N. d'ord. 39 reg deliberazioni I m p e g n o ...... { C a p ...... T i t ...... S e z ...... R u b r ...... Prot. n. 2005/ 20.696

Il Ragioniere Capo GIUNTA PROVINCIALE DI Estratto dal verbale delle deliberazioni assunte nell'adunanza del 04/02/2005

L'anno DUEMILACINQUE, questo giorno QUATTRO del mese di FEBBRAIO alle ore 10,15 in Soncino, nell'apposita sala del Palazzo della Comune si è riunita, a seguito di invito del Presidente, la Giunta Provinciale con l'intervento dei Sigg.:

Presenti Assenti

On. Giuseppe Torchio Presidente X

Alloni Agostino Vicepresidente X

Biondi Giovanni Assessore X

Guarneri Fulvio Assessore X

Lazzari Fiorella Assessore X

Morini Piero Assessore X

Piloni Emanuela Assessore X

Rozza Anna Assessore X

Savoldi Agostino Assessore X

Spingardi Denis Assessore X

Toscani Giorgio Assessore X

Partecipa il Segretario Generale della Provincia, Avv. Giovanni Gagliardi

Il Sig. Presidente, constatando che gli intervenuti costituiscono il numero legale, dichiara aperta la seduta ed invita la giunta alla trattazione degli oggetti posti all'ordine del giorno.

NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI GRONTARDO -

ADOZIONE D.C.C. N. 34 DEL 5 AGOSTO 2004 - VERIFICA DI

COMPATIBILITA' P.T.C.P. - COMMA 18 ART. 3 L.R. 5 GENNAIO 2000 N.

1

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©    LA GIUNTA PROVINCIALE

Vista la Legge Urbanistica Nazionale n. 1150/42;

Visto l’art. 74 lett.s) dello Statuto della Provincia;

Visti gli artt. 19 e 20 del D.Lgs. n. 267/00;

Visto l’art. 3 della l.r. 1/2000 “Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia”;

Visto il P.T.C.P. approvato con la deliberazione consiliare provinciale n. 95 del 9 luglio 2003 e pubblicato sul BURL Serie Editoriale Inserzioni n. 42 del 15 ottobre 2003, ai sensi dei commi 34, 35 e 36 dell’art. 3 della stessa legge;

Preso atto che il Comune di Grontardo con nota prot. n. 190.032, ricevuta il 27 settembre 2004, ha trasmesso a questo Ente per il parere di compatibilità a P.T.C.P. di cui al comma 18 art. 3 della l.r 1/2000, il nuovo Piano Regolatore Generale adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 34 del 05 agosto 2004;

Considerato che la documentazione ricevuta, che costituisce gli atti in oggetto, è pervenuta incompleta ai sensi della d.g.p. n. 122/04 e che il termine di legge per la verifica di compatibilità al P.T.C.P. dello strumento urbanistico in oggetto risulta essere il 03 febbraio 2005, a seguito dell’interruzione dei termini di legge avvenuta dal giorno 29 settembre 2004 - nota prot. n. 192.454 – al 09 novembre 2004 - nota prot. n. 221.594 - in cui sono state ricevute le integrazioni documentarie richieste;

Considerato altresì che il Servizio Territorio ha provveduto a trasmettere ai competenti uffici provinciali copia della documentazione degli atti relativi al suddetto P.R.G.;

Visti i pareri espressi e la relazione di sintesi;

Visti i pareri favorevoli espressi ai sensi dell’ art. 49 comma 1 del Decreto Legislativo n.267/00 in data 27.1.2005 dal Dirigente sulla regolarità tecnico-amministrativa;

Udito il parere del relatore;

Unanime;

DELIBERA

1 di prendere atto della proposta di nuovo P.R.G del Comune di Grontardo e di subordinare il

parere favorevole sulla compatibilità - di cui all’art. 3, comma 18, della l.r 1/2000 ¡ con gli aspetti di carattere sovracomunale contenuti nel P.T.C.P. al recepimento delle prescrizioni parte integrante della presente deliberazione (16 pp.di relazione e una planimetria);

2 di dare mandato agli uffici di inviare la presente al Comune di Grontardo;

3 di dare atto che sul presente provvedimento sono stati espressi favorevolmente i pareri previsti dall’art. 49 del Decreto Legislativo 267/2000, così come dettagliatamente richiamato in premessa.

Il Presidente, infine, pone ai voti palesi, per alzata di mano, l’immediata eseguibilità del presente atto

che viene approvato all’unanimità.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©     PARERE PROVINCIALE ALLEGATO: PARTE INTEGRANTE deliberazione Giunta Provinciale.

OGGETTO: nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Grontardo - adozione d.c.c n. 34 del 5 agosto 2004 - Verifica di compatibilità P.T.C.P. – comma 18 art. 3 l.r. 5 gennaio 2000 n. 1

PREMESSA Il Comune di Grontardo è dotato di Piano Regolatore Generale approvato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 41147 del 14 settembre 2003. A seguito dell’approvazione del P.T.C.P. con la d.c.p. n. 95 del 9 luglio 2003 e della sua pubblicazione sul BURL Serie Editoriale Inserzioni n. 42 del 15 ottobre 2003 è pervenuta con nota prot. n. 190.032 ricevuta il 27 settembre 2004 la richiesta da parte del Comune di verifica di compatibilità al P.T.C.P. della Variante Generale al P.R.G. di Grontardo adottata con d.c.c. n. 34 del 5 agosto 2004 ai sensi dell’art. 3 comma 18 della L.R.1/2000 secondo la procedura individuata dal D.D.G. n. 19313 del 14 novembre 2003. Detta delibera revoca il precedente atto n. 10 del 26 aprile 2004 avente per oggetto “adozione nuovo P.R.G.”. Vista la delibera della Giunta Provinciale n. 122 del 24 febbraio 2004 “Individuazione della documentazione tecnico amministrativa minima degli strumenti urbanistici comunali da trasmettere alla Provincia e definizione delle procedure e degli adempimenti relativi alla verifica di compatibilità al P.T.C.P. ai sensi del comma 18 art. 3 l.r. 1/2000”, il procedimento è stato sospeso a seguito dell’interruzione dei termini di legge avvenuta dal giorno 29 settembre 2004 (nota prot. 192.454) al giorno 9 novembre 2004 (nota prot. 221.594) in cui sono state ricevute le integrazioni documentarie richieste. Pertanto, la scadenza di legge per la verifica di compatibilità al P.T.C.P. dello strumento urbanistico in oggetto risulta essere il 03 febbraio 2005. Nel caso si tratti di un nuovo Piano Regolatore Generale o sua Variante Generale, il Comune in sede di predisposizione del nuovo strumento, indice una consultazione preliminare con la Provincia, la Regione e le altre amministrazioni interessate (c. 17 art. 3 l.r. 1/2000), secondo le modalità e i contenuti definiti dalla Regione Lombardia con la d.g.r. 21 dicembre 2001 n. 7/7582, che regola le procedura di tale fase detta di “copianificazione”. Il Comune di Grontardo ha tenuto la consultazione preliminare sul nuovo strumento urbanistico generale in data 28 giugno 2004 convocando una conferenza servizi ai sensi della l. 241/90 (prot. n. 117.042).

CONTENUTI DELLO STRUMENTO URBANISTICO La presente Variante Generale al Piano Regolatore del Comune di Grontardo è uno strumento urbanistico che persegue molteplici obiettivi volti a disciplinare l’assetto del territorio per un lungo arco di tempo. Fra questi trova spazio in primo luogo la salvaguardia del patrimonio costituito dalle tipologie di edifici o singole unità con caratteristiche di pregio. Si è data importanza inoltre alla valorizzazione delle cascine e degli agglomerati rurali, mediante l’individuazione di gruppi di edifici che hanno una precisa unitarietà architettonica ed identità culturale. Vengono tutelati in modo rigoroso i cascinali isolati di alto pregio architettonico e ambientale. Viene mantenuto il vecchio nucleo storico, adeguandolo alle esigenze attuali; vengono rafforzate le zone di completamento utilizzando i lotti interclusi e non edificati. Le nuove zone “C2 – di espansione residenziale” sono state individuate a fianco e a completamento di precedenti lottizzazioni o interventi recenti. È stata riservata molta attenzione alle zone agricole, limitando al massimo l’utilizzo del suolo; vengono tracciate e normate misure di salvaguardia ai segni storici (centuriazione romana) di particolare valore storico. Una parte consistente del territorio agricolo è sottoposto a vincolo idrico e paesaggistico per la presenza, fra l’altro, del Dugale Aspice, del Cavo Ciria e della Roggia Maggia. Un’unica nuova zona produttiva viene collocata a sud del territorio comunale, a fianco della Strada Provinciale n. 83 e attigua allo stabilimento della P.L.A.C. situato sul territorio del Comune di . In merito alle strutture scolastiche, è previsto il potenziamento dei servizi di supporto all’attività

didattica, confermando le aree standards confinanti con tali attrezzature.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©    In particolare l’incremento della capacità insediativa residenziale teorica prevista, ai sensi della l.r 1/2001 è pari a 577 nuovi abitanti teorici, a fronte di una popolazione residente al 2003 di 1.301 abitanti, per un totale complessivo di 1.878 persone, mentre la dotazione di aree vincolate per standard urbanistici risulta conforme alle previsioni di legge e migliorativa della situazione esistente.

La verifica di compatibilità con gli aspetti di carattere sovracomunale contenuti nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale riguarda i principali interventi previsti che possono interessare la Provincia, con particolare riferimento alla competenze di settore e di programmazione e pianificazione di “area vasta” attribuitele per legge regionale 1/2000 attraverso la predisposizione e approvazione del P.T.C.P., risultano essere: 1. PTCP – TERRITORIO (comma 32 art. 2; commi 25-40 art. 3; l.r. 18/97; l.r. 14/99) 2. VIABILITA’ - UTP; (comma 119 art. 3; D.lgs. 285/92 e d.p.r. 495/92) 3. AMBIENTE – ECOLOGIA (art. 18 della l.r. 21/93 e art. 20 del D.Lgs. 22/97; l.r. 14/98; l.r. 18/97; l.r. 8/76; art. 146, comma 1, lett. g del D.Lgs 490/99; D.Lgs 227/01) 4. COMMERCIO – TERRITORIO (l.r. 14/99; r.r. 3/00) La verifica di competenza esula pertanto dagli aspetti di legittimità e conformità alla legislazione urbanistica ed edilizia degli interventi valutati.

ESITO DELLA VERIFICA Lo strumento urbanistico considerato rispetto ai criteri e alle indicazioni del P.T.C.P.risulta essere:

COMPATIBILE CON PRESCRIZIONI

Nel caso in cui lo strumento urbanistico risulti COMPATIBILE al P.T.C.P. CON PRESCRIZIONI queste devono riferirsi ai seguenti temi: 1- applicazione del capo III della Normativa del P.T.C.P.; 2 - sicurezza ai sensi del D.lgs. 495/92 Regolamento Codice della Strada per le strade di competenza della Provincia; 3 - competenze provinciali ex l.r. 18/97, l.r. 14/99, ecc.). Gli elementi prescrittivi, che costituiscono richieste di modifiche da recepire come ADEGUAMENTI ai sensi del comma 19 art. 3 l.r. 1/2000, da sottoporre al Comune di Grontardo riguardano i punti 1, 2, 3, e sono qui riportati: 1.a.) Insediamenti industriali ed artigianali- L’intervento di carattere produttivo proposto dal nuovo P.R.G. di Grontardo configura un dimensionamento complessivo di interesse esogeno, cioè di valenza sovracomunale, pari a circa 55.000 mq (vedi Tabella 2). In ordine al dimensionamento di valenza esogeno rilevato, si chiede che l’area indicata con Is1 (vedi allegato A), di circa 53.900 mq, sia espressamente indicata in normativa di interesse sovracomunale ai sensi dell’art. 9 della L.R. 23/97, a cui assoggettare la procedura di approvazione dei relativi Piani Attuativi prevista dall’art. 10 L.R. 23/97. In ordine alle problematiche viabilistiche, nella fase di pianificazione attuativa sarà verificato il tema di progettazione riguardante la risoluzione di un sistema di accesso unico alla S.P. 83 che integri quello del nuovo comparto produttivo con quelli esistenti, tenendo conto della confinante ditta P.L.A.C. posta nel territorio comunale di Persico Dosimo. (prescrizione) 2b) Viabilità- Il nuovo P.R.G. prevede una bretella di collegamento fra le SS.PP. n. 83 “Di Persico” e n. 93 “Levata – Aspice”, ad ovest degli abitati di Grontardo e Levata, e la riqualificazione dei due punti di innesto della predetta bretella sulle SS.PP. n. 83 – 93. Nel merito di tali interventi si osserva che i medesimi non sono ricompresi tra le opere infrastrutturali previste dal Piano della Viabilità Provinciale, non sono supportati da specifiche analisi e/o studi viabilistici (di traffico, incidentalità, inquinamento acustico/atmosferico, ecc.) e non trovano corrispondenza nella relazione di progetto del nuovo P.R.G. . Per tali motivazioni, si esprime parere sfavorevole rispetto alla previsione della bretella di collegamento fra le SS.PP. n. 83 – 93, ad ovest degli abitati di Grontardo e Levata, e della riqualificazione delle due intersezioni sopraccitate. (prescrizione) 2c) Viabilità- Il nuovo P.R.G. prevede, inoltre, una bretella di collegamento fra la S.P. n. 83 “Di

Persico” e la Strada Comunale per l’abitato di Grontardo, ad ovest dell’abitato stesso.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©    Come per l’osservazione precedente, nel merito di tale intervento si rappresenta che il medesimo non è ricompreso tra le opere infrastrutturali previste dal Piano della Viabilità Provinciale, non è supportato da specifiche analisi e/o studi viabilistici (di traffico, incidentalità, inquinamento acustico/atmosferico, ecc.) e non trova corrispondenza nella relazione di progetto del nuovo P.R.G. . Per tali motivazioni, si esprime parere sfavorevole rispetto alla previsione della bretella di collegamento fra la S.P. n. 83 “Di Persico” e la Strada Comunale per l’abitato di Grontardo. (prescrizione) 2d) Viabilità- Ai fini di una più chiara e completa regolamentazione della materia trattata, si chiede che le N.T.A. indichino: • Che la distanza dalle strade è quella minima degli edifici fuori terra misurata, in proiezione orizzontale, dal confine stradale (e non dal ciglio stradale) così come definito dall’art. 3, c. 1, punto 10, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.); • Le distanze da rispettare dal confine stradale delle strade provinciali per la realizzazione di recinzioni e per le piantumazioni, così come specificato dall’art. 26, del D.P.R. 495/1992; • La normativa dell’art. 16, c. 2, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.) relativa ai triangoli di visibilità in corrispondenza di intersezioni stradali a raso; • L’ampiezza della fascia di rispetto stradale esterna alla delimitazione del centro abitato ex art. 4, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.) delle SS.PP. n. 83 “Di Persico” e n. 93 “Levata – Aspice” in 30,00 m per parte misurata dal confine stradale così come definito dall’art. 3, c. 1, punto 10, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.); L’ampiezza della fascia di rispetto stradale esterna alla delimitazione del centro abitato ex art. 4, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.) delle SS.PP. n. 67 “Grontardo – Seniga” e n. 82 “Grontardo – Pescarolo” in 20,00 m per parte misurata dal confine stradale così come definito dall’art. 3, c. 1,

punto 10, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.); (prescrizione)

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©    Si segnalano inoltre come INDICAZIONI per i futuri atti di pianificazione comunale del Comune di Grontardo i seguenti contributi: 1.b.) Insediamenti residenziali- Nella fase di approvazione, si suggerisce di predisporre il “Modulo per la capacità insediativa” (MCi) previsto, ai sensi dell’art. 21 della Normativa del P.T.C.P. e della D.G.P.122/04, tra gli elaborati richiesti ai fini del computo della componente esogena dello sviluppo residenziale previsto. (indicazione) 1.c.) Difesa del suolo- Risulta necessario completare lo Studio Geologico integrandolo con i seguenti elaborati: Carta geomorfologica con elementi geopedologici, Carta idrogeologica e del sistema idrografico, Carta geologico-applicativa basata su dati di archivio o di nuova realizzazione, Carta dei vincoli, Carta di sintesi, Carta di fattibilità geologica e delle azioni di piano. (indicazione) 1.d.) Difesa del suolo- Risulta altresì importante integrare la relazione con gli aspetti paesaggistico- ambientali che potrebbero fornire indicazioni indirette sui fenomeni geologici e/o geomorfologici intervenuti sul territorio comunale; aggiungere la descrizione della metodologia di costruzione della rete piezometrica utilizzata nella determinazione della soggiacenza, nonché inserimento delle misurazioni effettuate, che debbono essere chiaramente datate, conformemente a quanto espresso dalla normativa infine fare una valutazione della vulnerabilità del primo acquifero utilizzando uno dei metodi, anche speditivo, riconosciuti e disponibili in letteratura; si ricorda che tale trattazione deve essere corredata da una spiegazione sintetica esauriente del metodo utilizzato e dai relativi tabulati di calcolo. (indicazione) 1.e.) Insediamenti zootecnici- Il comune di Grontardo confina con i Comuni di Scandolara Ripa d’Oglio, Gabbioneta-Binanuova, , Vescovato, Gadesco Pieve Delmona, Persico Dosimo e Corte de’ Frati. Secondo quanto specificato, la variante consente la realizzazione degli insediamenti zootecnici, prevalentemente in prospicenza dei territori comunali confinanti. Si rammenta che la distanza specificata nell’art.18 della normativa del P.T.C.P. “criteri per la localizzazione di nuovi impianti zootecnici”, secondo il principio di reciprocità, dovrà considerarsi anche per gli ampliamenti residenziali, nei confronti degli allevamenti stessi. Concludendo, la norma, ha un carattere di reciprocità, tra gli usi, le destinazioni d’uso del suolo, gli impianti zootecnici posti nel medesimo comune e in quelli adiacenti. (indicazione) 2a) Viabilità- Il Piano della Viabilità Provinciale, approvato con delibera di C.P. n. 18 del 18.02.2004 e recentemente pubblicato sul sito internet dell’Amministrazione Provinciale (www.provincia.cremona.it), prevede fra i nuovi interventi infrastrutturali la circonvallazione di Corte dè Frati, Aspice e Grontardo, riguardante le SS.PP. n. 26 “Brazzuoli – Pieve d’Olmi” e n. 93 “Levata – Aspice”, e la riqualificazione della S.P. n. 83 “Di Persico”, da Levata – Grontardo fino all’intersezione con la S.P. n. 33 “Seniga – Isola Pescaroli” in Comune di Binanuova – Gabbioneta. Il nuovo P.R.G. del Comune di Grontardo recepisce solo parzialmente le previsioni degli interventi infrastrutturali sopra descritti. (indicazione) 3a) Ambiente e morfologia- Dall’analisi della cartografia presentata, ed in particolare dalla tavola 7/a e 7/b, risulta individuata un’area di completamento delle attività produttive esistenti (Zona D1) che va a addossarsi al Dugale Aspice in località Levata. Appare inoltre indispensabile prevedere in questo caso, e comunque in ogni altra situazione che preveda la realizzazione di nuovi insediamenti industriali, il posizionamento di una fascia di vegetazione composta da essenze arboreo ed arbustive autoctone, di larghezza non inferiore a quindici metri e adeguatamente piantumata, da porre a perimetro delle nuove strutture, cosi da limitare per quanto possibile il negativo impatto paesaggistico ambientale con la campagna circostante. (indicazione) 3b) Ambiente e morfologia- All’art.11 comma 20, è necessario distinguere le competenze per quanto riguarda il rilascio delle autorizzazioni al taglio delle essenze arboree ed arbustive ricomprese nelle aree boscate. La legge forestale citata 8/’76 e successive modifiche, è stata abrogata e sostituita dalla nuova legge regionale forestale n. 27 del 28 ottobre 2004, che prevede una specifica denuncia di taglio solo per le aree classificate bosco mentre per le piante isolate, o inserite in filari, non sussistono particolari norme di tutela, salvo quelle previste dal D.Lgs 42/’02 ex D.lgs. 490/’99. In tale articolo non è chiaro se le disposizioni previste dalla L.R. 27/’04 (ex L.R. 8/’76), si vogliano applicare anche per la restante vegetazione presente sul territorio comunale, ma non

classificabile come bosco ai sensi della normativa forestale vigente.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©    Si ritiene che, l’applicazione di tali norme per la tutela del patrimonio arboreo residuo, non ricadente nella definizione di bosco ai sensi della L.R. 27/’04 sia segno di un’attenzione particolare verso il paesaggio e l’ambiente del territorio comunale. Se ciò non fosse sarebbe in ogni caso quanto mai auspicabile l’inserimento di una normativa che tuteli il patrimonio arboreo residuo e non ricadente nella definizione di bosco ai sensi della L.R.27/’04, diversificando per esempio i turni di ceduazione o di abbattimento in base alle specie legnose delle fasce alberate e degli esemplari isolati, sollecitando la sostituzione degl’alberi tagliati, tutelare non solo i filari d’alto fusto, ma anche le siepi arboree o arbustive, mantenendone la consistenza attuale o, incrementandola, regolando anche in questo caso il taglio e la sostituzione. (indicazione) 3c) Ambiente e morfologia- All’art. 12 comma 25 “Orli del terrazzo morfologico”, si deve far riferimento all’art. 16 comm. 5 del P.T.C.P., che prevede una fascia di rispetto di dieci metri (10 mt.) in entrambe le direzioni dall’orlo di scarpata. (indicazione) 3d) Ambiente e morfologia- All’art 12 comma 43 “Rete Ecologica”, si prevede una fascia di rispetto per il Dugale Aspice, la Roggia Maggia ed il Cavo Ciria, di quaranta metri per lato (40 m), cosa che è giudicata più che positivamente da parte di questi uffici, ma risulta incongruente con quanto riportato nella cartografia allegata (vedi tav. 7/a e 7/b), in particolare per quelle aree poste in località Levata dove si prevede una espansione industriale, che come già riportato in precedenza, va ad accostarsi in modo giudicato negativo, al Dugale Aspice, non considerando il già predetto vincolo di inedificabilità definito dall’art.16 comma 8 del P.T.C.P. (indicazione) 3e) Ambiente e morfologia- Per ultimo si deve far rilevare che, essendo il P.T.C.P. approvato ma ancora carente della Valutazione di Incidenza prevista dal D.P.R. 357/’97 e dalla D.G.R. 7/14106/’03, resta da chiarire se la Variante del P.R.G. del Comune di Grontardo, debba sottostare alle disposizioni dell’art. 3 della già citata D.G.R ed essere inoltrata alla Regione

Lombardia – DG Qualità dell’ambiente, per le valutazioni di rito. (indicazione)

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©   

Di seguito si riportano per esteso i pareri suddivisi per tematismi, che si ritiene possano essere inviati al Comune a supporto delle prescrizioni espresse o in subordine come indicazioni e indirizzi per successivi interventi di pianificazione urbanistica.

1. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – approvazione d.c.p. n. 95 del 9 luglio 2003 ai sensi commi 34 e 35 art. 3 l.r. 1/2000

Grandi progetti di rilevanza sovracomunale Il territorio comunale di Grontardo non è interessato da grandi progetti infrastrutturali di rilevanza sovracomunale, così come individuati nel Documento Direttore e nella “Carta degli indirizzi per il sistema insediativo e per le infrastrutture” ed eventualmente posti in salvaguardia nella “Carta delle tutele e delle salvaguardie” del P.T.C.P. attraverso l’art. 19.6 della Normativa. Tuttavia il territorio comunale risulta interessato dalla Variante alla S.P. 83 per nei pressi della frazione Levata, da cui transita anche la S.P. 26 “Brazzuoli – Pieve d’Olmi”. Tale previsione è confermata dal Piano della viabilità provinciale approvato dal Consiglio Provinciale con atto n. 18 del 18 febbraio 2004, in cui è compreso il Piano provinciale del traffico e la redazione, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 285/92, della classificazione della viabilità del territorio provinciale al fine di applicare le salvaguardie alle strade esistenti. L’art. 19.4 della Normativa del P.T.C.P. recepisce “le salvaguardie dei tracciati e dei corridoi stradali che saranno previsti dal Piano della viabilità provinciale a partire dalla data della sua adozione e comunque tutti i progetti stradali ricadenti nella procedura di cui all’art. 19 della l.r. 9/01”. Infatti, ai sensi dell’art. 10.a della stessa Normativa, i Piani provinciali di settore, tra cui quello della Viabilità, “devono integrarsi con il PTCP e costituiscono strumenti attuativi, di approfondimento e di specificazione che possono modificare le scelte ed eventualmente gli obiettivi di settore indicati dal P.T.C.P.”. In proposito il nuovo P.R.G. riporta tale previsione negli elaborati di azzonamento e delle Norme Tecniche di Attuazione, ponendo in salvaguardia urbanistica solo uno dei due corridoi alternativi per l’opera sopra descritta: quello più esterno e che non confligge con le previsioni del P.R.G. vigente.

Insediamenti artigianali ed industriali - (comma 32 art. 2; d.g.r. n. 45509 del 7.4.00) La Variante al Piano Regolatore Generale prevede un solo ambito di intervento che interessa le aree produttive per un incremento complessivo della superficie industriale pari a circa mq 54.000 (cap. 6.12 Relazione di Progetto) atti ad accogliere, previo Piano Attuativo, le esigenze di spostamento dal centro abitato ed eventuali nuove richieste artigianali. L’area così individuata (vedi area Is1 in allegato A) è attigua all’insediamento lattiero caseario della ditta P.L.A.C. in territorio di Persico Dosimo. L’intenzione dell’Amministrazione Comunale è quella di sollecitare le attività produttive presenti nel mezzo del paese, a ricollocarsi nella suddetta nuova area, a causa della discordanza con gli insediamenti residenziali. Il nuovo strumento urbanistico riconferma tutte le zone produttive già previste dal vigente P.R.G., delle quali è stato documentato (nota prot.n.15868/05) lo stato di attuazione avanzato. Non è stata ancora effettuata alcuna proposta di accordo per la gestione intercomunale dell’area industriale, la cui localizzazione resta da definire. La legge regionale n. 1/2000 - art. 2 comma 32 – delega alle province “la programmazione, nell’ambito e in coerenza con il P.T.C.P., sentiti gli enti locali interessati, di aree industriali e di aree ecologicamente attrezzate di carattere sovracomunale”. L’orientamento perseguito dal P.T.C.P. sulle zone produttive è finalizzato ad un contenimento del consumo di suolo agricolo e a una razionalizzazione degli insediamenti in termini di efficienza localizzativa (accessibilità; compatibilità fisico - ambientale; costi urbanizzativi; ecc.) e dimensionale (capacità di sostenere l’indotto; evitare la polverizzazione degli insediamenti in mancanza di una effettiva domanda di aree), subordinando l’urbanizzazione e l’utilizzo di nuove aree industriali al completamento di quelle urbanizzate ma non ancora utilizzate, prevedendo la rimozione delle aree industriali in eccesso o con localizzazione non idonea dal punto di vista fisico-naturale, urbanistico e infrastrutturale e promuovendo l’investimento comune delle risorse disponibili sulla realizzazione di poli industriali sovracomunali. Il P.T.C.P. al fine di favorire l’efficace gestione delle aree industriali effettua una loro suddivisione in tre

categorie: a valenza comunale, poli di interesse intercomunale, poli di interesse provinciale. Tale

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©    suddivisione si articola relativamente alla distinzione tra la componente endogena ed esogena dello sviluppo insediativo di carattere produttivo: quella endogena è di valenza locale e di competenza comunale e riguarda l’insieme delle espansioni e dei completamenti insediativi necessari a rispondere in modo adeguato ai fabbisogni dei processi sociali ed economici che hanno origine ed effetti all’interno di un singolo comune; quella esogena, di valenza sovracomunale e di competenza della Provincia, riguarda l’insieme delle espansioni insediative necessarie a rispondere in modo adeguato ai fabbisogni dei processi sociali ed economici che hanno origine all’esterno di un singolo comune ed hanno effetti sui sistemi territoriali, ambientali e socio-economici di più comuni. Nel caso specifico del Comune di Grontardo, il P.T.C.P. (Allegato 1 “Indirizzi e indicazioni per lo sviluppo insediativo”) indica che, “la discreta quantità di aree industriali e artigianali, previste dallo strumento urbanistico comunale, configura un dimensionamento superiore ai parametri definiti dal P.T.C.P. per distinguere nell’offerta di superfici produttive un livello di valenza comunale, endogeno, da un livello di valenza sovracomunale, esogeno. Infatti, lo strumento urbanistico, prevede un’offerta di aree produttive libere a valenza esogena pari a circa 18.000 mq, che configura, in ogni caso, un comparto di rilevanza sovracomunale. Le future previsioni di espansione produttiva saranno valutate tenendo conto del sovradimensionamento rilevato, del recupero delle aree dimesse esistenti e della partecipazione del Comune di Grontardo al polo industriale sovracomunale di livello intercomunale tra i comuni di Cappella Dè Picenardi, , Pescarolo, , Scandolara Ripa D’Oglio e Vescovato (vedi scheda relativa – polo B3). Il quantitativo di superficie afferibile alla componente esogena dello sviluppo insediativo produttivo comunale, infatti, potrà trovare collocamento nel comparto del polo sovracomunale, nel quale si andranno a concentrare le quote dello sviluppo esogeno dei comuni aderenti, al fine di concentrare le risorse per lo sviluppo del territorio e minimizzare il consumo di suolo. In assenza di accordi concertati con i Comuni della stessa A.C.I., o quanto meno contermini, secondo le procedure e le competenze di cui agli art. 13 e 23 del P.T.C.P., ulteriori previsioni di espansione terranno conto del sovradimensionamento rilevato”. Premessi i criteri di valutazione secondo i quali opera il P.T.C.P., l’analisi del P.R.G., dà adito ad alcune considerazioni di seguito riportate relativamente alle aree di espansione individuate: − Localizzazione (Documento Direttore: Appendice A; Normativa art. 20.4). L’area libera classificata in zona D, è classificata dal P.T.C.P. (vedi “Carta delle Opportunità Insediative” e Appendice A del Documento Direttore) D5 per categoria di compatibilità fisico - naturale, cioè “aree che in generale risultano compatibili con l’insieme degli usi del suolo di tipo urbano e che risultano idonee per l’attività agricola”. L’indagine per le aree ricadenti nella fascia classificata D5 dal P.T.C.P., è sviluppata dallo studio geologico ex L.R. 41/97 allegato come parte integrante alla Variante Generale (approvato con D.C.C. n. 34 del 28.11.2003) in grado di fornire informazioni a una scala superiore a quella del P.T.C.P. con la Tavola denominata “Carta di fattibilità geologica”, dove la superficie in esame ricade in Classe 2a – vulnerabilità medio bassa. − Morfologia insediativa (Normativa: art. 20.3). La zona omogenea da utilizzare produttiva D (indicata con Is1 – vedi Allegato A), individuata nella Tav. 7/a della Variante Generale, risulta essere perimetrale, rispetto agli insediamenti esistenti (la PLAC in territorio di Persico Dosimo), in coerenza con il P.T.C.P. che predilige gli insediamenti compatti per limitare il consumo di suolo agricolo. − Dimensionamento (Normativa: art. 22.2). L’orientamento espresso dal P.T.C.P, rinvenibile nell’art. 22.2 della Normativa, individua, nel dimensionamento dell’offerta insediativa degli enti locali, un livello di valenza comunale, endogeno, da un livello di valenza sovracomunale, esogeno. Per la classe dimensionale dei Comuni in cui ricade Grontardo individuata dalla superficie delle aree produttive edificate (Ste) fino a 100.000 mq. (Classe 2), la componente endogena dello sviluppo viene considerata fino al 50% di tale parametro (per il Comune di Grontardo, secondo i dati del P.T.C.P., la superficie produttiva edificata è pari a circa mq. 50.039) e comunque per incrementi non superiori a 40.000 mq. Il dimensionamento, previsto dalla Variante Generale, delle aree produttive non utilizzate di Grontardo è pari a circa 80.155 mq di cui 25.020 mq costituiscono la componente endogena, cioè locale dello sviluppo, mentre 55.135 mq costituiscono quella esogena. Questo dato è già “al netto” dei quantitativi relativi alle aree messe a disposizione per futuri ampliamenti di attività già esistenti, che vanno considerati endogeni ai sensi dell’art. 22.2.d. Il dimensionamento previsto è superiore a tali parametri e pertanto è da valutare come componente

esogena dello sviluppo di Grontardo.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©    In conclusione, il dimensionamento della zona D, individuata dallo strumento urbanistico in oggetto

configura, in ogni caso, un comparto di rilevanza sovracomunale di circa 55000 mq

Ciò rilevato, vi è da porre la seguente proposta di richiesta di modifica al nuovo strumento urbanistico da recepire come ADEGUAMENTO ai sensi del comma 19 art. 3 l.r. 1/2000:

1.a.) L’intervento di carattere produttivo proposto dal nuovo P.R.G. di Grontardo configura un dimensionamento complessivo di interesse esogeno, cioè di valenza sovracomunale, pari a circa 55.000 mq (vedi Tabella 2). In ordine al dimensionamento di valenza esogeno rilevato, si chiede che l’area indicata con Is1 (vedi allegato A), di circa 53.900 mq, sia espressamente indicata in normativa di interesse sovracomunale ai sensi dell’art. 9 della L.R. 23/97, a cui assoggettare la procedura di approvazione dei relativi Piani Attuativi prevista dall’art. 10 L.R. 23/97. In ordine alle problematiche viabilistiche, nella fase di pianificazione attuativa sarà verificato il tema di progettazione riguardante la risoluzione di un sistema di accesso unico alla S.P. 83 che integri quello del nuovo comparto produttivo con quelli esistenti, tenendo conto della confinante ditta P.L.A.C. posta nel territorio comunale di Persico Dosimo. (prescrizione)

Tabella 1- Aree industriali

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GRONTARDO salvaguardia 53.973 0 0 0 0 0 53.973 0 0 0 0 53.973 0 adoz. d.c.c. 34 del 05/08/04

Totale 130.194 50.039 18.940 7.242 0 0 53.973 0 0 0 0 53.973 0 complessivo

Tabella 2 - Valutazione della Componente Esogena

Superficie Superficie Sup. di non utilizzata Superficie Comune di Superficie Massima Territoriale Ampliamento prevista dal esogena in Grontardo Territoriale classe Superficie Edificata Delle Attività comune eccesso (Ste + Stp) endogena (Ste) esistenti (Stp)

GRONTARDO 76.221 50.039 2 25.020 0 26.182 1.162 P.R.G. vigente GRONTARDO salvaguardia 53.973 0 0 53.973 33.973 adoz. d.c.c. 34

del 05/08/04

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©      Totale 130.194 50.039 2 25.020 0 80.155 55.135 Generale

Insediamenti Residenziali e Dimensionamento del Piano In merito ai nuovi insediamenti di carattere residenziale, il nuovo strumento urbanistico specifica che nelle zone A/1 e A/2 non ci sono aumenti significativi di volume; al contrario l’individuazione di nuove zone B (residenziale di completamento di recente impianto) mediante l’inglobamento di lotti interclusi ed inedificati, permette la crescita di nuovi volumi residenziali. Le nuove aree C di espansione sono previste per una superficie pari a circa 56.000 mq, comprensiva del capoluogo Grontardo e della frazione di Levata. L’area identificata con Rs4 trova collocazione a ovest della frazione di Levata, mentre le aree Rs1, Rs2 ed Rs3 sono a sud del capoluogo Grontardo (vedi allegato A). Nel caso specifico del Comune di Grontardo, il P.T.C.P. (Allegato 1 “Indirizzi e indicazioni per lo sviluppo insediativo”) indica che, “Lo strumento urbanistico comunale prevede un’elevata capacità insediativa superiore di circa il 40% all’attuale popolazione, la quale ha avuto una forte diminuzione negli anni dal 1951 al 2000, mentre negli ultimi anni si è registrata una lievissima crescita... Il patrimonio abitativo è quantitativamente più che soddisfacente, infatti, vi sono in media 2,00 vani per abitante e 1,19 abitazioni per famiglia. L’indice di frammentazione attuale (0,295), risulta inferiore sia a quello medio provinciale (0,483) che a quello del circondario Cremonese (0,483), e registra un peggioramento rispetto alla situazione del 1982. Il nuovo strumento urbanistico va, inoltre, nella direzione di un disegno più compatto del perimetro urbano e le espansioni insediative potranno quindi rafforzare le tendenze già in atto. [...] I nuovi insediamenti dovranno essere localizzati nelle aree D5 e fortemente limitati nella valle relitta dell’Oglio (B2n), compattando il disegno delle aree urbanizzate . Premessi i criteri di valutazione secondo i quali opera il P.T.C.P., l’analisi del P.R.G., dà adito ad alcune considerazioni di seguito riportate relativamente alle aree di espansione individuate: Localizzazione (Documento Direttore: Appendice A; Normativa art. 20.4).: Le aree classificate in zona C, risultano 4 e sono indicate con Rs1, Rs2, Rs3, e Rs4. L’area Rs1 ricade in una fascia individuata dal P.T.C.P. (vedi “Carta delle Opportunità Insediative” e Appendice A del Documento Direttore) interna alla componente della rete ecologica di secondo livello denominata “Valle relitta dell’Oglio”, e come tale classificata B2n per categoria di compatibilità fisico - naturale, cioè “aree che in generale risultano incompatibili con le industrie a medio impatto e con le infrastrutture di collegamento su gomma e che risultano idonee per le sole attività agricole che ne rispettano i caratteri di vulnerabilità e sensibilità fisico-naturale”. Anche le aree Rs2 ed Rs3 ricadono nella fascia interna alla componente della rete ecologica di secondo livello denominata “Valle relitta dell’Oglio”, ma sono classificate B5n per categoria di compatibilità fisico - naturale, cioè “aree che in generale risultano compatibili con l’insieme degli usi del suolo di tipo urbano e che risultano idonee per l’attività agricola”. L’area Rs4 ha la medesima classificazione di compatibilità fisico-naturale ma ricade nella componente strutturale del paesaggio agricolo della pianura cremonese-casalasca. L’indagine per le aree ricadenti nella fascia classificata B2n dal P.T.C.P., è sviluppata dallo studio geologico ex L.R. 41/97 allegato come parte integrante alla Variante Generale (approvato con D.C.C. n. 34 del 28.11.2003) in grado di fornire informazioni a una scala superiore a quella del P.T.C.P. con la Tavola denominata “Carta di fattibilità geologica”, dove la superficie Rs1 ricade in Classe 3a – area di vulnerabilità elevata. Morfologia insediativa (Normativa: art. 20.3): Le zone residenziali di espansione, identificate con Rs1, Rs2 e Rs4 risulta essere perimetrali, rispetto agli insediamenti esistenti, mentre la zona Rs3 risulta parzialmente interclusa, in coerenza con le indicazioni del P.T.C.P.. Dimensionamento: capacità insediativa (Normativa: artt. 20.2, 22.1, Appendice A) Per quanto riguarda gli insediamenti residenziali la Variante Generale al PRG non può essere valutata in termini di previsioni insediative a rilevanza sovracomunale, (componente esogena dello sviluppo insediativo – art. 21 Normativa P.T.C.P.) in quanto la capacità insediativa della variante, calcolata coerentemente ai criteri dell’art. 19 L.R. 51/75 come sostituito dall’art. 6 della L.R. 1/2001, non contiene tutte quelle componenti di analisi previste nell’Appendice A della Normativa del P.T.C.P. e sintetizzate nel “Modulo per il calcolo della capacità insediativa”. Ciò infatti non consente la distinzione tra elementi di sviluppo endogeno, di competenza comunale, ed elementi di sviluppo esogeno, di interesse

sovracomunale, nella pianificazione dello sviluppo insediativo residenziale locale.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©    Dall’esame della variante al Piano Regolatore si evince la volontà da parte del Comune di propendere per una vocazione essenzialmente di carattere residenziale. Infatti l’incremento previsto per la parte residenziale è quantificato in un numero significativo rispetto agli abitanti attualmente residenti. Gli abitanti ricavati dai nuovi volumi della zona B vengono quantificati in numero pari a 119, mentre 405 abitanti sono determinati dalle aree C di nuova espansione, con un’aggiunta di 53 in virtù del bonus volumetrico acquisito per i progetti particolarmente attenti alla bioedilizia. Si dà merito al comune di Grontardo della valorizzazione e del recupero del centro storico intrapreso dalla Variante generale, in coerenza con gli obiettivi principali del P.T.C.P. È tuttavia da considerare come la compilazione del Modulo della Capacità Insediativa conduca al calcolo corretto degli abitanti teorici, comprensivi della componente ottenibile dal recupero dell’esistente. Il dimensionamento della capacità insediativa residenziale teorica prevista, ai sensi della L.R. 1/2001 è pari a 1.878 abitanti teorici, a fronte di una popolazione residente al 31.12.2003 di 1.301 persone, significa un incremento teorico del 44% circa. Il dato conferma un dimensionamento significativo per la residenza previsto dal nuovo piano, che risulta privilegiare la nuova edificazione rispetto al recupero del patrimonio edilizio esistente. A riguardo si rileva la seguente indicazione:

1.b.) Nella fase di approvazione, si suggerisce di predisporre il “Modulo per la capacità insediativa” (MCi) previsto, ai sensi dell’art. 21 della Normativa del P.T.C.P. e della D.G.P.122/04, tra gli elaborati richiesti ai fini del computo della componente esogena dello sviluppo residenziale previsto. (indicazione)

Tabella 3 - Valutazione dei fattori morfologico-insediativi e ambientali delle aree di espansione

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Tabella 4 - Aree residenziali

destinazione funzionale area

Comune di codice edificata superficie Grontardo area territoriale Servizi commerciale (mq) residenziale polifunzionale Sovracomunali / direzionale GRONTARDO 33.371 600 0 0 0 P.R.G. vigente GRONTARDO salvaguardia 0 37.029 37.029 0 0 0 adoz. d.c.c. 34

del 05/08/04

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©      Totale 0 70.400 37.629 0 0 0 complessivo

Piano dei Servizi (Normativa art. 22.4) La l.r. 15 gennaio 2001 n. 1 all’art. 7 prescrive che i Piani Regolatori Generali contengano un Piano dei Servizi che documenti lo stato dei servizi pubblici e di interesse pubblico esistenti e di quelli previsti dallo strumento urbanistico da realizzare nel periodo di operatività dello stesso, dimostrandone l’idoneo livello qualitativo, nonché un adeguato livello di accessibilità, fruibilità e fattibilità, nel rispetto del Programma Regionale di Sviluppo, dei Piani Territoriali regionali o sovracomunali. La Regione ha approvato con d.g.r. 7/7586 del 21/12/2001, come previsto dall’ art. 7, comma 3, della l.r. 1/2001, un documento contenente i criteri per la redazione del Piano dei Servizi che fornisce ai Comuni le indicazioni operative di supporto alla formazione di questo nuovo strumento. La presente Variante Generale al Piano Regolatore del Comune di Grontardo risulta integrata da una relazione di progetto del Piano dei Servizi accompagnata dalla Tav. 9/b “Progetto del Piano dei Servizi” e dalla Tav. 6/a “Servizi esistenti”. L’attenta analisi proposta dalla relazione rivela il fabbisogno primario del completamento delle reti secondarie delle fognature sia nel capoluogo che nella frazione Levata. In merito ai servizi scolastici e comunali, la domanda risulta soddisfatta; come pure per le attrezzature sportive, fra le quali esistono attività parrocchiali e una struttura polisportiva affiancata alla scuola media. In ugual misura è definibile soddisfacente ai bisogni locali la quantità degli spazi a verde presenti nel contesto dell’edificato. Molteplici sono gli obiettivi futuri annoverati dal Piano dei Servizi. Uno è quello della realizzazione di zone a verde/gioco interne alle nuove lottizzazioni e la fascia a standard che collega il capoluogo alla frazione. Si propone l’attuazione di percorsi pedonali che intercettino le residenze con i parcheggi e i servizi principali del cittadino. Alla luce di un evidente rapido calo demografico e dell’invecchiamento della popolazione, si è creato il problema del fabbisogno di attrezzature al servizio degli anziani. Per questo motivo sono sorte valide ipotesi esecutive: l’assistenza domiciliare, ristrutturazione a rotazione delle case che ospitano gli anziani, l’istituzione di case-nido per neonati a sgravio dei nonni, la costituzione di un supporto medico fornito di ambulanza per le assistenze di emergenza. Lo studio approfondisce il quadro globale analizzando il soddisfacimento della domanda e offrendo la previsione di nuovi servizi, e specifica le modalità di calcolo effettuate per il computo degli standard. Ciò rilevato, non vi sono da porre alcune indicazioni al nuovo strumento urbanistico.

Tutela paesistica Il P.T.C.P. ha valenza di Piano territoriale Paesistico ai sensi dell’art. 12 della L.R. 18/97, dell’art. 57 del D.lgs. 112/98, del comma 25 art. 3 L.R. 1/2000, nonchè ai sensi delle disposizioni di cui alla Parte III delle norme di attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. VII/197 del 6 marzo 2001, di cui vengono assunti e sviluppati alla scala provinciale i contenuti e le disposizioni. Centri storici (Normativa art. 15.6) La l.r. 1/2001, ha fatto obbligo di quella disposizione metodologica, già prevista dal P.T.C.P., per la quale la perimetrazione del centro storico e dei nuclei di interesse storico, artistico e ambientale, deve tener conto della cartografia di prima levata dell’Istituto geografico Militare Italiano, motivando eventuali ampliamenti o riduzioni. Questa disposizione è stata recepita e sviluppata nel nuovo strumento urbanistico del Comune di Grontardo. Risulta inoltre essere stato predisposto uno studio particolareggiato del centro storico, così come già richiesto dalla l.r. 51/75 e successivamente articolato dalla l.r. 1/2001. L’indagine dettagliata sull’area del centro storico è corredata da quattro tavole. La tavola 3/a analizza le destinazioni d’uso dei singoli edifici, valutandone l’altezza e il grado di coerenza al contesto di centro storico. La tavola 3/b valuta lo stato di conservazione edilizia e le condizioni igieniche, statiche e sanitarie della zona. La tavola 3/c definisce le indicazioni volumetriche e distributive stereometriche e la tavola 3/d riporta le caratteristiche dei materiali e di arredo urbano che

caratterizzano tutto il centro storico. A completamento della parte grafica si è proceduto alla stesura di

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©     una serie di norme e di scelte di azzonamento che tendono a favorire il mantenimento ed il restauro del centro storico. Vincoli (Normativa: artt. 14.1.2.3, 15.1.2.4.5, 16) Il comune di Grontardo ricade nell’ambito paesistico-territoriale, (APO), della Valle dell’Oglio e l’intera superficie dell’ambito è interessata dal paesaggio agricolo cremonese e dalla valle fluviale attiva e relitta dell'Oglio. La valle dell'Oglio è una componente di interesse paesaggistico primario, mentre la valle relitta dell’Oglio è una componente di interesse paesaggistico secondario. Il paesaggio agricolo cremonese, che nel complesso è povero di elementi di qualità paesistica come piantate e filari arborei, è irrigato da un complesso sistema di canali, seppur scarsamente corredato di argini erborati, tra cui emergono per il territorio comunale il dugale Aspice ed il cavo Ciria e la roggia Maggia. Altro elemento di tutela paesaggistica presenti in maniera significativa sono gli orli di scarpata secondari. Nessuno degli interventi previsti dalla Variante Generale interferisce con i suddetti vincoli.

Difesa del suolo (Normativa art. 14.6, Appendice C, PTCP art. 10 lett. l “Programma provinciale di previsione e prevenzione per il rischio idrogeologico”) Con deliberazione n. 18 del 26 aprile 2001, pubblicata sulla G.U. n. 166 del 19 luglio 2001, l’Autorità di Bacino del Fiume Po ha adottato il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.), definitivamente approvato con D.P.C.M. 24 maggio 2001 e pubblicato sulla G.U. n. 183 dell’8 agosto 2001. In attesa della stipula di intese di cui all’art. 57 del D.Lgs. 112/98 - l’art. 1, comma 11, delle Norme P.A.I. indica nel P.T.C.P. lo strumento che attua il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, “specificandone ed articolandone i contenuti” – la verifica di compatibilità al P.T.C.P. è limitata alla corrispondenza con il primo livello dei contenuti in materia di assetto idrogeologico e difesa del suolo - punto 2.1 Deliberazione di Giunta Regionale 21 dicembre 2001 n. 7/7582 «Documento integrativo alle “Linee generali di assetto del territorio lombardo ai sensi dell’art. 3 della l.r. 1/2000” approvate con d.g.r. n. 39509 del 7 aprile 2000». Nello specifico del PTCP di Cremona il primo livello riguarda i corsi d’acqua principali di cui sono state riportate le delimitazioni delle fasce fluviali del pianostralcio PSFF e del PAI. Il Comune di Grontardo non è interessato dalle prescrizioni e dagli adempimenti previsti dal P.A.I., in quanto il suo territorio non è compreso nelle fasce fluviali di alcun fiume. Il nuovo strumento urbanistico generale è integrato da uno studio geologico ai sensi della l.r. 41/97, di cui l’art. 4.36 delle Norme Tecniche di Attuazione recepisce le prescrizioni attuative. Dall’esame della relazione prodotta emergono le seguenti osservazioni: 1. non sono stati trattati gli aspetti paesaggistico-ambientali del territorio che, sebbene in apparenza non direttamente legati alle tematiche geologiche, sono da queste determinati e la cui interpretazione può fornire preziose informazioni circa i fenomeni intervenuti. 2. il paragrafo 1.2 “Caratteristiche geomorfologiche” riunisce i tematismi geologico, geomorfologico. In riferimento al primo tematismo, sebbene sarebbe stata auspicabile la redazione di un apposito capitolo, la trattazione viene ritenuta sufficientemente argomentata stante la “semplicità” del territorio in esame; riguardo il secondo tematismo, la valutazione sembra provenire direttamente dagli studi ERSAL: nonostante la correttezza della fonte, sarebbe stato auspicabile un maggior grado di approfondimento e di originalità. 3. nel paragrafo 2.4 “Descrizione della carta idrogeologica e del sistema idrografico”, il redattore afferma testualmente “Il territorio comunale è suddiviso in zone a differente permeabilità e a diversa soggiacenza della falda superficiale; in esso si possono distinguere aree con soggiacenza minore di 2,0 m e maggiore di 2,0 m”. Poiché la trattazione non specifica nulla riguardo la costruzione della rete piezometrica, la localizzazione dei punti di misura, il periodo di tempo durante il quale sono state effettuate le osservazioni, e i valori misurati, si ritiene che tale affermazione non sia pienamente giustificata. 4. in riferimento a quanto espresso al paragrafo 3.2 “Metodologia di valutazione della vulnerabilità idrogeologica”, si ritiene che il metodo di valutazione utilizzato dia luogo ad un eccessivo grado

di arbitrarietà nell’attribuzione del grado di vulnerabilità all’inquinamento dell’acquifero freatico.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©     Si ritiene più appropriato l’utilizzo di uno qualsiasi dei metodi disponibili in letteratura, anche speditivo, che tuttavia preveda un maggior grado di oggettività. 5. in riferimento a quanto espresso al paragrafo 3.3 “Caratteristiche geotecniche”, si rileva che le caratteristiche di “qualità geotecnica” vengono attribuite sulla base di n° 5 sondaggi effettuati con escavatore meccanico e spinti alla profondità massima di 2 m. Poiché le valutazioni espresse dall’estensore dello studio sono basate solo su considerazioni accademiche riguardanti il comportamento di terreni in falda, peraltro condivisibili, e non dati derivanti da opportuni sondaggi geognostici sia di archivio che di apposita realizzazione, si ritiene che la valutazione della “qualità geotecnica” dei terreni non sia sufficientemente argomentata. 6. in riferimento al capitolo 3.4 “Descrizione delle carte di sintesi”, il redattore dello studio ha basato le proprie valutazioni solo sul grado di vulnerabilità dell’acquifero freatico. Sebbene si concordi nel ritenere la vulnerabilità dell’acquifero uno degli elementi di attenzione su cui basare lo studio, si ritiene necessario, anche in relazione al precipuo scopo dello studio, che la sintesi debba concernere anche gli aspetti geotecnici dei terreni di fondazione, determinati secondo quanto espresso al punto precedente. 7. in riferimento al cap. 5 “Fattibilità geologica per le azioni di piano” si ritiene che l’attribuzione delle sottoclassi di fattibilità 2 a e 2 b, e della sottoclasse 3 a, in mancanza di un’opportuna trattazione degli aspetti geotecnici del territorio comunale secondo le modalità espresse al punto 5, non sia pienamente giustificata; dovrebbe essere integrata alla luce degli aspetti geomeccanici emersi dalla valutazione di opportuni sondaggi. Da quanto sopra espresso-ferme restando le competenze istituzionali che hanno in capo al Comune l’approvazione di questi studi e alla Regione la verifica di conformità ai criteri applicativi di legge ai fini del finanziamento dei costi sostenuti- si ritiene che lo studio geologico in esame possa essere considerato conforme alla L.R. 41/97 ed alla D.G.R. 29 ottobre 2001 n. 7/6645 solo in seguito alla presentazione delle seguenti integrazioni da recepire come INDICAZIONI: 1.c.) Risulta necessario completare lo Studio Geologico integrandolo con i seguenti elaborati: Carta geomorfologica con elementi geopedologici, Carta idrogeologica e del sistema idrografico, Carta geologico-applicativa basata su dati di archivio o di nuova realizzazione, Carta dei vincoli, Carta di sintesi, Carta di fattibilità geologica e delle azioni di piano. (indicazione) 1.d.) Risulta altresì importante integrare la relazione con gli aspetti paesaggistico-ambientali che potrebbero fornire indicazioni indirette sui fenomeni geologici e/o geomorfologici intervenuti sul territorio comunale; aggiungere la descrizione della metodologia di costruzione della rete piezometrica utilizzata nella determinazione della soggiacenza, nonché inserimento delle misurazioni effettuate, che debbono essere chiaramente datate, conformemente a quanto espresso dalla normativa infine fare una valutazione della vulnerabilità del primo acquifero utilizzando uno dei metodi, anche speditivo, riconosciuti e disponibili in letteratura; si ricorda che tale trattazione deve essere corredata da una spiegazione sintetica esauriente del metodo utilizzato e dai relativi tabulati di calcolo. (indicazione)

Insediamenti zootecnici (art. 18 Normativa) L’articolo 18 della Normativa del P.T.C.P., acquisisce i parametri introdotti dall’A.S.L. di Cremona contenuti nella Delibera Direttore Generale n. 192 del 10 luglio 2002 Modifica al Titolo III capitoli 10 e 14 e al Titolo IV capitoli 1, 2, 5, 6 e 8 del Regolamento di Igiene tipo (prot. n. 15928/02). Ciò al fine di rendere omogenee sul territorio provinciale le norme comunali relative alla localizzazione di nuovi impianti zootecnici e di tutelare la qualità dell’ambiente olfattivo, visto anche come un fattore di percezione del paesaggio. Prendendo in esame la variante Generale al Piano Regolatore del Comune di Grontardo, in particolare l’art. 11.15 “Distanze nelle zone agricole” delle Norme Tecniche di Attuazione, se ne ricava che le distanze di rispetto recepiscono i valori definiti dal P.T.C.P. Dalla lettura delle Norme Tecniche di Attuazione si desume che il nuovo Piano Regolatore vieta i nuovi allevamenti e gli ampliamenti degli esistenti come disposto dall’art. 11.7, eccezion fatta per gli allevamenti di tipo aziendale. Su tale scelta, la scrivente amministrazione non ha niente da rilevare, a parte alcune considerazioni sotto riportate, che si ritiene necessario che il comune prenda in considerazione .

1.e.) Il comune di Grontardo confina con i Comuni di Scandolara Ripa d’Oglio, Gabbioneta-Binanuova,

Pescarolo ed Uniti, Vescovato, Gadesco Pieve Delmona, Persico Dosimo e Corte de’ Frati.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©     Secondo quanto specificato, la variante consente la realizzazione degli insediamenti zootecnici, prevalentemente in prospicenza dei territori comunali confinanti. Si rammenta che la distanza specificata nell’art.18 della normativa del P.T.C.P. “criteri per la localizzazione di nuovi impianti zootecnici”, secondo il principio di reciprocità, dovrà considerarsi anche per gli ampliamenti residenziali, nei confronti degli allevamenti stessi. Concludendo, la norma, ha un carattere di reciprocità, tra gli usi, le destinazioni d’uso del suolo, gli impianti zootecnici posti nel medesimo comune e in quelli adiacenti. (indicazione)

Piano cave (art. 10 lett b Normativa) Il Consiglio Regionale con atto n. VII/803 ha approvato il nuovo piano cave della Provincia di Cremona – settore argilla – ai sensi della l.r. 14/98 e con atto n. VII/0804 quello relativo al settore sabbia, ghiaie e torbe, entrambi pubblicati sul B.U.R.L. 2° supplemento straordinario n. 28 del 10 luglio 2003. In proposito si rileva che il Comune di Grontardo non è interessato da alcun polo estrattivo previsto dal Piano Cave.

2. Viabilità (comma 119 art. 3; D.lgs. 285/92 e d.p.r. 495/92; PTCP art. 10 lett. a —a . 2 P i a n o d e l l a v i a b i l i t à p r o v i n c i a l e “ ; In ordine alle soluzioni viabilistiche indicate le osservazioni da porre sono: 2a) Il Piano della Viabilità Provinciale, approvato con delibera di C.P. n. 18 del 18.02.2004 e recentemente pubblicato sul sito internet dell’Amministrazione Provinciale (www.provincia.cremona.it), prevede fra i nuovi interventi infrastrutturali la circonvallazione di Corte dè Frati, Aspice e Grontardo, riguardante le SS.PP. n. 26 “Brazzuoli – Pieve d’Olmi” e n. 93 “Levata – Aspice”, e la riqualificazione della S.P. n. 83 “Di Persico”, da Levata – Grontardo fino all’intersezione con la S.P. n. 33 “Seniga – Isola Pescaroli” in Comune di Binanuova – Gabbioneta. Il nuovo P.R.G. del Comune di Grontardo recepisce solo parzialmente le previsioni degli interventi infrastrutturali sopra descritti. (indicazione) 2b) Il nuovo P.R.G. prevede una bretella di collegamento fra le SS.PP. n. 83 “Di Persico” e n. 93 “Levata – Aspice”, ad ovest degli abitati di Grontardo e Levata, e la riqualificazione dei due punti di innesto della predetta bretella sulle SS.PP. n. 83 – 93. Nel merito di tali interventi si osserva che i medesimi non sono ricompresi tra le opere infrastrutturali previste dal Piano della Viabilità Provinciale, non sono supportati da specifiche analisi e/o studi viabilistici (di traffico, incidentalità, inquinamento acustico/atmosferico, ecc.) e non trovano corrispondenza nella relazione di progetto del nuovo P.R.G. . Per tali motivazioni, si esprime parere sfavorevole rispetto alla previsione della bretella di collegamento fra le SS.PP. n. 83 – 93, ad ovest degli abitati di Grontardo e Levata, e della riqualificazione delle due intersezioni sopraccitate. (prescrizione) 2c) Il nuovo P.R.G. prevede, inoltre, una bretella di collegamento fra la S.P. n. 83 “Di Persico” e la Strada Comunale per l’abitato di Grontardo, ad ovest dell’abitato stesso. Come per l’osservazione precedente, nel merito di tale intervento si rappresenta che il medesimo non è ricompreso tra le opere infrastrutturali previste dal Piano della Viabilità Provinciale, non è supportato da specifiche analisi e/o studi viabilistici (di traffico, incidentalità, inquinamento acustico/atmosferico, ecc.) e non trova corrispondenza nella relazione di progetto del nuovo P.R.G. . Per tali motivazioni, si esprime parere sfavorevole rispetto alla previsione della bretella di collegamento fra la S.P. n. 83 “Di Persico” e la Strada Comunale per l’abitato di Grontardo. (prescrizione) 2d) Ai fini di una più chiara e completa regolamentazione della materia trattata, si chiede che le N.T.A. indichino: • Che la distanza dalle strade è quella minima degli edifici fuori terra misurata, in proiezione orizzontale, dal confine stradale (e non dal ciglio stradale) così come definito dall’art. 3, c. 1,

punto 10, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.);

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©     • Le distanze da rispettare dal confine stradale delle strade provinciali per la realizzazione di recinzioni e per le piantumazioni, così come specificato dall’art. 26, del D.P.R. 495/1992; • La normativa dell’art. 16, c. 2, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.) relativa ai triangoli di visibilità in corrispondenza di intersezioni stradali a raso; • L’ampiezza della fascia di rispetto stradale esterna alla delimitazione del centro abitato ex art. 4, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.) delle SS.PP. n. 83 “Di Persico” e n. 93 “Levata – Aspice” in 30,00 m per parte misurata dal confine stradale così come definito dall’art. 3, c. 1, punto 10, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.); • L’ampiezza della fascia di rispetto stradale esterna alla delimitazione del centro abitato ex art. 4, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.) delle SS.PP. n. 67 “Grontardo – Seniga” e n. 82 “Grontardo – Pescarolo” in 20,00 m per parte misurata dal confine stradale così come definito dall’art. 3, c. 1, punto 10, del D.Lgs. 285/1992 (N.C.d.S.); (prescrizione) Ad integrazione delle disposizioni previste, si ritiene opportuno indicare in non meno di 200,00 ml la distanza minima da tenere tra l’edificato di nuova realizzazione e le sorgenti inquinanti costituite dai mezzi in transito lungo le strade provinciali. In caso contrario, si propone che le N.T.A. nella costruzione di edifici di civile abitazione poste a meno di 200,00 ml da SS.PP. prevedano l’obbligatoria dotazione di barriere antirumore o di adeguati isolamenti acustici. Il nuovo PRG, ai margini del territorio comunale ed a sud-ovest del centro abitato della frazione di Levata, prevede una nuova zona D2 produttiva in espansione, in fregio all S.P. n.83 “Di Persico”. Rispetto alla previsione di tale nuova zona D2, si esprime parere sfavorevole in quanto la variante in oggetto non riporta indicazioni per le modalità di vodagione dell’area e per la viabilità relativa, vedi prescrizione punto 1.a.

3. Ambiente e morfologia (art. 18 della l.r. 21/93 e art. 20 del D.Lgs. 22/97; l.r. 14/98; l.r. 18/97; PTCP art. 10 lett. b “Piano provinciale delle cave”, lett. c “ Piano per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di quelli assimilabili; l.r. 8/76; art. 146, comma 1, lett. g del D.Lgs 490/99; D.Lgs 227/0) L’analisi degli aspetti più rilevanti apportati dal nuovo strumento urbanistico relativamente alle componenti paesistico-ambientali del territorio, evidenzia le seguenti osservazioni all’azzonamento e alla normativa. 3a) Dall’analisi della cartografia presentata, ed in particolare dalla tavola 7/a e 7/b, risulta individuata un’area di completamento delle attività produttive esistenti (Zona D1) che va a addossarsi al Dugale Aspice in località Levata. Appare inoltre indispensabile prevedere in questo caso, e comunque in ogni altra situazione che preveda la realizzazione di nuovi insediamenti industriali, il posizionamento di una fascia di vegetazione composta da essenze arboreo ed arbustive autoctone, di larghezza non inferiore a quindici metri e adeguatamente piantumata, da porre a perimetro delle nuove strutture, cosi da limitare per quanto possibile il negativo impatto paesaggistico ambientale con la campagna circostante. (indicazione) 3b) All’art.11 comma 20, è necessario distinguere le competenze per quanto riguarda il rilascio delle autorizzazioni al taglio delle essenze arboree ed arbustive ricomprese nelle aree boscate. La legge forestale citata 8/’76 e successive modifiche, è stata abrogata e sostituita dalla nuova legge regionale forestale n. 27 del 28 ottobre 2004, che prevede una specifica denuncia di taglio solo per le aree classificate bosco mentre per le piante isolate, o inserite in filari, non sussistono particolari norme di tutela, salvo quelle previste dal D.Lgs 42/’02 ex D.lgs. 490/’99. In tale articolo non è chiaro se le disposizioni previste dalla L.R. 27/’04 (ex L.R. 8/’76), si vogliano applicare anche per la restante vegetazione presente sul territorio comunale, ma non classificabile come bosco ai sensi della normativa forestale vigente. Si ritiene che, l’applicazione di tali norme per la tutela del patrimonio arboreo residuo, non ricadente nella definizione di bosco ai sensi della L.R. 27/’04 sia segno di un’attenzione particolare verso il paesaggio e l’ambiente del territorio comunale. Se ciò non fosse sarebbe in ogni caso quanto mai auspicabile l’inserimento di una normativa che tuteli il patrimonio arboreo residuo e non ricadente nella definizione di bosco ai sensi della L.R.27/’04, diversificando per esempio i turni di ceduazione o di abbattimento in base alle specie legnose delle fasce alberate e degli esemplari isolati, sollecitando la sostituzione degl’alberi

tagliati, tutelare non solo i filari d’alto fusto, ma anche le siepi arboree o arbustive, mantenendone

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©     la consistenza attuale o, incrementandola, regolando anche in questo caso il taglio e la sostituzione. (indicazione) 3c) All’art. 12 comma 25 “Orli del terrazzo morfologico”, si deve far riferimento all’art. 16 comm. 5 del P.T.C.P., che prevede una fascia di rispetto di dieci metri (10 mt.) in entrambe le direzioni dall’orlo di scarpata. (indicazione) 3d) All’art 12 comma 43 “Rete Ecologica”, si prevede una fascia di rispetto per il Dugale Aspice, la Roggia Maggia ed il Cavo Ciria, di quaranta metri per lato (40 m), cosa che è giudicata più che positivamente da parte di questi uffici, ma risulta incongruente con quanto riportato nella cartografia allegata (vedi tav. 7/a e 7/b), in particolare per quelle aree poste in località Levata dove si prevede una espansione industriale, che come già riportato in precedenza, va ad accostarsi in modo giudicato negativo, al Dugale Aspice, non considerando il già predetto vincolo di inedificabilità definito dall’art.16 comma 8 del P.T.C.P. (indicazione) 3e) Per ultimo si deve far rilevare che, essendo il P.T.C.P. approvato ma ancora carente della Valutazione di Incidenza prevista dal D.P.R. 357/’97 e dalla D.G.R. 7/14106/’03, resta da chiarire se la Variante del P.R.G. del Comune di Grontardo, debba sottostare alle disposizioni dell’art. 3 della già citata D.G.R ed essere inoltrata alla Regione Lombardia – DG Qualità dell’ambiente, per le valutazioni di rito. (indicazione)

4. Commercio (l.r. 14/99; r.r. 3/00; PTCP art. 10 lett. k “Piano dello sviluppo e adeguamento della rete di vendita”) Il “Piano dello Sviluppo e Adeguamento della Rete di Vendita” è stato adottato con d.c.p. n. 4 del 16 gennaio 2002, ai sensi del comma 31 dell’art. 3 L.R. 1/2000, come stralcio del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ed è stato approvato, come parte integrate dello stesso P.T.C.P.. Il “Piano dello Sviluppo e Adeguamento della Rete di Vendita” definisce, in coerenza con il contesto provinciale, la razionalizzazione localizzativa e dimensionale delle strutture commerciali sulla base delle indicazioni e prescrizioni della L.R. 14/99 e R.R. 3/2000 e costituisce lo strumento di attuazione del P.T.C.P. nell'ambito delle competenze della Provincia in materia di commercio e ne esplica i suoi effetti sulla programmazione commerciale comunale. Il nuovo P.R.G. del Comune di Grontardo contiene specifiche disposizioni riguardanti le problematiche inerenti il commercio, in relazione alla nuova disciplina del settore, dettata dalla norma nazionale (D.lgs 114/98) e dai provvedimenti regionali (LR 14/99, D.C.R. 30/7/2003 n. VII/871, D.G.R. 18/12/2003 n. 7/15701 e 7/15716). Il P.R.G. non individua zone urbanistiche ad hoc per il commercio, ma tende a concentrare queste funzioni di servizio soprattutto nella zone residenziali: infatti nelle zone D (aree destinate ad attività economiche) gli insediamenti commerciali sono ammessi solo se già esistenti (segnalate) e complementari alla stessa attività produttiva esistente o in via di insediamento (art. 10.7, comma 1: strutture commerciali nelle zone produttive). Sotto il profilo delle tipologie insediative l’articolo 4.32 (pianificazione del settore commerciale) prevede in modo esplicito la non ammissibilità in nessuna delle zone urbanistiche della grande struttura di vendita come classificata dall’art. 4 del D.lgs 114/98 (singola struttura o centro commerciale), mentre in tutte le zone, oltre agli esercizi di vicinato, sono assentite le medie strutture di vendita, nella loro intera configurazione dimensionale (fino a 1.500 mq), ma con specificità insediative legate alla singola zona. Per le medie strutture di vendita, inoltre, il successivo articolo 4.33 individua alcune garanzie che gli insediamenti dovranno fornire: buon livello di accessibilità e disponibilità di spazi di sosta, contributo alla qualificazione del tessuto urbano, associazione con altre destinazioni d’uso e non luoghi monofunzionali, qualità progettuale dell’insediamento, stipulazione di apposita convenzione ad atto unilaterale d’obbligo per il reperimento degli standard. Nel successivo articolo 4.35 si prevede, in ogni caso, che l’apertura di medie strutture di vendita alimentari oltre i 600 mq sia sottoposta alla procedura prevista dall’articolo 23, lettera b) della normativa di P.T.C.P. La classificazione tipologica prevista dall’articolo 6.4. risulta coerente con le norme di legge, le disposizioni del PTCP e l’assetto programmatorio generale del P.R.G. Anche il disposto dell’articolo 5.13, che esclude dal concetto di “sostituzione di destinazione d’uso funzionale” il commercio, in quanto è necessario adeguare preventivamente gli standard urbanistici,

risulta essere accorgimento opportuno.

¢¡¤£¦¥¢§¨£¦©     Nella sue specifiche indicazioni di tipo commerciale il nuovo PRG risulta conforme alle disposizioni settoriali del P.T.C.P.

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01 Del che si è redatto il presente verbale che viene sottoscritto come appresso.

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA IL SEGRETARIO GENERALE

F.TO TORCHIO F.TO GAGLIARDI CERTIFICATO DI INIZIO PUBBLICAZIONE Il sottoscritto Segretario Generale attesta che copia della presente deliberazione viene pubblicata, mediante affissione all'Albo Pretorio della Provincia, a decorrere dal ......

Cremona, li ...... IL SEGRETARIO GENERALE

F.TO GAGLIARDI

Copia conforme per uso amministrativo.

Cremona, li ...... IL SEGRETARIO GENERALE

CERTIFICATO DI ESECUTIVITA' La presente deliberazione è esecutiva ai sensi dell'art. 134 comma 3 del D. Lgls. 267/2000, essendo stata pubblicata mediante affissione all'Albo Pretorio della Provincia a decorrere dal ......

Cremona, li ...... IL SEGRETARIO GENERALE

CERTIFICATO DI AVVENUTA PUBBLICAZIONE Il sottoscritto Segretario Generale attesta che copia della presente deliberazione è stata pubblicata, mediante affissione all'Albo Pretorio della Provincia, per gg. 15 interi e consecutivi, dal ...... al ...... ai sensi dell'art. 124 comma 1 del D. Lgsl. 267/2000, senza opposizioni.

Cremona, li ...... IL SEGRETARIO GENERALE

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