Il Canto Di Giuseppina Turrisi Colonna

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Il Canto Di Giuseppina Turrisi Colonna LA SICILIA Aurora Ornella Grimaldi SICILIANO E GIUSEPPIN A TURRISI COLONNA RISORGIMENTO E DONNE DI SICILIA: IL CANTO DI GIUSEPPINA TURRISI COLONNA Tesi di dottorato Facoltà di Filologia Università di Salamanca Relatore: Prof. Vicente González Martín 1 INDICE Introduzione p.7 Il contesto storico-politico p. 11 La Legione delle Pie Sorelle, l’emancipazione frustrata del ’48 p. 23 Le pubblicazioni della Legione delle Pie Sorelle e altra stampa femminile del 1848 p.35 L’educazione p. 41 Le scrittrici siciliane p. 56 La Vita di Giuseppina Turrisi Colonna p. 66 Le liriche p. 75 Ispirazione poetica tra classicismo e romanticismo p. 79 I sistemi metrici p. 90 I primi passi letterari, gli Inni, e le liriche di contenuto religioso p. 94 I cari affetti, e le rime familiari p. 116 a. Le liriche dedicate alla famiglia p. 118 b. Versi per il nucleo sociale e le amicizie p. 146 2 Le liriche ispirate alla natura p. 178 Liriche di carattere storico – civile p.188 Liriche sul mondo letterario p.210 Lord Byron, tra ispirazione e idealizzazione p.226 Il pensiero e la parola: superamento e limiti p. 252 Terminologia e concetti ricorrenti p. 257 Il linguaggio della poesia p. 260 Coordinate spazio-temporali:la quiete degli ambienti familiari p. 268 Lo spazio delle relazioni sociali e dell’amore p. 273 Il tempo della storia e dell’umanità p. 278 Lo spazio dell’anima e le radici della malinconia p. 280 Conclusioni p. 295 Bibliografia p. 301 3 RINGRAZIAMENTI Ringrazio innanzitutto il prof. Vicente González Martín per la sua amabile disponibilità. Un sentito ringraziamento va anche alla prof.ssa Teresa Montella per l’aiuto prestatomi in corso d’opera, e per la squisita gentilezza con cui mi ha fornito segnalazioni e materiali utili alla ricerca. Dedico questo lavoro a Piergiulio e Ludovico, che, con il loro sostegno e affetto, hanno reso possibile ciò che sembrava non esserlo. 4 Chi mai potrá misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando rimane preso e intrappolato in un corpo di donna? Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, Roma, Newton, 2012 5 6 Introduzione Il nostro scritto si propone di mettere in luce la sottile rete intertestuale che lega la complessa vicenda storica del Risorgimento siciliano a varie voci femminili isolane. Durante il nostro excursus negli avvenimenti che riguardano la Sicilia, ci soffermeremo sull’esperienza della Legione delle Pie Sorelle, primo timido tentativo di partecipazione da parte di varie intellettuali, e donne comuni, alle vicende che interessarono il Risorgimento all’interno dell’isola. Ricorderemo, con il fine di sottolineare la varietà del mondo letterario isolano, alcune figure come quella di Rosina Muzio Salvo, o Mariannina Coffa Caruso, personaggi tutt’oggi poco noti ai più, e infine presteremo ascolto a una voce che, nell’eterogeneo coro femmile di poetesse, scrittrici varie e semplici patriote, ci è sembrata capace, più di altre, di levarsi, e con più intensa passione cantare agli ideali più nobili del Risorgimento. A questa voce, cioè alla poetessa Giuseppina Turrisi Colonna, abbiamo voluto dedicare più ampio margine all’interno del nostro scritto, per l’impeto sincero e commosso che traspare soprattutto nelle liriche dai contenuti patriottici e che meglio hanno evidenziato l’intenso vigore con il quale Giuseppina visse lo spirito risorgimentale dell’epoca. Di famiglia aristocratica, colta, amante delle lettere classiche, sposa di un nobiluomo, Giuseppina sembrò rientrare in un canone sociale molto diffuso presso la società benestante del diciannovesimo secolo. 7 Ciononostante, le convenzioni sociali costituirono un comodo schermo dietro il quale la scrittrice potè coltivare, senza destare scandalo, una passione civica insolita per una donna dell’epoca. La nostra autrice visse gran parte della propria esistenza nel seno della propria famiglia, alla quale fu profondamente legata, situazione che mutò ben poco dopo aver contratto matrimonio con il principe di Galati. Al di là dell’adesione alle norme borghesi più consuete per una signorina appartenente ad alti ceti sociali, la giovane scrittrice sognava virilmente la gloria: Anch’io fama vorrei, l’ingegno anch’io Fra le tombe inspirato e i campi e l’armi; Io d’ogni gloria, d’ogni bella impresa, De’ miei Sicani avidamente accesa. Ed era consapevole delle discriminazioni vissute dalle donne presso i contemporanei: Nel vigor dell’ingegno e dell’etate Scrivere cose potrei fervide e care, se godessi dell’uom la libertade. E mentre spesso le coetenee appartenenti alla stessa agiata classe sociale ignoravano gli importanti avvenimenti politici che interessavano la Sicilia e il resto dell’Italia, Giuseppina affermava con veemenza: È la Patria di noi la miglior parte, / E lo sa chi per lei vivere impetra. Esiste poi in questa giovane un profondo interesse verso le culture che, da un punto di vista 8 diacronico, l’avevano preceduta. Ma il concetto di diacronia, di categorie temporali, in realtà viene assorbito e omogeneizzato nella poesia della Turrisi Colonna, perfetta sintesi di cultura classica e moderna. La componente intertestuale, costante nell’autrice, non assume mai, ad ogni modo, la dimensione di mera imitazione, ma è, piuttosto, mimesis. L’analisi, quanto più possibile dettagliata, di alcune poesie è stata la strada percorsa per evidenziare l’impegno civico della poetessa e si è cercato di scegliere le poesie più rappresentative in tal senso o, quanto meno, quelle che sono sembrate tali. L’obbligo di scelta comporta spesso un certo grado di arbitrarietà; alcuni versi hanno meritato un’amplia riflessione, altri solo qualche cenno; potrà anche risultare che siano stati tralasciati versi molto importanti, forse anche più importanti di quelli presi in esame; ad ogni modo la nostra ipotesi di lavoro si basa su una scelta condotta secondo parametri che abbiamo ritenuto oggettivi: la forte presenza di un intertesto che rimanda al culto della Patria e all’intima essenza del mondo poetico della Turrisi, l’ineludibilità di questo intertesto, il fatto che da esso non è possibile prescindere per tentare di comprendere i versi. Scegliere ha significato anche omettere in qualche caso, nella convinzione che porsi dei limiti possa aiutare nel lavoro di ricerca. Dopo aver enunciato lo scopo, ci sembra opportuno dedicare qualche breve riflessione alla ragione di essere di questa monografia: l’unità d’Italia, come 9 evidenzia la situazione siciliana, è un avvenimento controverso, che può essere osservato da versanti distinti e il lettore che si avvicina all’opera della Turrisi Colonna rimane colpito dalla freschezza e dall’impegno che rivela il punto di vista di questa giovane scrittrice. Suscitano ammirazione e, diremo quasi, tenerezza, agli occhi cinici del moderno lettore, l’idealismo, la purezza, l’impeto, o a volte l’abbattimento, e perché no, il patriottismo di questa ventenne che ‘non sta al suo posto’; che scrive e bene nella Sicilia del XIX secolo e sogna la gloria, pur essendo (scandalo!) una donna; che parla in perfetto toscano, pur essendo nata e cresciuta in un’isola nella quale in quell’epoca, come in molte altre regioni, era consueto l’uso del dialetto; che parla di politica e di Patria, anche se queste non erano competenze ritenute adatte ad una signorina; che tesse senza complessi amicizie con noti intellettuali dell’epoca, superando i confini della periferia geografica e culturale in cui era nata. Ci incuriosiva, e ci incuriosisce, questa giovane che appartiene a quella generazione che lo storico francese Jules Michelet definì "misteriosa" perché "amava i sogni, disprezzava il successo e serviva la causa più con il sangue che con la vittoria".1 1Michelet, Jules, Walter, Gérard. ed., Histoire de la Révolution française, Bibliothèque de la Pléiade, Paris, Gallimard, 1939. 10 Il contesto storico-politico La data in cui la nostra autrice venne precocemente a mancare, il 17 febbraio 1848, segue di un mese il sollevamento della città di Palermo contro i Borboni. La scrittrice palermitana riuscì, dunque, a vedere l’inizio di quello che sembra l’avverarsi di un suo sogno: la ribellione contro i regnanti napoletani per raggiungere l’agognata indipendenza. L’insurrezione, che avrebbe innescato una serie di rivolte in tutta l’Europa, scoppia infatti il 12 gennaio 1848 e segna uno dei momenti chiave del Risorgimento siciliano, e non solo siciliano. Tale sollevazione, sebbene si concluda in un fallimento, accese le speranze di grandi cambiamenti nei cuori dei patrioti palermitani. Il Risorgimento italiano, nel cui ambito si colloca l’opera civile della Turrisi Colonna, non è stato “il facile idillio che la tradizione celebrativa” ha spesso presentato, ma “il dramma di un popolo che cerca la sua strada, che cerca faticosamente se stesso”2. Di questo drammatico cammino verso l’Unità gli storici hanno dato interpretazioni molto differenti, vedendolo di volta in volta come espressione di un forte nazionalismo, di una rivoluzione fallita, di una missione portata avanti dai Savoia, etc.. In Sicilia il Risorgimento assume tratti molto peculiari, come bene ha dimostrato Rosario Romeo nella celebre opera "Il Risorgimento in Sicilia", uno dei lavori chiave della storiografia italiana della seconda metà del ‘900 ed uno degli studi che più hanno contribuito a valorizzare la tradizione politica dell’isola, sottolineandone 2Valsecchi, F., «Garibaldi e Cavour», in Nuova Antologia, Firenze, luglio 1960, p. 103. 11 l’originalità e lo spessore fino a quel momento ignorati. 3 L’adesione della Sicilia al Risorgimento fu vista da Romeo non tanto come reazione al centralismo borbonico, tesi sostenuta dalla tradizione storiografica corrente, quanto come “progressivo esaurirsi e morire della nazione siciliana, incapace di trovare la forza di rinnovarsi spiritualmente e materialmente e di proporsi ancora come soggetto storico autonomo, vitale e progressivo”4. Per Romeo però è proprio il 1848 il momento decisivo di svolta nella ricostruzione delle vicende risorgimentali in Sicilia, tanto che si possono leggere nei suoi esiti gli interi sviluppi dell’800 politico meridionale.
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