Quadrimestrale dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Frosinone Reg. Tribunale di Viterbo n. 408 del 31/05/1994 maggio-dicembre 2011 - anno XVIII - n. 25

SOMMARIO

EDITORIALE In copertina: Maurizio Gattabuia, I viaggi nelle città del fondate da Saturno progetto per l’asse Casilina Direttore responsabile La scrittura di viaggio di Marianna Dionigi Giovanni Fontana pag. 2 Giovanni Fontana Comitato Scientifico Redazionale Daniele Baldassarre L’ARCHITETTURA E LA STORIA Luigi Bevacqua Francesco Maria De Angelis Antonio Provenzano Architetto Alessandra Digoni Razionalità del progetto e monumentalità delle forme, Giovanni Fontana Wilma Laurella attitudine urbana dell’architettura e interpretazione Stefano Manlio Mancini stilistica della tradizione costruttiva dei luoghi Francesco Cianfarani pag. Giorgios Papaevangeliu 4 Maurizio Pofi Alessandro M. Tarquini SPAZIO E PROGETTO Massimo Terzini Responsabile Dipartimento Informazione e Comunicazione L’asse Casilina Francesco Maria De Angelis Linee guida allo schema preliminare Maurizio Gattabuia pag. 12 Segreteria di redazione Antonietta Droghei Sandro Lombardi OGGETTI - TEORIA E TECNICA DEL DESIGN Impaginazione e grafica Giovanni D’Amico Glocal Handmade Coordinamento pubblicità Quando il design diventa strumento di marketing D’Amico Graphic Studio 03100 Frosinone - via Marittima, 225 territoriale per il rilancio dell’artigianato e del made in Paolo Emilio Bellisario pag. 18 tel. e fax 0775.202221 e-mail: [email protected] Stampa TESI DI LAUREA Tipografia Editrice Frusinate 03100 Frosinone - via Tiburtina, 123 Recupero e valorizzazione della chiesa e della piazza San Michele ad Anagni Maria Claudia Nardoni pag. 25 ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA MOSTRE DI FROSINONE Presidente: Bruno Marzilli Castellinaria. Sui disegni di Alessandro Tarquini Vice Presidente: Alessandro Tarquini Brevi annotazioni di un ammiratore di passaggio Massimo Terzini pag. 36 Vice Presidente: Giulio Mastronardi Segretario: Francesco Maria De Angelis Tesoriere: Laura Coppi Tesi di laurea alla Villa Comunale Consiglieri: Lucilla Casinelli L’architettura delle nuove generazioni a Frosinone Giorgios Papaevangeliu pag. 41 Maurizio Ciotoli Felice D'Amico Roberto De Donatis ALTRI LINGUAGGI Dario Giovini Consigliere Junior: Adamo Farletti Pietro Giambelluca scultore Segreteria dell’Ordine Un ricordo dell’artista scomparso Luigi Bevacqua pag. 45 03100 Frosinone - piazzale De Matthaeis, 41 Grattacielo L’Edera 14o piano tel. 0775.270995 - 0775.873517 fax 0775.873517 sito Internet: www.fr.archiworld.it e-mail: [email protected] di Giovanni Fontana EDITORIALE

inalmente abbiamo un volume su Marian- excursus scientifico, sia pure con caratteristiche na Candidi Dionigi [1757-1826], la nobil- peculiari che derogano rispetto ai canoni in uso F donna romana finora apprezzata da una per questa tipologia di produzione letteraria. Del cerchia piuttosto ristretta di specialisti come au- libro sulle costruzioni ciclopiche e delle altre atti- trice di uno dei più interessanti libri di viaggio dei vità coltivate dalla Candidi Dionigi tratta Antonello primi anni dell’Ottocento. È noto che alla fine del Ricci nel suo recente La scrittura di viaggio di Settecento e per tutto il secolo successivo intel- Marianna Dionigi [Ed. Sette Città, Viterbo 2011, lettuali ed artisti europei intraprendevano il viag- pref. di Vincenzo De Caprio]. Una monografia che gio in Italia come un vero e proprio rito di inizia- colma un grande vuoto e spezza una consolidata, zione, alla scoperta delle radici del pensiero clas- quanto approssimativa, tradizione informativa di sico, in un paese che per il suo eccezionale valo- taglio agiografico. L’autore chiarisce che Ma- re paesistico e per le preziose testimonianze rianna, sebbene impegnata su differenti fronti archeologiche consentiva di realizzare un’espe- culturali, fu soprattutto un’archeologa sul campo, rienza conoscitiva alla quale era attribuita una un’archeologa ante litteram, quando questa di- forte valenza formativa, non solo sul piano cultu- sciplina indugiava a profilarsi in senso moderno, rale, ma anche per lo sviluppo della coscienza essendo ancora commista alla filosofia estetica e interiore del soggetto. Da Goethe a Stendhal o a alle Belle Arti. Ricci la definisce “ricercatrice ap- Gregorovius, quest’esperienza ha favorito la pro- passionata e rigorosa”, specialmente quando, in duzione di scritti odeporici che possono essere collaborazione con l’architetto Luigi Campovec- apprezzati anche ben al di là del puro valore lette- chio, restituisce particolari tecnici con estrema rario, per contenuti fondamentali sul piano stori- precisione. E non si limita a riprodurre le realtà co, geografico, naturalistico, etnografico o ar- emergenti così come si presentano; addirittura cheologico. In Italia, Marianna Candidi Dionigi si indaga eseguendo saggi di scavo per ottenere avventura a pochi chilometri dalla sua dimora risultati di maggiore completezza. Arriva perfino romana visitando i centri megalitici del Lazio me- a rilevare dettagli con calchi in gesso avendo ridionale, Ferentino, Anagni, Alatri, Arpino, Atina, piena coscienza del lavoro che stava svolgendo. descrivendone le architetture ed illustrandole con Lavoro, che ha avuto esiti coinvolgenti, spingen- magnifiche tavole riprese dal vero, ma sempre do numerosi artisti e studiosi ad occuparsi delle verificate nelle dimensioni da architetti al seguito, costruzioni ciclopiche. Se ne possono citare tanti: che in tal modo garantivano la scientificità delle da John Izard Middleton a Edward Dodwell, da rappresentazioni. Quelle tavole, riportate su lastra Edward Lear (il grande illustratore londinese noto

La scrittura di viaggio Marianna Dionigi da incisori come Wilhelm Friedrich Gmelin e per aver inventato i limerik), a Ferdinand Grego- Vincenzo Feoli, sono parte sostanziale del volume rovius, fino a Rodolfo Fonteanive, a Hermann Viaggi in alcune città del Lazio che diconsi fonda- Winnefeld, a Thomas Ashby, ecc. Quel volume, te dal re Saturno [Roma, 1809-1812]. che si è rivelato particolarmente utile agli studio- Quello della Candidi Dionigi non era un viaggio si del Novecento e ai contemporanei, conobbe un

I viaggi nelle città del Lazio iniziatico, né un viaggio di formazione come il grande successo nel suo tempo, passando per i “Gran tour” che si imponeva nelle classi colte salotti buoni della nobiltà romana, punti di riferi- europee. E nemmeno si può parlare del capriccio mento dell’intellighenzia internazionale. A casa eccentrico di una ricca nobildonna in cerca di Dionigi passarono scrittori, artisti e studiosi di avventure pittoresche. Il suo resoconto può esse- grande livello. Ricci ricostruisce con precisione le re considerato a pieno titolo un vero e proprio frequentazioni e cita, tra gli altri, il cardinale fondate da Saturno

2 TERRITORI Erskine, il pittore Jakob Philipp Hackert, lo stori- protagonista. Il libro di Ricci co Seroux d’Angicourt, lo scultore Antonio ricostruisce a tutto tondo la sua Canova, e con lui il gotha del Neoclassicismo, co- figura. Analizza il suo trattato stituito da Valadier, da Raphael Mengs e Fran- Precetti sulla pittura de’ paesi cesco Milizia, ma anche , il poeta [1816], ma soprattutto riesce a inglese Percy Bysshe Shelley e sua moglie Mary mettere ben in evidenza il taglio e perfino , che ebbe per Ma- interdisciplinare della ricerca di rianna parole di fuoco sulla scia di probabili pet- Marianna, al quale contribuiscono il suo spirito Ritratto di Marianna tegolezzi o incomprensioni o per l’eccessivo pro- critico, la sua sensibilità artistica e le sue cono- Candidi Dionigi, Museo tagonismo salottiero dell’ospite. Ma soprattutto scenze in campo linguistico, letterario, musicale Napoleonico, Roma. grande assiduità di rapporti ci fu con Ennio Qui- e tecnico. È proprio questa caratteristica della sua In basso: resti romani ad Anagni, dal volume rino Visconti, archeologo di fama europea, Con- personalità che rende particolarmente interes- “Viaggi in alcune città servatore delle Antichità del Louvre, apprezzato sante la lettura del suo prezioso resoconto di del Lazio che diconsi fondate dal re Saturno”. in Inghilterra in occasione della stima delle scul- viaggio, collocato da Ricci tra testo di investiga- ture del Partenone trasferite da Atene a Londra. zione tecnico-scientifica e diario odeporico, ricco Fu lui a indirizzarla agli studi antiquari e archeo- di “repentine impennate formali”, talora impron- logici, ma ad incuriosirla particolarmente furono tate su registri emozionali che segnano un deciso le ricerche di Petit-Radel sul mitico popolo dei superamento del modello settecentesco, antici- Pelasgi. Con la sua buona conoscenza delle fonti pando, per l’affermazione dei caratteri individua- classiche e la vasta erudizione nelle discipline li, per tensione emotiva, per divagazioni liriche, antiquarie, si inserì prepotentemente nel dibattito per il gusto del pittoresco o del sublime, per lo sulle origini delle mura ciclopiche e tentò con sguardo etnografico o per il vagheggiamento mi- impegno e ingegno di assicurarsi un posto di sterioso, atmosfere decisamente romantiche. L’ARCHITETTURAS E LA STORIA di Francesco Cianfarani olo da qualche anno, Se infatti non si vuole restare della costellazione di linguaggi grazie alla curiosità intellettua- invischiati da una lettura trop- tracciabile nel panorama arti- le e all’attivismo di pochi ri- po sommaria oppure incardi- stico ed architettonico degli cercatori, la cultura architetto- nata su temi ancora riferibili anni della Ricostruzione. Non nica italiana sta tornando ad oggigiorno alla cultura main è compito di questo contribu- occuparsi sistematicamente di stream internazionale, appare to ripercorrere nel dettaglio la esperienze professionali e cul- evidente come si renda, ora- fortunata stagione professio- turali operative nel recente mai non più rinviabile, una ne- nale e neppure la ricca produ- passato del nostro paese, cessaria revisione di alcune ri- zione culturale dell’architetto concentrate non tanto sulla ri- cerche che, alla prova della pugliese, ma è augurabile che cerca di una cifra autoriale nel costruzione, hanno avuto un l’occasione sia pretesto per ul- progetto, quanto sulla verifica decisivo ruolo nei processi di teriori e futuri approfondimen- degli stilemi moderni in conte- urbanizzazione caratterizzanti ti, capaci di mettere in luce il sti “difficili” quali quelli della il nostro territorio durante gli reale e cospicuo corpus di provincia italiana durante il ultimi decenni. opere e progetti tuttora scono- dopoguerra. Si sta parlando di progettisti sciuti. Quello che più importa Tali contributi, che mirano in isolati, professionisti estranei in questa sede è invece riper- particolare alla formalizzazio- alle logiche politiche dell’acca- correre sia pur sommariamen- ne e al consolidamento delle demia eppure assiduamente te il senso di una appartenen- RAZIONALITÀ DEL PROGETTO E MONUMENTALITÀ DELLE ANTONIO FORME, ATTITUDINE URBANA impegnati nella didattica uni- za ad una vicenda che ha radi- DELL’ARCHITETTURA E versitaria, totalmente avulsi ci profonde nella cultura italia- dalla spasmodica definizione na e romana in particolare, ri- INTERPRETAZIONE STILISTICA di una cifra linguistica perso- cordando come l’itinerario nale ma, al tempo stesso, ri- dell’architetto Provenzano co- DELLA TRADIZIONE conoscibili all’interno del pa- stituisca un esempio, per im- COSTRUTTIVA DEI LUOGHI norama professionale di que- pegno profuso e risultati otte- gli anni, allora come oggi po- nuti, tuttora valido per coloro innovazioni tipologiche e figu- co sensibile a qualsiasi acce- che affrontano oggi il progetto rative raggiunte dal primo ra- zione di “qualità”. di architettura. zionalismo italiano, risultano L’architetto Antonio Proven- Una ricerca perciò idonea a tutt’oggi di primaria impor- zano (Maglie, 1913 – Roma, porsi in continuità con il lavo- tanza per la ricostruzione di 1973) è in tal senso esempla- ro di quei primi maestri del- una identità per la professione re e rappresenta al meglio una l’architettura italiana che più di architetto in Italia, obiettivo testimonianza solo apparente- di tutti si sono fatti carico di tanto urgente quanto, pur- mente marginale nella ricerca verificare l’esperienza moder- troppo, ancora ben lontano di uno stile moderno per l’ar- na internazionale con la tradi- dal realizzarsi. chitettura italiana, all’interno zione della città italiana. Per-

4 TERRITORI 1 PROVENZANO ARCHITETTO sonaggi come i romani Ar- nale molto personale, caratte- lida preparazione 1. Acquarica del naldo Foschini e Marcello Pia- Tutti i disegni e le foto sto- rizzata da una costante ricerca accademica nella Capo, Chiesa centini, o i milanesi Giovanni riche presenti nel testo di sintesi di alcuni dei temi ti- facoltà di Architet- parrocchiale, schizzo di studio. Muzio e Giò Ponti, per la loro sono tratte dall’archivio pici dell’architettura italiana. tura di Roma. I suoi vocazione ad un linguaggio Provenzano di Maglie. Le Razionalità del progetto e mo- anni romani costi- architettonico inter-personale tuiscono di fatto la foto attuali delle chiese di numentalità delle forme, attitu- e ad un fare architettura aper- dine urbana dell’architettura summa ideale di quella che an- Frosinone e Maglie sono to al dialogo con la scala del- ed interpretazione stilistica cora era la scuola dei padri l’edilizia cittadina, costituisco- dell’arch. Francesco Cian- della tradizione costruttiva dei fondatori, i cui insegnamenti no un importante bagaglio farani. luoghi caratterizzano la sua miravano alla costruzione di culturale per i professionisti Un sentito ringraziamento formazione universitaria e co- quella figura di “architetto in- come Provenzano che, agli al- va alla famiglia dell’arch. stituiscono la base per la suc- tegrato” padrone attraverso il bori degli anni ’50, si affac- Antonio Provenzano, in cessiva carriera professionale. disegno della plastica e della ciavano sul panorama lavora- particolar modo al figlio Originario di Maglie, in provin- costruzione di qualsiasi scala tivo nazionale. cia di Lecce, Provenzano af- di progetto. Suoi punti di rife- Carlo e ai nipoti Salvatore, Antonio Provenzano ha trac- fianca alla sua poliedrica for- rimento in quegli anni risulta- ciato in tutta la sua lunga car- Luigi e Maria Pia, per la mazione artistica presso la no essere nella didattica uni- riera una traiettoria professio- disponibilità, l’interesse e scuola d’Arti di Maglie una so- versitaria Carlo Domenico l’attenzione espressi nei confronti di questo testo.

TERRITORI 5 la Ricostruzione post-bellica tra evoluzione liturgica e per- capanna da capriate lignee cui offriva ai giovani progettisti manenza delle forme sacre; si aggiunge un’imponente ab- continue occasioni lavorative. edifici per l’istruzione e il tem- side semicircolare legger- Parte da qui una intensa car- po libero, tramite i quali speri- mente ribassata, entrambi ri- riera professionale che vedrà mentare le relazioni tra mo- vestiti di laterizio. Sulla faccia- l’architetto magliese autore in- dernismo di chiara impronta ta principale, pressoché cieca, stancabile di edifici specialisti- classicista ed espressività del solo il portale marmoreo defi- ci, quartieri popolari e piani re- cemento armato; edifici resi- nisce il piano basamentale, al- golatori, progetti che lo porte- denziali, in gran parte pubbli- trimenti un tutt’uno con l’ele- ci, in cui la ricerca si rivolge vazione. Un basso frontone, quasi esclusivamente alla de- anch’esso rivestito di marmo finizione tipologica di aggre- e separato dall’elevazione con gati urbani che interpretino al un calibrato bassofondo, ter- meglio la cultura abitativa del mina la tripartizione della fac- Centro-Sud Italia. ciata, definendo elegantemen- Tra le prime opere di rilievo, la te il coronamento dell’edificio ricostruzione del Santuario e mascherando all’esterno la della Madonna della Neve a copertura a capanna. Sui fian- Frosinone (1951 - 1957) testi- chi laterali, due logge cieche, monia la profonda maturità incassate nello spessore progettuale già raggiunta dal- murario e delimitate verso l’architetto Provenzano in gio- l’esterno da una teoria di pila- vane età. Edificato sui resti stri in muratura, sono gli uni- della precedente chiesa di- ci elementi che conferiscono strutta durante la seconda tridimensionalità al volume guerra mondiale, l’intervento, murario. pur nella sua modesta gran- La perfetta consonanza tra dezza, fornisce diversi temi di elementi classici di tipica progetto, tra cui ricostruire un scuola romana (il marmoreo 2 nuovo complesso religioso a portale d’ingresso architrava-

2. Frosinone, Chiesa Rossi, docente della ranno a lavorare principalmen- partire dai muri di fondazione to su colonne), stilemi roma- della Madonna della cattedra di Disegno te nella sua terra di origine e, dell’antico edificio e risolvere nici (nella monomatericità del Neve, dettaglio della dal Vero, presso cui grazie ai suoi contatti romani, l’intersezione costituita dagli mattone di rivestimento e nel loggia laterale. 3. Frosinone, Chiesa Provenzano sarà As- in Ciociaria e nell’Aquilano. assi della Via Tiburtina e della recupero del tema del mur della Madonna della sistente, prima inca- Esemplificando la sua pluride- Strada degli Ernici tramite un épais per i passaggi esterni) e Neve, prospettiva di progetto. ricato e poi ordina- cennale esperienza lavorativa, forte polo attrattivo. 4. Frosinone, Chiesa rio, fino al 1969, e condotta ininterrottamente Ridotta al minimo la composi- della Madonna della Marcello Piacentini, dal 1948 al 1973, il corpus zione: un volume parallelepi- Neve, attuale veduta d'insieme. guida oltre che della delle opere di Antonio Pro- pedo in muratura coperto a formazione anche venzano può dividersi secon- dell’apprendistato do tre grandi classi tipologi- professionale dell’architetto. che: edifici per il culto, attra- Attraverso alcune collabora- verso i quali l’architetto inda- zioni a diversi progetti piacen- ga maggiormente il rapporto tiniani nell’immediato dopo- guerra, tra cui il teatro Sistina, Provenzano si affaccia al pa- norama professionale nella Capitale, guardando con parti- colare attenzione alla realtà dell’hinterland romano, dove

6 TERRITORI citazioni moderne (la finestra in lunghezza posta sul lato ter- minale dell’aula liturgica) so- no insieme fusi all’interno di una chiara composizione ar- chitettonica. Tuttavia l’estre- mo riduzionismo e l’asciuttez- za attraverso cui Provenzano declina gli elementi tradiziona- li dell’architettura – il muro, la piattabanda, la porta, il pila- stro – non sono dettati da una personale grafia architettonica o da una tendenziosa “scelta di campo”. Semmai è la ne- cessità di ri-significare un im- portante incrocio territoriale, quale quello tra la Tiburtina e la Via degli Ernici, a suggerire la necessità di insidiare/inse- diare il contesto attraverso un potente oggetto architettoni- co: un edificio dalla storicità ambigua quanto dalla forma inequivocabile. Il senso di appropriatezza che domina la configurazione del- l’involucro esterno caratteriz- za anche l’aula liturgica: una sala unica, disegno di chiara 4 ispirazione piacentiniana, illu- gli elementi, contribuendo ad mensione minimalistica e sofi- cole e modeste chiese studia- minata per mezzo di una serie arricchire l’apparente piattezza sticata di una proposta in cui te negli stessi anni per le città di finestre realizzate sui lati dei muri perimetrali di qualche la chiesa diventa il parametro e di Valmontone, Segni, Formia, longitudinali. Il trattamento lieve ombreggiatura. la misura per un’idea sicura Fondi, assumono, retrospetti- delle intersezioni delle super- Rifuggendo dalle tentazioni del della fede e della comunità che vamente, la dimensione di un fici architettoniche è estrema- neorealismo imperante di que- deve riunire. L’architettura re- involontario manifesto, rin- mente classico: ogni singola gli anni, nella Madonna della cupera qui la sua naturale di- viandoci alle dimensioni col- sovrapposizione tra piani di Neve Provenzano combina mi- mensione di cosa semplice e tissime dell’edilizia rurale mi- lavoro differenti è risolta tra- rabilmente linguaggio classi- ben fatta che torna a intreccia- nore e, allo stesso tempo, ad mite bassofondi che isolano co, esperienza razionalista e re rapporti vitali con la società, una “ragione” del fare architet- gusto Novecento. Ogni ele- la cultura costruttiva locale, tura che allude, come per le mento della composizione si l’ambiente più in generale. opere dei succitati maestri ro- compenetra e si esalta nella di- Emblematica di tale vocazione mani, alla sua più nobile decli- è l’ininterrotta serie di realiz- nazione di arte civile. zazioni liturgiche che dividono Chiaro allora il perché della ri- la Madonna della Neve dal- costruzione della chiesa di l’Istituto Religioso S. Antonio Santa Lucia a Segni (1952 – di Taranto, opera tra le ultime 1958), anch’essa rifondata di Provenzano. sulle rovine della precedente Potendone riportare solo alcu- parrocchia distrutta durante i ne per brevità, il gruppo di pic- bombardamenti alleati, secon-

3 TERRITORI 7 stito interamente in mattoni, è chiara ispirazione romanica, istanze formali distanti tempo- ancora una volta sobriamente nell’esplicito rimando alle tra- ralmente, eppure accomunate trattato. La facciata principale dizionali facciate a salienti. dal rappresentare gli stessi va- si offre totalmente spoglia al Il linguaggio classico, nella lori civili. Emblematico di tale sagrato, offrendo solo la pro- sua capacità di conferire ordi- atteggiamento nei confronti pria nuda forma, esaltata al ne all’interno di un muro solo del classico è il progetto edifi- centro dalla scultura della san- attraverso un elemento archi- cato in terra natale per la ta posta su una mensola in ce- tettonico, quale la colonna del- Chiesa di San Nicola ad Ara- mento armato e dalla mostra la chiesa frusinate o la scan- deo (1952 – 1960). Qui la pro-

5 do una conformazione estre- delle campane nelle aperture sione di bucature nelle cappel- fonda stratificazione culturale mamente compatta: una sala del campanile. Spogli anche i lette laterali di Segni, si fa an- che costituisce il territorio sa- parallelepipeda coperta da un prospetti longitudinali: l’illumi- cora una volta mediatore tra lentino si fa ispiratrice di una tetto a padiglione dal quale si nazione dell’aula liturgica è ri- 6 erge, direttamente sul sagrato, leggibile chiaramente nella una sottile facciata a vela. Qui doppia teoria di finestre circo- l’impianto della chiesa è carat- lari inferiori e di monofore nel- terizzato dall’unione di tre ele- la navata principale di chiara menti funzionalmente distinti matrice rinascimentale, poste tali da formare una composi- sui fronti laterali. Gioiello zione piramidale: un avancor- echeggiante valori atmosferici po porticato di ingresso anti- evidentemente scevri da qual- stante il sagrato, l’aula liturgi- siasi velleità personalistica, la ca a tre navate, la sagrestia e chiesa di S. Lucia continua la gli uffici parrocchiali retrostan- ricerca di Provenzano sulla de- ti. L’esterno della chiesa, rive- finizione di valori stilistici di

8 TERRITORI composizione estremamente originale. Una piastra – un basso volume parallelepipedo aperto sul prospetto principale con un porticato colonnato – sorregge un’imponente cupola centrale su base ellittica dai chiari riferimenti formali ara- beggianti. A far da contraltare al sistema basamento - cupo- la, un campanile parallelepipe- do allargato verso l’alto, coro- nato da una guglia conica. Una curiosa koinè linguistica, che tuttavia preserva l’opera da qualsiasi espressione kitsch, suscitando ancora una volta un inaspettato senso di pro- fondità temporale e, quindi, una immediata monumentali- tà, che conferisce ordine e senso ad un intero brano di città. Aradeo costituisce, pro- babilmente, il massimo debito di Provenzano alla propria cul- tura accademica. L’influenza della scuola romana, già rie- cheggiata in alcune soluzioni di dettaglio per la Madonna della Neve (evidente in quel caso era il raffronto con il Cristo Re di Viale Mazzini), si fa più esplicito nell’uso di un ordine architettonico “esem- plificato” per gli spazi dell’aula 7 liturgica, alla maniera del clas- la ricerca dell’architetto. La l’anonimo contesto urbano sicismo nordico (quest’ultimo chiesa del Sacro Cuore a circostante. L’elegante attacco caro sia agli accademici roma- Maglie (1950 – 1958), in par- al cielo, costituito dall’aerea ni come Foschini, sia ai più ticolare, è sintomatica della si- teoria di setti che definiscono, giovani architetti Muratori e curezza progettuale raggiunta al loro interno, gli spazi in cui Quaroni, dal quale Provenzano da Provenzano in tema di edi- trovano posto le campane, è sembra recuperare alla lettera fici sacri: una composizione coronato da un basso fronto- il disegno delle colonne per la ancora una volta piramidale, ne modanato in maniera tale piazza imperiale all’E42). in cui l’alto volume della chie- da costituire una facciata a 5. Maglie, Chiesa del Sacro Cuore, prospettiva Similmente, le forme adottate sa conclude la sequenza dei vento come la coeva chiesa di di progetto. nei coevi esempi realizzati in corpi più bassi della canonica, Cercepiccola: un chiaro riferi- 6. Maglie, Chiesa del Puglia della chiesa del Sacro del salone parrocchiale e della mento alla tradizione romani- Sacro Cuore, attuale veduta d'insieme. Cuore a Maglie, della Nostra sacrestia. Una forma compat- ca pugliese. 7. Segni, Chiesa di Signora di Fatima a Talsano, ta che si offre nella cieca fac- Anche se fino ad ora si è fatta Santa Lucia, studio di del Sacro Cuore ad Andria, ap- ciata come punto di “aggluti- menzione principalmente di prospetto. profondiscono ulteriormente nazione” in opposizione al- edifici per il culto – Provenza-

TERRITORI 9 no progetterà in carriera un ma della sua prematura scom- Provenzano, a ormai quasi totale di circa cinquanta edifici parsa, rappresenta l’incarico quarant’anni dalla sua scom- sacri, dei quali più della metà probabilmente più complesso: parsa, non è certo la volontà realizzati – l’architetto maglie- il testamento stesso di un mo- di ampliare una ricerca pretta- se è autore di opere di indub- do di intendere il progetto di mente specialistica relativa al bio valore nel campo dell’edi- architettura come strumento progetto dell’edilizia di culto lizia economica e popolare di dialogo con uno specifico in Italia, né più generalmente (quartiere Ina Casa a Lecce, ambiente, che l’edificio deve restituire alla storiografia ar- Copertino, Nardò) e scolastica necessariamente riecheggiare chitettonica un protagonista imprescindibile della 8. Taranto, Istituto cultura progettuale Sant'Antonio, veduta italiana. della facciata principale appena terminata. Certo, il totale disin- 9. Aradeo, Chiesa di teresse espresso da San Nicola, veduta esterna dell'edificio Provenzano per un’ar- appena terminato. chitettura program- 10. Taranto, Istituto Sant'Antonio, plastico matica votata più alla di studio di una rappresentazione di cappella laterale. un pensiero persona- 11. Aradeo, Chiesa di San Nicola, l'aula le che alla costruzio- liturgica appena ne di una realtà co- terminata. mune lo ha portato, per lungo tempo, ad essere trascurato da una critica al più atti- rata dai valori ideolo- gici e autografi. La ri- cerca di Provenzano, incardinata intorno a pochi ma fruttiferi spunti, è quanto di più lontano da quelle esemplificazioni criti- che che, spesso esu- lando dalla reale qua- lità costruttiva dei singoli edifici, preferi- sce piuttosto interes- sarsi all’interpretazio-

8 ne di temi progettuali (scuola elementare ad Atina, nelle sue fattezze. Qui, ancora spesso decifrabili solo a pochi Otranto, Gallinaro, scuola me- un volta, il gusto tipicamente ed eruditi addetti ai lavori. dia a Maglie). romanico per la massa mura- Eppure proprio questa distan- Tuttavia è innegabile come nel- ria si confronta con l’attenta za espressa dall’architetto of- la progettazione delle chiese si declinazione del tema tipologi- fre a noi la possibilità di regi- concentrino i maggiori sforzi e co per un accordo perfetto tra strare il valore più profondo i migliori risultati della produ- tradizione costruttiva locale, delle sue opere, l’essere un zione dell’architetto. La co- nuove necessità liturgiche e tassello significativo di una struzione dell’Istituto Sant’An- valori urbani. più generale visione della no- tonio a Taranto (1958 – 1973), In sintesi, ciò che ci porta og- stra disciplina in continuità ultima opera dell’architetto pri- gi a riscoprire l’architettura di con la propria tradizione. Ciò

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11 vuol dire lavorare paziente- la scuola e la professione, tra mente tra le pieghe di una pra- la didattica, la ricerca e la spe- tica sapiente come quella del- rimentazione sul campo, con l’architettura, arte che rispon- assoluta coerenza, cercando de, tra i suoi numerosi compi- di concretizzare nelle numero- ti, alla necessità di coniugare se, ma pressoché ignote, ope- ciò che oggi viviamo con ciò re progettate e realizzate, il che in passato ci ha precedu- senso di un lungo percorso, in to. È in questa prospettiva che cui etica e mestiere trovassero il lavoro di Antonio Proven- modo di fondersi, tenendosi zano è andato svolgendosi tra reciprocamente. 10

TERRITORI 11 SPAZIO E PROGETTO

U di Maurizio Gattabuia na proposta urbanistica mento di riflessione che assu- li, artigianali o commerciali), collaboratori: Rita Valeriani, che voglia valutare corretta- me il senso di una vera e pro- questo territorio, così vasto e Giovanni Piscopo mente i dati territoriali di pic- pria “sfida” se si decide di antico, racchiude delle verità cola dimensione deve partire ripensare la realtà attraverso storiche legate alla lavorazio- da un’attenta osservazione, la scrupolosa considerazione ne della terra, da colture vini- facendosi carico di un mo- di punti di vista, di attese e cole ad insediamenti per la produzione dell’olio e delle olive, alla pastorizia, ma anche al turismo, storicamente le- L’ASSE CASILINA gato alle attività agri- aspettative differenti. Il territo- cole e termali. LINEE GUIDA ALLO rio, infatti, si presenta ricco di Il compito fenomeni che si compenetra- dello SCHEMA PRELIMINARE no tra loro. Accanto alle odier- UNA SFIDA DA RACCOGLIERE ne realtà abitative e pro- duttive (industria- In basso, primo stralcio di analisi urbana. Nello schizzo, le corti aperte verso la Casilina e gli edifici sul margine dell'area agricola.

schema preliminare è quello di mostrare una provvisoria sintesi progettuale, con lo scopo di sottoporre ad una prima verifica le proposte di ri-disegno di alcuni elementi principali del territorio. L’in- tenzione è quella di per- correre un itinera- rio muovendo- si dalla rile- per arrivare a individuare un andato trasformandosi forte- legamento; ma spostandosi vazione insieme ordinato di problemi e mente, per la forte incidenza dalla Casilina verso l’interno si del tes- di loro soluzioni. dell’ Asse Casilina, importante registrano notevoli cambia- suto Il paesaggio, caratterizzato via di comunicazione e di col- menti, passando da un pae- dalle colture, dall’insediamen- to abitativo, in buona parte sparso, e dagli ex contenitori industriali in disuso è In queste pagine: schizzi dell'intervento, tavola di studio e stralcio fotografico dell'Asse Casilina. Nelle fasce di rispetto sono previste piantumazioni ad alto fusto al fine di creare frange ottiche anche nei confronti delle aree a destinazione agricola. saggio caotico, a prevalenza traverso l’adeguamento dei e a sud dalla località Roana. A commerciale, ad un paesaggio servizi, il riuso e la messa a delimitare l’area di intervento “leggero” ed “orizzontale” le- norma dell’esistente. ad est c’è un asse viario se- gato alle sue attività agricole. L’area caratterizzata dall’ Asse condario che costeggia il Una delle grandi sfide di que- Casilina è perimetrata a nord e monte Radicino e la cam- sto piano è proprio quella di a sud da due poli urbani per pagna circostante. Ad ovest far vivere insieme queste di- eccellenza. A nord dall’area a sussistono interventi misti, tra verse realtà, riconnetterle at- ridosso dell’ingresso alla Città edilizia residenziale isolata, at-

14 TERRITORI tività commerciali ed artigia- nali, intervallate da appezza- menti di terreno prevalente- mente ad uso seminativo, con fronte strada di ampiezza non eccessiva. Gli interventi in progetto sono prevalentemente di ricucitura, con destinazioni a servizi, a completamento delle attività esistenti. Dove possibile sono previste, nella fascia di rispet- to della Casilina, piantumazio- ni ad alto fusto al fine di crea- re frange ottiche anche nei confronti delle aree a destina- zione agricola. Ad est gli inter- venti si presentano più frasta- gliati, con aree libere dagli ampi fronti stradali e possibili aree soggette ad edificazione, con caratteri connettivali e di completamento. Gli interventi non più alti di otto metri do- vranno aprirsi verso la Casilina con una grande corte o piazza, creando invece sulla campa- gna un muro, che sia di chiu- sura, ma nello stesso tempo di collegamento. La serie di edi- fici avrà il bordo solido di un muro e al contempo costitui- rà un ponte verso la campa- gna; sarà un elemento che chiude e ingloba, ma che si lasci attraversare dalle strade e dagli sguardi. Sarà un edifi- cio che avrà un carattere domestico e, al contempo, un carattere urbano, che presen- ti un lato accentuatamente frontale e chiuso verso la

16 TERRITORI Schizzi delle varie ipotesi tipologiche degli edifici che creano una barriera permeabile sulla campagna. In basso, edificio in linea di Francesco Venezia (piano regolatore per Lauro).

campagna e un lato ricco di piani di comparto con obbligo mite alberature ad alto fusto scimento della loro capacità variazioni verso l’asse. di edificazione contestuale, da piantumare sulla fascia di di organizzare e pilotare alcu- Le case, come la badia, il con- per ovviare a problemi di edi- rispetto della Casilina. ni processi di riqualificazione, vento, offrono tutte la forma ficazione frammentata, con L’importanza di queste aree in funzione della loro posizio- semplice del parallelepipedo incidenza negativa sulle forme non deriva solamente dalla di- ne all’interno della struttura allungato, con tetto a capan- del paesaggio. I comparti mensione o dalle funzioni par- principale. Sono i luoghi “do- na: quella forma che ha sem- saranno tra loro collegati tra- ticolari che possono contene- ve non perdere l’occasione”, pre conferito dignità a una ba- mite zone cuscinetto a servizi, re, né dal fatto di essere edifi- quelli dove meglio si potrà silica e a un granaio. come parcheggi o collega- cabili o destinate a spazi col- rappresentare l’immagine del- Gli interventi delimitati in più menti pedonalizzati. Anche lettivi; ciò che ne determina il la città rinnovata. zone nell’area est, dovranno sull’asse est saranno previsti peso, e pertanto la scelta in Questa è la sfida che va raccol- essere previsti all’interno di interventi di mitigazione tra- questo progetto, è il ricono- ta ed è l’unica possibile.

TERRITORI 17 OGGETTI - NTEORIA E TECNICA DEL DESIGN ove artigiani, 37 buzione, riappropriazione e to modo di descrivere i mac- designer, 8 regioni italiane e 3 rielaborazione dell’artigianato chinari utilizzati, gli strumenti nazioni europee, 4 giorni di tradizionale. Il workshop, infat- (molti appositamente proget- studio, 28 progetti, una la ti, prima ancora di intraprende- tati per specifiche lavorazioni o coppia protagonista: design e re la parte didattica, è servito tecniche), i problemi incontrati artigianato. Questi sono solo per riscoprire e documentare durante le singole lavorazioni e

di Paolo Emilio Bellisario foto di: Ilias Fragkakis, Paolo Emilio Bellisario, Nafsika Tzanu, Gum Design GLOCAL HANDMADE alcuni numeri del workshop alcune delle realtà artigianali gli espedienti adottati per risol- “Glocal Handmade” che ha fat- presenti sul territorio. Gli arti- verli. Tutto questo mentre ve- to incontrare/rincontrare de- giani coinvolti nell’iniziativa nivano effettuate riprese video, sign e artigianato. L'estate hanno avuto modo di essere scattate fotografie, annotate le scorsa (dal 16 al 19 giugno), documentati durante una loro loro risposte su un taccuino. “Glocal Handmade” ha richia- giornata lavorativa: hanno avu- Una rivisitazione in chiave arti- mato a Sora studenti, creativi, giana degli attuali programmi architetti, ingegneri e designer “Glocal Handmade”, a cura “Come è fatto” tanto in voga al provenienti da tutta Italia, ma momento. Una volta raccolto, dell’architetto Paolo Emilio anche dalla Spagna e questo materiale è stato cari- Bellisario, è stato un evento dalla Grecia. Per cato on line per essere condivi- sostenuto e promosso quattro giorni, ne- so e ridistribuito nel quotidia- da Innova, Azienda Speciale lla sala dell’Audi- no. In questo modo anche gli torium polivalente in della CCIAA di Frosinone, iscritti al workshop hanno piazza Mayer Ross, arti- e dall’Associazione avuto modo di conoscere, di giani, docenti e tutor si Culturale “Il Sagittario” con riappropriarsi di questo “saper sono alternati raccontando le il patrocinio della Università fare tradizionale”, di metaboliz- loro testimonianze degli studi “G. d’Annunzio” zato per essere pronti a “riela- che hanno ispira- - Facoltà di Architettura di borarlo” nel tentativo di inno- to la creatività Pescara, dell’Assessorato vare la tradizione. dei partecipanti. alle attività produttive della Ai partecipanti si richiedeva “Glocal Handma- Provincia di Frosinone l’impegno a: de” si è proposto e del Comune di Sora. - Innovare il prodotto come un vero e proprio labo- Per ulteriori informazioni Cioè studiare nuovi prodotti ratorio di riscoperta, ridistri- capaci di essere qualitativa- e aggiornamenti invitiamo a seguire il sito dedicato all’iniziativa: www.glocalhandmade.com mente, for- strumenti che ne miglio- regione, per la creazione di malmente, strategicamen- rassero l’attività produttiva. prodotti nuovi che, basati su te vincenti, lasciando però in- che permettessero al prodotto Obiettivo comune ai tre ap- materiali e antiche tecniche di variati processo produttivo, stesso di avere un plusvalore procci non è stata, dunque, la produzione artigianali, possa- tecniche di lavorazione, mate- tale da renderlo competitivo semplice creazione di una no affrontare le sfide dell’at- riali e strumenti impiegati. sul mercato. “forma” nuova, ma piuttosto tuale mercato globale. - Innovare i materiali - Innovare il processo l’elaborazione di vere e pro- Di altissimo livello il team di Lasciando invariati tecniche di Lasciando invariati i materiali prie “strategie creative” in docenti e tutor chiamato per lavorazione, processo produt- impiegati dall’artigiano, la grado di ricercare spunti nelle seguire i partecipanti. Desi- tivo e strumenti, si richiedeva sfida era studiare nuove tecni- tradizioni, nei materiali o nei gner come Gum design, Mar- di introdurre nuovi materiali, che di lavorazione e nuovi prodotti artigianali di una co Mazzei, Poco Design, De-

Quando il design diventa strumento di marketing territoriale per il rilancio dell’artigianato e del made in Italy

TERRITORI 19 Zign studio, Giuseppe Augu- gliaro, ZO-loft, ADD, C0ntex- tual e DmDesign. Tutti desi- gner professionisti, seleziona- ti tra veterani e giovani pro- messe presenti nell’attuale panorama nazionale, distintisi per l’atteggiamento progettua- le, per le strategie proposte, per i risultati professionali e le sperimentazioni riguardanti le tematiche toccate dal wor- kshop. Ulteriori contributi di- dattici sono stati dati sia da docenti e ricercatori dell’Uni- versità G. d’Annunzio di Pe- scara che da rappresentanze dell’ADD, Distretto del design e del Laboratorio di design e comunicazione - Polo didat- tico di Sora. Una squadra composta da designer prove- Con “Glocal Handmade” si sono voluti innescare nienti da città e/o regioni nuovi rapporti di diverse nel tentativo di mixare collaborazione tra i designer e gli artigiani locale e nazionale. coinvolti, trasformando le idee dei partecipanti in veri e propri oggetti da proporre sul mercato.

20 TERRITORI Fondamentale anche il contri- Una sezione speciale è stata e figli. Nella provincia di Fro- la sorana”. Si tratta di una buto degli artigiani: da Alatri, il dedicata al food design, sce- sinone, e in particolare a Sora, sorta di pane (le sue origini fabbro Maurizio D’Onorio; da gliendo come prodotto simbo- c’è un particolare prodotto ali- risalgono all’età altomedievale Isola del Liri, la ceramista lo da reinventare, la ciambella mentare, artigianale al 100%, ed è citata in documenti del Ileana Di Pucchio e i falegnami sorana con la Ciam- chiamato “ciambel- ‘500 e del ‘600) che si presen- Massimiliano D’Orazio e Giu- belleria Alonzi ta appunto come una seppe Recchia; da Atina il ve- traio Antonio Simeone; da So- ra, per i gioielli la Gabrielli Scarl, la sarta Cinzia Zup- petti e il ramaio An- tonio Alviani.

TERRITORI 21 Un tempo si usa- va mangiarla co- me pasto unico oppure veniva uti- lizzata come do- no. Le fidanzate usavano offrire una grossa ciam- bella, la rotella, ornata con un bel fiocco come dono augurale ai fidan- zati. Anche in oc- casione di nascite, si usava regalare ciambelle. Ormai la “ciambella so- rana” è un vero è proprio stre- et food tipico del suo territo- rio. E proprio sul tema e sulle necessità dello street food sono stati stimolati i parteci- panti: packaging, piatti per il consumo in strada o per i pic- nic, lasciando spazio anche ad un vero e proprio restyling formale. Dal workshop al workshow. Un ruolo importante all’inter- no del “Glocal Handmade” ha senz’altro giocato la comuni- cazione. In questo senso la collaborazione con la rivista “Ottagono” insieme ad un’ot- tima attività di ufficio stampa ciambella lucida e dorata, ro, sale, acqua, semi di anice. hanno garantito ad artigiani e croccante all’esterno e morbi- L’impasto viene fatto lievitare designer visibilità nei princi- da internamente, ottima come per poco tempo. Quindi si for- pali canali nazionali e esteri. semplice snack oppure ac- mano le ciambelle intreccian- Ulteriori vetrine sono state le compagnata a salumi, formag- do la pasta, si scottano in manifestazioni di carattere gi, acciuga o verdure. Si pre- acqua bollente e si infornano internazionale scelte per pro- para con farina di grano tene- per farle diventare croccanti. muovere i risultati del wor-

22 TERRITORI Con "Glocal handmade", non solo ricerca di nuove forme, ma elaborazione di vere e proprie “strategie creative” in grado di ricercare spunti nelle tradizioni, nei materiali o nei prodotti artigianali della regione, per la creazione di prodotti nuovi che possano affrontare le sfide dell’attuale mercato globale.

TERRITORI 23 Il workshop ha dato agli artigiani l’opportunità di uscire dai consueti schemi lavorativi e di accettare nuove sfide professionali.

quello di innesca- re nuovi rapporti di collaborazione tra i designer e gli artigiani coinvolti, trasformando le idee dei parteci- panti in veri e pro- pri oggetti da pro- porre sul merca- to. Un primo pas- so, in questo sen- so, è stato fatto con la presenta- zione dei primi prototipi realizzati al Buy Lazio tenu- tosi a Frosinone il 17 e 18 set- tembre scorso. In questa oc- casione, i giovani designer e gli stessi artigiani hanno avuto modo di avere un primo con- fronto con il pubblico che ha visitato lo stand, raccogliendo feed back e commenti da ad- detti ai lavori e non. Primo bilancio positivo, dun- que, per “Glocal Handmade”. La sua formula si è conferma- ta, così come era nell’intenzio- ne iniziale, uno strumento di marketing territoriale efficace. Il workshop ha dato agli arti- giani l’opportunità di uscire dai soliti schemi lavorativi e di accettare nuove sfide profes- sionali. Ai partecipanti, invece, ha permesso di vedere con- kshop. Alcuni ragazzi hanno, Night” tenutasi a Roma lo cretizzati i loro sforzi creativi e infatti, presentato il proprio scorso giugno. di entrare nel circuito legato lavoro durante la quarta edi- Tra gli obiettivi di “Glocal alla produzione e alla vendita zione della “Pecha Kucha Handmade” c’è stato anche dei propri prodotti.

24 TERRITORI TESI DI LAUREA P di Maria Claudia Nardoni asseggiando tra i vico- cappella di San Michele Ar- salita di accesso all’acropoli li della città storica di Anagni, cangelo. Ci troviamo poco pri- (imm. 9 - 10). si resta affascinati da una ma del Palazzo Trajetto, pro- Il progetto di valorizzazione e chiesa sconsacrata che mo- prio dove l’edificato lascia recupero entra nel cuore di stra il proprio fronte principa- spazio ad una piazzetta dai questo piccolo ambito urba- le sull’antica “via Major”, at- modesti caratteri urbani, spa- no, proponendosi di non alte- tuale via Vittorio Emanuele: la zio di sosta e riposo lungo la rare i caratteri propri del luo- RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA CHIESA E DELLA PIAZZA SAN MICHELE AD ANAGNI

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go, seppur dando allo spazio ARCHITETTURA E URBANISTICA costruito nuovi elementi di connotazione. La necessità di TRA PASSATO E PRESENTE un intervento consapevole

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sotto il profilo storico, ha cesso all’altura, che affluisco- denze del sito alla sistemazio- mosso un’accurata analisi no all’interno del nucleo urba- ne degli spazi urbani. La let- dell’agglomerato urbano ed no attraverso le porte stori- tura critica delle mappe stori- uno studio dello sviluppo del- che. La particolare conforma- che rinvenute, supportate da le principali direttrici di ac- zione del colle su cui è situa- considerazioni di carattere cesso alla città; si è notato to l’impianto urbanistico di storico-urbanistico, ha suc- come l’edificato si sia struttu- Anagni ha portato gli abitanti cessivamente condotto alla rato su un percorso matrice e alla costruzione di terrazza- formulazione di ipotesi di for- su strade secondarie di ac- menti, per adattare le pen- mazione del tessuto edilizio e

26 TERRITORI a ricostruzioni ipotetiche del- La successiva analisi geome- lievi strumentali e fotografici le fasi di sviluppo dell’abitato trica e spaziale dei luoghi è sono stati un validissimo (imm. 1 - 2 - 3 - 4 - 5). 1. 2. 3. 4. 5. Ricerca stata generata dalla lettura supporto alla conoscenza de- Appare evidente come il tes- delle tracce di orditura storica poiché la città è una gli spazi. rilevabili nel disegno suto edilizio del sito, e le ar- del tessuto dell’edilizia struttura complessa, in cui Di notevole importanza, per la chitetture che lo connotano, di base. Si è ipotizzato ogni singolo edificio ha un successiva fase progettuale, si siano strettamente correlati e uno schema di suo ruolo, che nasce dalle re- è mostrata la lettura critica dei formazione del tessuto si siano influenzati vicende- edilizio, in relazione ai lazioni tra i diversi organismi fronti degli edifici, che delimi- volmente nel tempo. percorsi e alle cellule e tra questi e il contesto. I ri- tano la piazza e i primi tratti di individuati, e si è definita una ricostruzione delle fasi di sviluppo dell’abitato nel tempo.

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28 TERRITORI 6. 7. 8. Progettazione della piazza. La soluzione progettuale definita per la piazza coniuga i dislivelli presenti localmente agli allineamenti con l’edificato circostante. Particolare cura è stata rivolta alla trama della campitura della pavimentazione, qualificata nella scelta dei materiali e dei moduli compositivi.

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strada ad essa limitrofi, che ha to alla catalogazione ed alla messo in evidenza le assialità, analisi delle parti edilizie co- le bucature e gli elementi ar- stitutive di ogni organismo chitettonici presenti su ogni edilizio dell’intorno della chie- facciata, elementi preziosi per sa di S. Michele Arcangelo al l’avanzamento dell’intervento fine di pervenire ad un’analisi progettuale (imm. 11). su cui basare la valutazione Un attento rilievo tecnologi- del degrado e gli interventi co-prestazionale è stato mira- tecnici che si rendono neces-

TERRITORI 29 9 9. 10. Anagni, piazza S. Michele. 11. Lettura critica dei fronti. Preliminare alla fase progettuale di riqualificazione dei fronti della piazza di San Michele, si sono studiate le caratteristiche geometriche e formali caratterizzanti i prospetti.

sari, attraverso un rigoroso sul tessuto urbano in cui es- metodo analitico e interpreta- sa è inserita. tivo (imm. 12 - 13). Nel processo conoscitivo non Naturalmente tale procedi- si è potuto prescindere dallo mento estensivo è frutto di studio dei colori caratterizzan- uno studio che dovrebbe ti gli strati di finitura, le fine- sempre correlare l’intervento stre e le porte delle facciate da sull’architettura all’intervento tinteggiare, che ha condotto

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Maria Claudia Nardoni Università “La Sapienza” di Roma Facoltà di Ingegneria Corso di laurea specialistica in Ingegneria edile – Architettura U.E. A.A. 2008/2009 Tesi di laurea in “Progetti per la ristrutturazione ad una soluzione progettuale me non si sono scelte tinte conformazione spaziale e pro- e il risanamento edilizio” effettuata secondo i criteri di che dessero una scarsa perce- spettica dei luoghi. Relatore: un piano del colore. Si sono zione delle variazioni dei livelli La progettazione della piccola Prof. Ing. Franco Storelli escluse soluzioni che rendes- di profondità presenti sulla piazza su cui si affaccia la Correlatori: chiesa di S. Michele, si è arti- sero effetti cromatici poco ar- piazza. L’effetto finale è stato Arch. Maria Vitiello, colata in una soluzione che monici con le altre colorazioni quello di tinte armoniche tra di Prof. Ing. Massimo Coppi, già presenti in sito e che si so- loro e rispetto al contesto, nel- coniuga i dislivelli presenti lo- Prof. Ing. Pietro Nozzi no volute mantenere, così co- la rigorosa osservanza della calmente agli allineamenti con

TERRITORI 31 l’edificato circostante, gene- dell’edificio, preliminare alla rando una proposta di dise- fase progettuale. gno d’insieme in cui trovano L’articolazione della proposta soluzione i problemi planime- è stata finalizzata ad una sin- trici ed altimetrici. Particolar- tesi in cui confluiscono inter- mente dettagliata la trama del- venti tecnici, formali ed este- la campitura della pavimenta- tici. Particolare interesse ha zione, qualificata con partico- destato il progetto di una lare cura nella scelta dei mate- nuova pavimentazione, per la riali e dei moduli compositivi quale sono state condotte ri- (imm. 6 - 7 - 8). cerche sui caratteri delle anti- Il progetto di riuso della chie- che pavimentazioni e sui ma-

12. 13. Rilievo e sa si è invece articolato nella teriali costitutivi, con un ap- proposta di intervento sua riqualificazione in piccola profondimento delle proble- sui fronti. Il rilievo sala concerti per l’ascolto di matiche geometriche connes- tecnologico-prestazionale di ogni fronte da musica classica. se alla “tassellatura del pia- riqualificare è stato Anche in questo caso una ri- no”, indagando i territori del- necessario per analiticamente la costruzione storica dello svi- le modellazioni geometriche sintomatologia e luppo dell’impianto e delle ca- di Oliver Penrose. Ne è deri- la patologia di ciascun ratteristiche formali della chie- vata una soluzione formale elemento presente sul prospetto, al fine di setta, oltre ad un attento e me- che, assumendo come matri- la gestione di criteri di sim- scegliere la proposta di ticoloso rilievo geometrico- ci le linee generate dalla metria, di sovrapposizione e intervento più adatta. funzionale, ha condotto ad strombatura del portale di in- di proporzionamento, ha rag- una significativa conoscenza gresso, passando attraverso giunto un risultato di signi-

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ficativa armonica eleganza la sala, sia l’interno della chie- gente. Il primo assunto è rela- (imm. 14 - 16). sa. Si sono valutati i requisiti tivo al livello di pressione so- La progettazione acustica ha acustici dell’edificio, adeguati nora da rendere omogeneo in interessato sia l’involucro del- al rispetto della normativa vi- ogni punto della sala. Inoltre il

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14. 16. Studio della pavimentazione. Il progetto della pavimentazione della chiesa ha assunto come matrici le linee generate dalla strombatura del portone di ingresso, passando attraverso la gestione di criteri di simmetria, sovrapposizione e proporzionamento, sempre volto al raggiungimento di un risultato di significativa armonica eleganza.

progetto prevede che le onde Particolare attenzione è stata elemento che caratterizza for- riflesse siano utili per un otti- volta affinché a tutti gli ascol- temente lo spazio e che per- male ascolto del suono, che si tatori fosse garantito un ido- tanto è stato studiato. Si è in- presentino fenomeni di eco, neo campo di visibilità per lo tervenuti nel calcolo e nella che il tempo di riverberazione spazio di esposizione. A tale scelta degli apparecchi e delle sia ideale per l’uso a cui l’am- scopo è risultato necessario lampade tecnicamente e for- biente è destinato, così come soprelevare la zona dedicata ai malmente più adatti al luogo. l’impressione spaziale, il ca- musicisti, progettando tre gra- Per l’illuminazione diretta del lore del suono e la vivezza dini in opportuna posizione. locale, si è scelta una lampa- (imm. 15 - 17). La qualità della luce è un altro da ad emissione luminosa di-

34 TERRITORI 15. 17. Correzione acustica della sala per ascolto della musica. Nell’intento di trasformare la chiesa in una sala per l’ascolto della musica classica, si è effettuato uno studio delle caratteristiche del suono, al fine di migliorare la percezione e la qualità della sensazione sonora che giunge ad ogni ascoltatore. retta ed asimmetrica, al fine garantire una luminosità omo- genea su tutto il piano orizzon- tale. Tenendo conto delle esi- genze architettoniche oltre a 15 quelle tecniche, sono state scelte lampade dal design semplice, da incasso a parete, che si inseriscono armonica- mente nell’ambiente, sfrut- tando lo spazio per creare suggestivi e particolari effetti luminosi. Inoltre sono stati posti apparecchi illuminanti dal design raffinato nella par- te alta della chiesa, per garan- tire un’illuminazione diffusa in tutto l’ambiente. Invece, per la zona destinata all’esibizione degli artisti, sono stati proget- tati elementi illuminanti orien- tabili, a seconda delle specifi- che esigenze. Infine, lo studio della climatiz- zazione della sala ha condotto alla scelta e alla progettazione di un sistema impiantistico a pannelli radianti a pavimento, ritenuti i più adatti per tale in- tervento, in quanto garanti- scono un più elevato benesse- 17 re termico, qualità dell’aria e condizioni igieniche migliori, l’altro ad iniezione, atto a ga- oltre che una caratterizzazione rantire una temperatura infe- formalmente più adatta al ca- riore, dove necessario. so in esame. Per diverse esi- Una visione interdisciplinare genze di temperatura in sala, dei problemi connessi al recu- è stato progettato un impian- pero dell’edilizia storica mino- to a doppio circuito: uno re non monumentale ha quin- semplice, capace di far circo- di così portato ad una sintesi lare il fluido termovettore ad completa, sia negli aspetti una temperatura superiore, e 16 quantitativi, sia qualitativi.

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G di Massimo Terzini li infiniti segni che Ales- dove ogni spigolo determina sandro Tarquini depo- il passaggio tra un celeste e sita su ciascuna molecola dei un giallo, tra un verde smeral- suoi fogli di carta sono le pa- do e un rosso carminio, e do- role di un vocabolario ricchis- ve la figura umana, sugli spal- simo che tuttavia, per uno ti o nelle strade non compare strano sortilegio, consentono quasi mai e se c’è è così pic- di scrivere una sola parola: cola che finisce col somiglia- Città. Una strana parola che re ad una rondine in volo, non a caso può essere decli- quasi un corpo estraneo per nata indifferentemente al sin- la città, una nullità fisica che golare e al plurale e che per può essere espulsa e lasciata CASTELLINARIA SUI DISEGNI DI ALESSANDRO TARQUINI BREVI ANNOTAZIONI DI UN AMMIRATORE DI PASSAGGIO Alessandro vuole dire tutte le li escono dal disordine acci- precipitare nel vuoto come la città possibili e dunque, an- dentale del borgo medievale perla di una collana che si sfi- che Veroli, la sua città, la città per ricomporsi nella tridimen- la, bilanciata solo dalla legge- dalla quale egli, in maniera sionale complessità geome- rezza uguale e contrapposta assolutamente consapevole, trica di un solido platonico, di un aquilone, perché per trae spunto per raccontarci il cosicché una cinta merlata di- l’uomo medievale e per Ales- Medioevo, il luo- venta il bordo seghettato di go fisico e men- un dodecaedro, il torrione di tale dove i suoi palazzo la cuspide di una pi- passi e la sua ramide perfetta, un ponte le- matita si muovo- vatoio il piano inclinato di uno no con più disin- dei tanti possibili prismi irre- voltura. golari di una geometria sofi- Ma i disegni di sticata. Alessandro rap- L’amore di Alessandro per il presentano un Medioevo con- Medioevo si spinge così in tinuamente reinterpretato, profondità da contraddire pensato con la mente ed il ri- l’immagine fosca della storio- gore di un uomo del Rinasci- grafia ufficiale e ci rappresen- mento: le torri, i bastioni, le ta una scena urbana carica di porte, le guglie delle cattedra- colori in reciproco contrasto,

36 TERRITORI «Ci invita a stabilire un’alleanza tra Architettura e Anima, mettendole finalmente in relazione. Sembra quasi suggerirci, che il “nostro dentro” può essere ovunque guardiamo e ovunque andiamo. Ci conduce ad osservare creature di una bellezza senza scopo, cioè di vera bellezza, quella senza intenzionalità». Gabriella Villani Tarquini

TERRITORI 37 sandro è la città, non l’uomo, il centro di tutte le cose. Anche quando l’uomo compa- re a tutta pagina nel disegno, esso non è mai l’eroe della storia, non ti guarda negli oc- chi perché il suo sguardo è puntato verso oriente dove da un momento all’altro teme di veder spuntare i cavalieri del- l’esercito nemico che verran- no ad apparecchiare l’assedio alla città che egli tiene in equi- librio sulla testa, oppure veste volentieri i panni del giullare di corte per offrirti, con deferen- za ed ammiccante complicità la Città su un vassoio d’argen- to, come fosse quello il tuo piatto preferito. Ed è sicuramente quello il piat- to preferito di Alessandro, la città cucinata in modi sempre diversi ed offerta agli amici dal proscenio di un teatrino dome- nicale, poco importa se il piat- to si chiami Venezia, Bisanzio o San Pietroburgo, o se il no- me è un nome di fantasia, co- struito mettendo insieme tanti pezzi di città inventate. Una città nata da un sogno in «Alessandro Tarquini cui tutto può succedere, un "sceglie" con cura le sue radici artistiche sogno così potente che al ri- e le sue ascendenze sveglio residui di suggestioni culturali collocandole attentamente nel oniriche si sono rappresi in- crogiuolo della sua torno ad una forma e questa sensibilità e nel pestello forma è ancora e sempre una della sua anima per farne qualche cosa strana città in cui il ponte di di nuovo ed originale». Brooklyn proietta la propria Marco Bussagli ombra su Piazza del Campo, mentre le guglie di Santa Sofia

38 TERRITORI fanno da sfondo ad un acque- sti fortunati avesse attecchito Atene spunta come una foglia dotto di Roma. Oppure, grazie contemporaneamente e, ob- a pochi metri dalle torri di ad un’ecologia rovesciata è la bedendo ad un fenomeno di San Gimignano. città che entra in un albero, gemmazione non selettiva, A voler cercare degli antece- anzi si fa albero, proponendo avesse generato un fanta- denti stilistici si potrebbe dire per ogni ramo un frutto diver- smagorico albero della cuc- che il segno grafico di Ales- so come se una serie di inne- cagna sul quale l’acropoli di sandro rimbalza continuamen-

TERRITORI 39 la miniatura, la leggerezza quasi timida nel ridurre alle di- mensioni minime il dettaglio, per cui torna utile, preparan- dosi ad osservare questi dise- gni, applicare tra il foglio e l’occhio una qualche lente o strumento per potenziare la vi- sta, se si vuole scoprire che quello sbaffo sulla carta è in realtà un uomo volante in cal- zamaglia verde e giubba di vel- luto. Se poi il foglio ti cade di mano e si posa a terra, vieni colto da un’altra sorpresa: ca- pisci che è quella la distanza giusta che ti consente di sco- prire l’inganno, ma che adesso stai guardando un monile, il gioiello in filigrana che un ora- fo-architetto ha cesellato per il collo di una bella castellana. In verità, gli infiniti segni che Alessandro deposita su cia- te tra Escher e Tullio Pericoli: momento prima non è altro scuna molecola dei suoi fogli «Il suo progetto, ci spinge a cogliere “altre” del primo conserva la com- che un groviglio di supposizio- di carta non possono essere realtà, facendoci plessità strutturale, la dimen- ni infondate, tanto che ti viene raccontati a parole: come si assaporare essenze e sione architettonica della sce- voglia di prendere il foglio tra gusti che non pensavamo diceva prima, occorre procu- di poter ri-conoscere». na, dentro la quale una geo- le mani e girarlo lentamente fi- rarsi una lente per arrivare ad Gabriella Villani Tarquini metria contraddittoria accom- no a capovolgerlo del tutto per avere la vista buona di un gu- pagna lo sguardo fino ad una provare a scoprire dove si na- fo reale, farsi prestare l’entu- piega del muro, fino all’ultimo sconde il trucco, dov’è il punto siasmo da un giovane esplo- gradino di una scala a pioli per preciso in cui una logica viene ratore per spingere l’occhio a poi invertirne il senso, spo- tradita e ne comincia un’altra; scovare la più nascosta minu- starne la gravità secondo un di Pericoli trattiene il gusto per teria grafica, spegnere per angolo di trenta, novanta, qua- mezz’ora o per un giorno inte- rantacinque gradi o di quel Le opere di Alessandro ro tutti i telefonini, cercare al- tanto che basta a frastornarti, Tarquini sono state la radio una stazione lontana farti intuire che l’impossibile esposte a Frosinone negli che trasmetta madrigali a bas- sta succedendo lì, sotto i tuoi spazi di “Pasquazzi so volume, predisporre la occhi e che tutto quello che Concept Design” mente allo stupore e provare stavi guardando fino ad un ad entrare nel sogno.

40 TERRITORI MOSTRE

G di Giorgios Papaevangeliu iunta alla sesta edizione, di accendere i riflettori sui con sistemi e materiali vari. foto di Antonella Aravini la Mostra delle Tesi di giovani architetti per favorirne Una videoinstallazione realiz- e Giorgios Papaevangeliu laurea dei nuovi iscritti all’Or- l’inserimento nel mondo del zata e montata da Maria Frac- dine ha riscosso anche que- lavoro. cola ha proiettato di continuo st’anno notevole consenso. Le trentacinque tesi scelte per le immagini più significative L’iniziativa ha offerto un consi- l’iniziativa hanno proposto ar- dei progetti esposti. derevole contributo alla cono- dite indagini sperimentali. I Hanno partecipato con le loro scenza delle giovani genera- giovani architetti, laureati tra il tesi gli architetti Luigina Ar- zioni, evidenziandone le quali- 2003 e il 2011, hanno toccato duini, Adriana Butera, Massi- tà creative attraverso un’am- diversi ambiti di ricerca: dalla miliano Celani, Marina Celletti, pia panoramica delle ultime progettazione architettonica Cristina Chilani, Mauro Ciotoli, tendenze dell’architettura. all’urbanistica, dal restauro Andrea D’Aguanno, Piera D’A- Intervenuti alla presentazione dei monumenti alla storia del- mico, Fulvio D’Annibale, Paola della mostra, il Presidente l’architettura, dalla scenogra- D’Arpino, Mario De Persis, Fa- dell’Ordine arch. Bruno Mar- fia alla tecnologia dell’architet- brizio Di Castro, Matteo Di So- zilli, il vice Presidente arch. tura. I lavori sono stati ade- ra, Maria Fraccola, Valentina Alessandro Tarquini, il Consi- guatamente rappresentati e Franceschini, Valentina Gian- TESI DI LAUREA ALLA L’architettura delle nuove generazioni a Frosinone VILLA COMUNALE gliere C.N.A.P.P.C. arch. Mat- descritti da tavole contenenti nucchi, Wilma Laurella, Gian- teo Capuani e il delegato Inar- disegni tecnici, schemi grafici, luigi Leone, Ilenia Lollo, Gior- cassa arch. Maurizio Ciotoli, i prospettive, immagini tridi- gio Magagnino, Manuela Maz- quali hanno sottolineato nel mensionali elaborate al com- za, Letizia Molinari, Paola Ne- particolare momento di crisi puter, mentre un ulteriore ap- ri, Giorgios Papaevangeliu, economica, la profondimento è stato lasciato Pierluigi Pasqualitto, Gianluca necessità alla coinvolgente Perosi, Angelo Ricciardi, Ales- esposizione di pla- sio Sirizzotti, Vincenzo To- stici prodotti massi, Emanuele Vendetti. L’allestimento, teso a Costruite con pannelli metal- lici mobili, le “gabbie”, vere e proprie “superteche” esposi- tive scarnificate dalla materi- cità tipica dei recinti, poste lungo il perimetro esterno in un’iterativa e geometrica im- paginazione, hanno sostenu- to i lavori grafici dei neolau- reati, esaltandone la bidimen-

La mostra è stata sionalità ed evidenziandone allestita per “gabbie gli aspetti scientifico-teorici; tematiche” realizzate mentre all’interno del “teme- con materiali ed elementi da cantiere. nos” metallico, su di un podio rialzato di pannelli da cantie- re, i plastici dei progetti han- suscitare curiosità nei visita- elementi da cantiere, che ha no simulato l’auspicabile rea- tori, costituiva una sorta di invaso e, di fatto, trasforma- lizzazione delle proposte. architettura nell’architettura, to gli spazi espositivi della Le differenti “gabbie temati- fatta di “gabbie tematiche” “Villa Comunale” in un can- che”, distribuite nelle sale del realizzate con materiali ed tiere ideale. percorso espositivo, hanno

42 TERRITORI raggruppato lavori di simile attori di continue dialettiche: delle tavole e i colorati basa- dello; ma soprattutto il “fuori” indirizzo disciplinare instau- la trasparente verticalità dei menti dei plastici; la superfi- caratterizzato dalla bidimen- rando interazioni reciproche pannelli opposta alla opaca ciale scansione ritmica dei sionalità (ovvero la “frontalità” tra le tesi. In particolar modo orizzontalità dei podi; il mono- pannelli contrappunto alla alla maniera di Pietro Con- disegni e modelli sono stati cromatico retro dei supporti puntuale emergenza del mo- sagra) e il “dentro” definito

TERRITORI 43 Gli spazi espositivi della “Villa Comunale”, trasformati in un cantiere ideale, hanno accolto trentacinque tesi di giovani laureati. La locandina della mostra è stata realizzata da Massimo Terzini.

l’esporre, dove il pannello è interpretato come semplice supporto all’opera, e altrettan- to lontano dal volere risolvere il problema espositivo con percorsi a zig-zag che tendo- no a circoscrivere l’architettu- ra nella funzionalità, questo intervento, in fondo, ha ribadi- to come la creatività passa ne- cessariamente per la separa- zione e la ricostruzione del tutto in un "unicum" armonico, per “sentire la mostra come unità in cui l’evidenza delle va- rie parti va subordinata alla chiarezza esplicativa dell’in- sieme”.1 Nell’architettura, oggi, devono essere perseguiti non solo va- lori estetici, ma anche “so- stenibilità” e senso “morale”. In quest’ottica, la mostra delle Tesi di Laurea, ritenuta con- vincente e condivisibile per il dal tridimensionale, il “totem”, assonante razionale partitura ne, non più basato sul movi- carattere dell’allestimento, ha il feticcio della società, se si a griglia, si stabilisce un diffe- mento/percorso, ma su vinco- avuto anche il merito e la ca- vuole ancora riferirsi allo scul- rente modo di contemplazio- lati zoom sulle tavole o sui pacità di essere stata realizza- tore siciliano. plastici, introducendo così ta a “costo zero”, grazie all’uti- Se lo “spirito di modernità” Mostra delle tesi di laurea dei una “restituzione panottica”. lizzazione di materiale in pre- perseguito con la griglia spa- nuovi iscritti a cura del Dipar- Concentrando l’interesse sullo stito e alla corale collaborazio- ziale nell’anteprima razionali- timento Cultura dell’Ordine, stretto rapporto fuori-dentro, ne di partecipanti ed iscritti sta del 1934 (Sala delle Me- Frosinone, Villa Comunale, le gabbie sono state, così, luo- per il montaggio. daglie d’Oro della Mostra del- 25-30 giugno 2011, allesti- go di particolari alchimie otti- l’Areonautica Italiana a Milano mento di Giorgios Papaevan- che, che hanno favorito la let- NOTA di Edoardo Persico e Marcello geliu con la collaborazione del tura e l’interpretazione; in un 1. Edoardo Gentili, Organicità Nizzoli), invadendo totalmente Dipartimento. certo senso la mostra si è col- e decorativismo nell’allesti- lo spazio, introduceva una Fanno parte del Dipartimento locata sul versante opposto al mento delle mostre, Metron, contemplazione globale spa- Cultura gli architetti Barbara Ca- monstrum degli enigmi e dei 1946, 10, in Sergio Polano (a zio/opere, atta ad inseguire pobasso, Maria Fraccola, Mau- labirinti, sciogliendone gli in- cura di), Mostrare. L’allesti- rizio Gattabuia, Giorgios Papae- coinvolgenti prospettive tra le terrogativi. Esplicitamente di- mento in Italia dagli anni vangeliu, Noemi Pasquazzi, Gia- stereometrie, qui, ora, nella stante dalla spontaneità del- Venti agli anni Ottanta. cinto Porretti, Angelo Ricciardi, Alessio Sirizzotti, Alessandro Tarquini (responsabile), Mas- simo Terzini. 44 TERRITORI H ALTRI LINGUAGGI di Luigi Bevacqua o in fitto la mia suta, direi rosabianca pie- moria della Magna- casa, la strada, l’aria frusinate. tra pomice scagliata nel grecia (amazzoni e Numero 13. Grazie ad un ama- vento e solare ai celesti bot- cavalieri). tore, non smarrito per gli in- toni dello sguardo felino. L’appassionata meta- certi moduli della toponoma- Non incontro la ribellione alla morfosi di Leda ed il stica, la strada richiama Dante forma classica, ma la revisio- Cigno, le volute gio- Alighieri. L’aria è del capoluo- ne dei temi desunti dalla quo- strose della soprav- go: liscia? gassata? No. Palaz- tidianità tradotta in espressio- vivenza, l’uomo che zinara. ne dimensionale dell’imma- s’incrista e la ma- Lo studio di Pietro Giambel- gine sostituita del corpo dremadonna sim- luca è al 37 della mia strada in stesso del rappresentato. 2 metrizzano la mas- locazione ed ecco, quindi, il Per le stanze la fantasia sa spettacolo. An- motivo del preludio domesti- corre ai tori, ai cavalli scalpi- che il profano nell’esplosione co. Per una tazzina di caffè. tanti, al piacere dei sensi, al- di spazi è religioso. Pochi scalini. l’intimità dei trapassati, alla Non sono per l’abbandono del- La gioiosa meraviglia schiara coniugazione della preghiera le tecniche e dei materiali né la festività dello sguardo a tro- figurativa: sempre la fluidità per la trasmutazione struttura- PIETRO GIAMBELLUCA SCULTORE UN RICORDO DELL’ARTISTA SCOMPARSO vare la tattile presenza dell’im- della lega metallica si plasma le che sgrazia l’oggetto, quindi pianto materico: disegno bio- ai dettagli del modellato. Ed è non sono dissidente alle forme logico emozionato dall’istinto ritmico polso d’arte. (astratte e reali) di Pietro o dalla ragione, vulcanizzato La soavità dell’adolescente Giambelluca, concerti volume- dalla sicilianità dei tagli. che si sfarfalla il costume da trici alla visione plastica. Nella sua seconda nascita il bagno non è altro che la visiva La Ciociaria ha di questi studi concepimento strutturale del- trasposizione vivaldiana della ed è cultura. L’aria del conti- l’oggetto conserva le membra- primavera, rondinata nel sen- nente lo isola in mareggiate ne degli incontri non clichetta- suale inno alla vita ed in vergi- creative. ti dalla fotoplastica. ne attesa nell’aurato bronzo. Mi appartengono la casa in Bronzi, calchi, sbalzi di rame, La ritrattistica, il tema sacro e fitto, la strada e la gioiosa terre, cere, abbozzi, fogli, legni patriottico, i riconosciuti pro- meraviglia dopo l’assaggio e gessi sono i creativi del- fili oltre il calendario qualifica- d’arte al numero 37 di Via l’inquieta serenante no la toccata dinamica soffer- Dante Alighieri in Frosinone, arte scultorea di ta di Giambelluca come le pre- per nostra fortuna, non tutta Giambelluca, una ziose fughe di forze equilibra- palazzinara». faccia antica, os- te ed esuberanti lungo la me- Così, in un vecchio catalogo,1

1 TERRITORI 45 la passione, la predisposizione e, confesso, da parte mia, tan- naturale di Giambelluca per la ta nostalgia del tempo trascor- difficile arte del modellare risa- so nel suo studio di Via Dante le agli anni lontani e sereni del- Alighieri 37, dove mi ha sem- l’infanzia, quando ad Isnello, pre accolto con benevolenza e, nella ricorrenza del Natale, confidando in un rapporto confidando nella sua precoce schietto, leale, mi ha sempre abilità, i suoi concittadini ed il concesso di fare osservazioni, parroco gli affidavano il diffici- non sempre benevoli, sulle le compito di modellare i pa- sue opere in gestazione. Nel storelli del Presepe. momento in cui scrivo ho da- Sinceramente, nei giorni suc- vanti a me una sua grafica del cessivi alla sua scomparsa si è 1981, che ha voluto generosa- avvertito un vuoto incolmabile mente regalarmi a suggello della nostra amicizia. Un’amicizia durata ol- tre trent’anni, alimen- tata dal reciproco in- teresse per l’arte e so- prattutto dalla reci- proca stima per il la- voro che ciascuno di noi andava svolgendo tra tante difficoltà, in- comprensioni e spes- 3 4 so indifferenza da il poeta Nestore Caggiano deli- parte delle Istituzioni locali. neava la figura di Pietro Giam- Negli ultimi tempi, avvilito per belluca. il suo stato di salute, avvertiva segni di cedimento e mi confi- Da qualche mese il maestro ha dava: voglio morire, perché smesso serenamente di vivere, impossibilitato a fare il mio la- alla rispettabile età di 83 anni. voro, non riesco a vivere. Nato ad Isnello, in provincia di Per Giambelluca scolpire, vive- Palermo, era “approdato” a re quotidianamente la tensione Frosinone giovanissimo, appe- della creatività era vitale come na ventenne, quando via Marit- l’aria, come il sole. Una vita, la tima, diceva, era ancora cam- sua, vissuta, con impegno e pagna. Oggi, in effetti, è “palaz- determinazione, alla ricerca co- zinara”, come e più di via stante di una sintesi espressiva Dante Alighieri. Trascorsi tanti e nel tormento di pervenire ad anni da quel lontano 1950, un linguaggio proprio, esclusi- Giambelluca si riteneva soddi- vo; una vita tutta protesa ad sfatto delle sue scelte, anche esaltare i valori universali, dei se avvertiva nostalgia della sua quali si avverte, oggi più che terra, “le Madonie”, dove aveva mai, la necessità della presen- trascorso la sua irrequieta fan- za in ogni manifestazione del- ciullezza a contatto con la na- l’attività umana, primi fra tutti tura selvaggia e, soprattutto, la religiosità, peraltro innata con i cavalli della fattoria am- nell’essere umano, l’amore per ministrata dal padre. L’amore, la natura, il rispetto per le tradi- 5

46 TERRITORI Non è facile e neanche semplice delineare compiutamen- te la fisionomia di un artista; di un uomo che, per innata zioni e l’attaccamento alle pro- luca, ricorrenti nelle opere più vena creativa, per ammirevole impegno e costante disci- prie radici. significative. plina, si è fatto e si fa Uno con l’arte. Livio Pezzato, in un catalogo Tra queste occorre citare alcu- Le vicende biografiche e la copiosa produzione di opere degli anni ’70, scrisse: ne opere monumentali realiz- sia grafiche che pittoriche o che siano esse sbalzi in zate in Ciociaria ed in Sicilia e, rame, aiutano, soltanto in parte, a spiegare e a chiarire la «Il lavoro di un artista come tra le più recenti il monumen- genesi e la significazione di un Maestro nel campo della Giambelluca si dipana intorno to a Padre Pio e il monumen- scultura. a due temi, antichi ed attuali, to alla dea Temi (dea della giu- “Mio figlio, da bambino, si arrampicava sui monti siciliani scontati e sempre da scoprire, stizia) a Frosinone, il monu- di Isnello, seguito dai suoi piccoli compagni di giochi e la vita e la natura. mento all’interno della Chiesa tornava a sera con il suo bottino d’argilla per plasmare La donna è la vita, la donna di San Michele Arcangelo di figure, immagini”. come madre, come humus, la Boville Ernica, il monumento Così, la madre dell’artista mi diceva diversi anni fa quan- donna di Neruda “…il mio ad Isnello in omaggio alla do ebbi l’occasione di incontrarla e di conoscerla. corpo di contadino selvaggio ti Madre Madonita. Da ricorda- Educatosi alla più pura tradizione artistica italiana, Pietro scava e fa balzare il figlio dal re, inoltre, i monumenti prece- Giambelluca sperimenta ed esprime in tutte le sue opere fondo della terra”. E la donna- denti a San Francesco Saverio ed eminentemente in quelle di scultura, un sentimento madre di Giambelluca proteg- Bianchi, nella città di Arpino, e intensamente e fortemente umanistico dell’arte, intesa ge il figlio in abbraccio, in ca- quello ai Caduti di tutte le come autonomo e libero valore delle forme; ed egli si rezza, in sogno che giorno per guerre realizzato ad Alvito nel pone Unico (unus coesus), nel suo tempo, al di là di ogni giorno s’invera. lontano 1967. Ha profuso limite di retorica di scuola, spaziando in un vasto orizzon- I lineamenti della donna sel- molto impegno nella realizza- te di temi concreti ed attuali, assorbibili anche alla più alta vaggia che monta cavalli im- zione dei maestosi Crocifissi sfera dell’assoluto. bizzarriti si stemperano in dol- collocati nella Chiesa di S. Colpisce, in chi ha la ventura o il privilegio di “dialogare” con una sua opera, quella mimesi del reale, quella corri- cezza, ad avvolgere il figlio, a Paolo apostolo di Piano Zuc- PIETRO GIAMBELLUCA perpetuare nel tempo gli chi, Diocesi di Cefalù, nel- spondenza tra realtà e rappresentazione artistica che esemplari di una specie male- l’Abbazia di San Rocco di Ce- rimanda ad un indefinibile luogo dello spirito ove l’eterno detta e divinizzata. prano e, ancora, nell’immagi- io viandante si proietta nella ricerca di una più edificante La donna è vita, i cavalli sono ne sacra di S. Pasquale Bay- umanità. vita; ma essi sono anche natu- lon, collocata all’ingresso del- Schietto, umile, sincero, riservato, ma a volte brusco, ra vergine e dolcezza, rude e la Chiesa omonima di Vil- ombroso e imprevedibile, Pietro Giambelluca esplicita, così, l’optimum delle convergenze, lo status viae tra pas- crudele, soleggiata o percossa laricca, da cui traspare un ac- CHI È dalle tempeste. centuato misticismo, un’av- sato, presente e futuro. Per noi che abbiamo tradito la vincente e profonda spirituali- L’arte non irride e non inganna. L’Ars è tecnica, è recta ratio, è conoscenza di regole attra- terra e che ora la amiamo con tà. Meriterebbero una tratta- verso le quali si possono fare, produrre delle cose; sì, ma l’angoscia di un ritorno im- zione a parte la biblica porta l’arte è anche e soprattutto libertà, innovazione, essenza, possibile, il cavallo è un ani- del Santuario di S. Maria delle unità personale pregnante, dono, naturalità, gratuità, pas- male mitico, ombroso e man- Grazie, realizzata ad Alia di Pa- sione. sueto, fedele ed orgoglioso. lermo, per il tema trattato e le Moltissime sono le opere del Giambelluca, sia private che […] Coi muscoli contratti nel- difficoltà di esecuzione, e i pubbliche, e tutte sono frutto di una lunga, infaticabile lo sforzo o distesi, pronti allo bassorilievi che propongono attività lavorativa. Esse vanno dalle opulente maternità in scatto, con le nari aperte a l’ultima cena del Cristo Gesù, terracotta, quasi primordiali anfore votive, alle snelle e captare odori o sensazioni la Resurrezione del Signore e delicate figure di adolescenti in bronzo; dal mitico amples- lontane, questi sono i mu- la Pentecoste dello Spirito, so della Leda con il cigno, al robusto e forzato abbraccio stangs della prateria del nuo- nell’oratorio del SS.mo Sacra- dei Lottatori; dai bizzarri capricci di giovani puledri, agli vo continente, sono i cavalli- mento a Cefalù. «Un’opera, intrecci di volatili tesi all’infinito; dai volti ieratici dei santi vita delle tribù berbere, sono questa di Giambelluca, che ai ritratti della moglie, dei congiunti, degli amici; dalle gli agilissimi cavallini nuragici esalta con il pregio dell’arte la bibliche formelle dei portali delle chiese ai ceselli dei di “Sa Jara” di Gestori».2 concezione teologica dei tre tabernacoli; dai meditati monumenti ai caduti alla fiera e pannelli, che non sono generi- commossa dignità della bellissima Madre Madonita; dalle Questi, dunque, i temi predo- camente “arte sacra” ma effi- “via crucis” al volto del Risorto… minanti nell’arte di Giambel- cace “arte per la liturgia”».3 Il tutto non è che equilibrio, armonia, dinamica fantasma- goria di curve, di spazi, di linee, di luci. E il tutto è arte e l’arte è storia, memoria, sintesi, pensie- ro creante, vita. Lubiana Cianciulli [2005] Le sculture riprodotte in queste pagine sono state tutte realizzate «L’artefice della “ste- monianza indiscutibile del crescita civile del nostro Cir- una profonda religiosità, subli- in bronzo. 1. Cavallo; le di Alvito” ha rein- grande amore per le sue ra- condario. A torso di un magni- mata da una spiritualità vi- 2. Maternità; terpretato con lin- dici, per la sua terra, dalla fico cavallo proteso verso la brante che si risolve in autenti- 3. Monumento alla Madre Madonita; guaggio nuovo ed quale le vicende della vita lo montagna che intravede, an- ca, superiore poesia. Lì collo- 4. Folgorazione; aderente il signifi- avevano allontanato. Tutte ope- che attraverso l’istituzione del cata, ai piedi, alle porte delle 5. Autoritratto a cavallo; cato della guerra re che, esprimendo contenuti parco, una prospettiva di rina- Madonie, è per la nostra gente 6. Cavallo con cavaliere; 7. Pannello in bronzo combattuta, una tra- diversi, riportano ad un solo scita, la Madre Madonita, col testimonianza ed ammoni- per la chiesa di San gica somma di do- filo conduttore: il ricorso alla bambino in braccio, purissima mento, passato e futuro».6 Michele Arcangelo a Boville Ernica (bozzetto). lore e di sangue tradizione classica (raramente nel profilo, trepida e forte al Le foto 1, 2, 6 e 7 giustificabile solo Giambelluca ricorre alle forme contempo nella sua espressio- Il successo meritato dell’arti- sono di Luigi Bevacqua. quando è impegna- astratte) con forti richiami alle ne, simbolo di una secolare sta presso collezionisti, Enti La foto 3 proviene dall'Archivio ta a difendere i va- espressioni più genuine della esperienza di vita e di un desti- pubblici e privati non deriva Giambelluca. lori imprescrittibili sua terra natia e alle espres- no che non è di rassegnazione dalla sponsorizzazione dei cri- della libertà umana. sioni più alte, recenti e remote ma che invece si manifesta co- tici di “grido”, di cui ha sem- Eloquente realtà cui dell’arte scultorea. me perenne anelito di libera- pre diffidato e a cui, oggi, la si adeguano perfettamente Nutriva, infatti, grande stima zione, guarda dritto e lontano maggior parte degli artisti ri- tecnica e mezzi espressivi. per il lavoro di Francesco Mes- verso un avvenire migliore. È, corre e si affida, talora a paga- Un tentativo, dunque, ben riu- sina, lo scultore affascinato da questa, una riuscitissima scul- mento, per la divulgazione del- scito di creazione plastica, Fidia e conosciuto dal gran tura “laica”, ma animata da la propria immagine sulle rivi- condotto sul filo di una felice pubblico per il suo cavallo mo- ste specializzate di arte; ma ha intuizione; nel sottinteso – e a rente davanti alla sede della NOTE voluto che fosse frutto della ri- garanzia dell’opera – che il Rai, in Viale Mazzini a Roma, 1. Nestore Caggiano, Pietro conosciuta validità della sua vero dell’arte non va confuso per la statua in bronzo di Pio Giambelluca, Catalogo della opera che, sosteneva, se vali- con quello naturale e che la XII in S. Pietro e di Santa Ca- mostra Tevere Expo Arte 85, a da s’impone da sé. poesia che sale dal cuore non terina, in marmo di Carrara, al- cura Amministrazione Provin- Giambelluca ha sempre disde- ha nulla in comune con la re- l’inizio di Via della Concilia- ciale Frosinone, Assessorato gnato di entrare a far parte di alla Cultura. Direzione artistica, torica provinciale o con l’ac- zione, e per il quale la scultura un circuito commerciale, fatto coordinamento e grafica di 4 cademia». “è un fatto naturale, come una Luigi Fiorletta, Tipografia Pa- di commissioni a contratto. pianta che deve nascere con squarelli, Sora, 1985. Diceva con tanta naturalezza: Così Luigi Alonzi negli anni semplicità dalla natura”.5 E am- 2. Livio Pezzato, Pietro Giam- modello quando ne ho voglia ’70; ma sono da citare, inol- mirava moltissimo Emilio Gre- belluca, Catalogo mostra [dati (ed in lui era sempre costan- tre, il ritratto di sua madre, co di cui è ben noto il Museo inesistenti, presumibilmente te!) senza condizionamenti con il quale mi diceva di nella città di Sabaudia. anni ‘70]. esteriori, per soddisfare, in- 3. Don Crispino Valenziano, I “colloquiare” quotidianamen- Il monumento alla “Madre Ma- nanzi tutto, una mia esigenza bassorilievi di Pietro Giam- te, e il ritratto del Cardinale donita”, collocato sul viale Im- belluca nell’Oratorio del SS. interiore, anche perché sono Pappalardo, arcivescovo di pellitteri di Isnello ed inaugura- Sacramento a Cefalù, “Il Cor- fermamente convinto che sol- Palermo. Con to il 2 Agosto 1987, rappresen- riere delle Madonie”, Anno tanto le generazioni future sa- il suo autori- ta, a mio avviso, una delle ope- XXV, n . 4, Aprile 1988. ranno in grado di esprimere tratto a cavallo re più significative che Giam- 4. Luigi Alonzi, Pietro Giam- un giudizio sereno ed obbietti- ha poi voluto belluca abbia realizzato. Si trat- belluca, Catalogo mostra [dati vo sul mio operato di artista. esprimere ta di un’opera di grande e raffi- inesistenti, presumibilmente Caro Giambelluca, come si fa anni ‘70]. tutta la nata bellezza; oserei dire sinte- a darti torto? Hai dimostrato di 5. Franco Simongini, Messina sua sici- si dei valori assoluti e plastici racconta se stesso. Torino lo avere la vista lunga oltre che lianità, cui possa aspirare un artista. onora con una grande mostra. una genialità innata che hai sa- a testi- Uno scultore moderno affasci- puto, con determinazione e «La Madre Madonita sintetizza nato da Fidia, in “Il Tempo”, fermezza, mettere a disposi- sul piano sociale e morale, con Anno XLIX, n. 9, Venerdì 10 zione dell’umanità, senza trop- una inconfondibile tensione li- Gennaio 1992. pi clamori, in punta di piedi e, 6. Giuseppe Mogavero, Una rica, con una straordinaria ca- direi, con una modestia che è emblematica opera d’arte. rica di sacralità, le ansie, le pe- Inaugurato ad Isnello il monu- propria degli uomini saggi. ne, le speranze di riscatto e di mento alla “Madre Madonita” Frosinone, 28.12.2011 dello scultore Pietro Giam- belluca, “Il Corriere delle Ma-

6 donie”, Anno XXIV, n. 8, Set- tembre 1987. 48 TERRITORI 7