I Maremoti Nell'area Dello Stretto Di Messina the Seaquakes in The

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I Maremoti Nell'area Dello Stretto Di Messina the Seaquakes in The Mem. Descr. Carta Geol. d’It. XCvi (2014), pp. 87-128, figg. 32; tabb. 5 I maremoti nell’area dello Stretto di Messina The seaquakes in the Messina Strait area AveRSA m. (*), BUSSoletti g. (**), FeA m. (***), toRRe R. (***) RiASSUnto - Breve rassegna sullo stato delle conoscenze rela- 1. - intRodUZione tive agli eventi catastrofici costieri avvenuti in epoca storica nell’area dello Stretto di messina. Allo scopo di meglio definire gli elementi di Pericolosità areale esistente, vengono riportate i problemi che pone l’area geografica dello Stretto di Mes- una serie di informazioni riguardanti una loro minore intensità sina dal punto di vista della Pericolosità relativa al manifestarsi registrata in alcune località. È stata riscontrata la mancanza di di onde di maremoto a seguito di evento sismico o di frana dati certi sull’ultimo grande evento avvenuto nel 1908, sia per sottomarina è una questione ancora viva ed attuale. quanto riguarda i parametri del sisma (Magnitudo, epicentro, faglia infatti, è a tutti ben nota l’esistenza di un acceso ed sismogenetica) che per quelli relativi alle onde di maremoto. Per que- sto evento in particolare, si è rilevato che i tempi di impatto annoso dibattito sulla realizzazione di un Ponte sullo delle prime onde nelle aree a S dello Stretto sono piuttosto ri- Stretto che vede contrapposti da una parte i fautori della dotti. i valori elevati d’altezza d’onda e quelli relativi alla in- salvaguardia ambientale ed i cosiddetti catastrofisti con- gressione delle acque marine concordano arealmente ma vinti, dall’altra i fautori di un’opera ingegneristica na- discordano nelle localizzazioni stimate dell’epicentro del sisma. zionale che produrrebbe notevoli risvolti economici. la presenza di depositi detritici lungo le scarpate del Canyon di Messina attribuiti all’evento del 28 dicembre 1908 fa ipotizzare il presente lavoro di rassegna ha voluto fornire un che il maremoto stesso sia stato causato da una frana sotto- sintetico quadro generale sulle attuali conoscenze del marina. Sono anche riportate informazioni relative ai numerosi ciclico verificarsi del fenomeno fisico e, alla luce del- miti ed alle antiche leggende presenti arealmente. l’analisi delle numerose informazioni esistenti, contri- buire all’accennata discussione in modo distaccato, PARole ChiAve: maremoti, messina, leggende, pericolosità proponendo in forma interdisciplinare di valutare sia le ABStRACt - A short review about the status of the knowledge risultanze dei dati oceanografico - costieri e geografico on catastrophic coastal events that happened in past ages - fisici che le indicazioni scaturite da un sommario re- Atti del Convegno 13-14 mAggio 2009 mAggio del Convegno 13-14 Atti around the messina Strait area. For a better definition of the perimento delle più significative fonti documentali at- elements related to hazard in the area, a series of information traverso una loro appropriata interpretazione. about its lower intensity in some locations will be reported. the lack of accepted data about the latest great event that hap- lo studio di questi fenomeni naturali, non sempre pened in 1908, related to the parameters of the earthquake da considerarsi improvvisi e catastrofici, necessita di (magnitude, epicenter, seism genetic fault) and those concern- una maggiore attenzione sia da parte della comunità ing the seaquake (tsunami) waves, has been noticed. About scientifica che delle Autorità competenti sul territorio this particular event, it has been also noted that impact times che sono preposte alla pubblica incolumità ed alle quali of the first waves south of the Strait are quite short. the high values of wave height and those concerning the run-up agree vengono demandate oggettive responsabilità. relatively well with the area but disagree with the assessed lo- troppo spesso si rimane totalmente passivi di cations of the epicenter. the presence of debris deposits as- fronte al verificarsi di eventi calamitosi di questo tipo e cribed at december 28th, 1908 event along the messina ciò perché non si possiede nemmeno un’idea di cosa Canyon slope let us suppose that the seaquake itself has been stia accadendo o di cosa potrebbe verificarsi in rapida caused by a submarine slide. information about many myths and ancient legends handed down in the area are also reported. successione e magari in conseguente replica. la perdita della cosiddetta memoria storica presso al- Key woRdS: seaquakes, messina, legends, dangerousness cune popolazioni già colpite in passato da analoghi (*) iSPRA - dipartimento per la tutela delle Acque interne e marine (**) Università degli Studi di Roma “SAPienZA” (***) Agi - Associazione geofisica italiana 88 m. AveRSA - g. BUSSoletti - m. FeA - R. toRRe eventi registrati con stesse modalità d’impatto è un area, si propaga in modo concentrico in mare aperto. grave ed irrimediabile fattore di Rischio (1). il fenomeno si verifica solitamente su ampia scala l’importanza strategica del dato storico è stata recen- dando luogo ad onde anomale distruttive. Si parla temente testimoniata dalla diffusa mancata cognizione anche di onde marine sismiche o di seismic sea waves, termini del fenomeno fisico e delle sue modalità di impatto e che rendono perfettamente comunque l’idea del loro propagazione. il notissimo doloroso caso dello tsunami andamento fisico (dUdley & lee, 2000). invero, nel- verificatosi nell’oceano indiano il 26 dicembre 2004 l’uso comune sono indistintamente utilizzati due ter- non è che un drammatico esempio. esso causò la morte mini: sia quello di maremoto che, temporalmente più complessiva di circa 300.000 persone, avvenuta per al- recente, quello di tsunami. cune di esse , purtroppo, addirittura anche dieci ore Sull’argomento si ritiene che, per le consistenti diffe- dopo l’inizio del manifestarsi del fenomeno stesso, cioè renze d’ordine di grandezza degli stessi parametri fisici dell’impatto della prima onda (2). caratterizzanti il fenomeno, sia più adeguato utilizzare il sostantivo tsunami per i fenomeni di tipo oceanico e piut- tosto quello di maremoto per i fenomeni che interessano i 2. - oSCillAZioni AnomAle del livello mari o comunque i bacini di minore estensione. mARino Questa auspicata separazione nella terminologia fa- vorirebbe, in particolare per il mar mediterraneo, una le oscillazioni anomale del livello delle acque del più attenta analisi ed interpretazione di tutte quelle in- mare sono solitamente considerate e classificate tra le formazioni storiche che riferiscono il registrarsi di tali cosiddette onde occasionali (moSetti, 1964). esse sono eventi fisici, notizie che sono state troppo spesso og- di norma generate da impulsi di considerevole energia getto di una selezione riduttiva rispetto alla notevole e vengono inquadrate come fenomeni di natura diversa mole di dati reperibili nei testi antichi indicanti il ripe- quali, ad esempio, l’onda di scia (generata da natanti), la tuto verificarsi del fenomeno, soprattutto prima del- sessa (onda di risonanza interna ai porti), l’onda solitaria l’anno mille. (onda con valori elevati di lunghezza), il mascheretto (alle tale selezione è effettuata più che altro sulla rintrac- foci dei fiumi), il maremoto. ciabilità o meno dello strato di terreno che il fenomeno Altro movimento anomalo del livello delle acque, co- fisico comunque lascia visibile nell’entroterra come de- munque di interesse per il conseguente Rischio costiero posito conseguente all’impatto, genericamente denomi- ed in generale per la delicata dinamica litoranea, è rap- nato tsunamite (4). presentato dalla loro ingressione o dalla loro regressione. le coste del mediterraneo, considerata la notevole in generale, un maremoto (meglio conosciuto con il si- pressione antropica esercitata sulle stesse nel corso dei nonimo giapponese di tsunami con il significato specifico secoli, possono comunque con facilità aver nascosto di grande onda nel porto (3) può essere definito come un’onda evidenze deposizionali di questo tipo, seppur di mode- o un treno di onde che, generatesi in una determinata sta entità. (1) Come è noto, R, il Rischio, è dato da una semplicissima equazione, R = P х v x, e dove P è la Pericolosità, v la vulnerabilità, e l’esposizione (valore esposto). i tempi di ritorno del fenomeno fisico oggetto di analisi rientrano nella valutazione della Pericolosità stessa. (2) le onde dello tsunami, originatosi in seguito al terremoto (magnitudo 9.3 RiChteR, ore 7:59 locali), si diffusero nell’oceano indiano per migliaia di km ed in diverse ore. in indonesia, zona epicentrale del fenomeno, si contarono circa 210.000 vittime a causa del terremoto e dell’arrivo quasi immediato delle onde ca- tastrofiche (circa 10 m). dopo circa 2-3 ore dal terremoto furono maggiormente colpite, dallo tsunami, la thailandia (circa 16.000 vittime, onde di 4 m), l’india (circa 24.000 vittime), lo Sri lanka (circa 50.000 vittime, onde di 4 m). A distanza di 7-8 ore in Somalia (onde di 4 m) si contarono circa 300 vittime. dopo 9 ore la tanzania contò 10 vittime. dopo 11-12 ore, a causa di onde di 1,5-3 m, vi furono 11 vittime in Sud Africa (circa 8.500 km dall’epicentro). la distruzione avvenne nonostante il fenomeno fosse verificatosi in pieno giorno e la sua forza fu maggiore per l’assoluta impreparazione nei confronti del fenomeno. tuttavia in alcuni casi l’evento fisico fu riconosciuto e grazie a ciò furono risparmiate vite umane. È il caso di RAZAK Alì che in un’isola delle nicobare riuscì ad allertare parecchie persone grazie alla conoscenza del fenomeno visto in un documentario del nAtionAl geogRAPhiC. Come pure quello di tilly Smith, una bambina inglese di 10 anni che ricordava una lezione del suo professore di geografia frequentata due settimane prima, in una scuola a Sud di londra, e che riuscì ad allertare la sua famiglia ed altri turisti in una località della thailandia, dopo aver riconosciuto il fenomeno tramite il ritiro delle acque del mare. dopo tale evento in thailandia ed indonesia sono stati ubicati segnali che indicano vie di fuga o zone a rischio in caso di tsunami. (3) il maremoto è comunemente tradotto nel linguaggio scientifico internazionale, fin dal 1963, con il termine giapponese di tsunami.
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