NUMERO 275 in Edizione Telematica 11 Dicembre 2019 IRETTORE: GIORS ONETO E.Mail: [email protected]
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NUMERO 275 in edizione telematica 11 dicembre 2019 IRETTORE: GIORS ONETO e.mail: [email protected] SPIRIDON/2 ovvero gli imbrogli nello sport Dal fondo di un cassetto spunta la copia di un documento redatto e sottoscritto dall'avvocato Giulio Gradilone, uomo e professionista d'irreprensibile dirittura, all'epoca dei fatti molto noto negli ambienti sportivi della Capitale, in particolare nel mondo del rugby e dell'atletica e molto partecipe delle attività promozionali e organizzative del Centro Universitario Sportivo. Il documento reca la data del 3 luglio 1998, ma fa riferimento ad episodio accaduto nel precedente mese di giugno, nell'immediata vigilia delle fasi finali della Coppa del Mondo di calcio. Si tratta di un'auto-denuncia di Gradilone presentata con procedura d'urgenza, con il pagamento di un totale di 34.675 lire per diritti di notifica e tasse erariali,all'Ufficio Unico della Corte di Appello, relativamente all'ipotesi di imbrogli verificatisi in occasione della Coppa ospitata in Francia. Con l'Italia eliminata agli ottavi di finale, sconfitta ai calci di rigore dalla Francia, l'evento si chiuse con l'affermazione della nazionale transalpina dinanzi a Brasile, Croazia e Paesi Bassi. La denuncia non ebbe seguito. Tempo dopo, copresidente del Comitato organizzatore, Michel Platini dichiarerà "giocavamo in casa, tanto valeva approfittarne: non ci si rompe le scatole per sei anni ad organizzare la Coppa se non si fa qualche piccolo imbroglio". Ecco il testo dell'ATTO DI COMUNICAZIONE Io sottoscritto GRADILONE Giulio, res.te in Roma, via Barberini 86 Premesso - che il giorno 8.6.98 ho viaggiato sul treno EC n. 10 in partenza alle 16,10 da Milano Centrale e diretto in Francia; - che raggiunto il vagone ristorante per sorbire un caffè, in quel luogo, tra gli altri,vi erano due persone di civile condizione, che parlavano fittamente in inglese, uno dei due con un accento; - che conosco la lingua inglese, avendo vissuto negli Stati Uniti; - che nel corso della conversazione, più volte, ho sentito pronunciare le seguenti parole: "Football, Graft, Kickback, country, world cup"; - che i due si sono reciprocamente scambiati indicazioni al fine di danneggiare la nazionale italiana di calcio e favorire quella francese; - che è emerso che il torneo sarà ispirato dal principio di giocare tutti contro l'Italia; - che l'intenzione generale, secondo i due, è quella comunque di impedire che l'Italia conquisti il titolo, come il Brasile, intossicando anche i giocatori; - che Shakespeare nel Re Lear atto prima scena quarta fa dire a Kent: Nor tripped neither, you base foot-ball player". Poiché quanto precede ha destato in me preoccupata sorpresa lo COMUNICO ad ogni buon fine a Giulio Gradilone, via Barberini 86, Roma, per dare precisa memoria, con data certa agli eventi tutti sopra narrati. Roma, 11.6.1998. Giulio Gradilone SPIRIDON /3 fuori tema Due notizie nel giro di poche ore. Da Losanna, le agenzie davano conto di come il Tribunale Federale svizzero avesse respinto la richiesta inoltrata dai legali di Alex Schwazer per la sospensione della squalifica,comminata dal Tribunale Arbitrale dello Sport fino al 2024, con il pretesto di una presunta manipolazione delle provette utilizzate in uno dei controlli antidoping. Da un'aula giudiziaria di Bolzano, in sede di appello – senza, opportuno precisarlo, che alcun tipo di risarcimento potrà rimarginare le ferite causate dall'ignoranza e dalla malafede dei più – la sentenza che ha reso giustizia alle coscienze di tre persone oneste,Giuseppe Fischetto, Pierluigi Fiorella e Rita Bottiglieri, dopo otto anni di un inferno processuale gettato in pasto dalla gran parte di un mondo dell'informazione raramente scoperto nelle sue intollerabili irresponsabilità. Da corollario alla conclusione di una delle storie più insultanti registrate nella storia dello sport italiano, due vicende di minor conto, e purtuttavia significative. Indecenti. In pari misura. Primo d'essi, nel tempo, l'avvertimento pronunciato dall'Ordine dei Giornalisti avverso Fabio Carini – già bersaglio della sospensione, più ridicola che irritante,comminata dalla Corte di appello federale – colpevole a suo tempo di aver annunciato l'esclusione dalla Trieste Running di atleti africani 'spesso vittima di manager senza scrupoli' e da quel momento additato quale razzista e fatto oggetto di un linciaggio filisteo degno della peggiore suburra. Il secondo, aver premiato a Mantova, tra gli eredi di Adolfo Consolini, sotto l'occhio distratto della dirigenza federale locale e centrale, Luciano Zerbini, che gli accesi di mente ricorderanno bloccato nel 1993 alla vigilia della partenza per i Mondiali di Stoccarda e squalificato per doping:difficile inventarsi un insulto peggiore, nella ricorrenza del cinquantenario della sua scomparsa, alla nobile figura del più grande atleta italiano. D'altra parte, e le cronache ne fanno testo, resuscitare squalificati è dalle nostre parti prassi molto frequentata. Due esempi su tutti, estratti di peso dall'Arma, mortificata nella sua fedeltà nei secoli:Alex Schwazer, sempre lui, protagonista, lui e il suo compare – gratificato dal Comitato olimpico nazionale italiano di imbarazzanti guide rosse (vero, Mornati…)e di non irrilevanti indennità finanziarie da aggiungere alla pensione da maestro di sport – e quell'Alberico Di Cecco che abbigliato dei colori dell'Uisp saltella senza vergogna, credo ancora con la divisa dei CC.,da una località all'altra d'Abruzzo razziando vittorie e scorte di arrosti cin in barba alle due squalifiche del 2006 e del 2008. Ancora da corollario – tratte da quanto da un anno circa accade dalle parti di un Foro Italico sempre più vittima di muri e di separati in casa dal momento in cui apparve all'orizzonte quell'imbarazzante istituto che reca il curioso titolo di Sport e Salute – le decisioni partorite dal direttorio presieduto e amministrato in forza di delega dall'ing. Rocco Sabelli, il quale, oltre sottoscrivere comunicazioni in cui si definisce <<l'aggiornamento del modello di allocazione dei contributi alle Federazioni sportive nazionali con il nuovo albero dei contributi 2019 per contributi 2020>>, sembra poco curare anche quelle modeste e pur tuttavia protocollari ritualità burocratiche che suggeriscono a qualsiasi mittente di ingentilire la ruvidità di un messaggio con l'aggiunta di un innocente e gratuito 'cordiale'. Per i semplici e non compromessi osservatori che seguono da tempi immemori storie, successi e cadute del movimento sportivo nazionale, leggendo alcuni fogli elaborati dal nuovo consesso 'allocato' al Foro Italico con paratie stagne posizionate da un corridoio all'altro, sembra, ci si passi l'ingiuria, che quel consesso, sostenuto inizialmente dall'archimandrita, che non è un insulto, Giancarlo Giorgetti, sia giunto nell'edificio di Del Debbio totalmente ignorante della materia. E con tutta la violenza che politici di altre epoche, ben più addottrinati e pure consapevoli dei rischi cui sarebbero probabilmente incorsi, evitarono di applicare. [email protected] SPIRIDON/ 4 IL DOVERE COMPIUTO Prendo lo spunto dalla recente fantastica celebrazione di sport e cultura, tra passato e futuro, voluta dalla Sezione Romana dell’Unione Nazionale Veterani Sportivi, intitolata a Marcello Garroni. Cosa vi devo dire, lo so che il tema della nostalgia è ricorrente tra di noi, che forse non è vero che si stava meglio quando si stava peggio, che si corre il rischio di apparire scontati e scaduti come lo yogurt dimenticato nel frigo, quando si racconta di profumi e colori irripetibili dell’atmosfera irreale, che regnava nel tempo della sconfitta e della vittoria, quando dal fascio littorio si passò con un amen alla stella repubblicana e l’impalcatura dello sport, una delle realtà nazionali più importanti, efficienti e strutturate, andò sbilenca, finì fuori Costituzione e dai programmi educativi, almeno per le “elementari”, oggi “primarie”, perché il retaggio dell’Opera Balilla era troppo ingombrante ed il pregiudizio un sentimento incomprimibile, anche a costo di farsi del male. Così quando Onesti, prima Commissario liquidatore e poi coraggioso e provvido Presidente di un Ente fascistizzato com’era il CONI, dovette rimettere in sesto quel che era rimasto del vecchio per provvedere al nuovo, raccolse intorno a se una squadra di uomini esperti, seppure reduci. Uno di questi, che lui conosceva bene, era proprio il nostro Marcello Garroni, già quattrocentista e ottocentista degli anni trenta, ma soprattutto ex Segretario del GUF, dunque con una importante esperienza nello sport universitario. Era il 1949 e l’ex direttore di Roma Fascista, rivista dove nel ’41 Carlo Lizzani aveva esordito come critico cinematografico, faceva ritorno a Roma, da Milano, dove si era traferito dopo l’8 settembre del 1943, per lavorare alle Assicurazioni d’Italia. Nel quarantanove io avevo otto anni e il Foro Mussolini era ancora nuovo di pacca, di libero accesso e rispettato, decisamente più di oggi, Foro Italico, ammalorato e sovraccarico di imbarazzanti superfetazioni. Ancora ho nelle orecchie le note ritornanti de La bella biondina e di Gira gira l’elica, che mio padre canticchiava, segnalando il suo buonumore e le scampanellate del mio amico Tonino Ferro, figlio di Guglielmo, ex astista “ terza serie” del GUF e ginnasta della Borgio Prati, amico appunto di Marcello Garroni e mio iniziatore all’amore per l’atletica. Fu così che dalla inaugurazione dell’Olimpico nel ’53, sino ai Giochi Olimpici, non persi un appuntamento con il mio futuro e con il mio presente di uomo di sport a tutto tondo. Ma quanti sono, se non una quantità innumerevole coloro che hanno potuto cogliere il benefico refolo di vento scaturente dal Palazzo H in quegli anni cinquanta e sessanta, che hanno segnato la storia del nostro costume e la rinascita italica nel suo complesso, in tempi da record. Il titolo del Rapporto sui XVII Giochi, IL DOVERE COMPIUTO, redatto con Romolo Giacomini, pilastro del Corriere dello Sport e mio primo Segretario di Redazione, la dice lunga sul modo di pensare di Marcello Garroni, che preferiva stare un passo indietro nella forma, ma uno avanti nella sostanza.