Giovanni Segantini
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NOTIZIARIO Giovanni Cronache aziendali Segantini Luce, colore, lontananza e infinito PREFAZIONE DEL PRESIDENTE PIERO MELAZZINI Riportiamo uno stralcio dalla Relazione di Quest’anno è la volta di Giovanni Segantini, la cui mono- bilancio 2003 grafia, inserita nella parte riservata alla cultura della Relazio- della controllata ne di bilancio dell’esercizio 2003, intende ravvivare il ricordo Banca Popolare di Sondrio di questo straordinario personaggio, nato nel 1858 ad Arco (Suisse) SA di nel Trentino, quindi tra i monti italiani, e morto a soli 41 an- Lugano. Più ni tra quelli svizzeri, sullo Schafberg sopra Pontresina nel esattamente Canton Grigioni. trascriviamo i Anche per Segantini vale quanto si è sempre pensato contributi su Giovanni Segantini, del destino baro, che ha privato l’umanità di grandi della ter- pubblicati nella ra, deceduti nell’età in cui, in genere, incomincia la parabo- parte del fascicolo la ascendente: Alessandro Magno, San Francesco d’Assisi, Blai- riservata alla se Pascal, Wolfgang Amadeus Mozart, Giacomo Leopardi... cultura, curata da Dopo un’adolescenza difficile, Segantini frequentò l’Accade- Pier Carlo Della Ferrera, con saggi di mia di Brera, dove conobbe artisti, letterati, giornalisti dell’ultima Beat Stutzer, Gaspare scapigliatura lombarda. Barbiellini Amidei e Si usa dire che la quantità va a detrimento della qualità. Non è Franco Monteforte, certamente il caso di Segantini, che fu prolifico nella produzione e le preceduti dalla sue opere ebbero un crescente successo all’estero. Ma anche in Italia Prefazione del Presidente questo pittore, caposcuola del divisionismo, che si manifestò nella sua Cavaliere del Lavoro grandezza con l’opera “Alla stanga” (1885), ne ha lasciate non poche. Piero Melazzini La sua arte ha il leit-motiv nella poesia del paesaggio e, con la po- Excerpt from the 2003 tenza della tavolozza, nell’interpretazione lirica e suggestiva della mon- balance sheet of the tagna. “Suisse” SA Segantini riuscì a uscire dal proprio isolamento, comunicando con Subsidiary of the gli altri attraverso le sue opere. Dipinse, come detto, all’estero e in Ita- Banca Popolare di lia, ma ben si può affermare che avrebbe dipinto ovunque: la sua na- Sondrio zionalità fu l’umanità. Lo psicanalista Fromm ebbe a dire che il compito principale di un Giovanni Segantini, uomo è quello di dare alla luce se stesso: e così fu per Giovanni Se- Autoritratto, 1893, matita gantini. su carta grigiastra, 34.4x24.2 cm (St. Moritz, Egli è stato un grande pittore e una singolare personalità e subito Museo Segantini, deposito dopo la morte, almeno così si legge, apparve circonfuso non solo della dalla Fondazione luce della gloria, ma anche di un alone di leggenda. Otto Fischbacher Ringrazio gli estensori dei saggi, che, in una prosa scorrevole e pia- di San Gallo). cevole, sono riusciti ad attutire la gravezza dei numeri, il cui peso però, Giovanni Segantini, Self per quanto ci riguarda, è indice di affermazione e progresso. Il mio gra- portrait, 1893, pencil on zie quindi è per il noto scrittore ed editorialista professor Gaspare Bar- grey paper, 34.4x24.2 cm biellini Amidei, per lo studioso e giornalista Franco Monteforte, per il (St. Moritz, Segantini direttore del Museo d’Arte di Coira dottor Beat Stutzer e per Pier Carlo Museum, on loan Della Ferrera, collaboratore esterno della controllante italiana. from the Otto Fischbacher Lugano, gennaio 2004 Foundation of St. Gallen ). CRONACHE AZIENDALI 175 Giovanni Segantini, La raccolta del fieno, 1889-1898 ca., olio su tela, 137x149 cm (St. Moritz, Museo Segantini). Giovanni Segantini, The Hay Harvest, approx.1889-1898, oil on canvas, 137x149 cm (St. Moritz, Segantini Museum). Elisabeth stava accanto a me quella di un bambino la bocca trop- pace di rivelare sensazioni sempre davanti ad un grande quadro di Se- po piccola, e facendo appianare l’au- nuove, di far emergere i lati più inti- gantini ed era tutta assorta in con- stera ruga tra le sopracciglia, segno mi dell’animo umano e di trasfigura- templazione. Il dipinto rappresentava di saccenteria. La bellezza e la veri- re l’osservatore per fonderlo quasi alcune contadine al lavoro in un ma- dicità di una grande opera d’arte co- indissolubilmente con l’opera d’arte. gro prato alpino, e alle loro spalle, co- stringevano la sua anima, essa stes- Segantini è spesso ricordato me sfondo, monti scoscesi e dentel- sa bella, verace e sincera, a rivelarsi. con l’appellativo riduttivo e stereoti- lati, che ricordavano il gruppo dello Io sedevo tranquillo lì vicino, ad os- pato di “pittore della montagna”. In Stockhorn; inoltre, in un cielo freddo servare la bella nuvola del Segantini realtà monti, cielo e aria rappresen- e luminoso una nuvola color avorio, e la bella ragazza incantata davanti tano nelle sue opere “idee lontane disegnata in modo indicibilmente ge- ad essa.1 perdute nell’azzurro che si delinea- niale. Colpiva al primo sguardo per la no, prendono forma e si fanno vive”. sua strana massa avvolta su se stes- Attraverso questo brano del ro- Paesaggi popolati da contadini al la- sa come un gomitolo; si vedeva che manzo Peter Camenzind di Hermann voro e animali significano Natura e era appena stata appallottolata ed Hesse corre il filo conduttore che le- Vita. Madri e bambini uniti in teneri impastata dal vento, e si preparava ga idealmente l’inserto culturale del abbracci evocano dal profondo il mi- a salire per allontanarsi lentamente Rendiconto di quest’anno, che ha stero della maternità. In una sfolgo- a volo. Evidentemente Elisabeth la come protagonista Giovanni Segan- rante “luce che dona vita al colore e capiva, poiché era tutta assorta in tini, a quello dello scorso anno, de- che illumina e dà aria alle lontanan- contemplazione. E la sua anima, al- dicato allo scrittore tedesco. ze e rende infinito il cielo”. trimenti nascosta, era nuovamente Non è certo un caso che sia apparsa sul suo volto, ridendo som- proprio la sensibilità di un grande ar- 1) H. HESSE, Peter Camenzind (1904), trad. messamente dagli occhi ingranditisi, tista a cogliere compiutamente il di G. Quieto, Roma, Newton Compton, facendo sembrare morbida come senso della pittura di Segantini, ca- 1974, p. 109-110. 176 CRONACHE AZIENDALI La vicenda PIER CARLO DELLA FERRERA Consulente della Banca Popolare di Sondrio umana di per le attività culturali GIOVANNI SEGANTINI Da un incontro con Gioconda Leykauf-Segantini, nipote di Giovanni Segantini Giovanni Segatini, che solo più tardi cambierà il no- Per qualche tempo il nonno fece l’apprendista nel- me in Segantini dal soprannome “Segante” datogli da- la bottega di un tipo piuttosto bizzarro e originale. Si chia- gli amici milanesi, nasce ad Arco in Trentino il 15 gen- mava Luigi Tettamanzi, ma lui lo soprannominò scherzo- naio 1858. Il padre Agostino è un venditore ambulante samente “Tetaoss”, per via del suo fisico asciutto e se- di chincaglierie, spesso lontano da casa nel tentativo di galigno. Aveva delle qualità, era pittore di bandiere, sten- Veduta di Arco di Trento, sollevare le sorti di una situazione economica familiare dardi, addobbi per cerimonie patriottiche e religiose, in- paese d’origine di drammaticamente precaria. La mamma, Margherita de’ segne commerciali e scene per teatro. Pare che un gior- Giovanni Segantini. Girardi, è una giovane originaria della Val di Fiemme; am- no in cui Tettamanzi compiaciuto gli chiese: “Segantini, Sulla sinistra, dopo il malatasi gravemente dopo il parto, muore, non ancora cosa faresti se un domani diventassi un grande artista ponte, la casa natale trentasettenne, nel marzo del 1865. Proprio quello del- come me?”, il nonno irriverente e ironico gli rispose: “Mi del pittore. la madre, “bella come un tramonto di primavera” nei ri- butterei dalla fine- cordi del pittore,1 sarà uno dei principali motivi ispira- stra!”. tori dell’arte di Segantini. La frequentazio- Quando il nonno2 rimase orfano di madre aveva so- ne della bottega di lo sette anni. Si mise in viaggio, con suo padre, per an- questo singolare per- dare da Arco a Milano. Erano poveri, dovevano affronta- sonaggio permette re un cammino lungo e faticoso, questo uomo, che non tuttavia al giovane aveva più la moglie, e questo bambino, senza più la Segantini di sviluppa- mamma, ma con la stessa, grande tristezza nel cuore. re la sua innata pro- Col papà aveva percorso le strade, le piazze e i giar- pensione all’arte fi- dini di Milano. Sotto un grande arco il papà gli aveva det- gurativa e di iniziare to che di lì erano passate le truppe di Napoleone, che di a raffinare quelle ca- lì si poteva arrivare in Francia. E il nonno un giorno, scap- pacità tecniche che pato di casa, si mise in marcia per andare in Francia, se- già in passato aveva guendo la direzione che il padre gli aveva indicato. Per- manifestato, sia ché voleva arruolarsi: non come soldato – era troppo pic- quando era internato colo – ma come tamburino. al riformatorio Mar- chiondi, sia all’epoca A Milano il piccolo Giovanni viene affidato a una so- in cui, monello di rellastra di diciannove anni, Irene. Gli impegni di lavoro strada, si divertiva a impediscono alla giovane donna di prendersi cura del ritrarre i suoi compa- bambino e così, nell’abbandono e nella solitudine – an- gni di avventura. che il padre nel frattempo è morto – “inizia la vicenda per- sonale” di Segantini. Egli stesso la descrive come “al- Il nonno ebbe molto presto il primo approccio con View of Arco di Trento, ternativamente buona e grama, [...] perché anche la tri- l’arte. Era ancora bambino, a Milano, quando una madre Giovanni Segantini’s stezza e il dolore non lo rendono del tutto infelice”.3 lo chiamò al capezzale della piccola figlia in punto di mor- birthplace. Il ragazzo vive senza alcuna guida, ai margini del- te e gli chiese di farne il ritratto, perché potesse ricordarla Left, beyond the bridge, la vivace società milanese di cui conosce solo gli am- viva.