Tesi Dottorato Licameli
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FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA DOTTORATO DI RICERCA IN ITALIANISTICA XXX CICLO L’ARCHIVIO GNOLI: UNO SGUARDO INEDITO SULLA CULTURA LETTERARIA DELLA ROMA RISORGIMENTALE (1815-1870) TUTOR: CANDIDATA: Prof.ssa Silvia Tatti Chiara Licameli COTUTOR: Prof.ssa Novella Bellucci a.a. 2016/2017 INDICE INTRODUZIONE LA CULTURA A ROMA PRIMA DELL’UNITÀ 6 1. Il contesto storico 6 2. I luoghi della sociabilità culturale 10 3. Il teatro 22 4. La circolazione della cultura: l’istruzione, la stampa periodica, le letture 30 5. Le scrittrici 46 LA FAMIGLIA GNOLI 1. UNA FAMIGLIA ROMANA TRA RESTAURAZIONE E ROMA CAPITALE 62 1.1 Storie di Famiglia: 1816-1850 62 1.2 Storie di famiglia: 1850-1870 83 1.3 Storie di famiglia: uno sguardo sugli Gnoli dopo la Breccia di Porta Pia (1870-1915) 96 2.TOMMASO GNOLI 100 2.1 La formazione culturale e gli scritti giovanili: il Saggio di Poesie di Me. Tommaso Gnoli Ferrarese (1812-1815) 100 2.2 L’interesse per l’epica 104 2.3 La ricerca di una nuova via: i Saggi Poetici di Fillante Cilleneo (1827-1853) 107 2.4 Sermoni, satire e scritti giocosi 109 2.5 Ulteriori implicazioni massoniche: le Poesie di Tommaso Gnoli Ferrarese trascritte da Tosini Ferrarese (1816-1855) 116 2.6 Lo sperimentalismo: dalla poesia dialettale alle Poesie acrobatiche (1854-1865) 118 2.7 Le Poesie dell’Avvocato Tommaso Gnoli ferrarese (1812-1871) 121 2.8 Uno scrittore dai molti volti 123 3. TERESA GNOLI 129 3.1.1 La poesia: gli scritti editi 129 3.1.2 La poesia: gli scritti inediti 144 3.2 Gli scritti teatrali 149 3.3 Un’Anima Grande o Gioia e Malinconia 159 3.4 Le prose: l’“epistolario pedagogico”, i racconti, il romanzo incompiuto 162 3.5 Le scritture private: i diari, l’autobiografia, i racconti di viaggio 168 3.6 Considerazioni complessive 172 4. DOMENICO GNOLI 175 4.1 Le raccolte poetiche e la formazione culturale della prima giovinezza (1850-1857) 175 4.2 La collaborazione con i Poeti della Strenna romana e i versi fino al 1870 185 4.3 Gli scritti teatrali: La famiglia d’un Pittore nel secolo XVI e Il Pericolo 194 4.4 I Ricordi d’un volontario (1860-1863) 199 4.5 I Versi di Dario Gaddi (1871) 203 4.6 Gli scritti autobiografici 207 4.7 Nuove prospettive critiche 212 L'ARCHIVIO GNOLI 5. DESCRIZIONE DEL FONDO (1815-1870) 220 6. APPENDICE 266 Nota ai testi 266 TOMMASO GNOLI 268 1. Saggio di Poesie di Messere Tommaso Gnoli Ferrarese composte in grande parte negli anni 1812-1813 di mia età 15-16 di cui a Giovanni Ferrarese fa dono l’amicizia 268 2. Il Vitichindo o la Sassonia convertita. Frammento di Poema Epico Romanzesco 271 3. Poesie acrobatiche di Tommaso Gnoli ferrarese 287 TERESA GNOLI 296 1. Le Riflessioni e l’Addio a Roma 296 2. Un’ Anima Grande o Gioia e Malinconia 298 3. Gli Ingenui in Viaggio 308 4. Principio di un’autobiografia di Ester Gnoli 316 DOMENICO GNOLI 319 1. Composizioni poetiche di Domenico Gnoli dal 1854 al 1857 319 2. Augusta Paulsen 324 3. Le Memorie e i Ricordi 327 GIUSEPPE GNOLI 339 1. Appunti autobiografici di Ser Peppe 339 LE LETTERE SULLA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849 343 CONCLUSIONI 348 FONTI E BIBLIOGRAFIA 358 INTRODUZIONE LA CULTURA A ROMA PRIMA DELL’UNITÀ 1. Il contesto storico Il periodo risorgimentale inizia a Roma il 15 febbraio 1798 quando è proclamata la prima Repubblica romana. Il governo filofrancese ha termine poco più di un anno dopo, il 30 settembre del 1799, e dopo questa data la città è governata da papi conservatori. Negli anni successivi, tra il pontificato di Pio VII (1800-1823), interrotto dal periodo napoleonico, e quello di Leone XII (1823-1831), la città vive una situazione di grave dissesto finanziario: le vie di trasporto disagiate non favoriscono i commerci né via terra, né via mare, i dazi sono troppo elevati, dilaga il contrabbando. La diretta conseguenza è la crisi dello sviluppo industriale e delle esportazioni dei prodotti agricoli.1 In questo contesto la società attraversa una fase di cambiamento: all’aristocrazia2 e al clero si affianca una nuova borghesia costituita da famiglie, come quella dei Torlonia, che acquistano sempre maggiore rilievo e assumono un ruolo fondamentale a livello sia economico sia sociale.3 La stabilità politica dello Stato Pontificio è nuovamente scossa nel ’30-’31 a causa dei moti rivoluzionari. Questi culminano il 5 febbraio 1831, quando le Romagne, le Marche e l’Umbria dichiarano decaduto il governo papale e instaurano lo Stato delle Province Unite Italiane, guidato da Giovanni Vicini. La ribellione viene sedata dal pontefice solo in aprile, con l’aiuto delle truppe austriache. Negli anni successivi, quelli del pontificato di Gregorio XVI (1831-1846), a Roma si registra una ripresa economica. Il 14 ottobre del 1834 viene fondata nella città la Banca Romana, la prima banca italiana ad avere il privilegio di emissione delle banconote. Nel giro di pochi anni 1Per una ricognizione sull’ economia romana tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento e per una indagine approfondita sull’influenza del governo francese a Roma cfr. Jean Marc Ticchi, Philippe Levillain (a cura di), Le Pontificait de Leon XIII: renaissances du Saint-Siège?, Roma, Ecole francaise de Roma, 2006; Ph. Boutry, F. Pitocco, C.M. Travaglini, Roma negli anni di influenza e dominio francese, Napoli, ESI, 2000, qui in particolare si legga il contributo di Carlo M. Travaglini, Aspetti della modernizzazione economica tra fine Settecento e inizi Ottocento. La politica fiscale in Roma, pp. 233-272; Ph. Boutry, C. M. Travaglini, Roma tra fine Settecento e inizio Ottocento in «Roma moderna e contemporanea», 1, 1994 e Domenico Demarco, Il tramonto dello Stato Pontificio. Il papato di Gregorio XVI, Napoli, ESI, 1949. 2 La nobiltà romana, che nel '600 era definibile come «un’aristocrazia feudale», nel corso del ’700 assume un ruolo politico di primo piano e alle porte dell’Ottocento è definibile piuttosto come «patriziato cittadino». In proposito cfr. Armando David, Aristocrazia e vita culturale a Roma alla fine del Settecento: il caso degli Odescalchi in Alfieri a Roma, a cura di Alfonzetti e Bellucci, Bulzoni editore, 2006, pp. 73-106 e Mario Tosi, La società romana dalla feudalità al patriziato: 1816-1853, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1968. Per una approfondita indagine demografica sulla società romana si legga invece Marina Caffiero, Maria Pia Donato, Antonella Romano, De la catholicité post-tridentine a la Republique romaine, in Naples, Rome, Florence. Une histoire comparée des milieux intellectuels italiens (XVIIe-XVIIIe siècles), a cura di J. Boutier, B. Marin e A. Romano, Roma, École française de Rome, 2005, pp. 171-178 e Mario Tosi, La società romana dalla feudalità al patriziato: 1816-1853, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1968. 3 Domenico Demarco, Il tramonto dello Stato Pontificio. Il papato di Gregorio XVI, op. cit., pp. 128-149. 6 le banche e le Casse di risparmio si moltiplicano, al punto che nel ’50 lo Stato Pontificio possiede due Casse nel Lazio, sei nell’Umbria, nove nelle Romagne e undici nelle Marche. Il denaro, dunque, come sottolinea Demarco, a Roma non manca.4 Alla morte di Gregorio XVI è nominato pontefice con il nome di Pio IX Giovanni Maria Mastai Ferretti. Il nuovo papa cerca di rispondere alle richieste di maggiore libertà provenienti da ampi strati della popolazione5 e di ottenere il consenso concedendo, appena un mese dopo la sua elezione, il 16 luglio del 1846, l’amnistia agli esuli e ai prigionieri politici. Il Pontefice, come è dimostrato dai molti documenti che testimoniano il favore della popolazione, riesce momentaneamente nel suo intento.6 Dopo l’amnistia il nuovo papa sceglie come segretario Pasquale Gizzi – visto di buon occhio dal popolo per le sue posizioni moderate –, istituisce la consulta di Stato, attenua la censura (15 marzo 1847),7 e concede la Costituzione (14 marzo 1848). Le concessioni sono accolte favorevolmente tra i liberali in Italia e in Europa e la maggiore libertà di stampa provoca l’incremento dei giornali.8 4 Ivi, pp. 120-122. 5 A Roma in questi anni coesistono posizioni molto diversificate riguardo al governo pontificio, ai suoi rapporti con il resto d’Italia e alle modalità con cui lo Stato del papa dovrebbe eventualmente partecipare al processo unitario. Per un approfondimento su questo aspetto complesso rimando a Giuseppe Monsagrati, Qualche considerazione sul pensiero di Mazzini e sulla sua politica a Roma nel 1849 in Beatrice Alfonzetti, Silvia Tatti (a cura di) La Repubblica romana del 1849 la storia il teatro la letteratura, Roma, Bulzoni editore, 2013, pp. 19- 34; Marco Severini, La Repubblica romana del 1849, Venezia, Marsilio, 2011, pp. 13-62 e Domenico Demarco, Il tramonto dello Stato Pontificio. Il papato di Gregorio XVI, op. cit., pp. 248-264. 6 Solo per fare alcuni dei possibili esempi rimando a Gustavo Querci Faentino, A Pio Nono: questo inno d'amore alla mia terra natale per la conceduta amnistia, Bologna, Tip. Sassi, 1846; Pietro Odescalchi, L'amnistiato: ventun sonetti tutti colle stesse rime e parole scritti dal prof. Francesco Orioli ad ornare l'esterna fronte del Caffè nuovo in Roma l'anno 1847, Roma, Clemente Puccinelli, 1847; Angelo Brunetti, Varie parole di Angelo Brunetti detto Ciceruacchio sull'amnistia del 17 luglio e la Municipalità romana dirette al popolo di Roma, Roma, Olivieri, 1846; Tommaso Zauli Sajani, Prosa e poesia lette nel pranzo degli 11 novembre 1846 nel teatro Alibert, Roma, Tipografia delle scienze, 1846; Solenne adunanza tenuta dagli Arcadi nella protomoteca Capitolina il 3 dicembre 1846 per la esaltazione al sommo pontificato della santità di nostro signore Papa Pio IX, Roma, Salviucci, 1847.