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Anno 14 Numero 28 GGiugnoiugno 22009009 FFogliooglio ddellaella ccomunitàomunità iitalianataliana ddii CCapodistriaapodistria La città 2 La città Auguri Radio Capodistria di Aljoša Curavić Caporedattore programmi italiani dell’emittente Radio Capodistria nasce il 25 maggio 1949 come una stazione radio con programmi in lingua italiana, slovena e croata. Se è vero che le origini segnano il futuro, nel Dna di questa emittente, che in questi giorni celebra sessant’ anni, c’è la fotografia di questa regione e la volontà del dialogo fra lingue e culture differenti e altre. Sessant’ anni non sono pochi. Ce ne rendiamo conto noi e se ne rende conto anche chi, forse, alimenta ancora alcuni pregiudizi ereditati da una storia inclemente nei confronti delle popolazioni di queste terre. Comunque sia, in sessant’anni di Non ci siamo dimenticati degli altri, storia e di sconvolgimenti epocali, perchè sono convinto che una voce la radio si è sviluppata e assestata chiusa su se stessa, che parla per se in due programmi indipendenti e stessa, ghettizzata in schemi dettati autonomi: il programma in lingua dalla paura del confronto con gli italiana e il programma in lingua altri, è destinata a spegnersi. Per slovena, e nessun pregiudizio può questo siamo entrati nel mondo dei dare un colpo di spugna ad una realtà giovani e abbiamo aperto le nostre che si pone come un esempio di tutela porte al loro mondo, dando vita di una minoranza, di convivenza e di a trasmissioni nate fra i banchi di dialogo. scuola, nelle strade, nelle piazze La radio in se’, come mezzo di delle nostre città. Abbiamo dato comunicazione, è sostanzialmente una Da sinistra: il caporedattore voce agli extracomunitari per i quali voce, una voce che riflette la realtà e responsabile del programma l’Europa da chimera si è trasformata che parla a tutti coloro che quella realtà italiano di Radio Capodistria, in dura realtà; abbiamo fatto parlare, Aljoša Curavić, il direttore del condividono, superando i confini e le qualche volta fregandocene delle Centro regionale RTV Koper- barriere. Radio Capodistria, che dà regole grammaticali e dei sofismi voce al programma in lingua italiana, Capodistria, Dragomir Mikelič, linguistici (e chiedo scusa se è una struttura programmaticamente la caporedattrice responsabile qualcuno si è offeso per questo), autonoma con status di emittente, del programma sloveno di una realtà brulicante di contrasti e così come lo è Radio Koper, che dà Radio Koper, Maja Kirar ed il vitalità, tentata dall’odio ma votata voce al programma in lingua slovena. vicedirettore generale per la alla convivenza e alla comprensione Entrambe convivono all’interno radio e la televisione per la CNI, reciproca. Abbiamo fatto cantare e del Centro regionale della RTV Antonio Rocco. (Maksimiljana di Slovenia. Entrambe hanno la Ipavec – Primorske novice) suonare chi spesso non ha trovato soggettività per creare programmi e un palco dove cantare o suonare, dare vita ad avvenimenti autonomi. e un segnale radio che vorremmo ma anche chi ha saputo sfondare sui Entrambe sono nate dalla volontà, più forte in Istria, Quarnero e più grandi palchi d’Europa. Infine, sia pure strumentalmente politica, Dalmazia, da aggiungere al segnale visto che le origini spesso ritornano, di dar voce ad un brulichio di lingue satellitare e a quello della rete, che non ci siamo spaventati di dar voce che ne’ la guerra, ne’ i regimi, ne’ i ci sono e funzionano. Non abbiamo contemporaneamente su tre frequenze nazionalismi hanno potuto zittire. dimenticato i nostri ascoltatori, che (quelle di Radio Pula-Pola e Radio Penso e spero che la soggettività poi sono quelli che contano più di Koper-Capodistria), sia pure per soli consapevole di questi due programmi tutto. E ci premiano. Lo dicono i quindici minuti, a tutte e tre le lingue non dia più fastidio a nessuno. numeri degli ascolti e lo dicono tutti che compongono questo splendido Noi non abbiamo dimenticato le coloro che dal Friuli Venezia Giulia, caleidoscopio istriano: l’ italiano, lo nostre origini. Non perdiamo mai dal territorio del Litorale e dell’ Istria, sloveno e il croato. di vista la minoranza italiana in sono venuti a trovarci in occasione tutto il suo insediamento storico, dell’ormai tradizionale giornata delle * Testo letto al convegno del 29 anche se dobbiamo fare i conti con porte aperte. Mai così tanti come maggio all’Università del Litorale la concorrenza radiofonica spietata quest’ anno. 3 La città A margine del 60.mo anniversario di Radio Capodistria Giorgio Visintin ha partecipato alla fase pionieristica di Radio Capodistria, e dal novembre del 1952, fino ad oggi, quindi da buoni 56 anni, lavora per la RTV, con traduzioni e prestando voce alle sincronizzazioni. Gli abbiamo posto alcune domande sugli inizi della radio. In quale contesto nasce dunque Radio Capodistria? Per farla nascere in quel lontano periodo, di intensa conflittualità, c’erano almeno tre ragioni. Il confine tra Italia e Jugoslavia si chiamava dal giugno 1945 Linea Morgan; lasciava la penisola istriana (eccetto Pola) sotto amministrazione jugoslava e Trieste occupata dagli angloamericani, mentre Gorizia ritornava all’Italia nel settembre ’47. La linea Morgan tracciava pressapoco il confine poi stabilito dal trattato di pace, confine che era anche quello dell’oggi dimenticato TLT, il Territorio libero di Trieste, diviso con status provvisorio in due zone A e B, finchè il Consiglio di sicurezza dell’ONU non avesse nominato un governatore neutrale. L’accordo sulla sua persona, tra veti russi e veti alleati non fu mai raggiunto e Giorgio Visintin alla mostra per i 50 anni della RTV la situazione rimase fluida e contesa fino al Memorandum slovena, in posa davanti a un'immagine che lo ritrae agli di Londra dell’ottobre ‘54, con il quale passava albori di Tv Capodistria all’amministrazione italiana la zona A, e alla jugoslava la dagli alleati. Risultavano nuove e sconvolgenti specie zona B, che arrivava fino al Quieto e a Cittanova. Ricordo le loro cariche a cavallo. Nel ’52, venire dalla bolgia di bene come ancora nel 1954, c’erano qui ancora molte, Trieste a lavorare a Capodistria alla Radio, sembrava anche serissime persone, convinte che Trieste andrà alla come entrare in un’oasi di pace -oasi per me- che però Jugoslavia e ne costituirà, insieme all’odierno Litorale, la veniva abbandonata da troppo numerosi italiani, che per settima repubblica federativa. In una domenica estiva, il l’incalzare di stressanti cambiamenti, si sentivano peggio 15 agosto del ’54, durante un discorso di Tito dal balcone che pesci fuor d’acqua. Questo per capire i tempi che del palazzo Pretorio a Capodistria, dalla folla fu lanciato, correvano. non so se per la prima volta, ma certo per l’ultima, lo slogan in rima “Cona A, Cona Be, naši bosta obe!”(Le Radio Capodistria, nasce dunque in questo clima, nel zone A e B saranno ambedue nostre).A Trieste invece era maggio del 1949. sentito il fronte per l’indipendenza del TLT, peraltro Si, nasce con il nome di Radio Trieste zona jugoslava. Già rudemente osteggiato, con distruzioni di sedi, pestaggi con il primo debole trasmettitore, s’inserisce subito con e accoltellamenti dei suoi attivisti, tra i quali anche mio successo, nelle feroci polemiche del tempo, con commenti zio. L’MSI, (il Movimento sociale italiano) organizzava centrati e seguiti. Dicevo di più ragioni. La seconda ragione le squadracce, che arrivavano in treno fin dal sud Italia. della sua nascita, e sembra si preferisca dimenticarla oggi Manifestazioni e contromanifestazioni si susseguivano, - ma è storia - a seguito della scomunica della Jugoslavia continue e cruente, a malapena sedate dalla Military da parte del Cominform, riunito a Bucarest nel giugno Police e dai cosiddetti “Cerini”, la Polizia Civile - istituita ‘48, Tito era visto come un eretico filo-occidentale da tutti i partiti comunisti e stalinisti di allora. Il Cominform sobillava apertamente al rovesciamento del governo e proprio i fedeli di “baffone” sono stati i primi a popolare la famigerata Isola Calva. Il movimento dei non allineati non era ancora nato, e alla Jugoslavia isolata, urgeva rendere pubbliche le proprie ragioni. Vennero spostati a Capodistria, mezzi e personale dal programma per l’estero di Radio Belgrado, che aveva poco ascolto. Venne a Capodistria anche un suo redattore, Ettore Battelli, polesano, che divenne molto popolare per le sue lucide rassegne domenicali di politica estera. E la terza ragione della nascita di Radio Capodistria, anche se non andrebbe citata per ultima, viene dalla Il giornalista Silvano Sau e la speaker Maria Pfeifer politica di rispetto dei diritti delle minoranze nazionali, 4 La città sanciti dalla costituzione. Il concretamento cioè del loro diritto all’informazione nella propria lingua. Negli anni cinquanta poi, il bilinguismo non era formale, come lo è abbastanza oggi, ma effettivo, onnipresente, e non solo a Capodistria, dove si sentiva parlare italiano per strada, in negozi, uffici e caffè, fino a che nel ‘54, non si aggravò, anche nella ex zona B, il pernicioso stillicidio dell’esodo della popolazione italiana. Cosa trasmetteva allora la radio? Accanto al fil rouge politico dei suoi notiziari e commenti, Radio Capodistria ha immediatamente sviluppato anche una notevole produzione culturale: trasmissioni per i ragazzi delle scuole, si seguivano, ritrasmettevano e pure Stefano Lusa, caporedattore del programma informativo di organizzavano le più varie manifestazioni: rassegne, Radio Capodistria, Donatella Pohar, responsabile del settore cori, concerti. Capitava così che il mio professore di musicale e di intrattenimento e la giornalista Lara Drčič. violino, Carlo Sanzin, talvolta mi diceva: “Niente lezione TLT - con zona B de facto alla Jugoslavia, Trieste tornava domani, devo preparare il concerto settimanale a Radio all’Italia e se ne andavano gli alleati - nella continua Capodistria”. tensione c’era stata un’escalation. L’allora presidente del Mezzi tecnici di registrazione, semplicemente non consiglio italiano Scelba, già prima noto come “ministro- esistevano ancora, tutto andava in onda esclusivamente mitra” per il largo uso che faceva della polizia, aveva mandato l’esercito al confine.