spesso in campagna con sua nonna, era un periodo dove la comuni dove le docg di Taurasi e Fiano faceva da padrona la mezzadria, e c'era questa casa colonica si accavallano. Si tratta, peraltro, di due che ancora oggi esiste dove nei miei ricordi di bambina vedo comuni molto particolari anche perché ancora questi quattro stanzoni dove vivevano quattro da un punto di vista scenografico sono distinte famiglie. C'era la stalla vicino alle cucine ed oltre i più belli. I miei genitori si alla vite venivano coltivati il grano ed il tabacco: era innamorarono di questa collina dove un'atmosfera per noi bambini molto affascinante». poi siamo riusciti a costruire la nostra Il racconto si interrompe appena qualche secondo, il cantina. Con il senno di poi posso dire tempo di degustare un buon caffè e poi Ilaria riprende. però che la scelta ci ha un po' «Mio nonno dopo il terremoto del 1980 comprese che penalizzati perché a Montefalcione, questa zona dell'Irpinia si stava votando molto alla comune agricolo, non incentivano le viticoltura e quindi ritenne che la cosa più opportuna, visto aziende che hanno bisogno di spazi e anche che i coloni erano andati via, fosse riconvertire tutta noi, che siamo l'unica azienda quest'azienda agricola a vigneto anche perché Torre alla ecosostenibile, potremmo nel rispetto Nocelle ricade nella zona dell'areale del Taurasi. L'azienda dell'ambiente avere uno spazio quindi fu tutta convertita alla produzione di Aglianico ed il maggiore senza sconvolgere l'attuale desiderio di mio nonno era quello di edificare proprio in paesaggio ma non riusciamo ad avere i quel posto una nostra cantina. Successivamente pensammo permessi necessari». di costruire la nostra cantina a Montefalcione in Ilaria Petitto, che ha studiato alla considerazione del particolare che con Lapio sono gli unici Luiss, si occupa dell'azienda da 49 LE STORIE

anni. Prima era gestita dai due genitori Antonio e Chiara, che hanno iniziato entrambi come insegnanti per poi dedicarsi ad attività imprenditoriali. Non avrebbe mai immaginato di occuparsi di vino ma colta dalla passione per quest'attività, che lei stessa definisce bellissima, ha deciso di dedicarle il suo tempo anche se si tratta di un business complicato dai ritorni molto lunghi. «La cosa più bella è la capacità che ha il vino di creare rapporti, di unire. È anche singolare come una bottiglia di vino faccia dei percorsi impensabili, e questo mi fa pensare che tanti anni fa la mia bisnonna, pur arriva ovunque e per noi che abbiamo essendo venuta da un mondo totalmente diverso, provò le puntato molto sul mercato estero oggi stesse sensazioni e quindi decise di dedicarsi a questa la soddisfazione più grande è vedere terra». attraverso i social pubblicate le nostre Che vantaggio comporta la coltivazione della vite in bottiglie dalla Corea al Sudafrica sino questo territorio? agli Stati Uniti». «La coltivazione in altezza consente una maturazione La vocazione verso l'estero, verso più lenta ed una vendemmia ritardata e poi, anche se non si quella che Ilaria chiama una fuga direbbe, protegge le piante da quegli inconvenienti naturali verso un paese diverso, come tipo le gelate primaverili». suggeriscono i suoi ripetuti viaggi Mercato interno, mercato estero dove Donnachiara è lontano dall'Irpinia, non ha però riuscita ad oggi a collocarsi meglio? intaccato la voglia di restare, di «Abbiamo corretto il tiro, eravamo sbilanciati sul lavorare in e per questo territorio mercato estero, in particolare su quello americano, il che che lei stessa definisce. non era sano per un'azienda delle nostre dimensioni. Oggi «La campagna irpina è un territorio siamo in linea e il nostro inserimento negli Stati Uniti selvaggio, autentico e bellissimo. Ogni rappresenta un terzo del nostro fatturato. La restante parte mattina provo la sensazione di è equamente divisa tra mercato interno e quello europeo». innamor ar mene anche perché Ci avviamo alla fine della chiacchierata non senza l'ambiente ti dona una grande serenità prima sof fermarci su Riccardo Cotarella e 50 sull'importanza del suo lavoro per Donnachiara. influenzare positivamente le aziende. «Ritengo che l'esperienza e la professionalità del dr. Credo che ci siamo reciprocamente Cotarella abbiano dato un valore aggiunto enorme al scelti e per noi ha rappresentato un nostro impegno. Personalmente ho studiato diritto e non cambiamento a 360 gradi, una svolta avevo conoscenze nel campo vitivinicolo. Ho sempre sia tecnica che nell'organizzazione e pensato indipendentemente da tutto che il rapporto con nella ricerca della qualità dei vini». l'enologo fosse fondamentale e che dovesse essere soprattutto incentrato sulla comunicazione. Questo modus agendi è iniziato proprio con Riccardo Cotarella sin dal 2015 e le ragioni sono da ricercarsi in due aspetti: il primo è che si tratta di una persona umanamente ricca, frutto dei tanti successi ottenuti negli anni e poi perché il dr. Cotarella che è anche un professore ha la capacità di saper trasmettere le sue conoscenze, la sua attitudine di 51 Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NA Tel. 081 558 1970 Aperto dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 22.00 IL PATRIMONIO

MAV Realtà e immagine virtuale si incontrano Ad Ercolano il museo che ripropone l'aspetto storico delle città devastate dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che quest'anno supererà i 100mila visitatori di Lorenzo Gaudiano

La meraviglia è il principio della conoscenza”. d'intesa per trasformare l'abbandonata scuola È proprio una massima del filosofo greco Iaccarino in luogo museale. Poi la costituzione della “Aristotele ad inaugurare la visita del Museo Fondazione C.I.V.E.S per la gestione del museo e i Archeologico Virtuale di Ercolano, una vera e servizi culturali connessi nel dicembre 2005, propria immersione multimediale in un'epoca l'inaugurazione del Mav nel 2008 e infine l'adesione remota di cui quei pochi resti rimasti da ammirare alla fondazione della Regione Campania nel maggio diventano protagonisti di affascinanti ricostruzioni 2009. Da quel giorno la crescita non si è più fermata digitali, realizzate con l'ausilio delle tecnologie più grazie all'interesse culturale dei vari visitatori e alle all'avanguardia. Il risultato è proprio quella tecnologie di cui il museo dispone per affascinare il meraviglia di cui si parlava, suscitata dalla p u b b l i c o e possibilità di ampliare con questi strumenti la permettere la visione della realtà ed affacciarsi in un mondo che conoscenza di non è solo immaginazione ma anche riproduzione di un importante qualcosa che l'istintività della natura in un attimo, pezzo di realtà nel lontano 79 d.C., ha cancellato con inarrestabile s t o r i c a furia. appartenente Da edificio scolastico a museo. La storia del Mav è a l n o s t r o cominciata nel 2003, quando il Comune di Ercolano territorio. e la Provincia di Napoli sottoscrissero un protocollo Testimone di 53 IL PATRIMONIO

quest'incessante evoluzione è il Direttore Generale della Fondazione C.I.V.E.S. Ciro Cacciola, in carica dal 2009. «Dal punto di vista dei numeri oggi il Mav ha raggiunto circa i 100mila visitatori l'anno. Dieci anni fa tutto questo era davvero impensabile, quindi è chiaro che ci sia stato un cammino di grande crescita. In base ai riscontri del primo quadrimestre del 2019 abbiamo la certezza di superare la quota di 100mila. Nella precedente annata infatti abbiamo accolto all'incirca cinquecento scuole di Napoli e provincia, abbiamo organizzato centinaia di laboratori per bambini. Poi naturalmente vanno sottolineati i continui aggiornamenti agli exhibit museali, con una dotazione di tecnologie e contenuti in continua evoluzione». Evoluzione che in questo campo non può assolutamente mancare. «Con il nuovo allestimento di ottobre, a cui stiamo lavorando già da qualche mese, il Mav sarà l'unica realtà museale ad avere nel proprio percorso tutte le nuove tecnologie di nuovissima generazione tra realtà virtuale, realtà aumentata, realtà mista e strumenti di interattività come il Kinect. Tra l'altro presso i nostri laboratori si lavora anche con alcune tecnologie che sono ancora di uso sperimentale. Rispetto a dieci anni fa il Mav si è evoluto in maniera considerevole. Se non fosse così, non incontrerebbe il gradimento del pubblico perché gli attuali visitatori hanno aspettative diverse da quelle di dieci anni fa. Le tecnologie cambiano continuamente e dunque gli aggiornamenti diventano necessari per avere un riscontro favorevole. La stragrande maggioranza del nostro pubblico è costituita dai cosiddetti millennials, ovvero tutti coloro che sono nati dopo il 2000. È evidente che le aspettative di questi ultimi siano totalmente diverse da quelle della generazione precedente». Non solo Ercolano, ma anche Pompei, Baia, Stabiae e Capri si offrono agli occhi dei visitatori con una maggiore 54 completezza, che senza dubbio non vuole sostituire ma integrare la conoscenza degli scavi archeologici. Una riproduzione della mappa dell'antica Ercolano con un dispositivo interattivo per visualizzare le schede di accompagnamento relative ai principali punti di interesse della città apre il percorso multimediale che insieme alle voci delle divinità Venere, Dioniso e Atena mostra ai visitatori l'antico aspetto di edifici pubblici come il Teatro e le Terme di Ercolano e il Tempio di Giove a Pompei, delle domus romane più importanti come la casa del Fauno e del poeta tragico e della prestigiosa Villa dei Papiri. Un film in 5D sull'eruzione del Vesuvio che più di 2000 anni fa ha dato origine a tutto chiude una visita affascinante e spettacolare. La conversazione con il direttore Cacciola ora può riprendere. Realtà degli scavi da una parte, immagini virtuali dall'altra. Lei si schiera? 55 IL PATRIMONIO

«Ritengo che le due cose siano complementari. La direzione verso cui quasi tutti i musei tendono oggi è un intreccio sempre più stretto tra la realtà fisica del patrimonio culturale e quella virtuale. I feedback ricevuti sono unanimi su un punto: che la visita al Mav costituisce un complemento agli scavi di Ercolano, favorendone una maggiore comprensione. Questo soprattutto perché i visitatori non sono specialisti del settore ma persone con una grande passione per il patrimonio culturale ed archeologico. Penso che oggi di questo connubio non se ne possa fare più a meno in nessun ambito culturale». Proprio per questo è stata istituita la ErcolanoVesuvio Card. «Da dicembre 2018 grazie a questo strumento, che costa 22 euro, si può avere accesso a quattro siti: scavi di Ercolano; V e s u v i o ; M a v e V i l l e Vesuviane. Grazie alla Scabec abbiamo fornito ai nostri visitatori l'opportunità con un u n i c o p a s s d i e n t r a r e dappertutto». Non sono solo i turisti stranieri a visitare il museo. «In percentuale il 40% è costituito da studenti di tutti i livelli di istruzione, il 35% dal turismo internazionale, il restante da famiglie italiane, napoletane e regionali». E gli eventi organizzati naturalmente non mancano. «L'anno scorso abbiamo realizzato ed ospitato circa 100 eventi. Alcuni sono gratuiti e rivolti ad un pubblico locale, data la nostra attenzione al campo del sociale. Cerchiamo di calibrare la programmazione da noi offerta in base a tutte le fasce d'età».

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NAPOLETANITÀ

in Italia e nel mondo, spiega come le pizze servite nel locale sito in via Cesare Sersale siano “Da Michele” un piatto unico ed iconico il cui fascino ed il cui sapore resistono Da Napoli al mondo nel segno della tradizione allo scorrere del tempo. «La nostra margherita e la di Bruno Marchionibus Alessandro, come inizia la nostra marinara stanno alle storia della vostra pizzeria? Alessandro Condurro pizze come le Harley stanno alle «Nel 1870 il mio trisavolo, ripercorre la storia della moto». Con questa efficace Salvatore Condurro, da Torre pizzeria di famiglia, s i m i l i t u d i n e A l e s s a n d r o Annunziata si trasferì a Napoli; divenuta simbolo di Condurro, amministratore Salvatore faceva il vociaro, ossia napoletanità, e spiega insieme alla cugina Daniela della gridava fuori ai negozi per come il marchio da lui Michele in the World, la società attirare le persone, ma nel fine ideato stia spopolando in che ne gli ultimi anni ha settimana per arrotondare Italia ed all'estero esportato la tradizione de preparava e vendeva pizze fritte. “L'Antica Pizzeria Da Michele” Col tempo iniziò a farsi aiutare in 58 q u e s t ' a t t i v i t à d a l s u o primogenito, Michele, che divenne così bravo da aprire nel 1904 una sua pizzeria, “Da Michele” appunto, nei locali dove ad oggi si trova l'Ascalesi. Durante il Fascismo ci fu l'esproprio della struttura per farne un ospedale e il mio bisnonno trasferì l'attività nell'attuale sede di via Cesare S e r s a l e 1 / 3 ; i s u o i f i g l i lavoravano tutti in pizzeria, ma a rilevare in seguito l'attività paterna fu mio nonno Salvatore col fratello Antonio». ingredienti eccedenti, di ridurre l'attività principale, quindi La peculiarità della vostra il menu a queste due; possiamo nessuno di loro aveva l'idea pizzeria è quella del menu, dire che, spinto dalla necessità, il imprenditoriale di aprire altre composto da marinara e mio antenato arrivò a compiere sedi. Quando al corso di tecnica margherita, e del locale u n ' i g n a r a s t r a t e g i a d i industriale studiai gli elementi spartano. Quali sono le ragioni marketing, dando alla pizzeria d i s t i n t i v i d e l l ' a z i e n d a , di questa scelta? quello che oggi è il brand identity i m m a g i n a v o t u t t o «La versione ufficiale è che d e l l a n o s t r a a z i e n d a . rapportandolo alla nostra margherita e marinara sono le Attualmente a Forcella sarebbe pizzeria e mi venne l'idea di uniche due pizze considerate dai impensabile fare altro; qui è tutto creare un marchio che potesse p u r i s t i c o m e c l a s s i c h e improntato alla velocità, con identificarci. Ispirandomi a napoletane, il che in un certo oltre 1000 pizze da sfornare Michael Jordan, che in quegli senso è vero, ma c'è anche una q u o t i d i a n a m e n t e . S e n e anni aveva fatto di se stesso un spiegazione ufficiosa. Negli anni facessimo altre con preparazioni brand facendo diventare la sua del dopoguerra Forcella era più lunghe, non potremmo sagoma il logo della Air Jordan, popolosa e povera e c'era la raggiungere questi numeri». pensai di prendere la foto del necessità di sfamare le persone; è Da qualche anno, con MITW, nonno Michele, senza dire a mio in questo clima che nacque la state esportando il vostro zio quale fosse la mia idea, e di “pizza ad otto giorni”, che poteva marchio in Italia e nel mondo. chiedere ad un amico grafico di essere pagata entro otto giorni C o m e s t a a n d a n d o stilizzarla e di farne così un d a l l a c o n s u m a z i o n e . quest'esperienza? marchio, che poi ho registrato Ovviamente, in tale situazione, «Diciamo che MITW è stata aspettando l'opportunità di la gente poteva permettersi solo un'intuizione che ebbi ai tempi poterlo utilizzare. Nel 2011, poi, le pizze più economiche, dell'università. Mio nonno ed il si presentò un cliente dal margherita e marinara, e non fratello erano pizzaioli a tutti gli Giappone che si innamorò della quelle farcite, che pure Michele effetti, mentre per mio padre ed i nostra pizzeria tanto da proporci prima offriva. Il bisnonno così miei zii, che hanno seguito altre di aprire una sede a Tokyo; quel decise, per non buttare gli strade, la pizzeria non era cliente era Mr. Sato, il presidente 59 NAPOLETANITÀ

del nostro partner giapponese. E così nel 2012 abbiamo aperto lì il nostro primo locale all'estero, a cui ha fatto seguito nel 2015 Fukuoka ed a breve avremo sedi anche a Yokohama e Okinawa. Un banco di prova importante è stata, in seguito, l'apertura della sede di Roma; in quell'occasione ci aspettavamo di poter fare massimo 400 pizze al giorno, mentre già nelle prime t r e g i o r n a t e a v e m m o quotidianamente più di mille clienti, tanto che dovetti andare con la macchina ad Agerola a prendere altro fiordilatte perché avevamo praticamente finito tutto. Dopo questo grande successo è stata la volta di Londra, altro grande risultato, e poi di Milano, Barcellona, Firenze. Da pochissimo Los Angeles e attualmente siamo agli sgoccioli per l'apertura di Verona e Dubai e poi...chi vivrà vedrà». Qual è il segreto per riuscire a portare lo spirito della tradizione napoletana in realtà così distanti e diverse tra loro? «La napoletanità tira molto e “Da Michele” è un suo simbolo. La nostra storia ultracentenaria ci dà ragione; la gente viene da noi perché cerca esattamente quello che offriamo, lavorando ancora come tanti anni fa. Il miglior modo per innovarsi è restare fermi; la nostra pizzeria negli anni è diventata quello che è adesso grazie al passaparola, che è una pubblicità molto più lenta rispetto agli odierni social, ma molto più forte: “Da Michele” ha un'identità definita e rimane nelle persone, assurgendo a monumento di Napoli». Nel 2016 siete stati tra i cofondatori dell'Unione Pizzerie Storiche Napoletane Centenarie: è anche questo un modo per difendere la tradizione? «Sì, l'idea nacque in occasione della festa che la pizzeria Gorizia al 60 Vomero organizzò per i suoi 100 anni, invitando anche noi rappresentanti delle altre pizzerie “secolari”. Lo scopo di quest'associazione, che ad oggi conta 13 membri e di cui sono Segretario, è salvaguardare la tradizione e tutelare il modo tradizionale di fare la pizza, che ha reso quest'arte patrimonio dell'umanità». In una celebre scena di “Mangia, prega, ama” del 2010 Julia Roberts gusta la vostra margherita. Che emozione è stata vedere il vostro locale in una pellicola hollywoodiana? «Una bella emozione; ricordo che mio zio all'inizio non voleva concedere il locale per non perdere la giornata di lavoro, ma per fortuna riuscimmo a convincerlo. Purtroppo sul set la Roberts era inavvicinabile; lì per lì ci rimanemmo male, però poi ragionandoci è inevitabile che essere l'attrice più famosa del mondo ti porti a fare una vita “blindata”». Recentemente da voi c'è stato anche mister Ancelotti… «Sì e devo dire che abbiamo spesso il piacere di ospitare rappresentanti del Napoli. Mertens è un nostro cliente abituale, così come fino all'anno scorso lo era Pepe Reina. Quando io ero bambino, una sera, venne da noi anche Maradona insieme ad una ventina di persone. Il Pibe apprezzò così tanto la nostra pizza che ne mangiò 4/5; quella sera avevamo le saracinesche abbassate, ma la voce della presenza di Diego si era sparsa. Quando le rialzammo, fuori al locale c'era praticamente lo Stadio San Paolo ad attenderlo».

61 BPMed – Banca Popolare del Mediterraneo S.c.p.a. Via Agostino Depretis N° 51 Napoli 80133 - Tel. 081 5521603 - Fax 081 5516704 - E-mail: [email protected][email protected] Filiale Palma Campania (NA) Via Nuova Nola, 16A - Tel. 081 8241120 LA CITTÀ

Castel Sant'Elmo Una vista a 360 gradi sulla città di Domenico Sepe

l più grande castello della Dal Belforte al Castrum Sancti palazzo, ultimato poi nel 1343, città scavato, in parte, nel Erasmi sulla collina nel luogo ove t u f o, è p o s t o i n u n a Il castello trae origine da una sorgeva la torre. I torre d'osservazione di epoca A l l ' e p o c a d e l V i c e r e a m e posizione privilegiata per guardare tutta la città di Napoli normanna chiamata Belforte, di spagnolo il castello fu ricostruito in modo da poterne osservare le cui abbiamo notizia già dal 1275, su ordine di Carlo V da Don bellezze naturali e la storia un nome con cui a volte ci si Pedro de Toledo, realizzando urbanistica. Nato fortezza riferisce al castello, edificata qui un'opera di fortificazione militare ed oggi adibito a museo per avere un punto privilegiato dell'area nel 1546 e costruendovi permanente sul Novecento per il controllo della città e dei anche una chiesa dedicata a napoletano, è stato teatro di suoi accessi. Del castello le fonti Sant'Erasmo, per il quale era già alcuni fr a gli eventi più iniziano a parlare con riguardo stata edificata un'altra chiesa sin significativi della storia all'ordine, da parte del re dal X secolo. cittadina. Roberto d'Angiò, di costruire un Già nel 1348 fu messo sotto 63 LA CITTÀ

assedio da Ludovico d'Ungheria. stella a sei punte, unica al mondo, può accedere ai locali adibiti a Altri assedi furono quello frutto di una progettazione prigione e si accede alle arcate austriaco del 1707 e quello dei prettamente militare, con delle con vista sulla città e salendo si Borbone del 1734, dimostrando c a n n o n i e r e n e g l i a n g o l i arriva alla Piazza d'Armi, ove si il fatto che ne servisse il rientranti. La pianta della erge la Torre del Castellano. controllo per dominare sulla struttura fu scavata nel tufo della Infine, nel grande piazzale in città. Infatti, durante i moti del collina stessa allo scopo di cima, si trova la chiesa di 1799, fu preso dai repubblicani e rendere imprendibile questo Sant'Erasmo. qui fu proclamata la Repubblica edificio, dandogli la maggior Oggi è utilizzato come museo Napoletana. resistenza possibile. permanente sul Novecento È stato anche carcere militare Per accedere all'interno si deve napoletano e centro congressi, fino agli anni settanta del XX percorrere una rampa ripida e d ove s i s vo l go n o a l c u n e secolo fino a che non venne passare un ponticello e, dopo importanti manifestazioni restaurato ed aperto nel 1988 questo, si trova la Grotta culturali partenopee tra cui il come museo. dell'Eremita. Sul por tale C o m i c o n e , q u e s t ' a n n o , La stella dalle sei punte campeggia lo stemma di Carlo V NapoliCittàLibro. All'esterno Castel Sant'Elmo, con d e l l e f e ri toi e pe r l a Ava m p o s t o s t r a t e g i c o , per come lo vediamo oggi, è protezione del ponte levatoio. p r i g i o n e e p a t r i m o n i o caratterizzato da una forma a Una volta passato il portale, si UNESCO

Ph Claudio Morabito

64 Tra le curiosità di Castel Nel 1587 un fulmine colpì la come detto, l’unico castello Sant'Elmo vi è la totale assenza polveriera causando il crollo di costruito su una pianta a sei di torrioni che fu considerata una buona parte della fortezza, punte. Le spiegazioni su questo debolezza ma che, con l'avvento uccidendo 150 per sone e sono molto varie ma il tutto dei cannoni, si è rivelata essere provocando gravi danni alla resta avvolto da un alone di un'intuizione di grande valore parte sottostante della città ed è mistero storico. Tra l'altro esso è strategico. Il castello è anche qui che fu piantato il primo a n c h e u n P a t r i m o n i o dotato di due grandi cisterne per albero della libertà nel 1799. dell'Umanità UNESCO dal 2014 la riserva d'acqua in caso Sempre qui, inoltre, si consumò proprio per le sue particolarità d'assedio, le quali sono state l ' u l t i m a r e s i s t e n z a d e l l a costruttive. scavate nella roccia viva. Repubblica Napoletana contro Un'altra curiosità riguarda il l'armata sanfedista. Citazioni nome Sant'Elmo, si ritiene infatti Nel castello vi furono rinchiusi sia la corruzione del nome molti personaggi illustri come “Offre un esempio Erasmo a cui era dedicata una To m m a s o C a m p a n e l l a e chiesa che si trovava dove ora protagonisti della Repubblica eminente di un tipo sorge il castello. Al santo poi ne è Napoletana come Mario Pagano speciale di costruzione s t a t a d e d i c a t a u n ' a l t r a ed Ettore Carafa. architettonica” Castel Sant'Elmo quindi è, all'interno del castello stesso. ( M o t i v a z i o n e P a t r i m o n i o UNESCO)

“ N e s s u n o è m a i riuscito a governare Napoli” (Fernand Braudel)

“Per la sua bellezza e per la sua fecondità gli Dei si contendono il possesso della città” (Polibio)

“Io scuso coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi’’ (Goethe) 65 La siscia di Cenzì TRADIZIONI E LEGGENDE di Paola Parisi I fantasmi di Castel Sant'Elmo

intenzionalmente non indicano l'uscita ma una Dalla splendida vista sulla subdola pretesa che tu sia parte di essi, del loro città di Napoli al mistero ed tragico vissuto, del perché albergano proprio lì, alla paura all'interno delle sue passando inesorabilmente da vittime a carnefici mura. Le maschere storiche e dalla bramosia di infliggerti la stessa, identica indossate dai De Filippo e dal punizione da essi subita, come una sorta di Principe Totò all'interno di vendetta trasversale con l'intento e la sordida una sala che si trasforma speranza di aggiungere nuovi elementi a questa magicamente in teatro singolare “comitiva del terrore”. Mentre tutti questi pensieri aleggiano la mente, ma baluardi, le mura di Castel Sant'Elmo c o n t e m p o r a n e a m e n t e e m e r g e offrono un mix di fascino e terrore al prepotentemente lo spirito di sopravvivenza e Itempo stesso, specialmente se si dunque il desiderio di guadagnare l'uscita nel immagina di visitarlo non in una mattina più breve tempo possibile, ecco che, per un soleggiata d'estate ma in un pomeriggio beffardo scherzo del destino, ci si trova davanti d'inverno quando fa buio presto, alle sei del all'ingresso della Sala delle Maschere, dove sono pomeriggio sembra addirittura mezzanotte e conservate maschere storiche indossate dai più magari involontariamente si sfugge alla ronda illustri protagonisti del teatro napoletano: in dei guardiani addetti alla chiusura dei percorsi primis Eduardo e Peppino De Filippo e dulcis in visitabili… il cuore a mille e la sensazione di fundo il Principe Totò. In molti sostengono che essere guidati da entità sovrannaturali che certe notti i fantasmi di questi grandi attori 67 TRADIZIONI E LEGGENDE

decidono di tornare ad indossare le amate maschere, aggirandosi nella stanza con esse. In questo luogo si assiste ad un vero e proprio cambio di scenario e cambiano anche le percezioni. Il pathos lascia il posto all'incredibile, all'imperscrutabile. Questa sala magicamente si trasforma in un teatro dove si è attori e spettatori di una rappresentazione unica nel suo genere. Immaginare di essere nella stessa stanza con Totò e Il Principe De Curtis stesso scrisse in proposito Peppino, vivere e questi versi: condividere anche … Ormai per me il trapasso è 'na pazziella un solo fotogramma È 'nu passaggio dal sonoro al muto. delle loro esperienze E quann s'è stutata 'a lampetella artistiche, anche Significa ca l'opera è fernuta r i s e n t i r e i E 'o primm attore s'è ghiuto a cuccà. celeberrimi versi di Così come anche il visitatore del castello quelle “specie 'e ostaggio delle sue stesse paure, le esorcizza bestie al pozzo dei ridendo e scherzando nella sala delle maschere e rospi”: varrebbe la compie un altro piccolo miracolo dimostrando p e n a d i r e s t a r e che da “copp sant'elmo …'o purpo a mare se po eterni prigionieri di piglià”. quell'angusto luogo in barba a tutte le leggende inquietanti, così come sarebbe un sacrilegio non vedere il grande Eduardo nei panni di “questo fantasma” Pasquale Lojacono ad assistere in prima persona alla dannazione della sua stessa anima, divenuto anch'egli un'entità ultraterrena. Non ci sarebbe posto per la paura perché chi ci ha fatto ridere e riflettere in vita non può terrorizzarci dopo. 68

LA NOVITÀ di Lorenzo Gaudiano La Pizza Red Velvet di Gianluca Ranieri e Salvatore Lioniello

iceva il noto regista statunitense pasticceria napoletana si trasforma in una pizza Francis Ford Coppola: “Un dal sapore dolce, che si presenta come una Delemento essenziale dell'arte è il chiusura di pasto alternativa al classico dessert. rischio. Se non rischi, come potrai creare Impossibile non rimanerne estasiati alla vista e, qualcosa di autenticamente bello che non è mai naturalmente, dopo averla assaggiata: un stato visto prima?”. Non ci sono limiti alla impasto al lampone, un letto di confettura di creatività, nell'arte come nella gastronomia. lampone sovrastato da una farcitura al Soprattutto quando due professionisti estrosi formaggio, una superficie di un rosso vivo come Gianluca Ranieri e Salvatore Lioniello realizzata con una spolverata di Pan di Spagna uniscono bravura ed inventiva per proporre della Red Velvet e una decorazione al cioccolato qualcosa di originale e destinato a conquistare bianco, more e alchechengi. una grande mole di palati: la Pizza Red Velvet. Gianluca e Salvatore, una collaborazione La “diversamente napoletana” del pizzaiolo con che parte da lontano. il cappello con le interessanti rivisitazioni della «Ci conosciamo da tanto. Ho sempre avuto 70 l'idea di realizzare una pizza dolce – dice Ranieri Il suo obiettivo è quello di conquistare i suoi – ma è stato possibile realizzarla soltanto grazie assaggiatori. alla professionalità ed alla bravura di un «Questa pizza arriverà persino a New York pizzaiolo come Salvatore». perché una mia amica artista lì gestisce una «La nostra collaborazione nasce – aggiunge galleria d'arte. Faremo realizzare un quadro che Lioniello – perché il mio concetto di pizza è la richiami. Tra l'altro la Red Velvet è molto sempre stato quello di garantire la massima apprezzata da quelle parti, quindi si presenta digeribilità dal primo all'ultimo prodotto. Dopo come un omaggio all'America». aver assaggiato i buonissimi dolci di Gianluca, «Ci impegniamo affinché la clientela sia felice ho notato che rispetto alla massa presentavano perché ci dà grande gioia vedere le persone un tasso zuccherino molto basso. Da quel andarsene dal locale soddisfatte per l'esperienza momento ho capito che potevo sposare il progetto di una pizza dolce insieme a lui». Pizza ed ingredienti per un dolce: due orizzonti diversi che si incontrano. «In tutte le pizzerie oggi è possibile ordinare la classica pizza con impasto a cacao ed il cioccolato spalmato sopra. Siccome Salvatore è originale come me, ho pensato ad una pizza dolce particolare che potesse costituire per lui un'intrigante e raffinata chicca». «In qualsiasi posto si vada a mangiare, dopo il salato si tende sempre o per tradizione o per golosità ad assaggiare il dolce finale. Mi intrigava molto creare un impasto sulla base di un dolce studiato prettamente per me da Gianluca, dotato di una mente malefica come la mia (ride ndr). Sposai subito quest'idea anche perché, manco a farlo apposta, tra tutti i suoi dolci quello che mi fa impazzire è proprio la Red Velvet. Ne è venuta fuori una pizza americanizzata dove il tradizionale colore rosso non è dato da un colorante ma dal sapore del lampone inserito in un impasto studiato per l'occasione». 71 LA NOVITÀ

Il suo obiettivo è quello di conquistare i suoi «Sono lieto di annunciare l'apertura di un assaggiatori. nuovo laboratorio Ranieri a Quarto, di cui «Questa pizza arriverà persino a New York naturalmente non voglio svelare nulla… (ride perché una mia amica artista lì gestisce una ndr)». galleria d'arte. Faremo realizzare un quadro che «Prevedo nella mia pizzeria a Succivo di la richiami. Tra l'altro la Red Velvet è molto avviare il progetto dei tavoli dello chef. Due apprezzata da quelle parti, quindi si presenta tavoli rotondi saranno riser vati alle come un omaggio all'America». prenotazioni con un menu degustazione di «Ci impegniamo affinché la clientela sia felice sette/nove portate diverso da quello della sala perché ci dà grande gioia vedere le persone centrale, che valorizzerà i prodotti stagionali e andarsene dal locale soddisfatte per l'esperienza che avrà sempre un tocco di Gianluca gastronomica vissuta». Ranieri…». Un progetto è stato portato a termine. Avanti con i prossimi, guarda caso tutti a settembre.

72 Tonda Gentile S.r.l. Via Passanti, 403 - 80047 San Giuseppe Vesuviano (NA) Tel./Fax +39 081 8272250 - [email protected] LA MOSTRA di Marco Boscia

Il personaggio più celebre di Hugo Pratt, Corto Maltese diventato vero e proprio mito letterario del '900, in mostra al Mann di Un viaggio straordinario Napoli

di Bruno Marchionibus

l consiglio a chi fino al 9 settembre esercizio dei diritti d'autore di tutta la sua dovesse trovarsi a passeggiare per le produzione. Entrando nella parte dedicata al Istrade di Napoli, ma anche agli stessi “marinaio” al Museo Archeologico Nazionale di cittadini, e non solo agli appassionati, è di Napoli (Mann), subito salta all'occhio come la dedicare parte del proprio tempo alla visione mostra sia stata suddivisa in differenti sezioni, della mostra su Corto Maltese, il celebre da quella legata al suo rapporto con le donne a marinaio ideato da Pratt, uno dei più grandi quella con il mare, fino a quella dei suoi lunghi fumettisti al mondo. La mostra, patrocinata dal viaggi. Pratt difatti, pur essendo nato a Rimini Comune di Napoli e realizzata in collaborazione ed avendo trascorso l'infanzia a Venezia, città con Rizzoli Lizard, è stata organizzata da che lo farà appassionare all'arte del disegno, ha COMICON con l'ausilio di Patrizia Zanotti, vissuto (1927-1995) in Italia, Argentina, managing director della CONG SA, società Inghilterra, Francia e Svizzera, viaggiando creata dallo stesso Pratt nel 1983 ed alla quale praticamente in tutto il resto del mondo. quattro anni più tardi ha ceduto l'esclusivo L'autore ha sempre negato ogni tipo di 74 autobiografismo, ma in Corto Maltese appare tante, troppe volte di cogliere ciò che è stato Pratt: le sue passioni, lo spirito avventuriero, l'amore per i viaggi, per i libri e per le canzoni, facendo quasi sembrare che il corpo di questo giovane marinaio nasconda l'anima di un uomo che ha vissuto troppo per sorprendersi o per provare timore. Ci si immerge quindi nel mondo di questo straordinario p e r s o n a g g i o a t t r a v e r s o l'esposizione di almeno un centinaio di esemplari fra tavole, schizzi e fotografie; si parte dalle prime avventure raccontate da Pratt ne “Una ballata del mare salato” fino ad arrivare all'ultimo capolavoro di Corto Maltese dal titolo “Mū – la città perduta” del 1991. In tutti i fumetti in cui Corto Maltese è il protagonista, Pratt fa riferimento ad una serie di temi e scenari differenti che hanno però, come si evince dall'esposizione, sempre un fattore comune: l'avventura. Lo stesso autore nel 1980 per la

Parola a Hugo

“Vorrei che le mie storie creassero delle immagini che fossero come dei segni e spingessero quindi a una maggiore curiosità. Una piccola curiosità che apre le porte di un mondo sconosciuto” (Hugo Pratt. Conversation avec Eddy Devolder, Tandem, 1990)

“Corto è nato dal ricordo della storia di un marinaio tratta da un film hollywoodiano degli anni trenta. Un giorno mi sono detto: «Trovare un eroe marinaro in mezzo al Pacifico è un inizio straordinario». È così che è nato Corto” (Conversation avec Eddy Devolder, Tandem, 1990) 75 Dicono di Pratt Patrizia Zanotti, managing director della CONG SA: “Da Venezia a Malta, da Hong Kong a Escondida, da Buenos Aires a Napoli, Hugo Pratt amava le città di mare perché sono naturalmente aperte all'arrivo di altre genti, altre navi, altre culture. C'è stata una strana e interessante coincidenza che ha legato Buenos Aires a Napoli nella vita di Hugo Pratt. Buenos Aires è stata una città fondamentale per gli incontri, l'immaginario creativo e per la crescita artistica di Hugo Pratt, ma quando nel 1987 si trovò a Napoli per una sua esposizione organizzata dall'ente autonomo Mostra d'Oltremare, nello stesso periodo la squadra di calcio del Napoli festeggiava il suo primo scudetto con l'argentino Maradona come capitano. Nei manifesti vicini allo stadio e al luogo dove si esponevano gli originali di Pratt si alternavano le immagini di Maradona e di Corto Maltese e pur essendo due immagini completamente diverse, c'era un collegamento fra loro: l'Argentina, il paese d'Oltremare che aveva formato uno dei più grandi calciatori della storia e uno dei più grandi autori di fumetto. E quei personaggi popolari s'incontravano proprio a Napoli, l'Oltremare” Paolo Giulierini, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: “Non potevamo trovare miglior compagnia di Corto Maltese. Si rinnova con una originale mostra dedicata al personaggio cult di Hugo Pratt, pensata per il MANN e per Napoli, la stimolante collaborazione tra il Museo e COMICON. L'esposizione, la prima così completa che la città dedica a uno dei più grandi fumettisti mondiali e alla sua graphic novel dallo spessore letterario, costituisce una parte di un percorso di eventi tra il Mann e i Campi Flegrei” Claudio Curcio, Direttore Generale COMICON: “Siamo particolarmente fieri di poter finalmente lavorare con uno dei più grandi e celebrati autori italiani del fumetto. Hugo Pratt è un autore che ancora non avevamo avuto la possibilità di presentare al pubblico di COMICON e di Napoli e il cui lavoro mancava nella nostra città dagli anni novanta. Un progetto importante e impegnativo, che ci vede tutti fortemente coinvolti e per cui ringraziamo CONG, che ha gentilmente concesso i diritti, e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che ha accettato con entusiasmo di ospitare la mostra dedicata a Corto Maltese e al suo creatore” 76 LA MOSTRA

collana de “L'autore e il fumetto” edita da Del Grifo l'ha così definita: «Penso che l'avventura sia una componente molto bella della natura umana, ma è necessario saperla vedere, cercare, incontrare. La si può trovare dappertutto, se si ha abbastanza fantasia, perché è una cosa di cui l'uomo ha bisogno e che spesso gli viene tolta. L'avventura è cercare qualche cosa, che può essere bella o pericolosa, ma che vale sempre la pena di vivere». Chiunque quindi sia dotato di spirito avventuriero intraprenda questo viaggio straordinario.

La mostra è visitabile tutti i giorni al MANN ( o r e 9 - 1 9 . 3 0 ) , e s c l u s o i l m a r t e d ì . Costo del biglietto: 15 euro (intero); 7.50 euro (ridotto); 2 euro (18-25 anni). Accessi illimitati ed inclusi nell'abbonamento OpenMann. Ingresso gratuito nelle giornate previste dalla campagna ministeriale 2019 #IoVadoAlMuseo: oggi; domenica 11, 18 e 25 agosto

77 LA NOSTRA SOCIETÀ La famiglia: un luogo d'amore o di conitto? di Ciro Chiaro La vita familiare con le sue vicissitudini non deve influenzare lo sviluppo dei figli. I conflitti, le difficoltà, le separazioni devono essere vissute con maggiore condivisione e l'aiuto del Mediatore Familiare

n luogo d'amore. Questa è sicuramente una bella definizione della famiglia. Infatti al di là di ottimali condizioni economiche, sociali, geografiche e così via, per creare una famiglia ci Uvuole innanzitutto amore. Un tempo si parlava di famiglia patriarcale, recinto disciplinare fatto di regole e valori; oggi invece con la sua routine e le sue consuetudini si sviluppa intorno al figlio, che diventa il simbolo dell'amore e della tenuta dei legami. Personalmente mi piace anche vederla in un'altra ottica, ovvero come l'unico gruppo che vale molto più della somma dei suoi componenti. Nei momenti di difficoltà la famiglia moltiplica le risorse, mette al bando i rancori, fortifica i legami per raggiungere uno scopo comune. Ma non illudiamoci, può essere anche il luogo dove albergano odio, violenza e disperazione. Può diventare un inferno per genitori e figli e purtroppo le cronache ne danno ampia dimostrazione. È ovvio che in caso di separazione e divorzio la rabbia e il rancore prendano il sopravvento sulle buone relazioni, però in queste circostanze sono in ballo anche cose importanti da decidere, come l'affidamento dei figli, la casa, ect. e queste decisioni non si possono assumere in un'ottica di mera vendetta. In ambito clinico e psicoterapeutico si ritiene che il conflitto sia una dimensione fisiologica della esperienza umana, per cui si opta non per una risoluzione dello stesso ma sulla ricerca di modalità di gestione e di rapporto con il conflitto stesso. Quindi non bisogna per forza vederlo come patologia ma forse addirittura come risorsa poiché fa emergere delle disfunzioni comunicative all'interno della relazione su cui vale la pena di intervenire. Il 78 mancato intervento può causare invece, tra i membri d e l l a f a m i g l i a , disconnessione emotiva con c o n s e g u e n t i comportamenti che vanno d a l l ' a l l o n t a n a m e n t o, a l l ' e v i t a m e n t o , a l l a manipolazione fino ad arrivare a situazioni che possono portare a danneggiamenti fisici e psicologici. Da Mediatore Familiare ritengo che lo scopo della mediazione sia riorganizzare la comunicazione, trovare accordi per il futuro delle relazioni in ambito familiare, tesi soprattutto alla condivisione delle responsabilità nella tutela e nell'accudimento dei figli. Infatti l'aspetto più importante di questa funzione è la tutela della genitorialità, poiché la coppia coniugale può arrivare anche alla fine del suo ciclo vitale ma la responsabilità dei genitori nei confronti dei figli resta per sempre. In caso di separazione o di divorzio chi meglio dei due coniugi conosce la propria storia, le emozioni che si stanno vivendo, i bisogni e le esigenze proprie e dei figli, l'idea di futuro che si prospetta per poter creare proprio nei figli la consapevolezza di poter contare in ogni caso su entrambi i genitori, la cosiddetta bigenitorialità. In molti casi certe decisioni su argomenti così importanti e così delicati vengono purtroppo assunte da un estraneo: il Giudice del Tribunale dove è stata presentata l'istanza di separazione. Sulla base dell'esperienza si ritiene che invece per gli accordi condivisi, ci siano più probabilità che essi vengano rispettati, mentre quelli assunti per il tramite di una sentenza vengono prima o poi disattesi. È dunque la strada della condivisione che vale la pena di percorrere ad evitare che i figli diventino le vittime innocenti di un conflitto dove perdono in maniera traumatica persone di riferimento indispensabili per la loro crescita, la loro educazione, formazione e sicurezza. La regola aurea sarebbe vedere sempre i figli oltre il conflitto. Dalle statistiche e dal risalto mediatico che si dà ai cosiddetti “femminicidi” e alla violenza domestica in genere, si può pensare che la famiglia a volte da luogo d'amore diventi un territorio abbastanza pericoloso. Però le soluzioni ci sono, il conflitto può essere gestito percorrendo altre strade ma bisogna passare per posti che si chiamano comunicazione, empatia, cooperazione, impegno, accoglienza, emozioni, bisogni … se non ci si riesce da soli si può sempre chiedere aiuto, non c'è nulla di cui vergognarsi. 79

SCAFFALE PARTENOPEO di Marina Topa Sergio Brancato: l'emozione della sorpresa Dice di essere timido soprattutto quando deve parlare di quello che scrive. Pensa che la comunicazione sia legata alla tecnica e quindi sia sempre in evoluzione

ociologo, scrittore, giornalista, è cominciata così, incatenato alle storie come sceneggiatore e regista radiotelevisivo, Ulisse all'albero maestro della propria nave Sdocente di Sociologia dei Processi nell'ascoltare il canto delle sirene. Crescendo, Culturali presso il Dipartimento di Scienze questa passione non si è affievolita, anzi ha Sociali dell'Università di Napoli “Federico II”, richiesto un salto di qualità: quello di capirla Sergio Brancato, attento studioso della meglio, comprendere le ragioni della sua forza e comunicazione, si racconta. il senso della sua importanza. Tra tutte le strade Lei ha realizzato un approfondito studio storico-sociologico sulle relazioni tra media, tecnologie e immaginario e le loro influenze sull'industria culturale. Come è nato il suo interesse per l'argomento e quali sono stati i risultati che più l'hanno sorpresa? «Il mio lavoro di ricerca si basa sull'emozione della sorpresa, quella che provavo da bambino nei riguardi di tutto: romanzi, comics, film, telefilm, opere teatrali. Ero ammaliato dal mondo di parole e figure che ritrovavo sulla carta dei libri, degli albi a fumetti, sugli schermi del cinema e della televisione, nei dischi. La mia educazione sentimentale nei riguardi del vivere 81 possibili ho scelto la sociologia della cultura, la disciplina che studia gli aspetti basilari della vita quotidiana. L'incontro all'Università di Napoli con il mio maestro Alberto Abruzzese, il più importante intellettuale italiano in questo campo di studi, mi ha aiutato a individuare il percorso da seguire e gli strumenti teorici da adottare. Ho capito che ciò che mi spingeva verso le narrazioni era l'idea che ogni storia ci spiega il mondo e il nostro posto in esso. In altri termini, noi siamo le storie che ascoltiamo. Sin da bambini, sino alla fine». La passione per la scrittura l'ha spinta ad occuparsi di letteratura di vario genere: Ci può fare un bilancio tra vantaggi e saggistica, fumetto, racconti e a collaborare s va n t a gg i n e l l e r e l a z i o n i u m a n e , come giornalista con importanti testate di conseguenti alle modifiche comunicative quotidiani e riviste. Dove è più facile indotte dall'evoluzione dei linguaggi riconoscere l'uomo Sergio Brancato? digitali? «E chi lo sa? Credo di essere me stesso in ogni «Le relazioni umane sono atti di parola che scrivo, in ogni discorso che affronto. comunicazione. Ma tutta la comunicazione, sin Mi sforzo sempre di essere intellettualmente dall'invenzione preistorica del linguaggio e poi onesto. Ma confesso una cosa: benché possa del segno grafico con le pitture rupestri, è apparire il contrario, sono in realtà una persona conseguente al nostro rapporto con la tecnica. timida. Parlare in pubblico mi è sempre costato Voglio dire che la specie umana è ciò che è fatica, ho dovuto lavorarci per anni. Eppure, se poiché vive con la tecnologia e grazie a essa. tengo una conferenza o presento un mio libro di Ogni mutamento del sistema dei media genera saggistica sono di norma disinvolto, mentre resistenze e conflitti tra il vecchio e il nuovo, fra nell'affrontare il pubblico con un'opera di la tradizione e l'innovazione. Ai suoi tempi narrativa – tipo il mio libro di racconti noir Città perfino Platone ebbe da ridire sul diffondersi del sole e della luna o le avventure del della scrittura! Eppure l'umanità va avanti e si commissario Ricciardi a fumetti che scrivo per trasforma continuamente, adottando sempre la S. Bonelli Editore – mi prende sempre un po' nuovi modi per comunicare. Ed è ciò che, di panico. Perché nelle storie cosiddette “di almeno sin qui, la fa sopravvivere. Io sono finzione” ci si mette emotivamente in gioco quindi molto curioso per il futuro dell'età assai di più». digitale». 82