MEDMA La Città Magno Greca di Le notizie di cronaca recente, relative agli scavi archeologici dell’antica Medma, riportano a fatti di ingerenza mafiosa che graviterebbero intorno ai terreni, dove, in gran parte, ancora sepolti, si trovano i resti delle antiche vestigia della colonia Magno Greca, testimonianze importanti che rappresentano una ricchezza di grande valore storico e culturale inestimabile, che deve essere riscoperta e salvaguardata con maggiore attenzione. Nel 1997, sul nostro periodico mensile IL BEL PAESE, dedicammo un ampio servizio alla Città sepolta di Medma ed al nascente Antiquarium, che in questo articolo riproponiamo, per offrire, in questa situazione di allarmante pericolo, che incomberebbe su quell’area, il nostro contributo alla tutela ed alla giusta causa di valorizzazione di quel patrimonio storico e culturale, di cui ne fummo anche promotori, in sinergia con l’allora Sindaco di Rosarno On. Giuseppe Lavorato, al quale va tutta la nostra stima per il coraggio e l’impegno profuso durante il suo mandato, nonché per la collaborazione offertaci in quella circostanza, coadiuvati anche dalle D.ssa Maria Teresa Iannelli, della Soprintendenza ai Beni Archeologici della . DA MEDMA A ROSARNO L’eredità del passato per costruire la città del futuro di Tito Sia Nella Piana di Gioia Tauro, fronte ad una persona dotata di attualmente la zona più celebra- grande onestà e di spirito innato ta per le potenzialità e la pre- per la legalità e la corretta senza di un porto industriale gestione della cosa pubblica, importante, nelle immediate vici- calabriapur operando, coraggiosamen- nanze di quel porto, sotto uno te, in un contesto nel quale strato di pochi centimetri di terra, chiunque si sentirebbe in trincea giace sepolta Medma a Rosarno e costantemente in guerra, e Metauros a Gioia Tauro, pronto a combattere con un entrambe subcolonie greche di nemico pericoloso. Raccolto il , importanti e magnifiche primo segno di come andavano come la loro consorella. Per le cose, il nostro dialogo volse conoscere che cosa si stavapaese altrove, in prevalenza rivolto al facendo di quei ritrovamenti e tesoro, con le testimonianze che importanti presenze, andammo affioravano copiose dal sotto- a chiederlo al Sindaco pro tem- suolo, dell’antica Città di pore di Rosarno Giuseppe Medma. La prima domanda che Lavorato che bel ci informò sulle Verso la fine del VI sec. compaiono i feci al Sindaco di Rosario iniziative e sulle attività svolte primi grandi busti femminili, i quali pre- Giuseppe Lavorato fu questa: dall'amministrazione comunale sentano gli avambracci ripiegati sul - D: in questi ultimi anni, nella il petto e le mani che reggono i soli sim- da lui guidata, che era impegna- boli: la destra un fiore di loto trilobato e Piana di Gioia Tauro ed in par- ta in quegli anni del suo manda- la sinistra una corona. ticolare a Rosarno, assistia- to, in un lavoro particolarmente mo ad un crescente fiorire di oneroso, di risanamento duro e iniziative che potranno pro- faticoso, considerate le condi- durre non pochi benefici al zioni in cui versava il territorio suo territorio, dove, appunto, comunale, nel degrado di una tra questi la valorizzazione realtà sociale e civile colpite dal dei beni archeologici delle fenomeno mafioso. Nel parlare antiche vestigia del passato, con quel Sindaco, ebbi l’imme- con la Città di Medma che qui diata certezza di trovarmi di vi giace, in gran parte, ancora

www.ilbelpaesecalabria.it sepolta, saranno determinanti il porto di Gioia Tauro, per la sua per lo sviluppo della sua zona. collocazione strategica, è diven- Qual’è il suo pensiero ? tato uno dei porti più importanti - R: Medma fu una grande città del mondo. magno-greca e svolse, con la (A sinistra) – Un gruppo di statuette sua presenza, un ruolo impor- rappresentanti figure muliebri in piedi. tante nei commerci, nelle arti e nella cultura del suo tempo, quando il Mediterraneo era culla di civiltà e centro del mondo. Noi Rosarnesi siamo fieri di essere gli eredi di un così nobile passato e siamo impegnati a recuperarne la storia e gli alti valori; in special modo oggi che, tornato il Mediterraneo ad esse- Uno dei tanti preziosi reperti, in preva- re il mare prescelto dalle rotte lenza vasi, esposti nelle vetrine dell'An- dei grandi traffici internazionali, tiquarium di Rosarno.

MEDMA La metropoli sotto gli ulivi di Tito Sia L e necropoli dell’antica Medma calabria si estendevano dalla base della collina di Piano delle Vigne, dove sorgeva l’antico centro abitato che era collegato con la collina da una strada che scen- deva e percorreva la pianura che era solcata da un piccolo fiume: canale Vena, oggi Vena.paese Con una sorgente imponente e in una zona conosciuta con il nome di Testa dell’Acqua, situa- ta nel cuore della necropoli, che è una delle tesibel per la quale si identifica la fonte di Medma con la sorgente di Testa dell’Acqua, proprioil per le sue proporzioni. Successivamente, però, per il I maestosi ulivi della Piana di Rosarno, sotto i quali, restano in gran parte celati i ritrovamento di abbondanti tesori di dell'abitato di Medma. reperti archeologici, è stata indi- viduata nella Fonte Santuccio, Beni Archeologici della Calabria. materiale è tutto di provenienza che dista 500 mt circa, in linea Durante tutte queste campagne greca e si inquadra perfetta- d’aria, da Monte Carozzo e in di scavo, che avvennero nei mente con la cronologia dell’abi- questa località ha scavato Paolo primi anni del Novecento, sono tato di Medma. Nel mio viaggio Orsi, Ferri, Arias Settis e in state riportate alla luce testimo- mi recai sulla strada che era tempi più recenti la D.ssa nianze di una necropoli databile stata di recente ultimata, che Teresa Iannelli, che è la respon- al VI sec. con tracce del VII sec. raccorda il porto di Gioia Tauro sabile della Soprintendenza ai a.C., fino ad epoca ellenistica. Il con l’Autostrada SA-RC, che www.ilbelpaesecalabria.it Rosarno campagna di scavo 1995, in primo piano alcune tombe della necro- poli di contrada Carozzo (Foto G. Gangemi)

Rosarno vista da Sud di contrada Testa dell'Acqua. L'antica Mεγαλε Κρενε (Foto G. Gangemi).

Rosarno campagna di scavi 1989, necropoli di contrada Petto di Nolio, un pithos come offerta votiva su una tomba calabriamedmea (Foto G. Gangemi).

Greci, così detta perché esiste- va un’abbazia, su quella stessa Rosarno – Le colline di Nolio ed i Piani di Carozzo. collina, dove furono ritrovate tracce evidenti del Paleolitico religiose, perché sono stati tro- Superiore, così come sul vati dei simboli molto significati- Pianoro di Piano delle Vigne, paesevi che danno un’idea precisa sui che è contiguo all’attuale abitato culti orfici che si praticavano che si affaccia sul mare e si nell’area di Medma, come in estende verso l’interno fino a quella locrese e in quella della raggiungere la sede autostrada- bel vicina colonia Vibo-Hipponion, le che la taglia in due separan- dove è stata ritrovata la laminet- dola dall’altra collinetta di Badìa ta d’oro, sulla quale è incisa una dei Greci. La collina era attra- preghiera orfica. Dalla medesi- Rosarno:il raccordo autostradale, tra il versata da un sistema di strade porto di Gioia Tauro e l'autostrada ma strada si vedono le colline di interpoderali che in pratica SA-RC, che taglia in due la necropoli, e Nolio e più giù si scorgono i richiamavano la struttura antica, sotto questo tratto nel 1996 sono state scoperte tombe del V e del VI sec. a.C. piani di Carozzo, il tutto cosi perché c’era una sorta di circon- concentrato tra queste colline, vallazione che si diramava dal attraversa l’area e il sito della dove sono state ritrovate anche campo sportivo di Rosarno e necropoli. Sotto questo tratto di tracce di epoca protostorica. Le attraverso la via Pomaro arriva- strada, sono stati fatti scavi nel necropoli di Medma, comunque, va fino all’estremità opposta di 1996 e sono state scoperte non sono solo quelle di Nolio e Piano delle Vigne, dove in loca- tombe del V e del IV sec. a.C. di Carozzo, ma ve ne erano lità Ceramidìo, il nome ha un Tombe importanti anche per la anche nei pressi della stazione preciso significato, si è ritrovata definizione di alcune pratiche ferroviaria e in località Badìa dei l’esistenza di fontane e di forna- www.ilbelpaesecalabria.it ci, infine girava intorno all’orlo del pianoro e si ricollegava alla via Pomaro, all’altezza del campo sportivo. Questo pas- saggio dava la possibilità, ad un sistema di stradelle a spina di pesce, di raggiungere la pianura e per collegare una strada con l’altra, all’interno dello stesso pianoro. In compagnia dell’Assi- stente Tecnico Verzì, dopo il mio incontro con la D.ssa Maria Teresa Iannelli, della Soprintendenza Archeologica della Calabria, avvenuto nella sede dell’Antiquarium su Medma, che si stava istituendo nell’Auditorium, ai piani superio- ri della Biblioteca Comunale di Rosario, alla presenza del Rosarno – Via Zara, settembre 1986, due pozzi medmei venuti alla luce durante i Sottosegretario Willer Bordon, lavori della metanizzazione del centro abitato ( Foto G. Gangemi). sono stato accompagnato a visi- tare i siti archeologici oggetto dell’allestimento museale, per rendermi conto di persona della situazione urbanistica e ambien- tale di Rosarno, sotto la quale, calabria in gran parte, è sepolta Medma. Il Sig. Verzì si rivelò una guida disponibile e particolarmente attenta nel descrivermi e nel farmi notare le precarie condi- zioni in cui si trovano i luoghi che custodiscono i resti di Medma e tra questi la zonapaese chiamata Ospizio, l’attuale Largo Bellavista, contrada Calderazzo e Piazza Convento. Mi fece notare che la Medma antica sorgeva belsu questa collina che dominava tutta la pianura, Rosarno – 1995, località Mattatoio, via Ceramidio, strutture murarie dell'area sacra. che una volta era una palude, (Foto G. Gangemi). per cuiil tutta la parte pianeggian- te era disagiata e in prevalenza in questa parte trovarono posto situata nei pressi della Chiesa ni dalla disordinata espansione la maggior parte delle necropoli. del Convento. A parte alcune edilizia, si respira tutta un’altra Il centro abitato era dunque zone del centro abitato di aria , incontaminata e paesaggi- situato nella zona più alta ed i Rosarno, che si è sviluppato in sticamente di grande valore cui ritrovamenti, anche fortuiti, maniera disordinata, sono pre- naturalistico, mi riferisco ai ter- sono dovuti agli scavi per le senti zone di interesse archeo- reni circostanti e sottostanti il condotte del metano, per l’ac- logico che erano in attesa di pianoro su cui sorgeva Medma, quedotto e durante i lavori per eventuali campagne di scavo. In oggi l’attuale Rosarno e che la sistemazione della rete fogna- alcune altre località di Rosarno, fanno parte della verde pianura ria, in particolare nella parte miracolosamente lasciate inden- coltivata ad uliveti e rigogliosi www.ilbelpaesecalabria.it aranceti. Nei pressi del cimitero, nei terreni espropriati dallo Stato e altri ancora da acquisire al patrimonio pubblico, per la tute- la archeologica, si trovano pian- te di ulivo secolari, gli stessi che videro impegnato nelle sue prime e coraggiose campagne di scavo dei primi del Novecento, l’archeologo a cui per primo si devono tutte le sco- perte delle città magno greche che si conoscono. Il clima è mite ed il terreno è interessato in larga parte dalla presenza archeologica di Medma, su cui sono stati effettuati diversi saggi. Sono luoghi arricchiti dalla vegetazione spontanea di alberi di arance carichi di frutti, matu- rati al sole e in un contesto ambientale dalle marcate carat- teristiche mediterranee, che ne fanno un luogo ideale tra i siti prescelti dai coloni greci per fondare le loro città. Lo testimo- niano i tanti reperti esposti nel calabria Museo Archeologico Nazionale di , di e adesso l’Antiquarium di Rosarno, per la ricchezza dei ritrovamenti e dei corredi fune- rari delle necropoli: i maestosi ritratti matriarcali in terracotta di figure femminili, immortalate inpaese espressione di elegante distac- co, mentre sfoggiano abiti, acconciature, gioielli e vari monili raffinati e di pregiata fat- tura. E’ una testimonianzabel di un livello di condizione sociale che esprime un modo di vivere rivol- Rosarno – Il Sig. Verzì della Soprintendenza Archeologica della Calabria, nell'area to all’esaltazioneil del bello e archeologica della zona del Cimitero, ai piedi di una secolare e maestosa pianta di ulivo. dell’arte, espressa da artisti e abili artigiani, dotati di un estro ardente studioso delle patrie tosviluppo che non ha ancora creativo e artistico universale e memorie, mi esternò il suo inte- saputo cogliere, pienamente, a inconfondibile. resse e la sua profonda aspira- suo dire, una delle più importan- Tra gli storici che più di altri zione nel combattere per rive- ti occasioni che la storia, gene- hanno studiato e ricercato tena- dere risorgere l’amata e ago- rosamente, ha distribuito nella cemente i segni del passato e gnata Medma, attraverso la terra di Rosarno. A tale proposi- delle proprie radici storiche, quale, mi disse, passa necessa- to riporto le note storiche su conobbi il Prof. Giovanni riamente il riscatto di una condi- Medma, che furono redatte dal Gangemi che con grande parte- zione sociale arretrata e altri- Prof. Gangemi. cipazione emotiva e fervore di menti compromessa da un sot- www.ilbelpaesecalabria.it MEDMA - ROSARNO Note storiche di Giovanni Gangemi

Rosarno – La collina di Piano delle Vigne.

Alla fine del VII sec. a.C. i te con la provincia di Vibo Locresi avevano bisogno di Valentia è rappresentato ideal- andare sul mar Tirreno e per non mente dal fiume Mesima. La attraversare lo Stretto di , calabriaPiana di Rosarno, vero e proprio valicarono la catena delle Serre anfiteatro naturale, confina a attraverso i passi della Limina, di Nord con l’Altopiano del Poro (mt Croce Ferrata, di Ropola e del 710), che le fa da spalliera, a Est Mercante, che si trova a 952 con le Serre e col mossone della metri sul livello del mare. Melìa, a Sud con l’Aspromonte e Scendendo lungo i facili pendii si col Monte S.Elia, ad Ovest col diressero verso una vasta e ferti- Mar Tirreno; essa è solcata a le pianura, attraversata da rigo-paese ventaglio da fiumi e torrenti che gliosi corsi d’acqua, che distava si dirigono verso il fiume Petrace Rosarno– Pian delle Vigne, a Sud di via da Locri Epizephyrii meno di una Ceramidio, un tratto di lastricato med- e verso il Mesima. Il fiume giornata di cammino. Arrivati meo della prima metà del IV sec. a.C. Mesima è uno dei fiumi principali sulla collina posta al centro della (visto da Est) venuto alla luce negli scavi della Calabria, il terzo in ordine pianura, trovarono in loco delle archeologici del 1979 nella proprietà di lunghezza, di portata e di bel Gaetano Grillea.(F oto G.Gangemi). popolazioni indigene, di stirpe ampiezza del suo bacino idro- indoeuropea,il e da queste tras- tro compreso tra il Bellavista del grafico, e il primo in assoluto sero e diedero alla città da loro rione Ospizio, l’attuale cimitero, della provincia di Reggio stessi rifondata il nome Medma, contrada Pomaro e la zona Calabria. Fanno da cornice a che in lingua indigena, significa “Ospedale”. Dalla città di Medma questo incantevole quadro l’in- “città di confine”. L’agglomerato derivò Rosarno, che si trova su comparabile splendore del tra- urbano dell’antica cittadina, tanto una collina ellissoidale a 67 metri monto, le isole Eolie, lo Stretto di ampio da ospitare una popola- s.l.m., lambita a Nord dal fiume Messina e l’Etna, che d’inverno zione superiore ai quattromila Mesima e a Sud dal corso del non abbandona mai il suo candi- abitanti, si estendeva sul magni- canale Vena. La lussureggiante do manto di neve. La fondazione fico terrazzo di Pian delle Vigne. Piana di Rosarno si estende di Medma avvenne assai presto. Case, laboratori artigianali, nego- nella parte Nord-Ovest della pro- Solo più tardi i coloni di Locri zi, templi, sorgevano nel perime- vincia di Reggio Calabria. Il limi- Epizephyrii si accamparono su www.ilbelpaesecalabria.it Rosarno – Pian delle Vigne, giugno 1980, fornace alla quale si sovrappone l'edificio in proprietà Scarano ( Foto G. Gangemi).

un altopiano più a Nord di Medma, fondando Hipponion, l’odierna Vibo Valentia, città Rosarno–Pian delle Vigne, a Sud del Cimitero, nella proprietà di Giovanni Scarano, marinara e con un ferace retro- scavo archeologico 1980, strutture murarie di un edificio di Medma. (Foto G.Gangemi). piano agricolo, ampliando così i propri confini territoriali e impo- nendo una maggiore azione poli- tica e commerciale sul versante tirrenico. Di Medma ci danno calabrianotizia vari autori, tra i quali Ecateo, riportato da Stefano Bizantino, la ricorda come città consacrata alla ninfa Medma e Stradone (VI,I,5) ne parla insie- me ad Hipponion come di città omonima ad una grande fonte. L’attestazione epigrafica più anti- paese ca di Medma, finora rinvenuta, ci proviene da uno scudo di bronzo che si è trovato nel 1938 nel san- tuario greco di Olimpia, uno dei santuari più famosi dell’antichità. bel Su questo scudo vi è un’iscrizio- ne, facilmente integrabile, in cui si legge che i Medmei, alleati dei il Locresi di Locri Epizephyrii e con gli Hipponiati, hanno sconfitto gli abitanti di . Tra i Medmei si distinse Filippo di Medma, discepolo, amico e segretario personale di Platone, oltre che autore di un’opera dal titolo “Intorno ai venti”, come afferma Alessandro Afrodisiaco nel com- mento alle “Meteore” di Rosarno– Pian delle Vigne, in proprietà Montagnese, scavo archeologico 1978, strutture Aristotele. murarie di un edificio di Medma del IV sec. a.C.

www.ilbelpaesecalabria.it LE DONAZIONI GANGEMI

di Giovanni Gangemi

N el marzo del 1986 e nell’apri- Gangemi. “(…) Esso è ricoperto le del 1987 sono state donate parzialmente da una patina ver- da Giovanni Gangemi al Museo de-scura. Le sue componenti Nazionale di Reggio Calabria dello strumento sono state otte- due consistenti collezioni di nute lavorando un unico pezzo reperti archeologici provenienti di metallo: il cucchiaio ricurvo si dalla necropoli di Nolio-Carozzo. assottiglia progressivamente Di esse fanno parte: una serie verso la parte terminale, mentre di pesetti da telaio di varie quella in prossimità del manico dimensioni e forme, alcune cop- ha i bordi sollevati. Il passaggio pette e ciotole a vernice nera, al manico è caratterizzato da un cratere a calice a figure nere una specie di scalino interno e su fondo rosso della prima metà da due dentelli marginali. Altri del V sec. a.C., una lucerna a due, meno evidenti, segnano il vernice nera dello stesso seco- limite superiore, dove esso lo, numerosissimi frammenti di piega all’indietro per terminare, piatti e vasellame vario, tutti a dopo un’ulteriore doppia piega- vernice nera del V e IV sec tura all’altezza del cucchiaio, a forma di una lunga foglia lance- a.C., un’anfora di argilla grigia- Lato "A" stra, ma a vernice nera, un olata con nervatura centrale. La Tammuz – , un’arula fitti- calabriafronte del manico è decorata le dell’ultimo quarto del V sec. alle estremità. Inferiormente è a.C., sulla cui fronte, in rilievo, si impresso un bollo circolare che trova una sfinge accosciata fra reca a rilievo una stella con bot- due colonne e capitelli di stile toncino centrale e sedici raggi ionico, uno strigile bronzeo della sovrapposti in due ordini. metà del V sec a.C., un’anfora Superiormente ve ne sono altri attica di inestimabile valore, a due: uno identico ed un altro in figure nere su fondo rosso delpaese cui appare un’erma posta su un VI sec. a.C., che raffigura sul basamento di tre gradini ai lati lato A un Dioniso con satiri e della quale sono un kerykeion e menadi e sul lato B cinque per- una protome animale. sonaggi in combattimento,bel tra i quali, forse, anche Aiace. L’anfora Gangemi (cosi è stata definitail dalla Sovrintendente Dott.ssa Elena Lattanzi, all’atto della donazione) ha un’altezza di cm 50 e, alla bocca, un dia- metro di cm 24. Lato "B" Un cenno a parte merita lo stri- gile, che si presenta in condizio- Rosarno – Anfora attica (Donazione ni quasi perfette. Maurizio Gangemi) a figure nere su fondo rosso del VI sec. a.C. che raffigura sul lato "A" Paoletti dell’Università di Pisa, un Dioniso con satiri e menadi e sul lato nel 1977, in un suo interessan- "B" cinque presonaggi in combattimen- tissimo studio cosi dice tra l’altro to, tra i quali forse Aiace. dello strigile della donazione www.ilbelpaesecalabria.it L'ABITATO DI MEDMA Il testo e la documentazione sono tratti dall’Antiquarium di Rosarno. Si ringrazia, per la preziosa collaborazione, la Soprintendenza della Calabria ed in particolare la D.ssa Maria Teresa Iannelli

A ltri settori dell’abitato di Medma sono stati rinvenuti in diverse aree della città moder- na. In nessun caso, però, si è riusciti ad individuare un’abita- zione completa, mentre il dato fondamentale acquisito dalle ricerche è che l’abitato della subcolonia era costruito sulla base di uno schema regolare, dato che l’orientamento delle strutture abitative è identico nei vari settori scavati. (Fig.1) L’edificio antico, più articolato nelle sue maggiori componenti, è quello messo in luce in pro- prietà Montagnese, a circa 200 mt a sud della via Ceramidio. Si tratta di una casa a corpo ret- tangolare priva di cortile interno, con ampio vano centrale e con ambienti di differenti ampiezze: più grandi quelli ubicati a nord, calabria minori quelli ad ovest. Rimane ancora problematica l’articola- zione funzionale dei vani, men- tre la cronologia è compresa tra la fine del V e la prima metà del VI sec. a.C. L’indagine archeo- logica relativa all’abitato della città antica si è svolta tra gli annipaese settanta e la prima metà degli Fig.1- (Foto in basso) Sala dell'Antiquarium anni ottanta. Le ricerche si sono concentrate nel settore centrale del “Pian delle Vigne” tra l’attua- le Calvario e bel la depressione Pomaro. Pochi elementi sono emersiil dell’abitato arcaico, di cui non conosciamo alcuna struttura ma solo materiali mobi- li. I maggiori elementi acquisiti sono relativi all’ultimo quarto del V e alla metà del IV sec. a.C., fase a cui risale la più intensa occupazione urbana del “Pian delle Vigne”.

www.ilbelpaesecalabria.it LE AREE SACRE - LA TOPOGRAFIA

L’identificazione di Medma con l’attuale Rosarno si deve a Paolo Orsi che con le campagne di scavo del 1912-1913 aveva rinvenuto consistenti resti della colonia locrese ubicati sul pianoro denominato “Pian delle Vigne”. Gli scavi si erano concentrati nelle contrade Cimitero, Greci, Calderazzo e Torre, dove l’Archeologo aveva individuato almeno due aree sacre: quella in località Calderazzo e l’altra in località S. Anna. La maggiore difficoltà finora incontrata nello studio delle aree di culto medmee è stata quella relativa alla loro ubicazione. Il reperimento, negli archivi della Soprintendenza Gruppo fittile di una Menade e un Gruppo di statuette di figure muliebri in Sileno. Il gruppo è interessante per il trono. Archeologica della Calabria, del valore tipologico, nonché per il movi- rilievo originale dello scavo mento che conferisce all'insieme una eseguito da Rosario Carta, straordinaria vitalità. assistente di Paolo Orsi ha calabria consentito la precisa localizzazione delle aree in questione. Queste erano collegate tra di loro tramite alcuni assi viari rinvenuti durante le campagne di scavo degli anni ottanta, che costituiscono anche la viabilità interna della città. Lapaese strada scavata in località Torre, nei pressi dell’attuale Cimitero, larga circa 14 mt e databile al IV sec. a.C. collegava l’area Sacra di S.Anna a quellabel di località Calderazzo, mentre un altro asse parallelo al precedente utilizzatoil già nel IV sec a.C., smbra funzionale all’area culturale del Mattatoio, di recente acquisizione. Quest’ultima strada, interpretata per la sua posizione centrale, Ritratti in terracotta e vasellame. come la “ spina dorsale del sistema viario urbano di Medma” collegamento, anch’esso è pavimentata in modo molto acciottolato e di minori accurato con un solido dimensioni, era perpendicolare acciottolato tuttora in ottimo alle due strade prima descritte. stato di conservazione. Un terzo www.ilbelpaesecalabria.it IL DEPOSITO VOTIVO IN CONTRADA CALDERAZZO Scavi Paolo Orsi 1912 – 1913 L’area sacra in contrada Calderazzo, fu individuata da Paolo Orsi nel corso delle inda- gini effettuate sul “Pian delle Vigne” di Rosarno tra il 1912 ed il 1913 attraverso le quali l’ar- cheologo contestualmente, identificò il sito della colonia locrese. La scoperta, fondamen- tale per l’archeologia magno greca, non fu casuale, ma frutto di sopralluoghi preliminari e di ragionate ipotesi di lavoro. Già nella seconda metà dell’800, la zona era stata oggetto di “sterri” da parte del vescovo di Mincione e per conto del Museo Civico di Reggio Calabria, con conseguente dispersione dei materiali che comparvero anche sul mercato antiquario. L’Orsi rinvenne una grande buca sca- vata nel terreno (favissa) di forma ellittica, nella quale era calabria ammassata una enorme quanti- tà di materiali votivi (statuette di divinità, di offerenti, ceramica decorata a figure e da cucina, armi, decorazioni architettoni- che, oggetti rituali). Come in altre fosse votive, accanto agli ex voto erano presenti anchepaese resti di pasto e di ossa di anima- li semicotte, tutto materiale rela- tivo ad offerte sacrificali com- messe col rituale sacro. Nello scavo della fossabel votiva di Calderazzo, si individuò una ben precisa stratigrafia che separavail il livello inferiore dalla buca, dov’era stato accumulato il materiale di VI sec. a.C. da quello superiore che conteneva reperti risalenti per cronologia, alla prima metà del V sec. a.C.

Arula che raffigura un giovane accompagnato da una donna che stringe la mano ad un vecchio seduto, non si può escludere che la scena abbia un generico carattere di congedo analogo a rappresentazioni di carattere funerario di personaggi che intraprendono il viaggio verso l'oltretomba. (A destra) – Dea Stante in peplo e alto polos, reggente in mano una corona, con testa dalla volumetria nitida e vigorosa. www.ilbelpaesecalabria.it I TACCUINI DI PAOLO ORSI Scavi Paolo Orsi 1912 – 1913

L o scavo della stipe di Calderazzo, fu condotto sul ter- reno da Rosario Carta, fido col- laboratore dell’Orsi e disegnato- re della Soprintendenza che, giornalmente, era solito redige- re un “giornale di scavo” su cui, attraverso schizzi e disegni, annotava anche le sue impres- sioni e riflessioni. Questi qua- derni rilegati con una copertina rigida e costituiti da fogli a qua- dretti, prendono il nome di “Taccuini Orsi”; essi sono fonti inesauribili di dati, che diventa- no preziosi in mancanza di un’esauriente pubblicazione dello scavo. Talvolta era lo stes- so Orsi ad appuntare il resocon- to delle indagini che seguiva personalmente, ma molto più frequentemente redigeva appunti e commenti, oppure considerazioni storiche, descri- calabria zioni di paeaggi, impressioni, che spesso diventano vere e proprie note di costume. Non è stata ancora programmata l’edi- zione critica di questi preziosi quaderni, che è senz’altro auspi- cabile. paese bel il

I "recumbenti" sono figure di banchettanti, adagiate sul letto conviviale. Questa classe di reperti è connessa al banchetto dionisiaco, e più in generale, al culto cto- nio, relativi agli Inferi. (Area sacra al Mattatoio) www.ilbelpaesecalabria.it SCAVI 1964 – 1966 L'AREA SACRA AL MATTATOTIO Nel corso degli anni sessanta, di alcune vasche funzionali al due campagne di scavo effettuate mattatoio comunale. Lo scavo si dalla SoprintendenzaArcheologica è rivelato molto interessante, sia della Calabria, portarono al rinve- dal punto di vista della continui- nimento di alcune strutture relati- tà della frequentazione, che da ve all’abitato di Medma (saggi del quello dell’architettura del com- ‘66) e a quello di un deposito voti- plesso. Per la prima volta a vo ubicato nell’area delle prece- Medma si sono rinvenute strut- denti scoperte dell’Orsi (saggi del ture relative ad un santuario: si ‘64). Lo scavo di quest’ultimo non è riconosciuto il muro di teme- ha restituito strutture e, come al nos (muro di recinzione dell’area solito, ha evidenziato una fossa sacra), all’interno del quale è votiva “favissa” ricca di ex voto, presente una serie di ambienti; cronologicamente databile tra VI uno di essi in particolare si con- e V sec. a.C. Tra i materiali si figura come vano di culto sia per segnala un cavallino bronzeo di la sua ampiezza che per la pre- grande pregio artistico che è con- senza, al suo interno, di un nesso al culto di Athena, come gli La terza area sacra medmea è deposito di materiali votivi. La altri, esemplari in terracotta della stata rinvenuta in modo fortuito, tecnica costruttiva è semplice, stipe di località S.Anna. in occasione della costruzione per l’impiego di ciottoli fluviali e di qualche masso di arenaria friabile, che sono giustapposti senza legante; mentre di gran lunga più accurata è la costru- calabriazione del temenos (muro di cinta dell’area sacra), nel quale ven- gono impiegati blocchi di arena- ria, tutti di media grandezza. L’area sacra del mattatoio è sicuramente quella usata più a lungo dai medmei; essa sembra avere due momenti di massima paese fruizione: il primo tra la fine del VI e per tutto il V sec. a.C.; il secondo, tra l’inizio del IV e la prima metà del III sec. a.C. Tra il materiale rinvenuto, oltre alla bel grande quantità di anfore e alla ceramica a vernice nera, i reper- Ritratti di Sileni. il ti che caratterizzano questo santuario perché significativi per il culto, sono senz’altro i “recum- benti” (figure di banchettanti, adagiate sul letto conviviale); (A destra) – Figura maschile questa classe di reperti è con- (Kriophoroi), che porta un'ariete sulle nessa al banchetto dionisiaco, e spalle e rappresenta probabilmente più in generale, al culto conio Ermes, raffigurato talvolta con fattezze spiccatamente giovanili ed altre volte, (relativo agli Inferi). (Foto pagina a invece, come un vecchio dalla lunga sinistra) barba e con il mantello sulle spalle. L'ariete è trattenuto per le gambe con le due mani separate.

www.ilbelpaesecalabria.it LA STIPE VOTIVA “DEI CAVALLUCCI” IN LOCALITA’ S.ANNA

L’intervento di scavo effettuato sentava, anche se manomessa, che Orsi interpretava come a seguito dei saccheggi a danni come un accumulo coerente ed offerte donate alla divinità, sicu- della stipe, aveva consentito a unitario di materiali archeologici ramente Atena, pre ringraziarla Paolo Orsi di portare alla luce, depositati al di sotto dello strato dei pascoli di cui aveva dotato i nel 1913, materiale di notevole di humus (terreno vegetale). La dintorni della città. pregio. Ad un centinaio di metri peculiarità della stipe è rappre- dal ciglio N/O della terrazza di sentata dal rinvenimento di 2Pian delle Vigne”, anche que- numerosissimi esemplari di sta volta era stata scavata una cavallini in terracotta ( cinquan- fossa votiva (favissa) che si pre- ta figurine complete e 101 teste),

calabria paese bel il

www.ilbelpaesecalabria.it