mensile di intelligente n.7 ottobre 2004 intrattenimento 2 EDITORIALE bazar 10 2004 [email protected]

MAra Codalli Eugenia ROmanelli Vera RIsi Direttore arTistico Direttore responsabile viceDirettore bazar 10 2004 laboratori studenti la sapienza 3 [email protected]

NERISCHIO VALE LA PENA? MORTALE ,

Ogni gioco ha le sue regole? Non tutti. Certi giochi superano ogni limite. Sport talmente spericolati ed eccitanti da creare dipendenza. Sfide all’estremo che a volte mettono a rischio anche la vita di chi non gioca. Giochi divertenti da morire? Si, perchè a volte si muore davvero.

Bungee Jumping: volare si può Il bungee jumping consiste nell’ effettuare un salto nel vuoto da ponti, gru, elicotteri o mongolfiere legati a un elastico. La forma più estrema di questo sport è il BASE JUMPING. Ci si getta da edifici, antenne, ponti e dirupi, ma senza l’elastico a fermare il volo. In questo caso il jumper apre il paracadute solo all’ultimo momento quando il margine per non sfracellarsi è di appena due o tre secondi. Una tremenda scarica di adrenalina, un gesto di piena follia, che somma al rischio di lasciarci la pelle quello di finire in galera. La sfida dentro la sfida è, infatti, quella di lanciarsi da luoghi speciali, simbolici, pericolosissimi o vietati, come la Statua della libertà o la Torre Eiffel. Eppure basta poco, una raffica di vento, un errore nel tempo di apertura del paracadute e l’avventura si conclude in tragedia. I “jumpers” hanno tra i venti ei trent’anni d’ età. In maggioranza maschi, non mancano ultracinquantenni e giovanissimi. Per i campioni del brivido non conta solo l’espressione liberatoria dell’energia fisica, ma piuttosto la sua gestione e il suo allenamento. Succede che quelli che lo provano contraggono una specie di dipendenza. E’ il riflesso psicologico e probabilmente anche organico di un’esperienza limite, di una mistica del pericolo e del rifiuto della normalità che crea troppi miti e nuovi seguaci. 4 studenti la sapienza laboratori bazar 10 2004 [email protected]

Pazzi o temerari, esibizionisti o spiritiE chi è stufo del grigiore metropolitano liberi, drogati di adrenalina o atleti ma non vuole rinunciare al brivido del preparati e consapevoli? pericolo, sceglie paradisi naturali per A raccontarcelo sono loro. tuffi mortali…

Alessandro quanti anni hai? Di Mariantonietta Tosi – Anna Recchia 34. Perché pratichi il base jumping? Ne parliamo con Alessandro Tramontano, spericolato tuffatore. Mi dà sensazioni ed emozioni uniche, forti. Sento l’ adrenalina Quando hai iniziato a praticare questo tipo di tuffi? nel mio corpo. E la cosa che mi scalda di più è quella di Ho iniziato da piccolissimo; avevo 4 anni e quando andavamo al mare ero affascinato sentire il vento nelle orecchie. E’ come possedere un oggetto, dai tuffi che facevano quelli più grandi di me. Un giorno uno di loro mi ha spinto e sentire il proprio corpo. anche se non fu una mia scelta, lanciarmi mi piacque tantissimo. Eravamo al lido “la Da dove effettui i tuoi lanci? Marinella” a Sant’Agnello. Dai ponti, dalle pareti, dalle antenne. Base, poi è una parola Poi, a fare sul serio ho iniziato a 13-14 anni. formata da queste quattro lettere, che racchiudono anche i In cosa consistono questi tuffi, come si svolgono? viadotti. Ci sono diversi tipi di tuffi: quelli che si svolgono da altezze che possono variare dai 4 Esistono posti ufficiali, dov’è legale? ai 15 metri in mare profondo oppure quelli che si fanno da 5-6 metri in acque basse, Posti precisi non è che ce ne siano… Però è diffuso non più di sessanta centimetri. Ci sono anche diverse modalità di tuffo: in acque soprattutto nel Brento, in Trentino.... (Esiste un codice di profonde il mio gruppo si tuffa a stile o a palla di cannone, cioè lanciandoci di testa autoregolamentazione per la pratica in sicurezza del BASE e chiudendoci come una palla di cannone durante il tuffo, impattando le acque con JUMPING sul territorio della provincia di Trento ai sensi dell’ il dorso, in modo da sollevare una grossa quantità d’acqua….ovviamente vince chi articolo 1 della L.P. 12 Agosto 1996, n.5. N.d.r.). Certo lanciarsi schizza più in alto! da un palazzo entra maggiormente nell’ ambito dell’illegalità. La cosa particolare è che nessuno di noi ha una preparazione adeguata alle spalle e Da una parete rocciosa la situazione è a rischio solo per te in quello che facciamo ci affidiamo solo alla nostra esperienza. Un’altra caratteristica stesso...Quindi....è differente. di questi tuffi è che, per raggiungere la cima degli scogli dai quali tuffarsi, bisogna Esiste un’associazione? arrampicarsi a mani nude su pareti scoscese e lisce e questo rende la cosa ancora Non esiste alcuna associazione. Si va alla ricerca di persone più eccitante. che come te amano praticare il Base, ma non ci sono Quali sono i luoghi più frequentati da chi pratica questo tipo di tuffi e quali sono i associazioni... Anche se in Malesia c’è un appuntamento posti che frequenti tu abitualmente? annuale durante il quale è consentito praticare il Base. I posti sono sempre gli stessi: la spiaggia di Puolo; lo” Scoglio del Principe”; In quella circostanza sembra un po’ di stare a una la Marinella ; la”Campanella” sempre vicino Sorrento. Tutti posti che frequento manifestazione sportiva con molte esibizioni. indistintamente ad eccezione dello “Scoglio del Principe”. La tua prima volta è stata… Ci sono delle ragazze che fanno questi tuffi? Da un ponte. Poi ho cominciato anche a lanciarmi dai palazzi, Certo, qualche anno fa ricordo una ragazza nel nostro gruppo, si chiama Marika, era fino ad arrivare alle mongolfiere. veramente molto brava. Che preparazione fisica occorre? Lo fate in luoghi nascosti? Non serve una preparazione fisica specifica. E’ un po’ come No, le persone, i bagnanti assistono spesso a quello che facciamo, anzi il più delle il paracadute. Devi solamente imparare le tecniche del lancio, volte ci guardano ammirati! insomma interessarti specificatamente della tecnica del Base.” Ti sei mai fatto male durante questi tuffi o qualcuno dei tuoi amici ha mai E se succede un incidente? rischiato la vita? E’ molto pericoloso, è vero, ma fa parte del gioco, e di solito Rischi sicuramente ce ne sono, soprattutto quando ci si tuffa in acque basse dove, chi si lancia sa esattamente a cosa va incontro. Lo so anche cadendo di testa, c’è un forte rischio di rompersi il collo o i denti e la colonna io, ma è un’emozione davvero straordinaria, irripetibile. Mi dà vertebrale…Da grosse altezze, se si cade male in acqua, c’è il rischio di procurarsi una forza interiore. ematomi ed escoriazioni: l’acqua diventa cemento! Ma lo fai anche per soldi? Io, personalmente, ho rischiato solo una volta cadendo male in acque basse 40 cm…. C ‘è chi mette in evidenza il marchio dello sponsor, e quindi me la cavai, fortunatamente, con qualche escoriazione! Tra i miei amici nessuno sotto si cela un interesse prettamente commerciale...” ha mai riportato danni seri ma diverse persone hanno perso la vita soprattutto dallo Intervista di Emanuele Rossi (hanno collaborato Mariangela “Scoglio del Principe” …. molte cose purtroppo non vengono dette. Pagano, Caterina Rao e Ilaria Pinta) Nonostante tutto, tu continui a farlo… Sì. L’ultima volta è stata quest’estate, ma ero da solo, non con gli amici. Ultimamente tendo a fare questi tuffi in maniera solitaria non più in gruppo… tanto a me non succederà mai niente di grave, perché comunque sono più bravo degli altri! Cosa provi quando ti butti da quelle altezze? Provare per credere. E’ una sensazione di totale libertà! Non ci sono paracaduti, non c’è elastico, non c’è nulla. Solo tu e il tuo bisogno irrefrenabile di andare sempre più su, di fare sempre meglio, di superare nuovi limiti. E’ come una droga. Ma la cosa più bella è la paura. La paura che si prova prima di saltare giù, è quella che ti fa sentire vivo. Poi, una volta giù capisci che, ancora una volta, ce l’hai fatta! E ti senti forte! Perché sicuramente dietro tutto ciò è vero che c’è dell’esibizionismo, la voglia di fare Parkour: da colpo, di piacere agli altri, di dimostrare (magari dopo una competizione di essere migliore degli altri) ma per me c’è qualcosa di più: ho acquistato maggiore sicurezza grande voglio in me stesso. fare l’uomo ragno… Di Daniela Terzino A pochi metri dall’asfalto, due Il parkour è uno sport dedicato agli amanti delle arti marziali, delle filosofie orientali e delle attività paracadutisti a confronto estreme. Il termine che lo contraddistingue è un neologismo che vuol dire percorso, e traceuri , che tradotto dal francese significa“quello che fa un tracciato”, sono i suoi sacerdoti. Di Rodolfo Volpini Nasce nelle periferie parigine circa sedici anni fa e il suo fondatore riconosciuto è David Belle. Luca, 32 anni, svolge regolarmente attività aviolancistica presso l’Aeroporto di Guidonia. E’ l’arte dello spostamento in ambiente urbano e non può Rodolfo, 37 anni, è controllore del traffico aereo Enav spa. essere classificato esclusivamente come disciplina fisica. I percorsi di gara, forniti direttamente dall’urbanistica cittadina, Rodolfo: secondo te perché spesso, nonostante alcuni principi di sicurezza che regolano impegnano i praticanti in arrampicate su muri e mirabolanti l’attività di lancio come la quota minima per l’apertura, si va oltre il limite di sicurezza? salti da tetti, grondaie, parapetti e ponti. Avvalendosi Luca: chi si lancia oltre misura lo fa per provare emozioni forti ma con il tempo prevale unicamente delle proprie mani e dell’ausilio del proprio l’assuefazione, e lo stato d’eccitazione si attenua. Quell’incredibile senso di piacere che coraggio (protezioni o altri generi di aiuti sono banditi), ti rimane dopo una scarica di endorfine, purtroppo, dopo i primi lanci, si attenua, ci si fa i “traceur” sfidano l’autocontrollo e la paura di superare l’abitudine e così qualcuno cerca sensazioni forti e rischia più del dovuto. impedimenti architettonici per conquistare la padronanza del Rodolfo: cosa intendi per rischiare più del dovuto? corpo. Luca: ritardare l’apertura del paracadute fino all’ultimo e talvolta anche oltre…. come Il Parkour ha conosciuto grande diffusione tra i giovani purtroppo è accaduto. Considera che con i vecchi paracadute l’altezza limite era di circa e, grazie all’ausilio della rete, (www.urbanfreeflow.com e 350 metri ma ora con i nuovi puoi arrivare sino a 150. Anche una frazione di secondo può costarti la vita o, se va bene, l’invalidità permanente. bazar 10 2004 laboratori studenti la sapienza 5 [email protected]

Roulette russa: occorrenti: Surfer suicide una rivoltella, una vita Di Federica Taraborelli – Barbara Donati – Fabiana Iacoucci Regole del gioco: : due giocatori a turno premono il grilletto Pochi sanno che esiste una versione moderna della roulette russa, rivisitata e contestualizzata di una rivoltella puntata alla loro testa, dopo aver fatto ruotare nell’ambito metropolitano: si chiama Skilarking (letteralmente “passatempo volante”) ed è casualmente il tamburo con un solo proiettile inserito, in una una specie di sport estremo non riconosciuto, dove i praticanti vengono soprannominati delle sei posizioni possibili. Il gioco continua fino a che uno “surfers suicide”, serfisti destinati al suicidio. Qui infatti non è l’onda ad essere cavalcata ma dei due giocatori muore. i treni metropolitani. Nessuna delle vittime proviene dai bassifondi: l’identikit del surfer rivela personalità estroverse, buoni voti a scuola ma tendenza alla ribellione; l’età dei praticanti Per saperne di più… sarebbe compresa tra i 14 e i 23 anni, alcuni provengono dagli ambienti dei graffitari e tra loro Un tempo la roulette russa era impiegata come forma di esiste un patto di silenzio. duello tra ufficiali e aristocratici della Russia zarista. Negli U.S.A i tre casi eclatanti degli ultimi anni: a New York una ventitreenne, in attesa del secondo figlio, viene uccisa Non ci resta che ridere! dal compagno perché si rifiuta di partecipare a questo In piena guerra fredda la delegazione del Congo, stato filo-comunista, si reca in Unione gioco da lei definito sciocco e pericoloso; a Minneapolis un Sovietica in visita diplomatica. I delegati Africani vengono portati in giro per Mosca finché ventottenne, dopo aver suggerito una partita alla roulette arrivano in un locale notturno dove alcune persone si stanno puntando una pistola alla russa, viene accusato di omicidio di terzo grado per la morte tempia. Allora chiedono: “Gosa essere guello?”. “Questo è il nostro sport nazionale: la del cugino; a Jacksonville, Florida il pastore Melvyn Nurse roulette russa! Si prende una pistola, si carica, tutti i colpi sono a salve meno uno”. I delegati per rendere il sermone particolarmente interessante illustra rimangono affascinati dalla crudeltà del gioco e, terminata la visita, ritornano in Congo. i sette peccati capitali facendo la roulette russa con una 357 Tempo dopo è la delegazione russa che si reca in Congo. Vengono anche loro portati in giro magnum caricata a salve ma il secondo peccato gli è fatale, il a vedere le bellezze locali e alla fine sono portati in una capanna. Il capo africano dice: “In rivestimento del proiettile si conficca nel cervello uccidendolo. guesta capanna noi tenere nostro sbort nazionale: la roulette del Congo!”. I delegati russi Il rischio, per alcuni aspetti eccitante, attraente e affascinante, entrano dentro e strabuzzano gli occhi: la capanna è piena di donne nude bellissime. “Bello, viene inoltre riscoperto come richiamo mediatico e come ma come si gioca?”. “Dudde gueste donne fare bombini, ma solo una essere cannibale!!”. fonte di successo. E’ il caso del cantante Johnny Ace che attraverso il gioco della roulette russa svela tutto il potenziale Contromano è meglio della morte come mossa di carriera, perdendo la vita a 25 C’è un gioco in cui ciascuno deve superare se stesso e gli altri: chi beve più alcool, chi anni alla vigilia di Natale del 1954. Non da meno è il caso del mago Derren Brown che nel suo reality show rischia il suicidio mangia più salsicce, chi tira più coca, chi corre in auto in maniera sfrenata, sono tutte davanti al pubblico. Gli ingredienti della roulette russa c’erano situazioni in cui ci si porta oltre i limiti della razionalità. E naturalmente vince chi supera tutti gli tutti: una pistola a sei colpi puntata alla tempia, un solo altri nell’eccesso. un gioco con il quale spesso si mette in pericolo non solo la propria vita ma anche quella proiettile in canna, il grilletto premuto e tantasuspense sorte del mago che in base a suoi calcoli da sensitivo per riesce la a degli altri. individuare il colpo fatale. Deve esserci un vincitore, altrimenti il gioco non ha senso. Nicolò Figus Diaz ha 24 anni e vive a Roma. Lavora presso un concessionario di automobili e ama definirsi un machinaro. Frequenta quartieri e locali della Roma “bene”. E’ iscritto alla facoltà di economia. Roulette russa all’italiana Figus. Perché contromano? di Giampiero Ranucci Probabilmente perchè per me tutto il mondo è pista, e in pista non esiste il contromano... è questione di traiettoria dell’automobile. Mi capita spesso, quindi, di andare contromano o La roulette russa, gioco che sembra completamente estraneo anche in retromarcia... all’ambiente italiano, in realtà ha le sue vittime anche nel Ci racconti qualche episodio? nostro Paese. Una tragedia ha coinvolto un ventenne romano, La volta in cui mi sono divertito di più è stata ad Ecumenitza, il porto greco più caotico che Michele, e nessuno lo ha mai saputo. Perché? Un amico di abbia mai visto. Eravamo io, Charles e Sara, 16 ore insonni e un gran nervoso perchè non Michele, con un po’ di paura e ricordi confusi, prova a dire riuscivo a imboccare l’autostrada. Ho chiesto a Charles di guardare fuori dal tettuccio dove qualcosa... fosse l’imbocco. Lui mi indica una direzione. Ho seguito le sue indicazioni e ho imboccato la Quanti anni hai? rampa contromano (bellissima...tutta tonda, tipo NY!!!). Dopo circa 300mt. ho fatto un testa R. 22 coda mettendomi così nel senso giusto … e ho trascorso delle bellissime vacanze! Dove abiti? E tutto ciò a quale velocità? R. Roma - Boccea Sui 160Km/h. Di solito...a tavoletta. Dipende dalla macchina. Chi era il protagonista? Quanto conta la passione per le auto... R. MICHELE. 20 anni, abitava a Roma e studiava. Era un La passione è per i motori in generale. Ho fatto anche delle bellissime gare contromano in ragazzo simpatico, estroverso.. motorino... in generale direi che riguardo al contromano ci sono 3 motivi di fondo. Dove si è svolto il gioco pericoloso? Quali? R. é successo a Roma. Erano in tre. n°1 perchè ho fretta. Non posso farmi un’ora di traffico quando basta imboccare un senso Quando? vietato e arrivo dove devo. N°2 La mia macchina ha 5 marce + la retro: ho il dovere di usarle R. 3 anni fa tutte... e poi quando vai a 80km/h in retro è bellissimo. Appena tocchi il volante la macchina E’ stato un episodio isolato? schizza! N°3 la velocità di incontro/scontro è raddoppiata e la manovra acquista più pathos. R. Si, e le famiglie hanno fatto in modo che la cosa non E non pensi che potresti farti male? avesse risonanza. No. Penso che chi ho di fronte si dovrebbe spostare perchè io non mi sposto. Perchè scegliere di fare la ROULETTE RUSSA? Perché? R. E chi può dirlo, forse perchè erano 3 ragazzi abbandonati perchè io ho più fretta di lui. a se stessi che in quel momento non erano completamente I componenti necessari per un “buon contromano”? lucidi Le curve, la macchina, qualcuno in auto che abbia paura di quello che sto per fare e a volte In che senso “abbandonati a se stessi”? la musica. R. non erano molto seguiti dalle famiglie Quale tipo di musica? Come hanno pensato di riunirsi? La registrazione della Mitzubishi Lanter Revolution 7 che sgasa a vuoto ai box durante un R. Stimolati dal rischio e dal brivido, dalla voglia di fare rally oppure qualche pezzo house...penso che tutto sta a quanto la battuta coordina il cambio qualcosa di diverso ed emergere nel gruppo. marcia. Infatti l’house a 120bpm/min. è perfetta! Sai come hanno fatto a procurarsi una pistola? E le droghe? Ne fai uso? R .Chiedi troppo, non lo so Prendo tanti caffè al giorno e comincio a bere dalla mattina… mi basta. Perchè l’accaduto è stato occultato? Hai una tua filosofia di vita? R. Da parte delle famiglie non rendere pubbliche queste Vale quello che ho risposto a Sara quella volta in Grecia e che vorrei fosse scritto anche sulla notizie è anche un modo per far si che il dolore non riemerga mia tomba: me ne frega cazzo! quotidianamente, inoltre è difficile ammettere che queste cose accadano a chi ci sia vicino.

I numeri di chi non ce la fa Di Alessandro Lamaro e Irene Buscemi Shock da immersione. Quando la sfida a l’indice di mortalità presenta il valore massimo nella guida contromano, con 6,7 morti ogni 100 incidenti, per scendere a 5,3 e 5,0 morti ogni 100 incidenti superarsi sfocia in … stupidità rispettivamente per eccesso di velocità e per attraversamento irregolare della Di Laura Piazza strada da parte di pedoni. Per “rinfrescarsi le idee” qualcuno ha inventato un gioco nuovo: l’immersione da Incidenti a causa di una andatura contromano shock. Come giocare? Il gioco si svolge immergendo la testa nelle acque gelide di Numero: 6.329 una di quelle vecchie fontane usate un tempo per abbeverare gli animali. Dopo essersi Percentuale: 2,9 incappucciati a turno si cerca di rimanere più tempo sott’acqua. La difficoltà sta nel Morti: 421 (numero di morti per 100 incidenti) potersi tirare indietro essendo trattenuti con forza dal braccio di un amico o da un Feriti: 10.491 cappio legato ad un masso. Diventa leader chi supera gli altri, che viene premiato. Chi Indice di mortalità: 6,7 arriva per ultimo viene punito e è immerso interamente nella fontana, per più di un’ora. Statistiche dell’Anno2000 Quando giocare? Solo d’inverno, prerogativa essenziale perché l’acqua deve essere gelida. Viene praticato sempre dallo stesso gruppetto, perché invadere il loro campo è Conducenti responsabili di incidenti stradali secondo il sesso come rubare quelle emozioni che sono soltanto loro. Perché giocare? Lo sfuggire alle Totale incidenti nel 2000: 234.558 responsabilità della vita è la loro motivazione. La cosa eccitante è uscire fuori dai canoni Percentuale maschile: 77,8 e la voglia di sfidare il destino li porta a ripetere il gioco. Percentuale femminile: 22,2 6 studenti la sapienza laboratori bazar 10 2004 [email protected]

Cosa dice la scienza. Gli ultimi sviluppi della ricerca scientifica sul tema dell’eccitazione. Di Enza Tempone La dott.ssa Annalisa Pascucci, psichiatra ser.t. Appia Antica Roma “C”, distretto XI, spiega che l’adrenalina è un ormone creato dai surreni e indispensabile nel nostro organismo perché è l’ormone dell’attività sotto i suoi più svariati aspetti, attività costruttiva o distruttiva, dell’adattamento dell’individuo all’ambiente esterno e viene solo stimolata per far fronte a queste situazioni ma non ne è la causa. Non è l’adrenalina che spinge all’azione ma il fattore psicologico, la situazione mentale. Sempre all’interno dei soggetti si può trovare una motivazione dell’esaltazione fisica dovuta a una alterazione primissima nella struttura formativa del bimbo in relazione con la madre al momento del concepimento. Non è nulla di genetico!E’ solo uno “STOP” della formazione del bimbo. Film belli … Il prof. Renato Cavallaro, docente di Sociologia presso la facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma spiega:“il gioco è sempre una battaglia addomesticata in cui lo scontro con l’altro è necessario da morire per guadagnarsi il riconoscimento e l’affermazione di se stessi. L’individuo per sua natura tende a considerare la forza e il coraggio come elementi di potenza che utilizza per affermare se stesso all’interno di un gruppo. Il ruolo del gruppo è determinante, il soggetto ne cerca il Sballo, eccitazione e adrenalina! Un cocktail perfetto riconoscimento, si misura e si scontra con l’altro per determinare la propria posizione; questo atteggiamento trovanon solo per giochi belli da morire, ma anche per un riscontro nella legge del più forte, dove all’interno del branco il capo dimostra di essere tale e si colloca al l’intrattenimento personale su una comoda poltrona! vertice di una gerarchia. Il Cacciatore(di Michael Cimino, 1978): c’è la più La ricerca ostinata del pericolo è anche la conseguenza di una socializzazione mal riuscita, che può provocare appassionante roulette russa che sia mai stata simulata un disagio mentale nell’individuo. In tali circostanze la famiglia invece di offrire un supporto, spesso pratica in un film. I protagonisti vengono catturati dai Vietcong una socializzazione mal controllata: si trova a far fronte a nuovi strumenti, a lei sconosciuti con i quali, invece, i e sono costretti a giocare alla roulette russa tra di ragazzi hanno una certa padronanza. Un fattore che aggrava la situazione è che in età giovane si attribuisce poca loro (mentre i brutali carcerieri scommettono su chi importanza al valore della vita e del tempo. Sembra di avvertire un senso di invincibilità ma nella maggior parte sopravvivrà). dei casi dietro queste azioni si nascondono forti disagi, e soprattutto per praticare azioni pericolose bisogna aver Fast&Furious (Rob Cohen, 2001): adrenalina e assunto eccitanti o droghe per abbassare il livello di coscienza”. testosterone si amalgamano all’odore di benzina e al protossido d’azoto in una miscela decisamente esplosiva “La società oggi sviluppa comportamenti standardizzati e siamo avvolti da un pacchetto di regole da cui non (con macchine truccate e la febbre della corsa) possiamo liberarci. I valori trasmessi dalla produzione di comunicazione sono assimilati e rappresentati a livello The Matrix (Andy e Larry Wachowski, 1999): un inesperto mentale da tutti, per cui film e romanzi rispecchiano l’immagine dell’eroe e per coloro che mettono a rischio la Neo si cimenta (anche se virtualmente) in un bel salto da propria vita sembra quasi di vivere uno spicchio di eroismo”. Il prof. Bruno Mazzara, docente di psicologia presso un palazzo all’altro… la facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, spiega così la stretta connessione di questi fenomeni con la società della comunicazione e i nuovi valori diffusi dal progresso del nostro tempo. Chi invece si vuole informare sulla “non-cultura dello sballo” può trovare interessante leggere il libro “Il popolo della notte – discoteche, ecstasy e alcol: nuove solitudini o buio da illuminare?” di Carlo Climati. “Uno strano fenomeno sta caratterizzando, da alcuni anni SITOGRAFIA: a questa parte, le nuove generazioni di giovani: la vita di www.mancolicani.com/mancodalmondo/ notte. Moltissimi ragazzi amano vivere di notte. Frequentano 1999-roulette.html locali, pub, discoteche, rave... Oppure si divertono a www.ilcorriere.it partecipare a giochi pericolosi, come le folli corse in www.news200.libero.it/webmagazine/ moto o in automobile. Altri trascorrono ore e ore di fronte wmz38.html a un computer, per navigare su internet o dialogare in www.drivemagazine.net/ace.html chat. Altri ancora sono schiavi della prostituzione o della www.repubblica.it/cinema_recensioni/intacto/ pornografia, oppure sono affascinati dal satanismo, dalle intacto/intacto.html feste di Halloween e dalle visite ai cimiteri. Ma che cosa www.web.genie.it/utenti/m/m.mal accade realmente in questo mondo della notte? Perché www.dizionariodelgioco.org tanti ragazzi si rifugiano nella non-cultura dello sballo, della www.arcobaleno.net/sport/ droga e dell’alcool? Che cosa li spinge a rischiare la vita VOGLIO UNA VITA MALEDUCATA bungeejumping.htm con giochi pericolosi?” DI QUELLE VITE FATTE FATTE COSI’ www.geocities.com/yosemite/rapids/1583/ Questo libro, ben documentato, vuole rappresentare un VOGLIO UNA VITA CHE SE NE FREGA bungee.htm viaggio alla scoperta del “popolo della notte”. L’autore CHE SE NE FREGA DI TUTTO SI’ www.clarence.com/contents/sport/speciali/ analizza tutti i fenomeni della notte: il consumo di ecstasy, VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI 001025jumping il ballo, le cubiste, le varie trasgressioni, le stragi del DI QUELLE CHE NON DORMO MAI www.larepubblica.it/ondine/cronaca/jumping/ sabato sera... Manifestazioni, tutte queste, di una notte VOGLIO UNA VITA DI QUELLE CHE NON SI SA MAI mistero/mistero.html più inquietante: la “notte delle coscienze”, quel buio E POI CI TROVEREMO COME LE STAR www.comunicatori.net/giromondoindex.htm interiore che porta a vivere all’insegna dell’egoismo A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR www.baseitalia.com/ e dell’indifferenza. Un saggio che invita fortemente a O FORSE NON C’INCONTREREMO MAI autoregolamentazione.htm sostituire la non-cultura del vuoto con l’impegno personale OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI www.waytrend.net/root/parole_libro_1166.html e la riscoperta deivolti degli altri, illuminando il buio della OGNUNO COL SUO VIAGGIO di Valeria Bartolini notte con una luce nuova. Al termine del libro c’è anche un OGNUNO DIVERSO dizionarietto con le parole della notte. E OGNUNO IN FONDO PERSO con la collaborazione di: Un adeguato sottofondo musicale a questa lettura? COSTI, LINK, INFO DENTRO I CAZZI SUOI GRUPPO FONTI: la famosissima canzone “VITA SPERICOLATA” tratta VOGLIO UNA VITA SPERICOLATA Silvia Imperoli dall’album Rewind di Vasco Rossi. VOGLIO UNA VITA COME QUELLE DEI FILM Massimo Maioli VOGLIO UNA VITA ESAGERATA Cristina Iorio VOGLIO UNA VITA COME STEVE MCQUEEN Concetta Zaccaglino VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI Riccardo Parrinello DI QUELLE CHE NON DORMI MAI Federica Festino VOGLIO UNA VITA, LA VOGLIO PIENA DI GUAI Francesca Settembrino E POI CI TROVEREMO COME LE STAR A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR OPPURE NON C’INCONTREREMO MAI GRUPPO RICERCA: OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI Scarpaleggia Daniele OGNUNO COL SUO VIAGGIO Alessandro D’Andrea OGNUNO DIVERSO GRUPPO INTERVISTE: Raffaella Ferro Rossella Savarese E OGNUNO IN FONDO PERSO Emanuele Siciliano DENTRO I CAZZI SUOI Sara Spigarelli Donatella Fiorentino Valentina Perrucci Lorenzo Tempestini Carolina Visca VOGLIO UNA VITA MALEDUCATA Adele Ferrarelli DI QUELLE VITE FATTE FATTE COSI’ Giuliana Palmeri M.Grazia Forcellino Federica Pitrone VOGLIO UNA VITA CHE SE NE FREGA Manuela Intrieri CHE SE NE FREGA DI TUTTO SI’ Lina Gambuti Ilaria Desantis Ambra Vestri VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI Federica Giuntella DI QUELLE CHE NON DORMI MAI Annalisa Nati VOGLIO UNA VITA Claudia Patti VEDRAI CHE VITA VEDRAI Bianca Pomo Viviana Milone Sei uno studente, liceale o universitario? Vuoi scrivere e collaborare E POI CI TROVEREMO COME LE STAR Viviana Pulignano A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR con noi? Hai dubbi, critiche o complimenti da farci, delle novità da Francesca Perna segnalarci? OPPURE NON C’INCONTREREMO MAI Roberto Martufi OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI SCRIVI A: [email protected] OGNUNO COL SUO VIAGGIO OGNUNO DIVERSO E OGNUNO IN FONDO PERSO DENTRO I CAZZI SUOI SCRIVI !! bazar 10 2004 SOMMARIO 7

3-4-5-6 28 Marco Begani – LEGGERE Giulia Premilli – AVERE Studenti la Sapienza Roma (FUMETTI) – La coscienza 49 – Clever shopping - LABORATORI – Rischio americana in una strip mortale, ne vale la pena? 9-10-11 29 Claudio Amendola Agnese Ananasso – HI-TECH – LEGGERE (RILEGGERE) 50 – Una discoteca in casa. Roberto Pisoni - VISIONI – Prode prodiere Legalmente e senza spendere – Thriller story nella città di una fortuna. quarzo 30 Nancy Brilli – LEGGERE 12 (BRILLETTURE) – L’odore 51 Oliva Muratore Alessandro Benvenuti – ARCHITETTURE – La – VISIONI (IN PILLOLE) - Il fotografia racconta le forme nostro lato ridicolo Alberto Traversi - NOTTE 31 – Lo stilista + cool? Quello che apre un locale tutto 52 Matteo Bianchini – PICCOLI 13Giuseppe Mottola suo! – E’ l’ora dei Teletubbies! – VIDEOGIOCANDO – Transumanesimo: capacità all’ennesima potenza Andrea Lisi - NOTTE – The 32 No Future, top dj in Emilia 53 Valerio Cammarano – SPORT 14 – Curling, pietre che scivolano sul ghiaccio Caterina Gonnelli - ONDE – La tele la faccio io Marcello Amoruso 33 – NOTTE – Fetish fantasy 54 Angelita Peyretti – 15 SCIOCCHINA – Domanda di Giulia Baldi - SINTONIE lavoro – Tutti giù dal letto! 34 Claudio Coccoluto – NOTTE (NOTTETEMPO) – Musica, e basta 55 Valeria Cecilia – CORSI 16-17 – Sushi! Mica solo pesce… Carla Antolini - SCENE 36-37 – Attori immobili in scene Chiara Spegni – GUSTI vuote – Legumi! 56 Giuliano Cangiano – FENOMENI – Si lotta ballando 18 Carla Antolini - SCENE 38-39 – Tempus et corpus Chiara Tacconi – GUSTI – Sapore semplice e raro 57 Valeria Cecilia – NET – Babelteka.org, liberi di sapere 19Enrico Lo Verso – SCENE 40 Eva Buiatti - GUSTI (SALMONI) – Quando si (MANGIA COME LEGGI) dice grazie – Un caldo gallego sotto la Guido Dolara – NOI – Riga, pioggia in autunno 58 stella del Nord

21Fabio Murru - SUONI 42 Lorella Scacco - ARTI – arte – (RECENSIONI) – a quattro mani Esplorazioni musicali 59 Franco Andreucci – LORO – Junk food Luca Beatrice – ARTI 22 43 – Classici e dissacratori Pietro D’Ottavio – SUONI – Dallo show kolossal al 60 Cristiana Scoppa festival autoprodotto Marzia di Mento – ARTI – MIGRAZIONI – Notizie/non – Scoprire la vita di una notizie dal Medio Oriente 44 volta 23Marcello Amoruso - SUONI – Stile intimista e fatica 61 Giulia Premilli – GENDER Luca Carboni – ARTI – Sessualità. Si cresce. 46 – (SKIZZI) Fabrizio Gianuario - SUONI 24– L’epico minimalismo dei Mario Morcellini – CORTEI – Pan Sonic Andrea Mugnaini – VIAGGI 62 Il Presidente messo al Moore 47 – Corsica, terra di frontiera

26-27 Agnese Ananasso Ciro Bertini - LEGGERE – ESSERE – Diversamente – (RECENSIONI) - Un amore 48 intelligenti di ellepi

bazar 10 2004 visioni di roberto pisoni 9 [email protected]

Thriller story nella città di quarzo

Il nuovo film di Michael Mann rompe con il respiro ampio “C’è più ricerca visiva e vertiginoso del suo trittico Heat/Insider/Alì. Per la durata in cinque minuti di contenuta (solo due ore) e per la scelta dell’unità di ambientazione Collateral che in tutti gli (una notte in taxi a Los Angeles), Collateral impone alla storia una gabbia severa e attiva, un lavoro di purificazione spaziale e di altri film visti all’ultimo compressione temporale assai sorprendente in un regista che ama le festival di Venezia…” strutture narrative articolate e l’aura epica. Il plot è ridotto all’osso: Max/Jamie Foxx, tassista che sogna una ditta indipendente, è (uno spettatore anonimo) trascinato in un tour sanguinario da Vincent/Tom Cruise, killer su commissione che deve eliminare in poche ore cinque testimoni chiave di un processo contro un boss della droga. Il thriller è da sempre la struttura che misura la pressione e l’energia del cinema di Mann, è il genere in cui ha origine il suo stile ( Strade violente) e attraverso il quale, negli anni novanta (Heat), è giunto alla maturità registica. Collateral apre una terza via e opera una sorta di sintesi: rinnova la ricerca d’intensità realistica della prima fase della sua carriera e preserva i principi di dilatazione astratta della seconda. Guidato da questa ambizione paradossale, il film si srotola con un ritmo bizzarro in cui coabitano diverse velocità. All’inizio, il flusso tranquillo della notte di un tassista è problema di messa in spazio del racconto. Nella prima parte del scandito da una dosata mescolanza di ripetizione, improvvisazione film l’abitacolo del taxi è l’unica location del balletto vampiresco: in e sorpresa: con il primo cliente, una giovane procuratrice (Jada primo piano, a destra dell’inquadratura, Max guida guardando quasi Pinketts Smith) lo scambio è intimo, la scena toccante. Poi irrompe nell’obbiettivo, dietro, a sinistra, Vincent conduce la danza. La regia Vincent, il secondo cliente e Mann raddoppia la scena precedente. gioca con gli effetti di simmetria che sfruttano le potenzialità della Lunga discussione all’interno del taxi in cui i personaggi si svelano: profondità di campo e così organizza i rapporti di potere. E’ solo uno è un manipolatore crudele e raffinato, l’altro un ingenuo quando si slega una volta per tutte dal suo taxi che Max rompe la facilmente manipolabile. Pausa, il film si sospende brutalmente: relazione dominatore/dominato e comincia a “guidare” il film. Allora mentre Max attende Vincent dopo un appuntamento, un corpo l’ultimo terzo di Collateral si allarga ed esplode, con la formidabile piomba sul taxi. La prima vittima. scena della discoteca e quella, splendida, nell’ufficio di Jada Pinketts Parte allora il movimento centrale, la complessa relazione padrone/ Smith che riprende il meccanismo hitchcockiano de La finestra sul cortile. servo tra i due protagonisti e la lunga cavalcata omicida. Tutto il In queste scene, già pagine classiche del cinema d’azione, Mann film fluttua tra questi estremi: la ballata lounge e notturna nei sfrutta le risorse del suo cinema “acquario”, iperformale, trasformando meandri profondi di Los Angeles - la city in tutti i suoi sobborghi e ciascuna inquadratura in un bagno di luci, superfici, ombre semoventi anfratti, restituiti in maniera sublime dal supporto digitale e dalla e riflessi pronti a ribaltare il corso dell’azione. regia di Mann - e il ritorno alla meccanica del genere thriller con le Nel lungo inseguimento finale in metro, Max e Vincent si ritrovano sue improvvise velocizzazioni spettacolari. faccia a faccia, immobili e spossati. Ammirevole è lo sfruttamento La grande forza del film sta nel rifiuto da parte del regista di da parte di Mann di un racconto classico d’oppressione e di dualità concentrarsi sulla relazione “predatoria” tra Vincent e Max. Poteva vampiresca, utilizzando quasi esclusivamente le risorse del luogo, la ricavarne una semplice metafora della lotta di classe e invece fa molteplicità degli spazi chiusi e desolanti di una Los Angeles fantasma. vacillare i limiti che separano il buon borghese afroamericano dal Collateral non ridimensiona affatto l’estensione fiume degli ultimi film wasp sociopatico uscito da un romanzo di Bret Easton Ellis. di Mann, né costituisce una battuta d’arresto. E’ semplicemente una Per Michael Mann il film si riassume essenzialmente in un favola dalla corrucciata morale darwiniana e dallo stile inimitabile di un regista nel pieno della sua maturità. 10 di roberto pisoni visioni bazar 10 2004 [email protected]

Il codice del reale

Intervista a Michael Mann Qualcuno lo ha definito il più grande regista americano vivente, eppure il nome di Michael Mann non stimola la stessa reverenza che la critica nutre per Scorsese, Coppola, De Palma o perfino per il controverso dei coyote che attraversano la strada, come succede nel Spielberg. Più defilato dai media, meno cinefilo dei suoi celebri coetanei, film e come è capitato anche a me. E’ la città del futuro e ha alle spalle una carriera poco abbagliante ma di coerenza granitica. Dopo ne ho voluto mostrare la straordinaria ricchezza. Per ogni aver studiato alla London Film School, Mann ha realizzato documentari scena ho cercato il background adatto o in contrasto con e spot pubblicitari, prima di diventare sceneggiatore per la televisione, quello che succede. soprattutto per la serie Starsky e Hutch. Nel 1979 firma la sua prima regia, il Come mai la decisione di concentrare tutta la storia telefilm The Jericho Mile, un dramma ambientato nell’universo carcerario, in una notte? e continua nel registro del poliziesco con Strade Violente (1981), primo Sapevo che tipo di film avrei fatto ancora prima di trovare lungometraggio, interpretato da James Caan. Gira poi La fortezza, abile la sceneggiatura. Volevo intensità dalla storia e che si melange tra atmosfere fantastiche e film di guerra, per tornare di nuovo al svolgesse in un arco di tempo limitato. Mi interessava piccolo schermo. Diventa celebre come autore e produttore di una serie questa costrizione temporale che rende il compito della culto, Miami Vice, che lancia Don Johnson. Forte del successo, Mann è regia analogo a quello del pilota al volante di un auto da il primo regista a familiarizzare con l’universo malsano dello scrittore competizione, una compressione tale per cui ogni singolo Thomas Harris, adattando nel 1986 il romanzo Red Dragon. In Manhunter gesto ha una risonanza inaspettata. Poi volevo tornare al il dottor Hannibal Lecter appare al cinema per la prima volta con i tratti film di genere, dopo l’attualità di Alì e Insider. di Brian Cox. Lo stile depurato e glaciale del film affascina pubblico e Quali “valori aggiunti” le ha dato, in termini di critica. Dopo una nuova stagione televisiva - L.A. Takedown nel 1989, Drug linguaggio, l’uso del digitale? Wars: the Camarena Story nel 1990 che gli vale un Emmy Award - e una La pellicola non registra ciò che gli occhi possono vedere deviazione nell’affresco storico (L’ultimo dei Mohicani nel 1992), il regista, di notte, per questo motivo sono passato al digitale ad riconosciuto finalmente come uno dei talenti più innovativi degli anni alta definizione: per vedere di notte, per vedere tutto ottanta, torna al suo primo amore, il thriller poliziesco, orchestrando il quello che si vede a occhio nudo. La Viper FilmStream, la faccia a faccia tra due attori-monumento, Robert De Niro e Al Pacino, telecamera che ho usato più frequentemente, consente di in Heat. La brillante direzione degli attori e l’attenzione suprema alla avere una profondità di campo e dei colori che la pellicola costruzione dello spazio visivo escono rafforzati anche nei due film tratti non può darti. Di notte le luci della strada e il cielo di Los dalla cronaca e dalla storia recente: Insider (2000) e Alì (2002). In settembre Angeles sono unici, volevo restituire la loro bellezza e la Mann ha finalmente presentato Collateral a Venezia, dove lo abbiamo loro ruvidezza. Quella corrosione al lavoro caratteristica incontrato. della città che potevo cogliere soltanto con il digitale. Collateral più che un thriller sembra una sinfonia visiva per una Nei suoi film c’è un fortissimo realismo nei grande città: Los Angeles…Ho letto che è stato ispirato dal libro dettagli, ma questo realismo sembra condurre a di Mike Davis, “La città di quarzo”… un’astrazione totale dello spazio e del tempo… Sì, ho letto il libro di Davis, solo una trentina di pagine però…(ride). Più Ogni volta che affronto un progetto devo partire che La Città di Quarzo, che è un libro notevole, mi ha influenzato la mia dalla realtà. Faccio sempre molte ricerche sui luoghi, i percezione della città. In genere la Los Angeles che si vede al cinema è personaggi, il lavoro che fanno. Il personaggio di Vincent Malibu: le palme, la spiaggia, il mare. A me piaceva mostrare invece la è ispirato a una serie di criminali veri… Poi una volta City, i luoghi che conosco: Commerce, Wilmington, South Central, East che questi dati reali mi convincono, mi sento libero di L.A. Los Angeles conta diciassette milioni di abitanti ed è, sia etnicamente modificarli, variarli, ricrearli. Una cosa è certa però: i sia sociologicamente, molto composita e complessa. E’ una città miei film devono molto di più a ricerche sociologiche o orizzontale, una metropoli infinita, dove però ti può capitare di incontrare criminologiche che ad altri film. bazar 10 2004 visioni di roberto pisoni 11 [email protected]

La lunga guerra sul set di Spartacus

A pochi mesi dall’uscita americana giunge anche in Italia la nuova edizione in due dischi di Spartacus, il kolossal storico-mitologico di Stanley Kubrick. Il film è stato restaurato minuziosamente (è presente addirittura una traccia italiana in DTS 5.1) e offre una strepitosa quantità di extra (tra gli altri i commenti audio del produttore e attore Kirk Douglas, di Peter Ustinov, dello scrittore Howard Fast, del produttore Edward Lewis, l’analisi scena per scena dello sceneggiatore Dalton Trumbo, lo storyboard originale del designer Saul Bass, i disegni di Stanley Kubrick). Attraverso le diverse voci e i torrenziali racconti dei testimoni diretti è possibile finalmente ricostruire, una volta per tutte, la sofferta gestazione e la burrascosa realizzazione del film che Kubrick non amava includere nella sua filmografia. L’idea di trasferire sul grande schermo Spartacus, il romanzo di Howard Fast risale al 1957. Kirk Douglas, che aveva letto la sceneggiatura di Ben Hur, voleva interpretarne la parte principale. Il regista William Wyler (con cui l’attore aveva già giratoDetective Story nel 1951), gli propose il ruolo di Messala, il “traditore”, che Douglas rifiutò sdegnosamente, lasciando campo libero a Stephen Boyd. Alla fine dell’anno, Edward Lewis, il produttore delegato che lavorava per la società di produzione di Douglas, la Byrna, gli sottopose il romanzo Spartacus. Esaltato, l’attore ne opzionò i diritti e lo propose alla United Artists, casa di produzione che si era arricchita anche grazie alla sua interpretazione neI Vichinghi , 1958, che Douglas aveva anche coprodotto. La United Artists rifiutò il progetto, sostenendo di avere in produzione una sceneggiatura pressoché identica, The Gladiators con Yul Brynner. Il film, che doveva essere diretto da Martin Ritt, non vedrà mai la luce. Furioso, Douglas sottopose allora il progetto alla Universal, che accettò con la pretesa di avere una sceneggiatura più completa, un cast prestigioso e di imporre il regista. Douglas affidò la scrittura della sceneggiatura allo scrittore del libro, Howard Fast ma il risultato fu un vero disastro (secondo le parole di Kirk) e l’incarico venne girato a Dalton Trumbo. Quest’ultimo, ancora sulla lista nera “anti-comunista” del senatore McCarthy, non poteva firmare il film a suo nome e lavorò sotto lo pseudonimo di Sam Jackson durante tutta la produzione di Spartacus. Douglas completò rapidamente il casting e strinse i contratti con Laurence Olivier (con cui aveva già girato Il Discepolo del Diavolo nel 1959), Charles Laughton e Peter Ustinov. Al contrario, trovare l’interprete femminile fu un problema quasi insormontabile. Dopo il rifiuto o la defezione di Ingrid Bergman, Elsa Martinelli e Jean Simmons, la scelta cadde su una perfetta sconosciuta di origini tedesche, Sabina Bethmann. Anche per il regista ci fu indecisione, così vennero snocciolati i nomi di David Lean e Martin Ritt, finché la Universal non impose Anthony Mann. Le riprese cominciarono il 27 gennaio 1959. Molto presto, Douglas ruppe ogni rapporto con Anthony Mann. Venerdì 13 febbraio, il regista venne silurato. Alcune scene girate da Mann figurano ancora nel montaggio finale (la miniera iniziale e la scuola dei gladiatori). Lo rimpiazzò un “giovane figlio di puttana” di nomeOrizzonti Stanley di Kubrick, allora trentaduenne, che Douglas aveva contribuito a lanciare, producendo e interpretando nel 1957 Gloria. La produzione si riorganizzò e l’attrice Sabina Bethmann venne sostituita dalla più quotata Jean Simmons. Kubrick si trovò a gestire una situazione tesissima, innanzitutto aveva a che fare con attori-registi che avevano le loro idee sulla messa in scena. Soprattutto Laurence Olivier si lamentò con Douglas per l’inesperienza del giovane regista, rimpiangendo in continuazione la partenza di Mann. Laughton, invece, chiese a Ustinov di riscrivere alcuni dialoghi, mentre Douglas proponeva sistematicamente delle posizioni diverse per la macchina da presa. In più il tournage ebbe continue interruzioni: Jean Simmons dovette essere operata, Tony Curtis si danneggiò il tendine di Achille durante una partita a tennis e Kirk Douglas venne colpito da un virus. Girato in 167 giorni (6 settimane soltanto per la scena della battaglia finale), Spartacus esce sugli schermi americani il 7 ottobre 1960. Kubrick, allora sotto contratto con Douglas, non riconobbe il film nel suo montaggio finale di 184 minuti. Il regista da questa esperienza impara una lezione che non dimenticherà mai: d’ora in poi esigerà per contratto di avere il final cut su tutti i suoi film. Nonostante Spartacus sia un buon successo al botteghino non riuscirà mai a rientrare dei folli costi di produzione. Il film uscirà una seconda volta al cinema nel 1991, con una versione più lunga di 14 minuti. In particolare è stata reintegrata la splendida sequenza del corteggiamento omosessuale tra Olivier e Curtis. Il suono della scena originale era andato perduto: Tony Curtis si è ridoppiato, mentre la voce di Laurence Olivier, ormai scomparso, è“Spartacus stata “imitata” si è rubato da Anthony tre anni Hopkins. Nel suo libro di memorie Kirk Douglas ha dichiarato sarcasticamente: . della mia vita, molto tempo in più di quello impiegato dallo schiavo Spartaco per combattere contro gli eserciti romani” Spartacus, 2 dischi, Universal, 23,90 €

DVD 12 di alessandro benvenuti visioni.in pillole bazar 10 2004 [email protected] www

Il nostro lato ridicolo

Pur diventando sempre più intollerante, riesco a tollerare meglio qualsiasi cosa accada. La comprendo meglio, e così non riesco + a prendere posizione su nulla…

mai esistiti, perché nessuno potrà più ricordarli. L’eternità non si addice all’uomo. E vedevo quelli che, pagato il pedaggio, passavano pestando sull’acceleratore per guadagnare la corsia di sinistra prima della macchina successiva. Non si volevano far fregare insomma. Che se ne stesse dietro quello della Opel corsa, o della Renault Megane. Viaggiavo. Ascoltavo distrattamente per radio una canzone Ognuno, viaggiando, si raccontava una storia e sorpassava gli altri di Lucio Battisti. Il testo era di Panella, il paroliere della sua con uno scopo preciso. Chissà chi si crede di essere la gente. E poi seconda stagione d’autore. Così ho pensato che una volta guardavo il sole. La nostra fonte di vita. La nostra pila con tanto di liberatosi di Mogol, il povero Lucio, prima che la sua vita data di scadenza. E ho pensato che magari un piantino me lo potevo finisse prematuramente, in effetti aveva ricominciato a vivere; anche fare. Poi, l’indomani avrei ricominciato a non pensarci più. E a divertirsi, a giocare con la musica con una libertà gioiosa, avrei visto le figlie crescere sperando per loro ogni bene possibile. quasi pericolosa. Non so quanto ci sia di vero in questa mia Ma mi fa tenerezza. Mi fanno tenerezza le nostre presunzioni. Se ne impressione - non conoscendo niente dei loro rapporti umani e avessi il potere forse ammazzerei un bel po’ di gente. Lo farei perché, professionali - ma all’improvviso il celebrato Mogol mi è apparso non so come, qualcuno mi ha instillato un senso di giustizia. Lo farei come un catenaccio, un dolore di testa, un cibo indigesto, un credendo di essere nel giusto. Ammazzerei quel tre per cento di limite insopportabile. E molte di quelle canzoni che hanno fatto imbecilli che ci sono fra i cristiani e fra i mussulmani. Poi ammazzerei da colonna sonora alla mia gioventù mi si sono seccate sui rami. gli imbecilli ebrei. Per gli indù non ho una posizione precisa. Penso E i sentimenti che parevano rappresentare con tanta poetica però che loro non li toccherei. Li terrei d’occhio lo stesso, ma all’inizio precisione i nostri stati d’animo di allora, mi sono parsi dei calcoli mi dedicherei più a quelli che ho detto. matematici e insinceri costruiti a tavolino per infinocchiarci. Poi ho fatto un respiro profondo. Sto invecchiando. E’ normale. E Secondo me Mogol non è ciò che ci è sempre sembrato. pur diventando sempre più intollerante, riesco a tollerare meglio Naturalmente è solo un pensiero mio... Ma tu guarda però cosa qualsiasi cosa accada. Mi sembra di essere maggiormente in grado di succede ad ascoltare distrattamente la radio. comprenderla, e perciò non riesco più a prendere posizione su nulla. Anni fa ebbi dei problemi analoghi con Dio, (fra i due, penso che Ma non mi sto anestetizzando. Rido di più. E delle tragedie vedo il sarà più facile per me sbarazzarmi di Mogol!). Era il 20 agosto. lato ridicolo. L’uomo è ridicolo: basta guardare il destino sempre più Erano le 10,30. Ritornando da Subiaco, una volta passato il televisivo che si è scelto. Ho avuto pietà per quelle povere creature casello autostradale di Lunghezza (Roma est) ho sentito il bisogno di Beslan. Ho tenuto i giornali che raccontavano le loro storie. L’ho di fermarmi accostandomi alla massicciata del piazzale. Alla radio fatto perché sento il bisogno di rileggerle fra un po’. C’è qualcosa parlavano di temi astronomici. Allora ho pensato che il sole è una di incredibilmente osceno fra i loro poveri destini e la complicata immensa palla di benzina che brucia consumando se stessa piano semplicità che ha portato quella storia a finire com’è, purtroppo, piano. Fra 4 miliardi di anni il sole a un tratto morirà. Nel farlo finita. Ma io che ci posso fare? Posso farmi i complimenti perché si gonfierà fino all’orbita di Giove e uno spasmo celeste brucerà finalmente il tiggì mi ha fatto piangere? Ho cercato di calarmi nei tutto ciò che troverà sul suo cammino. E Buster Keaton, i Beatles, sogni di chi è sopravvissuto e ho avuto paura. Solo questo posso Mozart, Beethoven, Leonardo da Vinci, sarà come non fossero onestamente dire. Tutti quelli che condannano (o quasi) mi fanno schifo comunque e nel loro piccolo puzzano di letame come quelli che vorrebbero puzzassero più di loro. A tal proposito, visto che io sono quello che parla di cinema, chi non l’avesse ancora fatto si guardi Dogville. Non è tanto la forma, che di per se è geniale, ma sono le parole. Splendide nel descrivere chi realmente siamo. bazar 10 2004 videogiocando di giuseppe mottola 13 [email protected] www Nelle trame degli sparatutto e dei giochi di ruolo fantascientifici c’è un’overdose di pessimismo che stroncherebbe chiunque: invasioni aliene, intrighi di potere, società implose, economie collassate, IA impazzite. E i giocatori sono chiamati a risolvere la situazione impersonando super-uomini dotati di impianti neurali e innesti bionici. Avete mai voluto essere come loro? Allora siete sulla buona via per diventare transumanisti. Il Transumanesimo è un movimento culturale che incoraggia il potenziamento degli esseri umani attraverso la tecnologia. L’eroe di Deus Ex 2 o di System Shock è un abbozzo di ciò che i transumanisti chiamano post-umano, un uomo potenziato (trans-umano) che ha spinto ai limiti il proprio auto-accrescimento: ha capacità intellettuali e fisiche straordinarie, non invecchia, non s’ammala e non muore. I potenziamenti dei protagonisti di sparatutto e gdr sci-fi sono alcuni fra i mezzi che i transumanisti ritengono necessari per diventare post-umani: nanotecnologia molecolare, ingegneria genetica, interfacce neurali, strumenti avanzati per gestire le informazioni e innesti bionici. Ma mentre nei videogiochi questo accrescimento ha fini distruttivi (uccidere meglio) per i transumanisti ha fini costruttivi (il benessere dell’umanità). Alcuni frutti positivi e negativi di queste tecnologie sono ben mostrati in Alpha Centauri: vasche di clonazione, fabbriche di operai genetici, nanoreplicatori, bombe quantiche, matrici telepatiche, computer senzienti. Già, computer senzienti. Secondo alcuni i primi post- umani saranno proprio delle Intelligenze Artificiali. Avremo dei super fratellini al silicio? Forse... Per saperne di più basta puntare su http://transhumanism.org/ index.php/WTA/languages/C49. TRANSUMANESIMO: capacità all’ennesima potenza Metà Super-uomo, metà cow boy della Rete: è il protagonista dei videogiochi sci-fi, presagio di ciò che saremo

Il Lato Oscuro I game designer hanno trovato nel Transumanesimo La rappresentazione a tinte fosche del futuro trans-umano in terreno fertile per sviluppare le trame dei giochi, titoli come Deus Ex e System Shock è una “tara” che i videogiochi d’altronde biotecnologie, innesti bionici e incrementatori hanno ereditato dalla letteratura sci-fi, in particolare da William di prestazione sono talmente in voga in questi anni da Gibson, il padre del cyberpunk. Nel mondo raccontato dai suoi rendere inevitabile la loro presenza. Nella fortunata saga memorabili “Neuromante” e “Johnny Mnemonic” le persone horror di Resident Evil una grossa casa farmaceutica, possono ampliare le proprie facoltà mentali, immagazzinare la Umbrella Corporation, conducendo esperimenti dati nel proprio cervello usandolo come un hard disk e rendere genetici per creare i soldati perfetti diffonde un virus trans-umano il proprio corpo: la tecnologia del prossimo secolo letale che scatena un’orda di creature ibride e zombi; permette, ad esempio, di sfidare le leggi della natura e di allungare il destino del mondo è nelle mani del protagonista, la vita a dismisura, di rendere i propri arti delle armi grazie a costretto a combattere contro questi nemici quasi lame retrattili sottocutanee, di sostituire gli occhi con ben più transumani. In Anarchy Online i transumani siamo efficaci visori a infrarossi. I passi da gigante che la biotecnologia noi: ci possiamo potenziare con innesti sottocutanei, sta compiendo in questa direzione rendono plausibili i racconti di nano-teconologie e poteri psichici. Ambientato in un Gibson e alimentano le speranze del movimento Transumanista mondo cyberpunk chiamato Rubi-Ka, questo MMORPG per un miglioramento sensibile della vita. Ma il futuro (pre?)visto sci-fi sfrutta scenari alla Philip Dick anziché riproporre dallo scrittore americano è ben diverso da quello auspicato la solita ambientazione fantasy, un regalo agli amanti dai transumanisti: la tecnologia è ancora a portata di pochi e di Blade Runner. In Deus Ex 2 vestiamo i panni di Alex l’ibridazione fra carne e silicio genera mostri (uomini simili a Denton, agente che combatte il terrorismo con armi e macchine e macchine che iniziano a pensare come uomini). Gibson impianti genetici, i Bio-Mod, che posti in certe parti del (come Philip K. Dick prima di lui) ci avvisa dei pericoli nascosti in corpo aumentano le sue prestazioni e gli permettono di uno sviluppo tecnologico che, senza etica e asservito alla legge del fronteggiare ogni tipo di situazione. Per ora questi sono profitto, rischia di diventare una gabbia che offre all’uomo, con il solo giochi, ma un domani tutti noi potremo compiere cyberspazio e la realtà virtuale, una sola libertà: quella di potersi azioni inimmaginabili con un chip nascosto sotto la pelle.

credere altrove. ANTICIPAZIONI 14 di caterina gonnelli onde bazar 10 2004 [email protected]

Voglia di esotico: gli orizzonti di Hot Bird Il ritorno dalle vacanze è stato traumatico? Inutile nascondersi dietro la “sindrome da rientro” di cui tutti parlano e che immancabile, ogni anno si ripresenta tra settembre e ottobre. Non rimane che buttarsi nel marasma della tv satellitare, che, a dispetto della tv generalista, pare non conoscere ferie. Sempre più numerosi i canali in chiaro e a pagamento orientali, soprattutto se consideriamo che nel nostro Paese esistono più di tre milioni di parabole adibite alla loro ricezione. Ci concentreremo su quelli a pagamento, che in teoria dovrebbero garantire una certa qualità dei programmi anche se, come accennato in un precedente numero di Bazar, le risate nei programmi “free”certo non mancano, soprattutto grazie ai mitici “melodrammi”. Sono 4 i bouquet asiatici a pagamento: Asia Network trasmessi dal satellite Hot Bird. Zee Tv è affiancato dalla Zee Tv, Ary Digital, Pehla e Dish . Il merito è di Bollywood, l’instancabile rete tematica Zee Cinema che snocciola film coloratissimi e musicatissimi

macchina cinematografica che ha foto www.oltremara.com da tempo ampiamente superato Hollywood nel numero di pellicole prodotte. In arrivo anche un terzo canale nello stesso bouquet, ETC Alpha Punjabi, dove protagonista è la comunità indiana di lingua panjabi e i suoi bellissimi turbanti, regione nota al pubblico occidentale graziePehla al è successo il bouquet della formato canzone da “Panjabi ”che almeno una volta nella vita tutti abbiamo ballato e tene ascoltato. Sport dedicato alle discipline sportive numerosissimi canali ben confezionati tra i quali Sony Tv, Geo Tv asiatiche e al cricket e direttamente dalla capitale New Dehli Television per gli Danamanti Dish delle Network, news dell’ultima con sei canali ora. Ary Digital è invece il primo canale in lingua urdu con vocazione sportiva mentre in lingua tamil e cingalese spazia dalla musica all’informazione, dallo sport al cinema fino all’intrattenimento. Se gli immigrati nepalesi, pakistani, indiani, cingalesi e del Bangladesh che si abbonano a questi canali aumentano ogni anno, gli italiani, affascinati dalla cultura e dai costumi indiani, non sono certo da meno. LA TELE LA FACCIO IO Le tv esotiche in lingua panjabi e cingalese ci seducono con colori e suoni. E su Music Box la musica la decidiamo noi, come un vecchio juke box. Mentre i lettori incalliti si ritrovano su Cult. A ciascuno la sua tele.

Music Box Italia: il juke box del Leggere in tv: “Cult” e il nuovo millennio magico mondo dei libri Per chi si sente un po’ Zorro e vuole lasciare la propria firma o semplicemente ama l’interattività ecco un canale Le nuove generazioni non leggono, non approfondiscono, divorano notizie senza ricordare, che fa per voi: Music Box Italia, da tempo diffuso in Europa soprattutto dell’Est, in India e in Israele e ora consumano e gettano: a sentire sociologi e approdato nel nostro Paese. Si tratta di un nuovo canale intellettuali il caro vecchio libro, fatto di carta e satellitare di intrattenimento visibile in chiaro e sullo Sky inchiostro, rischia l’estinzione. Tutta colpa della Box al numero 821, che 24 ore su 24, trasmette videoclip tv, dicono, e in buona parte di internet. E invece, scelti in tempo reale dai telespettatori. Veloce, diretto, proprio dal mondo dello schermo, arriva la smentita: è l’erede del vecchio juke box dei nostri genitori: al posto Cult Network Italia dedica uno spazio a libri, della monetina un sms o una telefonatina, e nell’arco di un scrittori, editori e personalità di rilievo della cultura minuto si accede al proprio videoclip preferito scelto da italiana e internazionale per soddisfare curiosità e una lista perennemente visibile sullo schermo. Attraverso sete di sapere che la tv in chiaro sembra ignorare. la selezione del videoclip ognuno diventa protagonista e Una finestra sulla contemporaneità che individua gli responsabile del successo di un cantante che nel giro di scrittori di oggi come i narratori del nostro tempo. poco tempo può salire in vetta alla classifica dei brani e E’ proprio vero che non si finisce mai di imparare! relativi video più scelti oppure precipitare agli ultimi posti. L’archivio di Music Box possiede attualmente oltre 20.000 videoclip e contiene brani in oltre 15 lingue e generi. Niente presentatori, niente pubblicità ma solo tanta, tanta musica. Vi pare poco? bazar 10 2004 sintonie di giulia baldi 15 [email protected] Tutti giù dal letto! Comincia alle 7 del mattino una delle trasmissioni radiofoniche più energiche del momento. Per curiosare con ironia tra fatti e misfatti. A sera invece ci si rilassa tra arte e lounge music. Platinissima www.deejay.it La mattina presto siamo tutti ancora assonnati, troppo pigri e poco lucidi. Tutti tranne Platinette! Avete mai provato a sintonizzarvi su Radio Deejay dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9? Sarete trascinati giù dal letto dall’energia della bionda più amata d’Italia, e dalla sua capacità di informare e destare le coscienze con allegria e ironia. “Platinissima” infatti è una trasmissione dal taglio giornalistico. Notizie, approfondimenti, interviste e l’immancabile parere del pubblico sono alla base di questo programma in equilibrio tra attualità e varietà, durante il quale si smascherano tutte le cattive abitudini degli Italiani, a partire dalla peggiore e più diffusa: “si fa ma non si dice”. Chi vuole partecipare attivamente a Platinissima può farlo mandando il proprio contributo con una e-mail all’indirizzo [email protected]. Giù dal letto!!!

Generazione Cocktail

www.rai.it Gli amanti dei trend più bizzarri si saranno certo accorti che negli ultimi anni sono tornate di grande attualità, riproposte Invito all’arte e urban musiche anni ‘ 50 e ‘ 60 legate ai riti del cocktail.tout court Si o ascoltano remixate, sempre alcune più spesso al cinema, in televisione e naturalmente alla radio. Sono musiche stories che rivelano uno spiccato gusto per le atmosfere esotiche, e che spesso www.radio24.it fanno parte di colonne sonore di film e telefilm di culto. E’ parte del fenomeno lounge, attorno a cui è sorto un vero e proprio movimento. I dischi, però, sono difficilmente reperibili sul mercato. Ma il mondo è pieno di sorprese: da Sole 24Ore è dedicata all’arte. E’ “Invito Una interessante all’arte”, condotta e utile trasmissioneda Adriana Fracchia. di Radio24-Il Va in qualche anno ricercatissime selezioni di lounge, exotica, kitch groovin’ ed easy onda ogni sabato dalle 20.30 alle 21.00, e sul sito della radio è anche possibile trovare i leastening, incluse canzoni strane e incredibili, si possono ascoltare anche su file audio delle trasmissioni passate, archiviati in ordine cronologico. Ascoltando “Invito Radio Rai. La trasmissione si chiama Ultrasuoni Cocktail, ed è ideata e condotta all’arte” si possono avere tante informazioni sugli appuntamenti d’arte in corso, ma anche da Francesco Adinolfi, critico musicale e responsabile di Ultrasuoni (le pagine approfondimenti critici, curiosità e anticipazioni su mostre ed esposizioni future e iniziative musicali di Alias, il settimanale culturale del Manifesto), nonché uno dei massimi culturali in qualche modo connesse al mondo dell’arte. Non mancano, poi, notizie utili esperti dell’argomento: è anche l’autore di “Mondo Exotica - Suoni, visioni anche da musei e sedi espositive internazionali. In sintesi una finestra sul mondo dell’arte e manie della Generazione Cocktail”, libro uscito per Einaudi che ripercorre e degli artisti. Una finestra che inevitabilmente si apre anche sul mondo delle arti applicate, la storia e ricostruisce la trama della dal design all’architettura. Insomma, ciò che di più bello ci circonda. musica, del cinema e della letteratura.lounge La suaculture infinita nei diversipassione, ambiti l’impareggiabile della Ha avuto in qualche modo a che fare con l’architettura e l’urbanistica, o meglio, con la preparazione, e la simpatica conduzione fanno di Ultrasuoni Cocktail storia e l’attualità delle grandi città, un’altra trasmissione di Radio24-Il Sole 24Ore andata un programma cult per gli amanti del genere, ma anche un programma in onda tutta l’estate. Anche in questo caso le puntate passate sono disponibili sul sito da ascoltare in pieno relax solo per gustare un po’ di quelle affascinanti e della radio, ma solo fino alla prima settimana di questo mese. Il titolo era”Urban. Eventi e intramontabili atmosfere, seppure dal nostro divano (comodo ma ormai un po’ storie dalle città”. Ideata con intelligenza da Alessandro Agostinelli e da lui condotta con consumato…) anziché dal bordo di una piscina hollywoodiana. sensibilità, ha affrontato temi come “le città alla moda”, “le città universitarie”, “I luoghi delle Ultrasuoni Cocktail. Radio 2 Rai. Ogni sera, dal lunedì al venerdì, dalle 19.30 alle canzoni”, “le città del divertimento”; ma anche “Le città e il Medioevo, “I centri storici”, “La 20.00. mobilità cittadina”. Agostinelli ci ha raccontato di aver riscontrato il profondo interesse degli Con Francesco Adinolfi. A cura di Federica Trippanera. Regia di Luca Cucchetti. ascoltatori/cittadini verso programmi che discutono approfonditamente di temi e problemi concreti e raccontano in maniera diffusa ciò che ci sta intorno. Siamo certi che è così. Perciò, speriamo che la trasmissione prima o poi riprenda. 16 di carla romana antolini scene bazar 10 2004 [email protected] Attori immobili in scene vuote Nel tempo dell’abbondanza (di immagini e notizie) Massimiliano Civica propone la sottrazione. Su un palco spoglio i protagonisti sono il racconto e l’immaginazione dello spettatore. In un oggi che abbonda di immagini e notizie, che sovrabbonda di sensazionale e di cose “da non perdere”, si ama molto un lavoro che gioca sulla sottrazione di enfasi, immagini ed emozioni provocate da sovrapposizioni di diversi linguaggi. Nel “Grand Gugniol” di Massimiliano Civica quattro uomini recitano tre testi del teatro del terrore di fine ottocento, tre storie che hanno come protagoniste delle donne. Qui il teatro è presente per farci immaginare ciò che non c’è. Lo spettatore deve vedere con la mente delle donne, quando in scena ci sono solo uomini, deve ricostruire delle storie e deve vivere personalissime emozioni, perché gli attori non ci concedono nulla se non il piacere del racconto. Anche le braccia degli attori sono spesso conserte o poste dietro la schiena, mentre la scena è completamente vuota. In un oggi dove è protagonista la fretta, il pensiero in movimento, la trasversalità e la multimedialità, Massimiliano Civica ci comunica il desiderio di essenzialità e di immobilità, di storie chiare e di psicologie non contorte, pure nel loro bisogno di amore o di odio. Lo spettatore diviene protagonista e rivive le storie di donne che cercano una qualità alta della vita, che chiedono ai loro uomini un’attenzione ai dettagli dello stare insieme. Ne “L’artiglio” una donna ha sposato un despota che non la lascia vivere, ha già conosciuto un uomo che le fa battere il cuore e proprio quella vecchia casa decrepita abitata dal marito e dal suocero la porterà alla liberazione. Una scala fradicia della cantina sarà fatale per il marito, e se anche la donna lo sapeva, lo fa scendere per avvicinarsi alla liberazione. In “Passa la ronda” una carcerata farà di tutto per essere dopo molto tempo abbracciata da una guardia carceraria, ma questa, di fronte alla paura di essere punita, finirà per ucciderla. Ne “Il ritorno” il gioco del dover immaginare si raddoppia. Infatti una donna che ha perso il marito giovane lo attende ogni sera e finge che non sia mai morto. Da ormai dieci anni al castello si replica la farsa dell’atteso ritorno con la complicità di alcuni amici che pensano così di dare sollievo al dolore della donna, ma anno dopo anno i complici diminuiscono, stanchi, spaventati o morti. Gli attori che raccontano le storie dando vita a immobili dialoghi sono i bravi Andrea Cosentino, Mirko Feliziani, Antonio Taglierini e Daniele Timpano. I testi utilizzati fanno parte del fondo “Sainati” della Biblioteca Nazionale Burcardo di Roma, e sono gli originali copioni manoscritti utilizzati dalla Compagnia Sainati, unica compagnia italiana di Grand Guignol operante in Italia agli inizi del ‘900. Compagnia Civica-Cosentino-Feliziani-Tagliarini-Timpano Grand Guignol di Massimiliano Civica, con Andrea Cosentino, Mirko F Pontedera (Pi). Generazione Pontedera Festival. Fondazione Pontederaeliziani, Teatro, Antonio Via Manzoni Tagliarini, 22. 7 Daniele ottobre. Timpano Tel. 058755720

Chicche dal RomaeuropaFestival Al festival Romaeuropa il nuovo spettacolo di Emma Dante, la giovane regista siciliana che si è rapidamente affermata nella scena nazionale con MPalermu e Carnezzeria prima e Medea poi, interpretata da Iaia Forte. Qui, in questo Vita mia la giovane regista torna a lavorare con il suo gruppo di giovani attori siciliani. Una madre guarda con occhi dolci e tristi i tre figli che ha di fronte insegnandogli che la vita è il bene più prezioso. Ma anche la vita fugge, e non si sa bene a chi è dato restare e chi deve invece partire. La vita è una corsa intorno a un letto e qui diviene centrale il disperato tentativo di ritardare il più possibile questo ultimo giro prima della morte. Tra i figli interpretati da Enzo Di Michele, Giacomo Guarnieri e Alessio Piazza chi sarà il prescelto? Anche la madre (Ersilia Lombardo) non ha alcun potere. Tutto è immobile: gesti, ricordi, parole di conforto e rimorsi, e anche quell’ultimo respiro di pulsazione del cuore che si ripete all’infinito. Vita mia. Testo e regia di Emma Dante, con Enzo di Michele, Giacomo Guarneri, Ersilia Lombardo, Alessio Piazza. Roma. Romaeuropa Festival. Villa Medici. piazza Trinità dei Monti, 1. Dal 27 al 31 ottobre. – www.romaeuropa.net Tel. 800795525 Sempre al Romaeuropa Festival i Motus presentano una Contro il pregiudizio performance video ispirata a Pier Paolo Pasolini. Scegliendo Su un palcoscenico trasformato in giardino zen l’autore e regista sino-americano Ping la prospettiva di un’auto da corsa, i Motus hanno inventato Chong sa mostrarci la diversità come una ricchezza cui non dobbiamo né possiamo un tragitto spaziale e ideale nell’immagine in movimento per rinunciare. “Undesirable elements” è definito uno spettacolo stimolante e coraggioso che ripercorrere l’universo percettivo marginale che ha segnato propone un interessante contraddittorio sul tema dell’immigrazione che ribalta pregiudizi la visione e l’opera di Pasolini. Il gruppo riminese si sofferma e stereotipi di cui spesso neanche ci accorgiamo. Il noto regista teatrale, coreografo e su strade di passaggio, zone di accumulo e d’abbandono dei creatore di video e installazioni è in scena con una statunitense del midwest e una del rifiuti materiali e umani che la città tenta di espellere ma che sud, un’iraniana e una libanese. Le storie personali di questi emigranti si intrecciano e rimangono nella sua orbita, incubi estranei eppur familiari. In si confondono, e dal confronto scaturisce una sorprendente condivisione di valori e Schema di Viaggio si percorrono le terre di nessuno che il Bel percorsi, una nuova disposizione all’ascolto e alla comprensione reciproca. Paese fa finta di non vedere, deserti custoditi da mostri edilizi In inglese con sottotitoli in italiano, lo spettacolo in prima nazionale incuriosisce perché e post-industriali, nuove periferie che tutti attraversiamo senza l’ideatore è stato a lungo uno dei principali interpreti di Meredith Monk e perché il tema più notare, facilmente rimosse da percezione e coscienza. del pregiudizio è ancora da denunciare con tutta la forza dell’arte. Schema di Viaggio. Performance video di Enrico Casagrande Undesirable elements di Ping Chong e Talvin Wilks, con Ping Chong, Angel Gardner, e Daniela Nicolò. Leyla Modirzadeh, Tania Salmen e Tek Tomlinson. Roma. Romaeuropa Festival. Teatro Palladium. piazza Roma. Romaeuropa Festival. Teatro Palladium Università Roma Tre. piazza Bartolomeo Bartolomeo Romano 8. 30 e 31 ottobre. Tel. 800795525 Roman 8. Dal 15 al 17 ottobre, ore 21.00. Info 800 795525. www.romaeuropa.net – www.romaeuropa.net bazar 10 2004 scene di carla romana antolini 17 [email protected]

Phaedra’s love: dolore e desiderio Una tragedia sanguinolenta sulle note dei Massive Attack Come per sfondamento le azioni si avvicinano sempre di più al pubblico ineluttabilmente partecipe al gioco degli attori che palesano l’artificio di relazioni tra i protagonisti, tra sopraffazione e ambiguità. In una scatola bianca Fabrizio Arcuri mette in scena il Phaedra’s love di Sarah Kane, autrice che ci ha lasciato pochi testi che indagano le ineluttabili voragini del dolore e del desiderio. In quest’operazione, dove il testo è rispettato integralmente, colpisce la capacità del regista della romana Accademia degli Artefatti, che si confronta con un testo e con nuovi attori (i Numeriprimi di Parma), di riuscire a rimandare la ricerca espressiva e linguistica del testo inglese con immaginari complessi e ricercati che guardano alla tragedia senechiana come al grand guignol, ma anche alla ben nota necessità di sangue e violenza che appartiene all’oggi. Ippolito, (ben interpretato da Fabrizio Croci, in tutta la fiacca e la non curanza di chi rimane a guardare ciò che gli succede intorno) apre lo spettacolo tra pacchetti di patatine, giochi elettronici, televisione e una masturbazione consumata con noia in un calzino usato. Potentemente fragile è Fedra che mostra da subito il suo insano amore per il figliastro, rivelato dalla luminosità dei sorrisi della brava Simonetta Checchia. In un imponente abito elisabettiano è debole, quasi psicopatica, non smette mai di tormentarsi i capelli arricciandoseli e non si interessa della figlia Strofe se non quando il rapporto diviene la contesa delle attenzioni di Ippolito. Tutti i personaggi sono pronti a dare consigli su come agire e come vivere. Anche il medico (Antonluigi Gozzi) che visita Ippolito più che fare una diagnosi, catturato nel suo ruolo di sapiente da guanti antisettici e borsa professionale, vomita giudizi. Strofe (Francesca Zagaglia come una modella di Vanessa Beecroft) incita la madre a lasciar stare Ippolito, e il prete (lo stesso Gozzi) andando a trovare il giovane già incarcerato per farlo pentire, preferirà assaggiare il suo sesso, sottomettendosi al suo potere più che al peccato contro la religione. E per un rapido sorriso con una leggerezza da fiction si manifestano le tragiche conseguenze dei moralismi di ieri e di oggi. Pareti bianche cadono dall’alto restringendo lo spazio scenico tra musiche dei Massive Attack e Nick Cave, mentre la tragedia si consuma nella morte di tutti i protagonisti. Si impicca Fedra, dopo aver palesato il suo desiderio verso Ippolito in un rapporto orale. E solo qui arriva la prima emozione di Ippolito che annuncia “ce ne volevano di momenti così”. Finisce a ridosso del pubblico la scena in cui la tragedia diviene più sanguinolenta, dove Teseo (Rocco Antonio Bucarello) uccide entrambi i figli e si recide la gola con una lametta che sparge sangue tra le Per scoprire ancora i monumenti di Roma molte bambole, cadute dall’alto, con cui il re attua una Purtroppo solo fino al 2 ottobre per il romano Festival Esplor/Azioni, diretto da Gioia fisicissima battaglia. Costa, sulle Terrazze dei Mercati di Traiano, Iaia Forte darà vita a una delle voci Phaedra’s Love di Sarah Kane. Con Simonetta Checchia, emblematiche di Roma: la scrittrice Elsa Morante. Ogni creazione proposta dal festival Fabrizio Croci, Antonluigi Gozzi, Francesca Zagaglia. Regia è infatti legata a Roma. Ogni appuntamento permette di “esplorare” un luogo con di Fabrizio Arcuri la guida degli attori, all’interno di un evento unico, costruito per la rassegna. Esplor/ Bologna. Cassero. Via Don Minzoni 18. 3 e 4 ottobre. Tel. azioni risponde inoltre a una volontà del teatro contemporaneo: cercare in altri spazi 0516494416 nuovi modi del racconto teatrale. E’ la risposta a un desiderio degli artisti, suggestionati dall’assenza di confini fra loro, l’opera e il pubblico. In questa quinta edizione gli artisti restituiranno vita a personaggi del passato che, in forme diverse, hanno abitato il luogo scelto per la rappresentazione, aprendosi alle parole e all’anima di grandi figure dell’arte e della letteratura. Attraverso schegge della “Storia” Iaia Forte ricostruirà la visione che ella aveva della città eterna. Nelle pagine della Morante, le passeggiate di Ida nel ghetto, veder Roma con gli occhi di un tenente tedesco, o, ancora, ammirare in una folata di vento Piazza del Popolo, Piazza Venezia, Via Veneto, il Gianicolo, Piazza Navona, San Pietro, sono l’occasione per scoprire una seconda città dentro la prima e ammirare con nuovo sguardo le strade, le piazze, le proporzioni e i colori di pietre che richiamano alla loro ombra il mondo intero. Iaia Forte – Elsa Morante Roma. Esplor/azioni. Terrazze dei Mercati di Traiano, via IV Novembre 94. Fino al 2 ottobre. Tel. 0677591443 18 di carla romana antolini scene bazar 10 2004 [email protected] Crown of Creation Il teatro è uno strumento sensibile con cui prendere atto di trasformazioni che avvengono nel tessuto sociale. Succede a Torino fino al 7 ottobre con la rassegna La via del mito - dall’India all’Europa. A dare corpo e voce al mito, a interpretarlo con modalità e discipline differenti, sono tre spettacoli appositamente creati per l’Espace. A ottobre Raphael Bianco , coreografo Tempus et corpus e danzatore di origine indiana, firma le coreografie di Crown of creation (dal 3 al 7 ottobre), spettacolo in prima assoluta che esplora l’idea indiana del corpo come momento finale e assoluto della creazione, intrecciando la danza alle nuove tecnologie video. Crown of creation è la definizione che il filosofo indiano Sree Aurobindo La quotidianità del vivere, il tempo che fugge, la misteriosadà del corpo umano, ovvero corona, inconciliabilità tra la nostra interiorità e lo scandire dei completamento sublime della creazione. A differenza della visione occidentale minuti. E poi il corpo, sublime completamento della giudaico-cristiana, il corpo in India è creazione. Tra danze e nuove tecnologie video. concepito ancora oggi (almeno per gli indù) come veicolo privilegiato per raggiungere il trascendente ed entrare in contatto con l’essenza più segreta dell’universo. E’ da questa dimensione corporea che Bianco affronta il tema della rassegnaLa via del Mito – dall’India all’Europa, evitando di portare in scena folcloristicamente danze indiane e costumi, tanto meno musiche tradizionali, che spesso non si prestano a un lavoro contemporaneo, poiché troppo vincolanti e legate a manifestazioni tradizionali del costume e della religione indù. Bianco lavora, dunque, su corpo, mito e violenza. E se mentre per il corpo e per la violenza il discorso è apparentemente più semplice, poiché sono presenti oggi come nell’antichità, il mito o meglio una meditazione sul mito e la poesia in tutte le sue forme diviene il nucleo più interessante di questo progetto. La via del Mito – dall’India all’Europa. Espace. Via Mantova 38, Torino. Fino al 7 ottobre. Tel. 0112386067

Danza und Tanz Teatro del Campo Il festival Danza und Tanz che mette da cinque anni a confronto la danza italiana e la danza tedesca ad ottobre sarà al Barbarico, nuovo spazio nato da un edilizia postindustriale pensato per il teatro e la danza, dopo aver abitato a Roma il Teatro Vascello e il Furio propone nella stessa serata “Beziehungsweise” per due danzatori e “Ueber die Bewegung” Camillo. Qui il 4 e 5 ottobre il gruppo berlineseBlicke Kinomichi. I un assolo in prima nazionale. Blicke è un gruppo che unisce alla tradizione del Tanztheather l’antica arte del movimento giapponese temi ricorrenti delle loro ultime creazioni affrontano la quotidianità del vivere attraverso un teatro fatto di piccoleTravirovesce storie che con s’intrecciano Memoria Zero nel contesto coreografico. Nello stesso spazio a seguire anche le due compagnie romane che organizzano la rassegna. n circostanze speciali propongono in prima assolutaAppuntamenti in Nero, indagini di musica e danza che si interrogano sui significati della parola stile. I (l’oggi) si formerà uno stile irriconoscibile, somma e negazione di tutti gli altri stili, determinato dalle scelte quasi imposte dal frastagliamento e dalla poliedricità della realtà contemporanea. Sono tre appuntamenti : “O’WATT - Come liberarsi dei fili per diventare elettrici”;Sistemi “ZUPPILIA Dinamici - Come crescere in altezza ignorando l’acustica” ; “VIBRASLAP - Composizione in forma scomposta di quattro danze concrete”. I Altamente Instabili propongono Tonine, dove in quattro diversi paesaggi il corpo rimane il luogo di attraversamento e sconfinamento per popolare di visioni l’immaginario reale. Quattro corpi abitano lo spazio delle proprieSurya.Lab particolari, sostiene ossessioni; gli ambienti corpi soggettiabitati dalla alla danza,mobilità interviene precaria cui li spinge una naturale condizione di spaesamento. La partitura elettronica originale dei Riot sull’aleatorietà strutturale che rimane una scelta, per una coreografia dichiaratamente aperta, esperienza viva. Le immagini in movimento di generation video, raccolgono i corpi, costruiscono l’ambiente della danza ma privano anche il corpo del senso di appartenenza, per abbandonarlo, perso nelle logiche emotive di un ambiente solitario fatto di visioni autonome. Danza und Tanz,Teatro del Campo Barbarico. Via Anicio Paolino, 27 Roma. Dal 4 ottobre al 9 ottobre ore 21,30 Tel. 0697616026 Tempus fugit Dal Festival D’Avignone arriva a Roma con Il Romaeuropa Festival anche Tempus fugit di Sidi Larbi Cherkaoui. Il tempo è, come dimostra il titolo, il tema principale del nuovo lavoro del regista e coreografo marocchino che si è rivelato lo scorso anno al pubblico romano con Foi. Qual è il nostro rapporto con il tempo? Ogni cultura interpreta e concepisce questo dimensione apparentemente universale in modo diverso. Cherkaoui, partendo dalla sua personale esperienza di confine fra due civiltà distanti (è belga ma di origini marocchine), ci racconta come l’esperienza temporale partecipi della nostra concezione del mondo. Dieci danzatori in scena ci rivelano un misterioso orologio a volte dissonante e inconciliabile con una realtà interiore che ci fa apparire estranea e irriducibile. Sidi Larbi Cherkaoui e i danzatori de Les Ballets C. de la B. utilizzano i loro corpi come un nuovo strumento per conoscere il tempo: un tempo che vive sempre diacronicamente, scandito da ripetizioni, misure ed emozioni che definiscono la sua forma e lo trasformano in ricordo di attimi perduti. Tempus Fugit. Ideazione regia e coreografia di Sidi Larbi Cherkaoui. Romaeuropa festival. Teatro Argentina. largo di Torre Argentina 1, Roma. Dal 7 al 10 ottobre. Tel. 800795525 – www.romaeuropa.net bazar 10 2004 scene.salmoni di enrico lo verso 19 [email protected]

Quando si dice grazie Riconoscere un maestro, un amico, una guida, un compagno. E sapergli dire grazie per quanto ci ha regalato.

laCara voglia di ricordare, Eugenia, l’amore per un Maestro, un amico, un compagno è stata la molla di uno spettacolo a Roma, ai Giardini della Filarmonica. Non conoscevo (lo ammetto) teatro pensando di vedere qualcos’altro. Credevo che avreiPino assistito Passalacqua a una serata. Come di favole al solito per sonobambini andato lette a da attori in sostegno del CIAI (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia) che patrocinava la manifestazione. Ma la maggior parte di coloro che erano lì testimoniavano l’amicizia, l’affetto, la riconoscenza a una di quelle, sempre più rare, persone in grado di dare tanto a chi gli sta vicino. Senza fare clamore, strepiti, senza sopraffare, prevaricare. Uno scrittore, regista, insegnante di recitazione. Sono sempre tante e diverse le ragioni che spingono a salire su un palcoscenico. Qualcuno, quella sera, sarà anche salito in cerca della ennesima passerella e occasione di essere notato. Ma sembrato di vedere negli artisti che lo hanno ricordato era l’orgoglio di definirsi allieviquello che mi è di riconoscere un maestro. Credo che la forza più grande quando sei su quelle tavole provenga. Il dall’umiltà.piacere e l’umiltà Alcuni dei suoi allievi di Accademia (Nazionale d’Arte Drammatica) hanno letto una cosa molto bella, scritta da loro, sul senso e il modo di stare in scena. Iniziava con un fortissimo NOI. Affermavano l’importanza del Noi contro l’egemonia dell’ IO. L’importanza di passarsi la palla. Probabilmente da queste idee derivava la loro forza e serenità sulla scena. Lo spettacolo, più che una performance era una piacevole serata tra amici con canzoni, musiche, filmati, danza e ovviamente pezzi recitati da artisti che erano stati vicino a Pino Passalacqua. Abbiamo visto Rubini, Diberti, Di Stasio, Rigillo, Sofia Ricci, e tanti altri. E abbiamo riso con gli aneddoti e l’improbabile romanesco di Gregoretti e con Franca Valeri, che con il suo stile inconfondibile (tra parentesi: è la più citata nelle scuole di recitazione) ha riportato l’attenzione sull’infanzia.

ancoraCaro grazie delle Enrico, tue parole, rendono me e il giornale su cui scriviamo più ricco. Di quello che racconti più di tutti mi tocca il tuo sguardo amoroso sulsentimento della gratitudine importante. Oltre che utile. Mi pare un modo profondo di trattenere. Anche dentro per dime sé la un’esperienza gratitudine è cheun sentimentoci è servita, ci è piaciuta o ci ha giovato, un modo per farla rivivere sempre. Forse è proprio attraverso la gratitudine che si diventa completamente eredi delle cose, padroni e custodi di un qualcosa che poteva esaurirsi e invece si traduce in nuove vicende. Credo anch’io come te che il NOI sia più forte dell’IO. Ma non in un senso morale o gerarchico, piuttosto perché l’unione fa la forza e in squadra si possono compensare tante singolari mancanze. Credo che saper dire “grazie” è prima di tutto un atto di intelligenza e di senso storico: è la capacità di comprendere che mantenere in piedi un archivio di conoscenze ed esperienze ci rende più ricchi e meno soli. E’ un po’ come preferire la generosità al narcisismo. Ha senso!

bazar 10 2004 suoni.recensioni di fabio murru 21 [email protected] Esplorazioni musicali Sono quelle proposte da Bjork, che si mette nuovamente in gioco percorrendo i sentieri impervi della vocalità. Ma anche le esplorazioni di Keith Jarrett sui tasti del suo piano e quelle di alcune star del blues anni ’70, oggi più innovative che mai. Suoni per ogni tempo. Muddy Waters/dvd Messin’ With the Blues BMG Da vedere e ascoltare tutto d’un fiato il dvd che registra uno dei momenti magici della Keith Jarrett musica blues durante il fantastico concerto The Out Of Towners che si tenne nell’ormai lontano 28 giugno Ecm Records del 1974 presso il Montreux Jazz Festival Nell’estate del 2001 al Teatro in Svizzera. Un concerto leggendario per dell’Opera di Monaco si esibisce sul gli amanti del blues, che qui videro esibirsi palcoscenico un trio da leggenda. 20 alcune delle più brillanti stelle del panorama anni di attività insieme e di continua blues di Chicago di quei tempi: Muddy esplorazione musicale nel mondo del Waters, blues man considerato da molti tra jazz, creatività e classicità jazzistica i più influenti del secolo scorso, Buddy Guy, al servizio dell’arte. Lo straordinario straordinario interprete di blues elettrico e trio in questione, composto dal leader incredibile cantante soul nonché vero istrione Keith Jarrett al piano, Gary Peacock del palco, e l’eccezionale interprete blues al basso e Jack DeJohnette alla Junior Wells. Ad arricchire la spettacolarità batteria, decide solo ora di pubblicare dell’evento anche il basso di Bill Wyman, quel concerto di 3 anni fa. Un disco il pianoforte di Pinetop Perkins, la batteria eccellente per una performance di di Dallas Taylor e la chitarra di Terry Taylor. primo piano in cui va segnalata prima Immagini di un’epoca lontana per una di tutto la strepitosa versione diI Love eseguita in assolo al piano da musica senza tempo suonata da alcuni dei You suoi figli più sensibili in un crescendo che Jarrett e poi la vibrante e bellissima emoziona. Una preziosità da custodire con versione blues lunga ben 18 minuti cura. di The Out Of Towners che dà anche il titolo al disco. Il concerto continua alternando pagine di storia del jazz tra l’antico e il moderno e finisce con una straordinaria interpretazione di It’s All In The Game suonata in assolo Fabio Caucino da Jarrett, cosa che non faceva da Immagini da sopra il cielo molto tempo, e che lascia senza fiato R & G Zedde per intensità e dolcezza di suono. Dopo una lunga e brillante carriera di autore Ennesimo capolavoro intimista del e interprete nell’area della scuola piemontese genio di Jarrett e nuova conferma, e ligure di chansonnier e musicista di qualità, se mai ce ne fosse ancora bisogno, gia fondatore dell’interessante gruppo degli dell’alchimia perfetta che regna tra i Animanegra, arriva al grande pubblico la tre artisti. musica di Fabio Caucino con la pubblicazione. Il Caucio, dell’album Immagini Da Sopra il Cielo questo il nome con cui ama farsi chiamare Bjork il cantautore, realizza un album interessante Medulla e melodicamente molto bello che ricorda il Universal Paolo Conte prima maniera cosi come alcune Gemiti, lamenti, dolore, sofferenza, piacere. atmosfere alla Vinicio Capossela. Caucino si L’animo umano scandagliato in lungo e largo. occupa di scrivere sia i testi sia le musiche del Bjork ci offre quanto ha di più intimo, il suo suo disco ottenendo un lavoro piacevole e misurato che trova il suo apice nello splendido midollo e tutto quello che vi è dentro. Da qui, . Splendida fotografia del dal midollo, nasce anche il titolo del quinto brano Disarmante album solista dell’artista islandese, Medulla. suo Piemonte, nebbioso e carico di sentimenti. Difficile parlare di questo nuovo lavoro di Un bel lavoro, che costituisce praticamente Bjork che abbandona quasi completamente il suo disco d’esordio come autore e lascia il pop sperimentale e alieno di Homogenic ben sperare per il futuro della musica italiana e Vespertine, i suoi consueti arrangiamenti d’autore. elettronici, mettendosi in gioco ancora una volta senza compromessi, con un coraggio e una sensibilità senza pari, fuori dalle mode e dal suo passato, donandoci un lavoro ostico e duro. Cori di ispirazione classica, parti vocali in islandese drum machine viventi e la voce protagonista assoluta che invade lo spazio della ritmica e della melodia aprendo nuovi orizzonti, Le conseguenze dell’amore lasciandoci spesso senza fiato, Radiofandango come nel brano capolavoro di Dal bel film di Paolo Sorrentino, che racconta assoluta bellezzaOceania . Una una storia di umana solitudine, segnaliamo una personalità unica, vero patrimonio colonna sonora interessante, intensa e molto Scary World Theory della scena musicale, Bjork variegata che viaggia da di Ornella sceglie con cura anche i suoi di Lali Puna aRossetto e Cioccolata compagni di viaggio: Mike Patton, Vanoni passando per un certo tipo di musica Robert Wyatt e la straordinaria elettronica minimalista tedesca. Un sound a volte Tagaq per portarci con lei in un freddo, quasi asettico, ma che scivola qua e là viaggio destinato a chi sa aprirsi in inaspettate e vibranti melodie di viole e violini, con abbandono totale a nuove che riescono ad emozionare e sorprendere. esperienze musicali. Perfettamente legata al film, la colonna sonora è un bel lavoro di Pasquale Catalano che firma la musica e la orchestra insieme a Giuseppe Sasso. 22 di pietro d,ottavio suoni bazar 10 2004 [email protected]

Dallo show kolossal al festival autoprodotto Mentre a Genova parte il nuovo show di uno degli chansonnier più anticonformisti della storia musicale italiana, da Bologna si snoda un festival autoprodotto da uno dei gruppi di punta della controcultura italiana.

Zero Ricomincio da… Zero. Anzi da 260mila. Tanti sono stati gli spettatori che Renato Fiacchini, in arte Zero, ha chiamato a raccolta in soli 5 concerti negli stadi quest’estate, dal San Siro di Milano al Bentegodi di Verona, dal Franchi a Firenze all’Olimpico (due volte) di Roma. Un successo imponente, iniziato negli anni Settanta e che raramente ha conosciuto battute di arresto. Un concerto che prende spunto dalle ultime canzoni del recente albumCattura , prima fra tutte quell’enorme scrigno fitto di capolavori scolpiti nell’immaginario collettivoA Braccia che Aperte vanno, per da poi riaprire Il carrozzone a Spalle al muro, passando perMadame , Triangolo, No Mamma No anni Renato veste i panni dello chansonnier che con grande gusto, Il Cielorilegge, Mi in vendo chiave… orchestraleDa alcuni le sue pietre miliari, avvolgendo tutti i frammenti sullo scheletro di un recital che “cattura” masse sconfinate di zerofolli. Uno show kolossal, sempre arricchito da schegge di danza e di teatro, ma senza mai perdere il filo del discorso anticonformista di quel Renato Zero che prima esordiva al FolkStudio e che presto iniziò a cantare di fronte alle masse sotto ai tendoni di Zerolandia. E ormai il Re dei sorcini è una vera e propria maschera dello spettacolo, un totem della canzone d’autore che riesce nella rara acrobazia di coniugare musica di qualità e grandissimi numeri. Il nuovo tour, promette di polverizzare nuovamente ogni record, ed è il più lungo in assoluto“Il tra sogno quelli continua” annunciati, che si snoderanno nei palasport di tutta Italia. E allora… tre, due, uno…Zero: il concerto va a incominciare. LE DATE: 16 Genova, Mazdapalace; 18 Milano, Filaforum; 21 Torino, Mazdapalace; 26 Padova, Palasport; 30 Pesaro, Palasport; 2/11 Roma, Palalottomatica; 5/11 Firenze, Palasport; 11/11 Bologna, Palamaguti; 16 Eboli (Sa), Palasele; 19 Caserta, Palamaggiò; 21 Barletta, Paladisfida; 24 Reggio Calabria, Palapentimele; 26 Palermo, Palasport; 28 Acireale (Ct), Palasport. INFO: 0276113055

RADICI NEL CEMENTO 2, Padova, Sottosopra TANIA MARIA 1, 2 Milano, Blue Note JOE ZAWINUL 5, 6, 7, 8, 9, 10 Milano, Blue Note FRANCESCO GUCCINI Zufest 8 Torino, Mazdapalace; 15 Firenze, Dopo i dischi e i concerti autoprodotti, ecco il festival autoprodotto. Si chiama Palasport Zufest, appuntamento biennale organizzato dagli Zu per presentare in tre città italiane i suoni che più li hanno colpiti. I romani Zu, all’attivo 6 dischi e 500 concerti in tutto il mondo in 5 anni di attività, sono uno dei gruppi musicali di FIORELLA MANNOIA punta della “controcultura” italiana, forti anche di collaborazioni di prestigio 16 Padova Palazzetto dello Sport; 18 come quelle con The Ex, Damo Suzuki dei Can, Guy Picciotto dei Fugazi. Firenze, teatro Saschall; 21 Roma, E dopo l’ultimo album “Radiale”, gli Zu stanno lavorando a un nuovo cd Palalottomatica; 23 Bari, teatro Team; composto insieme ai newyorkesi hip hop Dalek. L’idea del Zufest ha preso corpo da un paio di anni, ma solo stavolta la kermesse varca i confini della 28 Torino, teatro Colosseo capitale e sbarca anche a Bologna e Milano. Complici degli Zu in tutte e tre le PROZAC+ occasioni saranno i Lightning Bolt e Mats Gustafsson. I primi sono un autentico 21 Milano, Rolling Stone caso: i Sonic Youth hanno deciso di aprire in incognita (annunciati solo come “special guest”) il loro ultimo tour americano. Una sorta di passaggio del testimone: i Sonic Youth hanno poi spiegato che i Bolt sono adesso quello PATTI SMITH che loro erano negli ‘80, cioè l’ultima frontiera del suono. La giovane band 27 Roma, Auditorium Parco della americana è infatti rumore ed emozione, dance floor fury e sinfonie intricate di Musica lavatrici scricchiolanti, furia dissonante e velocità inaudita. Brian Chippendale (batteria) e Brian Gibson (basso) suonano insieme dal 1995, anche se all’epoca dividevano la scena con altri musicisti. Quello dei Sonic Youth è un filo ANASTACIA conduttore che porta anche a Mats Gustafsson: la più nota band di noise-rock 28 Milano, Forum sta incidendo un intero album di cover del sassofonista europeo. L’artista, tra i più in vista degli ultimi anni nella scena free-jazz, vanta un suono e un attitudine DIANA KRALL punk che lo ha fatto accostare al miglior John Zorn. LE DATE: 8, Bologna (TPO), 9 Roma (Acquario Romano), 10 Milano (Cox 18) 28 Milano, teatro Smeraldo INFO: 3204092413 MAROON5 28 Milano, Alcatraz

IMPERDIBILI bazar 10 2004 suoni di marcello amoruso 23 [email protected] Stile intimista efatica

Roma, avamposto della canzone d’autore emergente. Filippo Gatti, Pinomarino e Riccardo Sinigallia i nuovi rappresentanti di quella scena sensi piuttosto che estetizzare tecnologie, esibire virtuosismi tecnici o inscenare stucchevoli impegnata, cupa e intimista che ha ammiccamenti. Tutti e tre vantano una lunga e faticosa carriera alle spalle, un successo da sempre contraddistinto il migliore sudato, teso all’inesorabile accoglimento di un raffinato pubblico. Filippo Gatti dopo tre cantautorato nazionale cd realizzati con la precedente band, Eletrojoyce, decide di continuare da solo il suo percorso artistico, e nel 2003 celebra l’esordio solista con Tutto sta per cambiare (Sony). Pinomarino, Sarà la bellezza monumentale di Roma e la suadente malinconia che traspira dal raffinato pianista, trascorre i primi anni nel sottosuolo musicale romano, lavorando in Tevere. Sarà il fascino delle luci gialle e il vuoto candore delle sbiadite periferie teatro e per strada, ma anche come riparatore di pianoforti. Giunge finalmente, nel 2001, notturne, fatto è che lo spirito intimistico e passionale che in genere emerge dalla al primo contratto discografico (Nun). Con la stessa etichetta è arrivato al secondo atto figura di un cantautore ha sempre trovato terreno fertile nella città eterna. Qualcuno l’anno scorso, con Non bastano i fiori. Per Riccardo Sinigallia la via al successo non è stata ha cantato i suoi luoghi, la sua storia: grande e piccola. Per altri, le strade della città più semplice. Dopo aver conosciuto Francesco Zampaglione e David Nerattini, nascono sono state una via di passaggio, uno dei tanti possibili transiti in cui riflettere le i “6 suoi ex”, inizio anni Novanta. La prima collaborazione che consacra la sua abilità proprie emozioni. Così è per Filippo Gatti, Pinomarino e Riccardo Sinigallia, che compositiva è quella con Max Gazzè nel disco La Favola di Adamo ed Eva, di cui cura proprio da Roma rilanciano quello stile personalissimo, impegnato e intimista, che è la produzione artistica. Collabora anche con Niccolò Fabi e Frankie Hi nrg, con lui gira sempre stato un marchio indelebile per molti cantautori italiani del passato. Quelli che benpensano e Autodafè. Quindi arriva l’esperienza poco felice con i Tiromancino, Artisti la cui musica nasce prima di tutto dalle parole, dall’opportunità di diffondere sollecitato da Francesco (fratello di Federico Zampagliene) ad aiutare il progetto ormai privo di vitalità. Nasce così La descrizione di un attimo (2001), ma dopo il successo il gruppo si spacca; Riccardo, Laura Arzilli e Francesco decidono di concentrarsi sul disco omonimo che uscirà due anni dopo. Selezioni elettroniche al Roma Purtroppo il loro stile intimo, raccolto, introspettivo e in alcuni casi cupo non è stato Europa festival largamente gradito da emittenti radiotelevisive e grande distribuzione, imperniate sui Per questo mese, il Roma Europa Festival presenterà tre consensi di un pubblico assuefatto dalla costante proliferazione di agende patinate, dove importanti appuntamenti di musica elettronica. Si comincia il l’ottimismo si spreca e il pianto, quando c’è, è solo di facciata. Per una maggiore visibilità si 6, al Palladium, con Thomas Knak alias Opiate, che vanta una consigliano: www.filippogatti.it; www.pinomarino.org; www.riccardordosinigallia.it. precedente collaborazione con Bjork. Bassi avvolgenti e sezioni acustiche, questo il set che il dj di Copenaghen, considerato un pioniere del sound glitch-dub, metterà in scena. Il 16 ottobre, al Brancaleone, serata dedicata alla Kompakt Night, storica etichetta di Colonia che ha avviato le sperimentazioni dell’electromusic. A onorare la causa l’emissario Reinhard Voight, Superpitcher, Il tour europeo della Jon Spencer e le selezioni visuali della Ddg, nota video crew romana. Il 20 Blues Explosion approda il 12 ottobre al ottobre si esibiranno sul palco del blasonato Auditorium Dj Rainbow di Milano Spooky e Pansonic. Paul D. Miller (aka Dj Spooky) è un artista La Jon Spencer Blues Explosion, la band formata insieme al chitarrista concettuale, scrittore e musicista che vive e lavora a New York. Judah Bauer e al batterista Russel Simins, verrà a Milano il 12 ottobre a Per l’occasione presenterà Rebirth of a Nation, remake sonoro del presentare il nuovo album, Damage, uscito il 27 settembre scorso per la capolavoro del cinema muto di D.W. Griffith, Birth of a Nation, Mute Records. Newyorchese, Jon Spencer è una figura controversa e icona contraddittoria e celebrativa dell’America. A seguire i Pan ambigua dell’immaginario blues. Da sempre accusato di aver preso troppo Sonic, il duo finlandese formato nel 1994 da Ilpo Vaisanen e da mostri sacri quali Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Elvis e i Rolling Stones, Mika Vainio. Affermatisi nella scena sperimentale con per spiegare la sua musica ha usato queste parole: “il blues suonato da un un’inconfondibile tocco minimalista, il loro sound è molto legato punk”. Riff blues strampalati, chitarre messe a loop e un’incalzante sezione all’interazione con oggetti e situazioni reali. ritmica si incrociano sul palco in un clangore di grosso impatto. Per info sulle location: www.romaeuropa.net Rainbow, via Cassiodoro 5, Milano. Info: 0248001988

FESTIV AL TOUR 24 di fabrizio gianuario suoni bazar 10 2004 [email protected]

E’ sicuramente una delle formazioni più estreme del concettualismo minimale, che elettronico.da diversi anni Forse si èla reso più nota, e questo grazie soprattutto all’energico attivismo musicaleMika di Vainio protagonista di numerosi e importanti progetti musicali, spesso ai confini dell’installazione sonora. Nati nel 1993 dalla collaborazione, appunto, di Vainio e del finlandese Ilpo Väisänen, i Pan Sonic, che hanno dovuto decurtare il loro nome di una A per via di una lampante omonimia con un noto marchio aziendale (precedentemente si chiamavano Panasonic), sono ora in tour per presentare il loro ultimo epico lavoro discografico.Kesto , il cui termine può essere tradotto con “forza” o “durata”, è un progetto di oltre quatto ore di musica inedita raccolta in quattro cd. Un nuovo capitolo musicale che si prepara a entrare tra gli esperimenti più massimalisti che il gruppo abbia mai realizzato. Come si rende possibile, infatti, coniugare gigantismo e minimalismo? Forse è più semplice di quanto si possa pensare, dal momento che ciò che muove la musica del duo finlandese è la musica stessa. E’ il suono in tutta la sua libertà che prepotentemente si isola e si estende per un tempo infinito. Si frammenta e si ricompone in un gioco combinatorio e aleatorio che, teoricamente, non ha alcun limite strutturale. Non esiste infatti forma musicale o struttura compositiva atta a contenere il concettualismo musicale di stampo minimale. Esistono delle ‘leggi’ di trasformazione, di trasmutazione e di esplorazione di mondi sonori, ma non esistono composizioni o canzoni. Leggi che, se portate fino alle estreme conseguenze, possono condurre appunto ad universi pan-sonici, all’interno dei quali l’attenzione dell’ascoltatore si ritrova imbrigliata in un reticolo musicale senza fine. Universi in cui l’idea di suono e il suono stesso si sovrappongono fino a rendersi indistinguibili l’una dall’altro, e all’interno dei quali il musicista sembra trasformarsi in un ordinatore passivo di ciò che, contestualmente all’intenzionalità creatrice, vive di vita propria. E se ‘tutto’ è suono, ecco allora che il gigantismo diKesto si riduce a niente più che a un piccolo breviario musicale. E da questa prospettiva l’epica può tornare a farsi minimale, confezionandosi in poco più di quattro ore di musica. Nulla in confronto all’universo di frequenze che continuamente si intrecciano a costituire eterni mondi sonori. Le tappe live dei Pan Sonic, in tour in Italia per tutto il mese di ottobre, toccano il 15 Torino, il 16 Catania, il 19 Napoli, il 20 Roma , il 22 Marghera e il 23 Bologna. www.mute.com/mute/news/tour.htm#Psonic L’epico minimalismo dei Pan Sonic Il duo finlandese in tour per presentare Kesto, un progetto la cui corposità (4 cd per 4 ore di musica) esprime al meglio la loro capacità di esplorazione di mondi sonori

Sono diverse le formazioni, ai confini dell’elettronica o in essa pienamente coinvolte, che sono in tour in Italia nel mese di ottobre. Tra queste segnaliamo i To Rococo Rot (prima foto a destra), in concerto il 1 ottobre a Brescia al Free Muzik, il 2 ottobre a Bologna al Covo, il 3 ottobre a Milano ai Magazzini Generali, il 6 ottobre a Roma al Circolo degli Artisti e il 7 ottobre a Torino all’Hiroshima. La formazione berlinese, che si distingue per un’elettronica ordinata e cristallina, con una cifra marcatamente melodica, ha recentemente pubblicato il suo ultimo disco Hotel Morgen (Domino). E’ il quinto lavoro discografico, che segue l’omonimo disco di esordio del 1996 pubblicato con la Kitty Yo, e gli album del ’97 Veiculo, del ‘99 The Amateur View e del 2001 Music is a Hungry Ghost editi dalla City Slang. Tutti dischi piacevoli, che mettono ben in risalto le radici teutoniche del gruppo che, seppur senza sfondare il muro dell’assoluta genialità, ha sempre mantenuto una preziosa dignità musicale, dovuta alla sapiente ricerca di fertili sonorità disegnate spesso su impianti musicali di tipo modulare. Richie Hawtin (seconda foto a destra), anche conosciuto con il suo pseudonimo Platikman, è di scena il 23 al capannone del petrolchimico di Marghera all’interno del Festival Internazionale di Musica Elettronica della Biennale di Venezia (www.labiennale.org/it/musica). Con lui si esibiscono sempre il 23 i Frame – progetto di Davide Mastropaolo e Leandro Sorrentino che sono tra i fondatori di Avatar_41°, un consorzio di arti elettroniche costituito da musicisti, videomakers ed etichette indipendenti – e Mass, al secolo Mario Masullo. Da segnalare infine le date che l’austriaco Christian Fennesz(terza foto a destra) terrà il 12 a Reggio Emilia e il 13 a Milano al Piccolo Teatro Studio.

TOUR DATES

26 di ciro bertini leggere.recensioni bazar 10 2004 [email protected] IMPERDIBILE La stravagante epopea di Augusten

A volte capita. Di avere una madre convinta che un giorno diventerà una poetessa di grido e per padre un matematico “da banale odio alcolizzato la cui aspirazione è abitare vicino a una discarica. Logico, quando la situazione degenera a potenziale duplice omicidio”, venire affidati a uno psichiatra che interpreta la propria professione in maniera non esattamente ortodossa. E’ quanto accade ad Augusten in età prepuberale. In effetti, la casa del Dottor Finch è una specie di comune popolata da pazienti, ex pazienti, familiari, che entrano ed escono a loro piacimento, con l’unica limitazione di una stanza inaccessibile: il Masturbatorium dove il medico-guru, anziché raccogliersi a escogitare sistemi per curare l’anima, espleta una sfrenata attività onanistica. E questa non è certo la più sorprendente delle sue eccentricità: che pensare altrimenti della lettura dei fondi del cesso, quando Finch coinvolge i suoi adepti nell’osservazione dei propri escrementi, ravvisando nella loro forma una rappresentazione della volontà divina? Ah già, perché il dottore è, per sovrappiù, cattolico. Conseguentemente le figlie – Hope e Natalie, compagne di avventure di Augusten – prima di affrontare una qualsiasi decisione interrogano la Bibbia aprendone una pagina a caso, come si trattasse di un oracolo. Poi c’è l’amore, debordante. Un giorno Augusten torna a casa e scorge una testa tra le gambe della madre. Sorpresa: è una donna. Stupore: è la moglie del prete. Del resto, alle prime avvisaglie di desiderio erotico, dopo essersi confessato omosessuale a un ex paziente molto più vecchio di lui, Augusten ne viene praticamente violentato, osservando la sua “prima volta” come se capitasse a qualcun altro. Dev’essere per questo insieme di motivi che ammira le famiglie normali “ci sia sempre una cinepresa dei serial, che il suo sogno da grande è diventare una star televisiva e che immagina che . puntata su ogni mio movimento, pronta a zoomare su un primo piano per catturare l’espressione del mio viso” Cari lettori, se giunti sin qui ipotizzate con fastidio che vi sia stato svelato troppo di questo romanzo letteralmente straordinario, sappiate invece che ci siamo limitati a costruire un medley tra alcuni dei numerosi episodi stravaganti di cui è costellato. Che le famiglie felici si somigliassero tutte, mentre ogni famiglia infelice lo fosse a modo suo, lo sapevamo da un pezzo. Non fosse bastata l’esperienza personale, circa un secolo fa Lev Tolstoj si era fatto carico di spiattellarci questa realtà di fatto sottoforma aforistica. Da questo punto di vista le famiglie di Augusten, sia quella naturale che quella putativa, sembrano approfittarsene. In realtà, la sua è un’epopea, descritta attraverso brevi capitoli dall’andamento omogeneo: quando il dolore emozionale del protagonista raggiunge livelli parossistici, viene annientato con l’arma della distaccata ironia. Per fortuna un’epopea liberatoria. Infatti, la consolante lezione di Augusten, non è tanto che di ogni cosa - anche delle esperienze più traumatiche - si possa sorriderne, quanto che sia possibile adattarsi ad ogni circostanza che la vita ci impone non rinunciando alla propria irredimibile identità. E allora, se capita, è possibile venirne fuori. Correndo con le forbici in –mano Augusten Burroughs (Alet. 318 pp., 17 euro) Colonna sonora: THE STREETSA grand don’t come free

UN AMORE DI ELLEPI

Dedicato agli irriducibili del vinile

“Celo, celo, manca!”. Impossibile non accorgersi di questa chicca: una variopinta miscellanea composta da trecentocinquanta copertine di dischi che vanno dagli anni venti del secolo scorso agli anni duemila. Copertine che raffigurano con le loro immagini non solo la storia della musica e dell’arte grafica, ma anche i mutamenti del costume, del sentire comune, delle forme della comunicazione. La selezione dichiaratamente arbitraria del curatore – Antonio Gaudino - riesce efficacemente a contemperare la necessità di non trascurare i dischi degli artisti più significativi delle varie epoche con quella di rappresentare la gamma più ampia possibile dei modi di espressione di quest’arte, così popular. Sì, perché un tempo la funzione della copertina era quella diacchiappare l’attenzione del potenziale acquirente che vagava tra le pile dei dischi di un negozio: allora poteva capitare d’imbattersi in un’immagine dall’impatto così trascinante da spingere all’acquisto a scatola chiusa. Un tempo in cui non esistevano i videoclip come mezzo di promozione, certo, ma soprattutto in cui il compact disc non aveva ancora soppiantato il vecchio trentatré giri. Si tratta di un problema di dimensioni dell’involucro. Fate la prova: rigiratevi tra le mani un qualsiasi lp per ammirarne l’immagine di copertina e poi subito dopo compiete la stessa operazione con un cd. Volete mettere? Un libro curioso, nostalgico e divertente (si può fare il gioco del “celo, manca” con gli amici), arricchito da note esaustive che aiutano a contestualizzare le immagini. LP COVER – Antonio Gaudino (Electa. 384 pp., 19 euro) Colonna sonora: CAETANO VELOSOA foreign sound bazar 10 2004 leggere.recensioni di ciro bertini 27 [email protected] TALENT SCOUTING OLD FASHION Una casa editrice si trasforma in campo giochi perPulsioni individuali e regole sociali scrittori allenati Chi voglia misurarsi con uno dei più impenetrabili misteri della storia Che un nuovo spettro si aggiri per l’Europa, al gridodella letteratura è servito: si metta comodo, stacchi il cellulare per un di scrittori Liberi e Audaci di tutto il mondo unitevi?paio d’ore e s’immerga nella lettura di questo racconto d’una cinquantina Il loro manifesto lo ha redatto la neonata casa editrice di pagine dell’autore diMoby Dick. Chi è Bartleby? Di lui sappiamo romana Playground. Recita così:“Playground è il campo poco o niente, fin dall’inizio; e le cose non miglioreranno granché giochi, ma soprattutto lo spazio dove i bambini e i ragazzichiuso il libro, quando non potremo fare a meno di elaborare congetture statunitensi imparano a praticare uno sport […] si giocaattorno al significato della sua presenza nel mondo. La mancanza di e si combatte, e soprattutto le squadre si formano e descrizioni si fisiche, oltre a impedirci di attribuirgli una maschera sciolgono con rapidità e secondo logiche impreviste […]seppur immaginaria, non ci permette di individuarne l’età. Allo stesso il fine del gioco è garantire le migliori, nel senso modo di nulla è dato sapere circa il suo passato, prima del suo ingresso in più intense, intelligenti e originali, rappresentazioniscena: da dove provenga, il contesto familiare, quali lavori abbia svolto. di storie, incubi, vite, ossessioni, gusti e disgustiPerciò, nonostante la sua flemma, è come se Bartleby facesse irruzione gay”. Perciò, siamo andati ai bordi del campo e li abbiamonella storia, narrata da un anziano avvocato titolare di uno studio nella osservati giocare. Wall Street del 1850. Assunto in qualità di copista, Bartleby s’immerge Il primo team ad esibirsi è stato Bloody Europe! - immediatamente nel lavoro, dimostrandosi dipendente solerte. L’avvocato sottotitolo Racconti, appunti, cartoline dall’europa gaynon può che esserne soddisfatto. Solo che, del tutto inaspettatamente, – con ventisei giovani giocatori di cui tre stranierialla richiesta di ricontrollare i documenti ricopiati assieme ai (il più noto l’Alan Warner di “Rave girl”). A risultare colleghi, risponde:“Avrei preferenza di -no” nella traduzione di Gianni maggiormente convincenti sono state le prove di più ampioCelati, in originale: “I would prefer not to” – lasciando attoniti gli respiro, piuttosto che le fugaci apparizioni, che, inastanti. Alle pressioni affinché modifichi atteggiamento o chiarisca alcuni casi, sono sembrate comparsate quasi controvoglia.le proprie intenzioni, replica serafico ma determinato come un mulo: Piena di sostanza, anche se tutta giocata con le finte,“Avrei preferenza di no”. L’avvocato, presa in considerazione l’intera l’azione di Elena Stancanelli, di cui è da sottoscriveregamma delle possibili reazioni – dal padronale licenziamento in tronco la frase:“io se potessi insegnare qualcosa, insegnereialla a filantropica comprensione umana – si risolve per passarci sopra, dimenticare le differenze, tutte”. Altrettanto efficaci leconfidando nell’eccezionalità del comportamento dello scrivano. Inutile performance di Mario Desiati e Rossana Campo. Di notevoledire che di lì a poco, sarà tutto un susseguirsi di “Avrei preferenza di intensità evocativa il tour de force di Melania Mazzuccono” daa parte di Bartleby, pronunciati con un’ostinazione via via sempre marcare quell’anima errante di Annemarie Schwarzenbach.più Da irriducibile. Gradualmente, la sua diventa una presenza assurda segnalare, per la carica emotiva, la cartolina speditanell’ambito da dell’ufficio legale - inane, tutto il giorno a fissare un muro Renzo Paris a Dario Bellezza, che nell’allineare i ricordi– quanto inamovibile: non abbandona il suo posto in ufficio nemmeno quando del bel gioco dei tempi che furono fa i conti con l’ariditàl’avvocato vende l’immobile. Una presenza resa scandalosa, per i canoni di quello presente. Insomma: risultato complessivamentedella convivenza civile, non tanto dalle impossibilità comunicative positivo, ma solo grazie alle abili giocate individuali(essendo di l’unica risposta che è possibile ottenere “Avrei preferenza qualcuno dei giocatori fatti scendere in campo. di no”) quanto dal rifiuto di Bartleby, individuo “borderline”, di Con Pazzo di Vincent si viene catapultati in atmosfere accettare una qualsivoglia forma di soccorso da parte del prossimo. molto più maledette. Anzitutto gli anni ’80 e la comparsaInsomma, qualunque interpretazione si sia inclini a dare alla parabola del flagello AIDS (di cui Hervé Guibert è morto a 36di anni questo personaggio – e la somma reticenza di Melville, svariate ne nel ’91). Poi l’amore disperato, vissuto come ossessioneconsente nessuna in particolare autorizzandone, da qui la sua grandezza distruttiva. Che altro non è che quello che l’autore - Bartleby rappresenta l’inconciliabilità tra pulsioni individuali e sente per Vincent, giovane tossico che vagheggia desideriregole sociali. eterosessuali, in perenne fuga da se stesso, dalla vitaBartleby e lo scrivano – Herman Melville (Feltrinelli.112 pp., 5,68 euro) quindi anche dall’amore di Guibert. Il libro si apreColonna con sonora: DIANA KRALL la morte di Vincent, tra il ridicolo e il patetico: in The girl in the other room preda a svariati tipi di eccesso cade dal terzo piano, si rialza rifiutando i soccorsi, decede due giorni dopo per un’emorragia interna. Il dolore di Guibert è inconsolabile, solo che lui scrive e, per giunta, molto bene. NaturaleUNA che PROVOCAZIONE cerchi di liberarsene trasferendolo su carta. Quindi, con una trovata originale, decide di trascrivere a ritrosoPOSITIVA le pagine del diario amoroso. Tra brandelli di amore lirico e rabbia vendicativa, Roland Barthes e Marguerite Duras, trova spazio persino l’estetica del buco reciproco comePensare leggendo forma massima d’unione tra individui (“ancora più intimoL’elemento più provocatorio di questo libro – considerati i tempi e il fatto dell’atto sessuale, di una violenza e di una complicitàche non è stato scritto da un fanatico sostenitore della teoria che questo insensate”). sia il migliore dei mondi possibili – risiede nel titolo Perché ce la faremo. A ricondurci verso una giocosità ironica, a tratti folleIn effetti, ma quella lanciata dall’autore a tutti noi, è una sfida a non s e m p r e b r a m o s a d i v i t a , c i Un p e nchilogrammo s a di esplosivoconsiderarci semplici comparse di una rappresentazione manovrata da poteri e u n v a g o n e d i c o c, a i r n a a c c o l t a d i r a c c o n t i b r e v i d e l r uforti, s s o anche perché, dopo una deriva inarrestabile, la trama prevede – magari trentenne Vadim Kalinin. Tanto per capirci, citando duecon un finale pirotecnico - la distruzione del pianeta su cui viviamo. nomi della recente produzione russa, qui siamo dalle Accettareparti la sfida significa sentirsi sempre meno parte della massa e sempre delle storie surreali di Pelevin e della rappresentazionepiù singoli individui responsabili delle loro scelte. Già, perché la massa o p e r a t a d a B o l m a t d i u n a g i o v e n t ù d i s i l l u s a e s p r e g i uchiede d i c a t a .al mercato “sesso e cazzate” e alla politica “utopie impossibili (più Di suo, Kalinin aggiunge un paio di ingredienti nientesanità e meno tasse, lavorare meno e guadagnare di più)”. La reazione consiste male al filone che pare persino banale fare discenderenel da far crescere questi bisogni: il mercato attraverso la pubblicità, la Gogol’: l’omosessualità e, talvolta, l’ebraismo. Una politicafelice con le false promesse. In questo modo si originano delle “spirali immaginazione, incipit brucianti e rapidità di esecuzione.involutive”. Appare persino ovvio che a spezzare questa catena non possa che essere la gente, una volta resa consapevole che non resta molto tempo: E, miracolo, riusciamo a intravedere qualcosa della “il misteriosa Russia, almeno di quella cittadina, complicipunto di non ritorno è stato individuato nell’anno 2020. Se entro tale data metafore irriverenti (“Noi, in qualche modo siamo tuttinon verranno prese decisioni che regolamentino le attività umane trovando una camerieri […] Sai qual è il vero problema? Noi non capiamosintonia con le esigenze dell’ecosistema, potremmo incorrere in stravolgimenti dove e a chi portiamo i nostri maledetti piatti”) e sprazziambientali non più controllabili”. Marco Roveda ci racconta tutto questo con di lucidissimo realismo (“Nella polizia lavorano personeun linguaggio confidenziale, da natante sulla nostra stessa barca. Se sciorina rozze, incattivite dai salari bassi. Nel paese regna dati il sullo stato di salute dell’ambiente non è per terrorizzarci, ma per caos più completo. Oggi la polizia non ha alternative,spingerci deve a darci una mossa. Non esita nemmeno a rivelarci che lui ci aveva sparare contro tutto ciò che si muove”). provato a realizzarsi attraverso l’accumulo di denaro, ma, imprenditore di Bloody Europe! – Aa. Vv. (Playground.168 pp., 12,50 euro) s u c c e s s o , s i a c c o r s e d i n o n e s s e r e f e l i c e . P e r s o n a p r a t i c a , e v i t a t o n i d a g u r u . Pazzo di Vincent – Hervé Guibert (Playground. 76 pp., 8Certo: afferma che senza valori e ideali, non si può essere felici. Intanto ci euro) ha fornito una dimostrazione pratica: Fattoria Scaldasole, azienda che opera nel settore alimentare, è diventata la prima in Italia nel comparto biologico. Un chilogrammo di esplosivo e un vagone di –cocaina Vadim Kalinin (Playground. 88 pp., 9 euro) E con l’associazione LifeGate diffonde i principi dell’ecosostenibilità e Colonna sonora: THE SMITHSThe Meat Is Murder dell’equosolidarietà. Naturalmente, speriamo di farcela. Perché ce la faremo – Marco Roveda (Ponte alle Grazie. 154 pp., 10 euro) Colonna sonora: CAT STEVENSTea for tillerman 28 di marco begani leggere.fumetti bazar 10 2004 [email protected]

Qualcosa sta cambiando. Il lutto e il dolore che hanno paralizzato il mondo e l’America da tre anni si risvegliano, ma la faccia del nemico non è più soltanto quella del Saraceno barbuto e crudele; secondo alcuni, l’effetto boomerang della politica di guerra degli Stati Uniti si confonde sempre di più con il viso pulito dei suoi attori in giacca, cravatta e bandierina. Mentre Michael Moore scrolla il mondo e l’assopita coscienza americana con il suo Farenheit 9/11, altri protagonisti della comunicazione sondano nel profondo l’identità americana. Art Spiegelman è uno di loro. E non ha bisogno di presentazioni. Insignito del Premio Pulitzer per il suo Maus (pubblicato in Italia La coscienza americana in una strip Art Spiegelman non disegna più da tempo. Preferisce scrivere per il New Yorker. Poi arrivano l’11 settembre e la cricca di Bush. E allora la rabbia esplode tra i tratti di una matita…

da Einaudi), è un narratore così capace e sensibile che ha raccontato l’Olocausto in vignette dalla disarmante semplicità, ha riflettuto sull’identità di un popolo, ha commosso e insegnato (ha cioè lasciato un segno). Ha utilizzato un tratto che ha le radici nella storia del fumetto (Krazy Kat di Harriman, per esempio) e ne ha fatto un simbolo, un percorso scelto anche da Marjane Satrapi per il suo Persepolis (Sperling e Kupfer Editori). Da qualche tempo Spiegelman non disegnava più, aveva abbandonato il territorio che l’aveva reso celebre, e scriveva per il New Yorker. Poi, un giorno, a pochi isolati da casa sua, l’inferno dell’11 settembre.

"Non pensavo che i dirottamenti dell’11 settembre sarebbero stati a loro volta dirottati dalla cricca di Bush, che li ha ridotti a un manifesto di guerra per l’arruolamento… Quando il governo ha messo in moto la sua dispotica modalità da Grande Fratello e ha schiantato l’America contro un’avventura coloniale in Iraq – mentre faceva molto poco per rendere l’America davvero più sicura, a parte confiscare i taglia-unghie negli aeroporti – tutta la rabbia che avevo represso dopo le elezioni del 2000 e la paranoia che avevo a stento soffocato dopo gli attentati, sono tornate a farsi sentire". (Traduzione tratta dalla news on line ICV2.com). Così Spiegelman ha ripreso i pennelli in mano, per creare, strato su strato, l’eccezionale album In the Shadow of No Towers, pubblicato dalla Pantheon Books negli USA in settembre, contemporaneamente a Gran Bretagna, Francia, Spagna, Olanda e Italia. "Non ho mai avuto l’intenzione di fare il fumettista politico" chiarisce l’autore, che applica lo spesso tratto espressionista e le grandi tavole tipiche di inizio novecento (anche allora il cuore dell’Occidente era scosso dai dubbi) alle contraddizioni degli ultimi anni di guerra e menzogne. Il risultato è un racconto che, come in Maus, vede intrecciate in modo indissolubile la storia della collettività e la storia personale: ROMICS Spiegelman sembra così ricordarci che, macinata dalla retorica dei media e nascosta dietro ai bavagli e ai La capitale accoglie la quarta edizione diRomics , dal 7 al 10 ottobre presso la sede della Fiera di Roma in via Cristoforo palloncini della propaganda, si svolge una tragedia di cui Colombo 291. Quest’anno novità succose, oltre alla ricca in realtà siamo gli imbambolati protagonisti. partecipazione di espositori e al nutrito calendario promessi: ART SPIEGELMAN, L’Ombra delle Torri, sotto la direzione artistica di Luca Raffaelli e il sostegno di Fiera Torino, Einaudi 2004 Roma e Castelli Animati prende il via "L’Università del fumetto", seminario accademico con credito formativo riconosciuto dall’Ateneo romano. Frankfurt Book Fair Attraverso la collaborazione del Dipartimento di Sociologia e La Frankfurt Book Fair 2004 apre i battenti il 6 ottobre. Dedicata a Comunicazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione tutto quello che il libro può essere, da volume in carta a supporto e del Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo della digitale, ospita come sempre una sezione fumetti ricchissima intitolata Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università "La Sapienza" ‘Fascination Comics’: 80 espositori provenienti da dodici Paesi del di Roma, verranno imbastite lezioni riguardanti la storia, la Mondo, forum, dibattiti e incontri con gli autori , una ‘Manga Sunday’ tecnica e il linguaggio del fumetto e del cinema d’animazione, tutta dedicata al fumetto giapponese, e una partecipazione italiana affiancate da incontri e interviste con alcuni autori. Tra i nomi d’eccezione: Sandra Federici e Andrea Marchesini della rivista italiana che incontreremo: Alberto Abruzzese, Sergio Brancato, Stefano Africa e Mediterraneo presenteranno 40 storie africane a fumetti intorno Cristante e Gino Frezza. In quest’occasione, biglietto ridotto per al tema ‘(Violazione dei) diritti umani’, e insieme all’autore camerunese gli studenti universitari. Christophe Ngalle Edimo discuteranno del ruolo educativo di un Aspirate a volare in Giappone per l’edizione 2005 dell’Annual medium come il fumetto. Inoltre, premiazione per il ‘Comic of the Year’ World Cosplay Summit? Fatevi avanti, perché la selezione – neanche a dirlo – alla grandissima Marjane Satrapi perPersepolis italiana avviene proprio qui al Romics sotto gli occhi di una giuria Applausi per loro, applausi per una fiera dagli occhi aperti. Fino al. 10 di Nagoya. ottobre. Programma, orari e tutto quello che cercate sull’ottimo sito: Ospite d’onore di quest’anno sarà Vittorio Giardino. http://frankfurt-book-fair.com http://www.romics.it

FIERE FIERE bazar 10 2004 leggere.rileggere di claudio amendola 29 [email protected]

Prode prodiere

Avrei voluto dirvi quanto mi è piaciuto l’ultimo libro che ho letto… quanto mi ha emozionato. Ma stavolta non ci riesco… Prode prodiere. Così mi ha chiamato fino a oggi Eugenia, la mia skipper, il comandante del mio viaggio nelle recensioni di libri per Bazar, e per me era un onore, perché il prodiere in un equipaggio ha un ruolo fondamentale. Ma questo mese il prodiere ha perso il vento, non trova più la rotta, è in balia delle onde e la bussola è rotta. Vi avrei voluto dire quanto mi è piaciuto il libro di Walter Veltroni SENZA PATRICIO, quanto mi ha commosso e quanto mi ha emozionato. Quanto vicino mi ha fatto sentire un paese che non è il mio. Quanto profondamente ha toccato le corde della mia paternità e quanto mi ha fatto risentire figlio ora che un padre non ce lo ho più. Ma sono settimane che guardo lo schermo del computer senza riuscire a scrivere una riga che non sia banale, sciocca, ripetitiva. E allora mi sa cheme so’ giocato la dote, nel senso che quello che potevo fare l’ho fatto e chi s’è visto s’è visto,nu ioriesco più a scrive’ manco la lista per la spesa. Ammaino la vela, mi tolgo la cerata e, a nuoto, ritorno a riva. Buon vento a tutti. Caro Claudio, è un periodo strano, questo. Dev’essere il rientro dalle vacanze, il freddo improvviso, la pioggia e la luce che vertiginosamente diminuisce a farci sentire astienici, esangui. Anche tanti dei miei marinai (ho altri prodi prodieri, non sei l’unico, non sentirti addosso il peso di una responsabilità gigantesca!) sono affaticati e faccio un po’ difficoltà a tenerli su. Ma quel che è davvero peggio è che anche io sono stanca e a volte mi sento un po’ sola nella consapevolezza di non poter smettere mai di reggere e guidare, di essere forte e prestante, proprio in quanto ho accettato il ruolo di capitano di una nave. Ma se tu ti fidi e affidi con così tanto amore a me, confessando la tua debolezza con tanta semplicità, anche io voglio fare lo stesso e restituirti il dono. E provare, anche solo per un attimo, a mostrarmi: invece che usare i muscoli per raddrizzarti e tirarti in piedi, mi distendo accanto a te per riposarci insieme. Posso? E per chi vuole una pausa, c’è ancora posto accanto a noi…

Come comincia… “Un giorno della mia vita, uno qualunque, passando per una strada di Buenos Aires ho visto una scritta su un muro. Vernice colorata su una superficie senz’anima. Quattro parole: «Patricio, te amo. Papa». Non mi era mai capitato, in quasi cinquant’anni, di vedere un graffito dedicato da un padre a un figlio. E ho immaginato storie che possano aver prodotto il gesto di quella scritta. In quella terra malinconica e triste, con l’anima appesa al tempo, tutto sembra epico e grande. Anche un atto così semplice. Diciassette lettere scritte da qualcuno, un giorno, su un muro…” Storie d’amore tra padri e figli, di padri verso i propri figli, in una terra dal tragico passato e dal presente faticoso.

Senza Patricio – di Walter Veltroni. Edizioni Rizzoli 124 pag. € 9,50. IL LIBRO 30 di nancy brilli leggere.brilletture bazar 10 2004 [email protected]

L’odore

E’ un certo odore, un odore che non dimentichi… Una volta che l’hai sentito, dopo lo rivuoi. E lo cerchi…

Ad esempio puoi stare seduta a terra su uno scalino in curva che scende verso una radio nascosta. Righe sottili corrono verso un infinito vicino, porte chiuse a bloccare il suono che esce, il suono che entra. Strizzato il culo in un nero di pelle costosa, freddo finto di aria condizionata, faccia bianca e stanca, rossetto. Siete mai stati dietro le quinte, in un teatro? C’è un odore che non te lo dimentichi, che ti ci affezioni, che lo rivuoi. Ingmar Bergman lo conosce, e ne parla. E parla pure d’amore, e di arrabbiature, e di cinema e di tanto altro, e tutto alto, tutto pieno, tutto interessante. Leggetevi LANTERNA MAGICA. E’ bello.

…e per entrare nell’atmosfera “A dodici anni ebbi l’occasione di accompagnare un musicista che suonava la celesta dietro le quinte nel Sogno di Strindberg... sera dopo sera assistetti, nascosto nella torre del proscenio, al matrimonio tra l’avvocato e la Figlia. Era la prima volta che sperimentavo la magia del teatro. L’Avvocato teneva una forcina per capelli

IL LIBRO tra il pollice e l’indice. La torceva, la raddrizzava e la faceva a pezzi. Non c’era nessuna forcina ma io la vedevo! L’ufficiale stava dietro la porta delle quinte e aspettava di fare il suo ingresso. Se ne stava chino in avanti a guardarsi le scarpe, le mani dietro la schiena, schiarendosi la gola senza fare rumore: una persona normalissima. Poi la porta si apre e lui avanza sulla scena illuminata. Cambia, si trasforma: è l’Ufficiale”. Uno stralcio tratto da Lanterna Magica, di Ingmar Bergman

Lanterna magica, di Ingmar Bergman. Edizione Gli Elefanti Saggi. € 9,30. bazar 10 2004 notte.SUD di marcello amoruso 31 amor uso@bazar web.info

Ritual the club, una tendenza girovaga. Il fetish a portata di locale, filosofia dell’hard- dancing, performance splatter e l’obbligatorio travestimento

In diretta connessione con il Torture Garden di Londra, dj Ritual e Silvia nel ‘99 danno vita a quello che fu il primo evento Ritual the club , l’esordio del fetish a Roma: o forse l’inizio di una forma dichiarata di esserlo. In esso confluiscono il precedente movimento dark/gothic e gli amanti di pratiche sessuali alternative: due scene già visibilmente diffuse a Roma. La scelta musicale è palesemente orientata – dicono gli organizzatori – alla “filosofia dell’hard dancing”, e frastuoni techno-industrial nei momenti clou. Costanti i set di body performance estreme, spesso con rinomati artisti della scena fetish londinese. Ospiti di casa gli Skoid, crew di Torbellamonaca che inscenano set di body art a tinte splatter, con espliciti riferimenti alla sottomissione sessuale del corpo, o meglio, di alcune sue parti. Obbligatorio il dresscode, assoluto il rifiuto di abiti casual. Qui il fetish Fetish fantasy assume una forma originaria, che non circuisce un movente prioritariamente sessuale, piuttosto indugia sull’aspetto erotico che la fantasia riconosce nelle cose. Al Ritual The Club, fetish non deve necessariamente intendersi come calze autoreggenti, collant, scollature, top, latex, leather o quant’altro; fetish è più semplicemente l’ostentazione sessuata o androgina di una qualsiasi fantasia: che sia un fumetto, un anima giapponese, un desiderio infantile poco importa. Il Ritual non è l’espressione di un solo rituale piuttosto la composizione di tanti quanti sono i personaggi interpretati dai frequentatori. Al primo sguardo si è presi da una pulsione sessuale molto forte scatenata da trasparenti nudità e dalla lucida e gommosa perfezione degli indumenti. Un attimo dopo è totale confusione. Difficile distinguere gli uomini dalle donne, i corpi da maschere e travestimenti. Quanto raccontato difficilmente accadrà in un’unica notte, perché, come qualsiasi rituale che si rispetti, tutto avviene senza forzature: si tratta di un copione a braccio che tutti possono recitare rispettandone essenza e ruoli, fuori da forzature. Per info sui prossimi eventi: www.ritualtheclub.com

P o s t R o m a n t i c E m p i r e p o r t a S a s c h a R i n g a R o m a Il Post Romantic Empire ha scelto di partire dal Supper Club per inaugurare la nuova stagione musicale con una serata-evento che porterà nel locale le dita esperte del dj berlinese Apparat (al secolo Sascha Ring), il 13 ottobre. A Giarre l’arte Progetto internazionale attento ai temi e motivi dell’estetica romantica nella produzione artistica contemporanea, PRE non disattende le aspettative e sa di vino per l’occasione chiama Apparat, il quale, con buone probabilità, non avrà Scatta l’ora wine-bar anche a Giarre e nasce mai pensato di poter essere identificato come un post romantico, ma di di vini siciliani da sorseggiare tra note jazz Lee teatro figure in: 130un’atmosfera etichette certo con questo fa i conti visti l’amore e la cura con cui lavora i suoni. Nato scaldata da pietra lavica naturale. Ideato in perfetto stile wine-bar, Le in una piccola città tra le montagne del sud est della Germania, Sascha Ring figure è il nuovissimo locale di Giarre, che nel giro di poco tempo è ha avviato i primi maneggi di dischi all’inizio degli anni Novanta. Da allora diventato punto di riferimento per artisti e frequentatori provenienti ha attraversato diversi stili musicali, dalla gabber alla techno più dura, prima dal vicino capoluogo etneo. La programmazione artistica prevede di passare alle atmosfere visionarie e ingegnose della sound art, dove il innanzitutto concerti jazz di rinomati maestri di Catania e non solo, calcolo matematico e l’estetizzazione dei livelli di processamento del suono ma anche blues, teatro e cabaret. Uno spazio interamente in pietra divengono più importanti delle 7 note: ciò che prevale è il design virtuale lavica e ferro battuto, intercalato da guizzi etnici. In stile liberty, che il suono assume. Se non altro, Sascha Ring ha anche un cuore, e a invece, i salottini in cui è possibile gustare circa 130 etichette di vini quelle forme algoritmiche riesce a intrecciare intense melodie. Apprezzato esclusivamente siciliani. “Senza esagerare troppo con il prezzo”, musicista internazionale, collabora al progetto Moderat con Modeselektor (il assicura Giovanni, il factotum enologo del locale. musicista elettronico preferito dai Radiohead), è producer per Ellen Allien Le Figure, Via Calderai 14 – Giarre (Ct). Info: 3488888111 e per la sua BPitch Control, e con T.Raumschmiere gestisce la Shitkatapult, etichetta di musica elettronica ampiamente acclamata. Per info: http: //www.apparat.net; www.postromantic.com. 13 ottobre, via de’ Nari 14, Roma. Infoline 0668807207 32 di alberto traversi notte.NORD bazar 10 2004 [email protected]

Lo hanno fatto Dolce e Gabbana, Armani, Cavalli... Dopo aver vestito i corpi, ora vestono spazi, divani, poltrone e tavoli, e chi non cena da Armani Nobu non è abbastanza … Armani style. Per irrecuperabili fashion victims! Robert De Niro, Sylvester Stallone, Renée Simonsen, Linda Evangelista, Carol Alt: sembra il cast di un film sulla storia delle passerelle celebri, in realtà è solo, si fa per dire, l’elenco degli invitati a una delle mitiche feste di Gianni Versace. Correva il decennio d’oro, quello degli anni’80. Oggi qualcosa è cambiato. La moda tira un po’meno e la crisi incalza anche nel settore privilegiato del bel vestire. Ma i rapporti tra notte e prêt-à-porter non accennano a diminuire anzi registrano, da parte degli stilisti, un interesse trasversale, quasi parallelo, nel portare avanti insieme al design delle collezioni progetti che includono discoteche, bar e ristoranti (ovviamente alla moda!). I primi sono stati Domenico Dolce e Stefano Gabbana a mettere le mani, ma solo in veste di soci, sul Post Garage, un locale che, grazie a loro, è diventato in breve tempo discoteca di grido. Dal giugno 1998, proprio lì si sono svolti alcuni dei più divertenti post-sfilata della griffe milanese. Oggi, abbandonate le quote e la direzione artistica dello spazio, la coppia siciliana punta molto sul angolo attrezzato all’interno del loro negozio di corso Venezia 15. DentroBar Martini domina, un il nero: da quello patinato delle sedute in pelle a forma di cubo, a quello lucido delle colonne e del bancone, illuminato da un lampadario scenografico che a suo modo ravviva l’ambiente. Il clima è comunque austero, ideale per lunch da piccola cucina e aperitivi pre-serata. A poca distanza, sempre intorno ai confini di una zona nota in tutto il mondo come quadrilatero della moda (un rettangolo i cui lati coincidono con grandi vie dello shopping meneghino, via Montenapoleone, corso Venezia, via della Spiga e via Manzoni) sorge il megastore diArmani , un mall del lusso che comprende negozi di abbigliamento, elettronica, dolci, suppellettili per la casa e fiori, tutti legati in qualche modo al marchio di Re Giorgio. In mezzo a cotanto lusso, non potevano mancare zone dedicate al ristoro e al divertimento notturno. C’è l’Emporio Armani Café american bar con entrata in via Crocerossa, il rinomato ristorante giapponese, elegante Nobu, con entrata in via Pisoni e, sempre in via Pisoni, il nuovissimo Armani 270 metri quadrati ospitano un banco bar, sedute comode e avvolgenti,Armani laPrivé consolle. Qui per il dj e una piccola pista per ballare. Sulle pareti si affacciano oblò circolari, scanditi da bacchettine di legno di ispirazione giapponese, così come di derivazione giapponese è anche il pavimento tipo tatami. Ben lontano dal minimalismo zen che caratterizza l’ambiente Armani, ilJust Cavalli Café, café ispirato al mondo di Roberto Cavalli, da lui aperto qualche mese fa, punta tutto, o quasi, sul camouflage di derivazione animale, un must che ha reso famose nel mondo le collezioni dello stilista. La location è quella conosciuta della Torre Branca, storico edificio milanese alto ben 108 metri, costruito nel 1933 dietro progetto del grande architetto Giò Ponti. Tra cristalli, arredi preziosi e punti luce curatissimi, spiccano frequentazioni eleganti, sexy e un po’osé com’è d’altronde lo stile del suo fondatore. Post Garage via Castello, 5 Legnano. Bar Martini, corso Venezia 15, Milano. Armani Nobu e Armani Privè, via Pisoni 1, Milano. Just Cavalli Café, viale Luigi Camoens, c/o Torre Branca Milano. Lo stilista + cool ? Quello che apre un locale tutto suo! NEW OPENING

Siamo a Paderno Dugnano, a due passi da Milano: è qui che ha da poco aperto il Nausicaa Show Restaurant Music Hall, locale interessante per struttura e programmazione. L’arredamento si allontana dai canoni urbani per trovare il calore di un arredo classico dove, accanto ad affreschi neo romantici, trovano posto complementi in legno e colori della terra: rossi, verdi di bosco, blu, ocra e oro. Il locale è aperto soltanto per il fine settimana, ma è soprattutto la domenica che attira il pubblico più trendy. Merito di Paolo Pignotti e del suo Aperitmico: un happy-hour con dj a base di hip hop, lounge, happy house e r’n’b. Buone nuove arrivano anche dal bergamasco, precisamente da Dalmine dove è da poco sorta La Contrada. L’idea dello staff è quella di ricostruire un antico borgo paesano, ed effettivamente varcata la soglia d’ingresso l’impressione è quella di viaggiare nel tempo e nello spazio: dal ventunesimo al ventesimo secolo, dalle luci dell’autostrada a quelle fioche e morbide di lampioni in ferro battuto. Archi, capitelli, ringhiere lavorate e un immenso trompe- l’oeil raffigurante un borgo medievale fanno il resto. Nausicaa Show Restaurant Music Hall, via Tirano, 14. Paderno Dugnano, Milano La Contrada, via Friuli, 29. Dalmine. Bergamo. bazar 10 2004 notte di andrea lisi 33 [email protected] The No Future, top dj in Emilia Siete tra i mondani very cool a cui piace ballare quella specie di pop omogeneizzato con forti dosi di ritmo e alienato da sogghigni punkettari che imperversa in tutti i club che contano dell’universo? E allora leggete qui! Amate quel miscuglio di Cameo, Talkin Heads, Jazoo, New Order, Gang of Four, , Moroder, Kraftwerk, Section 25, 23 Skidoo, Clash, Suicide, Martha and the Muffins, Cure..., che da un paio d’anni detta legge nel circuito dell’underground più hipe saldando abilmente utile e dilettevole, vestito avanguardistico e appeal commerciale, “senso” e sensibilità, con cari saluti all’idea di un orientamento pionieristico della musica da ballo e però tanta soddisfazione nel sapersi tra gli estimatori cinici e ironici di un revivalismo obbligato, senza via d’uscita?! Bene. Ci sono un paio di appuntamenti notturni nel mese che viene, che vi offriranno anche l’occasione di buttare al mare il discorso trito e ritrito del “fa fico perchè ricorda gli anni ‘80”, per toccare le note ben più desolanti di un precoce ritorno della stagione acid che, compromettendosi con i tempi spuri della battuta grezza e corposa hip popettara, puzza di ancora più precoce neo big beat. Senza la sguaiatezza festaiola di 7 anni fa però, perchè c’è molto meno da stare allegri di questi tempi! Direttamente dalla Gomma Records di Monaco, quasi privé sofisticato della GiGOLo, l’ammiraglia teutonica della Dance di tendenza, il 7 approda al Maffia di Reggio Emilia mister Headman, al secolo lo svizzero Rob Insinna, un album e una manciata di singoli all’attivo tra cui quel “So then” premiato dal Jockey Slut di inizio 2004 come miglior pezzo del mese. Cos’è Jockey Slut?! Ahiahiai!! ‘E la rivista di dance culture che la sa più lunga di tutte le altre su cos’è “attuale” o meno in questo momento. Cito testualmente, per orientarvi sulla piega verosimile che prenderà la serata nel “club dei club OFF” italiani: “’So then’, possiede un giro di basso molto Clash con Jam, qualche synth anni ‘80 e una chitarra rock, il tutto mescolato a formare un motivo dance di classe”. Ma dobbiamo aspettarci una mitragliata di disco-punk alla Dfa/Rapture/Output? Si e no, perchè, sempre secondo l’autorevole bibbia del clubbarolo informato, lo svizzero Headman è fondamentalmente un Party Animal più che un cool manhattan Type, è più warm, feelgood and istant, più disco. Capitoo?

E invece Ivan Smagghe che suonerà il 31 in un luogo di Bologna ancora da definire, chi è? Ma come?! E’ il selezionatore dell’anno già residente al mitico Pulp di Parigi, membro con Arnaud Rebotini del duo alfiere del revival acid Black strobe, che oltre a incidere per labels super come Turbo, Output e Tigersushi, ha remixato tutto il remixabile del “nuovo e figo”. Andatevi a prendere le compilation prodotte nel 2004 Death Disco e Suck my deck, dal titolo emblematico come il nome della sua serata parigina How to kill a dj. Avrete un ritratto completo di un dj che non prende più sul serio la maniera tradizionale di esserlo, (vedi confezionatore di tappeti ritmici per lo sballo di massa) che sente puzza di esaurimento delle possibilità di pura innovazione della dance e evoca la morte della discoteca; che punta su una vorace sensualità per sfuggire all’empasse di una crisi di prospettive. Il suo sound è pieno di riferimenti all’electro pop irrobustiti da divagazioni funky-house. Ma in questa ondata di contaminazioni non c’è traccia del carattere sperimentale delle simili esperienze new wave e post punk anni ‘80, e non tanto per l’insistenza sulla comunicabilità dei pezzi, ma perchè qui si plagia per nostalgia e/o disillusione. La scena alternativa rappresenta il main stream rivestendo i panni degli archetipi della combinazione arty, ovvero i protagonisti del postmodernismo musicale di 25 anni fa, ma senza pretendere la sospensione d’incredulità, dissacrando. Il divertimento è assicurato perchè la scaletta è piena di atmosfere e pose in cui riconoscersi, di già sentito che fa tornare in mente canzoni piaciute tanto nel passato, di una immediatezza condita di eleganza che appaga sia la voglia di essere coinvolto senza tante storie, che il bisogno di sentirsi comunque “avanti”. Il francesino Cut copy ospitato in una delle compilation di Smagghe, si fa molte domande sul futuro nella sua “futures” ma già sa che molto è deciso dal gioco tra l’essere una “copia tagliata” oppure un “copione”, un copy cat. Dilemma epocale!! Per sapere dove metterà i dischi a Bologna Ivan Smagghe consultate www.geocities.com/italy-gig-list. 34 di claudio coccoluto notte.nottetempo bazar 10 2004 [email protected]

Qualche effluvio… al resto pensateci voi

Musica come benzina per muoversi. Musica come alfabeto per comunicare. Musica come chimica per l’ebbrezza. Musica come un abbraccio sulla pelle, una vacanza della mente, un momento di comunione, un atto di seduzione. Questo mese basta così. Basto così.

MUSICA, E BASTA MUSICA, E BASTA 36 di chiara spegni gusti bazar 10 2004 [email protected]

Carne dei poveri, i legumi impazzano, da Oriente ad Occidente. Dall’hummus libanese alla ribollita, dai risi e bisi al tofu, i piatti a base di legumi rappresentano un classico in ogni cucina. La star a livello internazionale è la soia, una trasformista, specie sulle tavole dei vegetariani, mentre fagioli e piselli si sposano con tutto. Legumi !

I ceci di Cicerone Dopo la soia e i fagioli, sono i legumi più coltivati del mondo. Fra i primi alimenti consumati dall’essere umano, erano molto diffusi tra i romani. Basta pensare al celebre poeta Cicerone: il suo nome di famiglia deriva dai “ciceri”, i ceci. Molto amati in India e nei Paesi del Medio Oriente, sono presenti in molte preparazioni di ricette delle cucine regionali italiane, dal Piemonte alla Sicilia. Il purè di ceci, Yin e yang l’hummus, è un piatto tipico libanese, molto amato da vegetariani e non: va bene con tutto, spalmato La soia e una passione vegetariana: il tofu foto www.oltremara.com sul pane o insieme a carne o verdure. Basta passare Conosciuto da almeno 4.000 anni in Oriente, è il legume più impiegato nel mondo. nel mixer i ceci cotti, cumino, aglio, olio, succo di La sua presenza in Cina sarebbe documentata dal 3.000 AC. Tra i suoi derivati: il limone e peperoncino a piacere. Se c’è, aggiungere un latte, che si ottiene dai semi macerati a lungo in acqua, poi frullati e diluiti; il tofu, cucchiaio di tahina, la pasta di semi di sesamo. il formaggio vegetale; la carne; la lecitina; l’olio; la salsa; il temphe, soia bollita e fermentata grazie a un fungo; germogli; pane e pasta. Scoperta dai navigatori olandesi e portoghesi nel XV secolo, la soia riesce a diffondersi solo nel XIX secolo, Fave, un po’ demodé quando aumentano le importazioni dall’Asia e comincia ad essere coltivata inuno Asia Originarie della Persia, queste leguminose erano e Africa. La soia, in cinese ta“ tou”, cioè “fagiolo grande”, veniva considerato molto comuni nella Grecia antica, dove, oltre ad dei 5 cereali sacri, insieme a miglio, frumento, orzo e riso, anche se poi cereale essere impiegate nei riti funebri, avevano una non era. Il tofu invece, una sorta di formaggio vegetale a base di soia, sarebbe funzione particolare: servivano per conferire un voto stato creato da Li An, un monaco vissuto in Cina duemila anni fa esperto di arti Fuori fa freddo. Dentro ci favorevole o negativo nell’elezione dei magistrati alchimistiche. Il tofu arriva in Corea e in Tailandia, non tocca l’India ma arriva in scalda una zuppa… (colore chiaro o scuro della buccia). Utilizzate anche Occidente. Tofu è un termine giapponese che significa “carne senza ossa”. Altre dai romani, sempre per celebrare i morti e nei riti di Il tofu e la cucina vegetariana” di Giuliana Lomazzi, ed.

LA STORIA LA informazioni nel libro “ purificazione in genere venivano mangiate crude con Tecniche Nuove, 7,9 euro. formaggi e salumi. Alimento fondamentale durante il Medioevo e poi nel Rinascimento, cadono in disgrazia con l’arrivo dall’America dei fagioli. I fagioli, famosi latinoamericani Gli Inca li mangiavano ogni giorno, insieme al riso, mentre gli egizi li offrivano”, agli dei. Un proverbio dice che in Messico nemmeno“ i topi mangiano i fagioli crudi I bisi veneziani perché c’è sempre nei paraggi unaolla (una pentola di coccio) con una zuppa di Le prime coltivazioni di piselli risalgono al neolitico fagioli sul fuoco. Alimento basilare nella cucina di Sud America, Spagna e Portogallo, e, da allora, i baccelli verdi sono stati sempre si chiamano frijol negro in spagnolo o feijao in portoghese. In Brasile il piatto utilizzati. Impiegati da greci e romani, riscuotono nazionale è la feijoada, dove i tipici fagioli neri sono immersi in uno stufato di grande successo alla corte del re Sole, in Francia. carne, che si gusta spesso nel weekend. A Cuba invece il piattoMoros y Cristianos, L’antico piatto di risi e bisi (risotto con piselli) è il piatto di capodanno, a base di riso e fagioli. I tipi di fagioli che conosciamo oggi della Serenissima Repubblica di Venezia veniva arrivano in Europa solo con la scoperta dell’America, e si rivelano un’ottima fonte di tradizionalmente offerto ogni anno al Doge il 25 proteine per le popolazioni denutrite a causa di carestie e pestilenze nel XVI secolo. aprile nella ricorrenza del patrono S. Marco: per 4 persone 250 gr di piselli teneri e dolci, 250 gr di riso vialone nano, 60 gr di burro, 50 gr di pancetta, Una Befana d’altri tempi 1 cipolla, prezzemolo, sale, pepe e parmigiano; Un’antica usanza marchigiana è quella di preparare la Torta del giorno della Befana: un dolce con frutta secca e candita, cannella e rum, dove nell’impasto si nasconde soffriggere cipolla e pancetta con mezza dose di il re o la regina della giornata. La burro, aggiungere i piselli e poi il riso, mescolando e un grande fagiolo secco. Chi lo troverà sarà aggiungendo ogni tanto un po’ di brodo. A fine cottura Befana delle origini, nel mondo contadino di una volta, lasciava caramelle d’orzo, cospargere il risotto con il trito di prezzemolo, castagne bollite e nocciole e ai bambini cattivi cipolle e carbone vero. Lei in cambio pasta e fagioli o una zuppa di fave sul tavolo di casa. Con del spegnere il fuoco e lasciar mantecare qualche minuto riceveva un piatto di con sale, pepe, l’altra metà del burro e parmigiano. vino rosso naturalmente. bazar 10 2004 gusti di chiara spegni 37 [email protected] Qualche guida in inglese Le lenticchie Vegetariani e non, in Usa è più facile trovare guide specializzate in particolari ingredienti. Su www.amazon.com abbondano titoli anche sui legumi. Un must in materia è “The Bean Bible: a Legumaniac’s portafortuna guide to Lentils, Peas, and every edible bean on the planet!” di Aliza Green, a 13,27 $; per mangiare fagioli a colazione, pranzo e cena Tracce di lenticchie sono state rinvenute in alcune tombe risalenti “The Bean Gourmet presents: The little Bean Cookbook” di Tom al periodo neolitico in Siria e Turchia. La parola lenticchia deriva dal Chasuk, per 12,95 $; “Lean bean cuisine: over 100 tasty meatless latino lens, termine che ha poi identificato anche le lenti ottiche, del recipes from around the world” di Jay Solomon, 1,50$; per 6,64$ c’è tutto simili nella forma alla leguminosa. Regine nella cucina indiana, anche “The Bean book”, in un virtuale viaggio nelle cucine del globo, dove non manca mai la zuppa di dal (lenticchia), sono diffuse in di Roy F. Guste padre e figlio;studiato per i principianti in cucina grande varietà, intere e spezzate, verdi, gialle, marroni e arancioni. “Romancing the Bean: essentials for creating vegetarian bean dishes”, Sono famose anche nella Bibbia: per un piatto di lenticchie Esaù vende per 5,78 $; poi “Beans, Lentils and Tofu Gourmet” di Rose Robert, la primogenitura al fratello Giacobbe. Spesso preferite ad altri legumi 13,27$; “More easy beans” di Trish Ross e Jacquie Trafford, 6,34 $; per le piccole dimensioni, a parità di peso sono in numero maggiore, “Boutique Bean Pot: exciting bean varieties in superb new recipes” di e mangiare lenticchie nel primo giorno dell’anno dovrebbe far Kathleen Mayes e Sandra Gottfried promette ricette creative. guadagnare lo stesso numero di monete d’oro. Curiosità varie Un piatto contadino I lupini, consumati in genere durante le carestie, sono oggi considerati in Italia e Grecia come uno snack, mentre impazzano in Bolivia e Perù. In Africa e Asia a volte sono utilizzati per fare un surrogato del La ribollita è una preparazione tipica toscana, ottenuta ripassando caffè. Le arachidi, originarie dell’America Latina, vengono chiamate in forno una zuppa di verdura, indimenticabile quando gli ingredienti noccioline americane e dopo i piselli sono i semi più ricchi di arrivano direttamente dall’orto di casa. Ottima come piatto jolly proteine. Abbinate a pasta, pollo e insalate, sono spesso utilizzate invernale per i vegetariani, senza sale è indicata per chi ha nella cucina creativa; l’olio è impiegato per le fritture, mentre il burro problemi di pressione alta. La zuppa più usata è quella di fagioli di noccioline è la nutella dei bambini americani. cannellini e cavolo nero, ma si può fare con qualsiasi minestra di verdura. Ingredienti: 400 gr di cannellini secchi, verza e cavolo nero 400 gr, due coste di sedano, due carote, due cipolle, 400 gr pomodori, un porro, uno spicchio d’aglio, timo, un bicchiere di olio di oliva, pane raffermo a fette 400 gr, sale e pepe. Ammollare i fagioli cannellini per 12 ore in acqua fredda; una volta scolati aggiungere il timo e l’aglio con la buccia e far bollire il tutto a fuoco lento per due ore, salando i Yin e yang fagioli poco prima della fine della cottura; tagliare a rondelle sedano, Basta aprire un manuale come “Macrobiotica. Ricette classiche”, carote e parte bianca del porro, a strisce le foglie di verza e di cavolo ed. Demetra, 5,16 euro, per scoprire alcune qualità dei cibi. Ci sono nero, a filetti i pomodori; passate al passaverdura 3⁄4 dei fagioli e quelli yin, che contengono più potassio, hanno un sapore acido, aggiungerli al brodo di cottura; rosolare la cipolla con 3⁄4 di olio e amaro, molto dolce o aromatico e un alto grado di acidità. Quelli cuocere con la verdura per dieci minuti a fuoco lento, poi aggiungere yang contengono più sodio, hanno un sapore salato e un alto grado di pomodoro, verza, cavolo, timo, sale, pepe e infine il passato di alcalinità. Le lenticchie sono cibi yang, mentre i piselli sono cibi ying. fagioli con il brodo; cuocere altri 60 minuti, poi versare i fagioli interi Nelle stagioni calde è meglio privilegiare i cibi yin, in quelle fredde i lasciandoli amalgamare dieci minuti; distribuire a strati la zuppa cibi yang. e le fette di pane insaporite con olio, pepe e cipolla in una teglia; infornare in un tegame di terracotta per 30 minuti a 170° e lasciare riposare per dieci minuti prima di servire.

Fuori fa freddo. Dentro ci scalda una zuppa… Legumi a volontà, da gustare anche con gli occhi, nel volume Riso basmati con lenticchie rosse decorticate, servito con “Zuppe”, salate e dolci, di Roland Durand, con le fotografie di Sophie peperoni al curry o melanzane allo yogurt, oppure un orzotto Tramier, Fabbri ed., 26 euro; supereconomiche le guide di Anne al posto del solito risotto; poi ceci agli odori, saltati con aglio Wilson “Zuppe da tutto il mondo” e “Zuppe rapide”, ed. Gribaudo a e aromi; cannellini all’uccelletta, con pomodoro e salvia; 1,60 euro; nella collana “i manuali della buona tavola” ed. Hobby & crocchette di fagioli o lenticchie (non fritte ma al forno); zuppa Work “Le minestre”, a 7.90 euro; stesso titolo per un altro ricettario di fave e cicoria; spezzato di piselli e carciofi; minestre di ceci ed. Vallardi, di Orietta Sala, a 9,30 euro; nella collana “cucinare e farro. Nel circolo Arci, nel centro di Padova, il ristorante oggi” ed. De Vecchi, c’è il manuale su “Le minestre e le zuppe”, a vegetariano Luna nuova cambia spesso il menu, è a buon mercato 6,50 euro; promette bene “Ricette mondiali di zuppe e minestre” di e per questo è molto frequentato da universitari, sposando la Rosario Buonassisi per Mondadori, 20 euro; più specifico“I legumi” buona cucina a prodotti genuini, per il 90% biologici. Claudio della biblioteca culinaria, per conoscerli, prepararli e cucinarli con Friscione e Franco Levorato ai fornelli offrono al cliente la le ricette dei grandi cuochi, a 28,50 euro; un classico è “500 ricette possibilità di scegliere diverse combinazioni di piatti, conditi di legumi” di Alba Allotta, per un’alimentazione sana e naturale, ed. solo con olio extravergine e mai fritti: due pietanze a 7,90 euro; Newton & Compton a 11,50 euro. Avviso ai viaggiatori: una buona tre pietanze a 8,80 euro; cinque pietanze a 9,90 euro, escluso corba (zuppa) in Turchia d’inverno è d’obbligo. A Instanbul un locale antipasto (2,50 euro), coperto (1,30 euro) e bevande. Sono tante da provare anche in inverno, proprio per la zuppa del giorno, è il le ricette che valgono l’assaggio, come i tortini di miglio con Sarimsak, in Haviar Sok. 38/1, a Cihangir; tel. (0212) 2937656, aperto verdure di stagione saltate a parte con formaggio grattugiato, dalle 10 alle 23.30, la domenica chiuso. cous cous con ceci e vari sughi o ragoût vegetali. C’è sempre la pasta e la pizza, con farine integrali. Per entrare basta essere

socio Arci: la tessera annuale costa 10 euro. Luna nuova è aperto L’ANGOLO a pranzo dalle 12.30 alle 14 e a cena dalle 19.30 alle 24, ma la cucina chiude alle 22. è vicino al Duomo, in via San Gregorio Barbarigo 12; Tel. 0498758907; chiuso domenica e lunedì. 38 di chiara tacconi gusti bazar 10 2004 [email protected]

Terme Località Madonna Assunta, Pigna (Imperia). Tel. 0184 241046 Chiuso il mercoledì Spesa media 30 euro I fagioli di Pigna, insieme a quelli di Badalucco e di Conio, sono una felice riscoperta ligure: crescono nei terrazzamenti, sui terreni più in alto, e si può quindi immaginare quanto siano rari. Nel ristorante annesso all’albergo che accoglie gli ospiti dello stabilimento termale, il menu (variabile a seconda della stagione) offre questi piccoli capolavori della natura. Capra con fagioli bianchi di Pigna è uno dei piatti forti del locale, insieme a tagliolini, ravioli di magro, coniglio alla ligure, stoccafisso accomodato e, per concludere, dolci della casa. Il canto del maggio Località Penna Alta 30 d, Terranuova Bracciolini (Arezzo). Tel. 055 9705147 Chiuso il lunedì e il martedì Spesa media 34 euro Il fagiolo zolfino (così chiamato per il colore giallo come lo zolfo) è diventato un po’ il simbolo dei legumi rari e buonissimi e la sua fama non è esagerata. La sua zona di produzione è il Pratomagno, sulle colline aretine, ed è qui, a Terranova Bracciolini, che merita andare a cercarli. Il canto del Maggio è un delizioso ristorante nell’antico borgo di Penna Alta, dove i prodotti tipici vengono trasformati in golose proposte gastronomiche. Un piatto di fagioli zolfini conditi con un filo d’olio di queste terre è davvero un’esperienza da provare, magari insieme ai moscardini al Chianti; dal menu segnaliamo anche pappardelle, cinghiale e lepre quando è stagione di caccia, e il peposo alla fornacina, senza dimenticare i dolci fatti in casa. Da Pompeo Vico al Piano 14, Foggia. Tel. 0881 724640 Chiuso la domenica Spesa media 28 euro Nelle campagne foggiane si coltiva un legume tenero e saporito, che non ha bisogno né di concime né di trattamenti. La fava di Carpino, ad esempio, una delle varietà più apprezzate della Sapore semplice regione, viene cucinata con le erbe o gustata come semplice contorno, abbinata magari a vini rosati del luogo. Anche in e raro pieno centro storico, in questo ristorante accogliente e molto Stavano per sparire. Finché frequentato, è possibile gustare le prelibatezze della campagna come il mitico legume di Carpino. Cicorie con purè di fave e contadini, gourmet e ristoratori minestra di fave sono due dei piatti che più ne esaltano il sapore, non li hanno salvati. Ecco dove ma sarebbe un peccato non assaggiare anche l’agnello al forno con assaggiare alcuni dei legumi più patate e funghi o i piatti di mare. Il tutto innaffiato da vini della rari (e più buoni). regione.

CIN Design Square Via Sottoriva 15, Verona. Tel 045597120,

Q prenotazione cena 335 8130293 Tradizionale Sempre aperto, solo al sera Tipo di cucina fusion Perbacco Etnico UE SCHEDE Specialità del locale gamberoni lardellati Via Montechiaro 26, Villa San Secondo (Asti). su crema di lenticchie Tel. 0141905525 La Maison Espana Spesa media 30 euro vino incluso Chiuso il mercoledì e giovedì Via Montegani 68, Milano. Tel. 0289540234 Dolci da fornitori di fiducia Tipo di cucina regionale Chiuso lunedì e martedì, aperto solo la sera Vino consigliato degustazione champagne Specialità del locale girello di vitello al sale Tipo di cucina spagnola al bicchiere con macedonia di verdure Specialità del locale paella Piatti dietetici insalate per vegetariani Spesa media 30 euro Spesa media 32 euro Particolarità mercoledì sera massaggi Dolci della casa Dolci della casa shatsu Vino consigliato del Monferrato Vino consigliato dalla carta Numero coperti 70 Piatti dietetici no Piatti dietetici vegetariani Carte di credito Mastercard, Visa Particolarità angolo enoteca con vendita Particolarità spettacoli di flamencos e sevillana Musica venerdì sera DJ (elettronica, house), Numero coperti 35 Numero coperti 200 domenica sera live jazz Carte di credito tutte Carte di credito tutte Gentilezza personale ottima Musica no Musica dal vivo e dj set Sale fumatori no Gentilezza personale ottima Gentilezza personale buona Servizi per disabili no Sale fumatori no Sale fumatori no Illuminazione soffusa Servizi per disabili sì Servizi per disabili sì Illuminazione diffusa Illuminazione soffusa bazar 10 2004 gusti di chiara tacconi 39 [email protected]

Il canto del maggio Località Penna Alta 30 d, Terranuova Bracciolini (Arezzo). Tel. 055 9705147 Chiuso il lunedì e il martedì Spesa media 34 euro Il fagiolo zolfino (così chiamato per il colore giallo come lo zolfo) è diventato un po’ il simbolo dei legumi rari e buonissimi e la sua fama non è esagerata. La sua zona di produzione è il Pratomagno, sulle colline aretine, ed è qui, a Terranova Bracciolini, che merita andare a cercarli. Il canto del Maggio è un delizioso ristorante nell’antico borgo di Penna Alta, dove i prodotti tipici vengono trasformati in golose proposte gastronomiche. Un piatto di fagioli zolfini conditi con un filo d’olio di queste terre è davvero un’esperienza da provare, magari insieme ai moscardini al Chianti; dal menu segnaliamo anche pappardelle, cinghiale e lepre quando è stagione di caccia, e il peposo alla fornacina, senza dimenticare i dolci fatti in casa.

Italiani all’estero Un concentrato di stile italiano? Provate a Londra, a Notting Hill, all’angolo fra Westbourne Grove Un brindisi “critico” nei centri sociali e Portobello Road. Entrate nel Fra le tante fiere e mostre che hanno per protagonista il vino, questa si Negozio Classica e vi sentirete distingue per l’originalità dell’idea: riunire piccoli produttori e parlare di in un’ambasciata italiana del temi “scabrosi” come il prezzo sorgente o i consumi. Si chiama gusto. La ristorazione italiana Terra e all’estero troppo spesso è nelle Libertà/Critical Wine - Fiera dei particolari e nasce dalla filosofia di Luigi Veronelli, mostro sacro dell’enogastronomia, che oltre a recensire i migliori mani di improvvisatori che vini e ristoranti d’Italia nelle guide che portano il suo nome non si stanca propinano improbabili spaghetti mai di ripensare al modo di fare cultura attraverso la tavola. Per ogni alla bolognese e pizza senza un dettaglio vi rimandiamo alla pagina Fenomeni di questo numero. filo di mozzarella. O, all’estremo, è relegata in ristoranti carissimi e inaccessibili legati alla fortuna di uno chef. Allora ecco l’idea nuova: aprire un “negozio” dove tutto, dal design al caffè, rappresenta il meglio dello stile italiano. Classica, azienda nata da una costola della prestigiosa casa vinicola Avignonesi, distribuisce vini, prodotti tipici e artigianato di eccellente qualità. E ha pensato di creare uno spazio suggestivo dove acquistare prodotti e bottiglie, ma anche assaggiare vino al bicchiere, magari nell’area lounge arredata Eat & go Enoteca con poltrone e luci basse, TENDENZE Boccondivino gustando creazioni gastronomiche La Caneva al ristorante Canaletto tutte italiane inventate dallo Piazza del Garigliano 3, Città di Castello Castello 5490, Venezia. Tel. 0415212661 (Perugia). Tel. 0758523152 chef Lucio Pompili. Questo di Sempre aperto (ristorante aperto a pranzo e Londra è solo il primo Negozio Chiuso lunedì e martedì cena, enoteca solo a cena) Tipo di cucina taverna – wine bar Tipo di cucina tradizionale, con ottimi piatti di Classica, presto sarà riproposto Specialità del locale tagliere di salumi umbri e pesce anche in altre città del mondo, toscani Specialità del locale “squaquaciò” di mare in con lo stesso stile fortemente Spesa media 25 euro cocotte con polenta filante improntato agli anni Cinquanta, lo Dolci fatti in casa Spesa media 70 euro stesso menu e la stessa cura per Vino consigliato soprattutto umbri Dolci fatti in casa l’ospite. http://www.classica.it/ Piatti dietetici no Vino ottima cantina londra/neg-lon.htm. Particolarità bruschette e spuntini fino a tardi Piatti dietetici no Numero coperti 120 Particolarità di fronte alla casa del pittore Carte di credito tutte Canaletto Musica sì Numero coperti 100 Gentilezza personale buona Carte di credito tutte Sale fumatori no Musica no Servizi per disabili sì Gentilezza personale ottima Illuminazione soffusa Sale fumatori sì Servizi per disabili no Illuminazione soffusa 40 di eva buiatti gusti.mangia come leggi bazar 10 2004 [email protected]

Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni diverse Un caldo gallego sotto la pioggia in autunno “Aveva bisogno di sapori profondi, lontani, come un latte materno recuperato dalla memoria del palato, e si cucinò un caldo gallego, troppo abbondante, troppo sostanzioso, e dopo aver tolto la pentola dal fuoco rimase a contemplarla come un vaso chiuso di Pandora dal quale non poteva uscire che malinconia” . M. Vasquez Montalban, Il fratellino, Universale Economica Feltrinelli, Marzo 2001.

Mettete a bagno la sera prima 300 gr. di fagioli cannellini e procuratevi un quarto di cavolo verza, due costole di maiale da rosticciana, 200 gr. di manzo da lesso, una salsiccia ben pepata, un etto di pancetta, una cipolla, un chilo scarso di patate. In una pentola alta da brodo fate un soffritto di cipolla a cui aggiungerete, quando la cipolla sarà ben cotta e trasparente, la pancetta a dadini e la salsiccia spellata e disfatta, che lascerete indorare. Aggiungete adesso acqua abbondante (circa 2 litri), un po’ di sale grosso (attenti: salsiccia e pancetta sono salate), la rosticciana, il manzo e i fagioli. Coprite fino a che non prende il bollore. Intanto tagliate a striscioline il cavolo verza e a tocchi non troppo piccoli le patate sbucciate, e aggiungete il tutto alla zuppa. Aggiustate di sale e lasciate bollire a fuoco basso, levando ogni tanto la schiuma con la schiumarola, fino a che i fagioli insieme a tutto il resto saranno ben cotti, meglio di più che di meno (ci vorrà un’ora e mezzo). Scolate con la schiumarola una parte dei fagioli e delle patate e passateli con un po’ del brodo nel frullatore. Aggiungete di nuovo il frullato alla zuppa e prima di servire spolverate di pepe nero fresco e di prezzemolo tritato. Servite ben caldo in piatti da minestra o in ciotole di coccio.

E’ un piatto tosto da autunno umido e da freddo nelle ossa, adatto a tutti quelli che lavorano all’aperto: operai edili, archeologi medievalisti (che scavano a volte in posti freddissimi), mannequins che d’autunno presentano la collezione di primavera, tassisti con il riscaldamento rotto, ragazze impegnate a ridipingere da sole il proprio appartamento con vernici a calce fredde e bagnate, giornalai senza stufetta, bambini rom con la fisarmonica da suonare seduti su un gradino, senegalesi lontani da casa e che hanno rinunciato alle usanze mussulmane. Serve a scacciare quel primo pizzicore alla gola e quel piccolo freddo dell’anima che parte dallo stomaco quando le giornate diventano corte e ci capita, tornando a casa, di inciampare con i piedi bagnati sul primo gradino perché già la luce del giorno non c’è più. Se riuscirete a raccogliere un gruppetto di queste persone infreddolite, anche semplicemente spargendo la voce, potete offrire loro il caldo gallego insieme a crostini di pane fritto e un bel piatto di formaggi, da mangiare partendo dal più dolce e finendo con il gorgonzola. Vino rosso corposo, mi raccomando. Se il caldo vi avanza potrete benissimo mangiarvelo il giorno dopo nel velo dei ricordi, con la coscienza tranquilla per avere compiuto un’opera di bene. Soprattutto, non buttatelo nella tazza del gabinetto come Montalban fa fare al suo personaggio Carvalho.

Agile libretto della serie Carvalho, cara a tutti gli estimatori di Montalban. Costretto dalle poche pagine e dalla tipologia del racconto breve, qui il nostro Manuel è un po’ più essenziale del solito: nel bene e nel male, perché il suo barocchismo estasia alcuni e sazia altri fino all’indigestione. Per i pochi che ancora non conoscono l’autore, questo libretto è un buon modo di decidere se il suo tono dolce- piccante, il suo cinismo etico, il suo sbattere in faccia a ogni rigo l’ironia catalana come un patrimonio genetico ci si confanno, e ne vogliamo sapere di più. Per chi ama il buon cibo, è una finestra aperta su mondi culinari sconfinati, sconosciuti e a volte impossibili descritti, o meglio evocati, da un passionale ghiottone. Se siete a dieta (del corpo o della mente), è meglio che non leggiate Montalban.

Se c’ è un libro che vi piace, con un personaggio che mangia con gusto, e vi siete sempre domandati che sapore avrebbe il suo piatto, scrivete a: [email protected] Troverete la ricetta sul prossimo numero di Bazar!

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42 di lorella scacco arti bazar 10 2004 [email protected] Arte a quattro mani Artisti che si dividono la superficie cartacea su cui Spread in Prato E’ alla sua terza edizione la manifestazione SPREAD dipingere, altri che si concentrano sui prodotti da IN PRATO che presenta una selezione di opere supermercato. E poi c’è chi lavora sulla frequenza difotografiche e una sezione di film d’artista esposti in luoghi non convenzionali, come fabbriche, uffici, un’onda sonora. Arte come esplorazione. negozi e cinema della città toscana. Questo percorso espositivo si incentra sul tema del corpo, visto in senso fisico e materico ma anche sociale e culturale, e si attua specialmente attraverso il mezzo fotografico. Tra gli italiani, segnaliamo i dettagli fotografici di Italo Zuffi; i ritratti di bagnanti su una spiaggia affollata di Sissi e le masse di individui che emigrano di Armin Linke. Gli altri artisti invitati sono: Takuma Nakahira, Carmelo Nicosia, Philip-Lorca di Corcia, Isaac Julien, Tomoko Yoneda, Rosa Rossa, Adi Nes, Gil Marco Shani, Rona Yefman, Michal Chelbin, Yumita Hiro, Michelangelo Consani, Donatella Di Cicco. Un gruppo di autori internazionali è stato scelto per film di forte impatto visivo, come gli olandesi Jeroen De Rijke e Willem De Rooij, il canadese Mark Lewis, i cinesi Yang Fu Dong e Zhang Peili. La manifestazione propone quest’anno anche un altro mezzo comunicativo: la cartolina, ideata e realizzata rispettivamente dal Gruppo A12, da Connie Dekker e Luca Malgari. Il curatore del progetto è Pier Luigi Tazzi. Spread In Prato, varie sedi, info: tel. 3474536136 e-mail [email protected]. Dal 16 ottobre al 25 novembre.

Olafur Eliasson e il consumo contestato Sol Le Witt – Mimmo Si tratta di un progetto speciale site-specific quello che Paladino Olafur Eliasson ha ideato per il Palazzo delle Papesse. La mostra nasce dall’incontro dei due Dopo la straordinaria installazione alla Tate Modern di maestri avvenuto a Roma nel 2002. La loro Londra (The Weather Project, visitata da più di un milione collaborazione ha dato vita a una serie di 24 di spettatori), l’artista danese torna a lavorare sul tema opere su carta realizzate a quattro mani. Ogni della luce con un’opera inedita che utilizza le proiezioni artista è intervenuto solo su una metà della di luce emesse da sette vetri specchianti e rotanti. Il museo superficie cartacea, la quale è stata poi ultimata senese inaugura e ospita contemporaneamente anche dall’altro autore. Si è trattato di una sorta di la mostra Ipermercati dell’arte. Il consumo contestato, sfida per i due artisti che lavorano in maniera a cura di Omar Calabrese, che riunisce i risultati di diametralmente opposta ma che ha dato vita ad quella produzione artistica influenzata dagli oggetti del una serie di opere davvero originali e uniche. supermercato e dal loro packaging. Il percorso espositivo Il rigore delle forme geometriche del pittore inizia dalle più storiche rappresentazioni pop e iperrealiste americano si è infatti accostato alla liricità per approdare alle più recenti esperienze artistiche, come delle immagini di Paladino. La mostra approda il trash e il post-human. Tre le sedi ad accogliere la mostra: a Roma dopo la prestigiosa tappa presso la il Palazzo Pubblico (Il consumo rappresentato), Santa Estorick Collection di Londra. Maria della Scala (Il consumo ironizzato) e il Palazzo delle Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Viale Papesse (Il consumo contestato), dove saranno esposte delle Belle Arti 131, Roma, tel. 06322981 fax opere di: Giovanni Albanese, Jan Albers, Anette Baldauf 063221579, e-mail: [email protected] , & Katharina Weingartner, Vittorio Brocadello, Jiri Cernicky, [email protected], orari: collectif_fact, Minerva Cuevas, Kristof Kintera, Lucia Koch, mart-dom 8,30-19,30, lun. chiuso. Dal 6 Zwelethu Mthethwa, Olaf Nicolai, Erwin Olaf, Guillaume ottobre al 5 dicembre. Paris, Gabriele Picco, Tom Sachs, Denis Santachiara, Eliezer Sonnenschein, Dan Steinhilber, Jeanne Susplugas, Ricky Swallow, Oliviero Toscani, vedovamazzei, Rhonda Weppler. Nello spazio sotterraneo della ex-Banca d’Italia si apre poi l’ottava edizione del progetto Caveau con un’opera di Petulia Mattioli e Russel Mills intitolata Hold. Palazzo delle Papesse, Via di Città 126, 53100 Siena, Doppler tel. 057722071, fax 057742039, www.papesse.org, Che cos’è l’effetto doppler? È la variazione della frequenza di [email protected]. Dal 9 Ottobre 2004 al 9 Gennaio 2005. un’onda sonora o luminosa emessa da una sorgente in moto rispetto al fruitore. E cosa ha in comune con le due artiste Kristine Alksne e Sandrine Nicoletta? Si tratta di un concetto spaziale che interessa le loro ricerche ed emerge nelle loro opere tanto da sceglierlo come titolo delle loro mostre personali in simultanea. Alla giovanissima artista lettone piace far nascere i suoi lavori negli interstizi degli spazi, utilizzando materiali già presenti nel luogo che ricompone o nella natura circostante. L’italiana Sandrine Nicoletta , classe 1970, è interessata invece all’idea dell’equilibrio, sia in senso fisico sia spirituale. L’acrobata è così una figura che spesso ritorna nelle sue rappresentazioni e nelle sue performance. “Doppler” è un progetto espositivo curato da Laura Garbarino. Galleria Autori Cambi, via di San Martino ai Monti 21 a/b, Roma, tel. 06 47824613, [email protected], orari: lunedì - venerdì 11.30 - 19.30, sabato su appuntamento, dal 7 ottobre al 27 novembre. bazar 10 2004 arti di luca beatrice 43 [email protected]

Classici e dissacratori La scultura di Medardo Rosso, la genialità di Franz Kline, la trasgressione di Terry Richardson, le atmosfere visionarie della psichedelia, i raffinati fumetti di Scozzari.

Medardo Rosso La GAM di Torino apre la stagione con la bella mostra dedicata a Medardo Rosso, uno dei protagonisti della scultura tra fine ‘800 e inizi ‘900, qui allestita con spirito minimale a superare la conclamata inadeguatezza dello spazio. In bilico tra i due secoli Rosso seppe guardare alla grande tradizione classica assimilando la lezione di Rodin e, allo stesso tempo, si propose come uno dei pochi scultori proiettati verso l’avanguardia, relazionandosi con i Futuristi, con Cézanne e Picasso. Alcune opere di questa completa retrospettiva provengono da musei e collezioni giapponesi e americane, dunque inedite in Italia. Medardo Rosso. Le origini della scultura moderna, GAM, via Magenta 31, Torino, fino al 28 novembre 2004, tel. 0115629911 www.gamtorino.it orario: martedì- domenica 9- 19, giovedì 9-23, chiuso lunedì. ingresso € 5,50 – 3.

Filippo Scozzari Mondo Bizzarroè da un decennio il luogo di culto bolognese per gli appassionati di stranezze, erotismo, grafica d’autore, pittura e cinema Franz Kline di serie B. Prima solo libreria e videoteca, poi spazio espositivo, da Anche il Castello di Rivoli si dà al classico per celebrare il ventesimo oggi raddoppia e apre anche a Roma, a due passi dal Macro. Dopo aver compleanno. Con una mostra d’eccezione perché Franz Kline in Europa si inaugurato conPin Ups and Down, group show al femminile,Mondo è visto davvero poco. Protagonista dell’Espressionismo astratto americano, Bizzarro presenta la retrospettiva di Filippo Scozzari, mostro sacro del Kline è noto soprattutto per le grandi opere gestuali in bianco e nero fumetto italiano, compagno di avventure di Pazienza, Liberatore nel oppure attraversate da grandi campiture di colore nei quadri più tardi. Oltre movimento del ’77. Un caratteraccio (nella sua autobiografiaPrima cento lavori, di cui una buona parte dedicati al periodo realista degli anni pagare… poi ricordare edita da Castelvecchi ne ha veramente per tutti) ma ’40, testimoniano la genialità del pittore scomparso a New York nel 1962. anche un disegnatore raffinatissimo. Occasione storica per riscoprire un artista, forse non celebre come Pollock o Filippo Scozzari, Mondo Bizzarro Gallery, via Reggio Emilia Rothko, cui si devono alcuni momenti di straordinaria intensità. 32 c/d, Roma. 2 ottobre – 4 novembre 2004, tel. 06-44247451 Franz Kline, Castello di Rivoli, piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO), 20 www.mondobizzarro.net/gallery orario: lunedì-sabato 12-20, chiuso ottobre 2004-30 gennaio 2005. tel. 0119562220 www.castellodirivoli.org domenica e festivi. Ingresso libero. orario: martedì-giovedì 10-17; venerdì-domenica 10-21, chiuso lunedì. Ingresso € 6,50-4,50 Terry Richardson Arriva in Italia il fotografo più trasgressivo e dissacratore tra moda, hard core Kaleidoscope e arte. Terry Richardson, newyorkese cresciuto a Hollywood, ha realizzato Una mostra dedicata ad uno degli ultimi grandi movimenti le campagne pubblicitarie per marchi come Saint-Laurent, Gucci, Costume d’avanguardia del ‘900, la psichedelia. Un movimento National, dal ’97 cura l’immagine della Sisley con uno stile inconfondibile, filosofico, legato alla scoperta dei mondi interiori, al viaggio pubblica su prestigiose riviste di moda (i-D, Dazed and Confused, Vogue) e all’espansione della e di recente ha esposto in gallerie d’arte e musei internazionali. Al glamour coscienza, che si è riverberato, con esiti sorprendenti nel patinato risponde con la sfrontatezza di chi si è formato sulla strada. E’ mondo della creazione artistica, lasciandovi un segno Damiani Editore, una nuova casa editrice d’arte che ha pubblicato di recente indelebile. Amsterdam, Londra e San Francisco tra 1964 e Out of Red sulla nuova fotografia cinese, a pubblicare oggi la summa erotica 1974 furono i punti cardinali della psichedelia, raccontata di Richardson.Kibosh oltre 300 foto in edizione limitata (solo 2.000 copie), attraverso manifesti d’epoca, fotografie, musiche, film più acquistabile on line al prezzo speciale di 350 € (www.damianieditore.it) A una giornata dedicata a Jimi Hendrix. Curatori di questa L’Inde Le Palais, ultimo locale di tendenza a Bologna tra design, fotografia e rassegna visionaria due autentici guru: Enzo Gentile e libri rari, grande festa per l’apertura, Harvey Keitel e Vincent Gallo padrini Matteo Guarnaccia. d’eccezione (o compagni di sbronze?). Kaleidoscope. 1964-1974. Suoni e visioni della psichedelia. Sala Terry Richardson,Kibosh , L’Inde Le Palais, via dei Musei 6 Bologna tel. ex Poste di Palazzo dei Pio, Carpi (MO). 17 settembre - 17 ottobre 2004. orario: giovedì, sabato, festivi 10-12.30, 15.30- 19. ingresso gratuito. 44 di marzia di mento arti bazar 10 2004 [email protected] Altre migrazioni: il museo della transumanza Scoprire la vita di una volta Aperto nel 1998 con un finanziamento Teche ad altezza bambino per mostrare soldatini d’epoca dell’Unione Europea, il Museo della Transumanza di Villetta Barrea (AQ), nel cuore e giocattoli antichi, un baraccone con gli strumenti della del Parco Nazionale, espone oggetti legati allo transumanza, dalle tagliole per i lupi alle campane delle spostamento periodico delle greggi dall’Abruzzo alla Puglia, la transumanza appunto, pratica pecore. Musei che raccontano un’antica quotidianità. molto antica oggi quasi completamente scomparsa, oltre alla produzione della lana e del latte, alle forme di equipaggiamento dei pastori e all’organizzazione di ricoveri temporanei o stabili. Allestito in un fabbricato rurale del XIX secolo, il “Baraccone”, tra gli strumenti più interessanti conserva campane, attrezzi per la tosatura delle pecore, marchi, tagliole per lupi, supportati da esaurienti e colorati pannelli illustrativi. Aperto fino ad oggi solo nei periodi di maggior flusso turistico, ora si spera di riuscire a garantirne l’apertura almeno per i fine settimana. Il museo, indubbiamente molto piccolo e fin troppo specifico, è encomiabile per la cura e l’attenzione con cui è stato allestito, oltre che per il livello scientifico e la passione di chi lo gestisce. Museo della Transumanza, Comune di Villetta Barrea (AQ), via provinciale. Tel. 086489324 oppure 3403174515. E- mail: [email protected] Aperto fine settimana e festività dalle 16.30 alle 19.30 (visite guidate 17.30-18.30) Biglietti: 2 €, visita guidata 3 €, gratuito per bambini di meno di 10 anni, gruppi 1.50 euro

A Villetta Barrea, nel Centro Operativo del Servizio Educazione (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise), è allestita la mostra archeologica “Tra guardie e ladri... ritessiamo i costumi dei Safini”, aperta fino al 6 gennaio 2005 (tel. 086489102).

Riapre il Museo del Giocattolo e del Bambino Sessantacinque vetrine ad “altezza bambino” e una collezione di circa duemila balocchi dal 1700 al 1960. Stiamo parlando di uno dei musei più grandi in Europa. E’ allestito nei locali di un ex orfanotrofio aperto a Milano nel 1528, chiamato “dei Martinitt”, dal vicino oratorio di San Martino. E’ possibile scegliere tra un percorso storico, dal giocattolo artigianale del settecento fino all’era dell’elettronica, e un percorso tematico, con approfondimenti come “Bambole e soldatini”, “Pinocchio e il legno”, “Circo e Teatro”. E’ stata inoltre ricostruita un’aula scolastica “Deamicisiana” completa di arredi dell’epoca. Sono a disposizione dei visitatori supporti audiovisivi, la sala proiezione, la sala ludoteca, visite guidate su prenotazione (minimo 20 persone) differenziate a seconda delle età e degli interessi specifici. Inoltre attività seminariali, corsi di aggiornamento, oltre a feste private e di compleanno, e laboratori per l’invenzione e la costruzione di giocattoli. Museo del Giocattolo e del Bambino, Via Pitteri 56 Milano. Tel. 0226411585 [email protected] Ingresso: dal martedì alla domenica (lunedì su prenotazione) dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00. Biglietto: intero 5 €, ridotto 3 € (bambini dai 5 ai 14 anni, anziani sopra i 60 anni, convenzioni); gruppi con visita guidata 4 €, museo più laboratorio 8 € (circa 3 ore). Gratuito sotto i 5 anni e per tutti i bambini la domenica e i festivi. Bookshop, accesso e servizi per disabili

Al cinema con vista sul museo Durante i lavori di ristrutturazione del Cinema Trevi, Sala Alberto “Mio Dio, si potrebbe sempre andare al Sordi, vicino a Fontana di Trevi, a Roma, è stata rinvenuta un’insula romana di età imperiale, costituita da un caseggiato museo!” organizzato in più unità e affacciato su un’antica strada,vicus il Nel lungo racconto dell’Assomoir, Zola si ferma per qualche pagina (pp. 82-86) Caprarius. I materiali raccolti durante lo scavo sono esposti per una riflessione colta sulla funzione del museo, per raccontare, con occhio nell’area museale annessa al sito, insieme ai mosaici policromi, spietato, la visita di un’anomala comitiva per le sale del museo del Louvre di alle statue e alle decorazioni marmoree. Una lunga vetrata rende Parigi. Così un gruppo di operai, lavandaie, ricamatrici dei sobborghi della visibile l’area archeologica anche dalla sala cinematografica. Parigi fine ottocento si trova per la prima volta ad attraversare le sale di un La “Città dell’Acqua”. museo, sentendosi fuori posto ed essendo sbeffeggiato da tutti i visitatori Vicolo del Puttarello 25, Roma abituali e dai custodi. Tel. 3397786192 (visite guidate su prenotazione) “ ... Doveva essersi diffusa la voce che una comitiva di nozze stava visitando Aperto dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 15.00. Chiuso il il Louvre: pittori accorrevano con la bocca spalancata nel riso, curiosi si lunedì, il 1 gennaio e il 25 dicembre. mettevano a sedere sulle poltroncine per assistere comodamente alla sfilata, Biglietti: 2 €, ridotto 1 € (dai 18 ai 25 anni, insegnanti), gratuito mentre i custodi a labbra strette trattenevano a fatica qualche battutaccia.” Non (studenti universitari, minori di 18 e maggiori di 65 anni). sembra estremamente attuale – Sono poi così cambiate le cose? E. Zola, Assomoir, pp. 492, traduzione di F. Bruno. 9,55 €

46 di luca carboni arti.skizzi bazar 10 2004 [email protected] bazar 10 2004 viaggi di andrea mugnaini 47 [email protected]

5 c o s e d a n o n p e r d e r e 1 . L e s c o g l i e r e d i B o n i f a c i o 2 . I l m a r e t r a s p a r e n t e d e l l a s p i a g g i a d i S a n t a G i u l i a 3 . L a v a l l e d e l l a R e s t o n i c a 4 . Pe r c o r r e r e l a G R 2 0 ( t u t t a o i n p a r t e ) 5 . L a r o c c i a r o s s a d e l l e C a l a n c h e s Corsica, Unterra po’ di Francia, di frontiera un pizzico di Genova, qualche spruzzata di Sardegna e tanta influenza araba. Spirito ribelle, acque cristalline e strade che sembrano portare alla fine del mondo. Da percorrere a piedi. foto di andrea mugnaini Da vedere Non è più Italia, non può considerarsi completamente Francia. Ha splendide spiagge di sabbia bianca bagnate da un mare cristallino e aspri sentieri di montagna da percorrere per raggiungere vette isolate. Si parla una lingua che è un dialetto unico: basato in origine sul latino è stato contaminato, con il tempo, da influenze genovesi, francesi, sarde e arabe. E’ una terra di forti contrasti la Corsica. Nella cultura e nello spirito dei suoi abitanti indipendenti e ribelli. Contrasti che ritroviamo anche nel paesaggio, nei colori e nei luoghi: mare e montagna, blu e verde, cittadine affollate e paesi isolati. Tutto a poca distanza uno dall’altro, in una regione che è poco più vasta della nostra Umbria. Nel nord dell’isola, in un fazzoletto di terra, convivono placidamente Saint-Florent, elegante località di villeggiatura, la chiesa romanica di San Michele a Murato, le cui pietre bianche e verdi si integrano alla perfezione nella fertile regione del Nebbio, e il Désert des Agriates, luogo isolato e disabitato ma tutt’altro che desertico che nasconde al suo interno la spiaggia di Saleccia, una delle più belle della Corsica. Aggrappate alla roccia granitica, le case di Corte, capitale storica della Corsica indipendente, si trovano a pochi chilometri dalla verdissima valle della Restonica. Percorsa dall’omonimo fiume e circondata da pini larici è il luogo ideale per immergersi in un freddissimo bagno d’acqua dolce. Da qui andando verso est, superate le montagne, si apre alla vista il golfo di Porto con uno spettacolo mozzafiato fatto di torri di guardia, una spiaggia di ciottoli e alberi di eucalipti. Al tramonto le Calanches di Piana, che si trovano poco più a sud, si colorano delle mille gradazioni del rosso nei suoi pinnacoli e nelle sue grotte. Proseguendo ancora verso sud, arriverete alla Plage d’Arone attraverso una strada che sembra porti alla fine del mondo. Lo spirito battagliero della Corsica è un destino segnato fin dai tempi dei tempi. Nei resti preistorici di Filitosa dominano i menhir, alcuni dei quali con raffigurazioni di facce di uomini che impugnano spade e pugnali. La stessa battaglia che viene combattuta ogni giorno a Bonifacio tra il vento impetuoso e le rocce calcaree. Ed è proprio l’azione erosiva del vento, insieme alle onde del mare, che ha creato le affascinanti scogliere a picco sul mare di Bonifacio. A piedi? La GR 20 16 tappe e 200 chilometri da percorrere a piedi, da Calenzana fino a Conça. Questa in sintesi è la GR 20, la Grande Randonnée, un sentiero a lunga percorrenza al tempo stesso bellissimo e impegnativo che attraversa tutta la Corsica da nord a sud. Bellissimo perché si snoda tra foreste incontaminate, laghetti di montagna, cascate, valli rigogliose, pareti di roccia di duro granito, toccando tutte le più importanti cime dell’isola (dai 2.700 metri del Monte Cinto fino ai 1.500 del Col de Bavella, passando per il Monte Oro e il Monte Rotondo); il tutto a due passi dal mare con un panorama unico nel suo genere. Impegnativo perché i posti per rifornirsi non sono molti, per il notevole dislivello fatto di ardue salite e ripide discese, per la durata del percorso. Mai mettersi in cammino senza l’indispensabile guida topografica, abbigliamento adatto a tutte le condizioni atmosferiche, riserve sufficienti di cibo e acqua. R i s o r s e i n t e r n e t A c q u i s t i h t t p : / / w w w. v i s i t - c o r s i c a . c o m I s a p o r i d e l l a g a s t r o n o m i a s o n o u n o d e i p r o d o t t i R i s t o r a n t i S t e l l a d ’ O r o , 7 R u e D o r i a , B o n i f a c i o t e l . 0 0 3 3 4 9 5 7 3 0 3 6 3 s i t o d e l l ’ A g e n z i a p e r i l t u r i s m o t i p i c i d i q u e s t a r e g i o n e . I p a s t o r i n e l l e l o r o c a s e d e l l a C o r s i c a s p a r s e s u l l e m o n t a g n e c r e a n o v e r e e p r o p r i e d e l i z i e B i s t r o t d u P o r t , q u a i d e s M a r t y r s , B a s t i a , t e l . 0 0 3 3 4 9 5 3 2 1 9 8 3 C o l t e l l i p e r i l p a l a t o . P r i m o f r a t u t t i i l b r o c c i u , f o r m a g g i o h t t p : / / w w w. p a r c - n a t u r e l - c o r s e . c o m f a t t o c o n l a t t e d i c a p r a e p e c o r a c h e r i e n t r a t r a g l i L’ a t e l i e r d u C o u t e a u , P o r t C h a r l e s O r n a n o , A j a c c i o t e l . 0 0 3 3 4 9 5 1 0 1 6 5 2 s i t o u f f i c i a l e d e l p a r c o r e g i o n a l e i n g r e d i e n t i d i n u m e r o s i p i a t t i c o r s i . D a i m a i a l i d e l l a C o r s i c a d o v e p o t e t e t r o v a r e s e l v a t i c i c h e v i v o n o i n s e m i - l i b e r t à c i b a n d o s i d i A r t i g i a n a t o C o r s i c ’ a r t e , 1 6 r u e R o i d e R o m e , A j a c c i o , t e l . 0 0 3 3 4 9 5 2 1 1 1 8 0 u t i l i i n f o r m a z i o n i s u l l a G R 2 0 e g h i a n d e , s i p r o d u c o n o s a l u m i t r a d i z i o n a l i c o m e n o n s o l o p r o s c i u t t i , s a l a m i e s a l s i c c e . L a c a s t a g n a è u n ’ a l t r a P r o d o t t i C o r s i C h e z A n n i e , 5 R u e C l é m e n c e a u , C a l v i , t e l . 0 0 3 3 4 9 5 6 5 4 9 6 7 p r o t a g o n i s t a d e l l a c u c i n a r e g i o n a l e : c o n e s s a h t t p : / / w w w. a l l e r e n c o r s e . c o m v e n g o n o r e a l i z z a t e f a r i n a , m a r m e l l a t e , m i n e s t r e , P a r c h i n a t u r a l i P a r c N a t u r e l R é g i o n a l d e C o r s e , 2 r u e M a j o r L a m b r o s c h i n i , I n f o r m a z i o n i p r a t i c h e , v i s i t a f r i t t e l l e e p e r s i n o u n a b i r r a . O t t i m a a n c h e l a v i r t u a l e e b u o n a s e l e z i o n e d i a l l o g g i p r o d u z i o n e d i v i n i c o m e q u e l l i d i P a t r i m o n i o . A j a c c i o t e l . 0 0 3 3 4 9 5 5 1 7 9 1 0 A n c h e l ’ a r t i g i a n a t o s t a v i v e n d o u n a n u o v a s t a g i o n e S a l u m i A l a c h a r c u t e r i e M o r a c c h i n i , 1 Av d e l a R é p u b l i q u e , C o r t e , t e l . h t t p : / / w w w. c o r s e - b o u t i q u e . c o m d i s v i l u p p o , v i s t o c h e m o l t i t u r i s t i a p p r e z z a n o IN RETE 0 0 3 3 4 9 5 4 6 2 2 9 8 p r o d o t t i t i p i c i d e l l a C o r s i c a d a p r o d o t t i i n i z i a l m e n t e p e n s a t i c o m e m a n u f a t t i d i a c q u i s t a r e o n l i n e u s o c o m u n e p i ù c h e c o m e s o u v e n i r. Tr a i r i c o r d i d a m e t t e r e i n v a l i g i a c i s o n o p i p e i n r a d i c a , o g g e t t i i n c e r a m i c a c o m e p i a t t i , v a s i , b r o c c h e e c o l t e l l i a s e r r a m a n i c o . INDIRIZZI UTILI 48 di agnese ananasso essere bazar 10 2004 [email protected]

E=mc² è la formula che riassume il senso della vita di Einstein, la formula che esprime la teoria della relatività ristretta (per distinguerla dalla estesa, non solidamente provata) che hai rivoluzionato le leggi dell’elettromagnetismo e che costituisce il presupposto della possibilità di ottenere reazioni dalle fissioni atomiche per la generazione di energia nucleare. Einstein è passato alla storia come la quinta essenza della genialità, anche se a scuola era Diversamenteconsiderato una frana, tanto da credere che fosse dislessico. Il fatto è che lui poteva viaggiare senza passaporto nel paese dei numeri ma non in quello delle lettere. Aveva sviluppato un tipo di abilità che intelligentinon poteva essere applicata in altri campi. La sua non era dislessia, era semmai “distrazione”. Come lui esistono bambini o adulti che sviluppano certi tipi di intelligenza piuttosto che altri. Il punto sta nel riconoscere dove inizia il disagio e come intervenire.

Gli stimoli giusti Alle volte vengono chiamati dislessici bambini che non lo sono affatto e che magari hanno soltanto un disturbo generico transitorio con difficoltà di tipo emotivo associato ad altri disturbi specifici di sviluppo o a turbe della condotta. Si parla così di disagio affettivo-relazionale-familiare nel caso in cui si siano verificate carenze sociali e ambientali che, in ambito familiare e non, producono manifestazioni riscontrabili nelle difficoltà di apprendimento o si presume che possano produrle in seguito. I disturbi d’ansia sono invece evidenti manifestazioni di sofferenza legate alla separazione dalle persone affettivamente significative come i genitori, e alla presenza di persone non familiari. Altri bambini invece manifestano disturbi della condotta violando le regole del vivere comune o dei diritti degli altri. Se tale comportamento è abituale può nascondere un disagio profondo del bambino, non momentaneo. Si possono inoltre verificare disturbi dell’identità di genere, ossia il rifiuto del proprio sesso con comportamenti Non tutti sviluppano conformi a quello opposto tanto evidenti da risultare eccessivi. Altri bambini possono avere disturbi nervosi (tic), le stesse abilità. La della minzione (orinazione involontaria), del linguaggio (balbuzie, farfugliamento, numero limitato di vocaboli utilizzati) e dell’attività motoria. In questo caso si hanno due estremi: quando a un bambino viene restituita dai difficoltà di leggere, genitori un’immagine di sé “ingombrante”, in grado cioè di danneggiare coi movimenti cose e persone, egli tenderà scrivere o fare di conto ad essere goffo, ad avere difficoltà di relazione col mondo circostante e riporterà oltre a ritardi nella deambulazione, a volte è un muro difficoltà nei movimenti che richiedono coordinazione. Al contrario può accadere che i bambini con difficoltà a invalicabile per un fissare l’attenzione arrivino a una iperattività e impulsività eccessiva, specialmente in gruppo e a scuola. bambino, e lo fa sentire Che fare diverso. Un disagio che Proprio per l’età in cui si manifestano i primi sintomi (4-6 anni), i luoghi dove dovrebbe avvenire la rilevazione dei sintomi e la cura dei disturbi sono la casa e la scuola, quindi genitori e insegnanti sono i primi a dover assistere però quasi mai è una e aiutare i bambini con difficoltà, patologiche o transitorie che siano. In genere, gli studenti scelgono e applicano incapacità, basti pensarele procedure per risolvere problemi difficili e nuovi, mentre gli studenti con difficoltà di apprendimento trovano ad Einstein... difficoltà nel portare nella vita fuori delle mura scolastiche le strategie che hanno appreso durante le lezioni, non riescono a generalizzarle a meno che qualcuno non spieghi loro il metodo per farlo. Secondo gli ultimi studi compiuti, per essere efficace l’insegnamento di strategie deve seguire un processo coerente con gli obiettivi da raggiungere e con il ciclo di studi. L’insegnante presenta le strategie dandone una dimostrazione diretta e poi aiutando gli studenti nelle esercitazioni offrendo loro l’opportunità di scegliere la strategia giusta tra quelle acquisite, Cos’è la dislessia di applicarla. Gli allievi verbalizzano e prendono atto di volta in volta delle scelte compiute e dalla coscienza del La dislessia e’ una difficoltà che riguarda la progresso traggono forza e fiducia. Viene così sviluppata la capacità di riflettere sulla propria attività mentale, capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo di controllarla e arrivare a capire che non ha capito. Imparando ad avere un ruolo attivo ed efficace nel proprio corretto e fluente. In Italia la dislessia è poco apprendimento, gli studenti imparano ad avere fiducia nelle proprie capacità di risolvere i problemi, sono più conosciuta, benché riguardi almeno 1.500.000 disposti a provare ad applicare le nozioni acquisite in contesti nuovi, abbandonando l’idea di essere degli inetti, di persone. Le difficoltà cominciano a rilevarsi sbagliare sempre e di dover dipendere dagli altri per la risoluzione di problemi nuovi. verso i 4 o 5 anni quando il bambino riesce a I genitori, da parte loro, una volta che uno specialista ha rilevato il problema, non possono far altro che fidarsi degli leggere e scrivere solo impegnando al massimo esperti e degli insegnanti, che vanno opportunamente avvisati dei disturbi del bambino. Una guida introduttiva per le sue capacità, non lo fa automaticamente e i genitori è reperibile sul sito internetwww.guidagenitori.it quindi deve ricorrere a una sorta di trucchi per riuscirci, così si stanca rapidamente, Le parole per dirlo. Piccolo vademecum per capire. commette errori, rimane indietro, non impara. Dislessia: difficoltà a riconoscere e comprendere i segni associati alla parola. Questo continuo esercizio nell’utilizzo di Disgrafia: disturbo della scrittura nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato incerto, strumenti “inusuali” rende i bambini dislessici irregolare. E’ una difficoltà che riguarda la scrittura ma non il contenuto. particolarmente vivaci e creativi. Disortografia: è una difficoltà che riguarda il contenuto della scrittura. In genere nel soggetto affetto si riscontrano difficoltà a scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici e a collocarli al posto giusto rispettando E se fosse genetico? le regole ortografiche. L’equipe del prof. Marco Battaglia della Discalculia: difficoltà del calcolo in uno sviluppo normale e in assenza di disturbi affettivi. Il disturbo specifico facoltà di Psicologia del San Raffaele di invece è presente anche se il bambino è stato opportunamente stimolato. Milano, studiando un gruppo di 12 famiglie di bambini italiani affetti da dislessia ha rilevato Help on line che il disturbo è dovuto a un’alterazione www.aid.it Il sito dell’Associazione Italiana Dislessia Onlus del cromosoma 15 ma la malattia è molto www.psicopedagogika.it Un sito completo sulle difficoltà dei bambini complessa e, come ha affermato lo stesso www.ceis.rn.it Il sito del laboratorio permanente per il trattamento e la prevenzione della dislessia e della Battaglia, sono tanti e troppi i fattori ambientali disgrafia con sede a Rimini e genetici che aumentano la possibilità che la www.dislessia.it il sito dell’Associazione Italiana disturbi da Deficit di Attenzione e patologia si manifesti. VADEMECUM bazar 10 2004 avere di giulia premilli 49 [email protected] Clever shopping Divertimento erotico assicurato e anonimo. 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Lo zaino borraccia Sesso anonimo al distributore Per fare i capretti in montagna è necessario avere a disposizione tanta acqua. E chi frequenta le alte vette automatico sa quanto sia noioso scaricare lo zaino per attingere Niente più imbarazzi per gli acquisti erotici nei sexy shop! Da oggi si possono alla borraccia. DaKine ha risolto il problema! E’ nata comprare gli “attrezzi del piacere” in assoluto anonimato. E’ arrivato il distributore la borraccia che diventa zaino. Glacier di DaKine automatico per i prodotti sexy. Il servizio è stato messo a punto da Piccole sacca, morbida e soprattutto leggera, contiene al suo Trasgressioni, azienda leader nel settore, che ha voluto offrire i propri prodotti interno fino a due litri d’acqua e grazie al tubo flessibile proponendoli in assoluta riservatezza in modo facile e veloce. Basta andare in esterno l’escursionista può ad ogni evenienza rifornirsi una delle videoteche automatiche (convenzionate) della propria città e scegliere della bevanda fresca. dal catalogo l’oggetto desiderato che verrà consegnato immediatamente Incredibile. dall’erogatore in un anonimo formato videocassetta! Costo: 48 euro. www.dakine.com Il tutto usando la tessera magnetica del proprio rivenditore. Il catalogo è particolarmente vasto, si va dalle manette, al dildo, alle uova... insomma tutto quanto possa servire per una notte hot. Qualche prezzo? Manette di peluche zebrate 25 euro. Video Bunny 1, via Vespucci, 5- San Giuliano Milanese (MI). Planet Video, viale I Maggio, 24 Grotta Ferrata (RM).

Risparmiare senza sforzo Te lo insegna www.altroconsumo.com, www.risparmiate.it, www.confrontotariffe e www.movi mentoconsumatori.it. Sono i siti più risucchiati dai clic dei navigatori oculati! Un esempio? Per risparmiare fino al 45 per cento del carburante meglio avere una guida leggera per almeno tre quarti del tragitto oppure per risparmiare sull’acqua, lavare la frutta e la verdura con l’ammollo e poi risciacquare velocemente con poca acqua. lI frigorifero invece è meglio tenerlo sempre pieno; i prodotti freddi mantengono inalterata la temperatura dell’abitacolo così da consumare meno energia per la refrigerazione. Per quanto riguarda i computer invece: lavorando con un portatile si risparmia fino al 30 per cento delle risorse energetiche a differenza dei modelli da tavola particolarmente golosi di luce.

Il fast good sbarca in Italia E’ venuto in testa a Ferran Adrià, uno dei più grandi cuochi al mondo. Trasgressivo e innovatore, ha deciso di creare una catena di ristoranti di alta cucina che sia la risposta di qualità Via Sms: dai tarocchi all’esame del sangue al fast food. Dall’effimero al sociale, Tim si sta organizzando per offrire una vasta gamma di servizi Una scommessa impertinente che fa tremare i polsi al ai propri utenti via Sms. E lo fa lanciando i servizi di informazione sanitaria via Sms. magnate americano del panino “scappa e fuggi” Mc Mandando un Sms gratuito al numero 40154 potranno essere chiariti tutti i dubbi in campo Donald’s. Perché il cuoco catalano sta già dilagando in medico (occhio però perchè se è gratuito l’invio, la ricezione della risposta ammonta a 30,98 mezza Europa, ha già sperimentato l’idea con la catena di centesimi di Euro iva inclusa). alberghi spagnola Nh Hotels, e oggi sta stringendo i tempi Si possono richiedere informazioni relative a: analisi del sangue, farmaci (come indicazioni per sbarcare in Italia. Pare infatti che fra qualche mese terapeutiche, composizione, ticket, prezzo), chiarimenti su vocaboli medici oppure indicazioni apriranno a Roma, Torino, Milano, Firenze e Siena punti sulle strutture sanitarie pubbliche o private. Ma il top, Tim l’ha raggiunto con i servizi sul ristoro fast good a prezzi da far leccare i baffi. Per un pasto “mondo delle stelle” (dal sacro al profano!) che quotidianamente possono essere inviati sul completo, assicura Ferran, non ci vorranno più di 15-20 telefonino. Il più banale? L’oroscopo fatto espressamente da Banko e Paolo Fox, e c’è anche euro. E il menù offrirà fra gli altri: hamburger certificati di l’opzione Ching! Inoltre per gli insicuri è attivo il calcolo del bioritmo quotidiano per sapere se vitello, insalate con dadi di fegato di anatra e panini con sarà una giornata da dimenticare o no. I più tecnologici? I tarocchi via Mms. salvia e pinoli con aggiunta di cipolle caramellate e paté. Ma Ma il più strepitoso è il Bioeroscopo, una sorta di lettura del bioritmo di coppia dal quale non finisce qui, la cucina di Ferran offre anche una delizia: desumere le modalità e tempi per un frizzante “rapporto” di coppia. i ravioli ripieni in brodo. Cosa hanno di unico? Il fatto che fuori sono freddi mentre il brodo caldo si trova all’interno. Per assaporarli si appoggiano delicatamente sul palato per far colare dolcemente il liquido in bocca. Occhio quindi a Ferran in Italia! 50 di agnese ananasso hi-tech bazar 10 2004 [email protected] Farsi una discoteca in casa. Legalmente e senza spendere una fortuna Come scaricare il pezzo Rinunciare a una cena fuori per preferito dalla rete, in quattro passi comprare un cd. A questo siamo 1. Innanzitutto bisogna cliccare sul sito web che arrivati in Italia, a dover scegliere vende musica legalmente e assicurarsi di possedere il programma adatto al downloading, ad esempio come spendere quei 20 euro. Ascoltare Windows Media Player. In caso di dubbio esistono musica è diventato un lusso, non solo siti che controllano la configurazione del computer durante il processo,come il sito del Dr. Downloading. per appassionati e collezionisti ma per 2. Dopo la configurazione si devono acquistare dei chiunque. Stavolta però non è tutta crediti, ossia decidere, in base alle alternative che offre il sito, se acquistare singoli brani, il cui prezzo colpa dell’euro… va da meno di un euro a un euro e mezzo circa, o stipulare un abbonamento semestrale o annuale per scaricare tutta la musica desiderata (da 50 a 80 euro circa). In genere si paga con carta di credito ma da alcuni siti, come quello della Coca Cola si può pagare anche via SMS col telefonino. La cifra da pagare appare sul display. 3. A questo punto si sceglie dal catalogo artista e brano. Certi siti consentono di ascoltarlo gratuitamente per una trentina di secondi, oppure di scaricarlo sul computer a pagamento. Con una connessione a banda larga il tutto prende poco più di un minuto. 4. A questo punto il gioco è fatto perché una volta salvato, il brano può essere ascoltato dal computer o scaricato su un cd o in un lettore Mp3, stando bene attenti però a non trasgredire le norme del contratto accettato all’inizio, infatti alcune canzoni non possono essere trasferite più di due o tre volte su cd e la quantità varia di volta in volta a discrezione del fornitore. Questo per arginare, almeno in parte, il fenomeno della pirateria. Ma quanto mi costi Quello che pesa sul prezzo del cd sono i costi di produzione, promozione e distribuzione. Prendiamo ad esempio un album di tre tracce con copertina a colori e un progetto grafico minimo. Per inciderlo occorre una giornata di registrazione e una di post- produzione. Supponendo che venda almeno 100.000 copie e considerando che quello che costa più di tutto è il cosiddetto master, ossia il primo cd, i costi Anche con la vecchia moneta il prezzo di un cd si aggirava intorno alle di produzione ammontano a circa due euro e mezzo, 36 mila lire. Sono anni ormai che la musica si fa pagare cara. E chi non quelli di distribuzione a un euro, di promozione a ce la fa a rinunciare al suo momento di relax musicale ricorre a mezzi più due euro. Il prezzo di costo dovrebbe essere di economici, aiutato anche dalla tecnologia, dall’avvento di Internet, del 5,5 euro. Pur ammettendo che il prezzo salga per file-sharing (condivisione on line), dei masterizzatori, dei lettori Mp3, dei tasse e diritti SIAE e una parte sia valore aggiunto software per scaricare musica (e film) sempre più veloci da installare e da per l’industria stessa,un prezzo di 20 euro resta usare. comunque ingiustificato. Allora, se non si può proprio rinunciare al rito dell’acquisto del cd in negozio, Napster&Co. occhio alle offerte. Dopo un periodo di relativa “anarchia” nel Web – correvano gli anni di Napster e Music Net (i due siti da cui scaricare gratuitamente musica Cd nel banco frigo a go-go) – oggi sia la condivisione che l’acquisto on line è regolamentato, IBM e Caliel Global Entertainment rispondono al caro ed esistono veri e propri negozi musicali virtuali, che possono o meno musica con My Emotion, i chioschi forniti da Ibm e avere il loro corrispettivo “reale”. Oggi Napster e MusicNet non esistono installati in supermercati, pub, centri commerciali e più in Europa, per contro è sbarcato nel Vecchio continente iTunes, il discoteche per comporre il proprio cd personalizzato, Music Store di Apple, già attivo in Francia, Gran Bretagna e Germania e scegliendo tra i 200.000 brani (presto arriveranno che passerà il confine italiano forse alla fine dell’anno. Basta andare su a 500.000) archiviati in un server centrale messo www.apple.com/itunes, scaricare il software e scegliere tra gli 800 titoli a disposizione da IBM, col consenso di BMG, EMI e del catalogo i brani preferiti a meno di un euro ciascuno. Universal. Il prezzo varia da 1,20 euro a 1,5 euro In Italia intanto si può scaricare musica da MSN Music Club (Microsoft), a secondo della canzone scelta. Si possono anche www.musicclub.msn.it, rifornito da OD2, una compagnia di distribuzione di comporre dediche e copertine personalizzate. musica digitale fondata da Peter Gabriel. Però non ci sono tantissimi titoli, circa 350, e il prezzo varia a seconda del brano scelto. Poi c’è il mitico Vitaminic, da cui, cliccando su www.vitaminic.it e pagando Il concerto me lo porto a casa un canone annuale di 80 euro si può scaricare, oltre a tutta la musica Hanno iniziato gli Elio e le Storie Tese e sta già che si desidera, anche l’Mp3, sempre incluso nel prezzo. Chi usa Fastweb diventando la nuova moda: vendere all’uscita dei in casa ha anche la possibilità di scaricare la musica da un sito dedicato, concerti i cd appena masterizzati del concerto collegandosi dalla home page. Altri siti cliccatissimi sono www.meo- stesso, a circa 10 euro. Non solo una strategia di modus.com, www.winmix.com, www.kazaa.com, che mettono a disposizione marketing ma anche il mezzo più efficace per lasciare canzoni e software, anche se alle volte c’è da fare un po’ di “coda”. il segno, per far arrivare il messaggio, soprattutto Andando oltre confine troviamo anche il sito della bevanda più famosa per gruppi “particolari” come gli Elio e le Storie Tese. del mondo, la Coca-Cola www.mycokemusic.com, quest’anno uno dei siti Il guadagno è importante ma dargli un senso lo è tecnologicamente più all’avanguardia in materia di downloading. ancor di più.

bazar 10 2004 architetture di oliva muratore 51 muratore @bazarweb.info

Carlo Scarpa in foto molteplici punti di vista, realizzati in tempi diversi da oltre trenta L’architetto Carlo Scarpa (1906 – 1978) è forse l’ultimo differenti fotografi: da vere e proprie icone come la tomba Brion a esponente della generazione dei così detti architetti disegnatori, S. Vito d’Altivole o la Gipsoteca Canoviana, ad opere dimenticate per i quali la comunicazione dei propri progetti di architettura come le case veneziane degli anni Quaranta. Sarà presentata in era deputata alla matita e ai colori, senza avere alcun rapporto mostra anche la multivisione con sonoro “Spazio, tempo, luce” con le tecnologie digitali né con la fotografia. E’ nota la diffidenza incentrata sul Museo di Castelvecchio, realizzata dal progettista- di Scarpa per la capacità dell’interpretazione fotografica di fotografo olandese Arno Hammacher nel 1981 su incarico di entrare in competizione con le concezioni spaziali dell’architetto. Licisco Magagnato. In mostra anche gli “occhi” di Carlo Scarpa: E’ altrettanto vero, però, che il controllo della luce, l’uso dei piccoli capolavori di disegno, prospettive schizzate a margine dei colori, il contrasto tra materiali differenti, il gioco di riflessi delle fogli di lavoro. Attraverso questi, l’architetto veneziano calibrava superfici hanno reso le architetture di Scarpa i soggetti forse più l’immagine dell’architettura che andava componendo sul foglio. Vere fotografati del Novecento. e proprie “fotografie con la matita”, questi straordinari schizzi Una interessante mostra,Carlo Scarpa nella fotografia. Racconti registrano il punto di vista dall’architetto in funzione dell’ideale di architettura, propone una lettura dell’opera di Carlo Scarpa fruitore. Fotografie e disegni saranno esposti al pubblico con un attraverso i diversi occhi di fotografi europei che si sono misurati allestimento studiato per l’occasione da Umberto Riva, uno dei più con la rappresentazione dei capolavori dell’architetto veneziano, sensibili fra gli eredi ideali dell’opera di Carlo Scarpa. E in sinergia a partire dagli anni Cinquanta sino ad oggi. L’esposizione con la mostra di Carlo Scarpa anche la IV edizione del Corso presenta opere inedite di interpreti della fotografia italiana sull’Architettura Scarpiana “Carlo Scarpa e la Fotografia”, a cura contemporanea, fra i quali Gianni Berengo Gardin, Aldo Ballo, di Italo Zannier, che si terrà tra il 5 ed il 9 ottobre 2004 nella Gabriele Basilico, Daniel Boudinet, Stefan Buzas, Guido Guidi, medesima sede della mostra. Luigi Ghirri, Pino Guidolotti, Ferruccio Leiss, Paolo Monti, Fulvio Carlo Scarpa nella fotografia. Racconti di architettura (1954- Roiter. Le fotografie sviluppano un percorso visivo intorno ad 2004), Museo Palladio Palazzo Barbaran da Porto, Vicenza. Aperta alcune realizzazioni chiave di Carlo Scarpa, ponendo a confronto fino al 9 gennaio 2005, per informazioni: C.I.S.A. Andrea Palladio, tel. 0444323014, fax 0444322869, www.cisapalladio.org. La fotografia racconta le forme Un viaggio nell’architettura di Carlo Scarpa attraverso alcuni tra i maggiori fotografi europei.

Testimone di cambiamenti La Nona Mostra Internazionale di Architettura, diretta da Kurt W. Forster, affronta i cambiamenti in atto nell’architettura contemporanea, sia nel campo della teoria e della pratica progettuale, sia nell’uso delle nuove tecnologie costruttive. Il percorso espositivo di METAMORPH ipotizza la figura del visitatore come testimone di questi cambiamenti che, sfuggendo alle tradizionali prospettive interpretative, giustificano in modo Pagine di formazione sempre più evidente un aperto e innovativo La maratona confronto con l’evoluzione degli organismi viventi e Con l’intento di evidenziare l’evoluzione della le loro capacità di trasformazione. dell’architettura Dalla mostra si percepisce che l’architettura E’ promossa dall’Ordine formazione culturale, tecnica, scientifica, artistica dell’architetto, l’autore ha di oggi ha ampliato in modo consistente i propri degli Architetti di Roma e recinti disciplinari. Il suo nuovo ruolo è quello di Provincia, a conclusione delle analizzato i principali cambiamenti verificatisi nelle attività didattiche ed artistiche catalizzare grandi esperienze sociali e culturali manifestazioni per la Settimana a scala internazionale, che si manifestano internazionale dell’Architettura delle istituzioni formative e professionali: dai cantieri delle cattedrali alle botteghe soprattutto in relazione alle modificazioni delle ed in contemporanea con altre strutture urbane e del paesaggio. Lo spazio capitali Europee (Parigi, Madrid, medievali e rinascimentali, dalle Universitates all’Academie di Colbert, dalle scuole architettonico è così inteso nella sua capacità Varsavia). L’evento, aperto a tutti, di vivere i mutamenti odierni: i nuovi materiali si svolgerà lungo un percorso gesuitiche alla divulgazione illuministica, dagli ateliers della École des-Beaux-Arts accolgono e sottolineano gli effetti atmosferici, di circa 6 Km che, partendo la percezione dell’architettura si apre a una dall’Acquario Romano Casa alle accademie riformate, dalle associazioni culturali e formative, come il Werkbund, alle concezione dinamica del tempo e la vita pubblica dell’Architettura, toccherà alcuni negli edifici assume caratteri più centrati monumenti dell’architettura Scuole superiori di architettura fino alla nascita della facoltà di architettura di Roma. sull’evoluzione dell’ambiente. moderna ubicati nel quartiere IX Mostra Internazionale di Architettura Esquilino – S. Giovanni. METAMORPH – Biennale di Venezia Maratona dell’Architettura, La formazione dell’architetto, di Giardini della Biennale e Arsenale – Venezia. fino seconda edizione, Roma – 17 Alessandro Castagnaro, 2004, Liguori al 7 novembre 2004. ottobre 2004 Info: 0697604590 - Piazza Manfredo Fanti, 47. LIBRI 52 di matteo bianchini piccoli bazar 10 2004 [email protected] E’ L’ORA DEI TELETUBBIES!

Chi sono Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa e Po? Quattro personaggi, molto amici tra loro e molto vicini al mondo dei bambini e con numerose qualità che grandi e piccoli si divertiranno a scoprire insieme! Conosciamo i nuovi amici I Teletubbies sono quattro piccoli abitanti di un pianeta felice; hanno uno schermo televisivo sul pancino con il quale entrano in contatto con i bambini della terra. Il più grande di loro è Tinky Winky, molto gentile ed educato. Indossa una tuta viola e ama cantare la sua canzone preferita quando danza e fa le capriole. È in ottimi rapporti con tutti, ma la simpatia più forte è per la piccola Po. Il secondo è Dipsy, in tuta verde e con la pelle scura. Ordinato e fiero del proprio stile, è l’anima allegra e scherzosa del gruppo. Passa anche molto tempo da solo, a riflettere e sognare. Laa-Laa, la bimba in giallo, rappresenta la felicità e la spensieratezza; corre felice giocando a palla e facendo capriole per i prati. È molto legata ai suoi amici, specie a Dipsy, ed è sempre curiosa di sapere cosa fanno. La sua filastrocca laalaali è pura espressione di gioia. Po è la più piccola, riconoscibile per il vestito rosso e l’entusiasmo e lo stupore che la accompagnano in ogni sua avventura; manifesta la sua felicità saltellando. Po è animata da una grande voglia di scoprire il mondo, sia quando esplora la natura col suo monopattino, sia quando curiosa fra gli strani aggeggi tecnologici della loro casetta. Vivono tutti insieme a Noo-Noo, un simpatico aspirapolvere che raccoglie le briciole di toast lasciate in terra dai quattro amici. Qualche volta è un po’ pedante, ma i Teletubbies sanno allegramente tenergli testa. Il magico mondo di Teletubbyland Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa, Po e l’aspirapolvere vivono su una verde collina, in una casetta avveniristica e piena di luminose meraviglie tecnologiche. Preferiscono però correre nei prati, sempre accompagnati da un sole benevolo e sorridente, da animaletti divertenti e da suoni e voci dalle rime magiche. Anche gli amici un po’ prepotenti, il Leone e l’Orso, non sono mai una minaccia per i piccoli Teletubbies. La curiosità per gli aspetti della vita e la voglia di comunicare con i nostri bambini li spingono a collegarsi con i loro monitor sul pianeta terra. Ognuno muove i primi piccoli passi nella vita secondo il proprio carattere, ma condivide le sue scoperte e le sue emozioni con gli amici. Vivono insieme tante avventure aiutandosi nei momenti di bisogno, rispettandosi e incoraggiandosi. Le ore serene della giornata sono scandite quindi dal formarsi di una personalità insieme alla capacità di vivere con gli altri, e di capirli; dall’amore per la natura e per gli animali unita alla confidenza con gli strumenti informatici; soprattutto dall’esperienza del gioco che li fa acquisire nuove capacità di giudizio e di comportamento.

BAMBINI IN MOVIMENTO La cultura imperante e seducente dei videogame, insieme alla mancanza di spazi Chi c’è dietro Teletubbyland? per il libero gioco, stanno contribuendo a modificare il modo di giocare dei bambini, Dietro l’apparente semplicità di ogni puntata si cela un vissuto sempre meno in attività socializzanti e di stimolo al movimento. lungo e serio lavoro di esperti della BBC, in collaborazione

IL LIBRO con educatori, genitori e bambini. Teletubbies è un La teologa tedesca Dorothee Sölle alla domanda “Come spiegherebbe a un bambino prodotto televisivo concepito e sviluppato attorno ai che cos’è la felicità?” rispose: “Non glielo spiegherei. Gli darei un pallone per farlo bambini di età pre-scolare come occasione di divertimento giocare”. ed apprendimento. Grande attenzione è posta al E’ proprio il movimento che ci apre la mente, ci rende curiosi e ci aiuta a esprimere linguaggio, che deve essere compreso da tutti ed essere liberamente un pensiero, costringendoci quasi a guardare il mondo da un in grado di trasmettere al bambino quella fiducia che angolazione. ’altra predispone ad imparare. Anche le storie sono raccontate Nella realtà di oggi dove il gioco dei bambini spesso viene relegato nel seducente in modo da generare contestualmente confidenza e immobilismo del mondo virtuale, dei giocattoli industriali da “consumare” secondo stupore, toccando temi in cui il bambino si riconosce; le loro regole, una palla è uno strumento straordinario per creare nuove forme di riuscendo a prevedere la fine, i piccoli spettatori movimento, per aiutare a correggere il portamento e sviluppare armonicamente il sviluppano le capacità critiche e di relazione fra cose e corpo. situazioni diverse. Teletubbies è un modo divertente e Antonio Maone, medico dello sport, che ha realizzato diversi modelli di palla pensati intelligente di stare davanti alla TV, che per venti minuti si per le esigenze dei bambini, ci accompagna a conoscere la realtà dei bambini di oggi trasforma nella finestra magica delle mille sorprese, delle nel loro rapporto con il movimento e il gioco, fornendoci tante indicazioni pratiche e mille possibilità della fantasia. suggerendo gli esercizi da fare, illustrati con immagini efficaci.

Antonio Maone , BAMBINI IN MOVIMENTO Ed. SONDA 2004 pp. 240 formato 15x21 brossura 14.50 € bazar 10 2004 sport di valerio cammarano 53 cammarano@bazar web.info Pietre che scivolano su ghiaccio Saper maneggiare la scopa. E’ questa l’abilità strategica per CURLING vincere al curling. Roba da casalinghi? Niente affatto! Accanto agli sport minori come il tiro con l’arco o la scherma, esistono anche gli sport minimi. Quelli che vengono praticati da quattro gatti in aree del paese molto circoscritte e, quando va bene, sono circondati da scetticismo, mentre quando va male – cioè quasi sempre – sono oggetto di derisione. Tra questi c’è sicuramente il curling. Come tutte le discipline, merita rispetto, se non altro perché chi lo pratica ci mette impegno e passione. Oltretutto, si tratta di uno sport antico, che in altre nazioni, come il Canada o la Scozia, vanta milioni di seguaci. E dal 1998 è anche uno sport olimpico. Lo scopo è lo stesso del gioco delle bocce: obiettivo è fare arrivare un oggetto – una pallina per le bocce, un disco di pietra (detto stone) di 20 chili circa per il curling – il più vicino possibile a un punto prestabilito. La particolarità di questa disciplina nata in Scozia circa 500 anni fa è che per aiutare lo scorrimento del disco, i giocatori si impegnano a “spazzolare” il ghiaccio o, meglio, a scaldarlo con uno strumento detto scopa per allungare il tragitto dello stone o migliorarne la traiettoria. Il campo è lungo 45 metri, largo 4,5 e alle due estremità ha disegnati quattro cerchi concentrici che segnano il punto di arrivo del disco e sono detti house (casa). Detto così può sembrare una cosa elementare. Ma non lo è affatto. Non solo perché calcolare la traiettoria e la potenza del lancio non è facile, ma anche perché gli avversari possono a loro volta usare la scopa per far scivolare lo stone avversario oltre il campo da gioco. In Italia non è facilissimo trovare luoghi dove praticare questa curiosa, divertente e poco costosa disciplina. La maggior parte degli impianti, com’è ovvio, si trovano a nord. Le culle del curling sono il Veneto – in particolare Cortina d’Ampezzo – e il Trentino (Valle di Cembra e Altopiano di Pinè). Uno dei posti più belli dove dedicarsi al curling è sicuramente il Lago Santo, in Emilia, quando la superficie è ghiacciata. Il curling, che, come detto, è disciplina olimpica dal 1998, è uno sport che fa parte della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, sul sito della quale (www.fisg.it) è possibile trovare l’elenco delle società presso le quali praticarlo.

Evento BAZAR del mese: mondiali di ciclismo Verona capitale mondiale del ciclismo Ottobre è un mese caldissimo per lo sport italiano. Sono appena partiti o sono in partenza i campionati della maggior parte delle discipline, dal calcio al basket alla pallavolo all’hockey e via elencando. E proprio quando gli altri cominciano a giocare, i ciclisti si concedono un lungo (e meritato) riposo. A questo punto qualcuno potrebbe (giustamente) chiedersi perché ne parliamo. Il motivo è presto detto: prima del letargo invernale, i faticatori del pedale si concederanno ai tifosi in quello che è uno degli appuntamenti clou della stagione, vale a dire i Campionati del Mondo. Che quest’anno si svolgono a Verona tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Occasione d’oro per vedere all’opera i migliori ciclisti e le migliori cicliste del mondo (senior e junior) sugli splendidi percorsi disegnati per le prove su strada e per quelle a cronometro. Soprattutto queste ultime potranno contare sul ricco scenario del Lago di Garda, con la cittadina di Bardolino a fare da punto di partenza e arrivo. Per questo appuntamento, Verona e dintorni hanno deciso di fare le cose in grande. Dal 1° al 3 ottobre per le vie del centro sono previste sfilate ed esibizioni storiche, il 2 ottobre è in programma uno spettacolo di piazza con accesso libero, mentre domenica 3 ottobre una festa con tanto di concerto jazz chiude i Mondiali. VERONA-BARDOLINO MONDIALI DI CICLISMO PROGRAMMA GARE Lunedì 27 settembre Cronometro Junior Donne Cronometro U23 Uomini Martedì 28 settembre Cronometro Junior Uomini Cronometro Elite Donne Mercoledì 29 settembre Cronometro Elite Uomini Venerdì 1 ottobre Junior Donne U23 Uomini Sabato 2 ottobre Junior Uomini Elite Donne Domenica 3 ottobre Elite Uomini

Quando il gioco si fa serio A proposito di sport minori o minimi, un’altra disciplina che prima delle ultime Olimpiadi molti consideravano alla stregua di un passatempo per originali, la ginnastica ritmica, ha conquistato centinaia di migliaia di fan. Che forse, da Atene a Pechino, ne dimenticheranno presto anche l’esistenza. Ma che, se ne sentiranno parlare, penseranno con rispetto e ammirazione ai quattro scriccioli – Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Fabrizia D’Ottavio, GINNASTICA Daniela Masseroni – che sulle pedane greche hanno dato dimostrazione pratica della verità dell’assunto secondo cui non c’è niente di più serio del gioco. RITMICA Le quattro ragazze d’argento della ritmica azzurra – e le altre anonime che a questa disciplina si dedicano – giocano con palle, bastoni, corde, cerchi e nastri. Il che, come dicevamo, può sembrare un puerile passatempo per originali. Mentre in realtà è una delle attività sportive più difficili da praticare. Lanciare un cerchio in aria e riprenderlo al volo con un piede dopo avere fatto un paio di capriole, il tutto a ritmo di musica, può sembrare assurdo (anche se, quanto a utilità, non c’è molta differenza con il prendere a racchettate un pallina su un campo da tennis o dare calci a un pallone in uno stadio), ma richiede una coordinazione mostruosa, una visione laterale degna di un’aquila, un senso delle misure e delle distanze impressionante. Se vedendo le imprese di Santoni e compagne ad Atene le vostre figlie (o voi stesse) vi siete innamorate di questa disciplina che, a livello agonistico, è rigorosamente preclusa agli uomini, sappiate che queste doti si acquisiscono solo con ore e ore e ore di allenamenti massacranti. Se tra le vostre qualità non ci sono la disciplina, il senso del gruppo, la determinazione, lo spirito di sacrificio, non tentate nemmeno. Anche e soprattutto perché le soddisfazioni che questo sport può dare a livello puramente amatoriale sono pochissime. È uno di quei casi in cui un divertimento (minimo) arriva solo dopo anni di apprendistato e fatica. In Italia ci sono parecchie palestre nelle quali è possibile praticare questa spettacolare disciplina. L’elenco completo lo trovate sul sito della Federazione Ginnastica d’Italia (FGI) all’indirizzo www.federginnastica.it. 54 di angelita peyretti sciocchina bazar 10 2004 [email protected]

“i vicini” disegno di marco begani

Domanda di lavoro

Carta e penna, ora scrivo il mio curriculum vitae e glielo mando. Pare facile… un raffinatissimo reticolo di messaggi subliminali per farlo cadere in trappola. Egregio Signor Parlodoppio, uhm, troppo antiquato, oggi si punta a essere diretti, Riprendiamo: Mi spinge, anzi, Mi sottende, wow, la convinzione, di più, la informali, casual! Caro Enzo, come va vecchio sporcaccione? No, poi pensa che voglia persuasione, non basta,una vera e propria fede nel fatto che le vostre attività… ma che ricattarlo… Beh, lasciamolo provvisoriamente, adesso andiamo al sodo… uh, fanno questi? Uhm, vediamo un po’ le pagine gialle, com’è che si chiamano perfetto! Andiamo al sodo… mah, forse così è un po’ troppo casual. questi? Ah sì, Spectre, già sentiti da qualche parte… qui dice “Contattaci, Dunque, ora mi devo presentare, bene:molto piacere, io sono sciocchina… no, e come per il tuo benessere”, capirai… “I problemi più delicati con la massima può saperlo, è gente che non legge! E come si fa in questi casi? Cioè io so chi è lui, ma discrezione”, mah, faranno creme antiemorroidali. Beh, che gentili, lui che ne sa di chi sono io? Forse dovrei metterla qui la firma… No, prima gli giro prima ti inchiappettano e poi ti curano, anche questa non mi è nuova… intorno e poi gli sparo là il nome. Riprendiamo: ritengo che le vostre svariate e benefiche attività coincidano proprio con Dunque: laureata… Uff, manca il soggetto… Come faccio a dirgli chi sono senza le caratteristiche… anzi, con le qualità della mia formazione e della mia personalità… dirgli chi sono? Io, laureata… laureata-mi in biologia marina con una tesi sulla s.s.d.d. troppo freddo, ci vuole più trasporto, e della mia dinamica, multisfaccettata e (sindrome schizofrenica dei delfini da acqua park), toh, ciapa lì, non so se mi spiego… mutevole personalità…d’altronde se si occupano di culi, una certa flessibilità è Poveraccio, mi sa che questo se la beve… uhm, che esista davvero una s.s.d.d.? No, d’obbligo… della mia melliflua personalità. impossibile, lo rassicurerò in qualche modo, glielo metto tra parentesi(non si allarmi Allego il mio curriculum vitae, meglio la sola sigla, dà un effetto dimestichezza, per i poveri delfini, si è trovata la cura con certe alghe…) il mio V.C., perché lo esamini e ci trovi qualche ragione per darmi un qualsiasi lavoro… E questo è chiarito, andiamo avanti,Le chiedo, no, meglio domandare, le domando… no, non deve vedere che sono disposta a tutto, o finirà che mi sfrutteranno! e che gli domando adesso? Le domando scusa. Scusa?! Penserà che gli abbia fatto Se vuole può anche sputarci sopra tanto non è che ci tenga…Ma che mi prende? qualcosa! Più rapido, incisivo: mi scuso per il disturbo… un po’ perentorio. Le chiedo Allora, rivediamo: Allego il mio…tho, ma cos’ho scritto? V.C.! ma tu guarda umilmente scusa se mi permetto di importunare con le mie inutili parole una persona tanto la sciocchina che sono, il mio WC, tanto sempre vicino al culo si trova, perché impegnata quale lei è… un po’ servile? No, andrà benissimo, è gente a cui piace vedere lo esamini a fondo in cerca di elementi di affinità con le vostre salutari e filantropiche tutte le elle maiuscole,Lei, inviarLe, disturbarLa… attività. Adesso è il momento di parlare di lavoro: Oso rivolgermi direttamente a lei perché la Benissimo, ora ci vuole una chiosa efficace, e se ci riesco fra le righe ci cugina Sandra conosce uno che le porta quasi sempre il pranzo, e insieme al pranzo (anch’io infilo un ultimo accorato appello:La saluto, no, troppo confidenziale, qui ci adoro le acciughe, specie se già spinate) domani le recapiterà questa mia. Andrà bene vuole un dignitoso distacco,Addio … un po’ tragico. Le porgo i miei più cari e questo riferimento? Ma sì, così vede che ho tante conoscenze. Al massimo tolgo sentiti saluti, manifestandole un tenero affetto che sento già crescere in petto, e la prego, l’ammiccamento alle acciughe, anche se certe pennellate alle volte sono decisive. la imploro, Gentile Signore, Sua Santità, (c’è chi ha osato unSire ) di mettersi una Avanti, non sono ancora arrivata al punto, come faccio adesso? Mi sembra sfacciato… mano sul cuore, se ne ha uno, c’ho tre gatte di ventidue chili l’una da sfamare, faccia mettiamoci un ebbene: ebbene, rompo gli indugi… bello! Le scrivo per proporle la mia qualcosa prima che mi divorino, se vuole mi sputi, tanto gliel’ho già detto, io non me la disponibilità… no, sembra che glielo faccia cadere dall’alto, volevo sottoporle la mia prendo, e poi io anche se le emorroidi non le ho mai avute personalmente, io in quanto disponibilità… uhm, mi pare che strida un po’, sottoporle la mia… la mia persona! Ecco giovane laureata di culi da riparare me ne intendo un pochetto, e comunque di questi sì, la mia persona (mi calpesti pure, non sentirò nulla), perché sono convinta che ciò che fate lì… tempi da quelle parti son dolori per tutti, creda. là… ciò che fate ivi. Uff, calma, sembra facile ma è un lavoraccio, bisogna che costruisca Mi inginocchio, con rispettosa subordinazione, baciamo le mani. Sciocchina. bazar 10 2004 corsi di valeria cecilia 55 cecilia@bazar web.info Sushi! Mica solo pesce… Sui banchi a scoprire che il sushi è anche di carne, che truccarsi può essere un’arte, che l’equilibrio s’impara studiando acrobazia, che il futuro è nello sviluppo sostenibile. Ogni corso è una scoperta.

Il manager di programmi comunitari e globali Fino al 15 ottobre ci si può iscrivere alla nuova edizione del GMP, Corso postlaurea di formazione avanzato in Europrogettazione, organizzato Centro Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile, dell’Università La Sapienza di Roma. Il Corso intensivo di dieci giornate è riservato a 35 partecipanti e si rivolge a chi è interessato ad approfondire le tematiche dei programmi comunitari e delle forme di finanziamento a gestione diretta promosse dalla Commissione Europea, in particolare i programmi per le relazioni esterne con i paesi terzi. Costo iscrizione: Euro 2.000. Le date: 19 – 23 ottobre (I° modulo - Progettazione) e 9 – 13 novembre 2004 (II° modulo – Gestione) Info: www.cirps-continuum.it - cecilia.chiape [email protected] CIRPS, tel. 067092079

A scuola di trucco: per bellezza, salute o arte Chi non vorrebbe conoscere i trucchi di un bravo visagista per migliorare la propria pelle, intensificare lo sguardo e far brillare il sorriso… Alcuni primi trucchi per l’auto maquillage si possono trovare on line, sul sito www.esteticamente.it/html/viso_e_corpo.html c’è a disposizione di tutti i lettori una piccola guida al trucco. Altrimenti, dove si può andare alla Making Beauty Academy di Milano che organizza ogni anno corsi di trucco per tutti i gusti, dal semplice maquillage, al trucco correttivo, fotografico o artistico. I corsi hanno durata annuale e semestrale e poi ci sono quelli brevi. Nel mese di ottobre inizia il corso annuale di trucco (frequenza tutti i giorni dalle 9 alle 13, costo € 3590, rateizzabile, che comprendono tassa d’iscrizione, tassa d’esame, dispense, testi e rilascio di attestato (è escluso il materiale trucco) e poi partono le lezioni di maquillage e abbellimento per principianti (costo totale 790 euro). Per informazioni www.mbacademy.it. Tel 0286984516

Corso di cucina giapponese e sushi A Firenze l’associazione culturale giapponese Lailac (termine che sta Stage di acrobatica per attori e artisti ad indicare un fiore ma che se trascritto in ideogrammi kaji significa “gente che viene a divertirsi”) organizza un corso di cucina e lezioni di strada di sushi. L’insegnante, rigorosamente giapponese, è Hiromy Sasaski. Stage intensivo di acrobatica e training fisico condotto dalla I due corsi spiegano la preparazione di pietanze tipiche nipponiche celebre Nicole Kehrberger, performer, acrobata e danzatrice che semplici e fatte di ingredienti naturali. Si inizia con un piatto vanta collaborazioni con Le Theatre Du Soleil, Antonio Latella, e caratteristico come la “Zuppa di miso”, a base di fagioli di soia, che che ha insegnato presso molte scuole di circo internazionali. Lo si può arricchire con il tofu (formaggio di soia) o con le alghe, e che stage verte su esercizi di improvvisazione teatrale, tecniche di in genere è il piatto di accompagno del riso e delle verdure. In aula si acrobatica, sospensioni, lavoro con le funi e le tele, training con la prepara poi lo “Yaki tori”, spiedini di pollo con salsa di soia cotti alla musica. Il lavoro di Nicole Kehrberger si articola su livelli differenti, griglia. Ma le maggiori sorprese arrivano durante le lezioni di sushi, ballo energetico, teatro e danza, ricerca dell’equilibrio precario. che, ci spiega Errie, una delle responsabili dell’associazione, tutti Dal 4 al 29 ottobre 2004, 5 volte a settimana, 4 ore al giorno. credono essere una pietanza a base solo di pesce crudo. Il termine Il corso è destinato ad attori, professionisti e non, acrobati e sushi in realtà indica il “riso condito con aceto”, che poi si unisce ad artisti di strada. Le lezioni si tengono presso il Circolo degli Artisti, altri ingredienti per fare delle pietanze complesse. Si usa spesso con Via casilina vecchia 42 (Piazza Lodi - S.Giovanni) Roma. Tel. i filetti di pesce crudo (ed ecco il sushi di pesce) ma anche con la 0661662490 – 3332584332. [email protected] carne fatta a involtini o con le verdure. Il corso di cucina generico si svolge in 5 incontri, ogni giovedì dal 21 ottobre 2004 al 17 febbraio 2005, costo totale 89 euro. Il corso di sushi prevede invece tre lezioni: 13, 27 ottobre e 10 novembre e costa 120 euro.Per informazioni www.lailac.it/corsi-sapori.html, tel 055702870 56 di GIULIANO CANGIANO fenomeni bazar 10 2004 [email protected] Si lotta ballando E si grida no alla guerra, ma con arte. Ecco cosa accade nei centri sociali d’Italia. Tra vino, musica, dibattiti, feste e cortei.

Vacanze terminate, gitani dell’ultimo momento rientrati in ufficio pronti ad un altro tour de force lavorativo che non lascia spazio, se non per fugaci scappatelle fuori porta, ad altre pause-relax almeno fino alla prossima settimana bianca… E fino ad allora? Che fare? Beh, siete nel posto giusto per trovare valide alternative a picnic plurifamiliari o a bigami lumi di candela clandestini...

Iniziamo subito con unareprise per palati stanchi di tracannare litri di birra gelata o beveroni anti-afa: passata la bella stagione è di nuovo tempo di assaporare i genuini fermenti della nostra terra e l’occasione ce la offre in calici e flûte socialmente impegnati la prima edizione . Ecco di cosa si tratta:“sensibilità planetarie e agricoltura contadina, vignaioli e vini in mostra, romana di terra e libertà / CRITICAL WINE Foire stands di aziende vitivinicole, assaggi, incontri con i produttori, convegni, musiche, poesia e molto altro”. Sull’impronta del francese des Particuliers, comincia a prendere piede in Italia questo sensibile evento auto-gestito con lo scopo di proporre un nuovo rapporto produttore-consumatore, offrendo tra l’altro a case vinicole più e meno note la possibilità di far conoscere agli estimatori la qualità dei propri prodotti, e inoltre di dibattere temi inerenti terra e ambiente, equità e sostenibilità del consumo. L’edizione in esameForte sbarca a Venezia sabato 2 ottobre (Centro sociale zona bandita 1105/a Cannaregio) per poi approdare a Roma negli storici locali del Prenestino il 22, 23 e 24 Ottobre. E’ previsto che ogni visitatore all’entrata venga dotato di un calice di vetro che, per l’accessibile dazio di 5 euro potrà riempire a piacimento durante tutta la manifestazione perdegustare ottimi vini di tutta Italia. Forte Prenestino,via Federico Delpino 189 zona Centocelle - ROMA Link: Collettivo Informale Terra e libertà /Criticalwine www.criticalwine.org C.S.O.A. Forte Prenestino www.forteprenestino.net

Chi invece non può aspettare fino alla terza decade per dare spazio alla propria voglia di centro sociale può benissimosi fa portavoce approfittare di noi di INCONTROTEMPO 2.0, il festival del precariato metropolitano. Il Laboratorio Occupato Autogestito Acrobax lavoratori del terzo millennio, dipendenti solo daoccupazioncine sottopagate e pure in nero o nella migliore delle ipotesi da agenzie per il lavoro interinale, e ci offre unaquattroggiorni di incontri, dibattiti, autorganizzazione, musica e quant’altro per prendere coscienza dei tempi che cambiano e per confrontare esperienze, lotte, disagi, drammi e conquiste. Ormai il popolo impegnato del belbandana paese leto lotte le fa ballando, che la terra scotta sotto i piedi e abiurando la voglia che verrebbe di farsi, da soli, sotto la fulgida egida dell’im premiér seguendo il da lui segnato cammino, e questa volta si incontra dal 30 settembre (già passato mentre leggete) al 2 ottobre (per fortuna siete ancora in tempo) percospirare di giustezza. LOA Acrobax, in Via della vasca navale, 6 - ROMA Link: www.acrobax.org Si sta preparando inoltre, sempre su territorio romano, (monogeografica questa uscita!!) unagiornata internazionale degli artisti contro la guerra, sulla scia di quella ben riuscita del 30 giugno scorso. Il 23 di questo mese vedrà raccogliersi e unirsi in un corale diniego artisti di provenienza internazionale. Aggiornamenti continui su www.bloggersperlapace.org e ricezione proposte e adesioni all’indirizzo artistico [email protected]. Leoncavallo di Milano se non fosse che, per l’ennesima volta, un’amministrazione tragicamente Giorno 18 festeggerebbe trent’anni il via Watteau, che dal priva di lungimiranza ha deciso di fare la voce grossa e di sindacare sul destino di un’area, quella ex industriale di settembre 94 ha avuto modo di ospitare le numerosissime attività per cui il Centro Sociale milanese si è sempre distinto. Si decide in queste settimane sullo sgombero, sarebbe un peccatoripristinare lo status quo di dismissione e abbandono. Ma la festa intanto ci sarà, perché i 30 anni sono un traguardo importante. Centro Sociale Leoncavallo, via Watteau 7. bazar 10 2004 net di valeria cecilia 57 [email protected] Babelteka.org, liberi di sapere E’ nato il primo nodo italiano di scambio gratuito di opere. E’ basato sul free software e ha l’ambizione di creare molto “traffico di libri” lungo tutto il territorio nazionale.

«Fin dal periodo di Reagan, la maggiore scarsità degli Stati Uniti non riguarda l’innovazione tecnica, ma piuttosto la volontà di lavorare insieme per il bene pubblico. Non ha alcun senso incoraggiare la prima a Manga fai da te spese della seconda», Richard Stallman, ideatore del free software. Si apre con questa frase la porta (home page) della prima “biblioteca Nel bazar di Maria si trova di pubblica distribuita”, un sistema di prestito gratuito tutto, basta che sia made in film. Una libreria dove possono trovar posto tante raccolte di libri, domestiche dischi, lasciate piene di polvere, vecchie collezioni letterarie del nonno, libri Japan…. che abbiamo comprato ma che non amiamo o libri che invece amiamo Tutte le cose più impensate sui manga sono su http://ilbazar a tal punto da voleri far leggere a tutto il mondo. E ancora dischi che dimari.altervista.org/index.html: istruzioni fai-da-te, storie di ci hanno deluso, doppie copie di cd ricevuti in regalo, vecchi moovie: censure, sigle, fotomontaggi, racconti e leggende giapponesi, insomma su babelteka.org si può mettere, e trovare, di tutto. L’uso ma anche corsi di cucina orientali, trame, fanfiction, della banca dati è semplice, ci si iscrive, segnando il proprio indirizzo, fanart, cosplay, canzoni, videogiochi. Tutto questo e altro e si depositano, (o si chiedono), le opere. Tutto gratuitamente. L’unico su questo sito amatoriale realizzato e gestito per intero serio accorgimento da mantenere durante l’uso di babelteka è il da una ragazza di 22 anni appassionata di cartoni animati rispetto per gli altri. giapponesi da quando ne aveva 15. Ma il bello di questo sito è L’idea di questa biblioteca pubblica on line nasce ad opera di una rete di che è arricchito con il contributo di tutti gli utenti. Presto ci persone: “traduttori, programmatori, progettisti, sociologi, ognuno con sarà una nuova sezione dedicata al J rock e J pop, la musica la propria competenza ha contribuito alla messa on line di babelteka” moderna giapponese. racconta Rattus, uno dei responsabili del progetto, che ha prestato, le sue doppie competenze sociologiche e informatiche. è nata da delle libere chiacchierate su temi quali il bookcrossing,“Babelteka le telestreet, il free software” dice Rattus. Il codice di programmazione che è stato usato per strutturare il data base infatti è Sicilia on line stato preso dal progetto californiano Per conoscere “Distributed Library Project ” ( w w w. t h o u g h t c r i m e . o r g / tutti gli eventi, software/dlp/), padre di tutte le biblioteche pubbliche on line. soprattutto quelli La versione di casa nostra alternativi rispetto a quella americana, www.siciliantagonista.org è il nuovo incentrata su tante piccole contenitore promozionale di eventi, comunità locali, vorrebbe che manifestazioni, festival, concerti DLP riuscisse ad avere un e tutto ciò che riguarda la Sicilia. quadro della distribuzione delle Siciliantagonista.org ha l’ambizione opere sul territorio nazionale. di creare una fitta rete di contatti e Ciò potrebbe determinare nel di appuntamenti siciliani “alternativi” corso del tempo il costituirsi di per fare in modo che siano visibili cataloghi capienti da divenire e consultabili in modo veloce, appetibili per bibliofili, attraverso un semplice click. studiosi e collezionisti, fino a rendere Babelteka una novità significativa nell’offerta di servizi pubblici di questo genere. “Il nostro scopo Scrivi anche tu, senza censura dice Rattus, è di creare un Censurati.It è un sito interattivo servizio di pubblica utilità. Se che dà voce alle notizie di solito Babelteka venisse clonata, non divulgate. Puoi scrivere anche non ci dispiacerebbe tu…. minimamente, anzi c’è da www.censurati.it è un sito di augurarselo”. rivendicazione sul diritto d’opinione. Un portale che offre un servizio completo di informazione interattiva che tratta temi di attualità, politica, cinema, hackeraggio, mobbing, libri, con un approccio che vuole smascherare le bugie. Si legge sul manifesto del sito: “Censurati.it è nato per farti sapere quello che non ti vogliono dire. Per evitare quindi il piattume in cui rischi di cadere, collabora anche tu, se senti di poter esprimere verità scomode. Nessuno ti metterà un bavaglio!” 58 di guido dolara noi bazar 10 2004 [email protected]

La capitale della Lettonia è una delle metropoli Riga, stella del Nord dell’Unione europea più lontane e più povere. Più vicina a Mosca che a Bruxelles, è tutta proiettata verso l’Europa, e guarda Situata a pochi chilometri dal confine tra Ue e Russia, Riga è geograficamente e con diffidenza alla Russia ex storicamente più vicina a Mosca che a Bruxelles e alle capitali dell’Europa occidentale. colonizzatrice. Il legame più Il suo futuro è però assolutamente proteso verso l’occidente e verso l’Europa. Grazie a questo entusiasmo la città sta vivendo una rinascita e un boom culturale ed economico, stretto è con la Scandinavia, proponendosi come una delle metropoli più promettenti della nuova Europa e come nuova da cui la separa solo un capitale del Mar Baltico. Il suo fascino e la sua attrazione nascono soprattutto dalla posizione geografica e geo- breve tratto di mare. Città politica, crocevia di culture. Riga è prima di tutto una capitale dell’Europa del nord, dell’est col cuore ad ovest. affacciata sul Mar Baltico e da sempre centro di scambi tra Scandinavia e mondo slavo. Un breve tratto di mare di circa 400 kilometri separa Riga da Stoccolma. Fino al 1991 i due paesi erano divisi dalla cortina di ferro. Oggi gli scandinavi considerano Riga e i paesi baltici il ”cortile di casa propria”. Gli investimenti dai paesi nordici sono visibili ovunque: il panorama di Riga è dominato dall’elegante grande magazzino finlandese Stockmann e dall’albergo norvegese Reval. I giovani comprano vestiti dal negozio norvegese Dressman. La linea aerea nazionale, Air Baltic, è di proprietà delle linee aeree scandinave SAS, mentre la principale impresa di telecomunicazioni, Lattelekom, ha come principale investitore straniero il colosso svedese- finlandese TeliaSonera. Riga è anche indubbiamente una capitale centro-europea, come Praga o Varsavia, a cui somiglia soprattutto dal punto di vista architettonico. Come la Cecoslovacchia e la Polonia, la Lettonia ha vissuto un periodo di indipendenza e prosperità nel periodo tra le due guerre mondiali e di quel periodo rimane soprattutto l’architettura, bellissimi edifici residenziali in stile Jungendstil (Liberty o stile floreale in italiano). Inoltre, come Praga e Varsavia la città sta vivendo una rinascita grazie alla fine della dominazione sovietica. C’è da dire che con il nome di  (come si scrive in caratteri cirillici) importante nel panorama culturale russo, visto che oltre il 40% dei suoi la città abitanti è un sonocentro di madrelingua russa. Le relazioni tra lettoni e russi sono spesso tese e i due gruppi nazionali vivono vite separate. L’influenza russa è vista con sospetto, anche se i rapporti commerciali con la Russia sono necessari e la musica e la televisione russe continuano a essere omnipresenti. In futuro, la familarità con la Russia potrà diventare un vantaggio per Riga, possibile punto di incontro tra l’Europa e il suo più grande vicino dell’Est. Per adesso i russi continuano a essere visti come un problema piuttosto che una opportunità. Al centro di questo crocevia di culture, i Lettoni sono un piccolo popolo circa 1 milione e mezzo di persone, nemmeno il 60% della popolazione del loro stato, per il resto composto prevalentemente da russi. Raramente indipendenti durante la loro storia, i lettoni sono un popolo orgoglioso della propria lingua e della propria individualità e sono la vera anima di questa capitale baltica.

Per visitarla L’ industria del turismo sta diventando importante per la città di Riga. La sua forza principale è che la città è indubbiamente bella, grazie al fiume, ai ponti all’architettura restaurata e quasi intonsa dalla guerre. Riga è una meta di gite di fine settimana da tutta la regione circostante, a cominciare da lituani ed estoni che la visitano per fare spese, da russi che vengono a trovare parenti fino a scandinavi che cercano turismo culturale, per non parlare di alcol e sigarette a basso prezzo. Anche il turismo dal resto d’Europa si fa sempre più visibile e la città offre una buona infrastruttura di alberghi, ostelli, ristoranti, caffè e locali notturni. La lingua inglese è usata piuttosto comunemente dai giovani al di sotto dei 30 anni. Altrimenti, russo o lettone sono le uniche possibilità per comunicare. Esiste però anche il fenomeno del turismo sessuale, attratto dai numerosi locali a luci rosse, controllati dalla mafia locale. Il mondo della prostituzione in Lettonia è violento, pericoloso e poco regolamentato. La maggior parte delle ragazze che ci lavorano sono in condizione di semi schiavitù, fatto ignorato dai gruppi di turisti occidentali tutti al maschile che frequentano i bordelli. Il modo migliore per ottenere informazioni specifiche su Riga è utilizzare la guida ”Riga in your pocket”, bimestrale che si trova nella maggior parte dei giornalai, o consultare gratuitamente online suwww.inyourpocket.com . Altrimenti, i due classici del turismo giovanile, Lonely Planet e Rough Guide, hanno sezioni su Riga nelle loro guide dei paesi baltici.

Per arrivare a Riga utilizzando opzioni Low Cost si può utilizzare Ryanair (www.ryanair.com), che va a Riga da Londra, Francoforte e Tampere in Finlandia. Altrimenti, Air Baltic www.airbaltic.com( ) vola a Riga a basso prezzo dalla maggior parte dei paesi europei compresa Milano. Per chi preferisce arrivare via mare, la rotta più comune è Stoccolma-Riga.

COME ARRIVARE bazar 10 2004 loro di franco andreucci 59 [email protected]

Facile schierarsi contro McDonald’s e Coca-Cola, simboli di una cultura americana che non piace alle sinistre nel mondo. Bisogna però Ketchup, hamburger, patatine fritte, distinguere. Tanto per cominciare, sul piano del gusto: la Pepsi-Cola, maionese, senape a volontà e tanta Riga, stella del Nord con i suoi aromi di agrumi, è più buona della Coca-Cola, che ha una forte componente di cannella. E ancora: una bistecca alla fiorentina è Coca Cola. Da una parte. Dall’altra più buona di un hamburger, ma, forse, un hamburger con le patatine ambientalisti, sindacalisti, obesi furibondi fritte McDonald’s è più buono di una minestra in scatola Campbell’s. Il terreno di discussione, è chiaro, non è questo. Le proteste contro e avvocati a caccia di cause lucrose. McDonald’s e Coca-Cola (contro la Coca-Cola protestava sul suo quotidiano anche il PCI negli anni ’50) nascono dall’accusa di considerarle responsabili di arroganti operazioni commerciali e industriali, che hanno come risultato perdite di identità culturali locali. In poche parole, le considerano agenti della globalizzazione. E gli americani? Al di là dei gruppetti radicali europeizzanti antiglobalizzazione, che atteggiamento tiene il pubblico americano verso due dei simboli più vistosi del suo modo di vita? In primo luogo, mangia da McDonald’s e beve Coca-Cola magari senza entusiasmo, ma con la stessa naturalezza con cui noi andiamo in pizzeria. E, bisogna aggiungere, raggiungendo cifre di consumo spaventose (nel mondo, circa 47 milioni di persone al giorno mangiano McDonald’s). C’erano, una volta, delle differenze fra Burger King, che cuoce sulla griglia, e McDonald’s, che cuoce sulla piastra. Ma alla fine, è il fast food il punto, non i singoli ristoranti. E le catene (le numerosissime catene) di fast food sono ormai una parte del panorama culturale americano. Certo anche in questi angolini simbolici si svolge una parte della costruzione dell’identità e dobbiamo riflettere sul fatto che, quando la Francia ha Fotografia di Karen Summer criticato la politica americana e si è ripetuto un capitolo del tradizionale rapporto di amore-odio tra americani e francesi, gli americani più americani hanno proposto di chiamare le patatine fritte Liberty fries invece che French fries. In America, dove la Coca-Cola ha aperto ad Atlanta una specie di museo con visita guidata alla fabbrica (simile, del resto, a quello della Guinness a Dublino), i consumi di soft drinks nei fast food non sembrano in pericolo. Ci sono, tuttavia, una serie di segnali su cui vale la pena discutere. Contro la Coca-Cola, sono sempre più vivaci le proteste a proposito della sua politica industriale. Atteggiamenti antisindacali, discriminazioni, scarso interesse per le risorse naturali, inquinamento prodotto dai suoi impianti di imbottigliamento dall’India alla Colombia, dall’Africa alla vecchia Europa sono tra le principali critiche che le vengono mosse. Le bevande in sé non sembrano in discussione. In questo senso, la Coca-Cola è equiparata a qualunque altro gigante industriale che gode di una posizione di semimonopolio. I suoi critici costituiscono uno schieramento più ampio dei soli no-global: di esso fanno parte anche sindacalisti, movimenti per i diritti civili, ambientalisti. Per McDonald’s, la cosa è più complessa perché alle polemiche del genere precedente, se ne aggiungono altre due: una è la contrapposizione culturale e il revival – anche nel fast food – di cucine etniche. L’altra, più seria, si accompagna alla convinzione che McDonald’s sia responsabile (sia fra i responsabili) di una delle malattie sociali più serie d’America, l’obesità. Sono in corso una serie di cause legali contro McDonald’s intentate da bambini obesi e dai loro genitori obesi che si basano sul fatto che il cibo offerto dal gigante del fast food è un cibo ipercalorico, grasso, che trasuda colesterolo e che nei ristoranti McDonald’s non solo non si suggerisce nessuna cautela alimentare, ma si incoraggia il consumo. Ora, anche qui c’è da distinguere: da una parte c’è la lobby degli avvocati, alla ricerca di azioni legali collettive contro grandi compagnie (come contro le compagnie del tabacco) che possano produrre sentenze lucrose. E di questo, riparleremo. Dall’altra, c’è il problema generale del junk food (del cibo spazzatura): caramelline, merendine, gelatoni, sciroppi, grassi e farinacei offerti in porzioni gigantesche che non si risolve facendo la guerra a McDonald’s. E’ un problema di cultura alimentare, e ci vorranno decenni per trovare una soluzione. Junk Food 60 di cristiana scoppa migrazioni bazar 10 2004 [email protected]

Notizie/non notizie dal Medio Oriente

C’è una piccola agenzia stampa – DW Press – che da una decina Esteri. Kuwait: nuovi progetti per d’anni trasforma in “lanci” e “notizie” lo sviluppo e diritti politici anche imprese, problemi, successi, eventi alle donne che vedono le donne protagoniste. (DWpress) – Kuwait City – Il primo ministro kuwaitiano Uno sguardo diverso su quel mondo Sheikh Sabah al-Ahmad Al Sabah ha reso note le intenzioni del governo di cercare, ora che il Paese è libero da minacce islamico di cui tanto si sente parlare altrui, una partenza per il risveglio e lo sviluppo economico in questi giorni, ma di regola in modo sulle basi di alcuni progetti organizzati. Oltre la costruzione superficiale. E’ possibile, una volta di un porto commerciale e la ristrutturazione di quelli già esistenti, Al Sabah ha chiesto l’aiuto di alcune società tanto, entrare in profondità in quel di Singapore anche per edificare un aeroporto che possa mondo parlando di cose che quasi contenere almeno 20 milioni di passeggeri l’anno. Ma la mai trovano spazio sulle pagine dei notizia più “calda” è l’intenzion e del governo di stanziare nuove leggi per dare finalmente a tutte le donne diritti giornali? Bazar ci ha provato politici finora inesistenti. Numero 167/168 del 24/25 settembre 2004 Esteri/1. Iran: giro di vite sui diritti delle donne (DWpress) - Teheran - Il direttore del Festival di Teatro di Teheran in una nota stampa diffusa ieri ha invitato le attrici e le compagnie teatrali a rispettare il codice di abbigliamento e di comportamento islamico.“Le attrici che si presenteranno in scena o in qualsiasi altro momento del Festival Esteri/2. USA - Giornalista turca teatrale con abiti aderenti, senza il tradizionale hijab, o con un trucco liberata racconta la sua prigionia pesante, non potranno essere premiate”. La direzione del festival ha anche vietato incontri diretti tra uomini e donne fuori in carcere dal palcoscenico, aggiungendo che nel caso di eventuali (DWpress) - New York – Una giornalista turca, liberata dopo insubordinazioni la cerimonia finale della premiazione sarà diversi giorni di prigionia in carcere, ha pubblicato un duro e sospesa. Ricordiamo che risale a quindici giorni fa l’arresto toccante resoconto di questa sua terribile esperienza. “I primi del direttore della Casa del Cinema di Teheran, perchè carcerieri – racconta - sono stati i meno feroci. Si erano presentati durante una festa, alcuni dei partecipanti non avevano come membri di Ansar al-Islam, il gruppo fondamentalista che sotto rispettato il codice islamico d’abbigliamento e si erano viste Saddam Hussein era riuscito a stabilire un’enclave in zona curda e donne stringere la mano agli uomini. che per gli Stati Uniti è collegato ad Al Qaeda. Anche se parlavano Numero 172 del 30 settembre 2004 turco, sostenevano di essere arabi sunniti e non turcomanni sciiti. Io, avevo dalla mia sia il fatto di essere musulmana sia di poter parlare con alcuni dei carcerieri nella nostra lingua comune, il turco, anche se Esteri/1. India: una moschea per per i sequestratori ero una donna troppo indipendente. Fin dal primo sole donne momento mi hanno obbligato a indossare una lunga tunica e il velo, non (DWpress) – Tamil Nadu - Un gruppo di donne volevano vedermi in maglietta e pantaloni. Una volta accertato che io e musulmane (Wlulm) della città indiana ha deciso di gli altri ostaggi eravamo giornalisti, l’emiro aveva deciso di liberarci, ma costruire la propria moschea. La decisione di questo quella notte stessa morì sotto un bombardamento americano. Fummo consiglio cittadino di donne (una jamat al femminile) allora ceduti ad altri gruppi e l’ultimo, in particolare, fu il più violento. sarebbe dovuta alla mancanza di rappresentazione nella Amavano torturarci senza motivo. Spesso si mettevano le dita davanti comunità. Secondo la Commissione degli Affari Pubblici, alla gola per farci segno che saremmo stati sgozzati. Una volta mi hanno tutta maschile, le donne hanno il diritto di pregare nelle messo una kefiah bianca e rossa attorno alla testa legata così stretta da moschee, ma in posti separati. Non è concepibile una farmi temere di diventare cieca. Poi cominciarono a picchiarmi con una moschea di donne. I jamats, connessi alla moschea, cintura piena di chiodi. ‘Il tuo amico ha confessato tutto, sei pronta a giudicano i casi delle famiglie della comunità, inclusa confessare anche tu?’, urlavano i carcerieri. A un certo punto, mentre ero la violenza domestica. A eccezione del caso del jamat sdraiata a terra dolorante, qualcuno mi scostò il velo davanti agli occhi e femminile non è permesso alle donne esserne membri o vidi le scarpe e la giacca del mio collega. Nella stanza entròun giovane presentare i loro casi. che mi disse: ‘Il tuo amico è stato ucciso, tu sei libera’. Così, fui prelevata Numero 171 del 29 settembre 2004 e dopo un po’ di giri in macchina mi lasciarono davanti alla sede del Fronte turcomanno iracheno a Mosul. Numero 169 del 27 settembre 2004

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PER SAPERNE DI + bazar 10 2004 gender di giulia premilli 61 premilli@bazar web.info

Una maratona cinematografica sull’universo gender ma anche un forum sociale europeo sui diritti Sessualità. civili di gay e lesbiche. E poi ricerche scientifiche sull’orientamento sessuale Si cresce e solidarietà. Perché tutto serve. Il parroco e la trans: chi vuole si faccia avanti! Gender vs realtà Anche il centro di Documentazione del Cassero di Bologna partecipa a Sandra Alvino, presidente dell’associazione Italiana Transessuali, Women (candidata per Forza Italia nel consiglio di quartiere 5 del comune in rivolt: realtà vs Gender manifestazione organizzata dal Festival MilanOltre di Firenze per le ultime elezioni amministrative e non eletta) 2004 (dal 17 settembre al 15 ottobre). Prendono posto nel ricco palinsesto (tra teatro da poco ha contattato Don Santoro (il prete dei poveri delle e danza) anche una lunga maratona di film a tema gender tratti dalla filmografia Piagge di fiorentine). Il parroco non nuovo all’accoglienza le ha che va dagli anni ‘30 agli ‘80. Come spiega Luca Scarlini nella presentazione della messo a disposizione un ambiente della sua parrocchia affinché manifestazione l’anima del festival si avvale del“gender, che è parola complessa Alvino continui il suo lavoro di sostegno alle persone transessuali. e di recente adozione, che in primo luogo accoglie in sé tutto quello che appartiene La presidente infatti si era ritrovata senza “casa” proprio al all’identità, alla rappresentazione di sé nel mondo, per quanto concerne la sessualità, momento della sua candidatura con Forza Italia in quanto si è che di ciò è ovviamente un carattere primario”. vista “sfrattare” dalla Casa del Popolo il Progresso l’allora sede Da segnalare: dal 2/10 al Teatro Leonardo GENDER IN ACTION: TUTTO dell’associazione. La stessa Alvino inoltre, nell’ultimo mese ha IN UNA NOTTE, la maratona cinematografica di MilanOltre in collaborazione chiesto al presidente della Regione Toscana Martini un colloquio con Centro di Documentazione Il Cassero e Gender Bender (Bologna) e dal 8/10 per creare una bozza di vitalizio da presentare al Ministro per al 10/10 al Teatro dell’Elfo Dixie Fun Dance Theatre (Usa) THE THINNEST le Pari Opportunità a beneficio delle persone transessuali con WOMAN WINS (Vince la più magra), creato e interpretato da Dixie FunLee problemi di salute. Shulman . Inoltre: il 2 e il 3 ottobre al Teatro Strehler RWANDA 94 (BELGIO), tentative de réparation symbolique envers les morts, à l’usage des vivantsUne Studio lesbo 13/10 al 15/10 al Teatro dell’Elfo Julie Dossavi in F.I.V.E. coreografia e inoltre Julie dal Dossavi Partendo dal presupposto che è sempre bene conoscere per e Gérard Gourdot con Julie Dossavi .Info: Ticketone c/o Spazio Oberdan, v.le migliorare, il centro Ricerche di Neuroscienze di Torino sta V.Veneto 1, tel. 02392261, www.ticketone.it tel. 02716791 - 0226681166. svolgendo una ricerca sul mondo omosessuale femminile in collaborazione con il dott. Alessandro Cellerino del CNR di Pisa, autore del libro “Eros e Cervello”. Lo scopo è raccogliere informazioni su alcuni parametri relativi alla scelta del partner e confrontare le risposte secondo l’orientamento sessuale, omosessuale ed eterosessuale. Si ricercano soggetti disposti a partecipare a tale studio. Le informazioni saranno raccolte e utilizzate in modo anonimo. Chi è interessato può mettersi in contatto con il numero 0118171483, e chiedere della dottoressa Olga Sassu.

No global? Si grazie! Si scaldano i motori per il Forum Sociale Europeo che si svolgerà a Londra dal 14 al 17 ottobre. Il terzo incontro no global vede accreditate centinaia di associazioni. I temi in discussione: guerra e pace, democrazia e diritti fondamentali (tra i quali diritti umani delle persone disabili; diritti civili per lesbiche e gay) giustizia sociale e solidarietà: contro le privatizzazioni e per i diritti del lavoro, sociali e delle donne (includere speaker sulle disuguaglianze riguardanti donne, lavori, lavoratori neri e migranti), globalizzazione liberista e giustizia global, contro razzismo, discriminazione, estrema destra: per uguaglianza e diversità (con seminari sul tema dell’oppressione di gay e lesbiche), crisi ambientali, contro il liberismo e per società sostenibili. 62 di mario morcellini cortei bazar 10 2004 [email protected]

logico tenue e qualche incongruenza. La principale è il divario che c’è fra le due principali accuse che vengono mosse: l’incapacità e la diabolicità Tutti i colpi di Michael Moore vanno a del progetto che viene ricostruito. Il diavolo non sarà brutto come lo si dipinge, questo è vero, ma neanche ci riesce di immaginarlo così stupido. segno. Eppure manca il colpo del KO. E C’è insomma nella tesi di Moore qualcosa di martellante e precostituito che l’impressione marginale che permane è la rende meno credibile e talvolta sfiora il miracolo, perché tale sarebbe, di rendere per contrasto meno antipatico (simpatico non è possibile, in tutta che il potere, visto da vicino, fa ribrezzo franchezza) il bersaglio della critica. Anche cinematograficamente si trova l’eco di quel cinema un po’ radical in cui il Presidente e il suo clan sono Mettiamo subito le cose in chiaro: Michael Moore è bravo e il suo sempre colpevoli, con una spruzzata di “impero del male” che contribuisce Fahrenheit 9/11 è bello. Altrimenti questa potrebbe sembrare l’orazione di all’identificazione dei personaggi ma un po’ lede l’attendibilità dei Marco Antonio. Se c’è da discutere, infatti, è solo sui motivi dell’efficacia ragionamenti. C’è anche un po’ di televisione, televisione che conosciamo. del documentario e sull’applicazione delle qualità del regista, visto anche Il documentario sembra un misto di Tv7 (quello buono, come si faceva il clamore, non del tutto atteso, suscitato dall’uscita del film. Un clamore una volta), di telestreet (sembra simile l’impianto ideologico: ti piazzo una legato in qualche misura al concetto di rivelazione, ma in maniera un po’ telecamera in fronte e tutti capiranno da sé chi è il “cattivo”) e di “striscia la più profonda rispetto alla semplice scoperta di un fatto prima ignorato, notizia” (per la filosofia di fondo, ispirata alla distruzione burlesca dell’alone senza tuttavia arrivare al blasfemo. Perché, a dirla tutta, il documentario che circonda “il potere”). In qualche momento Michael Moore pensa di Moore non aggiunge molto di nuovo a quello che già si sapeva, o che di essere Kubrick (ricordate Orizzonti di gloria, ma soprattutto il Dottor almeno sapevano i critici di Bush, che non sono la minoranza e neppure Stranamore?), però, anche se lui probabilmente non lo conosce, finisce silenziosi. Si sapeva già che il Presidente americano non ha una faccia almeno una volta per somigliare a Valerio Staffelli, quando si piazza davanti intelligente e le sue espressioni sfiorano il catatonico anche nelle normali al Congresso per convincere i deputati a mandare in guerra anche i loro figli. In quel momento tutti gli italiani si saranno aspettati l’apparizione di un grande tapiro d’oro. Le opere “a tesi” però sono così: hanno pregi (per chi le condivide) e difetti (per chi non è d’accordo). Moore lo sa e va dritto al suo scopo, lavorando per accumulo, Il Presidente scendendo nei gironi di quest’ambiente infetto e non esitando a “usare” immagini e persone. E questo va bene, fa parte del gioco ed è la forza messo al Moore dirompente del film. Però c’è qualcosa, d’impalpabile occasioni pubbliche, senza dover andare a rovistare nel sacco dei “fuori forse, che sembra mancare. onda” che, con pettini e ciprie intorno al viso, in parte legittimano il suo Non è tanto la compostezza critica, l’approfondimento analitico, che forse fare attonito, che invece forse viene da più lontano. Bush si muove, parla non sarebbero intonati a un lavoro “militante”, quanto lo stupore vero e agisce come una persona mediocre e, nel frattempo, un po’ tutti ci e il rispetto di fronte alla realtà. La persistenza dell’attacco, la lettura in eravamo accorti che non è un grande statista; non basta parlare come termini “buoni” contro “cattivi” non sempre aiuta a capire, non sempre gli John Wayne, mettersi il giubbetto da aviatore o dichiarare una guerra argomenti si vedono meglio se vengono sfiancati nell’esibizione. Pignolerie? col sopracciglio lievemente inarcato. Così come sapevamo già che la Peli nell’uovo? Sì, forse. Ma che bisogno avrebbe Moore di un applauso in sua elezione non è stata un esempio di limpidezza, né comparirà in un più? E forse la ricerca degli ulteriori spunti di riflessione che un lavoro così manuale sulla democrazia perfetta; sapevamo anche, ahimè, che la guerra denso naturalmente offre, è un complimento migliore. è una questione sporca e brutta (e ogni giorno che passa lo sappiamo di In modo particolare, un’impressione marginale, fra quelle, copiose, che più), che gli affari, in generale, finiscono per comparire dietro molti ideali, il film lascia, ci sembra degna d’attenzione. Pare giunto alla fase di “non se si ha la forza e la giusta impudenza per grattare sotto la superficie, un po’ ritorno” l’affievolimento della distanza fra società e apparato dirigenziale in tutti i campi, non solo su quello di battaglia. Lo sapevamo, tutto questo, che la governa. A pensarlo prima, sembrava un fenomeno legato al ma c’è bisogno che ogni tanto qualcuno ce lo ricordi, perché queste miglioramento progressivo della democrazia, auspicabile, anzi necessario. consapevolezze incrociate finiscono per formare una patina, come una Ma a viverne i riflessi attuali, qualche dubbio viene. Moore non è il tipo crosta, che aiuta a sopportare forse, ma alla lunga avvilisce nell’indifferenza che ti aiuta a entrare negli argomenti in modo calmo e riflessivo: il suo fare e nel cinismo le nostre capacità di interpretazione e di critica della realtà. - quello di uno che “la sa lunga” e ti dà le “dritte” giuste “senza peli sulla Se quindi Fahrenheit 9/11 aggiunge poco alle nostre conoscenze, lo lingua” - è affabulatorio e giustamente aggressivo. Ma è quello che non si aggiunge bene, meglio ancora, fa bene ad aggiungerlo. vede, nel film, a inquietare di più. Non si vede la distanza, la mediazione. Il suo scoop principale è che l’amministrazione Bush, col capo in testa e la Il potere viene visto sempre da vicino, schiacciato, senza prospettiva. E fa fanfara, dopo un periodo di ozioso raccoglimento, atterrita dalla necessità ribrezzo. Ribrezzo e basta. Sarebbe curioso immaginare come concepirebbe di governare, ha accolto l’attacco alle torri gemelle come un’occasione Moore un documentario su Kerry. Non è in questione qui la politica di Bush, “d’oro” per tirar fuori la sua vera anima: che risulta nel film quella di uno ma il decadimento della qualità della politica (sul quale anche in Italia non si spietato e cinico comitato d’affari. Secondo Moore quest’accolita di facce scherza affatto) e un potenziale abbassamento del livello della critica. Senza di bronzo falsifica i certificati, nasconde i fatti che gli dispiacciono, passa arrivare obbligatoriamente a lamentare il solito “declino della cultura”, il tempo a imbellettarsi e manda i ragazzi americani, e non solo quelli, a operazione che peraltro serve a poco, basta invocare un po’ d’attenzione: sparacchiare in giro per il mondo, molto meno a caso di quanto sembri se si frugano i cestini della spazzatura, nessuno è in salvo, né il Kennedy anche ai critici più smaliziati. I colpi di Moore vanno quasi tutti a segno. che apre la pratica Vietnam e forse chiude quella Monroe, né il Clinton Inducono a riflessioni quantomeno inquietanti le immagini di Bush che dagli appetiti sessuali sbrigliati escono indenni. La macchina da presa di riceve all’orecchio la notizia dell’attacco kamikaze mentre è in visita Moore è troppo vicina all’obiettivo, naturalmente in senso anche figurato, a una scuola. Il capo dell’Impero non trova di meglio che sfogliare un e così sottolinea la difficoltà a costruire oggi nuovi miti, buoni o cattivi abbecedario e assumere un’aria banalmente smarrita, come un burattino che siano. Se è più difficile che la marcia di un Hitler sia senza ostacoli, senza fili che aspetta Mangiafuoco. Riflessioni ancora più inquietanti neanche è vero che Ghandi, come sostiene la pubblicità di una compagnia insorgono di fronte alla storia dei legami del Presidente, e degli affaristi di telecomunicazioni, sarebbe oggi il faro del mondo. La mitologia politica, che lo attorniano, con il petrolio saudita, da cui proviene l’intimità nei quella pessima ma anche quella buona, non riesce ad attecchire se non si confronti della famiglia Bin Laden e del suo entourage. Provengono anche, creano zone d’ombra o di credulità. Solo, bisogna conoscere qual è il grano nell’ordito del documentario, legittime domande sull’atteggiamento, a dir e quale il loglio. Questa frenesia che ci percuote - in cui subito arriva un poco altalenante, nei confronti del mondo islamico e dell’Arabia Saudita. tizio qualunque, con foto e prove che rivelano tutto, con il video che mostra Ma dobbiamo leggere simpaticamente questa storia come un remake al di là di ogni raccapriccio, con l’informazione che va dimenticando il suo di Red e Toby - che, come si sa, per Walt Disney sono “nemiciamici” ruolo di mediatore e interprete - non ci aiuta. Ma in questo mondo che come vuole la natura - altrimenti la logica condurrebbe a sospettare che corre, in cui tutto è vero e tutto è falsificabile (che Popper ci perdoni…), Bush stesso abbia mandato i kamikaze oppure li abbia coperti, oppure qualcosa si perde e qualcosa anche si guadagna. Si perde la “distanza” potesse sapere qualcosa. È questo il guaio, purtroppo, di tutte le accuse “a dalle cose, quella che forse ce le fa vedere meglio, ma si guadagna, se non valanga”: nella tempesta dei colpi si può intravedere qualunque disegno. la verità (non illudiamoci), almeno una consapevolezza: nella costruzione I colpi, qualcuno anche poderoso, vanno a segno, dicevamo, ma il colpo dello spazio pubblico il gioco ormai avviene a carte scoperte, chi governa del KO non sembra arrivare. Sia perché nella fitta sassaiola qualche volta non può più farlo puntando sull’ignoranza dei “governati”, o non tenendo il lanciatore può nascondere la mano, sia perché la dinamica incalzante conto di ciò che essi pensano. E allora, mille di questi Moore. del racconto, sempre alla ricerca di qualcosa di ancora più infame che inchiodi finalmente l’orco alle sue malefatte, finisce per produrre un filo (Ha collaborato Giovambattista Fatelli) bazar 10 2004 gerenza 63 [email protected]

HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO DI BAZAR:

Claudio Amendola Marcello Amoruso Agnese Ananasso Franco Andreucci Carla Romana Antolini Giulia Baldi Luca Beatrice Marco Begani Alessandro Benvenuti Ciro Bertini Matteo Bianchini Nancy Brilli Eva Buiatti Valerio Cammarano Giuliano Cangiano Luca Carboni Valeria Cecilia Claudio Coccoluto Marzia Di Mento Guido Dolora Pietro D’Ottavio Fabrizio Gianuario Caterina Gonnelli Andrea Lisi Enrico Lo Verso Mario Morcellini Andrea Mugnaini Oliva Muratore Fabio Murru Angelita Peyretti Roberto Pisoni Giulia Premilli BAZAR Via Bradano 30, 00199 Roma Lorella Scacco [email protected] Cristiana Scoppa Chiara Spegni DIRETTORE RESPONSABILE - Eugenia Romanelli Studenti La Sapienza VICEDIRETTORE - Vera Risi Chiara Tacconi DIRETTORE ARTISTICO - Mara Codalli Alberto Traversi