La Citta 29.Indd
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Anno 14 Numero 29 Dicembre 2009 Foglio della comunità italiana di Capodistria Il direttore della Direzione Generale per l'Europa Il segretario generale del governo Milan M. Cvikl del Ministero degli Affari esteri italiano, ambasciatore e Stanko Baluh, direttore dell'ufficio governativo Mario Salvatore Bova ricevuto dal presidente della per le minoranze hanno incontrato a palazzo Carli Can costiera, Flavio Forlani. (Foto Katonar) i rappresentanti della Can costiera. (Foto Katonar) Il Sottosegretario agli esteri italiano, Alfredo Mantica, Il Comune città di Capodistria ha completamente con il presidente della Giunta di Unione italiana, rinnovato, nei mesi scorsi, i parchi giochi delle unità Maurizio Tremul. (Foto Katonar) periferiche dell'asilo italiano »Delfino blu« di Semedella e Bertocchi. Il gruppo vocale Cluster di Genova ha partecipato alla tradizionale rassegna corale di Capodistria, con un concerto organizzato dal Coro misto »Obala« in collaborazione con la nostra Comunità. Tra i fans accorsi anche Chiara Vianello della IX classe della »Vergerio« (seconda da sinistra) alla quale cogliamo l'occasione per fare gli auguri per aver conseguito il primo premio alle recenti Gare di italiano svoltesi a Pola. (Foto Laura Vianello) La città Ciao Lino Inaspettatamente, Lino ci ha lasciato sul finire dell’estate, quando le persone ancora indugiano nella pigra indolenza estiva e ancora, increduli, sono restii a fare i conti con gli impegni che li aspettano al varco del rientro vacanziero. Nella quiete pressocchè totale del momento la notizia è rimbalzata e ha avuto vasta eco, nel triste rituale del passaparola che accompagna solitamente tali tristi circostanze. Nei giorni del cordoglio si sono smobilitate nel ricordo bufere della vita. Mi sono ritrovato così a pensare a Lino di Lino le persone semplici, i connazionali della sua mentre si inerpica in bicicletta, solitario, su una salita dura generazione che hanno condiviso con lui tanti episodi e interminabile, tutta serpentine, di quelle tappe epiche di e momenti di incontro, i cavresani di qua e di là del montagna che hanno fatto la storia del ciclismo degli anni confine uniti nel ricordo per l’amico scomparso, ma d’oro; l’immancabile berrettino e il viso contratto nello anche i rappresentanti istituzionali e le persone che sforzo di quest’ultima immane fatica. E questa immagine hanno compartecipato a un ideale di fede e militanza di un Bartali d’altri tempi, volonteroso e generoso nel cattolica che in Lino si è innestato su un’idea ecumenica gesto sportivo, si è sovrapposta a quella di un tranquillo del sociale intesa come partecipazione allargata e signore di mezz’età che aveva deciso di diventare, con pratica di solidarietà. Gli ultimi saluti a Lino, questo molta umiltà e tra lo scherno e la diffidenza iniziale di Presidente “anomalo” dal tratto umano e popolare, tanto qualcuno, un presidente “operaio”, che non disdegnava distante dal compassato impegno di ruolo degli Italiani il lavoro pratico e non sfuggiva alle incombenze del “di professione”, come a volte bonariamente lui stesso volontariato in una Comunità che aveva eletto a seconda soleva schernire, sono pervenuti dal profondo del cuore, casa. rispecchiando quell’innata schiettezza e informalità che Chissà se Lino, in questi anni di impegno alla testa del hanno contraddistinto la sua persona e l’operato. sodalizio capodistriano ha sentito l’immanenza del Spesso mi sono ritrovato, nei giorni a seguire, a rievocare confronto e il peso del giudizio che incombeva nei suoi quell’immagine di quotidiana presenza in Comunità: un confronti. Perché si sa, tra il generoso Bartali e l’elegante coinvolgimento vissuto con vocazione e distante mille Coppi il paragone è stato spesso impietoso: i grandi miglia dall’impegno di facciata che a volte accompagna la disquisitori, i critici più sottili, gli snob impenitenti, routine di tali incombenze. Nella sopraggiunta solitudine perfino la grande massa sempre attratta dai sogni di gloria per l’abbandono di una persona cara o per la repentina e grandezza e altrettanto inclemente nel giudizio nei fine di situazioni consuete e rapporti consolidati, ci si momenti di debolezza e declino, la stragande maggioranza ritrova spesso a dover cercare di dare un senso al corso insomma si è sempre schierata per il “campionissimo” delle cose, per riordinare la confusione arrecata dalle Coppi ai danni dell’amico-rivale Bartali. 3 La città della Comunità Nazionale Italiana. Il mio intervento era improntato a un richiamo al risveglio delle coscienze, in bilico tra orgoglio per quel che siamo e possiamo rappresentare e coscienza della precarietà della nostra condizione di minoranza. Chissà che non possa sorreggerci su questa difficile strada, alla fin fine, anche l’esempio di una persona che, rischiando di passare alle volte per un simpatico “rompiscatole”, ha fatto leva in primo luogo sullo strumento della partecipazione e dell’attivismo ad oltranza per scardinare quel meccanismo della rassegnata indolenza, dell’autoreferenzialità piagnona, della chiusura individuale e qualunquista che condizionano alle volte il nostro vivere minoritario. Si prospettano tempi di estrema difficoltà per la Comunità Nazionale Italiana, che è posta di fronte a un bivio: o Lino Cernaz, con a fianco la moglie Zdenka, al concerto rinnovarsi e trovare le risorse per continuare a riprodursi dei Solisti Veneti lo scorso Natale ad Abbazia come tale, o sparire come soggetto collettivo. Diversi Di Bartali, Lino condivideva una grande dote: quella di segnali ci fanno capire che non sarà facile. non mollare mai sorretto da una tenacia inestinguibile, Ciao Lino, noi si cerca di andare avanti... un “rosigar i calcagni” pur di veder realizzata una sua Mario Steffè convinzione o progetto, un marcarti stretto soffiandoti sul collo magari per poi lanciarti la borraccia e lasciarti andare in fuga verso quell’agognato traguardo che si valuta, campione o gregario, da differenti prospettive, ma per entrambi altrettanto essenziale da cogliere. In quindici anni di attività vissuta fianco a fianco, io da dipendente dedito professionalmente al lavoro in Comunità, lui dapprima da attivista (vocazione mai dismessa) e poi in veste di Presidente, abbiamo sperimentato una strana simbiosi. Il suo contagioso attivismo e inguaribile positività hanno smussato le punte del mio scetticismo intellettuale, lui si è confrontato e ha sostenuto progetti di vario genere e ampia apertura, contando principalmente su un presupposto di lealtà e concordanza di fini ultimi nel nostro operato. Tanti anni addietro, in un mio contributo per il primo numero de “La città” ebbi modo di esprimermi, allora Il presidente insisteva sulla necessità di una stretta in veste di giovane Presidente della Comunità che si collaborazione tra scuola e Comunità. Una delle riformava a nuovo in un periodo di delicato trapasso che iniziative in questo senso è stata l'inaugurazione della aveva caratterizzato nei primi anni ’90 anche le vicende Sezione di scacchi per gli alunni delle elementari. Minoranze, simposio su biblioteche Nella sede della CI di Capodistria si è tenuto a metà novembre il convegno “Il libro e la biblioteconomia delle comunità nazionali, italiana ed ungherese, in Slovenia”. All’incontro hanno preso parte tredici relatori che lavorano nel settore biblioteconomico della nostra area nonchè dei comuni di Lendava e Murska Sobota. Obiettivo del simposio fare il punto sulle attività realizzate in Slovenia per promuovere il libro, le biblioteche e la cultura delle due nazionalità autoctone presenti sul territorio sloveno. 4 La città La Città, i titoli di 15 anni Con questo numero de La Città, il giornalino semestrale della CI di Capodistria compie 15 anni. Nell’occasione ci è sembrato opportuno fare un elenco dei temi trattati. Ci si accorge di quante cose siano accadute nella nostra Comunità e di quanto preziose risultino nel tempo talune testimonianze. La collaborazione di voi lettori è stata sempre fondamentale. Per cui se avete foto, argomenti da segnalare o storie da raccontare, saremo sempre pronti ad accoglierle anche in futuro. a.c. N. 0 – Gennaio 1995 Gli spilungoni del Circolo. Vent’anni di basket (Roberto Siljan) N. 1 – Giugno 1995 Attualità Insieme per voltare pagina (Mario Steffè) L’augurio del sindaco (Aurelio Juri) Gli elettori premiano la »Lista per la Comunità« Come e perchè creare un centro di cultura italiana Attualità (Marco Apollonio) Il senso dell’unitarietà (Maurizio Tremul) Ma un progetto simile è rimasto solo sulla carta Maratone statutarie al comune (Mario Steffè) (Isabella Flego) Bilinguismo, migliorarne l’applicazione (Antonio Rocco) Cultura E sui pennoni ritorna la bandiera Riscoperta del pittore Bartolomeo Gianelli (Alberto Cernaz) Semedella, devozione e riconciliazione (A. Cernaz) Biografia del Gianelli nelle opere di Francesco Semi Semedella, l’omelia di padre Umberto Decarli Gli asili italiani a Capodistria nel dopoguerra (Amelia Sanremo. Riflessione post-festivaliera (Andrea F) Buonassisi, Marisa Gandusio) Comunità Cronaca di una »Ginnasiade«. (Martina Gamboz) Il Gruppo ricerca »Girolamo Gravisi« (Flavio Forlani) Sport Cultura Far conoscere la Comunità pedalando (Emiliano Gandusio) Pier Paolo Vergerio il Vecchio (Ive Marković) 5 La città Vergerio, cenni sul cognome Lettere Il catalogo Gianelli »No go combatù per questo tipo de egoismo« (Tina Tedeško) »Co’ Toni Parussola sona la ramonica« (Siora Maria) Messaggi: Marucci Vascon, Armando Grmek Scuola L’incontro della gioventù a Rimini (Ingrid Maraspin) Il gruppo »Giovani ecologi« del Carli (Roberta Vincoletto)