ANALECTA ROMANA INSTITUTI DANICI XXXIX © 2014 Accademia Di Danimarca ISSN 2035-2506
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ANALECTA ROMANA INSTITUTI DANICI XXXIX ANALECTA ROMANA INSTITUTI DANICI XXXIX 2014 ROMAE MMXIV ANALECTA ROMANA INSTITUTI DANICI XXXIX © 2014 Accademia di Danimarca ISSN 2035-2506 Published with the support of a grant from: Det Frie Forskningsråd / Kultur og Kommunikation SCIENTIFIC BOARD Ove Hornby (Bestyrelsesformand, Det Danske Institut i Rom) Maria Fabricius Hansen (Ny Carlsbergfondet) Peter Fibiger Bang (Københavns Universitet) Thomas Harder (Forfatter/writer/scrittore) Michael Herslund (Copenhagen Business School) Hanne Jansen (Københavns Universitet) Kurt Villads Jensen (Syddansk Universitet) Mogens Nykjær (Aarhus Universitet) Vinnie Nørskov (Aarhus Universitet) Birger Riis-Jørgensen (Den Danske Ambassade i Rom) Niels Rosing-Schow (Det Kgl. Danske Musikkonservatorium) Poul Schülein (Arkitema, København) Lene Schøsler (Københavns Universitet) EDITORIAL BOARD Marianne Pade (Chair of Editorial Board, Det Danske Institut i Rom) Patrick Kragelund (Danmarks Kunstbibliotek) Gitte Lønstrup Dal Santo (Det Danske Institut i Rom) Gert Sørensen (Københavns Universitet) Anna Wegener (Det Danske Institut i Rom) Maria Adelaide Zocchi (Det Danske Institut i Rom) Analecta Romana Instituti Danici. — Vol. I (1960) — . Copenhagen: Munksgaard. From 1985: Rome, «L’ERMA» di Bretschneider. From 2007 (online): Accademia di Danimarca ANALECTA ROMANA INSTITUTI DANICI encourages scholarly contributions within the Academy’s research fields. All contributions will be peer reviewed. Manuscripts to be considered for publication should be sent to: [email protected] Authors are requested to consult the journal’s guidelines at www.acdan.it Contents SIMONE NORBERTO PORTA: Osservare l’inosservato. Considerazioni su un contesto funerario 7 dell’Orientalizzante antico tarquiniese. Uno studio di archeologia funeraria JANE HJARL PETERSEN: Openness and ‘closedness’ in Roman tomb architecture: Tomb E1 of the Via 27 Laurentina necropolis at Ostia as a case study KARIN MARGARETA FREDBORG: The Introductions to Horace’s Ars Poetica from the Eleventh and 49 Twelfth Centuries. Didactic Practice and Educational Ideals FAUSTA GUALDI: Paesaggi inediti del romano Carlo Labruzzi (1748-1817) e influenze inedite in 77 alcune sue incisioni anteriori GIULIA VANNONI: Tycho Brahe. Il grande astronomo protagonista dell’opera musicale di Poul Ruders 103 Paesaggi inediti del romano Carlo Labruzzi (1748-1817) e influenze inedite in alcune sue incisioni anteriori di FAUSTA GUALDI Abstract. The essay is divided into two parts: the first part aims to investigate several unpublished prints from a Raccolta of Carlo Labruzzi’s work. These prints are dedicated to Elisa Giacomina de Wieling, wife of the Danish Baron Herman Schubart, and illustrate scenes of the landscape between Foligno and Rome. In the second part the author identifies stylistic and iconographic relationships, especially with Vincenzo Pacetti and Agostino Penna in Rome as well as other painters working in Perugia. L’amicizia tra il romano disegnatore, pittore, calorosamente affinchè l’artista romano po- incisore Carlo Labruzzi e l’archeologo dane- tesse avere del denaro, scrivendo al giovane se Georg Zoëga (1755-1809) fu veramente Thorvaldsen.5 profonda e sincera. La grande generosità del Alla baronessa, l’artista romano dedicò un romano avrà il suo culmine quando, malgra- do la sua non di certo florida situazione eco- nomica,1 accoglierà, con grande affetto, nella sua abitazione alcuni orfani dell’amico danese morto nel 1809. Già da Just Mathias Thiele, biografo di Thorvaldsen,2 si apprende che sia lo Zoëga che il Labruzzi abitavano a Roma molto vi- cino. L’archeologo aveva preso in affitto nel 1785 in qualità di “agente di Mons. Ill.mo e R.mo Antonio Tomati”, un appartamento nella strada Gregoriana al n° 44 e godeva di abitare in uno dei quartieri più gradevoli di Roma a metà in campagna, con vista su tutta la superba città.3 Le due abitazioni, quella di Labruzzi4 e quella di Zoëga, furono frequen- temente un punto di incontro di diversi artisti e di conseguenza di tanti scambi di idee. La conoscenza da parte del Labruzzi del barone danese Herman Schubart (Fig. 1), so- vraintendente al commercio marittimo in Ita- lia, dovette, a mio avviso, avvenire, con buona probabilità proprio tramite l’archeologo da- Fig. 1. Bertel Thorvaldsen, Herman Schubart, 1804, Marmo. 70,4 cm. Copenaghen, Thorvaldsen Mu- nese. Fu proprio lo Schubart, marito di Elisa seum (Foto: Jonal Co. su concessione del Thor- Giacomina nata de Wieling, che si interessò valdsen Museum.) 78 FAUSTA GUALDI album con cinquanta incisioni intitolato Rac- Lo stemma nel frontespizio che qui si pub- colta di n° 50 punti di vista presi sopra la strada da blica (Fig. 2) non presenta la levatura e la sciol- Foligno a Roma disegnati e incisi da Carlo Labruzzi tezza nell’acquaforte che caratterizzano altri / A Sua Eccellenza la Sig.ra Baronessa Elisa Giaco- due stemmi dell’artista che sormontano titoli mina de Schubart nata de Wieling / Carlo Labruzzi di Raccolte, quello delle Figure originali dedicate a D.D.D. con lo stemma di famiglia che scopriì in Sua Eccellenza W. Hervey ove lo stemma nello Umbria e esaminai molti anni fa, allorché feci scudo è sostenuto da una figura di Fama di in- fotografare, a mia cura, le incisioni.6 Desidero dubbio livello (Fig. 21. Città del Vaticano BAV nuovamente precisare che le cinquanta inci- Stamp. Chig. IV 4488), e quello della Raccolta sioni al tempo vennero rilegate non seguendo di Figure dedicate a Sir Richard Colt Hoare nel l’ordine topografico, cioè partendo da Foligno 1788 (Fig. 19. Città del Vaticano BAV Stamp. verso Roma, e che un altro esemplare della rac- Chig. 4486) ove lo stemma è sostenuto da una colta che si trova alla BAV (Stamp. Chig. S362) figura dalle ampie ali, figure sulle quali mi sof- del quale ho avuto da poco conoscenza, ha sul fermerò più oltre nel presente articolo. frontespizio la numerazione 1, per cui tutte le Come ho precisato nel mio precedente sag- incisioni seguenti hanno, di conseguenza, un gio citato, il Labruzzi già da giovanetto “s’ine- numero maggiorato rispetto all’esemplare da briava nella contemplazione della natura”7 e me reperito e studiato nella Biblioteca Comu- ritengo plausibile che dovette compiere con nale di Foligno ove il n° 1 è assegnato al primo l’amico Zoëga qualche escursione-viaggio in paesaggio. Umbria. A Perugia Labruzzi aveva avuto rap- Fig. 2. Frontespizio della Raccolta di n° 50 punti di vista sopra la Strada da Foligno a Roma, disegnati e incisi da Carlo La- bruzzi (foglio non numerato). Inedito. PAESAGGI INEDITI DEL ROMANO CARLO LABRUZZI 79 porti con l’Accademia perugina forse già prima dal 1782, già consulente per gli acquisti per del periodo in cui venne nominato aggregato il Museo Pio Clementino al Vaticano, aveva dell’illustre istituzione il 26 settembre 1798. avuto molto successo con la vendita delle Il nobile inglese Sir Richard Colt Hoare di incisioni ad acquaforte16 tratte dall’opera di Stourhead (1758-1838) nello Wiltshire che si Salvator Rosa. Anche lui aveva uno studio a servirà del Labruzzi, come ben noto, come ac- due passi dalla residenza di Carlo Labruzzi. Le compagnatore-disegnatore della Via Appia8 in incisioni inedite con cinquanta paesaggi della due dei suoi viaggi in Italia, risulta essere pas- Raccolta dedicata alla moglie dello Schubart, sato per l’Umbria. Come Colt Hoare Labruz- qui studiate, sono per la maggior parte datate zi, per quanto riguarda le zone dell’Umbria, 1809-1810, e sono state realizzate con la tec- prediligerà spesso non le strade principali e le nica dell’acquaforte con inchiostro di seppia e importanti città, “ma anche centri minori”9 e hanno tutte simili dimensioni (cm 25 circa x talora strade di campagna. cm 18 circa). Non sono stati purtroppo sinora A stimare grandemente la produzione “pa- reperiti quei rami valutati duecento scudi che esistica” del Labruzzi, insieme ad altri viag- ancora erano nello studio alla morte dell’ar- giatori inglesi, fu, come ben noto, tra i primi tista come risulta da un inventario del 1818 Lord Herbert (George August Herbert con- ritrovato nell’Archivio di Stato di Roma e reso te di Pembroke 1759-1827) che frequentò da noto proprio di recente da P.A. De Rosa.17 giovane la sua casa apprezzando anche la sua La serie di paesaggi è stata pubblicata in- grande modestia e che nel settembre 1779 torno al 1810 subito dopo l’edizione a Roma scriveva di lui “pittore di paese che stimo mol- delle Pitture di Masaccio esistenti a Roma nella Ba- to bravo”.10 Non va dimenticata la stima che silica di San Clemente colle teste lucidate dal Sig. La- per Labruzzi ebbe G.A.Guattani lodandolo e bruzzi18 e pubblicate da Giovanni dell’Armi, servendosi anche di un suo disegno11 inciso a Roma nel 1809. Nel medesimo anno 1809 poi dal Mochetti. Marianna Candidi Dionigi che tanto ammirò L’artista Marianna Candidi Dionigi (1757- il suo Maestro Labruzzi pubblicava Viaggi in 1826) in alcune considerazioni espresse alcune città del Lazio che dicansi fondate dal Re Sa- nell’opera presentata dapprima all’Accademia turno, un’opera di grande impegno di caratte- di San Luca (1808) e successivamente (1816) re archeologico per la quale inoltre fornì agli stampata sembra proprio rispecchiare quanto incisori V. Feoli e W. F. Gmelin anche i bei il suo “celebre pregiato maestro Carlo Labruz- disegni delle vedute. zi” le aveva insegnato con “dotti ragionamen- Passo ora ad esaminare alcune delle cin- ti”12 e aveva inoltre applicato nei suoi paesaggi. quanta incisioni reperite in Umbria.19 Lei stessa allegò al suo trattato a commento del Il