Ukiyoe: Dalle Origini Alle Prospettive Per Il Futuro
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Corso di Laurea in Lingue e Civiltà dell’Asia e dell’Africa Mediterranea Tesi di Laurea Magistrale Ukiyoe: dalle origini alle prospettive per il futuro Relatore Ch. Prof. Silvia Vesco Correlatore Ch. Prof. Bonaventura Ruperti Laureando Orsola Chini Matricola 850106 Anno Accademico 2017 / 2018 Abstract L’intento di questo studio è valorizzare questa forma artistica, cercando di comprendere i motivi della recente popolarità di questo genere, segnata dall’apertura di numerosi eventi pubblici e privati dedicati a livello internazionale, paradossalmente accompagnata da una progressiva estinzione. L’analisi qualitativa verte sull’evoluzione critica, tecnica e tematica dell’ukiyoe dalle origini alla contemporaneità. Innanzitutto, nel primo capitolo si affronta lo stato dell’arte e in particolare come si è evoluta la concezione di ukiyoe dal punto di vista della critica e del pubblico dall’epoca Tokugawa a oggi in Giappone e all’estero. Nel secondo capitolo si approfondiscono invece gli aspetti tecnici che hanno permesso al mokuhanga di preservarsi fino alla contemporaneità e che lo distinguono da altre tipologie di riproduzione; inclusi i materiali, gli strumenti, la lavorazione e la realizzazione in team. Quindi, si tengono presenti enti e associazioni che promuovono il mantenimento del mokuhanga in diverse forme, focalizzandosi soprattutto su alcune iniziative recenti in Giappone e in Italia. Nel terzo capitolo si affrontano le tematiche principali dell’ukiyoe e la loro evoluzione storica. Anche in questo caso, si intende analizzare principalmente i soggetti che si sono mantenuti nel tempo, facendo emergere le ragioni per cui ciò è avvenuto e gli eventuali adattamenti che hanno subito a questo scopo. Nel quarto capitolo si punta a rispondere ad alcuni quesiti sull’importanza del mantenimento dei soggetti e/o della tecnica per la sopravvivenza dell’ukiyoe attraverso l’approfondimento di tre casi studio (Salvatore Fiume, Ikenaga Yasunari e Jed Henry), nei quali questi temi vengono affrontati in diverse modalità. Indice 3 Introduzione 6 Capitolo 1: L’impatto delle stampe ukiyoe sulla critica e sul pubblico dalle origini a oggi e le influenze sul genere 9 Il dibattito sulla nascita della xilografia 9 La percezione delle xilografie durante l’era Tokugawa 11 La fine dello shogunato e il periodo Meiji 14 L’impatto dei mokuhanga all’estero e la nascita del “Japonisme” 16 Le stampe nella contemporaneità in Giappone e all’estero 29 Capitolo 2: Le tecniche del mokuhanga 35 I materiali e la realizzazione 35 L’importanza del lavoro d’equipe 49 La dicotomia tra “artista” e “artigiani” 51 I benefici della realizzazione in team 55 Le nuove possibilità della xilografia giapponese e le contraddizioni allo sviluppo tecnico 56 Capitolo 3: L’origine e gli sviluppi delle tematiche nelle stampe 61 Le influenze della tradizione giapponese e del genere dell’illustrazione 65 Le stampe come medium di informazione 67 Le beltà 72 Le stampe erotiche 77 Il mondo dello spettacolo 80 I manga 84 Le scene di vita urbana 86 I paesaggi 87 L’ukiyoe contemporaneo 91 1 Capitolo 4: Il futuro dell’ukiyoe e la sua conservazione 95 La conservazione dell’ukiyoe attraverso la conoscenza 95 La conservazione dell’ukiyoe attraverso eventi 97 La conservazione dell’ukiyoe attraverso l’opera di artisti contemporanei 100 Le prospettive per il futuro 117 Bibliografia 121 Sitografia 123 Glossario dei termini giapponesi 125 Indice delle illustrazioni 129 2 17 […][…]1 18 2016 2017 1 SUZUKI, Yukiko, Ukiyoe Ladies, Gentōsha, Tokyo, 2016, p. 26. 2016. 3 4 5 Introduzione Negli ultimi anni si sono susseguiti una serie di eventi legati alla promozione delle stampe ukiyoe in Italia. Alle grandi esposizioni come quella di Palazzo Reale a Milano dedicata a Hiroshige, Utamaro e Hokusai (22 settembre 2016 – 29 gennaio 2017) o quella che si sta svolgendo in questi mesi alle Scuderie del Quirinale a Roma (1 marzo – 29 luglio 2018) su tutta la produzione di Hiroshige, si aggiungono workshop di silografia e altri eventi organizzati da enti privati. Paradossalmente, a questa enfatizzazione e pubblicità delle stampe policrome giapponesi del periodo Edo, nella realtà corrisponde un periodo di decadenza dell’ukiyoe in quanto una forma d’arte in via di estinzione: il numero di discepoli è ancora inferiore e la domanda per questo tipo di opere sul mercato dell’arte è scarsa. Inoltre, le tecniche tradizionali, preservate per quattrocento anni, rimangono oggi prerogativa di una cerchia limitatissima di artigiani. Si punterà dunque ad approfondire in primo luogo l’evoluzione delle stampe dal periodo Edo ai giorni nostri da un punto di vista critico, tecnico e tematico. In secondo luogo, lo studio è volto a valorizzare questa forma d’arte, pertanto si indagherà sui motivi della sua popolarità attuale e sulle modalità esistenti o possibili per preservarla nel tempo, in un periodo in cui anche nel contesto artistico si sono affermate tecniche tecnologicamente più avanzate o di più semplice realizzazione come la litografia e la stampa digitale. Per quest’analisi di tipo qualitativo si farà uso innanzitutto della bibliografia esistente sull’ukiyoe. Gli studi di Hillier sono tra i più attinenti al progetto di ricerca che si intende svolgere, soprattutto in merito alla ricezione delle stampe da parte della critica sia in Giappone che all’estero e quanto essa abbia influenzato lo sviluppo di questa forma artistica. Pur focalizzandosi su alcuni artisti minori, l’autore fa altresì emergere alcune caratteristiche tecniche e tematiche comuni tra gli artisti dell’ukiyoe. Oltre a questo, per parlare della tecnica si ricorrerà alle ricerche di Salter, Baccheschi e Maltese, cercando soprattutto di evidenziare eventuali novità (nel rapporto tra artisti e artigiani nelle varie fasi, nella scelta dei pigmenti, della matrice lignea, della carta e nella realizzazione dell’opera). Le tematiche ricorrenti dell’ukiyoe si ritrovano nei testi sopracitati, nei cataloghi delle mostre (in particolare Hokusai Hiroshige Utamaro a Palazzo Reale) e in alcuni volumi in giapponese. Quello di Suzuki è utile soprattutto per l’evoluzione del bijinga, mentre quello a cura di Kobayashi e Ōshisa analizza nel dettaglio diversi argomenti. Si punta soprattutto a mostrare eventuali analogie e differenze nella scelta dei soggetti nel tempo. Nel capitolo sulla tutela dell’ukiyoe si presenteranno le iniziative esistenti per promuovere e preservare la tecnica tradizionale in Giappone e all’estero: associazioni, 6 mostre, workshop. In ultimo, tentando di rispondere alla domanda: “com’è possibile salvare l’ukiyoe?”, si intende presentare come case studies i lavori di alcuni artisti che hanno portato avanti questa forma d’arte secondo la propria sensibilità e con modalità rispondenti al contesto. Oltre a fare riferimento a questi fondamentali testi, ci si rifarà anche all'esperienza personale vissuta durante il workshop di xilografia giapponese a cura dell'associazione culturale Giappone in Italia, tenutosi a Milano presso la Teiera Eclettica in tre appuntamenti (13, 20, 27 maggio 2018). Pur riconoscendo che si tratti di un’esperienza assolutamente limitata riguardo a questa interessante tematica, esso ha fornito importanti basi per questa tesi, innanzitutto per la comprensione della tecnica e delle sue difficoltà. In secondo luogo, ha fatto nascere nuovi interrogativi sullo stato attuale dell’ukiyoe, sui cambiamenti tematici e tecnici, sulla sua conservazione e sulla sua importanza nell’arte internazionale ai giorni nostri. Prima di iniziare questo studio, è necessario puntualizzare il significato dei termini che si utilizzeranno per descrivere le stampe, “ukiyoe” (), “mokuhanga” () e “nishikie” (). Il primo significa “immagini del mondo fluttuante”. Ukiyoe un termine che si collega a “”, parola omofona ma scritta con kanji diversi, letteralmente “preoccupazioni riguardo al mondo”, che si rifà alla nozione buddista della natura illusoria e transitoria dell’universo, che trova consolazione e salvezza nella Terra Pura1. Nel corso del XVII secolo le classi agiate di mercanti gli diedero un significato secolare, riferito non solo al mondo del teatro, delle case da tè e dei quartieri di piacere, ma anche ad altri intrattenimenti popolari presenti in diverse città giapponesi, in primis Edo, Kyoto e Osaka2. “Ukiyo” venne quindi re-interpretato positivamente come una sorta di “carpe diem”, come godimento dei piaceri mondani3, a fronte della sofferenza terrena. […] 1 SUZUKI, Yukiko, Ukiyoe Ladies, Gentōsha, Tokyo, 2016, p. 26. 2016. 2 Melanie TREDE e Lorenz BICHLER, Hiroshige: One Hundred Famous Views of Edo, Taschen, Köln, 2015, p. 7. 3 Rebecca SALTER, Japanese Woodblock Printing, University of Hawaii Press, Honolulu, 2001, p. 10. 7 […] si passò ad una tendenza edonistica per cui, proprio perché si vive un’esistenza amara, bisogna divertirsi con leggerezza4. L’ultimo kanji, appartenente a diversi di questi termini, “e” () ha un significato più ampio di quello che si tende ad attribuirgli: pur non denotando in sé e per sé una stampa, ma qualsiasi tipo di rappresentazione, si può affermare che le xilografie sono la massima espressione di questo genere. Pertanto si utilizzerà in questa tesi il termine riferendosi ad esse, escludendo i dipinti e altre forme artistiche di quel periodo. Il secondo termine, mokuhanga, enfatizza invece il processo tecnico per ottenere l’opera, letteralmente “immagine da matrice in legno”. In realtà, tradurlo con “xilografia”